Auguri, Marekiaro!!!
LE PRIME SCARPETTE - Fu nonno Ivan a fargli trovare nella culla le prime scar pe da calcio.«Mio nonno andò a com prarle in Ungheria perché solo lì si po tevano trovare. Le conservo ancora». Predestinato, a dir poco. Il campione del Napoli dove seguire le orme del pa dre, fare il calciatore e possibilmente diventare più bravo del papà che pur avendo grandi qualità tecniche era arri vato fino alla serie B slovacca.«Mio pa dre è stato fondamentale per me- con fessa Marek -A quattro anni mi iscris se al settore giovanile dello Jupie Po dlavice. Qui ho fatto tutta la trafila. Edin una partita di Allievi segnai 16 gol. Avvenne contro la Dolna Strehova. Ri mane un record in Slovacchia». Ma pa pà Richard è stato più severo che dolce: «Mi allenava lui, mi sgridava, mi mar tellava, mi accompagnava a scuola. Ma io non volevo saperne di studiare. A scuola non ero tanto bravo». A 14 anni andò a fare un provino allo Sparta Pra ga. Lo presero ma avrebbe dovuto tra sferirsi anche il papà da Banskà Bistri ka ed il passaggio sfumò. L’anno successivo i genitori dovettero rimborsare di tasca propria lo Jupie Podlavice per portarlo allo Slovan Bratislava:«Ricor do che vendettero una Skoda pur di far mi approdare in un club dove avrei po tuto farmi notare e migliorare».
IN ITALIA - A scovarlo in Slovacchia fu Maurizio Micheli che all’epoca lavora va per il Brescia e che oggi Hamsik ha ritrovato nel Napoli come talent scout. Micheli lo segnalò a Corioni dopo aver assistito ad una qualificazione europea dell’Under 17 slovacca (nel 2003).«Ar rivare in Italia per me fu una fortuna. Mi ambientai subito. Ricordo di aver segnato il primo gol con la maglia del Brescia in una gara di Coppa Italia». Indovinate a chi? Al Milan.«Quanti an ni hai?», gli chiesero alla fine Braida e Ramaccioni.«Che valutazione ha quel ragazzo?», s’informarono con Corioni. Il patron del Brescia sparò alto:«Più gioca e più salirà di quotazione. Non posso cederlo per meno di cinque mi lioni di euro». Dietrofront immediato. Qualche anno dopo, invece, volle scom mettervi Pierpaolo Marino convincen do De Laurentiis a chiudere gli occhi e procedere.
IL PERSONAGGIO - Hamsik è un tipo tran quillo. Pochi vezzi: un paio di tatuaggi, tra cui il suo segno zodiacale, ed i capel li con la cresta:«Li ho sempre portati co sì, fin da bambino». Ascolta musica Hi Pop e Rnb. Ama fare palestra e giocare a tennis:«Quest’estate ho ingaggiato un istruttore per migliorare. E domenica sfiderò l’addetto stampa Baldari, devo dargli una lezione». E sorride. Non si professa cattolico praticante. Da quan do è arrivato Christian passa tutto il tempo a giocare con lui.
L’ESTATE DEI MISTERI - «Ero in vacanza e non sapevo che in Italia si fosse scate nato un putiferio intorno a me- rivela -Non mi è mai balenata l’idea di lascia re il Napoli. Ne parlavo con Martina al mare e ci chiedevamo: ma questi cosa dicono? Che vogliono da me? Mi sonotrovato coinvolto in una situazione di cui sapevo poco o nulla. Ho lasciato fa re. Probabilmente hanno anche forzato certe mie dichiarazioni. Ma il mio uni co pensiero era quello di ritrovare i miei compagni del Napoli ed il mister. Ora divido la camera con Gokhan(Inler, ndi), un altro compagno discreto e ri servato come me. Ma anche un compa gno motivato ed ambizioso come me». Sorride e con malizia conclude:«Anche il mister c’era cascato. Un giorno mi chiese che testa avevo... Che testa dove vo tenere? La solita, fare una grande stagione con il Napoli e stupire anche in Champions League, una competizione conquistata con i denti e che non vedo l’ora che cominci». E Marek è entrato nel cuore dei tifosi, più di ieri, meno di domani.
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