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mercoledì 30 settembre 2009

L'addio di Marino su Tuttonapoli.net

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CASTEL VOLTURNO - Nessun tono polemico, solo la voglia di salutare tutti, dai tifosi ai giornalisti presenti. Si è tenuta questo pomeriggio, nella sede del Napoli a Castel Volturno, l'ultima conferenza stampa di Pierpaolo Marino, che ha preso la parola per spiegare i motivi di questo addio, per dire che al di là di tutto, lui resterà sempre un tifoso del Napoli.

"Sono qui per un saluto a tutti. Si conclude il mio mandato contrattuale, esattamente cinque anni dopo il mio arrivo. Nell'Agosto del 2008 c'era stato il rinnovo del mio contratto, a cui ieri ho rinunciato. E' bastata una stretta di mano con De Laurentiis, e non nascondo che c'è stata commozione reciproca. Nei primi anni di questa attività, ho fatto un pò tutto: sono tornato nel 2004 per dare una mano al Napoli nella fase più delicata della sua storia. E in quei giorni mi sono anche un pò spaventato per il tanto lavoro che c'era da fare. Mi sono considerato sempre un "corridore solitario", allora mi dicevo: "Hai voluto la bicicletta, ora pedala". E ho pedalato, tanto. Credo che le tante storie raccolte in questo quinquennio meriteranno prima o poi di essere raccolte in un libro, che voglio scrivere di mia mano: siamo partiti dal Cittadella e siamo arrivati al Benfica in quattro anni, non è roba di poco conto. Tengo a ringraziare il Commendatore Coppola, io alloggiavo qui all'Holiday Inn e la mattina di Napoli-Chieti (che per molto tempo è stata la nostra unica sconfitta casalinga) mi affacciai alla finestra e vidi quattro riflettori. Credevo si trattasse di un campo di calcio, invece mi fu spiegato che appartenevano ad un vecchio galoppatoio. L'idea però mi era venuta in mente, così parlando con i Coppola decidemmo di costruire qui il nostro quartier generale, che è stata la pietra miliare sulla quale abbiamo costruito la risalita dalla Serie C alla Serie A, passando per il campionato di Serie B più difficile e competitivo di tutti i tempi. Ringrazio inoltre i miei collaboratori, Santoro, Carpino e Baldari, ancora ricordo quando la sede del Napoli era in uno spazio all'interno della hall dell'Holiday Inn, una stanza che ora è occupata da una buotique. Ma allora, credetemi, esisteva solo un nome: "Napoli Soccer". Poi non c'era più nulla. Dopo questa ricostruzione quindi lascio il Napoli dopo aver eseguito il mio mandato: qualificazione Uefa in quattro anni (e De Laurentiis me l'aveva chiesta in cinque), e una società con il miglior bilancio di tutta la Serie A. Il futuro azzurro non può che essere roseo, con un Presidente fortissimo economicamente parlando".

De Laurentiis ha espresso molte critiche nel dopo Napoli-Siena. Ce n'è una su cui concorda?

"Preferisco non rispondere. Vado via perchè ora il Napoli deve attuare una seconda fase, nello sviluppo che ha in mente il Presidente. Voglio bene a lui, come al Napoli e ai suoi tifosi (attimo di commozione n.d.r.). Oggi sono sereno, orgoglioso di ciò che ho fatto. Questi cinque anni sono la base su cui costruire i futuri successi"


Non c'è stata nessuna buonuscita?

"No, ho semplicemente rinunciato al contratto in essere"

Negli ultimi mesi era calata la stima di De Laurentiis nei suoi confronti. Nel bilancio con se stesso, dove ha sbagliato Pierpaolo Marino?

"Il mio errore risale alla fine dello scorso campionato. Dopo il crollo verticale del girone di ritorno, in cui vi dico la verità, pensai anche che non saremmo riusciti a fare i punti necessari alla salvezza, volevo lasciare il Napoli. De Laurentiis non ha voluto, e siamo andati avanti. Avevo offerte da altre squadre, tra cui una straniera molto importante. Un altro errore probabilmente è stato quello di aver voluto fare da solo tante cose, mettendo i tappi alle orecchie e non ascoltando i consigli di nessuno, men che meno quelli dell'opinione pubblica"

Rifarebbe alcune scelte di mercato, anche se qualche giocatore non sta rendendo come ci si aspettava?

"Il mercato è stato fatto in maniera collegiale. De Laurentiis è intervenuto in prima persona contattando anche gli altri Presidenti. Quagliarella ci ha portato a migliorare l'attacco, Cigarini era un desiderio di Donadoni, così come Floccari, il quale non ha accettato di venire qui. A questo giovane centrocampista va data solo fiducia, io sono sicuro che il futuro è suo. Campagnaro è un giocatore fortissimo, e ha puntellato la nostra difesa. Nella trattativa abbiamo inserito Mannini, che sarà un valore aggiunto per il prossimo calcio mercato del Napoli, perchè è in comproprietà con la Sampdoria"

Quanta fatica fa a tenersi dentro ciò che prova?

"Non porto rancore, nella vita bisogna camminare, accettare critiche e serenamente operare. Ho solo spirito di gratitudine, De Laurentiis ha detto qualcosa che non pensa solo per accellerare la mia uscita, ma comunque io avevo già preso questa decisione dopo Milano".

C'è qualcosa che vorrebbe cambiare in questi cinque anni passati?

"Tante cose, ma purtroppo o per fortuna non esiste la macchina del tempo"

Perchè ha insistito tanto con il silenzio stampa?

"Sia chiaro che non è una mia scelta di vita. Qui ci sono state alcune fasi veramente complicate, soprattutto nel periodo in cui il Napoli doveva assestarsi in Serie A. Il silenzio stampa è stato propedeutico a ritrovare una certa serenità: Napoli è cambiata molto, oggi c'è un sistema di network che sfrutta la passione dei tifosi per andare avanti. Prima c'era solo la carta stampata, e qualche tv nazionale"

Ci racconta la fatica, la virtù e il limite di questa gestione moncratica, come l'ha chiamata De Laurentiis?

"All'inizio il Presidente non conosceva il meccanismo del calcio. Era spesso fuori per motivi legati alla sua professione, allora pensai di andare avanti da solo, piuttosto che confrontarmi e confondere le idee: è stato un lavoro immane, che l'inserimento di un altro dirigente avrebbe di sicuro alleviato. Pensate solo che all'epoca degli scudetti a Soccavo entravano gli scugnizzi che portavano via i mattoni, oggi credo che questo non sarebbe possibile. Non sono all'altezza dei tempi che cambiano: credo che non ci vogliano dieci persone per dividersi i compiti"

Ha un rimpianto in sede di calciomercato?

"Di Natale. Lui ci spinse alla trattativa, con l'Udinese era tutto fatto, poi il giocatore per motivi personali non ha accettato il trasferimento"

Come è nata la storia della promessa fatta e poi non mantenuta a Lavezzi?

"Io con il Pocho ho un ottimo rapporto. Avevamo rinnovato da sei mesi, quando nello scorso Gennaio i suoi procuratori mi dissero che un club inglese era sulle sue tracce. Al che io risposi che se il ragazzo avesse continuato su quei livelli, e il Napoli fosse arrivato in Europa, ci sarebbe stato l'adeguamento. Con il calo verticale che c'è stato invece, bene ha fatto De Laurentiis a rifiutare di aumentare gli emolumenti, a lui come a tutto il resto della squadra"

Rimarrà legato maggiormente al primo o al secondo ciclo napoletano?

"Nel primo ero un giovane dirigente, eppure posso fregiarmi di aver portato a Napoli calciatori come Romano, De Napoli e Carnevale. Ma quella squadra "era" Maradona. Il secondo ciclo è stato un banco di prova molto più difficile"

Avere un tetto ingaggi e voler detenere i diritti d'immagine dei calciatori vi ha privato di qualcosa?

"Potrei cercare un alibi in questo argomento, non lo faccio. Il tetto ingaggi è una decisione mia: credo che la strategia di spendere qualcosa in più per i cartellini e qualcosa in meno per gli ingaggi sia giusta, non si pregiudica il futuro economico del club. Nel futuro di De Laurentiis c'è l'idea di fare come al cinema: ingaggiare un grande attore intorno al quale costruire la squadra. I diritti d'immagine sono stati un'intuizione del Presidente: credo che in futuro molte squadre li vorranno detenere, ha cominciato già il Real Madrid. Quello che posso dire però, è che con questi diritti bisogna poi fare qualcosa, perchè ora come ora il Napoli non li sfrutta a pieno. Ci vuole invece una grande struttura che sappia farli fruttare in tutto e per tutto"

Mercato: ad Agosto vi siete fermati perchè ritenevate di essere apposto così, oppure era in programma qualche altro intervento a Gennaio?

"Bisogna valutare bene l'organico del Napoli. Siete davvero convinti che sol perchè manca l'esterno sinistro questa squadra debba perdere 4-1 con il Genoa o 3-1 con l'Inter? Questo è un ottimo organico, solo che con il centrocampo a cinque è difficile trovare un interprete adatto a quel ruolo. Avevamo la parola della Juventus per De Ceglie, poi la società bianconera si è tirata indietro. Per Dossena ci sono state complicazioni sull'accordo economico con il giocatore e poi con il Liverpool, che negli ultimi giorni di mercato aveva una carenza d'organico per cui dovette farlo giocare per forza. Io però vi dico che Datolo ha grandi qualità per fare quel ruolo, credo moltissimo in lui"

Secondo Marino adesso De Laurentiis opterà per un cambio anche in panchina?

"Non dovete chiederlo a me. Donadoni è un bravo allenatore, solo lo vorrei vedere più grintoso"

C'è un momento, una partita, dove secondo lei si è rotto il giocattolo Napoli?

"Napoli-Roma. Il gol annullato a Zalayeta dal quarto uomo, il fuorigioco di Mexes non visto. I ragazzi conobbero per la prima volta i fischi del San Paolo, lì qualche meccanismo si è inceppato"

Quanto crede che il calcio italiano e quello napoletano siano disposti ad accogliere il pensiero innovativo di De Laurentiis?

"Questo non lo so"

Aveva pensato ad un altro allenatore in primavera?

"No"

Tra i tanti nomi che si fanno per il suo successore c'è quello di Gerolin.

"E' una bravissima persona che ha lavorato anche con me, ma adesso non sono in grado e non voglio dare consigli a De Laurentiis"

Ora cosa farà Pierpaolo Marino?

"Si riposerà tanto. Ma sarà comunque un riposo attivo"

Un immagine emblematica è Marino che si commuove alla conferenza stampa per l'addio di Reja.

"Edy è diventato un mio grandissimo amico. Il nostro rapporto va molto al di là del lavoro insieme che abbiamo fatto a Napoli, è qualcosa che si è cementato nel tempo. Ha dato tanto a questa squadra e a questa società, ma ha ricevuto anche tantissimo"

Il Napoli ha mai pensato di cambiare modulo?

"In tutte le riunioni fatte con Donadoni, il tecnico ci ha sempre comunicato di voler giocare con il 3-5-2, modulo che a suo dire meglio si adattava alle caratteristiche della rosa a disposizione"

Quanto le mancheranno le dispute con i "sapientoni"?

"Tantissimo. Molti al mio posto avrebbero sbottato, rispondendo magari in maniera volgare. Io ho cercato sempre di buttarla sull'ironico, spero che sia stato apprezzato"

La conferenza finisce così, il tempo di far dire a Marino: "Napoli mi mancherà tantissimo, ma io guarderò sempre le partite degli azzurri". Come un buon tifoso deve fare.

VINCENZO BALZANO
©TUTTONAPOLI.NET - RIPRODUZIONE RISERVATA

martedì 29 settembre 2009

Ere che nascono, ere che finiscono...

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Proprio in questo momento di svolta, certamente il più delicato della storia del nuovo Napoli, sento il bisogno di "riavvolgere il nastro" ...e riproporre il "film" del giorno della nascita ufficiale del nuovo Napoli... L'inizio della storia, l'inizio dell'era De Laurentis, l'inizio dell'era Marino...

Lascio a voi emozioni e commenti...sono passati 5 anni...sembrano un secolo...

lunedì 28 settembre 2009

L'addio di Marino

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Conferenza Stampa di addio, martedì 29 settembre 2009, Castel Volturno.





Dal sito ufficiale del Napoli, lunedì 28 settembre 2009.

Comunicato di Aurelio De Laurentiis e Pierpaolo Marino

Pierpaolo Marino ed Aurelio De Laurentiis si sono incontrati oggi nella sede della Filmauro, in via XXIV maggio a Roma e sono pervenuti alla comune determinazione di non compromettere il positivo lavoro complessivamente svolto insieme negli ultimi cinque anni.

Hanno valutato e ripercorso tutte le difficoltà che si sono dovute affrontare dal giorno della nascita di un Club che esisteva soltanto nelle idee per arrivare ad una realtà di fatti concreti che ha segnato un quinquennio di risultati importanti, percorrendo un cammino costellato anche da momenti di esaltazione. Il tutto reso possibile attraverso grandi sforzi e sacrifici in un contesto assai difficile e complicato.

Aurelio De Laurentiis e Pierpaolo Marino hanno compreso che ad un certo punto del cammino la“mission” era stata felicemente compiuta portando a conclusione la prima parte di un progetto di rinascita. Ora il progetto ha bisogno di una seconda fase “innovativa” anche sul piano delle risorse umane.

Pierpaolo Marino, che ha a cuore Napoli ed il destino del Napoli, e che si è sempre considerato amico, oltre che collaboratore della famiglia De Laurentiis, ha, congiuntamente con il Presidente, deciso di risolvere consensualmente il rapporto professionale fino ad oggi intercorso. Aurelio De Laurentiis conferma nei confronti di Pierpaolo Marino una stima sincera che prescinde dalla collaborazione professionale, cosciente e grato del lavoro, difficile e faticoso, svolto in questi anni di ricostruzione.

De Laurentis "dimette" Marino - Riflessioni...

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Il Mattino di oggi (lunedì, Francesco De Luca, pag.41) rivela l'indiscrezione che Marino abbia sostanzialmente rassegnato le sue dimissioni al Presidente nella serata di mercoledì, con un SMS, mentre il Napoli stava collezionando l'ennesima figuraccia di questo infausto 2009 a San Siro contro l'Inter: "Non c'è più niente da dire, resto in attesa di tue comunicazioni".

Certo si può discutere (anche stavolta) il modo con cui il Presidente ha deciso di mettere fine ad una storia durata 5 anni, rendendone pubblici i motivi...ma le discutibili modalità con cui il Presidente dà il benservito ai suoi collaboratori sono ormai una costante che, nel bene e nel male, fanno parte del personaggio.

Veniamo quindi al merito della vicenda: chi segue questo piccolo blog (e vi ringrazio con tutto il cuore per questo!) può ora rendersi conto di quanto le critiche espresse ieri da Presidente coincidessero con quelle espresse non da oggi in questo mio spazio di commento e discussione.

Questo blog è nato non ieri, ma il 20 aprile di quest'anno, quando la crisi del modello organizzativo (?) Napoli appariva ormai chiara anche a un tipo non troppo "sveglio" come il sottoscritto.

Nel corso dei mesi ho cercato di intuire e spiegare le ragioni di questa crisi e ascoltando in questi giorni le parole del Presidente ho provato un misto di soddisfazione (per essere riuscito a cogliere nel segno i cardini di questa crisi) e rabbia (per il fatto che uno come me, un normale tifoso, che lavora in una multinazionale e che ne capisce un minimo di problemi di organizzazione aziendale) abbia visto bene ciò che si cercava ostinatamente di nascondere.

De Laurentis ha speso fiumi di parole in questi giorni, come potete ascoltare e vedere nella raccolta di video che vi ho messo a disposizione nel post di ieri, ma da esse si possono ricavare alcuni punti chiari e fermi:
  • il Presidente entra nel mondo del calcio, 5 anni fa, con un modello organizzativo-imprenditoriale vincente (quello della Fimauro) e col desiderio di applicare questo modello anche al calcio, consapevole che anche il calcio è ormai un'azienda e come tale va organizzata anche nel calcio;

  • non avendo però sufficiente competenza specifica nella materia calcio, accetta di affidare le chiavi della società (in senso figurato, ma anche materiale, visto che Marino aveva le chiavi di palestre, spogliatoi e uffici) a un uomo che dice di amare il Napoli, che lavora nel calcio da quasi trent'anni e che viene da lontani successi napoletani (in gioventù) e recenti successi udinesi;

  • il Presidente propone subito di cominciare a strutturare una adeguata organizzazione, suggerendo la suddivisione delle funzioni di Direttore Generale (che in un'organigramma aziendale equivale all'Amministratore Delegato che dirige e coordina tutte le articolazioni dell'organizzazione) e di Direttore Sportivo (che sarebbe stato il responsabile della sola area tecnica e che in un'azienda corrisponde al capo delle attività operative);

  • il Presidente ha da subito idee per progetti di espansione internazionale del marchio Napoli molto innovative per il calcio italiano, ma in fondo assolutamente in linea con le idee di sviluppo delle organizzazioni imprenditoriali più moderne e la differenziazione tra le funzioni di DG e DS è uno dei passaggi necessari a mettere in piedi tali progetti;

  • Marino si oppone a questa visione, quasi come se l'organizzazione da cui proviene (l'eccellente Udinese dei Pozzo) non gli avesse insegnato nulla: all'opposizione di Marino, De Laurentis, pur perplesso, decide di dargli fiducia per permettere comunque alla nuova creatura di poter nascere. Certo è facile parlare oggi, ma mi metto nei panni del Presidente 5 anni fa, con una società e una squadra tutte da costruire e un campionato che incombe...anzi: era già iniziato!...Non me la sento di condannarlo per quella scelta...per la situazione di allora, ci poteva stare, come ha chiarito ieri lo stesso Presidente. In certe situazioni, specie in un'azienda agli inizi (e io ho vissuto un'esperienza del genere), bisogna essere pragmatici all'insegna del motto" Il meglio è nemico del bene"...e in quella situazione cercare il meglio e troncare subito con Marino, avrebbe significato per Aurelio non poter costruire una squadra nè cominciare l'attività calcistica.
  • E' chiaro però che, man mano che la squadra sale di livello, le complessità tecniche, amministrative e gestionali aumentano: vi porto ad esempio la realtà professionale del sottoscritto... Il mio ruolo sulla carta è lo stesso da 5 anni a questa parte (scegliere i miei collaboratori, con l'aggravante che per motivi organizzativi interni sono costretto a cambiarli ogni 6 mesi, coordinarne le attività e vigilarne la qualità dell'operato), soltanto che mentre all'inizio coordinavo soltanto due persone, oggi ne coordino quattro, tre delle quali lontane fisicamente dalla mia sede di lavoro (io sono a Napoli, mentre tre dei miei collaboratori sono a Ivrea, Milano e Catania). Nel corso degli anni ho rinunciato sempre meno ad accentrare attività e poteri, decentrando sempre più spesso tutte le attività più strettamente esecutive, che lascio ai miei collaboratori. Ecco il cardine principale della divisione tra Marino e De Laurentis. Il Presidente, esperto di organizzazione aziendale, non aveva bisogno di competenza specifica nel calcio per capire che l'organizzazione di un club con respiro e progetti internazionali, non avrebbe potuto prevedere un'accentramento così spiccato in un'unica persona di una serie di mansioni così ampie. Marino ha lavorato a ritmi infernali per cercare di reggere il ritmo dei progetti da fare e alla lunga ha pagato questa sua presunzione. Tornando al milo esempio lavorativo, quando sono passato a coordinare 4 persone (e non più 2) all'inizio lavoravo ancora come se avessi sempre due: da un lato stavo andando al manicomio, perchè non cambiando i metodi di lavoro, avevo esattamente il doppio del lavoro di prima, per cui ero stressatissimo, nervosissimo e il mio lavoro non era apprezzato dall'azienda...quando ho capito che dovevo rivedere i miei metodi di lavoro e adeguarli alla nuova organizzazione, rinunciando a voler fare tutto esattamente come prima, la mia qualità del lavoro è migliorata e ho soddisfatto appieno la mission che l'azienda mi aveva affidato aumentando il mio campo d'azione. Chi lavora in un'organizzazione aziendale complessa come la mia può capire benissimo, quindi, il malessere del Presidente e l'errore del DG Marino...ecco, Marino si è sentito minacciato dalla proposta del Presidente e non ne ha colto la necessità e l'opportunità.

  • Perchè allora il Presidente non ha deciso di cambiare prima? Perchè, se un po' ho capito che manager è, lui lascia responsabilità alle persone, come avviene anche nella mia azienda: tu, capo azienda, fissa gli obiettivi che io debbo raggiungere e mi lasci autonomia per raggiungerli...per cui, fatto ciò, l'azienda deve aspettare che la sua persona lavori e ottenga l'obiettivo e alla fine del periodo stabilito si tracciano i bilanci. De Laurentis aveva fissato questo limite di verifica dopo 5 anni.

  • Perchè allora non concludere il rapporto questa estate, al termine del primo quinquennio? Perchè a mio avviso il Presidente, proprio perchè da grande fiducia e tante possibilità, ne ha data un'altra a Marino all'inizio di questo mercato. Ricordate la sua conferenza stampa in Austria quando presentò la nuova stagione? De Laurentiis ribadì che stava lavorando per potenziare la struttura societaria del Calcio Napoli...e il 4 agosto scorso scrissi su questo blog: "De Laurentis è ormai attivamente coinvolto nella gestione del Napoli, molto più da vicino di prima. A mio avviso, pur con gli amabili difetti del personaggio, è un elemento positivo, perché responsabilizza tutta la società e nel contempo solleva da molte fatiche (ormai improponibili per il livello raggiunto dalla società) il direttore Marino, che, col potenziamento in atto delle strutture societarie, potrà lavorare finalmente più di qualità e meno di quantità, togliendosi di dosso incombenze organizzative minime diventate ormai imbarazzanti per una società che punta ad una dimensione europea."...e poi il Presidente disse alcune cose in quella conferenza austriaca che mi fecero scrivere: "...nuovo team manager, prossimamente un nuovo responsabile dell'area giovanile e non solo. Anche questo è un segnale positivo e incoraggiante...come ho scritto più volte, certamente banale, ma senza una società con una struttura agile ma ben organizzata, una squadra non può andare molto lontano. Bravo Presidente!". Io capii dove voleva andare il Presidente, mi pare chiaro che anche un manager navigato come Marino avrebbe dovuto capirlo e non vivere l'ingresso di nuove figure manageriali in società come una "squalifica" ai suoi meriti...e qui emerge quello che anche il Presidente ha fatto intendere ieri, cioè il ritratto di una persona con troppo orgoglio che mira a controllare tutto in modo talmente maniacale da rendere "monocratica" la gestione di questa società.

  • La crisi tecnica dello scorso anno, come ho scritto più volte dalla scorsa primavera, era figlia di una crisi organizzativa, di un modello troppo "accentrato" su un'unica persona, troppo clamorosa per poter essere limitata alle responsabilità di alcuni giocatori o del tecnico. L'esempio delle docce di Castel Volturno è significativo di ciò che il Presidente lamenta verso il suo ormai ex DG: lui vuole costruire una struttura snella, articolata quanto basta e funzionale che "replichi" l'efficienza organizzativa della Filmauro, mentre l'ex DG, accentrando tutto, crea i presupposti affinchè siano gli uomini della Filmauro, dai manager agli operai specializzati, a dover coprire i "buchi" organizzativi del calcio Napoli. Il Presidente, e io gli dò ragione, vuole che il Napoli possa essere "la Filmauro del calcio", con un suo modello organizzativo che, da un lato, non intralci l'operatività quotidiana della Filmauro e dall'altro sia in grado di avere la stessa efficacia ed efficienza e quindi di poter riprodurre, nel calcio, il successodi risultati già evidente nel cinema. Non è un discorso presuntuoso o campato in aria: con meno risorse economiche del Napoli, realtà come Chievo o Atalanta (per non parlare di Udinese, Genoa e Fiorentina) riescono a competere in un campionato come quello attuale e in un sistema che, molto più di vent'anni fa, penalizza le piccole realtà che hanno poco appeal commerciale e televisivo...eppure sono lì, da anni, e ogni anno costruiscono squadre nel loro "piccolo" vincenti, affinando di anno in anno i loro metodi di lavoro con una precisa e funzionale organizzazione societaria...Il Presidente vuole semplicemente questo e, a mio avviso, ha tentato fino alla fine di farlo capire a Marino, esponente di una cultura che qualcuno ha definito spietatamente (e io tra questi) "provinciale", nel senso di "ristretta", senza offesa per la provincia italiana che, spesso, mostra capacità imprenditoriali a livello globale.

  • Tutto il resto che di negativo è venuto al pettine in quest'ultimo anno è stato il frutto di queste due visioni sempre più inconciliabili tra loro.
Io credo che il Presidente abbia ragione: ho rimproverato più volte la mancanza di umiltà di Marino nell'ammettere i suoi errori...ho maturato, rispetto a Marino, un'opinione che, alla luce degli eventi, ha avuto la stessa maturazione che ha avuto quella del Presidente: anch'io ho scritto, fino a qualche settimana fa, che non volevo che Marino andasse via, ma che capisse i suoi errori, che a molti come me apparivano evidenti, e che non facesse scadere la sua coerenza di azione in ottusaggine...poi, nelle ultime settimane, rivedendo situazioni già viste, ho capito che non c'era speranza che Marino capisse e rivedesse il suo modo di governare la società e ho invocato che il Presidente prendesse atto che non c'erano più margini per continuare a governare la società in questo modo.

Sono sinceramente addolorato per questo divorzio: racconto un mio piccolo episodio personale legato a Marino. Viaggio spesso per lavoro per la mia azienda tra Napoli e Milano e, a fine luglio del 2008, volai su un Milano-Napoli con Marino seduto in aereo nella fila dietro la mia... A me non piace "disturbare" i "VIP"...sono molto rispettoso della privacy di tutti e non mi piaceva l'idea di disturbare il DG nel suo viaggio che, come il mio, giungeva comunque al termine di una giornata di lavoro...e Marino mi disse infatti che era reduce da una riunione di Lega durata tutta la giornata e nella quale si era discusso tanto senza decidere nulla... ci scambiammo solo un po' di sorrisi e qualche parola, rigorosamente non di calcio, durante il volo. Terminato il viaggio e scesi entrambi dall'aereo, lui, con molta signorilità, mi saluto e mi strinse la mano e io gli dissi: "Direttore, non le dico nulla... Io ho totale fiducia in lei e in quello che farà!". Avevamo da poco acquistato Maggio, da tutti considerato un gran colpo...e venivamo da uno splendido campionato di esordio in serie A...che gli avreste detto voi al mio posto?

Lui sorrise grato della mia frase...ma quello divenne presto anche il mercato dei Denis, dei Rinaudo e degli Aronica... E' come se da quel giorno il destino mi avesse voluto far rimangiare quella frase! Ma quella frase rappresenta tutto il credito di cui ancora godeva il DG.

Tante cose allora non mi erano così chiare, sembrava tutto funzionare a meraviglia...ecco perchè dissi quella frase ed ecco perchè sono così addolorato oggi...

E sono arrabbiato perchè, da fuori, senza patentini o tessere manageriali, ma con l'esperienza pluriennale di chi lavora in una multinazionale della comunicazione, con la passione di un tifoso che cerca di capirne qualcosa del suo gioco preferito e con le orecchie tese ad ascoltare e osservare, direttamente o tramite le dichiarazioni degli addetti ai lavori più vicini alla società, tutto quello che si poteva vedere, giorno per giorno, dall'inizio di quest'anno e poi con l'aiuto di questo blog, ho capito cha la crisi non era tecnica ma organizzativa e ho cercato di capirne le ragioni e descriverle.

E mi sorprende di come le parole del Presidente nell'analizzare questa crisi siano state così simili a quelle da me scritte in questi mesi...sono così intelligente? Sono un genio? Non lo so... Ma mi chiedo: perchè Marino non ha capito la portata del progetto del Presidente? Perchè questa continua "sindrome da accerchiamento" contro tutto e tutti?

Mi sembra chiaro che qualcosa andasse fatto: il fallimento stretegico di questa gestione societaria si può osservare in tutta la sua crudezza guardando gli spalti del San Paolo di ieri...sembrava non la terza di campionato in casa, ma l'ultima giornata di un campionato ormai morto e sepolto...a settembre??? Ma quando mai??? Ma nemmeno negli anni più bui del pre-fallimento gli spalti ad inizio campionato erano così vuoti e privi di energia positiva come quelli della partita col Siena.

Certo è vero che tanto è stato fatto in questi cinque anni: non tutto è nero, non lo penso... Ci sono valori societari (ad esempio il settore marketing che sta facendo passi da gigante) e tecnici (giovani talentuosi nelle giovanili, giocatori come Hamsik e Lavezzi in prima squadra) che sembravano un sogno 5 anni fa.

La colpa di Marino è di non essere stato capace di essere meno "accentratore" e più "agevolatore dell'organizzazione", lavorare quantitativamente meno e qualitativamente meglio.

Due brevi riflessioni conclusive:
  1. Donadoni, pur essendo una scelta del Presidente e pur essendo avversata da Marino, non deve sentirsi al sicuro: la sua posizione è comunque in bilico, visto che appare chiaro che il Presidente ha fissato il 6 ottobre come "milestone" (scadenza chiave) per disegnare il Napoli del futuro...e ho l'impressione che lo stesso Presidente non creda più che il mister possa gestire al meglio un patrimonio tecnico ancorchè incompleto come questo...ho l'impressione che veda una rigidità nel mister che vada oltre la necessaria severità e autorità con cui a suo avviso il gruppo andrebbe condotto (vedi caso Datolo prima di Inter-Napoli con una tribuna affibiata all'argentina a seguito di uno screzio col mister);
  2. il Presidente, oltre che nei modi, forse non è steto tempestivo nei tempi: è difficile ricostruire un tessuto societario (DS +DG) in questo periodo dell'anno... il momento ideale per queste rivoluzioni, come ricordava anche Corbo questa mattina, è senz'altro la primavera, quando cioè si cominciano a progettare organici tecnici e societari per la stagione seguente. Cos'ha in mente Aurelio? Ha già un nome per la poltrona di Direttore Generale? E chi gestirà il mercato di gennaio? E chi verrà, che contratto avrà? Fino a fine stagione o pluriennale?
Il Presidente si sta assumendo dei rischi molto grandi, che però appaiono ancora maggiori per il momento della stagione in cui ha deciso di prenderseli...

Spero tanto, ma tanto, ma tanto che vada tutto bene! Io ho capito cosa vuole il Presidente e sono con lui, nonostante gli errori che lui (e lo sa...) a contribuito a far commettere ai suoi collaboratori (Marino e gli allenatori di oggi e di ieri).

Una sola preghiera, Presidente! In questo suo processo di rinnovamento, che io auspicavo e che quindi non posso che accettare, abbia più rispetto e attenzione per noi tifosi: liberi questo ambiente dalle paranoie dell'ex DG, dalle "sindromi da accerchiamento", dalle voci dei delatori che, per farsi belli ai suoi occhi, fanno la lista dei buoni e dei cattivi.

Abbia rispetto maggiore per la stampa, specie quella locale, che è l'unica che veramente ha a cuore, emotivamente e non solo per interessi economici, le sorti di questa società e di questa squadra... spinga i ragazzi a confrontarsi con l'ambiente, come domenica ha fatto Lavezzi... Guardi quelle interviste a Lavezzi... guardi quella timidezza, quella fragilità... anche così si costruisce la personalità...e poi faccia accompagnare questi ragazzi da un vero team manager, una persona che abbia una storia professionale e capacità umane tali da incutere rispetto nella società da parte di questi ragazzi, che li aiuti a capire che significa giocare A Napoli e PER il Napoli...

...anche Lei ha commesso degli errori, caro Presidente...glielo dico con affetto e non con astio... sia capace di capirli...anche se certamente la sua conoscenza del mondo del calcio è maggiore di prima, non perda mai il desiderio di ascoltare e di osservare in profondità, senza preconcetti, paranoie e manie di persecuzione, come cerco di fare io nel mio piccolo...la sua esperienza farà il resto...

Il Napoli ha bisogno dei suoi tifosi e del loro affetto...non voglio vedere spettacoli tristi come gli spalti semivuoti di Napoli-Siena.

Grazie di tutto Pierpaolo! Anche se ti ho criticato ferocemente, voglio renderti l'onore delle armi e so che avrai comunque un posto importantissimo nella storia del Napoli!

Presidente, mi raccomando!

Forza Napoli!

domenica 27 settembre 2009

De Laurentis "dimette" Marino: "Lasciatemi resettare".

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Conclusione dell'intervista di Sky Calcio Show al Presidente nel dopo-partita di Napoli-Siena, in riferimento al "licenziamento" di Marino: "Lasciatemi resettare!".

















Tra oggi e domani i miei commenti sulla vicenda...intanto aspetto i vostri...e vi lascio la "chicca" del comunicato ufficiale sul sito del Calcio Napoli, pubblicato domenica sera dopo la partita.

De Laurentiis: Ringrazio Marino, le nostre strade si dividono

"Ringrazio Marino per il grande lavoro e i sacrifici che ha fatto per questa Società, con lui ho condiviso 5 anni della mia vita". Sono parole di gratitudine e di congedo. Il Presidente De Laurentiis saluta il Direttore Generale e annuncia il cambiamento ai vertici societari.

"Pierpaolo Marino ha lavorato con grande dedizione in questi anni ed è un professionista serio che avrà un prosieguo di carriera brillante. Come capita nella vita e nel cinema i matrimoni ad un certo punto finiscono. Ringrazio Marino per ciò che ha fatto per me e per i sacrifici che ha affrontato per la Società. Dopo 5 anni le nostre strade si dividono".

Sul match col Siena il Presidente ha aggiunto: "Sono venuto in Italia dall'America principalmente per stare vicino ai ragazzi. Oggi si sono visti i veri valori di questa squadra. C'è da lavorare e proseguire nell'opera di crescita. Ci sono situazioni da verificare ma opererò sempre ed unicamente per il bene del Napoli".


Serie A 09/10 - 6ª - Napoli-Siena 2-1

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)


Non facile commentare una partita così (scialba) in una giornata a suo modo "EPOCALE" come quella che segna la fine dell'era Marino.

Nulla di nuovo o quasi sotto il sole di fine estate: un primo tempo in cui il Siena ha letteralmente paralizzato e irretito gli azzurri.

Difesa: meglio De Santis nelle uscite alte, benino Contini, niente di trascendentale Aronica, male Cannavaro e Rinaudo che hanno permesso all'ottimo Maccarone di realizzare un gol che avevo previsto non appena Rinaudo ha consentito all'attaccante senese di prendere il passo giusto palla al piede...quella è la classica azione di Maccarone che anche i difensori della primavera conoscono...in genere dico sempre che le fortune delle difese stanno nel centrocampo, ma in quel frangente sono i difensori a dover far valere le loro doti e in quel frangente Rinaudo ha perso miseramente il passo con Maccarone mentre Cannavaro, invece di andare in aiuto, rinculava verso De Santis allargando lo specchio della porta all'attaccante avversario.

Centrocampo: ancora impalpabile Cigarini (però il ragazzo ha piede buono e il suo talento dovrebbe essere meglio tutelato, ma questo ambiente non lo aiuta), Gargano disputa un grintoso secondo tempo in cui prende in mano la squadra. Hamsik si vede solo in fase realizzativa sacrificato in copertura nel primo tempo per agevolare le avanzate di Datolo sulla sinistra. Bene Datolo, che ci mette l'anima da un punto di vista atletico, tra i migliori nel grigiore generale.

Attacco: Lavezzi si impegna molto ma ancora non trova l'intesa con Quagliarella (a sua volta sempre "annegato" nella difesa avversaria)...tanto è che all'ennesimo appoggio fallito nel secondo tempo verso Fabio, il Pocho si accascia a terra disperato e Fabio lo va a consolare rialzandolo di peso...e a proposito di peso, sembra davvero mancare un po' di peso lì in avanti, per non parlare della solita mancanza di idee nel gioco e nel fraseggio.

Con queste premesse, dunque, anche il destino del tecnico appare segnato: l'insistenza del Presidente sulla data fatidica del 6 ottobre, giorno della sua prossima partenza per gli Stati Uniti, fa ritenere che i conti non siano solo da regolare nell'area manageriale, ma anche nell'area tecnica.

Certo la squadra è stata costruita male, ma mi piacerebbe vedere questa squadra in mano ad un vero "addestratore": sembrava che potesse esserlo Donadoni, come scrissi commentando gli allenamenti nella fase del ritiro estivo di Lindabrun, ma dopo un inizio incoraggiante, anche la gestione Donadoni sembra essersi avvitata in una irritante involuzione tattica.

Riuscirà il Napoli a farsi valere a Roma? E, soprattutto, basterà a salvare la pelle dell'ex CT della nazionale?

sabato 26 settembre 2009

L'ultimatum di De Laurentis

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Vi propongo un pezzo tratto da Repubblica Napoli a firma di Marco Azzi che a mio avviso dipinge bene il momento delicato di squadra e società.

Ringrazio l'ottimo sito calcionapolinews.it per aver ripreso e riproposto l'articolo.
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Processo nello spogliatoio: "Napoli da buttare"

25 Settembre 2009 - Raccontano di una furia: l´Aurelio De Laurentiis più agitato in cinque anni di presidenza azzurra. L´hanno visto piombare nello spogliatoio di San Siro alla fine del primo tempo, mercoledì sera, mentre il Napoli era sotto choc per la lezione dall´Inter. Tre gol al passivo in metà gara e una sconfitta da incartare e portare a casa, senza neppure attendere il 90´. Il peggio, tuttavia, doveva ancora arrivare. «Siete tutti da buttare via, spiegatemi che squadra è mai questa», ha perduto la pazienza il produttore cinematografico, in collera specialmente con il direttore generale Marino, Donadoni e lo stupefatto portiere De Sanctis. Frasi irripetibili, dopo lo sfogo iniziale. E nessuna risposta. Non era certo il momento giusto, del resto, per analizzare i gravissimi errori della campagna acquisti e quelli appena commessi in campo, nella impari sfida a Eto´o & C. La bufera s´è placata solo con il ritorno in tribuna del patron, che ha bevuto fino in fondo il calice della disfatta, prima di andar via.

Lo attendevano a cena nel ritiro della squadra, dopo la partita. De Laurentiis si è invece tenuto alla larga dal Napoli, preferendo la tranquillità di un ristorante milanese. Contatti interrotti fino a mezzanotte, quando il presidente ha consultato telefonicamente Donadoni per uno scambio di idee. Toni più distesi, questa volta. Ma la notte non ha riportato la calma. Solo sfiorato l´incontro coi giocatori, ieri mattina all´aeroporto di Linate. Il produttore, alle 9 in punto, ha preso il volo per Fiumicino. Mezzora dopo è toccato agli azzurri, destinazione Capodichino. Sguardi bassi e consegna assoluta del silenzio. Tra i più provati il portiere De Sanctis, finito suo malgrado nell´occhio del ciclone, responsabile del disastro di San Siro non più degli altri. Impresa disperata, salvare qualcuno.


Donadoni ci ha messo la faccia. «Mi dispiace per i ragazzi, ce la stanno mettendo tutta e non meritano questi risultati». Più severi i toni usati in privato, a cena dopo la sconfitta contro l´Inter e ieri mattina alla ripresa degli allenamenti a Castelvolturno. Il tecnico è stufo di vedere sempre gli stessi errori e pretende una reazione immediata con il Siena dopodomani. Ma ha la coscienza a posto. «Dieci ore al giorno di lavoro: più di così non posso proprio fare».

L´impegno, però, potrebbe non bastare a De Laurentiis. Né da parte di Donadoni, né da parte del dg Marino: pure lui sul banco degli imputati nella serataccia di Milano. Il presidente non aveva ancora visto la squadra in campionato ed è rimasto molto deluso dalla prestazione dei nuovi acquisti: De Sanctis e Zuniga. «Ma chi m´hai comprato...», l´hanno sentito urlare negli spogliatoi, rivolto all´operatore del mercato. Nel Napoli non ci sono più intoccabili. Donadoni e Marino sono entrambi a rischio. Saranno decisive le prossime due gare: contro il Siena (domani al San Paolo, serio infortunio al menisco per Santacroce) e sette giorni dopo all´Olimpico contro la Roma. De Laurentiis pretende risultati: almeno 4 punti. Il presidente si è dato soltanto altre due settimane. Il 6 o 7 ottobre, infatti, dovrà tornarsene a Los Angeles per altri impegni cinematografici. E prima vuole risolvere la crisi.

C´è in gioco un campionato e forse l´intero progetto Napoli, in parabola discendente. Donadoni ha le sue responsabilità: troppo turn over (Cigarini in panchina e Datolo in tribuna, con l´Inter) e poca elasticità nella scelta del modulo tattico. L´allenatore, però, deve pure far i conti con una squadra costruita male sul mercato, nonostante i 52 milioni spesi. Servivano giocatori di personalità, invece tutti i nuovi acquisti provengono da piccole società e non sono meno inesperti dei loro giovani compagni. La strategia del duo De Laurentiis-Marino, però, esclude l´arrivo di campioni già fatti e con stipendi troppo alti. E senza leader è difficile crescere.

Marco Azzi - La Repubblica
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Giusto per non essere troppo monotoni e ripetitivi, evidenzierei proprio la conclusione dell'articolo che secondo me sintetizza mirabilmente le radici dei mali di questo Napoli: "...una squadra costruita male sul mercato, nonostante i 52 milioni spesi. Servivano giocatori di personalità, invece tutti i nuovi acquisti provengono da piccole società e non sono meno inesperti dei loro giovani compagni. La strategia del duo De Laurentiis-Marino, però, esclude l´arrivo di campioni già fatti e con stipendi troppo alti. E senza leader è difficile crescere. "

Quanto tempo dovrà passare prima che il Presidente capisca questa semplice verità?

mercoledì 23 settembre 2009

Serie A 09/10 - 5ª - Inter-Napoli 3-1

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)
I commenti nel post qui sotto...

Basta! Basta!! Basta!!!

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Non mi si venga a dire che certe cose è facile dirle dopo, perchè molte delle cose che scriverò in questo post le ho scritte nelle scorse settimane e negli scorsi mesi.

Continuo a rimanere allibito! Non mi faccio capace che tecnici e dirigenti con patentini e tessere dirigenziali possano progettare,costruire e schierare in campo lo scempio che stiamo vedendo non oggi, non in questo campionato, ma da mesi!

La sintesi di questo disastro che si sta concretizzando sotto i nostri occhi è la "decisiva" sostituzione di Bogliacino con Pazienza a 5 minuti dalla fine! Un tecnico in totale confusione, come in totale confusione appare l'area dirigenziale che ha costruito un progetto che, scrivevo già in estate, presentava molte lacune...ed eccone alcune, che spiegano molto di questa sera e di questo campionato:
  • l'assurdità di marcare a zona sui calci piazzati: primo calcio d'angolo, primo gol...liberi tutti in area azzurra!!!
  • marcando a zona sui calci piazzati, dovresti avere un portiere che esce coprendo almeno la sua area piccola e sfasciando via compagni e avversari: alla prima amichevole che ho visto ad agosto (Espanol) scrissi che De Santis non esce...buono tra i pali, un vero disastro perchè non esce mai, mai, mai...
E i primi due punti sono la causa del primo e del terzo gol interista!
  • Donadoni ancora non ha capito che con questo modulo e questi giocatori, non si crea gioco sulle fasce, si copre male la difesa e l'attacante centrale (l'anno scorso Denis e Zalayeta, quest'anno Quagliarella) "muore" soffocato nella difesa avversaria.

  • Centrocampo inesistente: le partite si vincono e si perdono a centrocampo e il centrocampo è il termometro dello stato di salute di una squadra. Questo centrocampo è molle, senza nerbo, senza personalità, senza tecnica, senza agonismo e questa squadra (salvo rarissime eccezioni: Lavezzi, Cannavaro e Maggio) è lo specchio deprimente di questo scempio che è il centrocampo del Napoli.
  • Zuniga fuori ruolo: non prendiamocela col colombiano, che da anni è uno dei migliori esterni destri e che questo famigerato tecnico bergamasco si ostina a mortificare sull'altra fascia. Basta! Poi diciamo che Mannini è rinato...ma il problema è questo! E' come gestiamo certi giocatori qui!

  • Perdi 2 a 0 dopo 5 minuti? Ma perchè non cambi nulla?? Il primo cambio significativo di uomini e di modulo è avvenuta a metà ripresa (!!!) con l'ingresso del povero Denis, un altro martire di questo vergognoso "progetto" che sta naufragando nel fallimento più totale.
Che altro dire? Sono stanco di ripetermi! E guai a chi mi dice "iettatore", io che nell'89-90, quando fummo sorpassati dal Milan nelle ultime giornate in seguito ad una sconfitta immeritata a Genova con la Samp dopo aver giocato una bellissima partita, dissi convinto che, se il Napoli avesse continuato a giocare così, avremmo vinto lo scudetto e così fu!

Qui non si tratta di essere ottimisti o "iettatori", ma solo di osservare le cose in profondità e con attenzione...e con un minimo di competenza, se permettete!

Il calcio ha poche regole semplici: tecnicamente una squadra è forte se ha una buona "spina dorsale" e un tecnico versatile e grintoso.

Il Napoli di quest'anno ha un portiere nullo nelle uscite, con un pacchetto difensivo che difetta di centimetri, non ha un centrale di grande livello (e avrebbe potuto averlo con Fabio Cannavaro), non ha un mediano di peso e personalità, non ha un attaccante tipo-Milito (che l'anno scorso un dirigente meno "illuminato" di Marino avrebbe potuto portare qui con un minimo sforzo in più) o Cruz.

Il tecnico dimostra poca grinta e poca prontezza nel cambiare le carte a partita in corso.

Mi ha colpito molto una frase del grande Moreno Ferrario a Tutti in Campo, su Canale 9, prima di Inter-Napoli: ascoltando Rino Cesarano che racconta dell'isolamento che la squadra e il tecnico stanno vivendo rispetto all'ambiente di Napoli, Moreno ha commentato:"Adesso mi spiego il perchè di certe situazioni!".

Ecco un altro punto su cui spesso ci siamo soffermati: l'isolamento non giova ai giocatori! Questi giovani non crescono, non si forgiano nel confronto con la stampa e con l'ambiente e trovo scandaloso e pietoso Donadoni nell'invocare la "benevolenza" dei giornalisti napoletani e nel chiedere loro di "evitare pressioni"...

Ma stiamo scherzando? Ma secondo lui a Roma, a Milano, a Torino ci sono gli agnellini??? Io non ho parole, sono allibito!

Siamo ai limiti della zona retrocessione e per me, purtroppo, non è una sorpresa: io spero che De Laurentis trovi una soluzione al più presto o che la squadra trovi dentro di sè la forza di risorgere...se continuiamo così rischiamo di trovarci davvero in pessime acque. La cosa che più mi preoccupa è che ognuno gioca (male) per sè, senza nessuna vera idea di gioco di squadra.

Vi lascio con un dato statistico: lo scorso anno, dopo la quinta giornata, il Napoli aveva subito 3 gol ed era secondo in classifica... Stasera, dopo la quinta, i gol subiti sono 10 e siamo diciassettesimi.

Stiamo volando...peccato che l'Europa sia nella direzione opposta!

martedì 22 settembre 2009

Attrezziamoci con ottimismo per Inter - Napoli!

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Domanda di Marte Sport Live ai radioascoltatori: "Il Napoli come dovrebbe affrontare l'Inter?".
Risposta che ho inviato io, letta in trasmissione dal buon Massimo D'Alessandro: "Col giubbotto anti-proiettile!"

Hamsik e il 3-5-2...

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Riporto qui una domanda, giustissima, posta domenica durante Campania Sport su Canale 21: ma se il Machester United o il Barcellona o l'Inter acquistassero Hamsik, che farebbero 'ste squadre? Giocherebbero anche loro col 3-5-2??

Nell'assurdità dell'ipotesi di cambio modulo risiede anche l'assurdità (e l'ottusità) di mantenere un modulo in cui, per far segnare una decina di gol allo slovacco, si distrugge qualunque tipo di gioco sulla fascia (poi dici perchè Mannini nella Samp di Cassano segna come Pelè), con Lavezzi che prende palla a centrocampo e tenta la solita triangolazione centrale sul lato sinistro dell'area di rigore, andando a sbattere, lui e Quagliarella, regolarmente contro i centrali difensivi avversari.

Te lo vedi il Manchester che cambia modulo per Hamsik? Ma andiamoooo!!!

lunedì 21 settembre 2009

ANSIA E PRESSIONE...PESSIMISMO E FASTIDIO!

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Una delle mie trasmissioni televisive preferite dedicate al Napoli, forse quella che preferisco di più è Campania Sport in onda (questo è il 20esimo anno!) tutte le domeniche dalle 20 su Canale 21, con edizioni speciali quando il Napoli gioca in anticipo o posticipo, la sera della partita in coda al VG21 delle 23.

Mi piace tantissimo il garbo, la passione, la competenza, la colta ironia dei suoi protagonisti, dall'ideatore Umberto Chiariello, al suo "compagno di merende" Peppe Iannicelli, agli ormai ospiti fissi Fabbroni e Improta, al quasi sempre presente da Salerno Tommaso D'Angelo, più altri ospiti che di volta in volta arricchiscono il dibattito domenicale.

I momenti che ho apprezzato di più nell'ultima puntata sono stati quelli dedicati ad un "grottesco" passaggio di un'intervista post-partita in cui Donadoni, che forse non ha ancora capito cosa significa lavorare qui, ha "implorato" ai giornalisti di non mettere troppa ansia su di lui e sulla squadra.

L'intenzione è lodevole e comprensibile, ma la richiesta, così esplicita, è preoccupante e direi senza dignità e coraggio...ma come??? Fino a un minuto prima diceva che si sente un leone e poi fa l'agnellino che chiede di non essere sbranato?

Il salotto di Campania Sport, in primis Iannicelli ha riso di gusto a questo intervento "comico", ma oserei dire tragico del tecnico... Ma come? Con tutti i milioni che guadagnate, venite pure a chiedere di lavorare tranquilli?? Ma come vi permettete??

Iannicelli (e io sono con lui!) ha ribadito a chiare lettere che sarà un incubo per il tecnico bergamasco, gli mettere tanta ansia, ma tanta...perchè è nella natura delle cose ...e dei rispettivi ruoli!

Ma poi, alla fine, di che si lamenta Donadoni??

Il primo che sta mettendo ansia sempre crescente Donadoni ce l'ha in casa...o quasi, visto che mentre vi scrivo è ancora negli Stati Uniti...e parlo del suo datore di lavoro, il Presidente!

...che ancora oggi ha ribadito, al Mattino, che:
  1. Napoli-Udinese l'ha registrata e l'ha vista tre volte...dico tre, eh??? (Che ssstomaco, presidente, complimenti! Spero che almeno abbia capito qualcosa, visto che noi sembriamo tutti cretini qua);
  2. Sta riflettendo. Sta studiando. Sta seguendo con attenzione i comportamenti di tutti in campo e fuori;
  3. e poi dice: "Ho fatto investimenti importanti per raggiungere risultati importanti e li difenderò. Se sarà il caso anche con interventi forti".

Chi è allora che mette ansia e pressione, caro Donadoni? Iannicelli, io o quello che le sta pagando lo stipendio?

E allora si metta in testa, caro Donadoni, che, a diverso titolo, Iannicelli, io e tutti i tifosi del Napoli, oltre al Presidente, abbiamo tutto il diritto di mettere addosso a lei e alla squadra ansia e pressione, se vogliamo...

Lei e i giocatori siete profumatamente pagati non per dire stupidaggini, volendo usare una parola cara a Iannicelli, sesquipedali come quelle che ha sciorinato nelle interviste dell'ultima settimana, ma di lavorare e di accorgersi in tempo degli errori che fa, tipo Datolo terzino a marcare Sanchez...

...per la serie: "Ma chi le ha dato il patentino?"

E allora che sia ansia e pressione! Siamo stanchi...e sia chiaro che non ce l'abbiamo solo con lei ma anche con l'ennesima cervellotica, enigmatica, campagna acquisti di Marino che ha ulteriormente squinternato un già non eccelso telaio di squadra.

Ansia e pressione anche su Marino! Io se fossi stato il tecnico, dopo la vergognosa ultima settimana di mercato mi sarei dimesso, perchè non è possibile dover schierare mezze calzette dopo aver speso 50 milioni di euro.

Tutta la spina dorsale della squadra (portiere, centrale difensivo, mediano di peso, attaccante da 20 gol) andava rifondata e innervata di "cazzimma" ed esperienza: De Santis lo abbiamo preso (...e va bene...), Cannavaro (Fabio) non andava bene perchè troppo vecchio (e non ci voleva un genio a indovinare cosa sta facendo di buono nella Juve...e da noi sarebbe venuto a piedi), non siamo riusciti a prendere Ledesma e nemmeno un...Dzemaili, avremmo potuto prendere Cruz che stranamente (sono ironico...) sta facendo sfracelli nella Lazio.

Poi si dice che la squadra pecca di personalità e di esperienza...ma se noi facciamo di tutto per prendere docili e giovani agnellini, non possiamo lamentarci se poi in campo ogni settimana è sempre Pasqua...e si sa che fine fanno gli agnellini a Pasqua...

E' una vera indecenza, caro Marino! Spero che il Presidente si accorga presto che ci sono manager ben più in gamba di lei in giro...nomi ne ho già fatti in un mio post dei giorni scorsi...

Basta con Marino, caro Presidente! Le ha dato tante occasioni per sbagliare e altrettante per riscattarsi, ma credo che il suo tempo qui a Napoli sia davvero finito!

Ringraziamolo per quello che ha fatto, ma, dopo gli ennesimi scempi di mercato, è tempo di cambiare... Ho già scritto che la coerenza, portata all'estremo, diventa ottusità! E l'ottusità non porta da nessuna parte... e noi stiamo andando da quella "nessuna parte" che io temevo già alla fine dello scorso campionato...e quello che scrissi si sta purtroppo avverando...

...e questo non perchè io sia uno "iettatore"...non pensi questo, sennò mi scade nella stima che nutro in lei, caro Presidente!

Se ho previsto quello che si sta avverando è solo perchè seguo il calcio, pur senza tessere o patentini, da oltre 30 anni, ne ho viste tante e qualcosa del passato ricordo bene in mente... se non sa a cosa mi riferisco, caro Presidente, chiami Gigi Simoni, esonerato nel 96-97, e si faccia raccontare come quel Napoli si disgregò dal secondo posto in giù...e poi chiami i "fantastici quattro" allenatori che si avvicendarono l'anno dopo trascinandoci in serie B, con 14 punti 14, continuando lo scempio cominciato nel campionato precedente.

E noi ancora a cincischiare, a dire che " a tratti giochiamo bene"... "a tratti facciamo cose buone"... a tratti...a tratti... tutto a tratti! Anch'io " a tratti" suono bene la chitarra e riesco a mettere due accordi in fila, ma non mi esibisco in concerto perchè so che, se vuoi avere applausi ed essere un apprezzato musicista, non devi suonare bene " a tratti" ma sempre!

Basta con le chiacchiere, Presidente! Siamo stufi dei venditori di fumo! Vogliamo gente che sa lavorare sul mercato, che sa mettere una squadra in campo (vedi Del Neri), che sa sacrificarsi in campo, e che sa metterla dentro, ogni tanto!

Basta con le chiacchiere, Presidente! Lei metta ansia a tutti lì dentro...e noi metteremo ansia a lei e a tutti! Tanta ansia, perchè il tempo della pazienza, se l'andazzo è sempre questo, è finito!

E se il concetto non fosse chiaro, regalo a lei e al tecnico, un po' di simpatici aggeggi adatti alla situazione! Li metta nella nostra ancora spoglia bacheca societaria dei trofei!

Novità nel blog...

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Cercando di fare di questo blog una sorta di "stazione di servizio" relativa al mondo del nostro amato Napoli, lo scorso week end mi sono divertito a corredarlo di una serie di piccole, ma spero gradite, novità:
  • innanzitutto due sondaggi con cui potete, con un semplice click, esprimere il vostro pronostico sulla stagione del Napoli e il vostro parere sull'attuale assetto tecnico-societario. Ovviamente se volete aggiungere un vostro commento, utilizzate l'apposita funzione "Commenti" che trovate alla fine di ogni mio post e, per firmarlo, utilizzate l'opzione Nome/URL;

  • nella parte alta del blog, ho inserito un pratico motore di ricerca in cui, scrivendo una parola chiave, potete visualizzare i link di tutti i post che ho scritto contenenti la parola da voi inserita. Oltre ai risultati del blog, il motore di ricerca restituisce anche risultati relativi a siti correlati al Napoli o a tutto il web. In pratica potete usare questo strumento anche come semplice motore di ricerca, come se vi trovaste nella Home Page di Google;

  • nella parte destra, in alto, una serie di link utili con cui potete accedere ad alcuni dei siti che parlano del Napoli, ai siti di Radio e TV nei cui palinsesti ci sono trasmissioni dedicate al Napoli, nonchè alle principali testate giornalistiche, sportive e non;

  • sempre nella parte destra, in basso, oltre ai collegamenti ai video caricati su You Tube delle partite storiche del Napoli, trovate sia uno spazio video sempre in ambiente You Tube dove potete navigare tra i video dedicati a Napoli e al Napoli e inoltre uno spazio dove potete, se volete, cercare qualunque tipo di video in You Tube, anche non correlati all'argomento Napoli, come se vi trovaste sulla Home Page di You Tube.
Ricordo a tutti che per poter lasciare commenti non dovete essere per forza iscritti al mio blog o ad altri blog: quando scrivete il commento potete infatti selezionare, tra le varie opzioni di firma, quella in cui semplicemente dovete inserire il vostro nome.

Vi ringrazio per i commenti che avete lasciato e che lascerete in futuro e, come avete visto, spesso i vostri commenti rappresentano spunti interessanti di ulteriore riflessione in questo blog.

Ne approfitto per mandare un saluto al carissimo (e tifosissimo) Flavio, altro mio godibilissimo compagno di discussioni di persona e assiduo "postatore" di commenti.

Grazie a tutti per il vostro affetto e...

...FORZA NAPOLI !!!


sabato 19 settembre 2009

Serie A 09/10 - 4ª - Napoli-Udinese 0-0

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)
Segnali contraddittori da questa partita, che potrebbero però anche essere il preludio di una futura rivoluzione tattica.

Cominciamo proprio dagli ultimi 20 minuti: entra Hoffer e il Napoli si schiera con un 4-3-3. Inzialmente grande sofferenza sul lato sinistro difensivo dove Datolo, dopo una partita agonistacamente intensa, viene adattato a quarto di difesa con davanti Hamsik terzo di sinistra a centrocampo e Lavezzi terzo di sinistra in attacco.


LAVEZZI QUAGLIARELLA HOFFER

HAMSIK CIGARINI GARGANO

DATOLO CONTINI CANNAVARO ZUNIGA

DE SANTIS

Il modulo ha cominciato a dare subito frutti dal centrocampo in su dove Lavezzi, finalmente efficace, ha fatto impazzire la difesa friulana mettendo tonnellate di palloni in area, bassi, medi e alti, ficcanti o all'indietro.

Ma nella zona di Datolo, il neo entrato Sanchez stava per combinare lo scherzone della serata bevendosi più volte l'argentino in versione terzino.

Al che Donadoni ha piazzato GRAVA al posto di Datolo chiudendo finalmente la corsia sinistra e dando agli azzurri la possibilità di spingere fino al 95' alla ricerca di un gol che non è arrivato per gli incredibili errori sotto porta dei vari Quagliarella e Hamsik e per movimenti sui meravigliosi cross di Lavezzi non sempre puntuali per trovarsi smarcati e chiudere quei cross in porta.

Ecco dunque una possibile nuova prospettiva da esplorare: un 4-3-3 magari impostato così:

LAVEZZI DENIS QUAGLIARELLA
(QUAGLIARELLA) (MAGGIO)

HAMSIK CIGARINI GARGANO
(DATOLO)

ARONICA CONTINI CANNAVARO ZUNIGA
(CONTINI o GRAVA) (CANNAVARO) (CAMPAGNARO) (MAGGIO o
SANTACROCE)

DE SANTIS


Le alternative potrebbero essere tante: Datolo eventualmente al posto di Hamsik, Maggio al posto di Zuniga o esterno a destra in attacco , Contini spostato a sinistra al posto di Grava con Santacroce o Campagnaro accanto a Cannavaro (che in una difesa a 4 offrirebbe più garanzie e sarebbe meglio protetto dai compagni di reparto esaltando le sue doti di anticipo).

Si dovrebbe magari ri-verificare questo modulo con squadre più chiuse rispetto alla sbilanciatissima Udinese del secondo tempo, ma stasera la partita ha detto che se col 3-5-2 Lavezzi è troppo lontano dalla porta e assolutamente innocuo, in un 4-3-3, più vicino all porta può diventare devastante e offrire decine di assist ai compagni anche nella stessa partita.

Altro dato che fa sperare è la tenuta fisica della squadra: meno brillante di altre volte nel primo tempo, quando ha giocato a ritmi bassi, ha cominciato a correre sempre di più nel secondo tempo fino a costringere l'Udinese nella sua metà campo.

Buonissima prova di Cigarini che ha sfoggiato due splendide verticalizzazioni, ha cucito il gioco con maggiore continuità e qualche volta ha anche lavorato di fisico.

Bene la difesa (specie Contini), buon rientro di Santacroce, applaudito più volte dal pubblico per i suoi gladiatori, ma corretti, anticipi. De Santis ha fatto due parate decisive.

In ombra Hamsik ma con due enormi occasioni gol fallite di un soffio, discreto Zuniga, finalmente nel suo ruolo, che stava per segnare nel primo tempo con un tiro ribattuto sulla linea, in ombra anche Quagliarella, poco e mal servito nel mezzo di una difesa che, pur non essendo impeccabile, gli ha dato ben poche occasioni di mettersi in luce, anche per lo scarso supporto datogli dai compagni.

Contraddittoria la prova di Gargano: tanti palloni recuperati, ma anche tanti appoggi sbagliati (non deve rubare spazio e ruolo a Cigarini!) e due tentativi da fuori con poca tecnica e coordinazione.

Alla fine la squadra ha lavorato tanto e ha raccolto nulla, ma, cambiato modulo, si è finalmente visto, tanto, tantissimo gioco sul lato di Lavezzi, a sinistra e, un paio di volte, sul lato destro, grazie a Zuniga.

A questo punto fossi Donadoni, riproporrei, con le dovute correzioni, il nuovo modulo al più presto, per dare la possibilità alla squadra di migliorare degli automatismi che oggi sono sembrati già notevoli dal centrocampo in su.

Mercoledì sera già si torna in campo: il tabù trasferta è un colossale macigno sulle spalle di questi ragazzi... Bisogna solo sperare nell'insperabile in questa prima fase di campionato dove avremo tutte trasferte una più dura dell'altra... Ma il bello del calcio è che qualche volta realizza l'insperabile...

Per Milano vorrei solo che i ragazzi se la giocassero...tanto veramente non abbiamo nulla da perdere...


FORZA RAGAZZI!!!

Intermezzo comico - Troisi

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...due autentici capolavori del repertorio del grande Massimo!



Pillole, supposte...e Troisi!

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  • De Laurentis fissa un paletto...dopo la settima vedremo quanto vale quest'anno il Napoli...mah!...speriamo che Donadoni non lo acchiappi in pieno!
  • Nel pre-partita di Napoli-Udinese, Sky scopre uno dei tatuaggi di Lavezzi (nella foto in alto): una grossa pistola sul fianco destro... Ecco perchè quest'estate continuava a spararsi nei coglioni!!!

  • Trovati oltre 200 chili di fuochi d'artificio nei sotterranei del San Paolo...uno stadio davvero ...esplosivo!!!

  • Trovati oltre 200 chili di fuochi d'artificio nei sotterranei del San Paolo... Ci son più buchi nei sistemi di sicurezza del San Paolo che nel famoso formaggio svizzero...il Gruviera... Ma chi dice che Napoli non è capace di imparare dagli svizzeri? In fatto di buchi non ci batte nessuno, neanche gli svizzeri!!!

  • Donadoni si sente come un leone... I critici dicono che la squadra è troppo docile in campo, come una pecora... Io la penso come il nostro amato Troisi!!!



...e buon San Gennaro a tutti!!!


A proposito di Udinese!!!

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Dimenticavo: mi ha colpito tantissimo ascoltare a Marte Sport Live il DG dell'Udinese Gasparin, il quale ha rivelato l'ennesima impressionante segnale di forza organizzativa di questa società da cui il Napoli dovrebbe prendere solo esempio.

Marino non è riuscito a rinnovare come si sarebbe dovuto la rosa con acquisti e cessioni adeguate: l'Udinese, con la sua politica veramente prospettica e con una eccezionale organizzazione societaria è riuscita a concludere nell'ultimo mercato, tra entrate e uscite, ben 83!!! dico ottantatrè trattative di mercato!!!

Considerando che il mercato è durato ufficialmente 60 giorni, si tratta di quasi 1,5 trattative concluse al giorno.

Anche se profano, comprendo bene la differenza tra il target di giocatori trattati in entrata e uscita dal Napoli e quelli trattati dall'Udinese.

Nella società azzurra si cerca di acquisire giocatori di prospettiva ma già un minimo affermati in serie A, mentre l'Udinese gira per il mondo a caccia di adolescenti o illustri sconosciuti da crescere e far maturare tra settore giovanile, squadre satelliti e prima squadra.

In uscita poi il Napoli ha giocatori "incollocabili" causa livello tecnico e ingaggi troppo elevati (problema dovuto, devo ammetterlo, anche alle dinamiche di crescita di questa società che in pochi anni ha dovuto via via competere dalla C alla A). L'Udinese invece piazza i suoi gioielli nelle grandi squadre monetizzando gli investimenti effettuati sui giovani degli anni precedenti e reivenstendo i profitti in ulteriori acquisizioni di giovani per gli anni a venire.

La critica e i tifosi parlano con superficiale sufficienza, quasi disprezzo di realtà come l'Udinese! E' vero: Napoli è una piazza diversa da Udine e ha ambizioni diverse, ma bisogna fare tanto di cappello all'organizzazione della società guidata dalla splendida famiglia Pozzo (competenti di calcio a differenza del nostro Presidente) e bisognerebbe imparare tanto da loro, a cominciare dall'organizzare un vero staff dirigenziale e di osservatori che possa consentire al Napoli di acquisire giocatori davvero di prospettiva.

E' vero che i fenomeni non nascono ogni giorno, ma solo con una organizzazione di quel livello puoi sperare, come è successo al Barcellona (e non stiamo parlando di Udinese!!!) di trovarsi in casa un fenomeno come Messi!

Certo capisco che ci vuole il suo tempo: spero che nel frattempo la società aumenti la sua attenzione sul settore giovanile e che presto i giovani talenti che stanno crescendo (penso all'attaccante Insigne che sta facendo grandi cose nella Primavera) possano innervare la rosa del Napoli di autentico talento.

Ma se vogliamo crescere, impariamo a rispettare chi lavora bene come l'Udinese, il Chievo, l'Atalanta... anche se puntiamo in alto e i nostri termini di paragone dovranno essere ben altri, impariamo a rispettare e a capire meglio come funzionano questi autentici capolavori di organizzazione calcistica e manageriale in cui ogni euro investito produce frutti in termini di competenza e risultati sul campo, non da oggi, ma da anni!

Poi, se vogliamo cominciare a pensare di confrontarci con le grandi d'Europa, al senso di organizzazione e competenza di quelle "piccole" società italiane che ho citato, dobbiamo aggiungere dei fattori (marketing, proprietà dello stadio, ecc.) che l'attuale sistema-paese italiano oggettivamente non agevola e sui quali credo che il Napoli stia già lavorando, ma debba fare molto di più...senza nulla a pretendere da parte mia...so che ci vuole tempo e che il Napoli dovrà sudare sangue...ma credo che la compagine societaria necessiti di ulteriori rinforzi sia quantitativamente che in termini di competenza calcistica.

Speriamo bene!