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lunedì 30 novembre 2009

TREFOLONI E NON SOLO!

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Io non commento la figura dell'arbitro di Parma-Napoli. Preferisco evitare, perchè ciò che scrivo potrebbe essere decisamente usato contro di me, per cui responsabilmente mi autocensuro.

In alternativa vi rendo partecipi di un significativo articolo che un giornalista che non si ferma al "gazzettame milanese", al "corrierame romano" o al "tutto-che-sa-di-niente" torinese, dove si strepita molto per fazioni e per aree geo-cacistiche ma si indaga poco sui mali veri del calcio e dello sport (motivo per cui ho smesso di spendere inutilmente i miei soldi nel comprare questa o quella testata sportiva) spiega con molti dettagli certe "figure" che ancora "animano" le nostre domeniche.

L'autore è Oliviero Beha, del quale vi invito a leggere il sito e il blog, e l'articolo in questione non è stato scritto ieri o oggi, ma appena appena a fine ottobre del 2006!

Fate solo attenzione al nesso tra l'oggetto dell'articolo e la città dove si sono svolte indagini su di lui. Sarà un caso, no?

Lascio a voi commenti e riflessioni...risotto amaro, signori miei! E allora uno come De Laurentiis non ha il "diritto" di dire certe cose e di tutelare i grandi investimenti che imprenditori come lui fanno in questo mondo?

* * *

TREFOLONI E NON SOLO
pubblicato su l'Unità del 31 ottobre 2006

Mentre leggete,credo che Matteo Trefoloni, di professione commerciante, sia nella hall di un grande albergo di Sofia.Sta quieto.Tiene a bada la tensione.Stasera infatti è il direttore di gara di una partita di Champions League tra Levski e Werder Brema non di basso profilo.Del resto è un arbitro internazionale,prossimo a un ulteriore scatto di carriera che dovrebbe inserirlo tra i più importanti arbitri europei.Beato lui,penserete,è bravo,è conosciuto,guadagna bene (assai più di un magistrato…),un ragazzone dal ciuffo giuggiolesco che sembra in grado di tenere in pugno le partite.
Logico che sia lì,a Sofia,logico che la domenica sia uno degli attori calcistici più conosciuti del palcoscenico nazionale.Eppure, interrogato dalla Procura di Napoli per interposti carabinieri di Roma nell’inchiesta su Calciopoli, il giuggiolone ha detto che “fischiava a comando”: ma sì,in quella fetta di palude italiana con i Moggi,i Bergamo ecc. la cui genia stiamo già rapidamente dimenticando,gli si diceva come comportarsi,secondo opportunità,designazioni,favori,raccomandazioni.E avanzamenti di carriera.
Questo Trefoloni (ma quanti ce ne saranno a questo punto in condizioni analoghe?) non è mai stato neppure ascoltato dalla Procura Federale,dal Pm sportivo di questa storiaccia ridicola appena conclusa con gli ultimi sconti di pena.Quindi arbitra regolarmente.Perché non dovrebbe ?Anzi,questo “scoop” del “Corriere della Sera” di ieri forse non è nemmeno più da considerarsi una gran notizia.Uno fischia a comando,termoregolatore in calzoncini di un’industria gigantesca di denari e passione,e continua a farlo.A fischiare,intendo.Non so se a comando,ma di nuovo,se fosse perché non dovrebbe?Qui,in un calcio,in un paese “sottosopra” (cfr.Giorgio Bocca)che sembra aver per lo più rimosso qualunque scrupolo di legalità,avendo nebulizzato qualunque idea di moralità e di etica evidentemente considerate un intralcio per lo sviluppo.Ma lo sviluppo di chi,di che?Delle fortune personali del singolo,sia o fosse egli il presidente del Consiglio oppure un semplice arbitro internazionale.Un singolo naturalmente inserito in una cerchia,e una cerchia sempre più vasta.
Proprio recentemente,in una di quelle partite di beneficenza che si fa sempre più fatica a distinguere dalla beneficenza per gli organizzatori,ad arbitrare c’era lui,il Trefoloni,sguardo vivace e aria simpatica: uno di noi.Leggendo delle sue dichiarazioni e collegandole con la meravigliosa continuità delle sue direzioni di gara nazionali e internazionali,mi sono sorpreso a pensare come davvero palesemente il Nostro non si senta in colpa.Ma certo che è uno di noi,certo che avverte come un’etichetta di garanzia e di normalità “fischiare a comando” in una società di questo tipo.
Fischiando a comando e tirando dritto impunito,Trefoloni ci sta dicendo che ha depenalizzato il falso in bilancio a modo suo,in un precipizio sempre più difficile da arrestare.Trefoloni ci sta dicendo -lui come il Paparesta ristretto negli spogliatoi,lui come il Nucini violentato (“solo” moralmente,per carità…) ma pavido nel denunciare la violenza- che nella corsa alla carriera gli scrupoli sono tutti saltati.E nella palude di settore,ampiamente mischiata a quella più generale del Caimano, oggi in ipotetica versione governativa extralarge, e dei caimanini di riporto,Trefoloni sembra avere perfettamente ragione: se non è stato neppure interrogato,o la Procura è uno scherzo in fatto di competenza ed efficienza,oppure è una cosa seria ma gioca un’altra partita,quella dell’irriformabilità del sistema,quella dei cosiddetti poteri forti, nel calcio come nel resto.
Quindi l’immunità di Trefoloni,oggi a Sofia domani chissà,conferma al medesimo arbitro che ha fatto benissimo a “fischiare a comando” in un paese che fischia a comando,che ha normalizzato i comportamenti di questo tipo in alto e in basso,a destra e a sinistra,per dritto e per rovescio,che ha polverizzato i sensi di colpa e di responsabilità.E forse il prezzo più alto che si paga a questa regressione,a questa deregulation dello spirito,è proprio il deserto paludoso che si apre per coloro che ancora vogliono rispettare e veder rispettate le regole,che considerano anormale,immorale,colpevole “fischiare a comando” in qualunque campo,su qualunque terreno.L’autentica eredità di Calciopoli credo sia proprio questa,in linea con il berlusconismo di Berlusconi o senza Berlusconi degli ultimi anni.
Del resto,fate una prova: oggi prendetevi il gusto di controllare sui giornali, se non l’avete fatto con la tv e la radio o internet,se ha maggiori strascichi (direi forse postumi,visto che parliamo di uno scandalo ormai sepolto…) la dichiarazione di Blatter o le “confessioni” di Trefoloni.La prima,dello svizzero presidente Fifa,sull’Italia che “ha rubato i Mondiali con il rigore fasullo contro l’Australia”,peraltro già smentita sia pure alla pasticciona,fa ridere perché rilasciata durante la sua campagna elettorale in Australia e perché contiene il verbo “rubare”: Blatter non può scherzare con il fuoco,stando alle inchieste giornalistiche su di lui…
Le seconde ci ribadiscono che il sistema-calcio è tutto da rivedere.Il che imporrebbe una serie di azioni politiche e politico-sportive all’altezza della situazione.Di solito,come si è visto,piuttosto che affrontare il problema si preferisce normalizzare il tutto con il silenzio,la reticenza o l’omissione.E così nel grigiore fioco della palude oppure nella hall di un grande albergo di Sofia ognuno si fa gli affari suoi.Per i giovani vocati alla politica o per quelli entusiasmati dal calcio,l’ennesimo splendido messaggio.

O.B.

Fonte: http://www.olivierobeha.it/art311006.php

Con o senza Lavezzi...

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Molti addetti ai lavori sono concordi nel ritenere che Lavezzi rappresenti uno dei punti di forza essenziali o addirittura indispensabili di questo Napoli, altri (me compreso) hanno espresso o esprimono alcune perplessità sulla reale caratura del giocatore e su quanto realmente possa essere utile in questa squadra.

Il discorso è molto delicato, perchè, a differenza di altri sport (ad esempio il basket) in cui hai tantissime cifre che rappresentano molto bene e in modo quasi oggettivo e comunque alla portata di tutti il contributo che un giocatore può dare, nel calcio, pur esistendo tante cifre e statistiche che comunque gli allenatori tengono in considerazione, non si è abituati a ragionare in tal modo.

Se volessimo usare una metafora di attualità in questi giorni, il basket è un gioco molto...digitale, mentre il calcio è invece molto "analogico".

Se avessi un po' di tempo, andrei a cercarmi un po' di cifre e statistiche, magari quando avrò un po' di calma lo farò, ma vorrei cercare di argomentare su Lavezzi sulla base di quello che la mia (limitata) competenza calcistica riesce a farmi osservare.

Ieri il test di Parma è stato molto interessante a prescindere dal risultato, perchè a mio avviso ha dimostrato, nel primo tempo, quali sono i vantaggi del giocare senza il Pocho e, nel secondo tempo, quali sono invece gli svantaggi.

Nel primo tempo il Napoli, a mio avviso, non ha minimamente sofferto l'assenza del Pocho perchè hanno funzionato a meraviglia alcuni "fattori di gioco", ossia:
  1. la squadra ha giocato molto corta e ha cercato spesso di attaccare il Parma già sulla metà campo e, in alcuni frangenti, addirittura quasi sulla tre quarti dei ducali;

  2. Denis, gol a parte, si è mosso bene sia nelle fasi conclusive dell'azione, facendosi trovare libero più di una volta in area, sia nella fase di costruzione della manovra, aiutando la squadra a salire e dando non solo sostanza fisica e agonistica, ma anche tecnica e tattica al reparto offensivo azzurro;

  3. Quagliarella e Hamsik si sono giovati del lavoro del gran lavoro del Tanque, potendosi muovere con più agilità, trovando più spazi per i propri inserimenti e per cucire il gioco offensivo;

  4. Maggio ha puntualmente soverchiato Castellini sulla sua fascia, intendendosi a meraviglia con gli intelligenti movimenti offensivi del Tanque.
In molti frangenti e in molte azioni offensive, se rivedete le immagini del primo tempo, nelle migliori occasioni da gol il Napoli ha portato nei dintorni dell'area di rigore sempre minimo quattro giocatori, mediamente più o meno tre in area di rigore e uno al limite pronto a ribadire verso la porta eventuali ribattute della difesa.

Nel secondo tempo, alcuni di questi fattori sono venuti meno. In particolare:
  1. Maggio, preoccupato dalla crescente pressione offensiva del Parma, ha cominciato a spingere meno;
  2. Denis ha cominciato ad accusare la fatica, dato che aveva giocato anche giovedì, ha speso tantissimo nel primo tempo e non ha i 90 minuti nelle gambe, specie dopo uno sforzo infrasettimanale così ravvicinato.
Nel secondo tempo, il Napoli ha abbassato un po' di più il suo baricentro e Denis ha fatto più fatica a tenere su la squadra fino a "scoppiare".

E qui che uno come Lavezzi, forse, avrebbe potuto aiutare la squadra a chiudere la partita con un gol o, più verosimilmente, con qualche assist e qualche contropiede.

Ricordiamo che il Parma ne ha concesso uno clamoroso a Quagliarella, solissimo davanti a Mirante e quella situazione, con un Lavezzi in campo, si sarebbe potuta riproporre più volte...e magari qualcuna di queste avrebbe portato qualche altro gol.

Certo la controprova non c'è, stiamo ragionando per ipotesi, ma solo per chiarire come possa essere utile, in certi frangenti, giocare SENZA Lavezzi e in altri CON Lavezzi.

Ritengo insomma che Mazzarri dovrebbe cominciare a modulare un po' di più la presenza dei suoi giocatori in base ad avversari e situazioni tattiche che cambiano nel corso della partita: certo ci potrebbero essere, in teoria, come ha già accennato in qualche post dei giorni scorsi, la possibilità, magari rinunciando ad uno dei centrali e schierando la difesa a 4 (con Aronica a sinistra e Maggio o Zuniga a destra...a proposito Mister, quanti anni dovremo aspettare per rivedere il colombiano nel suo ruolo naturale?), di poter schierare Denis al centro dell'attacco con alle spalle Lavezzi, Quagliarella e Hamsik.

Ma è chiaro che in uno schieramento simile la fase difensiva (e parlo dei rientri delle punte, del filtro dei centrocampisti e dell'applicazione dei difensori) dovrebbe funzionare come un orologio svizzero.

Per cui tutti in campo appassionatamente? Dipende, ma, se anche non fosse, perchè non pensare ad una sapiente "rotazione" con un Denis con un "minutaggio" molto maggiore di quello avuto fino a oggi?

Perchè non vedere qualche volta in più un Lavezzi in panchina, senza viverlo come uno scandalo? Potrei capire Maradona, ma di Maradona ce n'era solo uno...e grazie a Dio ce lo siamo goduti NOI (sempre troppo poco, come tutte le cose più belle di questo mondo).

Ma, andiamo, io non vedo un Lavezzi qualche volta in panchina come una bestemmia o un'eresia: ricordiamoci che se nei prossimi anni la squadra verrà (come tutti noi speriamo) ancora più rafforzata, ognuno degli azzurri nella rosa dovranno abituarsi a considerarsi importante sia in campo, sia in panchina...sennò rimaniamo contati in 11 più due o tre, ma poi non lamentiamoci se non riusciamo a tenere quella contonuità e quelle posizioni di vertice che tutti noi sogniamo!

Insomma: non sono CONTRO o A FAVORE di Lavezzi...sono semplicemente per un Napoli sempre più grande e per un allenatore che sappia sfruttare sempre meglio le risorse che questa squadra, pur nei suoi limiti di costruzione, può vantare.

Questo, a mio avviso, deve essere il prossimo obiettivo di Walter Mazzarri... Mister, a te la palla!

domenica 29 novembre 2009

Risotto (amaro) con Trefoloni e Parmigiano!

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Un arbitro a dir poco scandaloso e le solite enormi ingenuità degli azzurri rovinano una partita che il Napoli stava meritatamente vincendo grazie al gol di uno splendido Tanque.



La rabbia della beffa consumatasi negli ultimi minuti di gioco è tanta, ma, se è vero che Trefoloni ha messo su un piatto d'argento quella palla del pareggio che il Parma non era riuscito a costruire nei primi 85 minuti, il Napoli, come ha sottolineato anche Gargano a Sky nell'immediato post partita, deve prendersela innanzitutto con se stesso per almeno due ragioni:

1. non aver concretizzato nel secondo tempo, quando il Parma era disperatamente proiettato in avanti senza riuscire minimamente a impensierire la difesa azzurra, molte situazioni di ripartenza gestite senza cattiveria e con troppa sufficienza, come se si volesse allontanare la palla dalla propria porta, piuttosto che cercare davvero di affondare e chiudere la partita;

2. aver concesso al Parma tantissimi angoli e calci piazzati, creando quindi tante situazioni di mischia e confusione in area azzurra, nelle quali, Trefoloni o non, diventa possibile, se non probabile, che accada qualcosa...

Insomma, per capirci: non puoi pretendere che ti vada sempre bene se ti chiudi continuamente in mischia nella tua area e, quando hai molte possibilità di ripartenze in campo aperto, gestire la manovra al piccolo trotto, senza cercare di affondare una squadra chiaramente in difficoltà tecnica, tattica, mentale e fisica.

A prescindere dalla pessima qualità, ormai ben chiara e riconosciuta, di questo Trefoloni (il prossimo che dev'essere mandato a casa dopo esserci liberati lo scorso anno dell'incubo Ayroldi), il Napoli ha chiaramente perso una grandissima occasione per rilanciarsi davvero nella lotta per l'Europa e compensare il mezzo passo falso di domenica scorsa con la Lazio.

Sarebbe stata sufficiente un po' più di forza mentale e meno leziosità per chiudere la partita, ma dopo la partita di oggi possiamo anche trarre un po' di spunti direi molto positivi:

1. innanzitutto un Denis centravanti vero, che segna, fa salire la squadra, partecipa alla manovra, libera i compagni sulle fasce, suggerisce assist, tiene costantemente in allarme non solo con forza fisica (straripante in questo momento), ma anche con grande animo e tecnica...una partita superlativa... un fattore che ha inciso profondamente sulla partita finchè le energie hanno retto...non a caso, dopo 20 minuti della ripresa, esaurite le energie e costretto alla sostituzione, tutto il Napoli ne ha risentito e si è "rotto" quel "giocattolo" che stava funzionando così bene;

2. Quagliarella sembra aver beneficiato della presenza del Tanque: più partecipe della manovra, grande spirito di sacrificio, uno splendido tiro dei suoi di poco a lato su cui Mirante rimane impietrito come una statua di sale. Non ha però aiutato la squadra nelle ripartenze, specie nel secondo tempo, a venir fuori e rendersi pericolosa;

3. la condizione fisica: mentre domenica scorsa avevo evidenziato come il richiamo di preparazione durante la sosta della nazionale avesse probabilmente appesantito le gambe degli azzurri, oggi si è vista una squadra, non solo Denis, in condizione fisica eccezionale, specie nel primo tempo e almeno fino a 15-20 minuti dalla fine: sempre primi sul pallone, sempre in anticipo...un segnale incoraggiante in vista delle prossime partite di quello che si sta davvero rivelando, come avevo provocatoriamente titolato, il "vero ciclo terribile";

4. la fase difensiva: il Parma, a parte il rigore, è riuscito a fare solo un tiro in porta. Difesa e centrocampo si sono mossi con grande attenzione e compattezza, con pochi errori di disimpegno e lasciando pochissimi spazi. Certo il Parma lamentava molte assenze importanti tra centrocampo e attacco (Bojinov, Paloschi, Galloppa, su tutti), ma i numeri cominciano a essere significativi.

E veniamo più in dettaglio questi numeri:

1. settimo risultato utile consecutivo (lascio agli statistici l'incombenza di farci sapere da quanti anni non accadeva): 3 vittorie e 4 pareggi;
2. quarta trasferta utile consecutiva: 2 vittorie e 2 pareggi;
3. un gol subito (su rigore semi-inventato) nelle ultime tre partite e, soprattutto, pochissime vere occasioni da gol concesse agli avversari con una tendenza in miglioramento tra Catania, Lazio e Parma;
4. tre gol subiti nelle ultime quattro trasferte (di cui i due di Torino): e di questi tre gol uno "regalato" alla Juve da Contini e uno "regalato" da Trefoloni al Parma.

Restano però poco incoraggianti i "numeri offensivi" con un solo gol fatto nelle ultime tre partite e una manovra poco incisiva, che produce poche occasioni da gol.

Ecco dunque che il lavoro tattico di Mazzarri è ancora lungo: certo vedere un Denis in queste condizioni rende davvero difficile pensare di escluderlo, ma poi? Se entra lui, come va cambiato l'assetto? Rinunciamo a uno tra Quagliarella, Lavezzi e Hamsik oppure schieriamo Hamsik a centrocampo al posto di Pazienza o Gargano e teniamo insieme Denis, Quagliarella e Lavezzi, rischiando di avere una squadra molto sbilanciata in avanti?

E domenica prossima il Bari? Una passeggiata? Una goleada? Chi pensa questo rischia di sbagliarsi di grosso! Magari poi finirà così...il calcio è bello per questo, ma una squadra come il Napoli, che sta facendo una fatica enorme per creare gioco e segnare, si trova di fronte una delle peggiori squadre che si possano affrontare, una squadra che in casa stenta, ma in trasferta ha dato lezioni di tattica e difesa a squadre fortissime, come Inter e Milan, e si è sempre giocata le sue chance con disinvoltura e organizzazione, difendendo compatta e ripartendo con trame piacevoli e grande pericolosità offensiva...merito di un certo Ventura...vi ricorda qualcosa questo nome?

Serie A 09/10 - 14ª - Parma-Napoli 1-1

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)

sabato 28 novembre 2009

Tra Cittadella e Parma

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Un po' di riflessioni in libertà alla vigilia di Parma-Napoli. Inizio da Barcellona-Inter di martedì scorso...chi ama il calcio come me, si vada a rivedere, se può, quella partita (specie il primo tempo), si vada a vedere che significa giocare senza palla, attaccare una squadra che si chiude, trovare spazi dove pare non ce ne siano.



E' oggettivamente difficile per tutti giocare contro una squadra che si chiude totalmente, basti pensare che lo stesso Barcellona, la scorsa primavera, soffrì maledettamente il "catenaccio" impostole dal Chelsea e rimase "incastrato" in uno 0 a 0 che quasi regalò la finale ai londinesi (poi eliminati nel ritorno a Londra con un fantastico gol di Iniesta da fuori area).



Comunque, signori miei, i Blaugrana hanno dimostrato che significa giocare al calcio, giocare senza palla: il segreto è semplice, ma , vedo, tremendamente difficile da applicare in campo, visti gli spettacoli che in genere si vedono in Italia, in Europa e nel mondo:
  1. muoversi tanto senza palla per offrire a chi porta palla più soluzioni di passaggio;
  2. portatori di palla con tecnica sopraffina e che giocano sempre a testa alta;
  3. giocatori vicini tra loro che si scambiano frequentemente la palla fino a che non trovano il varco giusto per verticalizzare l'azione;
  4. uno, massimo due tocchi: ciò significa sapere già a chi passare la palla mentre ancora si deve ricevere il passaggio: non puoi giocare veloce, se vuoi decidere a chi passare la palla dopo averla ricevuta...devi deciderlo prima;
  5. nessuno che porti palla: corre la palla, non chi la possiede in quel momento.
E' chiaro che un confronto fra il Barcellona che vince contro l'Inter e il Napoli che stenta in casa contro Lazio e Cittadella appare assolutamente ingeneroso e improponibile: non pretendo che il Napoli giochi come il Barċa, sarebbe un sogno, che il Presidente nella conferenza stampa di ieri si è detto determinato a realizzare, dichiarando di voler costruire nel corso degli anni una squadra "imbattibile"...Magari, caro Presidente! Diventerebbe la leggenda di questa città, il nuovo sindaco, vescovo e Patrono e di tutto di più... Non oso pensarci ora.

Il riferimento al Barċa serve solo per capire meglio quale dovrebbe essere la direzione da intraprendere per cercare di giocare meglio contro difese schierate e chiuse, a capire meglio in quali punti della manovra e quali sono le (cattive) abitudini che impediscono di vedere un gioco un minimo fluido.

Insomma: il Napoli, che comunque, per mantenere il senso delle proporzioni, è una squadra italiana di medio-alta classifica, è una squadra in cui, quando si imposta il gioco, i suoi uomini si muovono poco senza palla, in cui il portatore di palla ha poche soluzioni di passaggio, in cui alcuni tendono a portare palla e a testa bassa, in cui, le rare volte in cui si libera un compagno (specie sulle fasce) viene spesso ignorato non per cattiveria, ma perchè semplicemente non visto, in cui ogni volta che stai per ricevere palla ancora non sai che cosa ne farai per liberartene, in cui a volte non hai nessun compagno vicino con cui dialogare, in cui verticalizzi quando non serve e non verticalizzi quando servirebbe (perchè non c'è sincronia tra la tua idea di passare la palla e l'idea di chi la dovrebbe ricevere, il quale non scatta o scatta troppo prima del passaggio o troppo tardi, ecc.).

C'è un dettaglio ulteriore che ci dovrebbe far riflettere: sette giocatori su undici del Barcellona di martedì scorso (in cui, lo ricordo, mancavano appena appena due "mostri" come Ibra e Messi, come a dire Lavezzi e Hamsik nel Napoli attuale), dicevo, sette giocatori su undici provengono dalla "cantera", dalle giovanili del Barcellona.

E' un dettaglio fondamentale, per capire come mai, vedendo la partita di martedì, avevi l'idea non di una "semplice" squadra di calcio, ma di una vera "orchestra sinfonica" applicata al calcio, con la differenza che, se l'orchestra sinfonica si muove tra i binari sicuri di uno spartito, una squadra di calcio è legata sempre all'imprevisto di un'opera che si scrive strada facendo, momento per momento, mentre giochi la partita.

Ci vogliono quindi anni di lavoro, competenza a tutti i livelli dell'organizzazione tecnica e societaria, tantissima pazienza, disciplina (quella che ha imposto Pep Guardiola da quando è approdato alla panchina del Barċa), valorizzazione del talento.

Se il Presidente vuole davvero fare le cose in grande, come dichiara, si faccia una capatina in Catalogna, cerchi di carpire i segreti di questa meraviglia tecnica e organizzativa che è il Barcellona e cerchi di tradurre questa ricetta in "salsa" napoletana.

Se avete visto il Barċa, potete capire meglio le mie critiche rispetto alla qualità del gioco della squadra, non perchè io pretenda (sarei un folle!) che questo Napoli possa giocare come il Barċa, ma semplicemente affinché, quando osservate certe fasi di gioco, possiate capire meglio quali problemi possa portare il tenere palla per tre-quattro tocchi, oppure partire palla al piede a difesa avversaria schierata o non alzare mai la testa per veder se c'è un compagno libero alla tua destra o alla tua sinistra.

Ad esempio, tornando alla partita col Cittadella di giovedì, non è un caso che Bogliacino (non Xavi) abbia brillato nel "deserto tecnico" del centrocampo azzurro: Mariano, con ammirevole costanza, anche se non sempre con i migliori risultati, è stato l'unico che ha cercato costantemente cambi di gioco da un lato all'altro del campo e passaggi filtranti a cercare l'uomo libero sulle fasce per cercare di allargare le maglie della munitissima difesa patavina e creare qualche spazio per gli inserimenti di punte ed esterni...non a caso proprio da uno dei suoi innumerevoli cambi di gioco (verso Zuniga a destra) è nato il gol vincente degli azzurri.

Credo che anche Mazzarri abbia capito che, per quanto non velocissimo, il Boglia abbia talento, umiltà, intelligenza tattica e spirito di sacrificio di cui, non credo, almeno per quest'anno, il Napoli dovrebbe privarsi così a cuor leggero.

Ho l'impressione che nel giudizio di Mazzarri sulla rosa, la partita di giovedì sia stata importante per rivalutare (lo spero) sia Mariano sia Zuniga (sulla sua fascia naturale).

Per quanto riguarda l'impegno di giovedì, pur nella modestia tecnico-tattica del match, sono soddisfatto di com'è andata, visto che da un lato ce la siamo giocata con riserve che da mesi non disputavano una partita intera e che, com'è normale che accadesse, sono andati in debito di ossigeno dopo un'ora di gioco, e dall'altro siamo riusciti a evitare, certo con fortuna (ma ci vuole anche quella!) la triste fine di Siena e Atalanta, eliminate (lo ricordo per chi non lo sapesse) da due squadre addirittura di serie C...o come si dice oggi, Prima Divisione.

D'altronde non critico Mazzarri per la sa decisione di schierare tutte le seconde e terze linee che, lo ha dimostrato proprio il loro andare in debito di ossigeno, avevano bisogno come il pane di disputare finalmente una partita intera: non si può dire davvero che hai 25 uomini nella rosa, se poi un terzo o metà di questi, già tecnicamente inferiori ai titolari, non hanno nemmeno i 90 minuti nelle gambe, perchè altrimenti hai una rosa ampia ma solo sulla carta, le riserve ti diventano zavorra e diventano anche poco "competitivi" rispetto ai titolari più di quanto già non lo siano, favorendo così un abbassamento del livello fisoco-tecnico-tattico-mentale di tutta la squadra, poichè i titolari in allenamento e in partita non vengono più stimolati a dare il massimo per tenersi il posto.

Intanto ci si avvicina all'impegno di campionato a Parma e fioccano, da entrambe le parti, nomi di defezioni eccellenti (Lavezzi e Datolo per gli azzurri, Bojinov, Paloschi, Mariga e Galloppa per il Parma).

Il Napoli si troverà di fronte una squadra che comunque, sia in casa che fuori, proprio per i problemi che accennavamo prima sulla difficoltà per tutti di affrontare squadre che si chiudono, cerca sempre di aspettare il suo avversario e colpirlo con veloci ripartenze.

Il Napoli dovrà cercare, col Pocho o senza, di "rubare" l'idea ai ducali: credo che prevarrà quella, delle due squadre, che riuscirà ad attirare l'altra nella trappola.

Se il Napoli riesce a non cadere nella trappola del Parma, potrebbe far sua la partita anche senza Lavezzi e sfruttando le qualità di Hamsik che, nelle partite (vedi Torino) in cui il Napoli riesce a riproporsi in velocità in contropiede, diventa micidiale sia come rifinitore che come finalizzatore.

La risposta è...nel campo! A domani e... forza Napoli!

giovedì 26 novembre 2009

Coppa Italia: Napoli - Cittadella 1-0

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E' vero che giocare contro il Cittadella non è giocare come contro l'Inter o la Juve, ma questa sera molte "seconde/terze linee" azzurre si sono giocate un posto nella rosa ...o sul mercato di gennaio.

Intanto onore agli avversari, sconosciuti ma intraprendenti e con una lodevole organizzazione tattica e che fino letteralmente all'ultimo secondo della partita hanno fatto vedere i sorci verdi agli azzurri, rischiando di trascinarli ai supplementari.

Il Napoli, com'era prevedibile alla vigilia, parte "imbambolato" per la scarsa abitudine all'impegno agonistico di molti dei protagonisti, per l'amalgama che ovviamente non può esserci visto che manca quasi tutto l'11 titolare.

Per cui diventa naturale che, a metà del primo tempo,mentre Mazzarri si sbraccia e sbraita, il primo "squillo" sia del Cittadella e diventi un allarme per la porta di Iezzo. Il pericolo corso scuote gli azzurri ed entrano in partita alcuni dei protagonisti più attesi come Zuniga e Bogliacino.

E sono proprio loro a confezionare rispettivamente l'assist e il gol che sblocca la partita al termine di un'azione tecnicamente pregevole dell'esterno colombiano che, anche pochi minuti dopo, fa vedere cosa è capace di fare nella sua posizione naturale quando avanza palla al piede e attacca l'area di rigore.

Il colombiano, come mi "sgolo" da quando è arrivato, ha dei numeri tecnici notevolissimi, deve solo trovare condizione fisica e convinzione, come è avvenuto durante la partita.

Di Bogliacino che dire? E' quello che più spicca tecnicamente in un centrocampo per il resto "povero" di idee e iniziative, con un Datolo un po' appannato e un Amodio che cerca di fare quello che può.

Poco convincente Rullo sul lato sinistro (poco tonico che dopo 62 minuti lascia il campo per crampi a Hoffer), in attacco combinano poco Denis, che comunque combatte con la solita grinta, e Pià che sbaglia due enormi occasioni davanti alla porta, come solo lui sa fare, in questo sì degno emulo di Lavezzi.

Nel secondo tempo, esce dopo pochi secondi Rinaudo per Aronica. Il Cittadella ci prova sempre, ma col passare dei minuti, le energie dei padovani diminuiscono, gli spazi si allargano e il Napoli di tanto in tanto prova a pressare alto sulla tre quarti avversaria.

Con l'ingresso di Hoffer, Datolo prende il posto di Rullo sulla mediana. Poi Curiale (Cittadella) e Denis sbagliano due gol incredibili nel giro di un minuto intorno al 66'. Nell'occasione dell'attaccante padovano da rimarcare il gravissimo errore del mio "beniamino" Grava e la prodezza tecnica con cui, prima di sparare alto a porta vuota, Curiale, con un delizioso pallonetto, fa fuori Iezzo in disperata uscita.

La partita si anima, perchè il Cittadella cerca il pareggio e molti, in particolare Bogliacino, mostrano fatica e crampi, tant'è che Mazzarri deve rinunciare al programmato ingresso del Pocho per lanciare Gargano al posto dell'autore dell'1 a 0 azzurro.

Intanto il Napoli cerca di fare di tutto per far segnare i padovani, visto che Dalla Bona (solo omonimo di Sam) respinge via involontariamente dalla porta del Napoli un tiro a botta sicura di un suo compagno.

Di fronte ai pericoli, alla fatica e all'arrembante pressing del Cittadella che ci crede sempre di più, il Napoli cerca di far girare palla e abbassare i ritmi...tranne Zuniga che si scarta tre, quattro avversari e tenta di battere a rete, rimpallato, dal limite dell'area.

Aronica sfiora quasi l'autogol per impedire a Curiale (ancora lui!) di battere da cinque metri verso Iezzo un cross rasoterra dalla sinistra.

Il Cittadella insiste sempre più e il Napoli sembra alle corde. Poi Zuniga (sempre più convinto e covincente) "spacca" in due la difesa del Cittadella e si lancia verso la porta, costringendo Pisani ad un placcaggio che gli vale l'espulsione diretta.

Dopo 84 minuti, una caviglia messa male durante l'ennesima sua iniziativa offensiva, sembra togliere Zuniga dalla partita, ma per fortuna nulla di grave per lui.

All'87' Contini rischia il rigore su Oliveira (il migliore a mio avviso assieme a Bellazzini), con un fallo quasi sulla linea dell'area di rigore. e sulla susseguente punizione, Bellazzini impegna due volte Iezzo con due botte di sinistro dal limite.

Subito dopo Pià mette una palla a metà tra un tiro e un cross e intanto siamo al 90' con Datolo che zoppica, il Cittadella che attacca a testa bassa, il Napoli che sfrutta male la superiorità numerica e non concretizza in contropiede, 6 minuti di recupero e Bellazzini che ancora una volta impegna Iezzo sempre dalla stessa posizione (limite dell'area defilato sulla destra).

Finalmente Denis batte bene a rete (leggermente alto) al 94' dopo una bella combinazione con un Pià che dà manforte sul lato sinistro della difesa azzurra ad un Datolo che non ne ha più.

Poi l'incredibile si sta per compiere al 96': Gargano e Amodio, che sembrano tenere tranquillamente palla vicino all'area di rigore avversaria, riescono a perderla, concedendo al Cittadella un velocissimo contropiede con l'ennesima colossale occasione per Curiale che spreca proprio sul fischio finale l'occasione della sua vita.

Evitato l'infarto collettivo, Celi fischia la fine e lo sportivissimo pubblico del San Paolo applaude il Cittadella...scena bellissima che stasera mi fa sentire più che mai orgoglioso di essere tifoso del Napoli.

Sinceramente mi aspettavo una partita così per i noti limiti mentali del Napoli, che con le "piccole" fatica sempre a giocare, e per la desuetudine di molti azzurri all'impegno agonistico.

Mi conforta aver visto confermate le mie idee sulla bontà tecnica di Zuniga, fnalmente nel suo ruolo, e la mia assoluta contrarietà a vederlo schierato fuori ruolo. Questo può essere un patrimonio tra i più importanti di questa rosa e che, caro Mazzarri, va gestito sfruttando le sue potenzialità.

Per il resto solita bella prestazione di Bogliacino (che mi dispiacerebbe veder ceduto a gennaio), di Aronica, in un per lui insolito ruolo come centrale "di mezzo" al posto di Rinaudo. Premierei l'impegno e il sacrificio di Pià, disastroso sotto porta, ma prezioso con i suoi profondi rientri, quando Datolo, costretto a rimanere in campo per limite di sostituzioni raggiunto, non ne ha più.

Manovra poco fluida che quindi non costruisce molto per le punte, che infatti concludono pochissimo. Alla fine il risultato, bisogna essere onesti, è assolutamente ingiusto, ma dimostra ancora una volta come nel calcio ha ragione chi segna e non chi gioca meglio, ma sbaglia caterve di gol.

E ora, signori, come lo scorso anno, di nuovo la Juve, di nuovo a Torino, di nuovo partita secca, forse il 15 dicembre, e l'Inter in palio come probabile avversario nei quarti.

Rivincita per la Juve, dopo la leggendaria notte di Halloween, o rivincita per noi, dopo la beffa dell'eliminazione immeritata dello scorso anno?

PS: aggiornamento del 27 novembre - Oggi il Presidente De Laurentis ha dichiarato che la partita con la Juve si dovrebbe disputare il prossimo 13 gennaio 2010.

domenica 22 novembre 2009

Come volevasi dimostrare...

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Come volevasi dimostrare...è cominciato oggi il vero ciclo terribile del Napoli, quello dal quale dipenderanno molte delle possibilità di Europa per quest'anno.

Come dico sempre, non è questione di essere maghi o iettatori, ma semplicemente di osservare con attenzione la realtà...e la realtà di questa fase del campionato è sintetizzata dalle parole di Mario Sconcerti a Sky Calcio Show: "Tra le squadre piazzate tra il quinto e il tredicesimo posto oggi ha vinto solo la Roma!"

Dunque tanto, tantissimo equilibrio e, non dimentichiamolo, una partita venuta dopo una sosta di 15 giorni in cui lo staff tecnico del Napoli ha sottoposto la squadra a un pesante richiamo di preparazione che ha creato oggi un "problema" in più testimoniato dai crampi di Quagliarella e Rinaudo.

Ecco dunque un primo spunto di riflessione: il Napoli ha dimostrato di aver perso lo smalto e la brillantezza fisica del mese scorso.

A ciò aggiungiamo uno Zuniga fuori posizione, reduce da un'influenza che lo ha colpito venerdì e che, come ha ricordato Mazzarri nel post-partita, solo negli ultimi 15 giorni si è allenato con regolarità.

E qui ribadisco il mio cruccio nel constatare la sfortuna che sta accompagnando questo giocatore che, lo ricordo, ha anche saltato gran parte della preparazione estiva.

Spero che il Napoli trovi il modo di recuperare, sia fisicamente, sia tecnicamente, sia moralmente uno dei suoi investimenti più preziosi di mercato, ma credo sia il momento che il terzino colombiano venga utilizzato nel suo ruolo naturale.

Primo tempo con manovra lentissima e totalmente priva di idee di fronte ad una squadra in netta crisi di fiducia e tutta chiusa nella sua metà campo.

Nel secondo tempo la squadra ha cominciato a manovrare con più velocità e, dopo gli ingressi di Datolo e Cigarini, con una qualità maggiore, ma essendo il tono fisico della squadra non eccezionale, anche questa maggiore qualità non è stata sufficiente.

In fase offensiva si sono visti più o meno gli stessi difetti di manovra già ampiamente esaminati nelle ultime due settimane e, quando sembrava finalmente venuta l'ora di "ammirare" il tridente con Lavezzi, Quagliarella e Denis tutti insieme appassionatamente, ecco che i crampi di Don Fabio hanno fatto sfumare anche per oggi questa possibilità.

Pregevole a mio avviso la "fase difensiva" della squadra (e intendo sia i tre centrali, sia la copertura dei mediani) che hanno limitato davvero al minimo la pericolosità degli attaccanti laziali che rappresentano la parte "pregiata" della squadra....e quanto potesse far male questa squadra, lo stavamo scoprendo negli ultimi minuti di gioco quando Cruz è stato messo solo davanti a De Santis da un passaggio filtrante di Mauri.

Voglio quindi essere provocatorio fino in fondo: ritengo il punto di oggi un punto guadagnato, da tenerci stretto, anche se ovviamente la delusione è tanta e comprensibile, ma nelle condizioni che ho cercato di descrivere, sarebbe stato difficile ottenere di più...e ricordiamoci che un altro arbitro, in un'altra situazione, avrebbe potuto affibbiarci un rigore (che a mio avviso non sarebbe stato scandaloso) e un'espulsione per la reazione comprensibile di Rinaudo, preso a morsi da Cruz su un calcio d'angolo laziale.

Infine il terreno di gioco: il gioco palla a terra non è stato agevole per entrambe le squadre, diversi gli errori banali di controllo da ambo le parti e gli azzurri, che dovevano fare la partita, hanno sofferto di questo ulteriore problema, accentuatosi col passar dei minuti a causa delle crescenti gibbosità del terreno.

E ora la classifica parla chiaro: la zona Champions in questo momento è lontana, ma la zona Europa League è a 2 punti (Fiorentina sesta a 21), guarda caso dove si trova oggi il Parma, guarda caso il nostro prossimo avversario, che guarda caso ieri a vinto con fortuna in trasferta a Firenze.

Insomma, voglio dire: il nostro futuro europeo, mai come domenica prossima, è nelle nostre mani o, meglio, nei piedi dei nostri giocatori... Vogliamo l'Europa? Dobbiamo andare a Parma e conquistarcela, sperando di vedere una squadra più tonica fisicamente e mentalmente.

Serie A 09/10 - 13ª - Napoli-Lazio 0-0

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)

venerdì 20 novembre 2009

Il vero ciclo terribile...

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Da quando è tornato in serie A, le giornate più belle, quelle indimenticabili...e quelle leggendarie (come la favolosa "notte di Halloween" torinese), il Napoli le ha vissute con le grandi.

Anche durante l'orribile girone di ritorno dello scorso anno, il Napoli riuscì nell'impresa di battere l'imbattibile Inter e "quasi battere" il Milan.

Con le "medie" e con le piccole, invece, sono numerose le sconfitte (e in alcuni casi le batoste) contro squadre che, alla vigilia, sembrava dovessimo annientare in un solo colpo.

Anche nel meraviglioso mini-ciclo di Mazzarri, le due partite più sofferte e meno convincenti sono state quelle con due avversarie sulla carta battute, come Bologna (in casa) e Catania (fuori).

Se guardiamo il calendario fino al termine del girone di andata, notiamo che:
  • in totale avremo 7 partite;
  • 5 prima della sosta e 2 subito dopo;
  • 4 in casa e 3 in trasferta;
  • con squadre di media e bassa classifica.
Uno sguardo superficiale al calendario potrebbe far pensare a un cammino in discesa, ma, non per scaramanzia, per le ragioni sopra evidenziate, vedo moltissime insidie sia in casa che fuori, ma soprattutto nella testa dei nostri giocatori.

Cominciamo da domenica, Napoli-Lazio: una squadra "morta", tantissime assenze eccellenti, per ragioni fisiche e "societarie" e un paio di giocatori in forse per precarie condizioni di forma...sembra una passeggiata per il Napoli dell'era Mazzarri, ma quanto tutto sembra troppo facile, le cose, di solito, si complicano per strada. Il Napoli, per portarsi a casa la vittoria, dovrà essere feroce, compatto (non lungo come a Catania) e concentrato...sennò sarà durissima!

Poi andiamo a Parma, campo che nel primo anno di serie A ci ha visto trionfare in una partita giocata col coltello tra i denti: il Parma merita la classifica che ha, alla vigilia del campionato avevo accennato a come fosse stata costruita bene questa squadra, con un sapiente equilibrio tra giovani destinati a grandi squadre e vecchi, ma ancora validissimi, "bucanieri" di lungo corso...e il Parma in casa ha fatto vedere belle cose...altra partita che sarà quindi molto difficile...

Poi in casa col Bari...e qui, signori miei, se il Bari sarà quello di inizio stagione in trasferta, saranno dolori e sofferenze: una squadra che sembra carta moschicida, per come gioca, con un gran possesso palla (che ha mandato in tilt squadre come Inter e Milan che hanno rimediato vere e proprie figuracce in casa), che ha esaltato le qualità dei pugliesi addirittura più in trasferta che in casa...e il Napoli soffre tantissimo squadre così organizzate!

Poi abbiamo il Cagliari fuori...e qui non aggiungerei altro...non voglio neanche rievocare...!

Poi il Chievo in casa, squadra da contropiede e ben attrezzata in difesa con Yepes che sta disputando un grande campionato...sarà l'ultima prima di Natale e speriamo che la squadra ci sia con la testa (ricordate il Torino - Napoli prenatalizio dello scorso anno?).

Poi andiamo a Bergamo...vedi Cagliari...in più ci andiamo dopo la sosta natalizia...speriamo non a pancia piena!

Infine la Samp in casa, che magari allora potrebbe anche essersi ridimensionata, ma che comunque potrebbe metterci in difficoltà con i suoi attaccanti...e con Mannini!

Non incontriamo le grandi, ma le insidie, per ogni partita, saranno molte, specie se la squadra penserà (consciamente o inconsciamente) che appunto non incontreremo nessuna "grande"!

Ecco quindi il vero ciclo terribile che ci aspetta, un ciclo di partite dove tutti si illudono di "andare in carrozza", ma dove, se il Napoli non dimostrerà una crescita di mentalità e di maturità fino a oggi non dimostrata da quando è tornato in serie A, potrebbe raccogliere molto poco e mandare in crisi "isterica" l'ambiente...

...in un torneo, non dimentichiamolo, fino ad ora livellato verso...il centro classifica, dove, a parte gli ultimi cicli di Inter, Milan e appunto Napoli, si alternano facilmente vittorie e sconfitte.

Se ci guardiamo indietro, al campionato (anche quello infinito) che disputammo in serie B, ricordiamo che i due fattori che ci spinsero dal centro classifica (sconfitta a Bergamo contro l'Albinoleffe) fino alle prime posizioni, furono la continuità (una lunghissima serie di risultati positivi) e, in primavera, tre, quattro colpi in trasferta molto importanti.

Ecco quindi che sarei soddisfattissimo se fossimo capaci non di vincerle tutte, ma di essere grintosi con tutti e fare una buona serie di risultati... se mi chiedessero "13 punti su 21"? Ci metterei la firma: gireremmo a quota 31, ossia solo due punti in meno rispetto all'eccezionale quota 33 dello scorso anno....e in una posizione certamente a ridosso dell'Europa, molto migliore dell'attuale.

Ovviamente sarebbe utile conquistare quei punti soprattutto con le attuali dirette concorrenti in classifica (Lazio, Parma, Cagliari e Sampdoria) per sgranare la classifica e aggiustare un po' l'equilibrio negli scontri diretti che attualmente è pessimo, causa i risultati delle prime giornate (vedi ad esempio Palermo, Roma o Genoa).

Ecco dunque il vero ciclo terribile! ...e qui la solidità di squadra e società saranno fondamentali per la corsa verso l'obiettivo dichiarato dell'Europa.

Forza Napoli!

Napolitube - La "videostoria" del Napoli

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www.napolitube.eu nasce per iniziativa del webmaster Fabio Copellino e del giornalista Paolo Trapani.

Una vera "miniera d'oro" dove è possibile rivivere le gesta del Napoli di oggi, di ieri e...in alcuni casi...dell'altro ieri!!

Oltre 400 filmati (al momento) dei quali il più "antico" è un Napoli-Juventus 4 a 3 risalente addirittura al 1958, quando, per intenderci, il Napoli giocava ancora allo stadio Collana, al Vomero.

Davvero un'esperienza emozionante quella di navigare in questa eccezionale videoteca! La storia, le origini, le radici, la memoria sono il senso della nostra identità e della nostra vita...e questo vale anche per la nostra squadra del cuore!

Forza Napoli!



Pesaola...finalmente napoletano!

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...finalmente napoletano? Ma il Petisso lo è sempre stato...nel senso più alto e nobile del termine! Gli mando un abbraccio e un infinito GRAZIE per tutto quello che ha fatto per Napoli e per il Napoli, dedicandoci la sua vita e la sua immensa passione!

Grazie Petisso!


giovedì 19 novembre 2009

E il nuovo DG?

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Qualche settimana fa il Presidente annunciò che il 20 novembre sarebbe stato presentato il nuovo direttore generale, il successore di Marino.

Evidentemente Marino ha lasciato un vuoto ...incolmabile, visto che neanche stavolta questa "casella" della struttura societaria verrà (per il momento) riempita.

A parte gli scherzi, la scorsa settimana alcune dichiarazioni sia di fonte presidenziale, sia provenienti dal suo braccio destro in Filmauro e amico personale di lungo corso (Amati), hanno chiaramente rinviato a data da destinarsi la scelta.

Quali possono essere i motivi? Dovremmo scrivere un trattato, ma, per pietà vostra, cercherò di "liquidare" la questione in poche battute.

Di sicuro il Presidente "ci ha preso gusto", si sente più "competente" e "sicuro" dopo cinque anni trascorsi in questo ambiente, acquisendo uno specifico "know-how" sia manageriale che tecnico nel "settore-calcio".

A parte ovvi e umani "errori di percorso", il Presidente, come dicono tutti quelli più vicini a lui (e come dice lui stesso), è uno che "studia", che vuole imparare, che è curioso, che non si accontenta, ma, come nel cinema, entra in prima persona sulle grandi strategie di lungo periodo come sulla quotidianità (leggendarie le sue settimanali consultazioni dei dati dei botteghini dei cinema italiani, sala per sala).

E' uno che, dopo aver fatto una scelta realistica, ma per il suo carattere e il suo modo di lavorare molto sofferta (ossia affidarsi totalmente a Marino), ha capito, per le ragioni che abbiamo più volte evidenziato, che bisognava cambiare rotta e, soprattutto, tenere il timone di persona, specie in un'annata come questa che, a valle degli oltre 50 milioni di euro investiti questa estate (più il centinaio, circa, di milioni di euro investiti nei precedenti due anni), deve portare a fine campionato un ritorno economico importante (leggi: traguardo Europa).

E poi, secondo Aurelio, seppur con uno sguardo un po' più "distratto" (anche se lui dice di essere sempre "sul pezzo"!), il ramo-cinema è sicuramente in mani fidate, quelle del figlio Luigi e quelle del già citato amico di una vita, Amati.

Questa "scelta" è stata però anche in parte obbligata dalle circostanze: qualche nome e il profilo del candidato ideale sono stati fatti...un uomo che conosce il mondo del calcio ma che abbia un'estrazione e una formazione di tipo imprenditoriale (si era parlato di Fassone, della Juve).

Ma evidentemente Fassone e gli eventuali altri candidati, per una ragione o l'altra, non potevano in questo momento rispondere alla "chiamata" del Presidente.

Due più due fa quattro, per cui, vista l'indisponibilità di candidati "credibili" e il desiderio di "tenere il timone" in prima persona, il Presidente ha ritenuto che, per il momento, il miglior DG per questa fase storica del Napoli sia proprio...De Laurentiis, che si sente pronto a lavorare assieme a Bigon e Mazzarri sul fronte dello sviluppo tecnico della squadra e in prima persona sul fronte dello sviluppo più strettamente organizzativo della società!

E allora avanti, Presidente! Continui a "studiare" e speriamo che questa scelta, che è costata comunque tanto lavoro e fatica, risulti "vincente" a fine anno... E poi? E poi si vedrà...non ho la palla di vetro!

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PS: aggiornamento del 20 novembre.

Oggi il Presidente ha ufficialmente dichiarato e confermato che il nuovo DG del Napoli...è lui!
Qualcuno che legge questo blog potrà pensare che io e lui concordiamo interviste pubbliche e articoli...ma magari!!!

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mercoledì 18 novembre 2009

Il mercato? Non è mai troppo presto!

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Non è certo semplice, a metà novembre, ipotizzare quali potranno essere i movimenti di mercato del Napoli nel corso del mese di gennaio.

La classifica dice e non dice, ma certo il cammino verso l'obiettivo dichiarato dell'Europa vede molta concorrenza, come era prevedibile quest'estate ed è già tanto, a mio avviso, essere riusciti a tornare nel gruppone delle pretendenti dopo una partenza falsa.

La condizione della squadra è in crescita, Mazzarri sta valorizzando molte risorse, ma certo la rosa, per quanto ampia, presenta qualche lacuna in qualche ruolo, molte seconde e terze linee non congeniali al progetto tecnico-tattico dell'allenatore livornese e il campionato a 20 squadre non finisce mai e richiede rose solide e con buona qualità media in titolari e riserve, perchè le ultime giornate sono come le tappe alpine nella terza settimana del Tour de France (scoppiano in tanti e i minuti di distacco fioccano come la neve in Islanda).

Inoltre Mazzarri, che qualche risposta ha già avuto in queste prime cinque giornate del suo ciclo, aspetta altri riscontri da giocatori infortunati (Santacroce) o che non si sono ancora inseriti al meglio (Zuniga) per avere idee davvero chiare sulle possibili strategie di mercato.

Qualcosa però, a leggere in controluce le parole del Presidente, di Bigon e degli esperti di mercato più credibili, già emerge e cerco di sintetizzarlo in pochi punti:
  1. sfoltimento della rosa attuale;
  2. terzino sinistro;
  3. forse un mediano.
Sfoltimento della rosa attuale

De Laurentis vuole che Bigon cominci a dimostrare la fiducia che molti estimatori nell'ambiente hanno in lui, continuando quel processo di rinnovamento della rosa, iniziato nelle ultime burrascose settimane di mercato ad agosto, quando l'apparente armonia tra Presidente, DG Marino e tecnico Donadoni mostrava crepe già abbastanza evidenti per la crescente insofferenza di De Laurentiis.

Marino eseguì i "desiderata" del Presidente, cercando di "piazzare" quei (pochi) che avevano davvero mercato e nel contempo risultavano poco graditi (vedi Blasi) alla guida tecnica. I movimenti non convinsero molti (me per primo), visto che rimasero giocatori che, sia con Donadoni che con Mazzarri, non hanno trovato e difficilmente troveranno posto e valorizzazione.

Penso a Rullo, De Zerbi (infortunato di lungo corso e quindi teoricamente "invendibile") e Amodio, per i quali non sarà facile trovare una sistemazione, nonchè a Hoffer (su cui il Presidente del Livorno, Spinelli, ha pubblicamente dichiarato il suo gradimento per una soluzione-prestito) e Bogliacino (che ha certamente molti estimatori in Italia e all'estero e per il quale si è sussurrato nei giorni scorsi di un possibile interessamento dell'Aston Villa).

Riuscire a piazzare tutti e cinque sarebbe davvero un bel colpo, anche perchè, pochissimi ci pensano, se il Napoli vuole valorizzare qualche giovane della Primavera facendolo gravitare sempre di più nel giro della prima squadra (penso ai vari Insigne, Iuliano o a qualcuno dei quattro attualmente in prestito al Lecco in C), tra gennaio e giugno dovrà congedare molti dei "senatori" o degli "inservibili" dell'attuale gruppo.

Terzino sinistro

Forse l'unica "certezza" del mercato in entrata del Napoli, nel senso che ci sono altissime possibilità che un acquisto venga fatto, perchè Rullo è in lista di sbarco, Aronica sta rendendo benissimo, ma non si può pensare di "reggere" un torneo così lungo soltanto con lui e Zuniga è tutto da scoprire (anche se Mazzarri ci vuole provare).

Dato quindi per scontato un arrivo in quel ruolo, quale sarà il profilo? E quali nomi? Un possibile titolare (Dossena, Molinaro, De Ceglie) che abbia molte possibilità di "scalzare" Aronica dal ruolo di titolare oppure un giovane, magari europeo, poco conosciuto, di prospettiva, che cresca dietro l'esterno palermitano?

E' notizia degli ultimi giorni che il possibile scambio tra uno degli esterni juventini e Zuniga sembra tramontato per un "raffreddamento" da parte della società bianconera...non la vedo personalmente come una notizia negativa...continuo a ritenere che Zuniga è un "tesoro" ancora tutto da scoprire e sinceramente non mi piacerebbe l'idea di liberarcene prima di averne saggiato le sue potenzialità.

Forse un mediano

Come più volte evidenziato, sin dalla chiusura del calcio mercato estivo, il centrocampo del Napoli soffre in peso e centimetri. I margini di manovra nel prossimo mercato però non sembrano molti, per svariate (e a mio avviso sensate) ragioni.

A gennaio è difficile che una squadra si privi di un "pezzo pregiato", per cui, una volta che la società decidesse di operare in questo settore, le alternative non sarebbero tante.

Ecco perchè su questo aspetto ci si muoverà con prudenza: la scelta potrebbe cadere su Blasi (molti segnali dall'interno del Napoli e dal giocatore sembrano combaciare in tal senso) o, come nel caso del terzino sinistro, su un giovane.

***

Sarà il primo mercato "post-Marino", sarà il primo mercato gestito direttamente dal Presidente e da Bigon, sul quale si ripone molta stima e fiducia. A mio avviso il mercato di gennaio è sempre molto più difficile di quello estivo, e, per il Napoli, si ripropone il tema dello sfoltimento della rosa, per cui sarà davvero un esame importante per il figlio del tecnico del secondo scudetto azzurro.

...e vedremo quanto degli scenari da me ipotizzati si avvereranno...ma val pena rischiare, no? Sennò che divertimento ci sarebbe?

martedì 10 novembre 2009

Il problema di Quagliarella? Lavezzi...ma non solo...

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Lo sfogo di Quagliarella, certamente non opportuno nelle sue modalità e per il quale Fabio ha fatto bene a chiedere scusa, porta in evidenza alcune riflessioni che secondo me giungono quantomai opportune e rendono ancora più prezioso il pareggio di Catania che ha avuto il merito di far attenuare la luce (troppo) accecante delle ultime meravigliose prestazioni azzurre.

Secondo me il pareggio di Catania, letto a mente fredda, è una combinazione di un aspetto mentale e di un aspetto tecnico-tattico:
  • dal punto di vista mentale ripetere prestazioni come quelle con la Fiorentina, il Milan e la Juve (badate bene, consecutive!) sarebbe stato difficile se non impossibile per qualunque squadra, anche con un tasso tecnico, mentale e di esperienza superiore a quello del Napoli...se pensiamo solo un attimo, ad esempio, all'eccezionale dispendio fisico e mentale dell'Inter in Champions (i nerazzurri per portarsi via quella partita hanno speso davvero oltre il 100% delle loro risorse fisiche e mentali), pagando poi in campionato con una "quasi-sconfitta" in casa con una squadra modesta come la Roma attuale;
  • dal punto di vista tecnico-tattico, il Napoli ha mostrato gli stessi limiti che squadre ben più blasonate, più forti tecnicamente e meglio organizzate tatticamente hanno quando devono fronteggiare squadre che ti aggrediscono e/o chiudono tutti gli spazi: per sbloccare partite così devi avere giocatori, dal centrocampo in su, veloci di piede (vero Pazienza, vero Cigarini?), capaci di giocare a testa alta (vero Lavezzi?) e di essere cinici sotto rete (vero Lavezzi?).
L'Inter, che è molto più forte del Napoli, quest'anno ha penato, specie in casa, tantissimo per vincere con squadre più piccole o tecnicamente inferiori...e stiamo parlando dell'Inter!

Ecco quindi spiegato, a mio avviso, il risultato di Catania che, lo ripeto, in un altro contesto mentale e ambientale, il Napoli avrebbe nettamente fallito, perdendo in malo modo, mentre stavolta, grazie anche ai limiti del Catania, ha avuto la fortuna e la bravura di portarsi a casa un risultato positivo.

Qualcuno di voi adesso penserà: "Ma Antonio non doveva parlarci di Quagliarella e Lavezzi?"... sembro fuori tema, vero? In realtà se leggete bene tra le righe trovate già molte risposte alla domanda sul problema di Quagliarella, a cui ho dato un nome (Lavezzi) ma che, a mio avviso, è la metà del problema del bomber di Castellammare, a cui si aggiunge la qualità della manovra azzurra nel suo complesso e quindi, visto che anche la difesa ha i suoi problemi, molti "nodi" di ciò che ancora non va sono a centrocampo.

Signori miei, lo dico specie a quelli più giovani e che hanno visto e praticato meno calcio, il fulcro di una squadra, il termometro per capire perchè si vince o si perde una partita, perchè si segna tanto o poco e si subiscono tanti o pochi gol è sempre il centrocampo.

Il Napoli fa fatica a segnare? Talvolta... Fa fatica a non prendere reti? Talvolta... E' colpa rispettivamente degli attaccanti e dei difensori? Uno potrebbe rispondere: "Certo, se fa un errore assurdo come quello di Contini a Torino o come quello di Lavezzi davanti al portiere catanese!" E' vero, ma il Napoli a volte non appare ben protetto dai mediani e con una costruzione di gioco che, ad avversari schierati o in pressione, lascia a desiderare... non protegge al meglio e non costruisce al meglio...e quando questo accade, i problemi vanno cercati innanzitutto a centrocampo.

I quattro attualmente più impiegati sulla linea mediana sono:
  • Pazienza, che ha migliorato di molto il suo rendimento, perchè lui e i suoi compagni, grazie alla cura Mazzarri, stanno imparando a correre di meno e meglio, ma la sua presenza fisica, il suo dinamismo e il suo tasso tecnico sono, con rispetto parlando, da giocatore di serie B o di bassa serie A, volendo essere buoni, non ha colpo di testa, non ha tiro da fuori, non si inserisce senza palla, ha solo un lieve senso di geometria, ma roba da poco ai livelli a cui il Napoli ambisce;
  • Gargano, come Pazienza ha migliorato il suo modo di correre, in più rispetto al mediano pugliese ha un po' di tiro da fuori e tanto, tantissimo dinamismo. Ma anche lui non dà spessore fisico e tecnico adeguato al reparto;
  • Cigarini, tecnicamente interessante, bel tiro dalla distanza, buon senso delle geometrie, però fisicamente e talora agonisticamente impalpabile, per cui offre al collettivo un tasso tecnico inferiore a quello che potrebbe assicurare se la sua grande tecnica fosse abbinata ad una tenuta fisica e agonistica migliore, poco incisivo nell'ultimo passaggio...per darvi un'idea: guardate la prestazione di Pirlo di martedì scorso in Milan-Real Madrid, in cui il regista rossonero ha "cantato" in modo sublime e "randellato" in tutte le zone del campo, dalla sua area a quella avversaria;
  • Hamsik, discorso simile a quello di Cigarini, con , in più, una eccezionale, direi unica, capacità di inserimento sottorete, che ne fa comunque un valore aggiunto importantissimo per qualunque squadra.
Con un centrocampo con queste caratteristiche è evidente che la difesa, che reputo non peggiore di molte altre squadre italiane ed europee (ma le vedete certe difese raccapriccianti di squadre che giocano in Champion's League??), va a volte in difficoltà e il centrocampo non supporta adeguatamente la manovra offensiva.

Se poi a questo aggiungiamo un giocatore con le caratteristiche e i difetti di Lavezzi, allora direi che è "normale" che un Quagliarella possa inca***rsi a colpi di "vaffa" e "liquido seminale maschile" (in vernacolo vesuviano)!

Osserviamo bene Lavezzi e confrontiamolo con alcuni degli ex compagni di Quagliarella (D'Agostino, Pepe e Di Natale).

Il primo "difetto" di Lavezzi è che corre troppo e male: come già gli chiedevano invano Reja e Donadoni, dovrebbe limitare il suo raggio d'azione e giocare dalla tre quarti offensiva in su.

Il secondo è che gioca a testa bassa e questo dà l'idea che non sia altruista o non voglia passare la palla: non è vero, perchè quando, in certe fasi di gioco, specie in casa, quando il Napoli spinge a pieno organico, il Pocho si mette sulle fasce, pur andando a testa bassa, la palla al centro la mette, e questo dovrebbe far pensare... Se parte da lontano e va per vie centrali, oggi , come lo scorso anno, o parte a testa bassa ( e perde palla ) o cerca lo scambio stretto con la punta marcata da due-tre difensori, buttando la palla avanti quasi senza guardare ( e perde palla ) e se miracolosamente riesce ad arrivare davanti al portiere 9 volte su 10 non becca la porta.

Questo significa che Lavezzi è più produttivo per la squadra quando gioca sulle fasce perchè, anche se va a testa bassa, la palla la deve mettere per forza al centro: in quelle fasi di gioco riesce a esaltare le sue qualità eccezionali di corsa e a limitare i suoi difetti, diventando davvero utile per il suo compagno di reparto e per la squadra.

Chi aveva Quagliarella lo scorso anno nell'Udinese?
  • D'Agostino, che a differenza di Lavezzi e dei nostri mediani, era capace, in ripartenza, di capovolgere il gioco e lanciare in velocità Fabio, con lanci anche di trenta, quaranta metri;
  • Pepe e Di Natale, che giocavano sui lati del fronte offensivo, aprendo le difese avversarie coi loro movimenti, con e senza palla e a testa alta (l'esatto contrario di Lavezzi, che con i suoi movimenti a testa bassa, specie quando converge verso il centro e non riapre verso la fascia a lui più vicina, porta le difese avversarie a chiudersi), erano capaci di imbeccare Fabio al minimo suo cenno di scatto in profondità.
Differenza notevole, no?

Eppure, nonostante queste differenze, Fabio ha una media carriera in serie A di un gol ogni tre partite e lo scorso anno, in cui ha realizzato il suo record personale, ha concluso con un bottino in campionato di 13 reti.

Quest'anno è a 3 in 12 giornate, in fondo appena uno sotto la media: se avesse realizzato il rigore a Firenze, sarebbe in perfetta media rispetto allo scorso anno e alla sua media- carriera, quindi come inizio, anche se non esaltante, non è negativo, ma quasi in linea con le sue medie realizzative.

E quindi? Dov'è il problema?

In parte il problema è nel centrocampo, che, specie a difese schierate, non offre molte soluzioni di gioco; in parte il problema è la collocazione di Lavezzi che, a mio avviso, per le ragioni che ho evidenziato, se giocasse sulle fasce, alternandosi tra destra e sinistra, esalterebbe i suoi pregi e limiterebbe i suoi difetti; in parte il problema è Quagliarella stesso che, preda di un'ansia di voler dare tutto e di aver avuto vari piccoli ma fastidiosi contrattempi fisici, non ha giocato con la necessaria tranquillità fisica e mentale.

Qualcuno dice anche che, sull'esempio di quanto avvenuto in nazionale con Gilardino prima punta, il Napoli, rinunciando ad uno dei tre centrali difensivi, schierandosi a 4 in difesa, potrebbe provare, mantenendo Hamsik in organico sulla linea mediana (come fa nella nazionale slovacca) a schierare Denis nella "parte" di Gilardino con Lavezzi e Fabio a girargli intorno.

Potrebbe essere un'idea...peccato che a mio avviso le caratteristiche sopra descritte dei mediani che abbiamo ora in organico siano poco indicate, sulla carta, per favorire questo tipo di soluzione.

Io proverei, con due centrali (da scegliere tra Cannavaro, Contini e Rinaudo), Aronica a sinistra e Campagnaro o Santacroce a destra, Gargano (o Maggio) sul centrodestra e Pazienza ( o Gargano o in alcuni momenti Datolo) sul centrosinistra, con Hamisk centrale e, in avanti, Lavezzi e Quagliarella sulle fasce e Denis al centro.

Molto rischioso, certamente... capisco Mazzarri...ma intanto, magari in attesa anche di qualche rinforzo a centrocampo a gennaio, cercherei di lavorare molto sulla posizione del Pocho e sui movimenti di squadra per cercare di portare in zona gol, come accennò anche Mazzarri nella sua conferenza stampa di presentazione, quel numero di uomini tale, almeno quattro, da "distrarre" le difese e allargare i varchi utili per Fabio.

A Fabio dico solo: stai tranquillo, sei forte, se non ti fai prendere dall'ansia, il gol arriverà e Napoli ti ama... Se hai paura di perdere l'affetto di Napoli e la nazionale, le cose non potranno far altro che peggiorare... abbi fiducia, in Napoli, nel Napoli e in te!

Pure Paolo Rossi nell'82 sembrava morto...e poi tutti hanno visto che razza di mondiale ha fatto... Fabio, il gol arriva, abbi fiducia!




Forza Fabio, forza Napoli!