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domenica 31 gennaio 2010

Una pioggia...di occasioni!

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Se penso al Napoli di Marassi del girone di andata e guardo la prestazione di questa sera degli azzurri, devo considerarmi totalmente soddisfatto...a parte il risultato.

E' mancato solo il gol, ma sono convinto, come Mazzarri, che continuando a offrire prestazioni di questo spessore, le soddisfazioni e le vittorie potrebbero essere ancora tante.

Non abbiamo segnato per vari fattori: un Genoa totalmente chiuso nella sua tre quarti, in alcuni momenti un po' troppa foga nella manovra con poca lucidità sotto porta (vedi le occasioni di Denis), in altri la voglia di arrivare in porta col pallone, mentre con un terreno così e un Amelia autore di un primo tempo disastroso ma di due parate decisive nel secondo si sarebbe dovuto tentare più volte il tiro da lontano. E ancora un Maggio e un Quagliarella sotto tono e infine un arbitro (Morganti) non al'altezza della serata, anche se, pochi lo hanno notato, ma ha graziato Aronica (ammonito per una tacchettata a gioco fermo che avrebbe meritato il rosso) e Quagliarella (nervosissimo, il quale già ammonito, in un'occasione successiva ha allontanato il pallone a gioco fermo).

Nonostante un clima infame e un terreno di gioco pesantissimo, i pesi leggeri azzurri hanno disputato comunque una partita di straordinaria intensità e continuità riuscendo nell'impresa di non far mai essere pericoloso il Genoa e, soprattutto, portando a 540 minuti (cioè ben 6 partite intere!) l'imbattibilità di De Sanctis che questa sera ha stabilito un record nella storia del Napoli, ossia la più lunga imbattibilità interna, superando un mito come "Giaguaro" Castellini.

Altri record (quello di Sentimenti per il Napoli negli anni 40 di circa 800 minuti e quello di Sebastiano Rossi, record italiano assoluto) sono per il momento ancora lontani, ma in un campionato di equilibrio e difese "allegre", questo è un primato che, anche se dovesse terminare presto, fa comunque sensazione. Anche stasera, con un Napoli costantemente proiettato in avanti alla ricerca spasmodica del gol, la fase difensiva azzurra è stata straordinaria: ancora bene Grava, benissimo Campagnaro, addirittura monumentale Cannavaro che avrebbe anche meritato il gol su una splendida incursione offensiva chiusa con un tiro dalla distanza che ancora adesso fa tremare la traversa!

E a centrocampo le solite luci e ombre per Gargano e Hamsik, mentre brilla la stella nascente di Cigarini, alla prova del fuoco in mezzo al campo, dove offre non solo qualità e protezione alla difesa, ma anche lotta costante e tante palle recuperate. Per lui soltanto una prima mezz'ora di "ambientamento" in cui insiste troppo con verticalizzazioni precipitose, poi capisce che deve giocare più palla a terra e cucire il gioco anzichè "strapparlo" con continui ma inutili lanci in profondità.

Sulle fasce Maggio in crisi (problemi fisici, poi sostituito da un discreto Zuniga), Aronica, miracolato da Morganti, per il resto autore di un'altra prestazione eccellente, retrocesso poi al posto di Grava sulla linea dei centrali con l'ingresso di Dossena, il quale si è mostrato ancora più tonico, direi ormai quasi all'80% della sua forma ottimale.

In attacco Denis spreca in fase conclusiva ciò che riesce a crearsi con movimenti tatticamente molto intelligenti, Quagliarella e Hamsik spesso poco lucidi e incisivi.

Con l'ammonizione rimediata stasera, Aronica dovrebbe essere squalificato per la trasferta di domenica prossima a Udine e, vista la prestazione di stasera, potrebbe essere la volta di Dossena dal primo minuto.

Certo se il Napoli riuscirà a ripetere la prestazione di stasera, domenica prossima si potrebbe assistere ad una impresa storica, ossia eguagliare (con 16 risultati utili consecutivi) il record assoluto del Napoli del secondo scudetto di Bigon (1989-90).

E dire che, qualche settimana dopo l'arrivo di Mazzarri, pensando a quella lunga imbattibilità che, nel campionato di serie B, ci portò da un anonimo centro classifica alle primissime posizioni, scrissi che per dare una svolta al campionato il Napoli avrebbe dovuto tentare di vincere molto in trasferta e magari riuscire a fare una lunga serie positiva.

Non sono un mago...le mie erano solo speranze unite a semplici "calcoli" di come generalmente si può raddrizzare un inizio di campionato disastroso: il merito è tutto dei ragazzi e di Mazzarri. Certo negli ultimi tempi, come era prevedibile, il Napoli "leggero" sta soffrendo, come è sempre accaduto dal ritorno in serie A, i freddi e piovosi mesi invernali, ma chiudiamo questo mese di gennaio comunque con un bilancio molto più positivo degli anni precedenti, con due pareggi in casa compensati però da due vittorie in trasferta, quindi ben 11 punti in 5 partite...e anche questo è un risultato straordinario!

Intanto lunedì si chiude il mercato: un movimento in entrata, finora, necessario e a mio avviso azzeccato sia tecnicamente che economicamente (ricordo che Dossena è stato preso a 3,7 milioni di euro, ben di meno dei 5 milioni inzialmente preventivati) e buoni e ragionevoli movimenti in uscita con una novità rispetto agli anni precedenti dove i prestiti o non si riuscivano a chiudere oppure si chiudevano sistematicamente a titolo gratuito. In questo mercato il Napoli è riuscito a concludere quasi tutte le sue cessioni a titolo oneroso e, in un momento di crisi come questo, lo considero un ottimo risultato.

Sono d'accordo con tutte le cessioni avvenute finora, considerando le motivazioni per cui sono state fatte e considererei estremamente positivo il mercato in uscita se si riuscissero a sistemare anche Rullo e De Zerbi.

Sono solo perplesso per l'esiguità numerica a centrocampo e in attacco: è vero che abbiamo solo il campionato, ma da qui a maggio non ci sarà un attimo di respiro e temo che infortuni o squalifiche possano vanificare gli straordinari risultati (e la straordinaria classifica) che ancora oggi possiamo vantare.

Vedremo se e come la società interverrà...basterà aspettare poco perchè lunedì la giostra si chiude e in settimana faremo un ulteriore commento su questa sessione di mercato.

Chiudo con una postilla dedicata al Bari: l'ho visto e con grande piacere da appassionato di calcio molte volte quest'anno e mi ha sempre impressionato, ma stasera, di fronte ad un Palermo guidato da un grande nuovo talento come Pastore, autore di giocate deliziose e di un gol meraviglioso, la squadra di Ventura ho sciorinato calcio di assoluto valore tecnico e spettacolare. Dispiace pensare (e stasera anche Ventura lo ha fatto capire implicitamente, parlando di "treni passati che non tornano più") a cosa Ventura avrebbe potuto fare qui in un ambiente e in una fase storica migliore.

Quel Ventura fece il possibile ma il materiale umano era davvero scadente e poi l'ambiente e la società persero fiducia in lui, peccato, però!

Ritengo che, Napoli a parte, il Bari sia la vera e assoluta rivelazione del campionato, con alcuni talenti di grandissima prospettiva, come il centrale Bonucci (oggi in gol), l'altro centrale infortunato, Ranocchia, l'attaccante Barreto, dispensatore di gol e assist di grande pregio, e l'esterno onduregno, velocissimo, Alvarez, che oggi ha distrutto la fascia sinistra del Palermo.

E tutto ciò contro un Palermo reduce da 5 vittorie e 2 pareggi! Ecco un altro segnale, chiaro, di quanto sia difficile ed equilibrato il campionato di quest'anno...ed ecco perchè l'imbattibilità del Napoli rappresenta, comunque vada domenica prossima, un'impresa straordinaria!

Serie A 09/10 - 22ª - Napoli-Genoa 0-0

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domenica 24 gennaio 2010

Van Maggen!!

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30 punti in 14 partite, 8 vittorie e 6 pareggi, nessuna sconfitta. Nelle ultime 5 partite, 4 vittorie (di cui 2 su 2 in trasferta) e 1 pareggio, 7 gol fatti e nessuno subito, 2 rigori consecutivi parati da De Sanctis.

Quarto posto in classifica con 3 punti di vantaggio sulla quinta e ben 6 sulla settima, il che vuol dire stare con due piedi in zona Europa. Vittoria esterna, oggi, senza gli attaccanti titolari.

Le parole sembrano sempre più superflue di fronte a numeri, prestazioni e imprese del genere, che vanno al di là di ogni più rosea immaginazione.

Temevo tantissimo la trasferta di Livorno, non tanto per il valore oggettivo dei nostri avversari, quanto piuttosto per una serie di fattori alla viglia sfavorevoli: la bravura di Cosmi nel motivare squadre e atleti anche "putrefatti" (come direbbe Rambone), lo stress di una ormai lunghissima e incredibile imbattibilità (sia di partite che di gol), le assenze di Quagliarella e Lavezzi, le condizioni non ottimali di Bogliacino (rimasto a casa), Dossena (in panchina) e Campagnaro (in campo), l'incognita Cigarini, posizionato "alla Hamsik".

Mazzarri e la squadra sono riusciti ad essere più forti di tutto e di tutti, aggredendo il Livorno nella prima mezz'ora, soffrendo nei successivi quindici minuti, ma trovando, sempre grazie ad una pressione alta fin sulla tre quarti, un gol che a tutti ha ricordato subito il mitico gol di Van Basten nella finale europea dell'88 contro l'Unione Sovietica.

Secondo tempo dove il Livorno in modo a tratti commovente ha cercato di aggredire gli azzurri, a volte riuscendoci, ma non riuscendo però a trovare il gol nemmeno su rigore ed esponendosi ad una serie di ripartenze dove solo una serie di imprecisioni nell'ultimo passaggio hanno impedito agli azzurri di chiudere prima la partita.

Finchè
Cigarini ha dato prova di essere un giocatore di classe e intelligenza purissima, dimenticando la colossale occasione fallita per il fallo di mano del portiere livornese De Lucia che ha stoppato fuori area con le mani un suo pallonetto diretto in porta e capendo subito che avrebbe potuto far gol mirando sul palo del povero portiere improvvisato Marchini. Una scelta lucida, presa a sangue freddo, dopo ben 90 minuti di battaglia, quindi dimostrando intelligenza e tecnica superiori.

Ancora il collettivo sugli scudi, un collettivo che esalta gli operai come Aronica (solito prezioso equilibratore tattico tra attacco e difesa, suo l'assist per la perla di "Van Maggen"), Cannavaro (che ha lottato ferocemente con Lucarelli, limitandolo quasi del tutto), Campagnaro (solito muro capace spesso anche di appoggiare l'azione offensiva), Grava (monumentale anche oggi, ancora una prestazione mostruosa di anticipi quasi tutti senza fallo e grande senso tattico nell'equilibrare il pacchetto dei centrali), Pazienza e Gargano (ormai i Mogol-Battisti del nostro centrocampo, quasi impensabili l'uno senza l'altro, anche se domenica Michele dovrà prendersi un turno di riposo forzato per squalifica), Denis (solito combattente).

Un collettivo che esalta i suoi campioni, come De Sanctis e Maggio, che mettono una firma decisiva sulla vittoria e il già citato Cigarini, penalizzato nelle mie pagelle del girone di andata, ma da me, anche in quella sede, ritenuto talento assoluto e giocatore incedibile, che oggi ha fatto finalmente vedere a tutti quali potenzialità potrebbe far "esplodere" nei prossimi anni in azzurro, uno che dobbiamo tenerci stretto per il Napoli dei successi di domani.

Benino Hamsik, che però continua a litigare col gol, e Dossena, che oggi ho visto già molto più tonico e presente nella manovra: rispetto a domenica scorsa nulla di eccezionale in assoluto, ma evidenti passi avanti sul piano fisico e tattico in un momento in cui la partita era ancora tutt'altro che vinta.

E ora un altro scontro per l'Europa, sabato sera al San Paolo, che tra l'altro farà seguito ad un'altra partita importantissima come Cagliari-Fiorentina e che precederà un altro incontro importante col Palermo impegnato nel fortino della rivelazione Bari. Un altro tabù da sfatare, visto che il Napoli, da quando è tornato in serie A, le ha sempre prese più o meno sonoramente dalla squadra di Gasperini, un altro incontro temibile, in cui Mazzarri potrà contare sul rientro di Quagliarella, ma dovrà reinventare il centrocampo.

Asticella della difficoltà ancora più alta, visto che oggi, pur tra le tante assenze, Mazzarri è riuscito a mantenere integro l'assetto delle linee di difesa e centrocampo, mentre sabato prossimo dovrà sostituire Pazienza, forse proprio con Cigarini, che sembra l'unico candidato alla sostituzione del mediano foggiano.

Mi immagino che Mazzarri aspiri ad avere Maggio e Dossena al meglio della forma per poter limitare la pericolosità offensiva degli esterni genoani e costringerli ad una gara prettamente difensiva.

E' difficile immaginare quanto il Napoli possa continuare così (oggi si è vista una squadra fisicamente in progresso rispetto a domenica scorsa), è difficile anche capire davvero quale sia l'approccio attuale della società rispetto al possibile discorso europeo. Certo il ragionamento di Mazzarri (sfoltimento della rosa troppo abbondante rispetto alle esigenze attuali) non è privo di senso, ma finora lo sfoltimento sembra andare nella direzione di cedere anche giocatori di un certo spessore (Datolo, per non tenerlo scontento qui in panchina col rischio di far saltare a lui i mondiali e al tecnico lo spogliatoio, Contini, che sembra avviato verso la Spagna), piuttosto che di quei "pesi morti" con ingaggi spropositati rispetto al loro valore (Amodio, Rullo, De Zerbi), obiettivamente però difficili da "piazzare". Giudicherei già buono il mercato di gennaio del Napoli se Bigon riuscisse a concludere queste cessioni. Per il resto è vero che potrebbe tornare utile qualcosa sia centrocampo (un buon cambio per Pazienza e Gargano) e in attacco (un'altra prima punta di peso, disposta anche a fare panchina), ma il mercato di gennaio non è paragonabile, come rapporto qualità/prezzo, a quello di giugno e l'impressione è che il Napoli stia conservando energie economiche per compiere due o tre colpi di notevole livello per il mercato estivo.

Certo De Laurentiis continua a dire ostinatamente che il mercato in entrata per gennaio è chiuso ma nell'ultimo anno a dichiarazioni simili sono seguiti, da Quagliarella in poi, acquisti di grande valore, non ultimo Dossena.

Concludo con un piccolo pensiero per Cosmi: mi dispiace per lui, per la simpatia umana e la stima come allenatore che provo per lui. Temo che se lui va via, il Livorno rischia un crollo verticale e diretto verso la serie B.

Ma meno male che noi abbiamo ben altri pensieri!

Serie A 09/10 - 21ª - Livorno-Napoli 0-2

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mercoledì 20 gennaio 2010

La FIFA omaggia il Napoli

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Il Napoli omaggiato nientemeno che dalla FIFA sul suo sito ufficiale. Un omaggio prestigioso che ci riempie di orgoglio.Ecco il testo originale e una spero abbastanza plausibile traduzione.

Mazzarri guiding Neapolitan climb

(FIFA.com) Tuesday 19 January 2010
Napoli have turned their season around after a worrying start, going from relegation candidates to serious contenders for a UEFA Champions League place in the space of three short months. Now lying fourth in Serie A following a club-record run of 13 games without defeat, including seven wins and six draws, the southerners are finally tapping the potential of a side packed with talent and coached by the unconventional Walter Mazzarri.

Another key figure in the Neapolitan revival has been president Aurelio de Laurentiis, who saved the club from bankruptcy and has opted for a policy of gradual development rather than extravagant spending. His judicious dealings in the transfer market led to the arrival of Slovakian attacking midfielder Marek Hamsik and the Argentinian twosome of Ezequiel Lavezzi and German Denis for a total outlay of less than €20m. The successors of the Ma-Gi-Ca triumvirate formed by Diego Maradona, Bruno Giordano and Careca some 20 years ago, it is no surprise that the carefully assembled trio are now catching the attention of some of Europe’s biggest clubs.

Success has not come easy for the men in blue, however, with the president having struggled to find a coach able to fulfil his lofty ambitions. Roberto Donadoni’s failure to build on the foundations laid by previous incumbent Edoardo Reja had De Laurentiis casting his net once more in search for the right man.

He appears to have found him in Mazzarri. When the 48-year-old slipped into the hot-seat on 18 October, Napoli were struggling in 15th place with only seven points to their name. “It was time to move on to a second phase,” said the president when unveiling his new appointment, a free-thinker who has been reluctant to outstay his welcome in his previous managerial posts.

This team still hasn’t realised what it’s capable of. I’m convinced we can grow quickly and achieve even bigger goals in the future.
Napoli coach Walter Mazzarri

A hard-working midfielder in his playing days, which began with him being hailed as the new Giancarlo Antognoni, Mazzarri turned out for 12 teams in all before going into coaching in 1996. He seems certain to surpass that tally in his managerial career, having held the reins at nine different clubs already. Intriguingly, he has yet to be sacked, moving from one post to another of his own volition, in an ongoing search for new experiences and adventures.

The nomadic tactician has imposed his tactical philosophy at the Stadio San Paolo, opting for a three-man defence and asking his well-staffed midfield to press high up the pitch. “We want to neutralise our opponents’ attacks by doing what Barcelona do,” he has said, revealing the secret of his side’s success.

Mazzarri has also demanded that his players fear their opponents and remain humble at all times, a call that seems to have been heeded, with Napoli having climbed their way up the table in quietly confident fashion.

The leaders of this unassuming but solidly constructed pack are international goalkeeper Morgan de Sanctis, forward Fabio Quagliarella, who is staking a claim for a place in Italy’s squad for the 2010 FIFA World Cup South Africa™, and captain Paolo Cannavaro, the younger brother of Fabio. The Neapolitans also have a sprinkling of young stars on their books, among them midfielder Luca Cigarini, while full-back Andrea Dossena has just arrived from Liverpool.

Yet as far as Mazzarri is concerned, this is only the beginning. “This team still hasn’t realised what it’s capable of," he said. "We’re still making schoolboy mistakes, but that’s understandable when you look at the average age of the squad. We need to look very hard at ourselves without searching for easy excuses, and I’m convinced we can grow quickly and achieve even bigger goals in the future.”

Given Napoli's current rate of progress, Mazzarri’s lofty targets could be fulfilled sooner rather than later.

* * *

Il Napoli ha trasformato la sua stagione, dopo una partenza preoccupante, da candidato alla retrocessione a serio contendente per un posto in UEFA Champions League nel giro di appena tre mesi. Ora occupa il quarto posto in Serie A grazie a un record di 13 partite senza sconfitte, di cui sette vittorie e sei pareggi, i meridionali sono finalmente riusciti a sfruttare un potenziale ricco di talento e allenato da un Walter Mazzarri non convenzionale.

Un'altra figura chiave della rinascita napoletana è stato il presidente Aurelio de Laurentiis, che ha salvato il club dal fallimento e ha optato per una politica di sviluppo graduale, piuttosto che spese stravaganti. Il suo giudizioso operato nel mercato ha portato l'arrivo del centrocampista offensivo slovacco Marek Hamsik e la coppia argentina Ezequiel Lavezzi / German Denis per un esborso totale di meno di 20 milioni di euro.

Non c'è da meravigliarsi che il nuovo trio assemblato con cura, i successori della Ma-Gi-Ca, triumvirato formato da Diego Maradona, Bruno Giordano e Careca circa 20 anni fa, ora cattura l'attenzione di alcuni dei più grandi club d'Europa.

Il successo non è stato facile per gli azzurri, tuttavia, con il presidente che ha faticato a trovare un allenatore in grado di soddisfare le sue ambizioni alte. Dopo il fallimento di Roberto Donadoni nel costruire sulle basi gettate da Edoardo Reja, De Laurentiis ha lanciato la sua rete una volta di più alla ricerca dell'uomo giusto.

E l'uomo giusto sembra essere Mazzarri. Quando il 48enne sedette sulla bollente panchina napoletana il 18 ottobre, il Napoli lottava al 15 ° posto con soli sette punti per il suo nome. "Era il momento di passare a una seconda fase," ha detto il presidente, svelando la sua nuova nomina.

Questa squadra non ha ancora capito che cosa è capace. Sono convinto che possiamo crescere rapidamente e di raggiungere obiettivi ancora più grandi in futuro.
L'allenatore Walter Mazzarri

Un duro centrocampista di lavoro nella sua carriera da giocatore, quando veniva salutato come il nuovo Giancarlo Antognoni, Mazzarri giocò in per 12 squadre prima di cominciare ad allenare nel 1996. Sembra certo nella sua carriera di allenatore, dopo aver tenuto le redini di nove club diversi, possa migliorare quanto fatto da giocatore. Curiosamente, non è ancora stato mai licenziato, si sposta da un posto ad un altro di sua spontanea volontà, in una continua ricerca di nuove esperienze e avventure.

Il tattico nomade ha imposto la sua filosofia tattica allo Stadio San Paolo, optando per una difesa a tre e chiedendo al suo centrocampo di mantenere ritmi alti. "Vogliamo neutralizzare gli attacchi dei nostri avversari, un po' come fanno al Barcellona," ha detto, rivelando il segreto del successo della sua squadra.

Mazzarri ha anche chiesto che i suoi giocatori temano i loro avversari e restino umili in ogni momento, un invito che sembra essere stato ascoltato.

Il leader di questo modesto ma solidamente costruito insieme sono alcuni nazionali come il portiere Morgan De Sanctis, l'attaccante Fabio Quagliarella, che si gioca un posto in nazionale per la Coppa del Mondo di quest'anno, e il capitano Paolo Cannavaro, fratello minore di Fabio. I napoletani hanno anche una spolverata di stelle giovani nel loro organico, tra i quali il centrocampista Luca Cigarini, mentre il terzino Andrea Dossena è appena arrivato da Liverpool.

Eppure, per quanto Mazzarri sia interessato, questo è solo l'inizio. "Questa squadra non ha ancora capito che cosa è in grado di poter fare", ha detto. "Stiamo ancora facendo errori ingenui, ma questo è comprensibile se si guarda l'età media della squadra. Abbiamo bisogno di guardare molto a noi stessi senza cercare scuse facili, e io sono convinto che possiamo crescere rapidamente e raggiungere obiettivi ancora più grandi in futuro. "

Dato l'attuale livello di questo Napoli, si tratta di obiettivi alti che Mazzarri potrebbe soddisfare il più presto possibile.




* * *

A parte la mia discutibile traduzione, niente male, eh?

Forza Napoli!! Sempre più FIFA, mi raccomando!


lunedì 18 gennaio 2010

I giorni dell'Ors...ato

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Quelli che masticano di mercati finanziari e di Borse, sanno che quando le cose vanno bene e le Borse tirano, si parla dei giorni del Toro, mentre quando ci sono i periodi bui, si parla dei giorni dell'Orso.

Anche il Napoli, pur non ancora quotato in Borsa, dopo aver vissuto i gagliardi giorni del Toro, stasera si è trovato di fronte a un classico giorno dell'Orso...o meglio, dell'Orsato.

Quest'arbitro, senza voler sconfinare troppo in scaramanzie, non ci ha mai portato troppa fortuna. "In nomen omen" dicevano i latini, nonchè una simpatica rubrica moderna di quei matti a piede libero di Dose e Presta del Ruggito del Coniglio, trasmissione ormai storica di Rai Radio Due.

Quei nomi, o quei cognomi, che racchiudono un po' un destino: così quando il Napoli incontra Orsato, sa che rischia giorni di Orso, giorni di magra, giorni di sofferenza. E attenzione, miei cari lettori, è vero che Orsato ha "toppato" la valutazione del contrasto tra Rinaudo e Cavani, ma ci è andata di lusso sia perchè un altro arbitro avrebbe anche potuto espellere Rinaudo, sia perchè nel secondo tempo, c'è stato un contrasto ancora in area azzurra, tra Pazienza e Simplicio che, non soltanto a mio avviso, era fallo da rigore.

Insomma, considerando i presupposti, nonchè gli errori di valutazione di Orsato, a favore e contro, direi che ci è andata pure bene e sono d'accordo con Umberto Chiariello che questa sera a Campania Sport ha definito il pareggio di stasera col Palermo un punto d'oro.

E poi ha avuto ragione Reja, che, come ho ricordato anche in settimana, quando il Napoli giocava due partite consecutive in casa, diceva sempre che statisticamente è quasi impossibile riuscire a vincere due partite consecutive in casa a distanza di otto giorni. E così è stato anche stavolta...

Dunque a conti fatti, un punto d'oro perchè se avessimo perso lo scontro diretto, saremmo stati risucchiati dai rosanero nel gruppone in lotta per l'Europa e avremmo smentito chi, all'interno e all'esterno del Napoli, ci ha detto in settimana che la sconfitta di Torino è stata solo un episodio.

Guardando alla partita, e alla poca qualità della manovra, mi ha colpito la prestazione di Maggio che, a mio avviso, nel Napoli di Mazzarri, è il termometro della salute della squadra: se la squadra è lucida, corre e fa correre la palla, nel Napoli di Mazzarri, Maggio riceve palla sulla fascia in corsa e diventa devastante. Se la squadra fatica e cammina, Maggio riceve palla da fermo a centrocampo e deve lui iniziare a correre con la palla al piede. Non essendo Garrincha, spesso il nostro generoso gladiatore rimedia figure meschine andando a sbattere contro gli avversari o contro...le linee del campo. Stasera sembrava il Maggio dei tempi bui di Reja, palla al piede a infilarsi nei vicoli ciechi della difesa avversaria.

Ed ecco quindi spiegate alcune delle difficoltà poi riscontrate in zona gol.

Intanto guardiamo il calendario,magari quello simpatico del Napoli che ho qui nella mia stanza mentre scrivo queste righe e, mi rivolgo a chi ha un po' di pazienza, andiamoci a rileggere i pronostici sulla stagione pubblicati su questo blog da chi scrive, alla chiusura del mercato di agosto.

Siamo a metà gennaio, in inverno, i campi sono sempre più pesanti e una squadra dal telaio leggero come il Napoli, che ha già sofferto nei suoi primi due inverni in serie A, che viene tra l'altro da una serie positiva che comincia a farsi "infinita", in questo momento comincia a sentire la fatica del vento che cambia, dove correre e sviluppare un gioco in velocità con uomini veloci su campi pesanti, fangosi o addirittura semi-impraticabili diventa difficile se non impossibile.

Aggiungi poi che, come avevamo anticipato poche settimane fa, cominciano a pesare sugli equilibri del campionato i consueti fattori come gli infortuni (Lavezzi) e le squalifiche (Campagnaro), mescola il tutto con una lucidità nei cambi da parte di Mazzarri questa volta a mio avviso non all'altezza delle giornate migliori, guarnisci con pagelle nelle quali i migliori in campo sono De Sanctis e il sempre più stratosferico Grava, che ha annullato anche Miccoli, e allora lo 0 a 0 di stasera lo valuterai anche tu come un punto davvero d'oro.

Ad esempio quando la partita "ristagnava", verso l'ora di gioco, e stava per entrare Dossena, ero sicuro che Mazzarri avrebbe tolto Rinaudo (a disagio sul centro-sinistra e anche ammonito, ma pur sempre meglio dl disastroso Contini attuale), avrebbe retrocesso Aronica (uno dei migliori) nella posizione di Rinaudo per lasciare spazio al nuovo acquisto azzurro. E invece è uscito proprio Aronica.

Mi sarei aspettato, vista la fatica di Pazienza e Gargano a fare filtro e proporre gioco, e vista l'assoluta "assenza" del neo papà Hamsik, che lo slovacco, una volta tanto, avrebbe potuto lasciare il campo a Cigarini per almeno mezz'ora, tenendo il giovane talento in posizione più avanzata per suggerire assist agli attaccanti e per battere a rete, lui che ha un buon tiro. Cigarini è entrato, ma al posto di Pazienza e a soli 4 minuti dalla fine. Se il grande Rivera, in 6 minuti, a Città del Messico, non fu in grado di strappare la Coppa del Mondo al Brasile di Pelè nella finale mondiale del '70, Mazzarri ci dovrebbe spiegare cosa avrebbe dovuto fare il povero ex-atalantino per "miracolare" questa serata! Non sempre ti può riuscire il tiro al volo al 90' che ti cambia la partita.

E poi va bene cedere Datolo all'Olympakos per permettergli di giocarsi una chance mondiale, ma proprio stasera, con assenti giustificati Lavezzi e Bogliacino, non sarebbe stato opportuno tenersi Jesus e dargli un'ultima vetrina al San Paolo?

Per carità, non sempre può funzionare tutto bene, ma il motivo per cui siamo qui è perchè la "materia" ci appassiona e, lo ricordo, casomai qualcuno lo dimenticasse, che sebbene, per "fobie" personali, non ami frequentare luoghi affollati come uno stadio, io soffro per gli azzurri e, dalla serie C, pago profumatamente per vedere i miei beniamini, quindi se osservo situazioni che non mi piacciono, cerco di esercitare, civilmente, ma con grinta e onestà intellettuale, il mio diritto di critica.

Insomma, anche quest'anno, come i due precedenti inverni, si vedono sui campi pesanti, le difficoltà strutturali di una squadra che, non avendo tanti talenti che possono risolvere la partita da soli, ha bisogno di giocare di squadra e in velocità, ma che, sui martoriali prati invernali, fa fatica doppia, consuma energie preziose e va in debito di ossigeno e di lucidità.

E intanto, come avevo segnalato ne giorni scorsi, va avanti il "Rosario dei diffidati": domenica prossima a Livorno dovremo rinunciare a Rinaudo (e meno male che rientra Campagnaro) e Quagliarella. Per cui sarà interessante osservare come Mazzarri intenderà schierare il Napoli dalla cintola in su: con Hamsik a supportare Denis e Hoffer, oppure con Hamsik e (speriamo torni disponibile) Bogliacino dietro Denis?

Rimane in me la perplessità, a fronte della classifica che il Napoli sta mantenendo, che, mentre in difesa, più o meno, numericamente potremmo andar bene fino a fine campionato (ma speriamo che Santacroce rientri presto), mentre a centrocampo siamo contati (ma qui potrebbe accadere qualcosa di interessante entro fine gennaio), vedo un problema serio in attacco dove, bloccatosi Hamsik in fase realizzativa, o lo slovacco ritrova la via del gol con continuità, oppure rischiamo di fare una fatica enorme, a fronte di squalifiche, infortuni o partite "chiuse" come quella di stasera, a trovare la via della rete.

Anche oggi Denis ha dato il massimo, ma la qualità della manovra sulla tre-quarti è stata scadente, per le regioni già evidenziate, e in area c'è stata poca pericolosità. Sebbene poi Lavezzi dovrebbe rientrare il prossimo 14 febbraio, per la sfida casalinga contro l'Inter, il campionato, complici i mondiali, sarà lungo, ma compatto, senza più soste, e sinceramente, visto l'Hoffer di mercoledì e di stasera, il Napoli ha di fatto tre soli attaccanti di un certo livello e tutti e tre non hanno nelle gambe grandissimi numeri realizzativi.

Quanti gol, viste le medie realizzative attuali, potrebbe accumulare Quagliarella a fine stagione? 15-16... E Denis? 7-8... E Lavezzi? 7-8 anche lui... o manteniamo il rendimento difensivo delle ultime giornate, facendo quindi quel cammino fatto di tanti 1 a 0 che ci porto ai vertici della serie B e alla promozione in A, oppure, quando fatalmente subiremo qualche rete in più, rischieremo di trovarci in difficoltà a portare risultati a casa.

Siamo sicuri quindi di voler affrontare questi mesi di campionato con i soli attaccanti attualmente in rosa?

Un paio di considerazioni, per concludere:
  • quattro partite consecutive intere senza subire reti: anche questo rientra nel novero dei risultati che potremmo definire, alla Mazzarri, "stratosferici". Anche questo non è un caso, ma il frutto di un costante lavoro sulla fase difensiva di tutta la squadra e sull'utilizzo di Cannavaro quasi come "libero" alla vecchia maniera, ossia in supporto e raddoppio agli "stopper", gli altri due centrali. Certamente, pur con le sottolineate difficoltà offensive, se la squadra riuscisse a tenere una certa continuità difensiva...

  • aspetto psicologico: Mazzarri deve fare attenzione a non far "deprimere" questa squadra. Come ci insegnano i due precedenti campionati di serie A, questa squadra è capace di lunghe ed esaltanti serie positive e di altrettanto lunghe e deprimenti serie negative. Ecco: la sconfitta in settimana e il pareggio di stasera non devono far "avvitare" la squadra in una spirale discendente che pregiudichi tutto il grande lavoro fatto in questi ultimi tre mesi. Certo, non è facile mantenere certi ritmi a lungo, anzi, è praticamente impossibile: le ultime prestazioni potrebbero essere una prima piccola spia di un calo imminente. Ritengo che adesso Mazzarri debba valorizzare al meglio alcuni uomini della panchina che hanno doti importanti, ma sono stati un po' troppo sacrificati. Cigarini, se resta, Bogliacino, distratto nelle ultime due settimane da problemi personali in Uruguay, Zuniga, visto che Maggio sembra avere la lingua di fuori da qualche settimana, lo stesso Contini, se resta. E poi Hamsik: la sua nuova posizione ha dato più equilibrio alla squadra, ma, sarà una coincidenza, al terzo inverno, Hamsik, per la terza volta, va in un lungo letargo. Questo è un altro "prodigio" che Mazzarri dovrebbe cercare di ottenere, ossia farci vedere un Hamsik che segni e partecipi alla manovra con continuità anche in inverno, anche nel girone di ritorno, perchè se si spegne Hamsik, sarà difficile poter conservare ambizioni importanti.
E speriamo che i giorni dell'Orso...e dell'Orsato, siano rari da qui a giugno e che sul panorama del campionato del Napoli domini il Toro (borsisticamente parlando, ovviamente!)....e a proposito di Toro: facciamo le corna!

Serie A 09/10 - 20ª - Napoli-Palermo 0-0

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sabato 16 gennaio 2010

Rifacciamoci la bocca, va...

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Tra anticipi e posticipi...

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Segnate in agenda!

Dopo il posticipo di domenica sera col Palermo, nell'arco del prossimo mese altre due notturne al San Paolo, il 30 gennaio (sabato, anticipo) contro il Genoa alle 20,45 e il 14 febbraio (domenica, posticipo) contro l'Inter, sempre alle 20,45.

E speriamo che la notte di San Valentino sia dolce come quella di Halloween...

Le pagelle del girone d'andata

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Domenica notte, dopo la partita vittoriosa con la Samp, ho pensato e scritto "di getto" i miei personali voti sulla base delle sensazioni che i giocatori mi hanno lasciato in questo girone d'andata dai due volti.

Si è ripetuto in piccolo, e a tendenza invertita, prima malissimo e poi benissimo, nel solo girone di andata quanto si era verificato lo scorso anno in un campionato intero. Non ho sentito nessuno cogliere questo aspetto, ma qualcuno, specie tra i tifosi, ha mostrato la sua preoccupazione e il suo timore che possa ripetersi il girone di ritorno dello scorso anno.

Difficile leggere nel futuro, ma certo gli ultimi due anni (con due lunghe serie positive e due lunghe serie negative) sembrano dire che questa squadra quando comincia ad esaltarsi diventa fortissima e quando si inceppa diventa debolissima. Vedremo se nel girone di ritorno la squadra riuscirà a mantenere maggiore equilibrio psicologico e di risultati, il che non vuol dire vincere sempre ma mantenere un rendimento abbastanza costante pur con qualche inevitabile sconfitta.

E veniamo alle pagelle. Premetto che i voti sono alti ma non altissimi perchè stiamo valutando:
  1. anche il periodo Donadoni, caratterizzato da alcune prestazioni veramente scialbe;
  2. e mezzo campionato, non un campionato intero: se certe prestazioni si dovessero mantenere anche nel girone di ritorno, è chiaro che i voti a fine campionato saranno più alti.

DE SANCTIS: 7,5
Un inizio campionato con un rendimento subito alto e sicuro in mezzo ai pali, ma molto incerto nelle uscite e nell'affiatamento con la difesa (vedi i "siparietti" con Maggio a Palermo e con Campagnaro a Genova). Poi la migliore conoscenza dei compagni di reparto, l'avvento di Mazzarri e una migliore protezione della squadra nella fase difensiva, hanno portato Morgan a un rendimento di assoluta eccellenza, salvando in più occasioni, anche con un solo intervento decisivo a partita, risultati importanti.

CAMPAGNARO: 7
Stesso discorso di De Sanctis. Una vera colonna, nonostante, come ho ricordato ad inizio campionato, non sia nato difensore e, qualche volta lo si vede. Ma un giocatore di grandissimo rendimento e giustamente un beniamino del pubblico napoletano (e quindi anche mio). Mezzo voto in meno per i molti piccoli infortuni che ce ne hanno privato in più occasioni. Se riesce a evitare ricadute, potrebbe avere a fine campionato un voto altissimo.

CANNAVARO: 7,5
Ultimamente il vero KKannavarooo è lui e non il fratello Fabio, frenato dalla profonda crisi juventina. Trovo avvilenti certe critiche rivoltegli contro da persone che non hanno notato due fattori:
  1. Paolo si sta allenando con particolare ossessione durissimamente da più di un anno, per migliorare un fisico non baciato dalla natura come quello del fratello più famoso, facendo sacrifici enormi, anche nei periodi di vacanza, curando allenamenti e alimentazione e si vede! Su questo punto si sono espressi con ammirazione tutti gli allenatori che l'hanno gestito qui a Napoli.
  2. Con l'arrivo di Mazzarri, il rendimento di Paolo è ancora migliorato per due dettagli tattici, la protezione maggiore ai centrali dei due mediani e, dettaglio svelato domenica proprio da Paolo, il lavoro che Mazzarri ha fatto su di lui chiedendogli di non tentare quegli anticipi in uscita che, quando fallivano, significavano quasi sempre gol per gli avversari, ma semplicemente, raddoppiare le marcature dei suoi colleghi di reparto, cosa che spesso gli consente di uscire vittorioso dai contrasti e, quindi, di esaltare se stesso e il pubblico.
GRAVA: 8
Finalmente ve ne siete accorti, eh? Dannazione! Lo scorso anno qualcuno forse mi prendeva per pazzo, ma io ero convintissimo (e meno male che scrivo, così tutti possono andare a controllare) delle qualità umane e professionali di questo ragazzo e sono felice che quest'anno tutti si siano accorti di che pasta è fatto questo ragazzo,che sta disputando il miglior campionato della sua carriera, lui confermato con contratto annuale a 200.000 euro di ingaggio! Dove lo metti, lì ti rende sempre come uno dei migliori, centrale a sinistra, centrale a destra, esterno di centrocampo a sinistra o a destra, sempre con grande dedizione agonistica e grande intelligenza tattica. Ha sfoderato prestazioni in marcatura (contro Ronaldinho e Cassano, solo per fare qualche esempio) che mi hanno fatto ricordare certi grandi difensori a uomo del passato. Se fossi un'allenatore, io in squadra uno così me lo porterei ovunque.

RINAUDO: 6,5
Finalmente ho capito che giocatore è Rinaudo. Se gioca in un contesto tattico ben organizzato, riesce ad essere affidabile e a far venir fuori degli insospettabili valori anche tecnici. Un altro dei "miracoli" di Mazzarri. Là dove prima "annaspava" come un pesce fuor d'acqua, ora si esalta nella lotta compattando un reparto in modo ordinato e sicuro. A mio avviso, in un contesto che dovesse mantenersi equilibrato, può offrire ulteriori margini di miglioramento.

CONTINI: 5
Mi dispiace per Matteo, davvero non capisco cosa gli sta succedendo quest'anno. Perchè il suo rendimento è scaduto così, dopo due stagioni in cui ha commesso pochissimi errori ed ha tenuto sempre un rendimento elevato, anche nei periodi più bui della squadra. Ha cominciato ad inanellare errori su errori (vedi Juve) e, andando in stress, ha esasperato alcuni comportamenti scorretti (gomiti spesso alti) che pur teneva negli anni scorsi, ma riuscendo a coprire tali vizietti con prestazioni difensive di qualità. E' chiaro che non piace a Mazzarri che nella sua posizione cerca di schierare un giocatore (Grava, Aronica, qualche volta Rinaudo) che abbia maggiori attitudini ad avviare la costruzione dell'azione laddove Matteo usa spesso e sterilmente il lancio lungo (cosa che faceva anche ai tempi di Reja e Donadoni). Vista la sua poca serenità, sembra che la società si stia orientando a scambiarlo a costo zero con un altro centrale durante il mercato di gennaio. Con l'arrivo di Dossena, e il prevedibile spostamento di Aronica sul centro-sinistra nella linea dei centrali, gli spazi di Contini sembrano prossimi allo zero.

ARONICA: 7
Credo che alla notizia dell'arrivo di Mazzarri, abbia fatto capriole e salti mortali per la gioia! Una delle colonne della Reggina delle meraviglie di Mazzarri, ha capito che poteva guadagnare un'importanza fondamentale rispetto al ruolo, talora marginale che aveva con i precedenti due allenatori. Pur mostrando ogni tanto qualche vuoto di attenzione anche col nuovo tecnico, Salvatore è diventato l'equilibratore tattico fondamentale, compensando la spiccata propensione offensiva di Maggio, pur non disdegnando incursioni offensive con i tempi giusti (bellissima la sua conclusione dalla distanza di prima intenzione parata da Buffon con la Juve a Torino che avrebbe meritato il gol per la bellezza del gesto tecnico). Si prospetta per lui un girone di ritorno più complicato dove la presenza di Dossena lo porterà spesso o in panchina o, più probabilmente, a coprire la posizione di centrale di sinistra proprio alle spalle di Dossena. E qui Mazzari dovrà fare nuovi "miracoli di equilibrio" per esaltare le doti di Dossena senza scoprire la squadra ed esporre Aronica a situazioni tattiche che lo manderebbero in difficoltà.

ZUNIGA: 5,5
Potrebbe competere con Contini per la palma del peggiore azzurro fino ad oggi, ma sapete come la penso! Lo penalizzerei se avesse fornito quel rendimento nella sua posizione naturale, ma così non è stato. Ha inoltre iniziato la stagione ad handicap per un fastidiosissimo infortunio che ne ha compromesso la preparazione estiva. Solo un auspicio, già accennato da me negli ultimi tempi: che Mazzarri, a maggior ragione adesso che è arrivato anche Dossena, cominci ad alternare maggiormente Maggio e Zuniga sulla destra.

MAGGIO: 7
Vedi alla voce "Aronica". Inizio incerto (emblematico il "pasticcio di Palermo"), ci voleva Mazzarri per permetterci di "gustare" quel terzino che volava sul prato di Marassi. Come ho più volte evidenziato, nei tempi bui di Reja e Donadoni, Maggio riceveva la palla sul piede e doveva farsi tutta la fascia palla al piede. Questione di ritmo di gioco. Mazzarri riesce a dare alle sue squadre, e ci sta riuscendo anche col Napoli, quel ritmo nella fluidità della manovra, per cui Maggio parte senza palla e puntualmente viene servito in corsa, diventando devastante. L'unica mia riserva è quanto possa reggere questo ritmo straordinario per il resto del torneo. Vedi alla voce "Zuniga".

PAZIENZA: 7,5
Diga, intelligenza tattica, dedizione, persino finalizzazione! Parole che non avrei ma pensato di abbinare al buon Michele, da me (poco) affettuosamente ribattezzato "dopolavorista". Altro che "dopolavorista"! Mazzarri ha saputo organizzare l'impianto tattico della squadra, mettendo due uomini, Pazienza e Gargano, a totale protezione della difesa e con capacità di aggredire sul nascere la manovra avversaria. E Michele e Gargano hanno costituito una coppia affiatata e sempre più efficace partita dopo partita. Un crescendo straordinario, culminato, per Pazienza, con due gol realizzati nelle ultime tre partite, non casuali, perchè nati da precisi schemi di calcio d'angolo. Andatevi a rivedere il gol del 2 a o all'Atalanta e osservate il movimento "a ricciolo" che lui fa per farsi trovare completamente libero di battere di testa a rete. Trovo quest'azione emblematica per capire come un giocatore "medio" messo nel giusto contesto di squadra possa diventare importantissimo per la sua squadra. Il punto è che diventa preoccupante ipotizzare una sua flessione che sarebbe peraltro comprensibile. Perchè Pazienza è uno dei segreti del nuovo Napoli di Mazzarri.

GARGANO: 7,5
Vedi alla voce "Pazienza". Indubbiamente più dinamico rispetto a Pazienza, ma anche a volte più confusionario. Si sposa quindi straordinariamente bene con le caratteristiche di Michele. Finalmente anche a livello societario ha ottenuto quell'adeguamento economico che fa giustizia del suo spirito di dedizione per la squadra. Speriamo, come per Pazienza, che anche lui riesca a tenere il più possibile. Talvolta offre anche qualità, come dimostrano i due straordinari tagli in profondità da centrocampo domenica scorsa con la Samp, il primo,nel primo tempo, mettendo Maggio solo davanti al portiere e il secondo dove ha servito Aronica che gli aveva dettato analogo passaggio in profondità (dove poi Aronica ha messo al centro per Maggio che ancora una volta ha fallito il gol). Ma questo tipo di qualità non è figlia del talento, ma dello studio e dell'applicazione a ripetere movimenti e situazioni che appartiene a Mazzarri e, putroppo, apparteneva molto meno ai suoi predecessori. Ricordo che qualche giocatore, in privato, ha sussurrato che con Donadoni, gentiluomo, loro quando entravano in campo non sapevano cosa fare, mentre adesso, con Mazzarri, sanno sempre cosa fare e come muoversi... Ma va? Non ce ne eravamo accorti!

CIGARINI: 5,5
Io credo molto in questo ragazzo, anche se è ancora acerbo per certi palcoscenici. Ma il Napoli farebbe bene a tenerselo stretto, ad aver pazienza e a "coltivarlo" con cura, perchè tra due, tre anni potrebbe diventare uno dei più importanti centrocampisti italiani. E penso che un allenatore come Mazzarri sia una fortuna immensa per lui, perchè un tecnico così può aiutarlo davvero a completarsi. Intendiamoci: di lavoro ce n'è da fare e tanto, ma Mazzarri si dice ottimista e, se prima sembrava non considerarlo il suo ideale di centrocampista, oggi, magari ripensando al suo passato di calciatore di talento, si rivede un po' in lui e vuole magari metterlo in condizione di avere quella "fortuna" che lui da giocatore non riuscì ad avere fino in fondo. Il tecnico l'ha presa un po' come una sfida: potenziare le doti di incontrista del Ciga per farne un centrocampista di livello europeo. Io credo molto in questo ragazzo e, avendo negli occhi lo splendido girone di ritorno che fece lo scorso anno a Bergamo (gol, punizioni trasformate, traverse, tiri spettacolari dalla distanza, autorevolezza), non considero un caso quel gol meraviglioso, in quel momento, contro il Milan, in uno stadio pieno, al 90' con quello strepitoso tiro al volo. Quello, signori miei, è il bagaglio tecnico di questo ragazzo e per questo, oltre che per l'enorme investimento fatto, che questo talento va preservato e difeso.

BOGLIACINO: 9
L'unica eccezione che faccio alla "moderazione" dei voti. Ma come? Ha giocato pochissimo e gli dai questo voto? Sì, perchè per lui vale lo stesso discorso di Grava, però con un tasso di classe naturalmente superiore. Lo dico da quando venne in serie C che Mariano aveva tutti i numeri, a parte forse un po' di lentezza di base, per poter giocare tranquillamente in serie A e anche in Champions. Non è un fuoriclasse, sia ben chiaro, ma il ragazzo ha un talento che appare in tutta la sua bellezza nell'assist per il 2 a 0 di Quagliarella contro il Chievo e una umiltà nella quale è invece davvero un fuoriclasse straordinario. Mazzarri sembrava considerarlo inutile...per il tecnico l'alternativa ad Hamsik era Datolo, a maggior ragione dopo la sua splendida partita di Torino. Poi è tornato Mariano, dopo un infortunio, e Mazzarri, che forse lo conosceva poco tecnicamente e umanamente, ha capito perchè era così amato da Reja e Donadoni, pur non partendo quasi mai titolare. Perchè uno così incide come pochi sui risultati della squadra, ma, se l'allenatore gli preferisce qualcun altro, si abbraccia panchina o tribuna senza fiatare! Tanto di cappello, signori miei, ad un uomo e a un giocatore come Mariano. Mai soprannome fu più azzeccato di quello offertogli da Gianluca Di Marzio, di Sky, "il Salvanapoli". Lui, Mariano, si è sempre fatto trovare pronto e il simbolo di quanto sia prezioso e di quante classe umana e tecnica abbia questo ragazzo ormai diventato uomo a Napoli, è quel gol del 3 a 3 a Cagliari, con un'acrobazia ai limiti dell'impossibile, all'ultimo respiro! Grande Mariano, ti meriti, come e più degli altri, ribalte ancora più grandi...e magari anche lì dovrai partire in fondo al gruppo, ma ancora una volta risalirai, sempre prezioso da quando ci onori di giocare con la nostra amata maglia azzurra.

HAMSIK: 7
Sono severo con lo slovacco, lo so, ma proprio perchè lo considero un talento assoluto, purissimo e quindi penso che ancora abbia dato nulla rispetto a quello che potremmo vedere nei prossimi anni. Un po' più continuo degli scorsi anni, ripete in fotocopia, finora, la parabola dei campionati scorsi: prime partite con tanti gol e poi lunghe pause realizzative. A sua attenuante quest'anno c'è il cambio di ruolo propostogli da Mazzarri che ne ha voluto concentrare i compiti di copertura chiedendogli spesso di disturbare le fonti di gioco avversarie. Attendiamo con ansia il suo ritorno al gol che ormai manca dalla leggendaria e lontana notte torinese. Quest'anno deve finalmente superare le colonne d'Ercole del girone d'andata e della doppia cifra come realizzatore. Io dico che uno con le sue qualità, fra qualche anno, potrebbe realizzare tranquillamente tra i 18 e 22 gol a campionato (quindi coppe escluse!). Scommettiamo?

DATOLO: 6,5
Finalmente abbiamo cominciato a intuire di che pasta è Datolo! D'altra parte uno che gioca senza paura nel Boca (e si presenta con due gol nelle prime due apparizioni in nazionale) non può essere un giocatore mediocre. Abbiamo avuto la conferma che Marino non si era sbagliato sulla qualità del giocatore, ma sul suo ruolo. Ridisegnato il modulo da Mazzarri, Jesus è stato impiegato sì talvolta come esterno di centrocampo (ma solo a partita in corso, vedi Juve), ma anche in posizione a lui più congeniale, nei due dietro la prima punta, defilato un po' a sinistra. L'esplosione di Bogliacino gli ha però chiuso molte opportunità tanto che sta valutando se lasciare Napoli a gennaio per non perdere il treno dei mondiali.

QUAGLIARELLA: 7,5
Inizio difficile, voglia di dare tutto per la maglia che lo ha portato talvolta a strafare (certo gli fosse entrata quella traversa da centrocampo col Livorno!), problemi fisici gli hanno reso difficile la prima metà del girone di andata. Mazzarri ha capito che doveva innanzitutto recuperarlo fisicamente e migliorare la qualità del gioco della squadra e anche il rendimento di Fabio sarebbe aumentato. Così è stato, in un crescendo che lo ha portato a realizzare gol sempre meno "rabbiosi" e sempre più "poeticamente folli" come solo lui sa fare. Finalmente anche noi possiamo goderci il miglior Quagliarella e, per un napoletano che guida il Napoli da attaccante, si tratta comunque di un risultato straordinario, visto il ben noto e spesso veritiero "Nemo propheta in patria".

LAVEZZI: 7,5
Il Pocho è cambiato, nella testa, e si vede! La querelle estiva, i problemi familiari, sembravano offrirci un giocatore ed un uomo alla deriva. Scrissi molto chiaramente che se il Pocho doveva essere il fantasma del girone di ritorno e il "teppistello" in motorino che scorazza in Piazza Plebiscito di notte, era meglio che andasse via. Il Pocho ha capito i suoi errori, la società ha capito che lei stessa non era proprio esente da colpe e il Presidente, con l'allontanamento di Marino e il suo avvicinamento personale a Mazzoni, con l'aiuto discreto di Bigon, ha ricostruito giorno per giorno un rapporto che sembrava morto, ponendogli sul tappeto una semplice domanda: "Ma tu sei contento di rimanere qui o no?", Sembra che il Pocho abbia detto sì da subito e di lì le cose sono migliorate. Il Pocho ha capito che solo la ribalta di un Napoli che vince può spingerlo ai mondiali: lui sta facendo tutto il possibile. Fisicamente tiratissimo, come non mai, sta anche migliorando tatticamente con l'aiuto di Mazzarri, lui che ha ammesso candidamente che è un autodidatta del pallone e che non ha mai frequentato scuole calcio da giovane. Eppure Mazzarri sta riuscendo a far sì che il Pocho metta il suo talento al servizio della squadra e alcuni pregevoli assist visti nelle ultime partite (su tutti il taglio per il gol del 3 a 2 di Quagliarella contro il Bari) dimostrano che la strada è quella giusta. Da evidenziare la prodezza di Cagliari, con quel gol del vantaggio che mi ha fatto stropicciare gli occhi e mi ha fatto pensare per un momento che avessimo Messi in maglia azzurra. Un vero capolavoro, che spero non rimarrà isolato. Finale amaro del girone di andata con infortunio muscolare, spero che lo staff azzurro lo recuperi con prudenza, nei tempi giusti, senza fretta.

DENIS: 8
450 minuti in campo, 3 gol, tutti decisivi (per un totale di 5 punti assicurati alla classifica azzurra), 3 assist, un rigore procurato, tante occasioni gol fallite per un soffio (vedi Juve)...cinque chili in meno rispetto allo scorso anno...insomma: un altro giocatore, bisogna dire altro? Certo non è un giocatore che ti fa innamorare per le sue movenze, talora, pur avendo un piedino niente male, si perde goffamente nelle sue lotte col pallone e l'avversario, ma che grinta! Che forza! Che entusiasmo! E che intelligenza nei movimenti in area! Uno che non si arrende mai! Che sia il 95' di una partita che sembrava persa (Milan) o che sia un cross su cui rischia l'incolumità per anticipare a volo d'angelo il portiere in uscita (Samp). Per uno che spesso viene sacrificato, talora troppo, nelle scelte dei titolari, ma forse proprio questa situazione ci sta facendo scoprire uno "specialista" di quelli a cui, come gli Inzaghi o, per rimanere nel Napoli, i Sosa, la squadra si aggrappa per non affondare. Vedi alle voci "Grava" e "Bogliacino".

PIA: 5
Quest'anno ho capito finalmente perchè Pià non è mai esploso in serie A e probabilmente non esploderà mai. Allenamento: Pià si mette in evidenza, segna tanti gol anche belli, cattura l'attenzione. Benissimo. Calcio d'agosto: in partite facili da gestire e per un giocatore leggero che quindi entra subito in forma, è il calcio dove pure il brasiliano si mette in evidenza. Nel corso di questi anni spesso Pià è stato tra i migliori durante i ritiri e le partite estive. Dodadoni lo mette in campo spesso nelle partite ad oggi più inutili giocate dal Napoli di De Laurentiis, quelle di fine campionato scorso. Guarda caso ti segna 4, 5 gol anche di pregevole fattura e convince il tecnico a tenerlo anche quest'anno. E quest'anno nelle primissime giornate, trova di nuovo spazio e Donadoni si aspetta lo stesso rendimento. Ma non lo ottiene, come mai? Dov'è la coincidenza: cosa accomuna da un lato le partitelle di allenamento, il calcio di agosto, le ultime dello scorso campionato e dall'altro le prime partite di campionato di quest'anno? Che da un lato abbiamo impegni con una pressione mentale bassa, dall'altra impegni con pressione mentale altissima. Ricordate i clamorosi errori di Pià sotto porta nelle occasioni più importanti? Ecco il punto! Il brasiliano fa vedere tutte le sue migliori doti quando lo stress mentale della partita è basso, sparisce quando il gioco si fa veramente duro. Avremo pochi rimpianti nel vederlo a Torino...

IEZZO SV
Disciplinato e professionale secondo di De Sanctis. Da grande professionista e da tifoso azzurro, ha capito che la scelta della società è stata azzeccatissima, ma proprio quest'anno che non gioca sta dimostrando una volta di più quanto sia visceralmente legato alla maglia azzurra e sta diventando un preziosissimo uomo-spogliatoio. Che stia studiando da dirigente azzurro per i prossimi anni o stia cercando di ritagliarsi un futuro spazio nel settore tecnico? Vedremo...intanto da elogiare, pur senza voto.

SANTACROCE SV
Più sfortunato di così non si può. Non per sua colpa un "banale" menisco si è trasformato in un calvario per successivi infortuni. Sembra che in capo a un mese possa tornare disponibile in rosa e speriamo che Mazzarri riesca a valorizzare di nuovo questo talento che, tra le sue paturnie giovanili e l'insufficiente lavoro di crescita tecnico-tattico-disciplinare fatto su di lui dai precedenti allenatori, era già finito ai margini della rosa. Sembra che Mazzarri creda molto in lui e quindi c'è da sperare di poter avere per il rush finale un "rinforzo" che potrebbe rivelarsi preziosissimo in un ruolo dove il titolare (Campagnaro) va spesso soggetto a problemi muscolari.

HOFFER SV
Il giocatore forse ha anche delle qualità, ma l'errore di Marino, a mio avviso (a parte il prezzo su cui però in caso di futura plusvalenza potremmo soprassedere) è stato quello di tenerlo in rosa nel Napoli e farlo giocare (bloccando in questo modo la possibilità di cederlo in Italia a gennaio), piuttosto che di girarlo subito in prestito a squadre come Bologna, Chievo, Atalanta, Livorno, che avrebbero potuto dargli più spazio. Mazzarri ha più volte evidenziato che il giocatore da un lato ha problemi con la lingua, dall'altro ha doti naturali di opportunista. Fatto sta che in campionato non si è praticamente mai visto. Ora potrebbe trovare qualche opportunità in più, complice l'infortunio di Lavezzi, ma che peccato non averlo dirottato subito verso una "piccola" di serie A!

GIANELLO, AMODIO E RULLO SV
Assieme a Hoffer, i più ai margini della rosa. Anche per Mazzarri, l'unico destino di Amodio e Rullo è la cessione. Gianello invece con disciplina svolge il suo ruolo di "portiere-tribuna", destinato, almeno fino a fine campionato, a rimanere in rosa.

DONADONI 4
Nel suo "disastro napoletano", parte del "merito" va anche, bisogna dirlo, alla scelta incauta di De Laurentis di ingaggiarlo e ai dissidi crescenti tra il Presidente e Marino. Se un Presidente, per quanto esuberante, ti dice piccato e pubblicamente "Il terzino sinistro compratelo tu!" significa che sei nel posto sbagliato nel momento sbagliato. A parte rari momenti di luce, le sue sette partite di quest'anno sembravano la copia esatta delle ultime undici (vergognose e deprimenti) dello scorso campionato. Attenuanti certo, ma tante tante cose fatte male e,sottolineo, conferenze stampa in cui o dominava la noia o, in altri momenti, la rabbia per le palesi "arrampicate sugli specchi" dei suoi ragionamenti per difendere situazioni indifendibili. Anche in questo Mazzarri lo ha surclassato, perchè non è che il tecnico livornese ti dice tutta la verità: le cose che non può dire te le nasconde con classe e ti dice con tono assertivo e convincente cose che potresti anche pensare che sono totalmente sincere. Insomma, Donadoni perde con Mazzarri sul campo e fuori, nella tattica e nella comunicazione.

MAZZARRI 9
Non voglio ripetere cifre già note a tutti. Forse tutti hanno dimenticato l'atmosfera che cercai di descrivere dopo l'ultima partita di Donadoni in casa (giocatori "putrefatti", come urlerebbe Rambone, pochi spettatori, noia, sbadigli da fine stagione, peccato che eravamo giusto giusto a ottobre...tutto stava morendo e noi stavamo "volando" non verso l'Europa ma verso la serie B). Aveva promesso anima, ritmo e valorizzazione, sta tenendo fede alle sue promesse. Come ho scritto a proposito di Donadoni, è anche un abilissimo comunicatore, sul campo e fuori. Nessuno avrebbe potuto sognare di meglio, adesso per lui viene il difficile!

MARINO
10 per la sua dedizione di questi cinque anni nella ricostruzione, davvero da zero, di questa società.
9 per quelle intuizioni di mercato, quelle scommesse vinte, che oggi e forse per i prossimi anni, potrebbero essere il telaio di una futura squadra vincente.
7 per quei giocatori pagati tanto (Datolo, Rinaudo, Pazienza, Aronica, Denis), criticati, alcuni di loro anche da me, lo scorso anno come "bidoni" ma che stanno dimostrando, con Mazzarri, che l'ex DG forse non era completamente scemo.
5 per non aver capito che, con la scelta autonoma di Donadoni, il Presidente voleva dimostrare che l'epoca della "carta bianca" era finita.
5 per non aver capito che l'accentramento di funzioni tecniche e organizzative non erano più compatibili con le esigenze di crescita della società, nell'organizzazione del centro tecnico, nell'ambito della comunicazione con la stampa e i tifosi, nel rapporto con la squadra, nell'ambito dei progetti relativi allo stadio e al settore giovanile, ecc.
Difficile e anche ingeneroso dare un voto a un professionista che, sia nel bene che nel male, è stato IL Napoli. Anch'io l'ho criticato, con asprezza ed anche ironia (andate a cercare col motore di ricerca del blog "Decio Cavallo"), ma io apprezzo comunque il valore di chi, pur sbagliando, ha dato l'anima per far crescere questa squadra che oggi abbiamo e che ci fa felici...glielo dobbiamo...

BIGON 7
Uomo serio, suggerito al presidente da Mazzarri, ha già dato prova di doti "diplomatiche" e manageriali non comuni. Due esempi per tutti: come ha ricucito i rapporti tra l'entourage di Lavezzi e la società e come ha concluso il "blitz di Londra", riportanto a Napoli Dossena per meno di 4 milioni di euro e con un ingaggio di 1,1 milioni di euro. Un capolavoro. Eccellenti anche le prime mosse per il mercato in uscita, indicato come una priorità per gennaio sia dal Presidente che dal tecnico, per sfoltire finalmente la rosa. Perchè questa parte sarà fondamentale? Non solo per garantire equilibri di spogliatoio nel girone di ritorno, ma anche per preparare le basi di un eventuale riallargamento della rosa, con giocatori molto più forti, laddove il sogno europeo dovesse avverarsi.

DE LAURENTIIS 10
Ha sbagliato in primavera, senza saperlo, in estate ha cominciato a intuire che forse aveva sbagliato scelta, ma si è dato una scadenza (anche dichiarata pubblicamente e commentata a suo tempo anche su questo blog) per cambiare rotta sul tecnico, finalmente a ottobre ha capito che doveva cambiare l'aria ormai mefitica che si respirava nell'area tecnica e in società. Col suo iperattivismo, che talora lo porta "fuori-giri", specie nei rapporti con la stampa, ha però mostrato quanto ci tenga a questa creatura dando una svolta epocale non solo al Napoli, ma anche al rapporto di energie spese rispetto al "business-cinema". A chi lo critica perchè dice che per lui il Napoli è solo un business, io dico che non ha capito niente della persona e dell'imprenditore De Laurentis. De Laurentis ha passione per quello che fa e lo vuole fare bene! Riflettevo con Davide, uno dei più fedeli seguaci di questo blog (assieme a Chiara, autrice di molti e acuti commenti che troverete sparsi qua e là sotto i miei post) sulla differenza enorme nella capacità di sfruttamento del marchio-Napoli tra Ferlaino e De Laurentis. Aurelio, grazie anche all'inventiva di Formisano, il responsabile del marketing, ha costruito una serie di partnership e sviluppato una linea di prodotti di eccellente rapporto qualità-prezzo che stanno premiando le scelte societarie in termini di fatturato. La cosa più clamorosa che osservavamo io e Davide è come tanti ragazzi, anche delle zone più popolari, si siano avvicinati ai prodotti ufficiali del Napoli, comprese tute, magliette e articoli che, anche all'epoca di Maradona, erano totale monopolio dell'economia diciamo così "non ufficiale" della città. Finalmente De Laurentis sembra aver trovato una formula che, quasi tutti lo dimenticano, si traduce nel cosiddetto "indotto" che vuol dire sviluppo di medie e piccole aziende, quasi tutte legate al nostro territorio, ampliamento dei loro mercati e, quindi, possibilità di nuovi posti di lavoro. Questo è il sogno di quando ero ragazzo, quando già capivo che i successi del Napoli potevano essere non solo un vanto di immagine per la città, ma anche un qualcosa di più concreto che allora portava ricadute benefiche solo all'economia "sommersa" della città. Oggi, e credo e spero sempre di più nei prossimi anni, i successi del Napoli saranno successi per l'economia reale della città e l'approccio razionale (imprenditoriale) e passionale del presidente sono la base di quei futuri successi.

E ora giriamo pagina...mentre finisco di scrivere queste righe è già sabato...domani è un altro giorno, un'altra storia, domani inizia il girone di ritorno... il campionato vero... come a dire che finora abbiamo scherzato?