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martedì 31 gennaio 2012

Maurizio De Giovanni: le frasi che non vorremmo sentire piu'

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Gustoso e ironico articolo apparso su Tuttonapoli.net a firma dello scrittore Maurizio De Giovanni. Con piacere lo ripropongo integralmente sul mio blog, perche' condivido (quasi) tutte le sarcastiche considerazioni dell'autore.

Ci tengo a precisare che nonostante i deludenti risultati di campionato, il cammino fin qui fatto in Coppa Italia e soprattutto in Champions merita elogi, anche se, parliamoci chiaro, in Coppa Italia l'obiettivo e' quello di raggiungere almeno la finale di Roma.

Ma l'articolo di De Giovanni, dietro la facciata ironica, evidenzia alcuni aspetti di preoccupazione per l'evoluzione che stanno prendendo le strategie della societa' azzurra. La squadra e' in gran parte ancora quella di Pierpaolo Marino e mentre i "giovani" sconosciuti di allora si avviano alla maturita', l'eta' media della rosa, specie in difesa, sta invecchiando rapidamente e nei prossimi due anni richiedera' interventi tecnici di rinnovamento difficili e al momento ricchi di incognite, considerando anche che il tanto celebrato "scouting" del Napoli continua a proporre scelte tutt'altro che convincenti.

Torneremo presto su questi aspetti, anche perche' sia chiaro che se abbiamo criticato aspramente Marino per come dirigeva il Napoli, e' giunto il tempo di dedicare altrettanta attenzione all'attuale staff dirigenziale il cui operato sul mercato sembra sempre piu' confuso e contraddittorio.

Lascio la parola a Maurizio De Giovanni, allora, autore, lo ricordo, di opere legate al Napoli quali  "Juve-Napoli 1-3 la presa di Torino" e "Ti racconto il dieci maggio".

***

Breve glossario delle frasi che non vorrei mai più sentire:


1) La partita è stata condizionata da episodi.
Perché, quale partita non è condizionata da episodi? Un gol preso a vanvera, col lentissimo centravanti avversario che gira attorno al nostro centrale, è un episodio; l’ennesima palla che capita sul piede giusto del nostro uomo di maggior classe, che puntualmente la tira addosso al portiere, è un episodio; un rigore sbagliato, è un episodio; tre gol subiti da una squadra che ne ha presi una marea ed è in aperta crisi, sono tre episodi. Il calcio è fatto di episodi, come la vita, se è per questo.


2) Sei anni fa eravamo in serie C.
Vero. Ma ventidue anni fa eravamo campioni d’Italia. E la stramaledetta Juventus, salita in serie A insieme a noi e col grande limite di un ciclo completamente sbagliato con Del Neri, ha allestito una corazzata che si avvia a giocarsi lo scudetto fino all’ultima giornata. Quand’è che il passato diventa storia, e non se ne parla più? Grande merito a chi ha riportato gli azzurri al rango che gli compete, ma ricordiamo appunto che questo è il nostro posto; e che sei milioni di tifosi nel mondo garantiscono un gettito di amore, passione e soldi che non dev’essere tanto male, se i bilanci (gestione oculata, per carità, ma anche fatturato) chiudono puntualmente in utile.


3) Secondo il monte ingaggi, siamo al posto che ci compete.
E quindi abbiamo perso sei a zero col Manchester City e col Bayern, cinque a zero col Villarreal, quattro a zero con Milan e Inter. E naturalmente abbiamo battuto passeggiando Catania, Chievo, Novara, Genoa, Bologna, Siena, Parma e via così. Per non parlare del valore incrementale dei nostri giocatori, Hamsik quaranta milioni, Lavezzi trentuno, Cavani cinquanta: o conta solo lo stipendio? E poi, che ci fa l’Udinese lassù? Per favore…


4) La rosa numericamente è soddisfacente.
Numericamente sono in rosa Chavez, Fideleff, Lucarelli, Donadel, Santana. Bastava prenderli dalla strada, siamo convinti che Castelvolturno brulichi di soggetti dal nome esotico e dalla carnagione olivastra che farebbero miglior figura in tribuna o sul campo d’allenamento, se è per questo. Sarebbero costati meno e avrebbero avuto lo stesso impatto sulla stagione, e avremmo anche fatto un’opera di bene.


5) Non vogliamo bruciare i giovani.
E quindi Insigne va a Pescara, e già si programma per lui un secondo anno di purgatorio pur avendo ventun anni, e così Ciano, Sepe, Maiello. Nel frattempo i coetanei o giù di lì Fernandez, Fideleff, Vargas si gettano nella mischia senza aspettare nemmeno che capiscano una parola d’italiano, facendogli perdere ogni sicurezza. Questione di passaporto?


6) Privilegiamo la Champions rispetto al campionato.
E su che basi, si compie questa scelta? Ci sono concrete possibilità di vincerla, la Champions? Ne abbiamo la forza? Sia chiaro a tutti che noi tifosi, se a qualcuno interessa ancora cosa vogliamo, privilegiamo (o meglio, avremmo privilegiato) il campionato. Che quest’anno, per le crisi di identità e l’andamento lento di molte squadre, si poteva anche vincere. Se solo si fosse deciso di giocarlo adeguatamente.


7) Il nostro è un progetto che prevede una crescita costante.
Che tipo di progetto di crescita è quello che, dopo un terzo posto e una partecipazione più che onorevole alla Champions, prevede un piazzamento di centro classifica e forse un’Europa League ricavata dalla coppetta Italia? Eppure i valori tecnici della squadra di quest’anno dovevano essere superiori: l’anno scorso in panca c’era Yebda, che personalmente avrei tenuto, mentre quest’anno abbiamo un ottimo Pandev.


8) La Champions ha risucchiato energie, non essendo la squadra abituata a questo livello.
E perché mai allora si perde o si pareggia, giocando male, anche quando le partite della competizione europea sono così distanti? E soprattutto, i ricambi non erano stati definiti d’estate “più che adeguati” a sopportare lo stress del doppio impegno? E i successi europei non hanno aggiunto consapevolezza dei propri mezzi ed euforia almeno pari alle energie che hanno sottratto?


9)  Gli acquisti – civetta di extracomunitari come Koffi l’anno scorso e Kabine quest’anno servono a poter acquistare nuovi talenti.
E infatti in estate sono arrivati i luccicanti Chavez e Fideleff, senza i quali non so proprio come si sarebbe messa la situazione, quest’anno. Complimenti vivissimi per la lungimiranza e l’illuminata gestione tecnica.


10) In questa città non funziona un cazzo.
Unica frase consentita. Detta da un esperto.


***

Mala tempora currunt...

domenica 29 gennaio 2012

Serie A 2011-12: 20ª - Genoa - Napoli 3-2 (31' Palacio, 36' Gilardino, 70' Palacio, 80'' Cavani, 82' Lavezzi)

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L'inizio del girone di ritorno sembra esprimere sempre più chiaramente una verità in parte già svelata nel girone di andata: il Napoli di quest'anno sembra destinato a raccogliere le sue migliori soddisfazioni al di fuori del campionato.

Si è rivisto lo stesso Napoli già troppe volte visto quest'anno in trasferta, anzi forse peggio, visto che solo in Champions si era ritrovato sotto di tre gol.

Ci sono due aspetti che fanno la differenza: la feroce grinta dei genoani, ansiosi di ritrovarsi e dimostrare il loro valore dopo un girone d'andata disastroso e un assetto tattico che vede Jankovic a destra tenere basso Dossena e Sculli a sinistra tenere basso Maggio.

In questo modo il Napoli, fiacco nelle motivazioni, giunge sempre secondo sul pallone e, schiacciato sui lati, non riesce a sviluppare una manovra offensiva decente.

Se poi ci metti la pessima giornata dei tre tenori e Cavani tenuto in panchina, non puoi sorprenderti che dopo 70' di dominio genoano la partita appaia chiusa.

E' vero: il primo gol è una prodezza di livello assoluto di Palacio che indovina un collo esterno dal limite sinistro dell'area di rigore azzurra che si infila nel sette, un gol che a riprovarlo cento volte ti riuscirebbe al massimo un paio di volte, ma il secondo gol è frutto di una distrazione evidente di Campagnaro prima (che rinvia goffamente la palla verso il centrocampo riconsegnandola al Genoa) e di Cannavaro pochi secondi dopo (che si perde Gilardino nell'area piccola).

E il Napoli? Non tira mai e fa una fatica enorme a presentarsi dalle parti di Frey: il primo squillo è addirittura al 67' con Hamsik che si trova solo davanti a Frey e gli spara addosso anzichè angolare come fa di solito.

Gol sbagliato, gol subito: nel momento migliore (?) degli azzurri, il Genoa trova il 3 a 0. Poi tutto cambia all'improvviso: in soli due minuti gli azzurri trovano due gol con Cavani e Lavezzi (inesistente fino a quel momento) e sfiorano persino l'incredibile pareggio con Dzemali, ma gestiscono con scarsissima lucidità gli ultimi 5 minuti di recupero senza mai riuscire a completare una percussione o mettere un cross in area.

Sconfitta, va detto, meritata: il Genoa ha dato tutto, anche di più rispetto alle sue possibilità e ha messo in crisi il Napoli sul piano agonistico e tattico.

Il Napoli, consciamente o inconsciamente ha scelto: ci si giocherà tutta la stagione nella semifinale di Coppa Italia (a quest punto da vincere a tutti i costi se si vuole sperare di essere in Europa anche il prossimo anno) e negli ottavi di Champions...il campionato non sarà più una priorità...e le nostre domeniche, temo, saranno meno "gustose" dei nostri mercoledì.

***

De Sanctis: SV - Incolpevole sui gol subiti: il primo è una prodezza di Palacio, il secondo una conclusione ravvicinatissima di Palacio, perso da Cannavaro, il terzo su un diagonale a regola d'arte di Palacio. Non ha altre occasioni per riscattarsi.

Campagnaro: 4,5 - Dal suo lato imperversano Palacio e Sculli e servirebbe il miglior Hugo. Da un suo rinvio approssimativo parte l'azione genoana che porta al raddoppio. Appare più a suo agio nella difesa a 4.

Cannavaro: 4 - L'assetto offensivo del Genoa crea grosse difficoltà alla difesa azzurra, ma Paolo avrebbe un punto di riferimento abbastanza "stabile" in Gilardino, ma il capitano se lo perde e Gila alla fine ne aprofitta. Costretto a lasciare il campo per un brutto fallo di Mesto  (dal 45' Maggio: 5,5 - Appare ancora in condizione non ottimale: unica cosa bella del suo match il cross al centro per il gol di Cavani)

Britos: 5 - Fa fatica a trovare il ritmo partita e l'assetto offensivo genoano non ne agevola il rientro: dal suo lato trova uno Jankovic molto attivo e insidioso e Gilardino che tenta di farsi trovare come perno offensivo ovunque si sposti la manovra genoana. Si muove meglio nella difesa a 4, ma è dal suo lato che Palacio mette il gol del 3 a 0

Zuniga: 4,5 - Poco efficace in attacco e costretto spesso a ripiegare in fase difensiva per contenere Sculli che lo surclassa a livello tattico (dal 56' Cavani: 6 - Unica occasione e non la spreca, ma nell'assedio finale non riceve mai una palla giocabile)

Dzemaili: 5,5 - Il Napoli è sopraffatto dal ritmo del Genoa in tutte le zone del campo e lo svizzero a volte fa fatica in fase di contenimento, ma in più, rispetto all'opaco Inler di questi tempi, prova almeno a dare ritmo e velocità alle giocate azzurre, anche ci riesce poco. Nel finale va vicinissimo al pareggio con una splendida conclusione da fuori area

Gargano: 6,5 - Stavolta volontà e impegno non bastano, gli azzurri soffrono troppo e nel primo tempo l'uruguagio non riesce a tamponare le continue percussioni degli avversari. Meglio nella ripresa dove riesce a conquistare palloni su palloni anche se non sempre riesce a giocarli con lucidità. Bello un suo tiro da fuori respinto a stento da Frey e l'assist lunghissimo da centrocampo che pesca Lavezzi per il gol del 2 a 3

Dossena: 5 - L'assetto genoano a tre punte e mezza (Palacio, Sculli, Gilardino e Jankovic) costringe i laterali azzurri a stare troppo bassi creando alla fine tanta confusione in difesa e poco gioco offensivo. Andrea riesce a combinare qualcosa in più in avanti rispetto a Zuniga, ma a parte un cross non riesce a incidere sulla manovra offensiva azzurra. In difesa invece paga dazio in occasione del terzo gol genoano quando sbaglia il movimento sul passaggio di Gilardino per Palacio e si fa bruciare dall'argentino

Hamsik: 4 - Sopraffatto dal ritmo del centrocampo genoano, non trova mai il tempo e la misura per una giocata di qualità, sempre poco lucido. Nella ripresa fallisce un gol incredibile poco prima del 3 a 0 genoano, tirando dritto per dritto anzichè incrociare in diagonale

Pandev: 5 - Convince di più da rifinitore che da punta, anche se in un paio di occasioni si rende pericoloso. Purtroppo però riceve pochi rifornimenti dagli esterni e quasi nulla dai compagni di reparto, e non sempre si possono fare miracoli. Si perde nella confusione della ripresa (dal 73' Vargas: 5 - Non riesce mai ad incidere, ma si ha l'impressione in un paio di occasioni che i compagni lo ignorino anche quando riesce a crearsi qualche spazio)

Lavezzi: 4 - Mazzarri, perchè non lo hai schierato da punta centrale? Irriconoscibile nel primo tempo! Non riesce mai a saltare l'uomo, viene sempre anticipato, con le buone o le cattive, viene a prendersi palla sulla linea dei difensori, si innervosisce e si becca anche una ammonizione, in verità troppo severa che gli farà saltare la partita di mercoledì. Comincia a giocare dopo il 3 a 0, trovando un gol un po' fortunoso ma tanto bello quanto inutile

All. Mazarri: 4 - Manda al massacro Pandev (più efficace come rifinitore che come attaccante centrale e permette a Lavezzi di svariare fin sul centrocampo come nelle peggiori giornate del Napoli di Reja. Ci vuole l'infortunio di Cannavaro per "costringerlo" a schierare la difesa a 4. L'assetto offensivo del Genoa costringe Zuniga e Dossena a stare troppo bassi, bloccati dalle posizioni di Jankovic dal lato di Dossena e Sculli dal lato di Zuniga, cosicchè la manovra azzurra non riesce mai a svilupparsi in modo armonioso in fase offensiva. Con l'uscita del capitano e l'ingresso di Maggio gli azzurri si schierano con il 4-3-3 con il quale gli azzurri trovano un po' di equilibrio in più. Il problema però appare in parte anche di motivazioni: oggi in campo il Genoa arrivava quasi sempre primo sul pallone con la forza dei nervi, gli azzurri lo fanno solo quando tornano in partita e lui in panchina appare (non da oggi) sempre più "imborghesito": un gattone sazio al posto della tigre affamata dello scorso anno. La fame, almeno in campionato, non l'hanno persa solo i giocatori...

Arbitro Rocchi: 5 - Inizia benissimo facendo sentire subito la sua presenza nel match con un paio di ammonizioni, poi si perde un po' restando troppo distante dalle azioni e quindi non valutando correttamennte alcuni contrasti di gioco. Diventa anche meno coerente nella distribuzione dei cartellini ad esempio ammonendo Lavezzi per un contrasto duro ma non cattivo e non ammonendo Mesto (ammonito poi) per un fallo da dietro a palla già lontana proprio sul Pocho. Un po' meglio nella ripresa nella conduzione della partita e nella distribuzione dei cartellini, ma valuta con troppa leggerezza il contrasto su Maggio che dà il via al terzo gol genoano.

giovedì 26 gennaio 2012

De Laurentiis: "Ma che cazzo avete vinto???"

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Succede sempre così: spesso si prendono a bastonate le persone più signorili ed educate, come nel caso qui documentato delle dichiarazioni infuocate del presidente De Laurentiis dopo la vittoria sull'Inter del Presidente, contro un modello di educazione come il giornalista Rino Cesarano del Corriere dello Sport.

Sinceramente non riesco a schierarmi nè con le ragioni del Presidente, validissime ma espresse con modalità indubbiamente offensive e volgari nè con la maggioranza dei tifosi che si sarà offesa col classico "Come si permette?"

Come al solito rispetto e buon senso sono merci rare: è vero che il Presidente ha usato toni altamente offensivi, ma anche espresso una verità che oltre a ferirci dovrebbe stimolarci a crescere e migliorare per diventare non soltanto "i padroni del vicolo", ma i padroni della città, dell'Italia e dell'Europa.

Sono convinto che dietro la violenza dello sfogo del Presidente ci sia un tentativo (ulteriore, ma vedo che la maggioranza del pubblico napoletano continua a non capire e a ragionare "alla napoletana", quindi "in piccolo") per stimolarci a pensare davvero in grande e a non scoraggiarci nei momenti in cui le cose non vanno sempre come vorremmo.

Sono convinto che sia questo il senso più profondo (e meno compreso) dello sfogo del Presidente, su cui tutti noi, come napoletani e come tifosi del Napoli dovremmo riflettere: tra le righe delle sue parole dovremmo capire che non è lui a pensarla che "non abbiamo mai vinto un cazzo" o che "a Napoli non funziona un cazzo", ma che lui ci riporta il pensiero, violento e prevenuto, che ci rende difficile la vita di ogni giorno, le vittorie che altrove sembrano facili da raggiungere...insomma, anche se in modo discutibile ci vuole scuotere, farci aprire gli occhi e farci smettere di lamentarci come bambini e crescere e imparare a costruire, ognuno per le proprie possibilità, i nostri piccoli "Napoli" quotidiani, contro tutto e contro tutti.

Io non mi sento offeso perchè ho capito dove vuole arrivare il Presidente, però capisco in parte anche i tifosi perchè anch'io, da tifoso, e questo blog ne è una testimonianza, talvolta esprimo valutazioni e giudizi che il tempo mi ricaccia in gola (vedi Pazienza o vedi Pandev), ma, caro Presidente, il tifoso è la parte più "bambina"  dell'uomo e quindi, se si è tifoso, lei deve imparare anche ad avere un po' di pazienza con noi, perchè quella parte di noi che lei ieri sera ha attaccato così violentemente non è altro che quell'amore sconfinato che ci porta a seguire e amare il Napoli contro tutto e contro tutti, pur magari sapendo che ci sono giochi politici, arbitri non impeccabili, regole vecchie, giochi non perfettamente leali e quant'altro.

Abbia pazienza Presidente: anch'io non sopporto quei tifosi che si lamentano troppo e dicono un sacco di puttanate senza sapere nemmeno perchè e come aprono bocca, che magari non sanno gestire nemmeno il proprio bilancio familiare e credono di sapere come si deve gestire un club come il Napoli...lo so, Presidente, sono insopportabili...ma sono anche gli stessi tifosi che quando cantano "O surdato nnammurato" o urlano a squarciagola "The Champiooooonssss" davanti ad un'Europa sbalordita, mi fanno piangere lacrime e lacrime di gioia che lei non immagina neanche.

Siamo così Presidente...se ci ama, ci accetti per come siamo...sopporti e si prenda anche il brutto per godersi e piangere del bello che solo noi riusciamo ad esprimere in questo mondo così grigio e triste.

Un'ultima notazione sia per Lei che per la stampa napoletana: la risposta alla domanda che ha scatenato tanto putiferio c'era già, scritta nero su bianco, in un documento ufficiale della Società Sportiva Calcio Napoli, ossia quello relativo all'ultimo bilancio approvato lo scorso giugno nel quale chiunque, giornalista o tifoso, può trovare scritto che la società intende porsi stabilmente nell'elite del calcio italiano per poter competere nei tornei internazionali: questo vuol dire che, senza fare tante storie su ciò che dice il Presidente o Mazzarri, il Napoli, quest'anno e per gli anni a venire punta e punterà sempre a competere per qualificarsi in Champions o in Europa League...e allora, mi domando: a parte una fugace citazione di questa notizia durante il sempre apprezzatissimo "Campania Sport" di Umberto Chiariello domenica scorsa su Canale 21, possibile che io, che seguo trasmissioni sportive e siti Internet e leggo giornali non abbia trovato altre fonti che citassero questa preziosa informazione?

E allora, cara stampa napoletana, vogliamo essere più all'altezza delle nostre tradizioni e offrire al pubblico anche queste informazioni invece di perderci in stucchevoli e infinite polemiche?

E mi domando ancora: ma abbiamo dimenticato i lunedì sera in cui giornalisti e tifosi criticavano, anche nei momenti più fulgidi, anche per questioni tecniche e non solo comportamentali, un certo Diego Armando Maradona? Ebbene sì, Presidente...qui tutti se lo scordano, perchè l'uomo è uno smemorato di prima categoria, ma quanti dibattiti e articoli si leggevano a suo tempo su Diego...

...e se abbiamo criticato Diego...

mercoledì 25 gennaio 2012

Coppa Italia 2012 / Quarti / Napoli - Inter 2 - 0 (50' rig. Cavani, 93' Cavani)

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E la semifinale tanto desiderata arrivò...e la vendetta è compiuta!

Il Napoli mostra la consueta lentezza di ritmi vista nelle ultime settimane: a circa zero gradi, il terreno del San Paolo appare scivoloso, quasi come se si "pattinasse" sul ghiaccio e ciò non agevola una manovra, quella degli azzurri, che già soffre per quei problemi di assetto a centrocampo già abbondantemente evidenziati.

Dal suo canto l'Inter non riesce a creare gioco, percè il baricentro è troppo basso per cui Sneider e Milito restano troppo isolati in avanti: l'olandese in particolare, emarginato dal gioco, finisce per innervosirsi oltremisura e rischia di finire anzitempo negli spogliatoi per reiterate e gravi scorrettezze.

Il primo tempo si conclude con poche emozioni: una deviazione ravvicinata di Maggio respinta da Castellazzi (15'), un innocuo tiro da lontano di Sneider parato da De Sanctis (16'), una bellissima punizione a giro di Gargano di un soffio alla destra di Castellazzi (19') e un tiro fiacco di Aronica col destro che non è il suo piede su assist perfetto di Hamsik.

Nella ripresa Ranieri inserisce Alvarez al posto di Obi e l'Inter alza di molto il proprio baricentro, rendendosi minacciosa, ma una clamorosa doppia leggerezza di Thiago Motta (palla persa al limite e successivo sgambetto in area), costringono il mediocre Celi a concedere un rigore a Cavani che con rabbia lo trasforma (50').

Da quel momento è quasi un monologo interista, con uno Sneider scatenato (60', 62' e 81'), con Alvarez (69', tiro moscio tra le braccia di De Sanctis uscito alla disperata) e poi con la raffica Maicon-Zarate-Cambiasso in pochi secondi all'87' tutte conclusioni respinte miracolosamente dal nostro eccezionale Morgan!

In mezzo ci sono solo due situazioni a favore degli azzurri: un tiro di Pandev e l'occasione che Gargano si procura andando a pressare fin su Castellazzi.

Mazzarri, dopo l'ingresso di Zarate, cerca di fronteggiare l'assalto dei nerazzurri, mettendo Maggio e Zuniga più a sostegno dei tre centrali, arretrando Hamsik a centrocampo e poi immettendo forze fresche con Dzemaili e Dossena.

E adesso la semifinale (con partita di andata e ritorno) col Siena che elimina il Chievo battendolo a Verona e mostrando ancora una volta la qualità del lavoro che sta facendo il tecnico Sannino sulla panchina dei toscani.

Forse la zona Europa, che si allontana giornata dopo giornata in campionato, potrebbe essere recuperata attraverso la Coppa Italia: se poi domani sera il Milan eliminasse la Lazio...



***

De Sanctis: 7,5 - Nel primo tempo nessuna parata difficile, ma tante uscite anche fuori dall'area di rigore, per sbrogliare ogni minima situazione di difficoltà dei suoi compagni: anche questo è segno di grande leadership. Eccezionale nella ripresa, in particolare all'87' quando diventa un muro invalicabile respingendo in pochi secondi un cross di Maicon e i due successivi tiri di Zarate e Cambiasso. Il Napoli gli deve un gran pezzo della semifinale di coppa.

Campagnaro: 6,5 - Dopo le streghe delle ultime settimane, gioca semplice, tranquillo, senza sbavature e con grande grinta

Cannavaro: 7 - Molto determinato e attento con un cliente difficilissimo come Milito che lo mette a durissima prova

Aronica: 6,5 - Si lascia rubare palla da Milito, ma conclude anche con un tiro di destro (che non è il suo piede) una bellissima combinazione in velocità che sembrava destinata al gol. Ripresa di grande attenzione tattica.

Maggio: 6 - Appare in ripresa: l'Inter non crea le barricate sul suo lato, a differenza di tante provinciali, ma Cristian stavolta sfrutta gli spazi che gli vengono concessi e in una occasione solo il pollice di Castellazzi gli nega la gioia del gol. In difesa rischia grossissimo con un fallo in area su Milito non ravvisato da Celi che a tutti è sembrato rigore

Gargano: 7 - Rischia...la vita in un contrasto omicida di Snejder, sfiora il gol su punizione, pesca Maggio in area con un lancio millimetrico e cerca di offrire il solito contributo di pressing e ritmo nelle giocate. Nel finale rischia di segnare un gol su palla recuperata a seguito di uno dei suoi leggendari pressing fin sul portiere. Nell'attuale centrocampo azzurro è fondamentale

Inler: 5 - In profonda, evidente, totale crisi di sfiducia, fallisce giocate davvero elementari, anche se, va detto con onestà, in un paio di occasioni recupera palla a centrocampo con rabbia e autorevolezza, a conferma di una tremenda lotta interiore tra i suoi limiti attuali e il suo desiderio di riscatto (dall'81' Dzemaili: 6 - Molto bella una sua percussione con tiro dal limite alzato sulla traversa da Castellazzi)

Zuniga: 7,5 - Crea qualche imbarazzo e appare anche lui in ripresa rispetto alle ultime impalpabili esibizioni. Cresce col passare dei minuti sia in attacco, deve è uno dei pochi che nella ripresa riesce a prendere palla e ripartire e nel contempo a farsi sempre trovare al posto giusto con provvidenziali diagonali difensive sul lato sinistro

Hamsik: 6 - Discreta qualità tra centrocampo e attacco, offre su un piatto d'argento ad Aronica una splendida palla orizzontale delle sue che se ci fosse stato Cavani...nella ripresa tanto sacrificio a centrocampo per controbattere l'assalto dei nerazzurro (dall'87' Dossena: SV - Troppo poco tempo per poter entrare in partita)

Lavezzi: 6,5 - Si vede che non è ancora fisicamente al meglio, ma quanto scompiglio riesce comunque a creare nella difesa avversaria! (dal 65' Pandev: 6,5 - Mostra di essere sempre in palla con un paio di giocate di lusso per Cavani)

Cavani: 7 - Nel primo tempo non riesce mai a farsi trovare libero per la battuta a rete. E' anche vero che la lentezza attuale del gioco azzurro e l'organizzazione difensiva dell'Inter ne soffoca le qualità. Con caparbietà si procura un rigore dal nulla e cocciutamente va sul dischetto per mostrare a tutti che l'incidente di Siena è superato. Con l'ingresso di Pandev e gli spazi che si allargano, trova lo spazio per uno straordinario numero di pattinaggio che gli vale il sigillo finale.

All. Mazzarri: 7 - Soliti problemi a centrocampo, lentezza nella manovra, ma segnali di ripresa nell'organizzazione difensiva e la capacità di mantenere motivati e coinvolti nel gruppo i ragazzi più psicologicamente in difficoltà. Chissà che la vittoria di stasera non sia un'iniezione di fiducia per i vari Inler, Cannavaro, Campagnaro e Maggio.

Arbitro Celi: 2 - Simbolo eloquente della totale mancanza di credibilità della classe arbitrale. Se Snejder avesse avuto la casacca azzurra sarebbe stato espulso per un fallo criminale come quello che l'olandese, non nuovo a questo tipo di intemperanze, compie su Gargano, rischiando di spezzargli una gamba che solo per miracolo resta intera.. Tenta miseramente di recuperare credibilità ammonendo l'ormai indisciplinatissimo olandese per aver calciato la palla a rete a gioco fermo. All'11' scambia un fallo di mano in area azzurra di Samuel assegnandolo a Lavezzi (!) e poi non decide nulla per un contrasto vigoroso al limite dell'area di rigore tra Cavani e Chivu. Nella ripresa, quasi pentito di cotanta sudditanza psicologica, capovolge totalmente i suoi "favori" penalizzando oltremisura l'Inter non dandole un rigore onestamente evidente per fallo di Maggio su Milito. In più ammonisce a tutto spiano anche per falli di gioco del tutto "onesti". Se non fossi disgustato e rassegnato, sarei scandalizzato!

domenica 22 gennaio 2012

Serie A 2011-12: 19ª - Siena - Napoli 1-1 (67' Calaiò, 86' Pandev)

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Il solito Napoli di quest'anno contro le provinciali: tanto possesso palla, che però incide poco sull'equilibrio delle forze in campo, l'errore difensivo, la rabbiosa e poco lucida reazione, il pareggio acciuffato negli ultimi minuti, l'amaro in bocca, la sensazione di un anno "controvento" e di una squadra meno vogliosa dello scorso anno e con scompensi tattici irrisolti da mesi di cui Inler simboleggia gli imbarazzi maggiori.

Emblematica la sostituzione di Gokhan col connazionale Dzemaili, che sembra il primo indizio di "bocciatura", tanto più doloroso se si pensi quanto grande è stato il sacrificio economico per portare lo svizzero a Napoli.

Mazzarri dà un primo segnale di cambiamento: dopo aver accennato già nell'ultimo mese a dei piccoli correttivi sull'assetto tra centrocampo e attacco, oggi rompe gli indugi e torna al "vecchio" 3-5-2 di Reja, con Hamsik e Gargano ai lati di Inler.

L'assetto tattico appare sin dall'inizio convincente a metà: da un lato Inler è più libero di ricevere palla e impostare, ma dall'altro Hamsik a destra e Gargano a sinistra forse andrebbero invertiti di posizione per sfruttare meglio le loro caratteristiche.

Ma la rivoluzione non basta se dietro Campagnaro e Cannavaro mostrano clamorosi e sempre più frequenti errori individuali, se Maggio non riesce mai a far trovare sbocchi sulla fascia destra, se Cavani non trova la porta e diventa sempre più nervoso e se lo stesso Inler, col passare dei minuti, si avvita nuovamente nei suoi misteriosi  imbarazzi mostrando di nuovo errori banali quanto gratuiti.

Il Siena, con inedito modulo speculare a quello azzurro, si limita ad inseguire con le buone e quando necessario con le cattive le non irresistibili iniziative azzurre e appena gli azzurri sbagliano qualcosa (vedi Calaiò al 43' e poi in occasione del gol), la partita si mette male e si assiste di nuovo al già più volte visto "assalto a Fort Apache".

Le occasioni non mancano, Cavani sbaglia persino un rigore, ma ci vuole una prodezza di Pandev per superare un Pegolo che oggi si esalta e para l'impossibile.

E' vero che il Napoli commette pochi errori individuali in difesa e spreca tante occasioni in avanto, è vero che gli azzurri chiudono il girone di andata con più gol segnati dello scorso anno e quasi lo stesso numero di gol subiti, ma il "piatto" del campionato piange, con ben 7 punti in meno rispetto alla incredibile annata dello scorso anno, una qualificazione alla Champions che appare compromessa e una qualificazione alla Europe League che appare più facile attraverso la coppa Italia (Inter permettendo) che il campionato.

Non dimentichiamo l'eccezionale impresa di Champions, è vero, ma anche la partita di oggi, fotocopia di molte, troppe partite viste quest'anno, denuncia equivoci e problemi tattici che il Mister ancora tenta di mascherare ma che, anche con le scelte fatte nella ripresa, paiono sempre più difficili da nascondere e dissimulare con le solite dichiarazioni di facciata.

E le scelte di oggi fanno seguito alle dichiarazioni in settimana di De Laurentiis su giocatori "sotto osservazione" che evidentemente offrono un rendimento non all'altezza delle aspettative: si riferiva solo agli sfortunati Britos e Donadel o a qualche uomo (Inler) che sta segnando clamorosamente il passo?

Mercoledì arriva al San Paolo l'Inter per uno snodo forse decisivo della stagione azzurra ed è un peccato arrivarci con questi segnali così poco incoraggianti.

***

De Sanctis: 6,5 - Nessun intervento e rischia di capitolare a fine primo tempo per un "orrore" confezionato dalla ditta Campagnaro&Cannavaro. Sentiti ringraziamenti a Calaiò che riesce a centrare la traversa con Morgan già disperato, ma bravo perchè resta in piedi e costringe Calaiò a dover tentare il pallonetto. Nella ripresa deve arrendersi a Calaiò e agli imbarazzanti errori dei compagni di reparto

Campagnaro: 4 - Non ci sono parole! Combina autentici disastri, errori gratuiti tanto clamorosi quanto inspiegabili se non con una condizione psico-fisica in netto calo... un voto in più giusto per una importante diagonale difensiva a difesa ancora una volta scoperta e per un paio di situazioni pericolose create in area di rigore avversaria  (dal 70' Zuniga: 5,5 - Anche il colombiano, da quando è rientrato dalle vacanze natalizie, non è più lo stesso di inizio stagione. Contributo ininfluente)

Cannavaro: 4 - Lascia un tappeto rosso a Calaiò per un gol del vantaggio che avrebbe fatto inferocire tutti i tifosi, glielo ristende nella ripresa e stavolta Emanuele non può non approfittarne. Se Paolo e Hugo sono in forma sono una grande coppia, ma se uno dei due ha qualche defaillance i pericoli e gli imbarazzi si moltiplicano a dismisura

Aronica: 5,5 - Nel primo tempo il più preciso e affidabile dei centrali e, in qualche caso, un inaspettato sostegno all'azione offensiva sul lato sinistro, cede qualche colpo nella ripresa e proprio dal suo lato parte il cross per il gol di Calaiò

Maggio: 4 - Ancora un fantasma: quando entra in periodi come questo, diventa inutile, ininfluente e in alcuni casi persino dannoso: dal suo lato la manovra azzurra non trova mai sbocchi. Nell'unica situazione in cui il Napoli potrebbe distendersi in contropiede, Cristian sbaglia il controllo come un principiante

Inler: 5 - Il nuovo assetto del centrocampo, con Gargano sul centro sinistra e Marek sul centro destra permette allo svizzero di respirare e giocare con maggiore tranquillità: riesce a farsi trovare quasi sempre libero per impostare l'azione e provare anche qualche percussione centrale. Col passare dei minuti però cala lo stesso la lucidità e riaffiorano insicurezze ed errori di misura anche banali (dal 70' Dzemaili: 5,5 - Un po' più dinamico del connazionale, ma nulla più)

Gargano: 6 - Forse per la posizione più decentrata sembra meno appariscente e determinante del solito (dal 55' Lavezzi: 6,5 - Si vede da alcuni dettagli che non è al meglio, eppure riesce a creare lo scompiglio nella difesa senese, a rianimare il Napoli e a procurarsi il rigore che potrebbe rimettere gli azzurri in partita. Impossibile chiedergli di più allo stato attuale della sua forma)

Dossena: 6 - Solito generoso lavoro sulla fascia, talvolta però si pesta  piedi con Gargano e Hamsik. Pescato malissimo dai compagni, è comunque suo il cross per il gol di Pandev

Hamsik: 5,5 - Tatticamente la soluzione di arretrarlo a centrocampo sembra apportare qualche beneficio a Inler, ma a mio avviso (considerando anche le caratteristiche tecniche e i precedenti col 3-5-2 di Reja) Marek dovrebbe invertire la posizione con Gargano per una questione di controllo di palla e per permettere a Marek di presentarsi con più pericolosità al tiro. Nella ripresa arretra a centrocampo quando la squadra si schiera con una sorta di 4-3-3

Pandev: 7,5 - Con Hamsik a centrocampo, Goran deve spendere più energie per raccordare centrocampo e attacco. Si rende comunque insidioso in più di una occasione, ma il salto di qualità avviene nel secondo tempo con l'ingresso del Pocho che gli apre maggiori spazi e lo rende quasi letale. Meriterebbe il gol all'ultimo respiro ma Pegolo gli nega il gol dopo una prodezza tecnica del macedone che lascia senza fiato.

Cavani: 4 - Unico squillo al 23' al termine di una bellissima trama con Pandev e Hamsik che segue di pochi minuti ad un colpo di testa su cross di Dossena di poco a lato. E' vero che viene sfruttato male dai compagni, ma il Matador si lascia prendere sempre pù dal nervosismo e sbaglia malamente il rigore che forse avrebbe potuto lanciare il Napoli verso la vittoria

All.Mazzarri: 5,5 - Ci prova a cambiare, ma il risultato ancora non convince: questo Napoli ha diversi problemi: fisici (la stanchezza dei difensori, Maggio e Campagnaro in particolare) e tattici (l'assetto del centrocampo, la posizione di Inler, le posizioni di Gargano e Hamsik che andrebbero invertite). Nella ripresa passa dal 3-5-2 al 4-3-3, ma ancora una volta si muove troppo tardi e permette al Siena di far prevalere il proprio atteggiamento tattico

Arbitro Damato: 4,5 - Altro "esemplare" di una modestia imbarazzante: in area senese succedono tante situazioni quantomeno "strane", ma lui si distingue sempre per essere "assente"...abbracci e bracci alti a go-go, ma nulla...solerte solo quando Pandev dà una spintarella che sbilancia il difensore avversario per cui il conseguente fallo di mano del difensore senese viene perdonato, ma se avesse usato lo stesso criterio per gli "abbracci" visti nei minuti precedenti, almeno un rigore a favore degli azzurri nel primo tempo ci sarebbe dovuto essere, ma purtroppo conosciamo dalla serie C il "valore" di questo signore. Nella ripresa inevitabile la concessione del rigore a Lavezzi. Discutibilissima anche la gestione dei cartellini, dove Vitiello e Pesoli se la cavano con due cartellini gialli pur essendoci altre due situazioni nelle quali entrambi avrebbero meritato un altro giallo.

martedì 17 gennaio 2012

Il caso De Sanctis - Lecce: le scuse di Michele Plastino ai tifosi del Napoli e la crisi del calcio

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Ieri sera a Goal di Notte, Michele Plastino, visibilmente turbato e triste, ha voluto concludere la sua trasmissione leggendo quanto da lui scritto sul suo sito (www.micheleplastino.it/) in merito alle polemiche nate sul caso De Sanctis da noi ricostruito con questo post la scorsa settimana.


Conosco da tifoso Michele Plastino da 30 anni e ricordo migliaia di trasmissioni, reportage e film con cui ha raccontato con immensa passione il mondo del calcio e del Napoli.

Michele Plastino puo' avere tutti i difetti di questo mondo, si possono non condividere certe sue modalita' di approcciare alcuni argomenti relativi al calcio, ma personalmente continuo a rispettarlo e a stimarlo, perche' e' uno dei pochi che cerca ancora di difendere il calcio pulito raccontandone il marciume a fronte di un esercito di "leccaculo" e "mangiacalcio" che offendono l'intelligenza dei tifosi nascondendo scandali talora anche fin troppo evidenti o servendo in modo evidente altrettanti interessi "di bottega": comprendo le ragioni che lo hanno portato a sollevare il caso e ho gia' cercato di spiegarlo la scorsa settimana su questo blog.

Ritengo che l'unica grande "colpa" di Michele Plastino sia quella di esprimere in modalita' che possono essere discutibili ma che gli sono sempre state "proprie" quel senso di "disagio" verso il mondo del calcio che solo gli appassionati piu' intellettualmente onesti e riflessivi sentono con sempre maggiore evidenza.

Un altro esempio di questo "disagio" viene descritto in questo articolo di Carlo Tecce pubblicato su "Il Fatto Quotidiano" di domenica scorsa e che riproduco qui di seguito.


Anch'io negli ultimi tempi mi sto ponendo sempre piu' dubbi, domande e riflessioni che vanno oltre la passione per il Napoli e per il calcio: sento sempre piu' forte il timore che il calcio perda sempre piu' credibilita' senza accorgersene, come accaduto in pochi anni per il ciclismo, sport ieri popolarissimo e oggi moribondo, che non ha saputo/voluto arginare i sospetti derivanti dal doping  e ha perso totalmente credibilita' nel giro di pochi anni.

Per anni ho seguito con altrettanta passione dedicata al Napoli tutte le piu' importanti manifestazioni ciclistiche del mondo (Giri, Tour, Mondiali, classiche di un giorno, ecc.), distaccandomi pero' in poco tempo quando ho cominciato a vedere troppe classifiche sconvolte dagli scandali, dalle penalizzazioni e dalle squalifiche non credendo quindi piu' che quello che stavo vedendo fosse vero o verosimile.

Il cancro che sta corrodendo il calcio si chiama "scommesse": osservo con sempre maggior disgusto pubblicita' e "marchette" sempre piu' ossessive e onnipresenti relative alle scommesse all'inizio di ogni anticipo e posticipo e persino durante gli intervalli: una colonizzazione travolgente che non puo' non portare domande e seri dubbi su dove ci sta portando questa spinta compulsiva alla scommessa a tutti i costi e a tutte le ore.

Confesso che se il Napoli ancora mi emoziona, tuttavia e' un'emozione sempre piu' isolata rispetto a un contesto che vedo sempre piu' squallido e decadente, con "errori" sempre uguali, situazioni sempre piu' strane, occhiolini e gesti inspiegabili e, dall'altro, censura sempre maggiore del diritto di cronaca e della circolazione degli hi-lights delle partite con la "scusa" del copyright della Lega Calcio attraverso il quale tanti giornalisti come Michele Plastino non possono piu' offrire all'opinione pubblica spunti di riflessione su alcuni aspetti (o sospetti) delle partite con il supporto delle immagini, oppure sono costretti a farlo riprendendo artigianalmente con un cellulare le immagini direttamente da un televisore.

Che calcio e' questo? Che senso ha desiderare e tifare per "il Napoli che vorrei" se questo e' un calcio che appare sempre piu' squallido e lontano rispetto al calcio che vorrei?

Ecco perche' trovo che sia stupido, al limite dell'ottusagine, prendersela con uno come Michele Plastino: perche' se anche puo' aver azzardato troppo nel caso De Sanctis, almeno lo ha fatto con lo spirito di chi vuole difendere la pulizia del gioco del calcio e dei suoi attori e allora scusatemi, cari tifosi che lo avete attaccato...vuol dire che non state capendo niente di quanto di distruttivo sta avvelenando, forse per sempre, il mondo del calcio.

Possiamo non essere d'accordo su De Sanctis o su come vedere tatticamente una partita, caro Michele, ma sappi che anche quest'anno, tra tante proposte del lunedi' sera televisivo qui a Napoli, chissa' perche' ancora una volta ho scelto la tua trasmissione, per il suo taglio, per il tono del dibattito, per la qualita' degli ospiti, per quel tuo modo non banale ma sempre appassionato di parlare A Napoli DEL Napoli e DI Napoli.

E se anche capirei il tuo dolore nel lasciare la nostra citta' al termine di questa stagione dopo oltre trent'anni, sappi che lasceresti anche a me un dolore altrettanto forte nel non poterti piu' incontrare il lunedi' sera, perche' mi renderei conto che un'altro "narratore" del calcio e' stato vittima di questo circo sempre piu' cinico e baro.

Resisti, Michele, non darla vinta alla stupidita' che avvolge questo mondo e, se anche non ho condiviso il modo con cui hai trattato il caso De Sanctis, qua la mano e abbracciamoci, perche' se venisse a mancare una voce come la tua, per chi come me non viene dalla montagna con la piena ma cerca di ragionare pur con la passione del tifoso, sarebbe un segnale di seria e angosciosa preoccupazione per il futuro e la credibilita' del calcio, a Napoli e altrove.

lunedì 16 gennaio 2012

Serie A 2011-12: 18ª - Napoli - Bologna 1-1 (14' Acquafresca, 71' rig. Cavani)

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Un errore difensivo, tanto clamoroso quanto isolato, ci costa una partita di una sofferenza lancinante e altri due punti buttati. il Napoli in quasi 80 minuti non riesce a ribaltare il gol di Acquafresca ripetendo la poco convincente prestazione di metà settimana in coppa Italia.

Anche stasera primo tempo confusionario, anche stasera azzurri "imbavagliati" sulle fasce (Morleo annulla Maggio e Pulzetti limita Dossena) e soverchiati al centro del campo dove Mudingay e Perez vincono il duello contro un monumentale Gargano e un inguardabile Inler, grazie anche al lavoro oscuro ma prezioso del giovanissimo e interessante trequartista Taider e delle due punte Di Vaio e Acquafresca.

Proprio l'ex cagliaritano gela il già congelato San Paolo: complice forse la bassa temperatura Campagnaro liscia clamorosamente un pallone filtrante sul quale si avventa solo soletto Acquafresca.

Siamo appena al 14' ma il taccuino del primo tempo è desolante: l'unica azione degna di nota degli azzurri si vede dopo quasi mezz'ora sul finire del primo tempo, con un bellissimo tiro a giro di Pandev appena alto.

Non va meglio nella ripresa: nonostante un gran correre, il Napoli crea la miseria di una mancata deviazione di Pandev su angolo (55') e un tiro da fuori di Aronica parato da Gillet (64').

Ci vuole un rigore mezzo regalato da Brighi (Perez tenta un controllo con la coscia e la palla gli carambola sul braccio) per raggiungere il pari, ma nonostante il cambio di modulo, il nervosismo e la stanchezza del Bologna che teme che la partita gli possa sfiggire di mano e i cinquecento attaccanti buttati da Mazzarri nella mischia, il risultato non si schioda dal pareggio.

Ancora una volta Pioli ha messo nel sacco tatticamente Mazzarri: e se una volta è un caso e due volte può essere fortuna, se succede la terza allora vuol dire che Mazzarri proprio non ci capisce nulla quando incontra Pioli.

Davanti dunque rallentano, ma il Napoli, ancora una volta, non ne approfitta, ancora una volta stentando in casa, stavolta grazie ad un unico errore difensivo...e la rincorsa all'Europa che conta si fa sempre più dura...


***

De Sanctis: 6,5 - Tradito da Campagnaro, trafitto da Acquafresca, mai più impegnato per tutta la partita fino al recupero quando evita la beffa finale di Di Vaio

Campagnaro: 5 - Errore gravissimo che spiana la segnatura di Acquafresca...ma che ci faceva in quella posizione? Si spinge spesso in avanti, ma fa soltanto confusione (dal 56' Zuniga: 5,5 - Qualche buono spunto e un gran correre tra difesa e attacco, appare più in palla di Maggio ma neanche lui riesce a fare la differenza)

Cannavaro: 5,5 - Fuori posizione in occasione del gol di Acquafresca, anche se non è il maggiore responsabile dell'errore. Anche in altri frangenti non appare in gran serata.

Aronica: 6,5 - Che non sia una partita facile lo capisce dopo 15 secondi di gioco quando va a fare una perfetta ma impegnativa diagonale su Acquafresca. Decisamente il migliore dei centrali, anche se a volte nel primo tempo indugia troppo palla al piede e tarda a far ripartire l'azione. Gladiatorio nella ripresa.

Maggio: 4 - Inesistente, sopraffatto da Morleo, non trova mai spazi e tempi giusti per guadagnarsi spazi in avanti. Riesce a mettere solo un cross qualche minuto prima di uscire e lo sbaglia miseramente. Se poi a fianco gli gioca un confusionario Campagnaro... (dall'83' Vargas: 5,5 - Entra in una situazione critica, inizia con uno spunto di classe, ma dopo qualche minuto si trova la palla in area e, forse per il peso della responsabilità, si rifugia in un tacco per Zuniga anzichè tentare il tiro verso la porta) 

Dossena: 6 - Fa una fatica enorme per trovare spazi contro Pulzetti che lo ferma spesso con le buone e qualche volta con le cattive...a furia di sbattere contro il muro bolognese, finisce per spegnersi nella seconda metà del primo tempo. Nella ripresa ritrova coraggio e guadagna angoli su angoli grazie alle sue percussioni e ne batte anche uno, con uno stile a mio avviso più efficace di Hamsik

Gargano: 7,5 - Ci mette volontà e corsa, ma purtroppo anche un po' di confusione anche per i disarticolati movimenti dei compagni di squadra. Va però premiata la sua commovente dedizione, visto che lavora anche per un Inler inguardabile. Mi domando però quando potrà reggere a questi livelli.

Inler: 4 - Altra prestazione inguardabile, indecente! Di buono soltanto una percussione centrale a fine primo tempo quando assiste Pandev, ma poi è un campionario continuo di goffagini, errori, appoggi sbagliati e interventi fuori tempo(dall' 89' Lucarelli: SV - Non è colpa sua se Mazzarri si ricorda di lui solo a un minuto dalla fine...)

Hamsik: 5,5 - Cerca di aiutare Dossena a creare superiorità sulla sinistra, ma non riesce mai a trovare lo spunto decisivo per un cross o un tiro. In una occasione (triangolazione con Cavani) viene anticipato in angolo e in un'altra l'arbitro non vede un angolo su un suo tiro nato da una incursione centrale. Tira tantissimi angoli ma ben lontani come efficacia da quelli tirati da Lavezzi...molto meglio Dossena, al quale però ne lascia tirare soltanto uno: Marek li tira troppo sul portiere o troppo verso il centro dell'area non indovinando mai, come invece riesce a fare il Pocho, quella "zona magica" tra primo palo e limite dell'area piccola dal quale sono nati tanti gol e occasioni per Cavani e compagni

Cavani: 5,5 - Ancora una volta encomiabile in un rientro difensivo nel primo tempo che spezza un contropiede del Bologna con gli azzurri sbilanciati in avanti. In avanti corre tantissimo ma con una così pessima qualità di manovra non può fare i miracoli

Pandev: 6 - Tira fuori dal (quasi) nulla un tiro a giro a fine primo tempo che si spegne appena alto sopra la traversa. Nella ripresa fallisce per un soffio una deviazione sotto porta su azione di angolo. E' l'unico a dare un pizzico di fantasia, ma gli manca tutto un mondo intorno.

All. Mazzarri: 3 - Ancora una volta messo tatticamente nel sacco da Pioli: errare è umano, perseverare è diabolico. Caro mister, perchè, dopo la doppia lezione col Chievo lo scorso anno, dopo che Maggio e Dossena non vincono un duello diretto contro Morleo e Pulzetti, ci metti 60 minuti per cambiare tatticamente la partita schierando la difesa a 4 e poi concedi solo 4 minuti a Lucarelli dopo una marea di cross alti buttati invano in area? 

Arbitro Brighi: 5 - Già lo vedi, con quell'aria da povero Cristo in attesa della crocifissione o da autoflagellante di Guardia Sanframondi e ti verrebbe voglia di cambiare canale. Poi lo guardi dirigere in campo e quella voglia ti aumenta a dismisura, tanto che vorresti flagellarlo attraverso il televisore. Ammonisce Mudingay proprio perchè non può farne a meno (ma il mediano bolognese colpisce Inler a palla già lontana e da regolamento sarebbe più che giallo!), non vede una deviazione in angolo su tiro di Hamsik davanti ai suoi occhi. Punisce Morleo a fine primo tempo per un inesistente fallo di mano a centrocampo (ma se ritieni che sia fallo di mano non lo dovresti anche ammonire?)... Sul rigore, posizionato maluccio rispetto all'azione, attende saggiamente la segnalazione del collaboratore di linea, ma non prende alcun provvedimento contro Raggi che protesta platealmente e stende Aronica a gioco fermo. Se Brighi fosse un locale, sarebbe una bettola di periferia di quelle che cadono a pezzi e stanno lì lì per chiudere. Che squallore!

giovedì 12 gennaio 2012

Coppa Italia 2012 / Ottavi / Napoli - Cesena 2-1 (20' Popescu, 65' Cavani, 86' Pandev)

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Che bravo il Napoli! Riesce a rendere appassionante e avvincente una delle partite alla vigilia più scontate di tutti i tempi.

Ma la storia del calcio troppe volte ha sovvertito pronostici già abbondantemente scritti e anche stasera lo ha dimostrato: il Napoli entra in campo in punta di piedi, lentissimo e abulico e si trova di fronte il capitano Colucci (rientrante dopo una lunga assenza), un paio di altri titolari e un manipolo di aggueritissimi ragazzini che si schierano con un modulo speculare a quello di Mazzarri (difesa a 3) e combattono, corrono e raddoppiano in ogni zona del campo.

Dopo un po' di scaramucce da una parte e dall'altra, senza veri pericoli per i portieri, il romeno Popescu (20') trova un varco centrale e, approfittando di un accidentale rimpallo all'indietro di Vargas, tornato indietro a coprire, si trova solo davanti a Rosati e lo fulmina.

Il motivo tattico di questo gol subito è dato dall'eccessivo schiacciamento della difesa azzurra verso il proprio lato sinistro, nel tentativo di contrastare il portatore di palla, che lascia troppo scoperta la zona centrale del limite dell'area di rigore azzurra dove Zuniga arriva tardi a fare la sua diagonale (lasciando quindi scoperta la zona in genere coperta da Cannavaro) e costringendo Vargas all'errore nel tentativo di coprire la zona rimasta scoperta.

Il talento arrivato dal Cile tenta di riscattarsi tre minuti dopo, ma la sua conclusione su assist di Cavani è troppo debole per il portiere avversario Ravaglia che para senza difficoltà.

La manovra azzurra però continua a essere troppo lenta, con uno Dzemaili che nonostante il suo dinamismo non riesce a compensare l'abulia totale di Inler.

Una delle poche trame interessanti, con sovrapposizione e cross basso di Dossena, vede (39') il comico scontro in area tra Vargas e Cavani che sta per chiudere a rete a colpo sicuro.

Nell'intervallo Mazzarri ritiene opportuno non esporre Vargas a ulteriori sofferenze e lo sostituisce con Pandev e dopo pochi minuti toglie l'irriconoscibile Inler per Maggio...gli azzurri continuano a non esprimersi come nelle serate migliori, ma si vede qualcosa di meglio: c'è un po' più di ritmo, ma velocità e fantasia scarseggiano e il Cesena continua ad essere insidioso anche in avanti dove il giovane e interessantissimo Rennella (59') si presenta davanti a Rosati, tirando però fiacco tra le braccia dell'ex leccese.

A questo punto però si vede un fattore inedito nelle vittorie del Napoli di Mazzarri: il gol su punizione!

Prima (65') Cavani raccoglie una bellissima punizione centrale di Pandev trattenuta a stento da Ravaglia, poi (86') il macedone beffa Ravaglia con una velenosa punizione dal fronte destro dell'attacco azzurro.

Evitata così, grazie ai calci da fermo, prima una incredibile sconfitta e poi un'imbarazzante coda coi supplementari.

E' chiaro (e onore a Mazzarri di essersi preso tutte le responsabilità nel post partita) che se il Napoli ha vinto a stento e non di goleada contro un manipolo di pur volenterosi ragazzini, la spiegazione sta tutta nel pessimo approccio mentale all'impegno.

Ci sono però segnali incoraggianti che non vanno sottovalutati, sia perchè la squadra è riuscita ad attingere dalla panchina risorse stavolta determinanti (Pandev, ma anche in parte Maggio), sia perchè si sono rivisti in squadra elementi dati ormai per dispersi come Britos e Donadel.

E se la campagna di rafforzamento di gennaio passasse proprio attraverso la loro rinascita?

Intanto andiamo avanti e aspettiamo al San Paolo la vincente dell'ottavo tra Genoa e Inter con la peospettiva di poter incontrare in semifinale la vincente tra Chievo e Siena (!!!).

***

Rosati: 6 - Un paio di parate innocue a terra, poi si fa sorprendere dall'incursione di Popescu. Si riscatta nella ripresa con una parata non impegnativa ma importante su Renella quando la partita era ancora sull'1 a 1. Nel complesso denuncia qualche difetto di intesa specie con Fernandez con il quale più di una volta discute a distanza su chi deve andare a chiudere sui palloni che gravitano dalle parti del portiere ex leccese

Fernandez: 5,5 - Troppe imprecisioni e incertezze nelle fasi più delicate dell'incontro, specie nell'intesa con Rosati con il quale ci sono spesso discussioni del tipo "mia,tua...". Anche sui disimpegni nel rilancio dell'azione, che in genere sono il suo pezzo forte, compie diversi errori di precisione

Cannavaro: 6 - Soffre le incertezze dei suoi compagni di reparto e proprio nella sua zona si genera il gol di Popescu, che ricorda vagamente la percussione centrale che determinò il vantaggio del Bayern al San Paolo, con tutta la difesa azzurra troppo schiacciata sul lato forte, nella zona sinistra della difesa azzurra (in pressione sulla palla) e la palla che carambola nella zona centrale che resta scoperta con una diagonale non riuscita a Zuniga. Nonostante la difficile serata, Paolo appare più concentrato e preciso nella ripresa.

Britos: 7 - Considerando la lunghissima assenza e le incertezze dei compagni la sua prestazione offre molte più luci (senso dell'anticipo, fisicità e tenacia sull'uomo) che ombre: mostra un senso del piazzamento davvero notevole e alla fine se la sbriga con notevole disinvoltura, anche in situazioni complicate (dal 74' Donadel: 6,5 - Appare in buona condizione fisica: si produce in un recupero palla con successivo slalom tra due avversari che denota un passo leggero e svelto che ovviamente non si era visto durante le amichevoli estive a causa della dura preparazione fisica fatta in ritiro. Col suo ingresso gli azzurri si mettono a 4 in difesa e il centrocampo appare leggermente più equilibrato. Sarà una mia impressione, ma spero di non sbagliarmi, ma mi sembra che Donadel abbia messo in campo il massimo per dare un segnale forte che lui vuole restare qui e vuole mostrare il suo valore...fosse lui la vera lieta sorpresa di questa seconda parte di stagione?)

Zuniga: 5,5 - Tanto movimento, tante finte e un diluvio di cross che purtroppo non trovano mai la testa o il piede giusto nell'area cesenate. Tenta una diagonale sul gol di Popescu, ma arriva troppo tardi. Nella ripresa svaria in diverse posizioni del fronte di attacco azzurro, ma non riesce mai davvero a trovare giocate decisive. Cala fisicamente alla distanza.

Inler: 4 - Lentissimo, svagato e impreciso come nelle sue peggiori giornate: di lui resta solo un tiro da fuori che si spegne alto sulla traversa: lo specchio del pessimo primo tempo azzurro (dal 58' Maggio: 6 - Qualche buona discesa, da un fallo da lui subito nasce la punizione per il gol decisivo di Pandev)

Dzemaili: 6 - Qualche percussione che crea panico nella difesa cesenate, un assist di grande qualità per il tiro alto di Hamsik, ma anche lui in certi frangenti segna il passo non riuscendo a dare il giusto ritmo alla manovra azzurra

Dossena: 6,5 - Troppo trascurato su quella fascia, quando viene coinvolto dai compagni mette cross alti o radenti sempre interessanti, attaccati purtroppo male dagli attaccanti azzurri. Colleziona anche qualche buona chiusura difensiva

Cavani: 6,5 - Litiga col pallone, con Vargas...e infine con l'arbitro. Si impegna, corre e svaria, tenta di mettersi al servizio del giovane compagno cileno, ma tutto il suo adoperarsi sembra inefficace, ma alla fine ha ragione lui e la sua testardaggine viene premiata con un gol da opportunista su corta respinta del portiere avversario

Vargas: 5 - Forse sarebbe più giusto un "senza voto", ma riteniamo assegnarglielo perchè, anche se purtroppo nel male, incide sulla partita. Ha però tutte le giustificazioni e le attenuanti a cui avevamo già fatto cenno nel nostro post di presentazione del talento cileno (fuso orario, condizione fisica, adattamento alla diversa stagione, metodi di allenamento, squadra nuova, ecc.). Errori in difesa (sul gol di Popescu è lui a passargliela all'indietro, ma va anche lodato, come giustamente ha fatto anche Mazzarri a fine partita, per il profondo ripiegamento difensivo) e in avanti (scontro quasi comico con Cavani che sta per impattare a colpo sicuro un cross di Dossena). L'adattamento al nostro calcio sarà lungo e duro e dobbiamo coccolare Edu con tanto amore e tanta pazienza (dal 46' Pandev: 8 - Trascina la squadra nella ripresa con la sua classe e decide la qualificazione con un gol...e mezzo su punizione. Vive una nuova giovinezza, uno stato di grazia che trasforma in oro ogni pallone che tocca)

Hamsik: 6,5 - Pur non ai livelli mostruosi delle ultime prestazioni, mostra che appena accelera un tantino in questo momento fa la differenza: crea più volte il panico quando può lanciarsi palla al piede fronte alla porta o quando duetta con Dossena sul fronte sinistro dell'attacco azzurro

All. Mazzarri: 6 - Messo tatticamente in difficoltà da Arrigoni che lo fronteggia con un modulo speculare al suo. Azzarda troppo nell'introdurre subito Vargas in squadra pur mettendogli a disposizione i compagni di reparto per tentare di farlo rendere al meglio. Oculato nelle sostituzioni durante la ripresa, nel far mettere molti minuti nelle gambe di Britos, nel lanciare Donadel e nel cambio di modulo col passaggio alla difesa a 4. Infine coraggioso a fine partita nell'ammettere di aver sottovalutato le difficoltà correlate all'esordio di Vargas per proteggere (giustamente) il ragazzo.

Arbitro Doveri: 6 - Nel primo tempo non banale la qualità di certi suoi "fischi", quando valuta a mio avviso correttamente anche qualche intervento su cui gli attaccanti azzurri protestano e ammonisce a mio avviso altrettanto correttamente Cavani. Ben assistito anche dai collaboratori di linea, sia in occasione del gol decisivo, sia sulle situazioni di fuorigioco. Unico neo: tollera troppo le perdite di tempi nei rinvii dal fondo del portiere cesenate e nel non ammonire su qualche intervento più duro del dovuto (vedi Arrigoni nella ripresa)

mercoledì 11 gennaio 2012

Coppa Italia 2012: diretta TV per Napoli-Cesena

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Napoli-Cesena andrà in onda in diretta giovedi' 12 Gennaio 2012 alle ore 21.00 su RAI 2.

lunedì 9 gennaio 2012

Il caso De Sanctis - Lecce

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PREMESSA: la vicenda De Sanctis segue tutta una serie di "notizie" (ma i giornalisti veri si rivolterebbero nella tomba) in parte accennate in questo post che state per leggere, in parte ricostruite in questo articolo di Tuttonapoli.net e in parte ancora riferite alle presunte dimissioni o trasferimenti di Mazzarri e Bigon circolate nel periodo tra la partita col Villareal e quella con la Roma. Non ho paura di affermare che ormai fanno molto piu' giornalismo siti e blog come il mio che prestigiose testate nazionali, mantenute in vita con i soldi di noi contribuenti per vederci propinata ogni giorno della merdosa immondizia spacciata per informazione. Per questo l'unico giornale che acquisto e' IL FATTO QUOTIDIANO (di cui ospito volentieri un banner promozionale a titolo totalmente gratuito!) che vive soltanto dei proventi di vendite, abbonamenti e pubblicita' e sono totalmente d'accordo con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che si batte per l'abolizione del finanziamento pubblico delle testate giornalistiche e per l'abolizione dell'ordine dei giornalisti. Se testate giornalistiche e giornalisti diffondono queste "notizie", ben vengano queste abolizioni!

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Si è alzato un incredibile polverone sulla "esultanza al contrario" di De Sanctis dopo il gol del 4 a 1 firmato da Cavani lo scorso 4 dicembre in Napoli - Lecce, terminata poi 4 a 2.

Mi astengo dall'esprimere opinioni personali, almeno per il momento, ma metto a disposizione dei lettori del blog quegli strumenti che spero possano essere utili a formarsi una propria opinione (facendo quindi quello che dovrebbe essere, e ormai non è più, lo spirito più autentico del giornalismo).

Lo scorso 5 dicembre, durante l'edizione napoletana di "Goal di notte" sull'emittente napoletana "Canale 21", Michele Plastino riprende un dibattito già avviato nelle settimane precedenti sui vari episodi di rapine e furti che hanno visto protagonisti calciatori del Napoli e persone a loro vicine (mogli e procuratori).

Plastino si chiede se dietro questi episodi non vi possa essere un unico "disegno criminale" volto a "minacciare" per qualche ragione il calcio Napoli.

In questo contesto considera altrettanto "strano" il comportamento di De Sanctis dopo il gol del 4 a 1 di Cavani durante Napoli - Lecce del giorno prima: per motivi di diritti televisivi, Plastino non può mostrare la sequenza incriminata in trasmissione, ma la descrive con accuratezza e la sua è l'unica trasmissione radio-televisiva a soffermarsi su questo episodio.

Questa sera, lunedì 9 gennaio, Plastino racconta che, a seguito delle polemiche verificatesi nel corso della giornata per un video apparso su Internet relativo proprio a quell'episodio, quelle immagini sono state riprese da un suo amico con un cellulare dal suo televisore, in quanto durante le vacanze di Natale ha tentato invano di estrapolare dal proprio decoder di My Sky la sequenza descritta a Napoli nella serata del 5 dicembre evidentemente per mostrarla in trasmissione.

Il file, girato col cellulare del suo amico, è stato poi copiato su una chiavetta USB e consegnata a Plastino.

Nel frattempo sabato 7 gennaio, l'amico di Michele Plastino, Cristiano Blanco, titolare del blog www.blancocristiano.it/ pubblica il seguente post di cui riporto qui per comodità il testo integrale:

"Sono entrato in possesso di un video, grazie a Michele Plastino che lo ha mostrato nella sua trasmissione "Goal Di notte". Il filmato è stato mostrato da SKY una sola volta nel dopo-partita di Napoli - Lecce 4-2, ma non approfondito.


Non so se sia in relazione con CalcioScommesse... sicuramente bisogna porsi delle domande...


La partita è sul 3-1 e Cavani riesce a segnare il Goal del 4-1 a 5 minuti dalla fine della partita... la telecamera a quel punto stacca su De Sanctis che inspiegabilmente è arrabbiato per il goal del compagno di squadra, a quel punto si rivolge a Lucarelli che è dietro la sua porta in compagnia di un uomo, e Lucarelli gli dice ( si vede il labbiale)" mancano ancora 7-8 minuti". Fatalità il lecce segna allo scadere il goal del 4-2... 


Ecco il video. Giudicate voi.

un abbraccio
Cris"

Il post è accompagnato da questo video nel quale il filmato girato col cellulare dal televisore di Michele Plastino viene intervallato da alcune domande che si pone Cristiano Blanco (di sua iniziativa e ad insaputa di Plastino):


Il video comincia a fare il giro della rete e viene ripreso da alcuni organi di stampa, specie del Nord, tra cui "il Giornale" di Milano, che, sarà un caso, fa parte di un certo gruppo editoriale che ha interessi evidenti nel calcio italiano e che proprio la scorsa settimana con un suo settimanale "Panorama" ha pubblicato un servizio dedicato a una serie di intercettazioni che hanno coinvolto anche un ex calciatore del Napoli, Gianello, e altri calciatori attualmente in rosa (Mascara, Cannavaro) peraltro poi esclusi da qualsiasi coinvolgimento di tipo scandalistico sia per la giustizia penale che per quella sportiva.

Le polemiche montano durante la giornata di oggi e finalmente De Sanctis risponde ad un inviato di Sky Sport 24.


Dopo la replica di Morgan, Cristiano Blanco, dopo aver deciso di cancellare il suo video, pubblica sul suo blog la seguente risposta:

"Si è creato un polverone, che sinceramente non capisco.


Io ho fatto delle domande, credo legittime, De Santis ha risposto. Il mio unico obiettivo era cercare di capire. Credo a Morgan De Santis ed alla sua motivazione, quindi io ritengo la questione finita.


Per questo ho cancellato il video. So bene che comuque il video rimarrà in rete perchè qualcuno ha fatto delle copie. Lo faccio in maniera simbolica per far capire che il mio non era un attacco al Napoli, nè a De Sanctis. Volevo semplicememnte fare chiarezza su an accadimento particolare.


Mi stupisco molto del risalto dato alla questione, visto che il filmato era andato in onda già altre volte, io ho aggiunto solo delle domande, che, ripeto erano legittime. Ottenute le risposte, la questione finisce qui.


Non voglio gettare fango su nessuno, voglio solo capire. Per questo simbolicamente cancello il video.


Credo che il fatto che ci abbia messo la faccia, renda l'idea sulla mia buona fede e sulla mia semplice voglia di capire che cosa era successo.


Cristiano"

Prendiamo atto delle parole di Cristiano e del fatto che egli si dichiari soddisfatto delle risposte fornite da De Sanctis,  un portiere che, lo ricordo, da oltre due anni è al vertice di tutte le classifiche di rendimento nel suo ruolo a livello italiano in una piazza dalle pressioni ambientali spaventose e che può vantarsi di aver compiuto "errori" che si possono contare sulle dita di (non una ma) mezza mano!

Lascio a voi le vostre riflessioni...io dico solo che credo che il calcio sia marcio, ma che Morgan è Morgan, che si sia sbagliato indirizzo venendo a "bussare" proprio alla sua porta e credo alla sua pulizia di uomo e di atleta fino in fondo!

Dài, Morgan, non mollare!


domenica 8 gennaio 2012

Serie A 2011-12: 17ª - Palermo - Napoli 1-3 (35' Pandev, 54' Cavani, 60' Hamsik, 89' MIccoli)

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Nella mia vita azzurro ho visto di tutto: scudetti e salvezze stentate, coppe e retrocessioni, fallimenti e risalite, ma non avevo MAI visto vincere il Napoli a Palermo.

43 anni! Un'eternità, ma è stata una vittoria bellissima e strameritata con la quale il Napoli approfitta al meglio di una stagione di transizione dei rosanero e degli strafalcioni tattici di un mediocre allenatore a noi purtroppo ben noto come Bortolo Mutti: per dirne una sullo 0 a 3 leva il migliore dei suoi (Budan) contro il quale "impazziscono" Cannavaro e Aronica messi spesso in difficoltà dal lungagnone albanese per buttare dentro il neo arrivato Mehmeti...ridicolo!

Il Napoli inizia con insospettabili balbettii nei centrali difensivi (Cannavaro e Aronica) e in Dossena e la partita potrebbe cambiare dopo appena 2 minuti quando Budan sfugge proprio ai due centrali e solo il solito De Sanctis nega il vantaggio al Palermo.

La partita scorre veloce, con azioni veloci da una parte e dall'altra ma con una prevalenza tattica a centrocampo degli azzurri grazie ai perfetti automatismi tra Gargano, Inler e Hamsik.

Proprio Gargano impegna Benussi con parata a terra all'8', poi due colpi di testa per Cavani su cross di Dossena (9' e 10'), sul secondo dei quali Benussi smanaccia sopra la traversa.

Poi due azioni gol in un minuto (24'): prima Vasquez, su errore di Cannavaro, poi ancora Gargano con uno splendido tiro da fuori che sfiora il palo alla sinistra di Benussi.

L'equilibrio si rompe al 35': Cavani, defilato a centrocampo sulla linea laterale destra del campo vede scappare Gargano e gli serve una palla meravigliosa in corridoio, Gargano si lancia a tutta velocità e in area crossa basso per Pandev che con lo stop elude Munoz e lo spedisce al bar per poi trafiggere Benussi. Roba di altissima scuola!

Al 39' errore di Aronica e Miccoli mette di poco a lato, mentre al 41' Pandev sfiora il raddoppio su passaggio flitrante di Inler.

Il primo tempo si chiude con un gol giustamente annullato a Migliaccio, scattato in fuorigioco sulla punizione di Miccoli.

Nel secondo tempo il Palermo crolla: Mutti schiera la difesa a tre, toglie Della Rocca e inserisce Acquah ed il veloce Alvarez, ma il Palermo sembra sulle ginocchia dopo il correre forsennato del primo tempo.

Già al 46' Pandev impegna Benussi, poi al 54' Hamsik taglia tutta la tre quarti con un passaggio radente che pesca Cavani: il Matador stoppa, converge e da 25 metri fa partire un tiro a giro di una bellezza straordinaria sulla quale nulla può il povero Benussi. Lo stadio Barbera si alza in piedi per applaudire a scena aperta la prodezza di Cavani.

Nei successivi 6 minuti il Napoli chiude definitivamente il match: palo di Pandev (56') e gol delizioso di Hamsik (60').

Da qui in poi lunghissimo possesso palla degli azzurri con Pandev (79') che sfiora il 4 a 0 e poi il gol della bandiera con splendido pallonetto di testa di Miccoli.

Il Napoli torna a vincere anche in trasferta: davanti, Lazio a parte, Juve, Milan e Udinese non mollano e sembrano avviarsi in fuga per la zona Champions, ma gli azzurri visti stasera fanno ben sperare per il futuro.

E giovedì esordio in coppa Italia col Cesena. Vedremo Vargas? Il pubblico napoletano pregusta una serata speciale!

***

De Sanctis: 6,5 - Un paio di interventi preziosi nel primo tempo tra cui uno dopo appena 2' su Budan che già pregusta il gol. Solo ordinaria amministrazione nella ripresa e il pallonetto beffardo di Miccoli a partita finita sul quale non pu nulla

Campagnaro: 7 - Anche se Miccoli è un cliente non facile, Hugo appare tonico nella marcatura e si produce anche in una serie di diagonali difensive molto importanti: nettamente il migliore dei centrali azzurri

Cannavaro: 6 - Nel primo tempo appare non al meglio della concentrazione: si fa sfuggire più di una volta Budan con errori in marcatura talora davvero banali. Strappa una stentata sufficienza nella ripresa con una prestazione nettamente migliore e con interventi finalmente con la dovuta grinta

Aronica: 5,5 - Vedi Cannavaro: anche Totò soffre moltissimo nei duelli individuali, specie contro Budan. Quindi stavolta delude più per propri demeriti personali che per insufficiente copertura di Dossena o dei mediani. Anche per lui una ripresa migliore: si fa beffare nel finale da Miccoli che lo brucia di testa

Maggio: 6 - Si fa trovare spesso pronto per il cross ma nel primo tempo ne sbaglia sistematicamente la misura, non indovinando mai l'assist giusto per Cavani o Pandev, nonostante i due attaccanti azzurri appaiano in palla e si trovano spesso all'appuntamento di assist provenienti da altri compagni. Meglio nella ripresa dove opta per cross bassi e radenti molto più pericolosi

Inler: 7 - Grazie al sostegno costante di Hamsik e Gargano appare in netto miglioramento, tanto che in un paio di occasioni riesce anche a offrire palloni importanti (vedi 41' per Pandev e 60' per il gol di Hamsik) e a trovare conclusioni verso la porta avversaria

Gargano: 8,5 - Forse il migliore Gargano mai visto da quando è a Napoli! Non solo corre da par suo, ma offre una prestazione tatticamente eccezionale: a centrocampo smista palloni con precisione e a un tocco, come un regista di grande livello, facendosi sempre trovare libero per ricevere il pallone dal compagno in difficoltà. In più si alterna con Hamsik (ecco una interessante novità!) nelle incursioni offensive: l'assist a Pandev al termine di una di queste incursioni non è casuale, ma viene dopo altre situazioni di questo tipo viste nel corso del primo tempo (dal 72' Dzemaili: 6,5 - Pronto e grintoso, copre con precisione e quando si porta sulla tre quarti conferma di avere una qualità superiore alla media creando scompiglio nella difesa avversaria)

Dossena: 7 - Inizio inguardabile con due banalissimi errori di controllo di palla, ma poi un crescendo fatto di una pioggia di precisi cross al centro per Cavani che solo la scarsa precisione del Matador non traduce in almeno due gol. Nella ripresa in difesa si fa valere con anticipi e diagonali preziose e si ripropone più raramente però sempre in quei momenti nei quali gli azzurri appaiono più chiusi e quindi bisognosi di riferimenti offensivi per rendere pericolosa la manovra.

Hamsik: 8 - Prestazione di intensità e acume tattico degni della sua fama: gestisce palla sempre in modo intelligente, offre uno splendido cross che Cavani impatta a lato di testa, copre Gargano quando l'uruguagio compie le sue sortite in avanti, pesca Cavani in occasione del 2 a 0 e infine piazza uno dei suoi proverbiali spunti che sigillano una prestazione sontuose e la vittoria azzurra. Un Marek così è una gioia per gli occhi! (dal 77': Zuniga: 6,5 - Tonico e sveglio crea scompiglio nella ormai stordita retroguardia rosanero, ma non crea veri pericoli)

Pandev: 8 - Altro gol d'autore, ma tanta intensità, tanta grinta, tanto  movimento, tanta volontà e altre situazioni nelle quali sfiora il gol. Che vuoi chiedergli di più? (dall'82' Chavez: 6 - Entra e copre con grinta, contrastando anche a centrocampo e cercando di farsi trovare in avanti)

Cavani: 9 - E' vero: sbaglia tre volte di testa dei gol che sembrano fatti, ma nel primo tempo fa due cose fondamentali, una in difesa e una in attacco. Sulla prima rincorre da porta a porta il contropiede palermitano con gli azzurri sbilanciati in avanti su calcio d'angolo e trova il piazzamento da centrale di sinistra esattamente dove va l'azione del Palermo e il Matador sbroglia il pericolo. La seconda prodezza è il controllo a volo con cui, defilato sulla linea laterale a centrocampo, spalanca una voragine nella quale si lancia Gargano per l'assist vincente a Pandev. Dopo tutto questo, nella ripresa si inventa un gol straordinario applaudito a scena aperta da tutti i tifosi palermitani. Monumentale!

All: Mazzarri: 8 - Con alcuni uomini chiave in stato di grazia deve solo rimproverare i suoi centrali difensivi per gli errori spesso individuali e di scarsa concentrazione, visto che a centrocampo gli azzurri dominano grazie agli intelligenti automatismi tattici di scambio tra Hamsik e Gargano e alle prestazioni mostruose di Pandev e Cavani

Arbitro Mazzoleni: 8 - E' un arbitro a mio avviso modesto, ma stasera ben assisistito in occasione del gol annullato a Migliaccio e dalla netta superiorità tecnica degli azzurri, non ha altri grattacapi da dover sbrogliare. Amministra la partita punendo solo i contrasti più duri ed evitando di ammonire, cercando piuttosto di lasciar scorrere il gioco in modo fluido e veloce contribuendo al tasso spettacolare della partita.

giovedì 5 gennaio 2012

10 Maggio 1987: una serata con Bruscolotti

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Non e' la prima volta: sono gia' stato altre volte nel ristorante di Beppe Bruscolotti, il mitico "pale 'e fierr", il baluardo della difesa azzurra dal 1972 al 1988, capitano "morale" del Napoli scudettato che con grande umilta' un giorno affido' la fascia a Maradona con la promessa del Pibe di ricambiarla con uno scudetto.

La prima volta, la primavera dello scorso anno, fu per curiosita': sapevo da qualche anno di questo locale ma fui colpito dall'entusiasmo con cui Walter De Maggio, durante una diretta di Radio Goal, ricordava una sua recente visita al ristorante di Beppe con una mangiata record di deliziose margherite con bufala.

E infatti la prima volta volli provare la tanto decantata margherita con bufala esaltata da De Maggio e, devo dire la verita', all'assaggio capii al volo l'entusiasmo di Walter.

Da allora sono tornato altre tre volte e in tutte le occasioni sono rimasto estremamente soddisfatto sia per l'atmosfera semplice e nel contempo estremamente elegante del locale di Beppe (che trasuda di emozionanti foro e cimeli della sua lunghissima carriera), sia per la qualita' della cucina, sia per l'estrema cortesia e attenzione al cliente del personale di servizio che ti accoglie sempre, anche da "avventore esordiente", con cortesia e simpatia.

Spesso ho visto Beppe e la moglie all'opera, talvolta alla cassa, talvolta ad un tavolo ad intrattenere familiari, amici o ospiti, ma per la mia natura di persona discreta, non invadente e rispettosa della privacy altrui, non ho mai forzato le situazioni di incontro nonostante la notorieta' del personaggio e la sua ben nota disponibilita' verso tutti i tifosi azzurri.

In generale non amo "disturbare" vip o personaggi famosi per un autografo o una foto: mi dico sempre che se incontro ci deve essere, deve essere spontaneo, naturale e possibilmente "vero", cioe' tra persone che si incontrano e si scambiano esperienze di vita.

Mercoledi' scorso, 28 dicembre, propongo a una mia carissima amica e ad una coppia di miei carissimi amici che hanno da poco avuto un bambino, di trascorrere una serata tranquilla e "gustosa" da Bruscolotti e loro, che gia' in passato mi hanno fatto compagnia nelle mie precedenti "visite", accettano con entusiasmo.

Arriviamo al locale, il "10 maggio 1987", in cima alla discesa Coroglio, e troviamo una sala tranquilla con meno gente del solito (chiaro effetto dovuto agli abbondanti pranzi e cenoni dei giorni precedenti, ma anche a causa del fatto che di solito, tranne che nei periodi festivi, il locale resta chiuso proprio il mercoledi' per riposo settimanale) e scorgo Beppe seduto al solito tavolo, vicino alla cucina, che cena con la moglie e alcune persone di famiglia.

Pur essendo tifosissimi del Napoli siamo anche tutti rispettosi della privacy altrui per cui osserviamo la scena, ma senza che ci passi per l'anticamera del cervello di andare a disturbare la cena di Beppe e della sua famiglia. Nel frattempo i camerieri ci fanno gentilmente strada per farci accomodare ad un tavolo che si trova proprio nelle vicinanze del tavolo dove si trova Beppe.

Bastano solo pochi minuti per attirare l'attenzione dei "padroni di casa": anche se non facciamo troppo per farci notare, Beppe (ma anche la moglie Mary) viene irresistibilmente attirato dal piccolo Simone, per giunta abbigliato con una maglietta ufficiale del Napoli calcio: bastano pochi minuti a Beppe per familiarizzare col piccolo Simone e prenderlo in braccio per una dose di coccole...e noi a scherzare sul fatto di quanto sia fortunato lui ad aver conosciuto Bruscolotti dopo nemmeno due mesi di vita, mentre io e il padre di Simone, il mio caro amico Salvatore, abbiamo dovuto aspettare...42 anni!


Si comincia a chiacchierare del piu' e del meno, ormai Beppe ha praticamente terminato la sua cena mentre la nostra sta per iniziare: abbiamo appena ordinato antipasti, primi, pizze e, su consiglio del cameriere, un eccellente Primitivo di Manduria, che  Beppe ci propone "Volete assaggiare una pizza a modo mio"?

E che vuoi dire "No" al capitano e padrone di casa? Ovviamente accettiamo con entusiasmo e grandissima curiosita', mentre dalla cucina cominciano ad arrivare le prime delizie: frittura di gamberoni "alla Bruscolotti" accompagnati da una deliziosa salsa rosa e provola e baccala' avvolte in pastella e fritte in tempura che a me che non e' mai piaciuto il baccala' deliziano il palato come non mai!

In particolare mi colpisce la delicatezza con cui il sapore del baccala' si amalgama con quello della provola in un equilibrio che mi lascia meravigliato...

Nel frattempo Beppe si e' temporaneamente allontanato per organizzare la pizza "a modo suo" e per accogliere nel locale uno sparuto gruppo di tifosi venuti dall'Inghilterra e da Parigi (questi ultimi sono gli ormai celebri e simpaticissimi tifosi del club "Paris San Gennaro") che, pur essendo piu' giovani di me e magari erano molto piccoli o non erano ancora nati quando Beppe calcava i campi d'Italia e d'Europa si rendono conto dell'importanza del campione e dell'uomo nella storia del nostro amato Napoli.

Poi arrivano i primi e, personalmente, godo come un riccio alla degustazione di un piatto di meravigliosi ravioli alla caprese: semplice pasta fresca fatta in casa, ripiena di  delicata e saporita ricotta, il tutto avvolto in un sugo di pomodoro fresco e delicato che "rispetta" ed esalta la delicatezza e la morbidezza del ripieno.

Quei ravioli, come prima i gamberoni e le frittelle di baccala' e provola, me li gusto, me li assaporo, con lentezza, per coglierne tutte le sfumature di aromi e sapori, li taglio in due con la forchetta quasi come se volessi scoprine i segreti della loro bonta' scrutandone il morbido e bianco ripieno.

Il tutto, con un profumo "devastante" e meraviglioso di porcini che proviene dal piatto della mamma del piccolo Simone che, impegnata ad allattare il piccolo che ha gia' fatto innamorare Beppe, tarda a gustare un altrettanto invogliante piatto di paccheri che spargono profumo di porcini per tutto il locale.

Passa un po' di tempo tra chiacchiere, sorrisi e buon vino e cominciamo a chiederci cosa ne sia della sorpresa promessaci da Beppe...ma basta qualche altro minuto e ci arriva al tavolo qualcosa di tanto semplice quanto buonissimo: una pizza bianca, semplice, con provola, cosparsa di...melanzane sott'olio tagliate fini fini...

Scelta gia' sorprendente alla vista per la sua semplicita' ma che sorprende ancora di piu' alla degustazione: le melanzane hanno un sapore ricco, leggermente piccante, che si sposa a meraviglia con l'affumicato della provola...e poi, cavolo, vuoi avere da ridire su un omaggio che Beppe ha fatto preparare apposta per noi?

Il tempo passa lento e piacevolissimo...ci si avvia verso la mezzanotte e nel locale restiamo noi, i simpaticissimi ragazzi del Paris San Gennaro e ormai il locale e' diventato un "salotto" dove la tranquillita' della serata e il magico clima delle feste natalizie (a proposito: bellissime le decorazioni, le luci natalizie e i colori che incantano anche il piccolo Simone) rendono piacevole scambiarsi due chiacchiere in piu'.

Mentre i miei amici fanno capannello con i tifosi parigini con Bruscolotti, io mi siedo al tavolo con  Mary, la mitica moglie del capitano, che mi ricorda (cosa a me ben nota!) di aver dato da mangiare a tutti i calciatori italiani e sudamericani passati da Napoli quando Beppe giocava!

Cominciamo a chiacchierare con un "indovinello" su un liquore azzurro che ci portano al tavolo per chiudere il pasto: Mary e Beppe mi sfidano a riconoscere il sapore...che mi risulta familiare, ma che non riesco a distinguere..."Ma come? Non ti ricorda il sapore del ripieno delle caramelle Rossana?", mi domandano.... Cavolo! E' vero! Le Rossana! Uno dei sapori della mia infanzia, della nostra infanzia, di quella dei miei amici, di Mary e di Beppe...

E cosi', davanti a questo bicchiere di liquore azzurro, anche Mary, come prima Beppe, dimostra di essere una grande persona nella sua squisita semplicita': io le porgo i  complimenti per il locale, per la qualita' del cibo e del servizio, per l'atmosfera e la gentilezza di tutti e lei mi fa presente quanta passione vera ci sia da parte sua, del marito e delle persone che lavorano nel locale, per portare avanti una passione che per loro esiste da sempre, quel del mangiar bene, del far mangiare bene e del cucinare con passione: "Guardi", mi puntualizza Mary con orgoglio, "che e' Beppe che va a fare la spesa: lo chef gli fa la lista degli ingredienti ed e' lui, personalmente, che va a comprare dove dice lui, nei posti che dice lui!"

Come in campo, cosi' in cucina, cosi' nella vita: persone che mescolano umilta', semplicita', passione, ma anche persone orgogliose di quello che sono e di quello che fanno, a testa alta, senza compromessi.

Con Beppe si parla molto del Napoli dei suoi tempi e di quello attuale, di Ferlaino (a cui Beppe e' legato da affetto pur lasciando intendere di aver avuto con lui rapporti non sempre facili) e di De Laurentiis (del quale lamenta la ancora troppo scarsa attenzione ai bisogni dei tifosi, specie quelli che vivono fuori Napoli, come quelli che sono venuti a trovarlo questa sera): in lui traspare un immenso infinito amore per il Napoli anche quando esprime critiche sull'attuale operato della societa', specie nei confronti dei tifosi, e il timore che le vittorie tardino ad arrivare.

La discussione e' vivace e appassionata e coinvolge anche Mary: faccio gentilmente notare ad entrambi che, lavorando io in una multinazionale, e tenendo conto della tremenda crisi economica attuale, capisco bene l'approccio severo e il taglio rigorosamente imprenditoriale di Aurelio: l'attenzione ai costi, la corretta gestione del bilancio, gli indubbi risultati sportivi che gia' ora gli azzurri stanno conseguendo vanno salutati con soddisfazione e con fiducia per il futuro, pur condividendo alcuni aspetti dei ragionamenti di Beppe che sono stati anche oggetto di critica nei confronti del Napoli anche da parte mia su questo blog (l'organizzazione nella vendita dei biglietti, le vergognose gazzarre in occasione di certe prevendite, le difficolta' per i tifosi azzurri che vivono lontano da Napoli di poter acquistare tagliandi e abbonamenti per le partite degli azzurri, i grossi problemi vissuti dai tifosi azzurri in certe trasferte europee).

E' belllissimo poi, mano mano che passa la serata, scoprire l'uomo Beppe Bruscolotti attraverso i racconti della moglie: seguire il marito in qualunque stadio per qualunque partita, praticamente anche le amichevoli di allenamento, le gioie delle vittorie e i periodi difficili, come quello dell'epatite virale con un rientro anticipato in cui il Petisso Pesaola, col Napoli in grave difficolta' di classifica, gli chiede "solo 10 minuti" e poi gli fa giocare tutta la partita e nel tono della voce di Mary ancora puoi cogliere l'apprensione per il rischio corso dal marito.

Si parla con Mary anche di oroscopi, di Paolo Fox, di segni zodiacali e persino della mia vita sentimentale, dei miei trascorsi amorosi con la mia cara amica e lei, Mary, li' sopresa a chiedersi come abbiamo fatto a non sposarci e a rimanere comunque cosi' affettuosamente legati, senza litigare, tirarci merda addosso o spaccarci piatti l'uno contro l'altro...

Nel frattempo conosciamo un'altra delle "colonne" del locale di Beppe, l'entusiasta, giovane, appassionato chef Ermanno che mi conferma a parole tutto quello che mi aveva gia' trasmesso nella cura, nella qualita' e nella preparazione dei piatti che ci ha fatto arrivare a tavola: discutiamo di ravioli e altri sapori, di tempura, di metodi di cottura e quando Ermanno parla di quello che fa e riceve i nostri complimenti gli si illuminano gli occhi e la sua energia e il suo entusiasmo, pur al termine di una faticosa giornata di lavoro, appaiono trascinanti come l'energia e l'entusiasmo che Beppe metteva in campo nei momenti piu' importanti.

Con Beppe e Mary, prima, e con Ermanno, poi, si passa dal calcio, alla cucina, alla vita in generale: e' questo il senso piu' profondo per me...incontrarsi, non importa se con un caro amico, un simpatico sconosciuto o una leggenda del calcio Napoli, con semplicita' davanti ad un tavolo, un buon cibo o un simpatico liquore e scambiarsi punti di vi(s)ta ed esperienze e tornarsene a casa piu' ricchi e felici di prima.

A quel punto, per me, ha un senso chiedere a Beppe, che nel frattempo ci ha mostrato quanta passione ci mettano persino negli originali contenitori per la pizza da asporto con tanto di ciuccio del Napoli, un autografo a ricordo di questa meravigliosa serata: Beppe, che indossa le sciarpe appena regalategli dai tifosi, firma un contenitore di pizza per me e uno per il piccolo Simone...siamo ormai rimasti soltanto noi nel locale, mezzanotte e' passata da un pezzo, ma nessuno ci "pressa" per mandarci via, anzi...sentiamo lo stesso "piacere di esserci" che stiamo vivendo noi.

FInalmente arriva il momento del conto (assolutamente ragionevole a nostro avviso a fronte della qualita' e quantita' del cibo, del vino e di tutto quanto abbiamo gustato) e dei saluti: scambio di auguri e la promessa di rivederci presto.

10 maggio 1987 non e' piu' dunque soltanto il primo scudetto azzurro, ma il simbolo di un avamposto di ottima cucina e di altrettanta squisita ospitalita' di un uomo e di una famiglia che ti guardano con la semplicita' e l'orgoglio di chi e' abituato da sempre a "faticare" dovendo dire "grazie" soltanto a chi ne capisce e apprezza il valore e la forza dei propri convincimenti e dei propri valori.

Chi volesse saperne di piu' sul ristorante di Beppe puo' consultare il sito ufficiale del locale (http://www.10maggio87bruscolotti.com/).