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sabato 4 luglio 2009

Ciao Carmando!

Fonte: Il Napoli

Una bandiera. Ammainata, purtroppo. Nell'elenco dei convocati per il ritiro di Enzesfeld-Lindabrunn manca all'appello Salvatore Carmando, lo storico “masseur” del Napoli. L'uomo che Diego Armando Maradona baciava sulla fronte prima di ogni partita, coluiche ha vinto i Mondiali del 1986 con l'Argentina proprio al seguito del Pibe de oro.

CARMANDO la storia del Napoli. Passato e presente. Sessantaquattro primavere, vent' anni in azzurro ed uno soltanto con la “sua” Salernitana. Sarebbe dovuto andare in pensione al termine della prossima stagione ed invece potrebbe smettere
con un campionato d'anticipo. Lo staff sanitario del Napoli si sta riorganizzando ed in Austria andrà qualcun altro al suo
posto. In ritiro mancheranno i suoi celebri scherzi, gli aneddoti del passato che raccontava sempre col sorriso sulle labbra.
Quella di Carmando al seguito della squadra era una presenza inconfondibile. I tifosi lo riconoscevano e lo acclamavano come si fa con i calciatori, anzi con affetto ancora maggiore. Del resto, lui è stato il collante del vecchio Napoli con il nuovo. C'era quando si vincevano scudetti e Coppe, c'era quando il Tribunale dichiarava fallita la società allora presieduta da Toto Naldi e c'era durante il primo quinquennio della rinascita firmata Aurelio De Laurentiis. Mani sapienti al servizio di intere generazioni di calciatori. Sul suo lettino ne sono passati a centinaia, compresi Schillaci e gli altri delle Notti Magiche di Italia '90. «Sono emozionato, sono stati anni bellissimi», ha commentato commosso appena saputo che sarebbe rimasto a casa “per anzianità”. Del resto, il suo scatto dalla panchina si è fatto più lento col passare degli anni, ma l'amore per i colori azzurri, quello è rimasto intatto. Un vero scugnizzo d'altri tempi, Carmando. Furbo quanto basta per consigliare ad Alemao di accasciarsi a terra quando a Bergamo colpirono il brasiliano con una monetina tricolore. Anche per questo, quando fu allontanato dalla società, con Juliano direttore generale, la gente delle Curve si ribellò permettendogli di rientrare a furor di popolo. Carmando era un simbolo, una bandiera. Ammainata anche questa, purtroppo.

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Fonte: Corriere dello Sport


Le bandiere nel calcio stanno via via scomparendo, ed anche Salvatore Carmando è andato in pensione. Lui con i piedi aveva giocato solamente nelle giovanili della Salernitana, mentre con quelle mani fatate ha massaggiato i muscoli dei più grandi calciatori del mondo, andando anche tre volte ai Mondiali, due con l'Argentina di Maradona e una con l'Italia. Intervistato dal Corriere dello Sport Carmando ha confermato che il giorno più bello per lui è stato il "10 maggio 1987, il primo scudetto: la città bloccata per una notte, Napoli in copertina eravamo nella storia. Quella squadra se la si va a rileggere era veramente la più forte di tutte. Gente di spessore, Carnevale, Giordano, Careca, Ferrara e poi c'era Lui, lo scriva con la lettera grande...".


Il giorno più triste, scartando il 2 luglio.

"Quando abbiamo capito che non c'era nulla da fare e la società stava per fallire. Poi è arrivato De Laurentiis e ha salvato non solo famiglie ma la passione della città. Ma è stata una estate terribile anche se a suo modo indimenticabile".


Maradona.

"Ci siamo presi subito e non ci siamo più lasciati, perchè ci univa e ci unisce un affetto reciproco senza eguali. Maradona è il vero genio del calcio, non solo con i piedi ma anche con il cuore. Chi non lo conosce non può descriverlo, ma sensibilità unica. La sua uscita di scena a Usa '94 è stato un dolore grandissimo, superato a fatica e dopo molto tempo".


In trentacinque anni, quasi trenta con Ferlaino.

"Il numero uno dei presidenti, il migliore, il più capace, un artista nel suo genere. De Laurentiis ha tutto per eguagliarlo".


Lei è stato maestro di scherzi.

"Non si è salvato nessuno. Uno però va ricordato. Io ho paura dei cani, sento che Calaiò racconta a un compagno: ora vado da dietro e abbaio e con le dita fingo di mordere. Preparo il controscherzo: ci sto, mi butto a terra e fingo di essere sotto choc. Calaiò è diventato bianco".


Ha uno spazio lo utilizzi.

"Devo salutare generazioni di tifosi del Napoli che non hanno mai nascosto di portarmi nel cuore. Mi sono ritrovato persino sugli striscioni, ho avuto una dietro l'altra prove di un amore che mi ha toccato. Ai ragazzi delle curve, a chi è sostenitore del Napoli, il mio grazie".


1 commento:

  1. Una volta alla stazione Termini incontrai tutta la squadra che viaggiava sul mio stesso Eurostar (erano stati spediti a Livorno in treno per punizione!!)
    C'era Carmando fuori dal vagone: un tipo estremamente alla mano, lui, mi sono avvicinata e gli ho detto: "Buongiorno!". Lui mi ha guardato e mi ha detto: "Ah, mi hai riconosciuto?" E io: "Sta scherzando? Lei ha toccato le cosce di Maradona: è un'istituzione!!" Al che lui mi ha sorriso e mi ha detto una cosa del tipo: "Guagliò, ssì proprio una vera tifosa!" E io gli ho risposto: "Di più di più! Se mi taglio mi esce il sangue azzurro!" poi gli ho stretto la mano e mi sono allontanata dicendo: "Forza Napoli!" e lui a me: "Sempre forza Napoli!"
    Mi fa piacere avere un aneddoto su di lui da raccontare, adesso che lo mandano in pensione...

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