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lunedì 28 febbraio 2011

Milan Napoli commentata da Auriemma

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Serie A 2010-11: 27ª - Milan-Napoli 3-0

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Rocchi un disastro, il Napoli peggio!

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Il Napoli stasera ha perso su tutta la linea.

Ha fallito sul piano mentale, consegnandosi sempre più al Milan, minuto dopo minuto, come la rana immersa nell'acqua fredda, che muore lentamente man mano che l'acqua si riscalda, non mostrando mai alcun segno di coraggio nella sua manovra e mostrando poco o nulla una volta passato in svantaggio.

Ha fallito sul piano fisico, penalizzato da un terreno di gioco su cui i pesi leggeri azzurri facevano persino fatica (vedi Gargano) a tenersi in piedi e surclassato da un centrocampo già in parte superiore sul piano fisico, con Flamini, Gattuso e Van Bommel e poi rinvigorito da quello che io temevo più di tutti alla vigilia, ossia Boateng, che ha finito di demolire un muro ormai già sul punto di crollare.

Ha fallito sul piano mentale, perchè se ad esempio un Maggio fisicamente risparmiato dalle fatiche spagnole si presenta in quelle condizioni e la squadra si chiude tutta dietro, si distrae e non reagisce di fronte alle difficoltà, vuol dire che non c'è con la testa e non è matura per una partita di questo livello.

Ha fallito sul piano tattico, perchè il Milan, forte di una insospettabile superiorità fisica, stritola gli azzurri in ogni zona del campo, impedendo ai pesi leggeri azzurri di poter fare il proprio gioco.

Ha mostrato i limiti della rosa che si conoscevano già prima di questo torneo e che, come temevamo, emergono nella fase decisiva della stagione, dove il Milan si permette di buttare nella mischia Boateng che schianta gli azzurri e chiude la partita a cui il Napoli risponde con la nullità di Sosa.

Mi resta solo il rammarico di una partita che, bene o male, era in equilibrio al momento del rigore regalato da Rocchi, ma una squadra che, per tutto l'anno, si è distinta per la qualità del suo gioco offensivo e che questa sera ha fatto zero tiri in porta contro 9 ha poche scusanti! Rocchi ha dato una bella pacca sulla spalla alle ambizioni rossonere, ma ho visto un Milan molto più tonico di altre occasioni quest'anno e un Napoli che, a livello fisico e mentale, ha ripetuto la pessima prestazione di Verona col Chievo.

E allora? Con zero tiri in porta di cosa ti puoi lamentare? Cosa puoi pretendere?

Le pagelle di Milan Napoli

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De Sanctis:  6 - Verso la fine del primo tempo, il primo intervento, a valanga, su Flamini lanciato a rete e per poco non viene beffato da Pato sulla ribattuta. Nella ripresa il diluvio che Morgan tenta di arginare con tre interventi di rilievo su Van Bommel, Pato e Robinho, ma il portiere sembra l'ombrellino aperto per ripararsi dall'uragano.

Campagnaro: 5 - Solito impegno gladiatorio, ma troppo poco di fronte al disfacimento della squadra.

Cannavaro: 5,5 - Fa a sportellate con Ibra con profitto e lo a segnare solo su rigore, ma fa fatica a raccapezzarsi nel distratto finale di primo tempo e più ancora nella ripresa dove non può nulla di fronte agli errori dei compagni e al disfacimento del centrocampo azzurro.

Aronica: 4 - Nel primo tempo due salvataggi provvidenziali, uno a corpo morto su tiro di Van Bommel solo davanti a De Sanctis e uno sulla linea su Pato a De Sanctis battuto. Nella ripresa il black out: il rigore è un regalino di Rocchi ma molto ci mette Totò con la sua solita manina che alza nei suoi momenti di maggiore difficoltà. Dopo il rigore va completamente in barca lasciando varchi paurosi nella ormai squinternata difesa azzurra e stende tappeti regali per la vittoria rossonera.

Maggio: 3 - Il riposo infrasettimanale avrebbe dovuto agevolarne la brillantezza, ma scende poco, crossa meno e non si propone come seconda punta quando il gioco offensivo si svolge dal lato di Dossena. Soffre addirittura Jankulosky che più volte si affaccia nella metà campo azzurra! Si è rivisto il Maggio inguardabile e fragile delle sue giornate peggiori, ancora una volta mostra i suoi limiti mentali nelle partite che contano.

Dossena: 5 - Molto più propositivo di Maggio (non ci vuole molto), cerca di mettere anche qualche pallone in mezzo, ma il Napoli attacca con troppi pochi uomini. In difesa buon primo tempo, ma pessima ripresa dove si perde assieme ai compagni.

Pazienza: 4,5 - Protagonista di un salvataggio in area su una delle folate offensive rossonere, prova a dare equilibrio ma la squadra appare poco fluida nella manovra e lui fa quel che può. Totalmente sopraffatto dal muscolare centrocampo rossonero e dall'estro dei trequartisti avversari.

Gargano: 4  - Anche lui salva su un contropiede di Pato da ultimo uomo, ma è uno di quelli che crea maggiore confusione lì in mezzo dove l'ordine e la velocità delle giocate servirebbe come il pane. Affonda man mano nel pantano di San Siro: altro che fare diga e ripartire, non riesce neanche a tenersi in piedi!

Hamsik: 4 - Si presenta con un bel tiro da fuori al 12' poi tenta di cucire gioco, ma più passa il tempo e più il suo contributo si fa involuto e inconsistente. Anche lui fallisce nettamente l'esame di maturità.

Mascara: 4 - Si impegna allo spasimo fin sulla linea dei difensori, ma lui non dovrebbe fare l'attaccante? Improponibile per una partita così.

Cavani: 4 - Troppo solo, i compagni non lo assistono sia nel numero di uomini ad attaccare l'area rossonera, sia negli assist. Zero tiri per lui, zero tiri per la squasdra...una interminabile via crucis.

Zuniga: 5,5 - In campo per tentare di ravvivare l'azione degli azzurri a match compromesso. Per quanto in discreta forma, non puo' da solo cambiare volto ad una squadra paralizzata dalla tensione.

Yebda: 5 - Quando entra lui il Milan gia' dilaga e il franco-algerino non riesce a fare argine.

Sosa: 4,5 - Mostra in modo impietoso la sua assoluta inconsistenza. E' l'ultimo da cui ci si potrebbe aspettare un cambio di passo e mentalita'.

Mazzarri: 5 - La squadra fallisce l'esame di maturità, lui l'ha preparata con troppo timore, entrano in campo 11 pecore troppo preoccupate di non prenderle. Non riesce a scuotere la squadra nell'intervallo e non cerca di cambiare qualcosa quando ormai la partita sembra dominata dai rossoneri. Se i suoi non tirano mai in porta...

Arbitro: Rocchi: 4 - Nel primo tempo non sbaglia praticamente nulla e mostra grande autorevolezza garantendo totale parità di trattamento alle due squadre. Sono purtroppo i suoi collaboratori di linea che combinano disastri: un fuorigioco inesistente fischiato a Cavani solo lanciato a rete al 15', ma anche altri due fuorigioco molto dubbi su Ibra e su Mascara. Siamo ritornati all'epoca in cui si fischiava il fuorigioco anche quando gli attaccanti sono in linea con i difensori...ma non si era detto, qualche mese fa, che nel dubbio si doveva lasciar giocare? Nella ripresa regala un rigore molto discutibile, quando un attimo prima c'era un fallo netto di Ibra su Cannavaro, grazia Aronica evitandogli un meritatissimo secondo giallo e e i suoi collaboratori infilano un terzo fuorigioco inesistente fischiato al Napoli (Dossena al 61'). Alla fine il Milan stramerita la vittoria, ma purtroppo conferma i pronostici della vigilia: arbitro perlomeno "impressionabile" e collaboratori ciechi! Arbitraggio vergognoso! Ma l'inguardabile Napoli di questa sera non ha nessun titolo per lamentarsi vista la sua prestazione ancora più indecente della terna arbitrale.

venerdì 25 febbraio 2011

Tra Cavani, Lavezzi e turnover...ovvero quanto ci costa la squalifica del Pocho

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Certo se ieri sera ci fosse stato Cavani dal primo minuto...la musica sarebbe stata diversa...

Troppo facile signori miei dirlo dopo, anche se qualcuno temeva l'assenza del Matador già alla vigilia.

Ho già spiegato però la logica, il ragionamento, fatto da Mazzarri e da me pienamente condiviso, sui motivi per cui si è cominciato ieri senza il Matador.

Cavani ha "dovuto" giocare la partita interna col Catania per sfruttare al massimo il turno casalingo e mantenere il  distacco dal Milan prima dello scontro diretto, così come ha "dovuto" riposare ieri.

Il Matador domenica sera ha terminato la partita con gli etnei in evidente stato di affaticamento fisico, per cui la "scelta" di tenerlo a riposo ieri, almeno per la maggior parte del match, è stata una necessità, per evitare quei guai fisici che (corna facendo...) nessuna squadra ha evitato con tale maestria come sono stati capaci di fare lo staff tecnico e sanitario del Napoli in una stagione dove le altre sono state falcidiate da decine e decine di infortuni muscolari e traumatici da stress per sovraffaticamento.

Il problema, ancora una volta, nasce da quella maledetta sera all'Olimpico di Roma e da quel gesto del Pocho che, a prescindere dallo zoppicante operato della giustizia sportiva, si è comunque verificato e ha messo nei guai il Napoli, come lo scorso anno Quagliarella, nel momento decisivo della stagione, rompendo un  equilibrio molto delicato.

Immaginate che non fosse successo nulla all'Olimpico: Mazzarri avrebbe avuto a disposizione per la partita col Catania sia il Pocho che il Matador. Magari, per salvaguardare Cavani in diffida e dargli un po' di riposo, avrebbe schierato il Pocho al posto  del Matador per tutta la partita o per buona parte di essa.

In questo modo avrebbe potuto avere un Matador più fresco da poter schierare sia a Vilareal che a Milano per tutti i 180 minuti, magari chiudendo i conti nel primo tempo e dando la possibilità a Mazzarri di far rifiatare il Pocho nella ripresa in vista del match di Milano.

Vedete quali fragili equilibri ha fatto saltare il Pocho con la sua sciocchezza di Roma?

C'è anche da dire che la società non ha però neanche offerto all'allenatore una alternativa che fosse al livello dei tre titolari, visto che Mascara, dopo un esordio incoraggiante, non ha più dato segni di vita nelle sue apparizioni successiva facendosi addirittura preferire Sosa all'ex catanese, specie ieri sera.

Tanti e anche noi abbiamo evidenziato quanto limitate fossero le risorse nel reparto offensivo azzurro e che sarebbe bastato un infortunio o una squalifica a far saltare una serie di equilibri.

In questi giorni ne stiamo avendo una controprova e, nonostante la a mio avviso disastrosa prova di ieri sera, la velocità del Pocho, contro il Milan che ho visto in quest'ultimo mese, sarebbe stata fondamentale arma tattica per reggere l'urto dei rossoneri.

Un surrogato del Pocho per lunedì sera a cui sicuramente Mazzarri sta pensando è Zuniga che col suo dinamismo si lascerebbe preferire sia a Sosa che a Mascara, ma anche qui Mazzarri deve valutare la cosa con attenzione: il colombiano è in una forma fisica eccezionale, ma ha giocato 90 minuti col Catania e 90 col Villareal e i più attenti di voi si saranno accorti che negli ultimi 20 minuti il ragazzo è apparso meno brillante nello scatto e nel dribbling per gli sforzi profusi nelle ultime partite.

Anche lui, quindi, rischia di arrivare lunedì sera con la lingua di fuori e quindi vanificare l'idea tattica di aggirare il Milan in velocità.

Riusciranno i ragazzi a recuperare la fatica fisica e mentale dopo la batosta di ieri sera? Per chi non lo sapesse stanotte i ragazzi sono rientrati a Napoli dopo le quattro. E mi domando sempre che senso ha viaggiare subito dopo la partita e non (magari) riposare la notte successiva nella città in cui si è giocato e tornare a casa la mattina dopo...non sarebbe meno stressante?

Caso Lavezzi, le motivazioni ufficiali della sentenza di appello

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Direttamente dal sito ufficiale della Federazione, ecco il comunicato ufficiale che illustra in dettaglio le motivazioni per cui l'appello del Napoli è stato rigettato.

In sintesi la Corte Federale ha analizzato un filmato, trasmesso da Controcampo, identico a quello di Sky, ma di qualità e nitidezza maggiore e che era già a disposizione del giudice sportivo Tosel quando quest'ultimo emanò la sentenza di primo grado, ma che non fu utilizzata semplicemente perchè il filmato di Sky era già considerato da Tosel come sufficientemente chiaro da poter emettere il provvedimento di squalifica dell'argentino.

Quindi, leggendo in controluce queste considerazioni, appare ingenuo l'operato dell'avv. Grassani il quale ha eccepito che si trattasse di nuova prova, il filmato trasmesso da Controcampo, che invece era già agli atti del giudice Tosel al momento dell'emissione della sentenza di primo grado.

Hai capito???

Europa League 2010-11: Villareal - Napoli 2 - 1

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della sfortunata serata azzurra!


giovedì 24 febbraio 2011

5 minuti di folllia, di nuovo traditi dal Pocho!

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Non vorrei che in questo anno radioso, eccezionale per gli azzurri, i momenti topici negativi di questa stagione fossero tutti legati al Pocho.

In Coppa Italia, dopo una partita in cui il Napoli avrebbe strameritato di vincere, il Pocho, tra i migliori in campo, sbaglia il rigore decisivo. A Roma, nella vittoria esterna forse più bella che lancia il Napoli all'inseguimento del Milan verso lo scudetto, il Pocho si fa beccare in un pessimo gesto di reazione e si becca tre giornate. Stasera completa il suo inverno nero, mancando due palle gol colossali che avrebbero potuto portare il Napoli agevolmente sul 3 a 0.

Nulla da dire: se a questi livelli sbagli due gol così, è difficile che porti a casa la pelle: sono bastati 5 minuti di follia per permettere a due goleador di razza, Nilmar e Rossi, di inventare dal nulla due gol dopo che per 40 minuti il Napoli aveva dominato il Villareal umiliandolo, surclassandolo sul piano fisico e tecnico, battendolo in ogni zona del campo, arrivando sempre primo sul pallone, pressando i gialli in ogni zona del campo.

E' bastato un attimo di rilassamento e il Napoli, senza accorgersene, si è trovato sotto all'intervallo e così si è scatenato con rabbia nella ripresa cercando con ansia, in modo scomposto, disordinato di raddrizzare un match nel quale, con un po' più di freddezza ed esperienza, si sarebbe potuto facilmente perforare una difesa spagnola che anche nel secondo tempo ha mostrato crepe paurose.

Il Napoli parte subito prendendo in mano le redini tattiche della partita, il Villareal non riesce ad esprimere uno straccio di iniziativa di gioco perchè gli azzurri restano compattissimi e pressano alti. Sono anche bravi ad eludere più volte la tattica del fuorigioco che all'andata aveva messo in crisi gli attaccanti azzurri e non solo in occasione del gol di Hamsik ma anche due volte col Pocho la difesa spagnola viene letteralmente umiliata.

Come detto il torto degli azzurri è quella di non chiudere i conti in quei 40 minuti in cui il Napoli ha letteralmente ammutolito il pubblico del Madrigal.

Poi accade quello scenario che avevo temuto alla vigilia: sul primo gol Nilmar è straordinario nel nascondersi dietro Victor Ruiz che si accentra troppo per soccorrere Cribari che sta cercando di anticipare un avversario su una palla vagante. Si crea una voragine sul lato sinistro, visto che Dossena non è nei paraggi e Hamsik nbon riesce a chiudere nonostante il suo disperato tentativo di rientro.

Nemmeno il tempo di riordinare le idee e Yebda perde un contrasto al limite del fallo sulla linea di metà campo. Qui si potrebbe discutere sulla scelta dell'arbitro di lasciar proseguire ma è l'inesperienza, a mio avviso, che grida vendetta in quella situazione: molti altri arbitri, a livello europeo, lasciano giocare in situazioni del genere e anche il franco-algerino e i suoi compagni devono recitare il mea culpa per come hanno malamente gestito quel frangente di possesso palla. Perdendo palla in quella zona di campo, con la squadra sbilanciata in avanti, Campagnaro tarda a fare la diagonale lasciando a Rossi lo spazio per concludere a rete. Zuniga, nel tentativo disperato di recuperare, ci mette lo zampino creando un beffardo pallonetto che beffa De Sanctis.

Da quel momento il vento della partita cambia totalmente: l'ansia di rimontare un gol rimontabilissimo acceca gli azzurri, che perdono lucidità ed energie fisiche e mentali creando sempre più confusione e rischiando spesso sulle micidiali ripartenze del Villareal.

Le occasioni non mancano (pali di Cavani e Lavezzi), ma la sensazione è che gli azzurri, a differenza di quanto fatto nel primo tempo, non siano in grado di arrivare in porta nonostante le paurose crepe difensive degli spagnoli: significativa è un'azione in cui il Pocho, lanciato in profondità leggermente defilato sulla destra, anzichè provare a mettere la palla bassa in mezzo per Cavani tutto solo, decide di sparare un inguardabile pallone in curva.

Questa è l'Europa, per chi non ha l'esperienza di "afferrarla" al momento giusto: il Napoli ha avuto, sia all'andata che al ritorno, tante occasioni, molte più del Villareal per chiudere il confronto ed è naturale che se sbagli così tanto è difficile che riesci a cavartela.

Una lezione bruciante della quale, sia ben chiaro, non considero responsabile Mazzarri e il suo turnover: ho abbondantemente spiegato ieri le ragioni, condivisibili, di questo turnover e non è certo il turnover il colpevole di quei 5 minuti di follia che ci hanno buttato fuori dall'Europa.

Una lezione bruciante che, speriamo, ci possa tornare utile già quest'anno, in quel torneo con la musichina speciale che si gioca di martedì e mercoledì...ma sia ben chiaro: Cavani, il Pocho e gli altri azzurri devono sfruttare meglio le occasioni che avranno a disposizione già a partire da lunedì: visto il livello desolante che Milan e Inter stanno esprimendo in Italia e in Europa, sarebbe un delitto non riuscire a mantenere una posizione così meravigliosa in campionato, specie ora che le "interferenze" del giovedì sera saranno solo un ricordo.

Le pagelle di Villareal Napoli

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De Sanctis:  6 - Uscite di pugno a sventare i cross in area azzurra, viene sorpreso da due gol imparabili a fine primo tempo, non per suo demerito.

Campagnaro: 5,5 - Primo tempo quasi perfetto poi, sull'errore a centrocampo di Yebda, viene sorpreso dal suo lato in occasione del secondo gol del Villareal. La responsabilità è sua perchè si va a stringere troppo vicino a Cribari mentre rincula e lascia uno spazio enorme a disposizione di Rossi.

Cribari: 6 - Non particolarmente responsabile sui due gol subiti nel primo tempo, anche se a vederla bene sul primo gol non giunge a tempo sul pallone al limite dell'area da cui parte poi l'assist per il gol di Nilmar.

Victor Ruiz: 6 - Uomo contro uomo mostra grande sicurezza, ma purtroppo accade ciò che temevamo alla vigilia: Nilmar lo aggira alle spalle e si presenta solo davanti a De Sanctis. Mostra comunque un piede molto ben educato nei cambi di gioco.

Gargano: 5,5 - Nel primo tempo arriva quasi sempre prima sul pallone ed è uno dei motori dei primi splendidi 40 minuti azzurri. Poi, dopo i 5 minuti di follia, tanta corsa a vuoto, tanta confusione e un calo netto nel finale.

Yebda: 5 - Il suo errore che avvia l'azione del 2 a 1 per gli spagnoli è gravissimo e vanifica 40 minuti di dominio assoluto. Si rende conto della sciocchezza e si fa ammonire per un gesto di stizza al fischio finale del primo tempo. Da quel momento esce dalla partita e Mazzarri giustamente lo toglie.

Zuniga: 6,5 - Nel primo tempo straordinario sia in fase di costruzione della manovra sia in fase difensiva e altrettanto sfortunato nel tentativo di ripiegare alla disperata per coprire la voragine creatasi dal suo lato a causa dell'errore di Yebda e della mancata diagonale di Campagnaro. Nella ripresa cerca di spingere con continuità ma alla fine si scompone per l'ansia di recuperare il risultato e per la stanchezza.

Dossena: 5 - Mette una palla splendida dopo 6 minuti per la prima svolta mancata del match, quando il Pocho la mette sciaguratamente fuori. Ma dov'era nell'azione del gol di Nilmar? Nella ripresa qualche ottima diagonale difensiva e poi resta dietro nella difesa a quattro.

Hamsik: 6 - Importante e bellissimo il suo volo d'angelo che sugella 40 minuti da favola, è presente con continuità nell'azione azzurra e si sacrifica a tal punto che è lui che prova a chiudere alla disperata sul gol di Nilmar. Nella ripresa non riesce ad essere determinante nonostante un continuo impegno

Sosa: 6,5 - Anche se ogni tanto mostra la sua lentezza e non tira fuori la spada del combattente, mostra una serie di colpi tecnici mai visti fino ad oggi, quasi mai fini a se stessi, ma funzionali alla manovra della squadra. Si sacrifica con discreto profitto anche in fase di non possesso, infastidendo più volte i portatori di palla avversari e un paio di volte recuperando il pallone.

Lavezzi: 4 - Va bene l'assist per il gol di Hamsik, ma due colossali errori come quelli commessi dal Pocho nel primo tempo a questi livelli sono imperdonabili, come dimostra l'evoluzione successiva del match e vanificano tutto quello che di buono il Pocho riesce a procurarsi con i suoi scatti. Sfortunato nella ripresa per il palo direttamente da corner, uno splendido assist per Cavani, ma anche troppa, tantissima confusione e a tratti diventa irritante dando la sensazione quasi di voler vincere da solo.

Pazienza: 6 - Entra al posto di Yebda quando nel match regna il caos tattico ed è difficilissimo per lui dare un senso tattico al secondo tempo degli azzurri, non certo per suo demerito.

Cavani: 6 - Un palo clamoroso, tante occasioni fallite per un soffio, ce la mette tutta ma non è certo per colpa sua se il Napoli stasera esce dall'Europa.

Mascara: SV - Entra negli ultimi minuti ma il match è ormai troppo in salita.

Mazzarri: 6 - Che colpe può avere se uno dei suoi leader tecnici sbaglia due gol colossali e negli ultimi 5 minuti del primo tempo la sua squadra perde la testa? Il suo turnover è rischioso, certo, ma necessario. Ho compreso e approvato le sue scelte alla vigilia e non posso certo condannarlo, vista l'evoluzione del match. Tenta con i cambi di raddrizzare la partita, mette anche un'ottima difesa a quattro negli ultimi minuti, ma alcuni suoi uomini chiave non lo ripagano come meriterebbe il suo impegno.

Arbitro: Cakir (Turchia): 7 - Arbitraggio preciso e senza sbavature ben supportato anche dai suoi collaboratori e dalla correttezza delle due squadre. Le ammonizioni accumulate dagli azzurri (Campagnaro, Yebda e Hamsik) sono giustificate dalle ingenuità comportamentali degli azzurri.

Caso Lavezzi - Il presidente della Corte di giustizia federale: "Il filmato di Mediaset già disponibile in primo grado"

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Intervista esclusiva apparsa oggi su corrieredelmezzogiorno.it al presidente della Corte di giustizia federale, il napoletano Giancarlo Coraggio e curata dal giornalista Gianluca Abate.

L'intervista evidenzia una serie di elementi molto interessanti:
  • il filmato di Mediaset era già agli atti del giudizio di primo grado
  • era lo stesso filmato di Sky pero' con una migliore definizione dell'immagine
  • Lavezzi ha avuto il minimo della pena perhe' si e' tenuto conto dell'attenuante della provocazione
  • il fatto che la prova certa risultasse da Mediaset, e sapendo contro chi doveva giocare il Napoli, è stata questione che ha reso i giudici non attenti, ma attentissimi in merito alla decisione da adottare
  • i giudici non si sono messi a manipolare il video al computer
Vi lascio alla lettura integrale dell'intervista...e alle vostre riflessioni! Dico solo che piu' passano i giorni e meno mi risulta convincente l'operato dell'avvocato scelto dal Napoli (si cui gia' personalmente nutrivo perplessita' anche in passato e che nonostante cio' il Napoli si ostina a scegliere).

***

La decisione ha scatenato le proteste della società
Parla il giudice del caso Lavezzi
«Da Mediaset la prova dello sputo»
Coraggio: «In quel video si vede il gesto, il filmato era già agli atti del giudizio di primo grado»

ROMA - Giancarlo Coraggio, magistrato, presidente della Corte di giustizia federale, quella delle tre giornate di squalifica a Ezequiel Lavezzi per lo sputo, restituito, al calciatore Aleandro Rosi. Il Napoli accusa i giudici di scarsa trasparenza...

«Falso. Tutti i giudici sono persone rigorose, serie. E le procedure sono garantite al massimo» .
Resta il dubbio di quel filmato spuntato solo nel giudizio d’appello. Strano no?

«Il filmato di Mediaset era già agli atti del giudizio di primo grado».
E perché allora nella documentazione non ve n’è traccia?

«Non dico che il giudice abbia commesso un errore, ma di fatto ha motivato la sua decisione basandosi solo sul filmato di Sky. Noi, in appello, abbiamo deciso invece che fosse più chiaro quello di Mediaset. Lo sputo si vedeva solo lì. E poi provate a guardare la questione dall’altro lato» .
Qual è?

«Lavezzi ha avuto il minimo della pena. Questa è la verità» .

Giancarlo Coraggio, napoletano, 70 anni compiuti il 16 dicembre, è presidente della corte di giustizia federale dal 16 ottobre del 2007. Un incarico «aggiuntivo» . Perché Coraggio, di mestiere, fa il giudice amministrativo. Presidente di sezione del Consiglio di Stato e titolare della Sezione giurisdizionale, dopo essere stato presidente del Tar Campania, di quello delle Marche e, prima ancora, sostituto procuratore generale alla Corte dei Conti (dal 1969 al 1975) e magistrato ordinario (dal ’ 65 al ’ 69). Strano destino, il suo. Finito al centro delle polemiche insieme con il procuratore federale Stefano Palazzi. Li accusano di aver danneggiato il Napoli. Non male, per due che sono napoletani.

Presidente, se l’aspettava la reazione veemente del Napoli?

«Guardi, conosciamo bene il clamore che le nostre decisioni provocano. E per questo le soppesiamo con enorme prudenza» .

Ce la spiega questa storia dei due filmati?

«Le immagini di Sky e Mediaset erano già agli atti del procedimento di primo grado» .
Be’, e allora perché nelle motivazioni del giudice non se ne fa parola?

«Ha motivato la sua decisione basandosi solo sul filmato di Sky».
Un errore?

«Non posso dirlo io. È un fatto» .
Ed è un fatto che in appello sia stato usato invece quello di Mediaset...

«Guardi che la prova non è uscita dal cilindro. Era già lì, nel processo. Io stesso avrei avuto problemi ad accoglierla, se non fosse stato così. Mi avrebbe dato fastidio perché avrebbe generato sospetti. E le assicuro che il fatto che la prova certa risultasse da Mediaset, e sapendo contro chi doveva giocare il Napoli, è stata questione che ci ha molto intrigato. E siamo stati non attenti, attentissimi».
Dicono che in realtà le immagini siano uniche. Non è che questa differenza tra Sky e Mediaset suona un po’ come una giustificazione per voi?

«Le immagini non sono uguali. Il filmato di Sky mostra solo il gesto, non si vede lo sputo. E, obiettivamente, un margine di incertezza lo lasciava».
E il filmato di Mediaset?

«Lì lo sputo si vede. E bene».
Qualcuno dice che il video è stato trattato, e per questo è diverso da quello di Sky. È così?

«Se qualcuno l’ha trattato non lo so. So solo che lo sputo si vede. E che certo i giudici non si sono messi a manipolare il video al computer» .
Se si vede bene lo sputo si dovrebbe vedere bene anche che Lavezzi è stato provocato.

«Certo, infatti ha avuto il minimo della pena» .
Il minimo?

«La norma è chiara, poteva essere squalificato anche per cinque giornate, invece abbiamo tenuto conto della provocazione».

Scusi, ma come funziona? Rosi, il provocatore, sputa e si prende tre giornate di squalifica. Lavezzi, il provocato, sputa e se ne prende tre anche lui. Dov’è la differenza?

«Il giudice di primo grado ha deciso così. E per l’entità della squalifica di Rosi non c’è stato appello. Siamo rimasti estranei, non potevamo certo intervenire per inasprirla».
Magistrati, opinionisti, accademici e semplici tifosi si sono mobilitati contro questa decisione. Quanto hanno fatto male le critiche di Napoli a un napoletano?

«Be’, se pensa che faccio il magistrato da quarantacinque anni e sui giornali ci sono finito solo per il caso Lavezzi...».
Sa, qui tira aria di complotto.

«I fatti dimostrano il contrario. Il Napoli ha giocato senza Lavezzi e ha vinto. È forte. Punto».

Gianluca Abate
24 febbraio 2011

mercoledì 23 febbraio 2011

L'ora delle scelte inevitabili

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Anche se nella conferenza stampa della vigilia di Villareal Napoli, Mazzarri ha fatto intendere che ci sarà un turnover, domani sera il Napoli non scenderà in campo con lo stato di chi ha scelto il campionato a discapito dell'Europe League.

Il Napoli non avrebbe mai voluto che questi due incontri si succedessero a così breve distanza l'uno dall'altro, per giunta con l'aggravante di non aver nemmeno potuto riposare prima della partita col Catania, ma di dover giocare l'andata del confronto europeo.

Non è questione se è meglio la Coppa o il Campionato: semplicemente ci sono impegni tutti importanti, se non decisivi, a scadenze troppo ravvicinate, specie considerando che il Napoli ha già giocato 37 partite ufficiali, per poter pensare di schierare a cuor leggero tutti i titolarissimi in tutte le partite.

Mazzarri deve dunque, a malincuore, per poter sperare di avere una squadra che offra sempre prestazioni di alto livello, fare delle scelte, inevitabili: già domenica col Catania ha operato un discreto turnover, dopo la gara di giovedì contro gli spagnoli, eppure la squadra ha chiuso, come ho titolato domenica sera, con la lingua di fuori.

E vediamo dunque più da vicino quali potrebbero essere i ragionamenti, le scelte e gli scenari tattici dei due prossimi impegni azzurri, cercando di metterci (cosa affatto facile) nella testa del Mister.

Le scelte vanno considerate tenendo conto sia di chi (e come) ha giocato domenica e di chi (e quanto) deve essere risparmiato domani per evitare che "scoppi" lunedì sera a San Siro.

Difesa: l'unico certo del posto sembra al momento Campagnaro. Considerando che Santacroce ha chiuso totalmente spremuto la partita di domenica, è difficile immaginare un suo nuovo impiego nella partita di domani. Aronica è squalificato, per cui restano in ballo in quattro per due maglie: Cannavaro o Cribari al centro e Ruiz o lo stesso Campagnaro a sinistra.

Campagnaro si è adattato più volte a sinistra con discreti risultati, ma in quel caso a destra dovrebbe giocare per forza Santacroce. Ora, considerando che Ruiz ha fatto passi da gigante nell'apprendere i dettami tattici di Mazzarri, conosce il Villareal e lo stadio e sta aspettando ormai da un mese, potrebbe essere il suo turno.

Se Mazzarri rischierà Ruiz, certamente preferirebbe avere la garanzia di un Cannavaro che possa guidare il giovane spagnolo in esordio che comunque potrebbe essere molto difficile considerando che quasi certamente incrocerà i suoi tacchetti con la freccia Nilmar (che all'andata ha massacrato Aronica).

Però Cannavaro ha giocato domenica e, se gioca anche domani sera, si dovrebbe trovare a giocare lunedì sera la terza partita in 8 giorni: ora i più attenti di voi ricorderanno come Paolo in questa stagione abbia giocato le sue peggiori partite (tra cui le due col Chievo) quando era giunto alla sua terza o quarta partita di seguito, denotando qualche difficoltà di tenuta fisica.

Per cui Mazzarri vorrebbe schierare Cribari domani e tenere fresco Paolo per lunedì, considerando anche che il brasiliano ha disputato una discreta partita giovedì scorso, con soltanto un paio di sbavature nel finale di gara.

La difesa dunque potrebbe essere Campagnaro, Cribari (o Cannavaro) e Ruiz.

A centrocampo potrebbe alternare i tre mediani nell'arco della stessa partita, magari cominciando con Gargano e Pazienza e poi dando riposo a quest'ultimo facendo entrare Yebda a partita in corso.

Sulle fasce l'idea sarebbe quella di far riposare Maggio per tutta la partita o per buona parte di essa, partendo quindi con Zuniga a destra e Dossena a sinistra.

In avanti certi dovrebbero essere Lavezzi e Hamsik, mentre il dubbio è Cavani, apparso tra i più stanchi domenica sera al termine del match col Catania, che potrebbe partire dalla panchina ed entrare a partita in corso (speriamo di no) se la squadra dovesse aver bisogno di segnare. Considerando che Mascara dovrebbe poi giocare anche lunedì a San Siro, l'ex catanese sembra in ballottaggio con Sosa per partire titolare al posto di Cavani.

Tatticamente vedo due aspetti a cui dover prestare la massima attenzione: il primo è la capacità di molti uomini del Villareal di orchestrare combinazioni veloci tra le linee anche quando sono marcati molto stretti. Lo hanno fatto molto bene, anche se raramente, nella partita di andata con gente come Nilmar, Rossi, Casorla (che forse gioca ma ha avuto noie muscolari negli ultimi giorni) e Borja Valero e lo ripeteranno con molta più frequenza e cattiveria domani sera e sappiamo quanto questo tipo di gioco possa essere limitato solo se il Napoli tiene le linee di difesa e centrocampo molto compatte e se si è sempre concentratissimi secondo per secondo. Un vantaggio notevole potrebbe essere l'assenza del leader del centrocampo spagnolo, ossia il brasiliano Senna infortunato (oltre a Marchena squalificato).

L'altro aspetto sarà, già ne ho fatto cenno, il tipo di movimento che farà Nilmar. Ho notato, non solo ieri, che il brasiliano ama partire da lontano, defilato sulla destra, per accentrarsi sfruttando la sua impressionante velocità e scambiando con Pepito Rossi e gli altri mediani di piede fino che possono vantare gli spagnoli.

Ho ancora negli occhi lo splendido pallone messogli a metà del rimo tempo da Rossi con cui Nilmar ha preso alle spalle la difesa azzurra e Aronica (il centrale sinistro) ha dovuto fare una profonda diagonale che non ha impedito al brasiliano di concludere verso De Sanctis.

Domani quindi saranno fondamentali i movimenti di copertura dei mediani azzurri e la capacità proprio di Ruiz di tenersi allineato agli altri centrali per cercare di mettere in fuorigioco gli attaccanti spagnoli e di seguire il brasiliano nei frangenti in cui la trappola del fuorigioco non scattasse.

Dall'altro lato è vero che gli azzurri potrebbero trovare maggiori spazi in avanti, ma dovranno (Jabulani permettendo) insistere in quelle verticalizzazioni non riuscite per un soffio tra Lavezzi e Cavani nella partita del San Paolo. Inoltre dovranno imparare a gestire i cambi di gioco sia orizzontali che verticali tenendo conto della leggerezza di quella "chiavica di non-pallone" che si usa in Europe League e delle dimensioni del terreno di gioco, di qualche metro più piccole sia in lunghezza che in larghezza, rispetto al campo del San Paolo (mi aspetto infatti un inizio di partita con possibili errori di misura nei passaggi lunghi con cui gli azzurri cercheranno di cambiare il fronte del gioco e ribaltare l'azione).

Tornando alla formazione iniziale, i dubbi sono tanti e giustificati. Sia ben chiaro: è giusto, sacrosanto, inevitabile che il Mister, considerando il peso dei due prossimi impegni e della stagione nel suo complesso, faccia determinate valutazioni per cercare di mettere in campo una squadra fisicamente al meglio sia domani, sia lunedì sera. Le scelte che farà il Mister domani non vorranno dire che il Napoli sceglie il Campionato e molla la Coppa ma soltanto che vuole ruotare alcuni uomini chiave tra domani e lunedì per essere al meglio sia domani che lunedì.

Il Mister dunque ha il diritto-dovere di pensare alla partita di domani non dimenticando quella di lunedì (e viceversa), ma attenzione! I ragazzi che scenderanno in campo domani dovranno pensare soltanto al Villareal.

Umanamente non sarà facile: l'occasione di lunedì, considerando che al Napoli potrà andar di lusso anche un pareggio in quel di Milano, è davvero ghiottissima quantomeno per consolidarsi tra le prime tre della zona Champions, ma il match di domani è davvero decisivo e a tal proposito voglio ricordare ai meno attenti un aspetto da non sottovalutare riguardo il prosieguo del cammino europeo degli azzurri.

Infatti è vero che se il Napoli dovesse andare avanti in Europa, rischierebbe di perdere di perdere qualche colpo in campionato, ma ricordiamo che ogni punto conquistato in Europa (e anche il bonus punti previsto quando si passa il turno) è preziosissimo in vista della partecipazione alla prossima Champions perchè il Napoli certamente non sarà una testa di serie, ma facendo una buona Europe League quest'anno potrebbe scalare molte posizioni nel ranking dei club europei e quindi affrontare il sorteggio della prossima Champions (turno preliminare o girone) in una posizione di maggiore vantaggio rispetto a quella che avrebbe con una eventuale eliminazione domani sera.

E poi, se è vero che l'Europa ti toglie energie e punti, è anche vero (e la crescita di personalità del Napoli di quest'anno lo dimostra) che affrontare questi impegni europei offre ai giocatori azzurri un patrimonio eccezionale di esperienza che quest'anno ha restituito appunto in personalità quei punti persi per le fatiche infrasettimanali.

Mi sembra un bello scambio, no? Vale la pena provarci! Forza ragazzi e, comunque vada domani, grazie lo stesso!

Cavani celebrato anche in Spagna

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Grazie al mio caro e tifosissimo amico Davide che me lo ha segnalato!
Forza Matador!!!


martedì 22 febbraio 2011

Oliviero Beha: "L’ombra di Calciopoli non è mai svanita"

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Da www.ilfattoquotidiano.it -  Tre squadre a contendersi il campionato: Milan, Napoli e Inter. Ma nell’ultima giormata di campionato, “l’unica a vincere senza il sospetto, o la certezza, di aiuti arbitrali, è il Napoli”. L’ombra di Calciopoli, insomma, non è mai svanita. E al potere sportivo, in fondo, sta bene così, “perchè gli stessi che amministrano e che governano, sono gli stessi che hanno interessi privati nei club”.

Di Oliviero Beha



...come vedete qualcuno un po' più importante di me dice certe cose... scendere dal treno? Nemmeno per sogno! Io ci voglio restare sopra, per renderlo più pulito!

lunedì 21 febbraio 2011

Gioco di mano, (fuori)gioco di Milano...

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E' vero che il tifo per la tua squadra del cuore tira fuori la parte più bambina del tuo cuore, ma questo dato di fatto non autorizza i dirigenti del calcio italiano a prendere in giro i tifosi, soprattutto quelli che non fanno parte del "club delle maglie a strisce" (indovinate quali?)

Questa mattina ad esempio il capo degli arbitri, Braschi, si è distinto per le solite ormai stucchevoli dichiarazioni che negli intenti di dirigenti stolti e miopi come lui dovrebbero salvaguardare e al limite aumentare l'autorevolezza e il prestigio della classe che egli rappresenta, ma che alla fine, con le solite ridicole argomentazioni sistematicamente contraddette dai fatti e direi dalla realtà non tanto del mondo del calcio quanto proprio della vita umana su questa terra, non fanno altro che diminuire ulteriormente quel poco di credibilità rimasta dopo gli scandali che periodicamente non ieri, ma nella storia del calcio italiano hanno sempre contraddetto certi ormai infantili luoghi comuni.

Braschi ha osato riaffermare l'inaffermabile e cioè che la questione della sudditanza psicologica degli arbitri sarebbe una questione obsoleta, tanto obsoleta che, guarda caso, all'approssimarsi dello sprint finale si fanno sempre più evidenti certi "errori" che, sempre guarda caso, nelle sfide tra grandi e piccole, determinano (guarda caso) vantaggi rilevanti, se non spesso decisivi per rendere un po' meno alti certi ostacoli.

L'ultimo week end è stato clamoroso in tal senso: due squadre con magliette a strisce (guardacaso di una grande città del nord, ma è senz'altro un caso!) si sono ritrovate due punti in più a testa (parità di trattamento, mi pare giusto!) di fronte ad ostacoli altrimenti insormontabili vista la pochezza tecnica espressa dalle suddette che i tornei europei a cui esse partecipano stanno spietatamente mostrando.

Ancora oggi, dopo Calciopoli, Passaportopoli, Moggiopoli, Scommessopoli, Monopoli, Vicolo Stretto e Parco della Vittoria, c'è ancora chi, tra i dirigenti, tra i giornalisti e gli opinionisti, si ostina ad affermare le solite menate tipiche delle donne di facili costumi ( altrimenti dette: puttanate ). Esempi:
  • la palla è rotonda
  • la sudditanza psicologica non esiste
  • gli arbitri sono tutti imparziali e in buona fede
  • a fine campionato errori a favore ed errori contro si compensano!!! (puahhhhh, ah ah ah ah ah, mi scombiscio!!!...ma mi faccia il piacere, se ne vadaaaa!!!)
  • ecc. ecc.
Allora, sia ben chiaro! E' giusto guardare prima di tutto agli errori, ai limiti della propria squadra e centrare la parte più importante di un impianto critico che abbia ad oggetto una partita di calcio o un torneo sulla bontà o meno del lavoro che svolge la propria squadra del cuore, dal Presidente al magazziniere e individuare gli aspetti che favoriscono o impediscono il raggiungimento di certi risultati...e questo blog, caro Braschi, ne è una dimostrazione quotidiana da ormai quasi due anni!

La Roma, per fare un esempio, non potrà mai appellarsi a questo o quell'errore arbitrale quando si presenta in campo come contro il Napoli o come ieri a Marassi contro il Genoa! In quella situazione ci sono responsabilità colossali che inchiodano tutto l'ambiente e quindi invocare eventuali torti arbitrali costituirebbe la classica foglia di fico per coprire vergogne indifendibili.

Il problema, grosso, atavico e per nulla risolto perchè non c'è una vera volontà di risolverlo fino a oggi, si determina quando sul campo si affrontano due squadre che si battono al meglio delle loro possibilità e l'equilibrio in campo viene rotto da una o più decisioni che, guarda caso, nella stragrande maggioranza dei casi, avvantaggiano la squadra con maggior, diciamo così, blasone.

Ma ricordate l'inferno che ha passato il povero Russo di Nola ad inizio stagione per aver "osato" commettere errori a favore del Cesena nientedimeno contro il Milan di sua maestà Bunga Bunga Primo?

Il poveretto, autore invero di una prestazione invereconda, ma, almeno, per una volta in questo secolo, a favore della squadra più debole, è stato oggetto di strali che ricordavano il famoso "trattamento Boffo", quello che, per i meno attenti, il Giornale (del fratello del suddetto monarca) riservò al direttore del giornale cattolico "Avvenire" che aveva osato "lamentarsi" in modo assolutamente civile dei costumi non proprio morigerati della suddetta maestà, tanto da obbligarlo alle dimissioni.

Che Russo di Nola rientri tra gli arbitri, diciamo così, meno "dotati" è un fatto comprovato anche da successive sue direzioni di gara, ma mentre nella prima fase di campionato si sono visti errori distribuiti in modo più omogeneo tra le varie partecipanti (anche se, guarda caso, un'associazione dei consumatori ha evidenziato che già alla fine del girone d'andata Napoli e Palermo era state molto più danneggiate di, guarda caso, Inter e Milan), nelle ultime giornate, complice anche un altro feroce attacco stavolta sferrato dalla Juve, gli errori si stanno pericolosamente concentrando, guarda caso, a favore di ...indovinate un po'?

Ora, mi domando, caro Braschi, i suoi arbitri sono umanoidi? Sono cyborg? Sono robot? Li fanno in Cina con lo stampino e poi ci mettono sopra il marchio UE? Nonostante il "Superman Braschi" (che già quando arbitrava mostrava quel ghigno insopportabile e arrogante della serie "So tutto io e voi non sapete un cazzo!") ci voglia convincere di ciò a me risulta che siano essere umani.

E allora , mi domando dopo averlo già fatto anche gli scorsi anni (evidentemente sono abbastanza cretino in materia): "Caro signor Braschi, se i suoi ragazzi sono esseri umani, non le risulta che in ogni settore della vita le persone usano una certa (chiamiamola così) deferenza verso alcuni e non verso altri?"

O i suoi ragazzi, caro Braschi, sono esseri asessuati, impertubabili, impermeabili, infaticabili, indistruttibili, invulnerabili, forgiati nel mondo iperuranico di impostazione platonica e quindi talmente perfetti, tanto da arbitrare sempre ed in ogni circostanza nella massima serenità d'animo possibile, quasi come atarassici santoni indiani?

Mi dice come fanno? La prego, signor Braschi... Non so lei ma io, per quanto cerchi tutti i giorni di dare il meglio di me, beh, lo devo confessare...con tutto che amo il mio lavoro e non lo cambierei per nulla al mondo, qualche volta c'ho due coglioni cosììì!!! Certo poi mi contengo, cerco di essere professionale al massimo, ma, sa com'è! A volte comunque sbaglio... e non le dico i disastri che io e i miei colleghi rischiamo di combinare quando, presi appunto dall'ansia del timore reverenziale (ma guarda!) cerchiamo di far fronte, con l'ansia che ci prende in questi casi, alle richieste che vengono dai nostri capi più importanti...pensi lei!!!

Ma è una dinamica, la nostra, che risulta agli studiosi che approfondiscono questi temi, del tutto connaturata e comune nelle organizzazioni lavorative che, esattamente come quella che lei presiede, sono improntate a una forte componente gerarchica.

E allora, caro Braschi, perchè continua a raccontarci favole da un mondo che non esiste??? Perchè, dopo oltre 30 anni che seguo il calcio e ne ho viste di tutti i colori, lei ha ancora la faccia di bronzo di venirmi a raccontare un mondo irreale fatto di cavalieri senza macchia e senza paura?

Finiamola con queste stronzate! Ammettiamo che nel mondo del calcio,come in ogni altra organizzazione umana, ci sono quelli bravi e quelli meno bravi, gli stupidi e gli intelligenti, gli onesti e i disonesti, i forti e i deboli e che anche l'organizzazione che lei dirige è umana e, in quanto tale, fallibile!

Mi aspetterei di sentire che avete "qualche" problema di condizionamento, mi aspetterei di sentire "se e come" volete lavorare su questo problema per, se non eliminarlo, quantomeno limitarne i danni (sempre che lo vogliate davvero), mi aspetterei di sentire proposte di riforma dell'organizzazione arbitrale tale da assicurarne, come in altri paesi sportivamente più evoluti del nostro, una maggiore indipendenza e impermeabilità ai voleri dei grandi club che NOI con i NOSTRI soldi contribuiamo a finanziare.

Io non sono tra quelle anime candide che si scandalizzano sentendo parlare di scandali, perchè o è gente, in buonafede, che ha la maturità di un bambino di quattro anni e crede evidentemente anche a Babbo Natale, oppure è gente scaltra a cui conviene abbindolare i cervelli dei tifosi urlando sdegnosamente o sussurrando con la boccuccia a cul di gallina (ah, Travaglio!) che "il calcio è pulito...non può essere sporco, sennò sarebbe meglio chiudere tutto e andare tutti a casa".

Il calcio è, come ogni attività umana, fatta di purezza d'animo e corruzione, incapacità e abilità e il compito nostro non è quello di mettere la testa sotto la sabbia o fare le boccacce tenendo gli occhi chiusi e le orecchie tappate, ma, da adulti che vogliono conservare il più puro possibile il loro giocattolo di bambini, vigilare su quello che accade e denunciare e non farsi offendere nella propria intelligenza.

Caro Braschi, la smetta di dire "tutto bene madama la marchesa!": il suo gruppo ha elementi di valore (cito Valeri e Tagliavento su tutti), ma anche elementi che purtroppo si espongono a figure a dir poco invereconde: il problema è evitare lo scempio di dover vedere nella stessa partita due regolamenti, uno a misura delle grandi squadre e uno a misura delle piccole.

Finalmente quest'anno abbiamo un torneo equilibrato e avvincente: non le si chiede la perfezione assoluta, ma almeno i suoi uomini ci facciano vedere che un fuorigioco è dubbio per una grande e per una piccola allo stesso modo e che il petto dei giocatori delle squadre milanesi è ampio come quello di tutti gli altri giocatori del campionato.

Io, anche se ho dei dubbi, non scendo e non mollo, caro Braschi...io resto, lotto e combatto per un calcio migliore...con i suoi errori, certo, ma non sospettosamente a senso unico!

Grazie!
Firmato: un tifoso onesto!

Napoli Catania - Le interviste

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Napoli Catania commentata da Auriemma

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Serie A 2010-11: 26ª - Napoli-Catania 1-0

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domenica 20 febbraio 2011

Esclusiva TN.tv - Mediaset sul caso Lavezzi: parlano Brandi e Paparesta

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Con la lingua di fuori, ma con immenso orgoglio!

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Una fatica immensa, con la lingua di fuori, con le torri del Catania, Bergessio, Morimoto, Maxi Lopez a saltare come forsennati, a fare a sportellate con una difesa compromessa dalle difficoltà fisiche e dalle ingenuità di Santacroce e che riesce, con l'esperienza di Cannavaro, Aronica e De Sanctis a tenere, ancora una volta, la porta inviolata.

Si vede subito che la serata è difficile: dopo le fatiche infrasettimananli, dopo lo scandalo della sentenza Lavezzi, dopo i gol rubati nel week end da Inter e Milan, con la pressione di dover vincere a tutti i costi contro un avversario sulla carta inferiore, dopo 6 minuti trema il palo alla destra di De Sanctis a portiere battuto e dopo meno di 10 minuti Cavani ha già appoggiato sul palo esterno ad Andujar battuto un rigore concesso per fallo su Sosa trattenuto da Marchese.

Sembra una serata tutta contro gli azzurri. Il Napoli, senza le fiammate del Pocho e con la fatica della partita infrasettimanale, come era prevedibile offre un ritmo molto più basso rispetto al suo potenziale. Solo di tanto in tanto, con lunghissimi cambi di gioco offerti da Cannavaro, si riesce ad innescare la progressione di Maggio, mentre per il resto si gioca con poco movimento senza palla e con una asfissiante protezione difensiva del Catania in tutte le zone del campo.

Molti uomini appaiono stanchi e con poche idee: a parte Maggio, solo Zuniga, gol a parte, offre di tanto in tanto qualche fiammata, ma la squadra non riesce proprio ad accendersi.

La parte migliore del match si vede nella prima metà della ripresa, con la crescita vertiginosa di Hamsik che suona la carica con uno splendido tiro da fuori appena iniziata la ripresa e cuce con grande continuità il gioco. Con Hamsik che cresce di giri ne beneficia il ritmo della squadra che per alcuni minuti dà la sensazione di poter affondare e chiudere il match.

Poi Simeone mette in campo tutte le torri offensive a sua disposizione e gli azzurri cominciano a calare fisicamente: i centrali difensivi soffrono i continui palloni che piovono in avanti a a scavalcare il centrocampo perchè i mediani azzurri vengono scavalcati dal fulcro dell'azione e non riescono a rubare palla con continuità e perchè gli avanti etnei creano superiorità sulle palle alte rispetto ai centrali tant'è che prima Zuniga, poi Dossena e infine Maggio (per i guai fisici di Santacroce) arretrano sulla linea dei difensori e la squadra praticamente non riparte più.

Si creano situazioni quasi di panico in area azzurra, spesso con più di un uomo libero davanti a De Sanctis che un paio di volte blocca conclusioni da fuori e un paio di volte strappa il pallone dai piedi degli attaccanti del Catania.

Il fischio finale di Gava appare una liberazione e la vittoria tiene gli azzurri in una posizione di classifica totalmente impensabile ad inizio stagione: il Napoli va a Milano, alla 27a giornata, con la possibilità teorica di raggiungere il Milan in testa alla classifica...e chi l'avrebbe mai detto?

Le pagelle di Napoli Catania

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De Sanctis: 6,5 - Nel primo tempo un palo gli conserva l'imbattibilità, nella ripresa vede i sorci verdi di fronte agli assalti catanesi. Sbroglia un paio di mischioni all'interno dell'area di rigore e chiude con sicurezza su due tiri da fuori di Lodi e Ricchiuti.

Santacroce: 6,5 - Luci e ombre, discreto in marcatura, ma nel primo tempo rischia di combinare un pasticcio facendosi rubare palla da Martinho in una delle sue progressioni offensive ed esponendo la difesa azzurra ad un pericoloso contropiede sventato poi da una diagonale di Aronica. Anche la ripresa è a due facce: non riesce a liberare il pallone di fronte al pressing catanese e si becca una meritata ammonizione, poi nel momento più critico riesce a ritrovare un minimo di tranquillità e il suo rendimento cresce. Nel finale i muscoli lo tradiscono e, vittima di crampi violenti, è costretto a fare il centravanti-boa e ce la mette tutta per offrire il suo contributo. Nell'ultimo minuto appoggia da fermo un assist di testa in contropiede per Cavani.

Cannavaro: 6 - Anche per lui una palla persa in fase di impostazione nel primo tempo, ma per fortuna crea molti meno danni del dirimpettaio. Alcuni interessanti e profondissimi cambi di gioco, specie per Maggio, che ravvivano un po' una manovra azzurra sottoritmo. Nella ripresa soffre le torri catanesi e qualche volta va in difficoltà esponendo la difesa azzurra a rischi notevoli.

Aronica: 6,5 - Chiude Bergessio lanciato a rete con una provvidenziale diagonale nel primo tempo, nella ripresa anche lui soffre l'assalto dei catanesi anche se in alcune occasioni libera con classe ed esperienza.

Maggio: 6 - Spinge molto, ma non sempre sfrutta il suo dinamismo e talora frena o perde il controllo del pallone. Certo che lo scarso dinamismo di Sosa e una arcigna marcatura degli etnei non ne agevolano il ritmo e l'efficacia di gioco. Offre un più continuo contributo nella ripresa con molte iniziative pericolose. Nel finale, complice i problemi fisici di Santacroce, viene richiamato sulla linea dei centrali.

Zuniga: 7 - Ha il merito di sbloccare il risultato, ma non solo. Cerca di crearsi spazi e di alzare il ritmo delle giocate azzurre. In forma straripante, anche nella ripresa offre sprazzi di classe e crea grossi imbarazzi sul lato destro catanese. Anche in difesa si distingue per importanti coperture.

Dossena: SV - Lotta e soffre durante l'assedio finale dei catanesi, cerca di offrirsi in avanti per tenere palla con un paio di imperiose discese, ma non viene trovato dai compagni.

Pazienza: 6 - Solito metronomo tattico ed equilibratore della squadra, ma con qualche fallo di troppo.

Gargano: 6 - Stavolta entra dalla panchina per gli ultimi 20 minuti. Tenta di chiudere gli spazi, ma il gioco del Catania, a scavalcare il centrocampo per cercare direttamente le punte, lo esclude in parte dalla partita e non ne esalta le qualità di filtro.

Yebda: 6 - Fa tanta legna come nelle sue giornate migliori, ma prende un cartellino giallo davvero stupido per una trattenuta prolungata sulla linea laterale. Anche lui in difficoltà nell'assedio finale del Catania.

Sosa: 5,5 - Ha il merito di procurarsi il rigore poi fallito da Cavani. Per il resto le solite luci, ma soprattutto le solite ombre, tra cui un'entrata al limite del rigore sullo 0 a 0 graziato da Gava.

Mascara: 5,5 - Tenta di tenere palla e far passare il tempo, qualche volta ci riesce, ma troppo spesso appare fuori dal gioco e non incide sull'equilibrio della gara.

Hamsik: 7 - Mezzo voto in meno per una stupida (anche per lui) ammonizione per andare a "difendere" le ragioni di Aronica colpito a gioco fermo da Schelotto. Non è così che Marek dovrebbe farsi valere in campo. Per il resto un primo tempo da 5,5 in cui illumina poco il gioco azzurro e il ritmo della fase offensiva azzurra ne risente. Cresce vertiginosamente nella ripresa dove si annuncia con un sontuoso tiro da fuori area parato da Andujar e poi si muove a tutto campo, cucendo gioco continuamente dalla sua tre quarti alla tre quarti avversaria con una continuità impressionante.

Cavani: 6 - Senza il Pocho fa fatica a procurarsi occasioni credibili. Se poi sbaglia anche un rigore dopo aver spiazzato il portiere, allora sembra proprio che non sia serata. Per fortuna manca un cross di Maggio dove cerca di impattare la palla con le mani alte (mamma mia , che rischio!). Un po' meglio nella ripresa, ma appare più affaticato del solito.

Mazzarri: 6 - Va bene fare turnover ma il tecnico sceglie, con una partita prevedibilmente bloccata, uomini dal ritmo troppo compassato (Yebda e Sosa su tutti), laddove servirebbe velocità di gambe e di pensiero. Certo non è facile sostituire uno come il Pocho e gestire al meglio una partita da vincere a tutti i costi prima del ritorno europeo e del match dell'anno col Milan. Nella ripresa inserisce giocatori di maggiore gamba e ritmo, ma ormai la partita ha preso una piega nella quale il centrocampo azzurro fa fatica a fare filtro e viene sistematicamente scavalcato da lanci lunghi sui quali i centrali azzurri vanno in difficoltà. Alla fine, quando ha sistemato, in teoria, la questione atletica in mezzo al campo, la partita non passa più di lì e si trova in inferiorità atletica nella zona dei centrali con un Santacroce infortunato che non può essere più sostituito. Neanche per lui una serata brillante, con una notevole eccezione: la sua scommessa, ormai vinta su tutta la linea, rispetto a Zuniga che non solo ormai rende da esterno sinistro on modo imperioso, ma diventa finalmente, dopo tanti tentativi falliti di un soffio nelle scorse settimane, decisivo sotto porta.

Arb. Gava: 5 - Se non fosse per Ayroldi, inanellerebbe ancora più errori del dovuto, tant'è che aspetta la segnalazione del suo collaboratore per dare il rigore al Napoli. Sulla gestione dei cartellini, li sventola con grande velocità (giustamente) contro Yebda e Hamsik, ma non prende provvedimenti contro la grave scorrettezza di Schelotto su Aronica a gioco fermo. Anche nella ripresa continua a non convincere, ma nonostante l'aperta contestazione del pubblico del San Paolo, riesce a non fare troppi danni.

sabato 19 febbraio 2011

Caso Lavezzi, la difesa di Mediaset

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Prendiamo spunto dalle odierne dichiarazioni del capo dei servizi sportivi di Mediaset, Sandro Piccinini, per tornare sul commento alla sentenza di appello che ha confermato la squalifica del Pocho e per rettificare una delle nostre argomentazioni, riguardante proprio il ruolo di Mediaset in questa brutta storia.

Ecco la replica del noto giornalista che ospitiamo volentieri:

"Non si devono prendere in giro i tifosi. Mediaset, e in particolare la trasmissione “Controcampo” ha sempre giudicato le cose in maniera obiettiva. C’è una manipolazione mediatica ai nostri danni, e non so il perché. Mi sembra evidente che c’era una grossa voglia di squalificare Lavezzi da parte degli organi federali. Voglio evidenziare che in base a direttive date dalla Lega, le immagini televisive per tutte le reti sono le stesse. Sky, Mediaset e Rai mostrano le stesse immagine prodotte dalla stessa regia. Quindi credo che le accuse di “anti-napoletanità”, da parte di “Controcampo” mosse da più organi, siano inammissibili . Io sono legato particolarmente alla piazza di Napoli e ai napoletani. Nella stessa trasmissione “controcampo” andata in onda domenica sera, nella zona dedicata alla moviola, quando si è parlato della partita Roma –Napoli e dell’episodio del presunto sputo Rosi Lavezzi, il nostro opinionista e esperto Gianluca Paparesta ha ritenuto che dalle immagini prese in esame non si vedeva niente e che non c’erano i margini per poter attuare una squalifica nei confronti del Pocho. Voglio anche precisare che la redazione sportiva di “Mediaset” non ha fornito le immagini alla Corte Federale, ma è lo stesso organo di giudizio che registra le immagini che ritiene opportune. L’unica giustificazione che riesco a darmi è che il giudice abbia voluto sgranare e ingrandire, le immagini manipolandole per fornire una prova schiacciante contro Lavezzi. Ci sentiamo anche offesi da queste accuse, ripeto la redazione di “Controcampo” tiene molto alla piazza partenopea, ne è la riprova il fatto che l’abbiamo seguita anche quando militava in serie  C."

Oggi sono andato a rivedere il filmato e i commenti della puntata di Controcampo di domenica scorsa e mi ritrovo totalmente con le dichiarazioni di Piccinini: a parte uno degli ospiti in studio che affermava che lo sputo non era evidente ma era difficile immaginare che Lavezzi non avesse sputato, sia il conduttore, Brandi, sia l'ex arbitro Paparesta, commentatore della moviola, sia tutti gli altri opinionisti presenti in studio, esprimevano forti dubbi sulla chiarezza e inequivocabilità delle immagini e che quindi non si sarebbe potuto assolutamente squalificare il Pocho sulla base di quelle immagini.

Insomma, in questa ennesima torbida vicenda italiana, nata però lo ricordiamo da una ingenuità del Pocho che ha la sua dose di responsabilità, emerge che:

  • le immagini qualificate da Tosel come "di Sky" e quelle, qualificate dalla corte federale come "di Mediaset" sono in  realtà le stesse, e sono prodotte materialmente tutte da uno stesso regista per conto della lega Calcio che ne permette l'utilizzo a Sky (come titolare dei diritti per la trasmissione via satellite) e a Mediaset (come titolare dei diritti per la trasmissione in digitale terrestre)
  • le immagini non vengono acquisite dalla lega calcio o dalle emittenti ma, udite udite, registrandole con propri apparecchi direttamente dalla giustizia sportiva (incredibile!!!)
  • pare che mentre Tosel abbia formulato il suo giudizio sulle immagini registrate da Sky durante il post partita di sabato sera, il giudice di appello abbia introdotto le immagini della registrazione di Controcampo, della sera dopo e che, sebbene le immagini siano le stesse, quelle di Mediaset siano di qualità migliore.
Anche questo è un assurdo! In 24 ore volendo, con le odierne tecnologie, si potrebbero anche manipolare le immagini: certamente non è il caso di Mediaset rispetto alla quale prendo atto delle dichiarazioni di Piccinini e pertanto mi scuso di ave adombrato eventuali "manovre" volte a danneggiare il Napoli, ma quello che mi sconvolge è che un organo giudicante si affidi innanzitutto alla registrazione in proprio di immagini trasmesse via etere o via satellite (con tutte le incognite del caso) e che tenga con to di immagini trasmesse 24 ore dopo il fatto e che quindi, in teoria, potrebbero essere state tagliate, rimontate o ritoccate.

Ripeto: credo alla buonafede di Mediaset, ma trovo sconcertante (anche) questo metodo di acquisizione delle prove che, non dico stavolta, ma in futuro potrebbe esporre gli organi di giustizia sportiva a fondare un convincimento e una condanna magari su un filmato manipolato.

Voglio dire che se è la Lega Calcio a produrre e distribuire le immagini, le immagini non dovrebbero essere registrate e acquisite dai programmi trasmessi da qualsiasi emittente, ma dovrebbero essere chieste e ottenute direttamente dalla Lega Calcio.

Insomma, appare evidente non solo a me quanto già scritto 10 minuti dopo la sentenza di rigetto dell'appello del Napoli, ossia che vi fosse, a prescindere dalle comprovate responsabilità del Pocho, una volontà "sostanziale" di condannare il Pocho, pur infrangendo tutte le regole formali scritte nel codice di giustizia sportiva, il che conferma ancora una volta quanto sia "politica" la decisione assunta ieri e quanto corrotto e marcio intellettualmente e giuridicamente parlando questo sistema di (in)giustizia (anti)sportiva.

Vergogna! Vergogna! Vergogna!

PS: spero solo che il Pocho e tutti gli altri calciatori azzurri imparino bene la lezione: se vogliono vincere qualcosa, devono tenere comportamenti sportivamente irreprensibili. Chiaro? 

venerdì 18 febbraio 2011

La farsa della prova TV per Lavezzi? D'accordo, ma il Pocho ha sbagliato!

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Finalmente la "farsa" della prova TV per Lavezzi si è conclusa: la Corte di Giustizia Federale ha RESPINTO il ricorso prodotto dal Napoli contro la squalifica di 3 giornate del Pocho e a questo punto possiamo esprimere alcune considerazioni.

1) Il provvedimento è inquietante nella forma - Il provvedimento di lunedì è stato basato su una prova per nulla chiara e inequivocabile per le ragioni spiegate nei giorni scorsi a cui vi rimando. In più all'inizio dell'udienza per la discussione del ricorso, non il procuratore federale (cioè l'accusa che parteggiava per la squalifica del Pocho) ma direttamente la Corte di giustizia federale, cioè l'organo chiamato ad emanare la sentenza, ha introdotto in giudizio, senza che il Napoli fosse stato in alcun modo avvertito (e quindi senza che potesse in alcun modo organizzare una qualche forma di difesa dopo che per tre giorni ha lavorato su una certa sentenza e su certe immagini). Un comportamento irrituale in qualunque tribunale sportivo e non, un comportamento che lede il diritto di un "imputato" a difendersi. Ma perchè è stato fatto tutto questo, contravvenendo a qualunque regola giuridico-sportiva?

 2) Il provvedimento era "politicamente necessario" - Perchè non bisognava sconfessare il sistema, il sistema che non aveva visto con gli strumenti a disposizione e che ha fatto capire che il provvedimento era necessario già con la famosa mail di Bergonzi che si è lavato le mani di tutta la situazione e ha certificato una situazione non vera ma che sarebbe poi servita a dare campo libero alla giustizia sportiva per punire il Pocho perchè era chiaro che il Pocho avesse (sputato o non sputato ma comunque) reagito con una scorrettezza e quindi il sistema non poteva farsi beffare con le sue stesse regole...per cui ecco la forzatura delle regole in primo grado (con l'utilizzo di un indizio spacciato per prova) e in secondo grado (con l'introduzione di nuove prove a carico del reo per giunta provenienti da una fonte non totalmente imparziale, ossia Controcampo, ossia, Mediaset, ossia una società posseduta, alla pari del Milan, dalla stessa persona).

3) Il provvedimento è giusto nella sostanza - Premesso questo, ricordiamo però con massima onestà intellettuale (certamente maggiore di chi ha costruito questa mostruosità giuridica) che se nella forma il provvedimento è scandaloso, nella sostanza il provvedimento è sacrosanto: Lavezzi ha tenuto un comportamento (sputo o non sputo) scorretto e antisportivo in reazione ad una grave scorrettezza di un avversario e, come ben sappiamo, nello sport e nel calcio in particolare, la provocazione non è un'attenuante, ma un'aggravante che comporta una punizione come minimo identica a quella di chi provoca.

4) Il provvedimento è meritato - Lavezzi ha sbagliato, punto! Ha fatto una stronzata, una cazzata, per essere chiari, sia essa (la stronzata) l'aver sputato in reazione allo sputo di Rosi o l'aver comunque reagito senza mantenere la dovuta freddezza...e per questo il Napoli si trova di nuovo nella stessa situazione di un anno fa con Quagliarella...con conseguenze che speriamo non siano le stesse di quelle subite dal Napoli lo scorso anno. Ribadisco che il Pocho, non nuovo a comportamenti disciplinari alquanto "eccepibili", merita dalla società una severissima punizione.

E adesso cerchiamo di voltare pagina, stringere il coltello tra i denti e lottare ferocemente come non mai per tenere duro nelle prossime tre partite! Avanti Napoli!


Napoli Villareal commentata da Auriemma

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giovedì 17 febbraio 2011

Europa League 2010-11: Napoli - Villareal 0 - 0

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Rivedi la sintesi del match...clicca QUI

Gol non preso, bicchiere mezzo pieno...

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Lo dico subito: in Europa, in partite scorbutiche come queste, e alla luce di un secondo tempo poco lucido e confusionario da parte degli azzurri, aver fatto 0 a 0, essere riusciti a non prendere gol in casa con due tipi come Nilmar e Rossi rappresenta un risultato di notevole valore!

Il Napoli parte forte grazie soprattutto alle imperiose discese di Maggio che sulla fascia destra ridicolizza più volte un nome di gran prestigio internazionale come Capdevilla che infatti, già frastornato dalle discese dell'esterno azzurro, compie quasi una frittata su incursione di Lavezzi.

Un po' tutti gli azzurri, però, e lo stesso Maggio, specie nei primi controlli di palla (ah, maledetto Jabulani!) trovano numerosi imbarazzi: questa "chiavica" di (non) pallone saltella continuamente, rimbalza e rende difficili sia i cambi di gioco in cui il Napoli è maestro sia le verticalizzazioni dalla tre quarti verso il centro area o verso gli esterni alle spalle dei difensori spagnoli: nel primo caso Lavezzi ne mette sue splendide per il Matador, ma in entrambe le occasioni il pallone arriva sempre leggermente lungo per la conclusione dell'uruguagio, mentre nelle aperture verso gli esterni, dove non arriva la precisione degli azzurri, ci pensa la perfetta tattica del fuorigioco degli spagnoli in cui spesso gli azzurri cascano ingenuamente.

Il primo tempo si chiude con il Napoli che meriterebbe la vittoria ai punti, ma nella ripresa gli azzurri perdono progressivamente convinzione, lucidità, ritmo e le giuste distanze tra i reparti, impensierendo sempre meno la difesa spagnola (tant'è che gli azzurri si sono rifugiati sempre più spesso in velleitari tiri da lontano) ed esponendosi sempre più alle ripartenze spagnole che alla fine però fanno danni solo nei confronti di Aronica che per non far fuggire Nilmar verso la porta si sacrifica fino all'espulsione per somma di ammonizioni.

Alla fine la sensazione è che il Napoli se riuscirà a difendersi con ordine e ad essere più preciso in ripartenze veloci e cambi di gioco, potrebbe sorprendere la difesa spagnola che, specie nel primo tempo quando gli azzurri hanno tenuto un ritmo più alto, sono apparsi molto lenti nelle chiusure sulle fasce nei pochi cambi di gioco riusciti da parte degli azzurri.

L'incognità è data dall'ambiente che il Napoli troverà in Spagna, dove tante italiane nel corso degli anni scorsi, ci hanno rimesso le penne. Se gli azzurri riusciranno a mantenere calma, ordine, giuste distanze tra i reparti e grande spirito di sacrificio, la velocità nel ribaltare l'azione potrebbe essere un fattore decisivo della sfida...anche perchè, ed ecco il bicchiere mezzo pieno, questo risultato costringerà i Sottomarini Gialli a cercare la vittoria, visto che il pareggio con gol qualificherebbe gli azzurri.

Sarà un inferno, sarà terribile, con i palazzi affacciati praticamente nello stadio ad appesantire ancora di più il fiato sul collo degli azzurri, sarà la "prova della morte", il "dentro o fuori" che potrebbe essere la più grande impresa del nuovo Napoli di De Laurentiis...e se così non fosse, grazie lo stesso, ragazzi!

Le pagelle di Napoli Villareal

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De Sanctis: 6,5 - Solo un paio di parate a terra su tiri ciabattati di Rossi e Nilmar nel primo tempo. Una respinta molto più impegnativa sul finale di gara contro  Borja Valero.

Campagnaro: 6,5 - Attento in difesa e spesso pronto ad affiancare Maggio sul centro-destra come mediano di spinta aggiunto.

Cribari: 6,5 -  Nonostante dalle sue parti girino clienti poco raccomandabili, riesce a tenere compatta la difesa e si nota solo per uno svarione sulla tre quarti avversaria...ma lì per fortuna non fa danni. Ingenuo sul finale di gara, in due occasioni: in una si lascia superare da Borja Valero che tira verso De Sanctis e poi si fa ammonire nei minuti di recupero per una strattonata al limite dell'area azzurra.

Aronica: 6 - Tonico e attento, ma Nilmar lo fa dannatamente soffrire nel primo tempo, costringendolo ad una profonda diagonale per contrare il tiro del brasiliano verso De Sanctis e nella ripresa dove due volte il brasiliano gli va via a centrocampo e lui si ritrova due gialli sul groppone che lo escluderanno dalla sfida in Spagna tra 7 giorni. Intanto però il suo sacrificio estremo evita pericoli alla difesa azzurra dal più talentuoso degli attaccanti del Villareal.

Maggio: 6,5 - Nel primo tempo scava un solco profondo sulla fascia con discese imperiose, anche se inizialmente con controlli di palla non sempre precisi, causa "chiavica Jabulani". Una spina costante nel fianco sinistro della difesa spagnola. Nella ripresa perde lucidità e cala di rendimento buttando un paio di palloni nel nulla.

Dossena: 5 - Partita a due facce: primo tempo con tanta corsa, ma poca qualità, senza riuscire a mettere palloni importanti in area. Nella ripresa sparisce totalmente dal campo. E' un giocatore che mostra sempre più un grande difetto strutturale, rimasto ormai dopo oltre un anno in azzurro, ossia la sua autonomia che raramente lo porta ad essere continuo per non più di 60 minuti. Il Zuniga degli ultimi tempi si lascia preferire di gran lunga al laterale di Lodi.

Gargano: 6 - Va spesso venire i brividi, nel primo tempo in appoggio non commette errori di rilievo ed è essenziale per creare col suo dinamismo la parità numerica a centrocampo. Ma poi cala nella ripresa, perde lucidità e Mazzarri giustamente lo toglie per dargli fiato e stavolta mostra di aver imparato la lezione abbracciando affettuosamente il Mister.

Yebda: 5,5 - Sempre pronto ad abbassarsi per farsi trovare libero dai centrali e avviare l'azione offensiva. Ovviamente non con qualità eccelsa, ma non è dai suoi piedi che deve passare la costruzione della manovra azzurra. Non commette clamorosi errori, ma alla lunga non riesce ad alimentare con ritmo l'azione azzurra come nelle sue serate migliori.

Mascara: 5,5 - L'impegno c'è, ma incide davvero poco sulla manovra offensiva azzurra.

Lavezzi: 6 - Perde qualche contrasto nella fase culminante dell'azione offensiva, ma nel primo tempo mette un paio di geniali verticalizzazioni per Cavani putroppo non sfruttate dal Matador. A lui si deve l'ammonizione di Capdevilla dopo un'ubriacante dribbling sul lato di Maggio, fattore tattico poi totalmente lasciato non sfruttato nella ripresa dove il Pocho si muove, con meno dinamismo e lucidità, sul lato di Dossena. Anche lui perde brillantezza e idee e per la manovra offensiva azzurra si fa notte fonda.

Cavani: 5,5 - Tanto impegno, anche con i soliti ripiegamenti difensivi, ma nel primo tempo, non trova il tocco decisivo su due palloni "di platino" messigli sui piedi dal Pocho, ma troppo veloci vista la leggerezza della "chiavica-Jabulani". Nella ripresa viene imbrigliato nella tattica del fuorigioco spagnolo di cui la beffa del gol annullato rappresenta il simbolo.

Hamsik: 5 - Ha oltre 30 minuti a disposizione ma si perde nel marasma azzurro della ripresa e non mette ordine, fosforo e fantasia che servirebbero come il pane.

Pazienza: 6 - Cerca di tenere in equilibrio un centrocampo che quando entra lui ha perso lucidità e distanze giuste.

Sosa: 5,5 - Anche lui non incide nei 15 minuti che Mazzarri gli mette a disposizione.

Mazzarri: 6,5 - Ottima organizzazione in fase di non possesso dove il tecnico addestra i ragazzi a chiudere ogni direttrice di passaggio, anche se nella ripresa i suoi perdono qualche distanza e lasciano qualche varco in più. Manca un pizzico di velocità e precisione in più, ma ricordiamo che in Europa League si gioca con "la chiavica" (cioè il Jabulani, il primo "non pallone" della storia del calcio). Tenta di scuotere la squadra con alcuni cambi nella ripresa, dove avrei provato a gettare nella mischia il dinamismo di Zuniga.

Arbitro: Clattenburg (ENG): 7 - Distribuzione oculata di falli e cartellini, non facile il compito dei guardalinee vista l'applicazione esasperata del fuorigioco da parte degli spagnoli. Talvolta fischiati quando non ci sono e talvolta non fischiati quando forse ci sono. Due dubbi su un braccio galeotto non troppo evidente di Gargano su una punizione spagnola al limite dell'area e, più evidente, su un cross di Dossena respinto in angolo con un braccio molto alto di Borja Valero. Complessivamente un buon arbitraggio.

martedì 15 febbraio 2011

Caso Lavezzi, prova televisiva ....o solo indizio?

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Chi vi scrive, oltre che appassionato di calcio, è anche, non per vantarmi perchè non credo di aver fatto nulla di speciale, un laureato in giurisprudenza per cui culturalmente formato a leggere con attenzione atti giuridici e (più o meno) capace di comprendere il senso delle argomentazioni di chi, come ad esempio, l'Avv. Chiacchio, è esperto in materia di diritto e giurisprudenza sportiva ed esercita con onore e valore questo mestiere da oltre 30 anni.

Per cui mi aiuto con le sue argomentazioni per cercare di evidenziare come e quanto gravemente sia attaccabile la sentenza del giudice sportivo Tosel che ancora una volta ha dimostrato, se non malafede, quantomeno una sconcertante, avvilente incompetenza e faciloneria dell'emettere il suo verdetto.

Andiamo per punti:

1) Su cosa il giudice deve pronunciarsi in caso di prova televisiva - Il giudice sportivo deve formare il suo convincimento, sembra semplice e banale dirlo, su quello che effettivamente si vede dalle immagini, nè più nè meno. La prova, per essere tale, ossia per dare la certezza che un certo fatto (in questo caso lo sputo di Lavezzi) sia effettivamente avvenuto, deve essere, come di ce il codice di giustizia sportiva "chiara" e "inequivocabile"


2) Le immagini acquisite sono "chiare" e "inequivocabili"? - Qui emerge il primo punto controverso della sentenza: i due "imputati" (Rosi e Lavezzi) sono stati accomunati nell'aver commesso entrambi lo stesso atto. Nel caso di Rosi effettivamente è lampante, evidente, chiaro e inequivocabile che parta uno sputo verso il Pocho e, in questo caso giustamente, il giudice sportivo evidenzia che "anche se il deprecabile intento non abbia raggiunto l'obiettivo" (osia, nel caso di Rosi, colpire Lavezzi) il gesto già di per sè giustifica la sanzione. Ma nel caso di Lavezzi lo sputo non si vede partire e non si ha la sensazione che Rosi tenti di scansarsi o, se colpito, di asciugarsi in qualche modo dal presunto sputo del Pocho. Quindi nel caso del Pocho le immagini:

  1. non sono "chiare" perchè si vede un movimento del corpo di Lavezzi verso Rosi in reazione allo sputo, ma non si vede partire alcuno sputo, perchè le immagini, essendo state riprese da molti metri di distanza dal fatto, sono sgranate e quindi, per loro natura, "poco chiare"
  2. non sono "inequivocabili", ma anzi al contrario danno adito a molte possibili interpretazioni del gesto del Pocho e quindi sono "equivocabili". Esempi:
 - il Pocho potrebbe aver detto a Rosi "figlio di puttana" in spagnolo. Ricordate quando nella finale del Mondiale del 90 a Roma l'Olimpico fischio l'inno nazionale argentino? Vi ricordate il labiale di Diego? "HIJOS DE PUTA! HIJOS DE PUTA!" Vi ricordate il movimento che fanno la bocca e le labbra per pronunciare questa frase? Ebbene quando dici PUTA sembra quasi che tu stia mimando uno sputo. Ora certo non è un comportamento ipoteticamente corretto da un punto di vista sportivo quello del Pocho, ma se anche il giudice si formasse il convincimento che il Pocho ha usato questo linguaggio, una eventuale sanzione difficlmente potrebbe superare una giornata di squalifica

- il Pocho potrebbe aver urlato qualcos'altro a Rosi o avergli fatto una smorfia aprendo la bocca: vedendo con attenzione le immagini ho notato un frame nel quale il Pocho apre la bocca in un modo che è compatibile con la pronuncia di un urlo o di una vocale aperta (tipo "a") piuttosto che uno sputo

- il Pocho potrebbe aver effettivamente sputato

Al mio paese, nonchè nel dizionario della lingua italiana, ma forse non in quello della lingua di Tosel, inequivocabile è un fatto o un evento che si presta ad una certa e precisa interpretazione e non a svariate.


3) La sentenza si presenta articolata in modo logico o contraddittorio? Qualunque sentenza, sportiva o di qualunque altro ordinamento giuridico, per essere inattaccabile deve essere logica in tutte le sue parti e non deve contraddirsi nè al suo interno nè rispetto alle norme in nome della quale viene pronunciata. Se tu, giudice sportivo, vuoi basare la tua sentenza su norme che richiedono "chiarezza" e "inequivocabilità", non puoi venirmi a descrivere con l'avverbio "presumibilmente" la circostanza che gli sputi abbiano raggiunto il bersaglio. Certo, giustamente, Tosel dice che non è necessario che lo sputo (come il pugno) vada a segno per qualificare il comportamento come sanzionabile e su questo sono d'accordo, ma il "presumibilmente", unito alla frase "Le immagini acquisite non consentono di determinare con assoluta certezza in che misura ed in quale zona del corpo [...] gli sputi abbiano effettivamente colpito il loro rispettivo destinatario" inculcano in chi legge il dubbio sulla qualità (e quindi sull'affidabilità...e quindi sulla chiarezza) delle immagini su cui stai formando il tuo convincimento.


4) La sentenza è coerente con gli orientamenti precedenti in materia da parte della giustizia sportiva? - L'avv. Chiacchio ha ricordato che lo scorso anno la Corte Disciplinare in appello annullo totalmente la sentenza di primo grado (indovinate di chi?) con la quale il calciatore del Torino Rolando Bianchi era stato sqaulificato perchè, ad avviso del nostro "fantasioso" e forcaiolo giudice sportivo, il labiale, in immagini per la verità molto più nitide di quelle relative al nostro caso, sembrava lasciar intendere che il calciatore del Torino avesse esclamato "Porco *IO!" . Ebbene l'avv. Chiacchio in appello argomentò che l'espressione del labiale si poteva prestare a molteplici interpretazioni (quanti di noi, credenti, per evitare di cadere nella bestemmia, ci rifugiamo in un più "educato" "Porco zio?". L'immagine, anche in quel caso, non era "univoca" ma si prestava a più possibili interpretazioni e quindi era "equivoca". La Corte Disciplinare sconfessò Tosel ribadendo il principio che una prova televisiva si può considerare tale quando permette di ricostruire un evento (testualmente) "al di là di ogni ragionevole dubbio".

Ora, possiamo considerare il comportamento del Pocho, viste le riflessioni sopra argomentate, come un comportamento univoco "al di là di ogni ragionevole dubbio?".

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PS: con queste argomentazioni, un giudice corretto e onesto come ha fama di essere il giudice della Corte Disciplinare, dovrebbe accogliere il ricorso del Napoli, se, come riteniamo, sarà argomentato più  meno come ho cercato di illustrarvi per cui, in caso di mancato o parziale accoglimento, sarà interessante valutare l'operato del legale di fiducia scelto dalla società azzurra, l'avvocato bolognese Mattia Grassani e capire quanto un eventuale respingimento del ricorso azzurro dipenda dalla carenza di argomentazioni della difesa azzurra o da un orientamento "politico" della Corte Disciplinare tale da arrivare a smentire il suo stesso precedente operato.

PPS: Lavezzi merita comunque, anche in caso di accogliemento del ricorso, ma ancor di più in caso di conferma della sentenza di primo grado, una lavata di testa e una multa pesantissima per il pregiudizio che il comportamento, per quanto scatenato da provocazione, può arrecare (in caso di rigetto del ricorso) o avrebbe potuto arrecare (in caso di accoglimento) in termini di danni per la classifica e per il presieguo della stagione del Napoli. In questo il Pocho, mi dispiace dirlo, si è dimostrato come e peggio del Quagliarella dello scorso anno e non vorrei che il Napoli subisse analoghi danni quest'anno.

PPPS: se è in atto una "manovra di palazzo" per frenare o danneggiare in qualche modo il Napoli lo scopriremo presto, già da domenica prossima col Catania: va ricordato però che nel disastroso, osceno arbitraggio di Bergonzi, sono state indovinate tutte le scelte relative agli episodi più importanti (rigore, gol sul rigore e fuorigioco di Zuniga sull'autogol) grazie al guardalinee di Bergonzi e che un paio di cartellini rossi si sarebbero dovuto sventolare equamente sotto il naso di azzurri (Dossena) e giallorossi (De Rossi), quindi non mi sentirei di dire che l'arbitraggio di Bergonzi, per quanto disastroso, sia stato orientato contro il Napoli. Ma Calciopoli ( e gli altri scnadali del passato ) ci hanno insegnato che, anche nel calcio Babbo Natale non esiste e che tenere gli occhi aperti fa sempre bene, come negli altri campi della nostra vita.

Venerdì sapremo e,,,a proposito...caro Mister, io Cavani, sa com'è?; visto che giochiamo tante partite, me lo risparmierei...si ricorda che è diffidato, no? E si ricorda cosa ci sarà dopo Napoli-Catania? Fidarsi è bene, ma non fidarsi...ci siamo capiti, Mister?

sabato 12 febbraio 2011

Serie A 2010-11: 25ª - Roma-Napoli 0-2

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Roma piagnona...e Napoli vola!

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Una partita a tratti tecnicamente inguardabile, specie nella prima mezz'ora di gioco dove Bergonzi riesce a tenere a bada a fatica le continue proteste giallorosse che, pare, stando a sentire le prime notizie nel post-partita, nascano da uno sputo di Lavezzi a Rosi a palla lontana durante la prima metà del primo tempo, in reazione a analogo sputo di Rosi al Pocho.

I giallorossi, già in evidente crisi tecnica e tattica, tesi per trovarsi nella condizione di ultima spiaggia per la lotta scudetto, diventano ancora più rabbiosi e meno lucidi e il Napoli, che inizia timoroso e commette tantissimi errori di appoggio anche banali, comincia a crescere e a trovare un assetto tattico sempre più convincente.

Confesso che un'ora prima della partita mi trovo nella confusione più totale! Ancora non riuscivo a capire se la Roma giocava a due o a tre davanti, con o senza Borriello, con o senza Totti, con o senza Vucinic...alla fine Ranieri sceglie Borriello e Vucinic e qui, forse, già compie il primo errore tattico, perchè Borriello rappresenta quel punto di riferimento offensivo su cui Cannavaro va a nozze e che il Napoli temeva di non trovare e perchè Vucinic svaria sulle due fasce ma lontanissimo dall'area di rigore e tagliato fuori dalla gabbia difensiva che Mazzarri gli prepara sui due lati.

E a proposito di lati, gli azzurri dominano sul lato di Maggio, dove Riise fa una fatica dannata a tenerlo nelle sue incursioni offensive e dove appena Zuniga rileva Dossena, la Roma non trova più alcuno sbocco sulle fasce.

In mezzo al campo la Roma denuncia assoluta povertà di idee, lentezza nella manovra e i due mediani azzurri riescono a chiudere tutti i varchi.

La Roma quindi mantiene uno sterile possesso di palla, soffocata dal pressing azzurro e il Napoli riparte appena può, specie con Maggio. Crea tante situazioni pericolose sottoporta, manca il gol di un soffio creando più volte il panico nella incerottata difesa giallorossa.

Il primo tempo si chiude con la sensazione di una Roma in grossa difficoltà e con il Napoli che ai punti già meriterebbe la vittoria, ma l'equilibrio si rompe subito nella ripresa grazie al rigore ottenuto da Hamsik.

A quel punto i giallorossi si spingono sempre più nella metà campo azzurra e il Napoli ha occasioni a volte colossali per chiudere il match (ah, Lavezzi!!!), poi finalmente il Matador chiude il discorso e lancia gli azzurri, solitari, all'inseguimento di un Milan che stasera si è "allenato" col Parma stritolandolo con una facilità imbarazzante.

Oggi come allora, come quel lontano 26 ottobre 1987, quando Maradona espugnò l'Olimpico lanciando gli azzurri all'inseguimento di una Juve che allora dominava il calcio italiano e che il Napoli avrebbe affrontato due settimane dopo a Torino, così stasera il Matador lancia gli azzurri all'inseguimento del Milan, che ci aspetta tra due settimane.

Coltiviamo i nostri sogni e vada come vada...sarà comunque un successo! Gli azzurri per noi hanno già vinto, regalandosi e regalandoci serate ed emozioni indimenticabili come questa...e allora sosteniamoli, sempre, al di là del risultato!

Forza Napoli!

Le pagelle di Roma Napoli

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De Sanctis: 7 - Paratissime su Vucinic lanciato a rete e su Menez da fuori, poi grande attenzione e interventi (quasi) di ordinaria amministrazione.

Campagnaro: 7 - Buona forma fisica, qualche piccola sbavatura, ma immenso, insuperabile combattente.

Cannavaro: 7,5 - Non trema mai contro Borriello e lo contiene fino ad annullarlo...e chiude la sua partita capolavoro con un assist al bacio per il sigillo-vittoria del matador.

Aronica: 6,5 - Qualche volta in affanno, nel primo tempo, specie quando si ritrova Vucinic dalle sue parti. Poi crescono gli azzurri e cresce anche Totò che difende senza soffrire fino a spingersi in avanti per far uscire la squadra dallo sterile assedio giallorosso.

Maggio: 8 - Il migliore degli azzurri, fisicamente in stato di grazia, divora la fascia e le sue incursioni in area vengono provvidenzialmente chiuse dai difensori giallorossi. Riise fa una fatica immane a tenerlo. Nella ripresa copre anche in difesa, sacrificandosi e aiutando i compagni.

Dossena: 4,5 - Inguardabile! Nervosissimo, si fa ammonire e rischia l'espulsione, litiga continuamente con Taddei, poco lucido in fase offensiva. Mazzarri fa benissimo a toglierlo per evitare ulteriori guai al laterale azzurro e alla squadra.

Zuniga: 7 - Entra in un clima torrido, ma dimostra subito che in questo momento è due spanne sopra Dossena, anche giocando sulla fascia non sua. Difende con grandissima freddezza, si propone ai compagni in difficoltà, sa sempre cosa fare con grande tranquillità, costringe persino all'autorete Cassetti, peccato che il colombiano sia scattato troppo presto, ma non importa. Il colombiano merita in questo momento il posto da titolare!

Pazienza: 6,5 - Alterna salvataggi provvidenziali a piccole sbavature in fase di costruzione della manovra. Nella ripresa sale in cattedra difendendo a corpo morto su tutto e tutti, chiudendo, anzi, sigillando il centrocampo azzurro assieme a un rinato Gargano.

Gargano: 8 - Primo tempo in cui mostra di stare un po' meglio delle ultime partite, alternando anche stavolta qualche errore pacchiano in fase di costruzione della manovra, ma tanta corsa e tanto impegno...ma il suo capolavoro lo fa nella ripresa: sale vertiginosamente di giri ed efficacia, pressa fino alla morte su tutto e tutti, si attacca alle caviglie di Menez e lo annulla totalmente dal campo, prende palla e non la spreca mai, pressa quando la squadra è troppo bassa e rilancia l'azione. Un secondo tempo me-mo-ra-bi-le!

Hamsik: 6,5 - Di nuovo a intermittenza e la manovra azzurra trova meno sbocchi e meno conclusioni di quanto potrebbe con un Marek più presente. Non a caso a volte il Napoli fa fatica a ripartire come sa anche nelle situazioni di campo aperto, dove un Marek al 100% si muoverebbe alla grande. Nella ripresa entra più nel gioco e si procura il rigore che spezza l'equilibrio dell'incontro.

Yebda: 6 - Ancora un cambio nel posto giusto, al momento giusto:  nella fase più difficile, in vantaggio di un gol, ma con la Roma che assedia gli azzurri, Mazzarri lo lancia nella mischia per rendere il compito giallorosso impossibile...e infatti con il franco-algerino in campo gli azzurri chiudono i conti.

Lavezzi: 7 - Ancora una volta mi lascia perplesso, sta meglio fisicamente e partecipa di più al gioco rispetto a domenica scorsa, ma è nervoso e talora poco lucido nel momento dell'ultimo passaggio...e nella ripresa spreca la più colossale delle occasioni! Mi dà l'impressione che, a differenza, ad esempio, di un Maggio, a lui manchi, già da alcune settimane, qualche giro nel suo fantastico motore. A lui però si deve il geniale avvio dell'azione dell'1 a 0 (la verticalizzazione per Hamsik) e quella del 2 a 0 con il colpo di testa a seguire che imbecca Cannavaro per il successivo assist a Cavani.

Cavani: 7 - Anche lui molto nervoso, nel primo tempo spreca un paio di buone situazioni e si guadagna la sufficienza per un paio di generosissimi e importanti rientri difensivi con la squadra sbilanciata in avanti. Nella ripresa segna con freddezza il rigore del vantaggio e dà il colpo di grazia alle ambizioni giallorosse con una acrobazia. Avete capito allora chi era il bomber da 20 reti di cui parlava De Laurentis?

Mascara: SV - Entra negli ultimi minuti e non incide sul match.

Mazzarri: 8 - Mette in campo una squadra appannata in qualche suo uomo importante. A inizio secondo tempo, visto l'ingresso di Menez, riflette sulle difficoltà del settore difensivo sinistro dove Aronica e, soprattutto, Dossena sono già ammoniti e toglie Dossena per Zuniga....e le difficoltà si riducono sensibilmente. Anche gli altri cambi indovinati nei tempi e negli uomini, riesce a ridurre il potenziale offensivo giallorosso a due soli tiri in porta.

Arbitro: Bergonzi: 5 - Roma piagnona lo assedia di proteste e lui, arbitro da sempre con poca spina dorsale e molto casalingo (tanto da essere l'unico nella storia del calcio ad aver assegnato due rigori al Napoli contro la Juve qualche anno fa), ascolta mooolto le proteste giallorosse, indugiando su alcuni interventi scorretti dei giallorossi (vedi Simplicio) e invece ammonendo in situazioni simili i difensori azzurri. Appare troppo condizionato e condizionabile e lascia troppo spazio a risse, scaramuccie e proteste, rendendo a tratti inguardabile la partita. Nella ripresa "indovina" la decisione sul rigore e continua a sventolare cartellini in modo a volte discutibile, ignorando invece a volte falli anche duri, specie di frustrazione, specie nella fase finale dove i giallorossi si rendono conto di aver perso. Alla fine 35 falli e 9 ammoniti...conduzione che non passerà alla storia, ci sarebbe voluto ben altro polso. Meno male che gli azzurri escono con pochi danni!