Cerca nel mio blog

venerdì 31 agosto 2012

Europa League 2012-2013: ecco il girone del Napoli

0 commenti
PSV Eindhoven (Olanda, prima fascia), Dnipro (Ucraina, terza fascia) e AIK Stoccolma (Svezia, quarta fascia) sono le avversarie del Napoli nel girone F di Europa League.

Siamo in attesa di conoscere la successione degli incontri per fare le prime valutazioni sul cammino degli azzurri: certamente si tratta di un girone sulla carta molto piu' abbordabile di altri gironi come quello ad esempio capitato alla Lazio (Tottenham, Panathinaikos e Maribor) o all'Udinese (Liverpool, Young Boys e l'Anzhi di Eto'o).

Grazie a Tuttonapoli.net, possiamo analizzare in dettaglio il calendario del Napoli: da una prima sommaria valutazione, mi sembra una successione di partite quasi ideale, con un inizio comodo in casa e il match (forse) decisivo sempre in casa con la testa di serie del girone.

Vediamo quindi il dettaglio:

© foto di Marco Iorio/Image Sport
L’Uefa ha comunicato il calendario del match di Europa League. Il Napoli esordirà al San Paolo il prossimo 20 settembre contro l’AIK, mentre sarà impegnata ad Eindhoven contro il PSV il 4 ottobre. Il 25 ottobre gli azzurri saranno impegnati in trasferta contro gli ucraini del Dnipro.
Girone di ritorno: Per il quarto turno il Napoli ospiterà il Dnipro l'8 novembre, mentre il 22 novembre gli azzurri voleranno in Svezia per sfidare l'Aek Solna. Si chiude il 6 dicembre al San Paolo, con la sfida con il PSV.
Questo il programma completo:
1° giornata: Napoli-AIK (ore 19)
2° giornata: PSV-Napoli (ore 21.05)
3° giornata: Dnipro-Napoli (ore 21.05)
4° giornata: Napoli-Dnipro (ore 19)
5° giornata: AIK-Napoli (ore 21.05)
6° giornata: Napoli-PSV (ore 19)

lunedì 27 agosto 2012

Napoli Channel? Per ora sul sito del Napoli

0 commenti
Tra i vari articoli dedicati all'inizio del campionato, voglio evidenziare una importante notizia che si ricollega al progetto del Napoli Channel su cui piu' volte in passato ci siamo soffermati.

Era gia' chiaro negli ultimi mesi che la societa' considerasse al momento troppo gravoso da un punto di vista economico lo sforzo tecnico-organizzativo costituito dall'avvio di un vero e proprio canale televisivo, ripiegando invece (ma siamo sicuri che a conti fatti sia solo un ripiego?) sullo sviluppo di una serie di servizi sul sito internet del Napoli per permettere ai tifosi azzurri di tutto il mondo di seguire costantemente le vicende degli azzurri (allenamenti, conferenze stampa, attivita' del vivaio, ecc.)

Inoltre da domenica prossima il Napoli si affianchera' alla Juventus come unica societa' che produrra' le immagini televisive dei propri match casalinghi che verranno distribuite a Sky e Mediaset per le rispettive dirette televisive:

Come riporta questo articolo di Tuttonapoli.net, che riprende a sua volta un pezzo pubblicato dal Mattino, "De Laurentiis ha stipulato un accordo con la «Rewind M», il responsabile della produzione è Marco Pacciarini. Per ogni partita al San Paolo (di campionato e di coppa Italia), in base alle richieste dei network, vi saranno dalle 8 alle 14 telecamere e un impiego di almeno trenta addetti."

Subito smentite le voci "maligne" che ipotizzano una produzione di immagini "partigiana", evidenziando episodi a favore della squadra azzurra e nascondendo quelli sfavorevoli, specie da un punto di vista arbitrale: le immagini verranno prodotte con telecamere che, come numero e posizione, saranno in linea con gli attuali standard di produzione televisivi previsti per il campionato italiano.

Non e' ancora chiaro a quali condizioni verranno offerti sul sito del Napoli i nuovi servizi esclusivi per avvicinare i tifosi del Napoli alla prima squadra e alle giovanili.

domenica 26 agosto 2012

Serie A 2012-2013: 1ª - Palermo - Napoli 0-3

0 commenti


Nonostante i dubbi e le perplessita' relative ai movimenti di mercato, su cui ci siamo soffermati negli ultimi giorni, il Napoli si presenta all'appuntamento col campionato tirato a lucido e concentrato ed approfitta al meglio di un Palermo apparso lontanissimo da una decente condizione fisica e da un convincente assetto tattico.

Le tanto temute trappole di Sannino si sono dissolte in una prestazione scialba, fiacca, nella quale i rosanero si sono resi pericolosi soltanto sui rari calci piazzati che il Napoli ha concesso.

In campo si e' visto un dominio fisico, tecnico, tattico e mentale assoluto da parte degli azzurri che si sono ripresentati con un modulo piu' simile a quello visto lo scorso anno, anziche' il "nuovo" 3-5-1-1.

Mazzarri infatti ha schierato Inler e Behrami davanti alla difesa e Hamsik piu' avanzato, a supporto di Insigne e Cavani e lo slovacco ha piu' volte affondato nella difesa avversaria come una lama nel burro.

Nemmeno l'ingresso di un combattivo Migliaccio al posto dell'infortunato Brienza gia' a meta' del primo tempo ha fatto salire di tono la prestazione agonistica del Palermo, dominato dagli azzurri quasi come se si giocasse al San Paolo.

Il vantaggio di Hamsik al riposo, con una splendida conclusione all'incrocio dei pali, dunque, legittima un vantaggio ampiamente meritato e clamorosamente mancato nei minuti precedenti da Cavani che e' riuscito a mettere sotto la traversa un bellissimo assist di Maggio.

Nella ripresa il Napoli cerca di amministrare il vantaggio, ma abbassa troppo i ritmi, consentendo al Palermo di restare fin troppo in partita e di rendersi ancora pericoloso sui calci piazzati: su uno di questi, Maggio commette un fallo da rigore su Cetto che ha il "torto" (in realta' con grande sportivita') di tirare lo stesso verso De Sanctis pur essendo in fase di caduta.

Ma questo e' l'unico serio pericolo corso dagli azzurri che, dopo la sostituzione di Insigne ed Inler con Dzemaili e Vargas,  fanno di nuovo salire i giri del motore e chiudono il match: assist di 40 metri di Hamsik per Maggio in progressione, controllo di petto a seguire di Cristian e Ujkani trafitto in uscita e poi contropiede "tre-contro-tre" di Dzemaili, con Vargas alla sua destra e Cavani alla sua sinistra, filtrante dello svizzero per il cileno, cross morbidissimo del cileno per il Matador e incornata facilissima.

Il primo week-end del campionato mostra dunque il Napoli subito all'altezza delle migliori, in linea con le prestazioni di Juventus e Inter. Si conferma quanto ipotizzato alla vigilia sulle difficolta' del Milan (che appaiono strutturali e quindi destinate a rimanere per tutto il torneo) e Roma (Zeman ha sempre bisogno di qualche mese prima di ingranare).

Tornando agli azzurri, la difesa non ha sofferto in modo particolare se non sui calci piazzati dove spesso e' il Matador a sbrogliare la situazione ed e' qui che deve ancora lavorare tanto Mazzarri.

L'assetto del centrocampo ha mostrato i soliti chiaroscuri: Behrami appare ancora una volta convincente pur non essendo un fenomeno, ma svolgendo il proprio lavoro con attenzione e intensita', mentre ancora perplessita' suscita Inler il cui vero unico valore aggiunto appare ancora adesso la fisicita' che mette nei duelli di centrocampo. Gokhan pero' perde ancora spesso palla ingenuamente con la squadra sbilanciata in avanti, non trova mai suggerimenti di qualita' per le punte o per gli esterni e a volte conferma la sua fatica a coprire i centrali difensivi.

In avanti eccellente prova di Hamsik, sontuoso nelle conclusioni e negli assist, grintosa prestazione del Matador, eccezionale in alcuni recuperi difensivi, sulle palle alte e, in avanti, facendo la differenza rispetto ai difensori palermitani. Incoraggiante l'esordio di Insigne che, pur non avendo segnato, ha comunque sempre tenuto in allarme la difesa avversaria e, segno di personalita' e grande maturita', non ha mai cercato di strafare nelle giocate. Nota positiva anche per Vargas il cui ingresso in campo ha permesso agli azzurri, che si erano abbassati troppo a seguito della sostituzione di Insigne con Dzemaili, di dare nuovo sfogo all'azione offensiva azzurra e di sfoggiare un altro bellissimo assist per il facile gol del 3 a 0.

L'importante e autorevole vittoria di ieri, pero' non dissipa i miei dubbi sia sulla tenuta complessiva della rosa azzurra, specie per quanto riguarda l'assetto del centrocampo (anche se, non dimentichiamolo, ieri mancavano Zuniga, Dossena e Pandev) e sulla correttezza complessiva del torneo: nonostante i bei proclami della vigilia, si capisce che anche quest'anno certe direttive arbitrali resteranno lettera morta per alcune squadre, salvo trovare improvvisamente applicazione per quelle malcapitate, Napoli compreso, che godono di minore peso politico.

Tre esempi su tutti: l'eccellente arbitraggio di Mazzoleni in Fiorentina-Udinese, che conferma che, quando vuole, l'arbitro di Bergamo sa arbitrare e pure bene (e che quindi a Pechino non ha arbitrato in modo "sereno"), gli urlacci verso gli arbitri visti ieri durante Milan-Sampdoria da parte rossonera (senza alcun cartellino, nemmeno giallo, ma forse il rosso vale solo se protesti in macedone e porti la maglia azzurra) e l'ennesimo "favore" alla Juventus (fuorigioco non fischiato sull'azione che ha portato al rigore poi fallito da Vidal).

Ma perche', continuo a domandarmelo, i nostri arbitri fanno certi "errori" sempre in una certa direzione?

venerdì 24 agosto 2012

Mercato azzurro: dov'e' finita la programmazione?

0 commenti
Ospito volentieri sul mio blog un impietoso ritratto del mercato azzurro vergato per Tuttonapoli.net da Arturo Minervini.

Qualcuno potrebbe ribattere che, mancando ancora una settimana alla chiusura del mercato, ci sarebbe ancora tempo per rimediare, ma il problema, che restera' anche se in questi 7 giorni il Napoli facesse miracoli sul mercato, e' che dopo due mercati estivi (quasi) fallimentari, nel quale sono stati spesi circa 100 milioni di Euro per ritrovarsi soltanto un vero top-player (Cavani), anche quest'anno il Napoli si riduce all'ultimo momento per (tentare di) mettere le pezze dopo una serie di affari inseguiti e mancati per tutta l'estate.

Mettiamo le cose in chiaro: qui non si pretende di acquistare Messi o altri top players obiettivamente irraggiungibili per le possibilita' attuali del Napoli.

Qualche anno fa, pero', lo stesso Napoli di De Laurentiis congelava i suoi nuovi acquisti, molti dei quali ancora oggi ossatura essenziale della squadra, tra maggio e giugno e a inizio luglio aveva il mercato gia' fatto.

Si e' obiettato che queste tempistiche finissero con l'alzare i prezzi, ma le consistenti cifre sborsate in questi ultimi anni smentiscono clamorosamente questa obiezione.

Quello che "sgomenta" e' la sensazione che ci sia una totale mancanza di idee su come puntellare con acquisti intelligenti un organico che sta invecchiando sempre di piu' nei suoi uomini-chiave e su alcune evidenti "incoerenze" nella gestione di certe situazioni.

Basta scorrere alcuni "titoli" di oggi per porsi mille interrogativi. Esempi:

  • Spunta un nome nuovo per il centrocampo. Da Catania potrebbe arrivare Biagianti: ma non si parlava di Biagianti al Napoli anche due anni fa e un anno fa?
  • Jonathan-Mesto: duello per la fascia: uno scontro tra...titani!
  • Bigon toglie Vargas dal mercato: ma come? Gargano non accetta la panchina e viene liquidato in poche ore e un "ragazzino" come Vargas, dopo le smorfie di insofferenza in terra cilena con cui chiedeva di essere ceduto, fa una ingloriosa marcia indietro dal "Bigoncino" e viene premiato? Se il Napoli non fosse nel pallone come appare in queste settimane, ma fosse una societa' minimamente autorevole, avrebbe fatto di tutto per "sbattere" Vargas al Genoa o alle altre cinque, sei societa' che lo vorrebbero in prestito, senza pieta'...il carattere di questo ragazzo appare sempre piu' "problematico".
  • Bigon sonda tre giovani sudamericani per il Napoli del futuro: a proposito! Mentre l'Udinese continua, con la sua mirabile organizzazione, a cedere pezzi pregiati e li rimpiazza alla grande grazie al suo straordinario staff di scouting, che risultati ha portato il tanto decantato staff di scouting del Napoli, che quando fu presentato due anni fa sembrava dovesse essere il miglior staff di scouting al mondo, mentre in questi due anni il Napoli ha portato qui solo conclamati brocchi (Chavez, Fideleff) o giovani di belle speranze? Queste scelte discutibili o scandalose a seconda dei casi sono dello scouting azzurro oppure di altri? E se sono scelte di altri, che vengono pagati a fare Micheli e compagni?
Posti questi "innocui" interrogativi (ma vi assicuro che sono mesi che leggendo certe notizie ogni giorno mi pongo interrogativi del genere), vi lascio alla lettura dell'articolo di Minervini e alle vostre riflessioni.

Regolamenti di....Conte

0 commenti
Ci siamo dovuti sorbire per oltre due settimane catilinarie e filippiche sulla "lealta' olimpica" infranta dal Napoli per non essersi sottomesso all'incombenza di dover presenziare alla premiazione della Juventus, vincitrice di una Supercoppa che restera' per sempre macchiata dallo scandaloso arbitraggio di Mazzoleni e compagni.

Il Napoli, si e' commentato con quelle boccucce a cul di gallina da castigate dame dell'Inghilterra vittoriana, con quella putrida e pelosa ipocrisia che spesso si genera quando la storia viene scritta dai vincitori, avrebbe dovuto fare come il pugile Cammerelle, defraudato di una medaglia d'oro alle recenti Olimpiadi di Londra, accettare il verdetto del campo e presentarsi alla premiazione.

Su tutti i principali "orfani" di informazione (orfani in quanto l'informazione seria e' ormai morta), a cominciare da Sky, tralasciando Tuttosport (Pravda del mondo juventino, quindi cartaccia buona soltanto per incartare le uova...senza offesa...per le uova!) si e' moraleggiato sulla necessita' di rispettare le regole anche quando cio' viene considerato ingiusto, richiamando i piu' alti principi dello spirito sportivo e olimpico.

Sempre sui suddetti "orfani", non si e' parlato quasi per nulla dell'incredibile operato degli arbitri di Pechino, quando invece gli stessi "orfani" setacciano per settimane o mesi ogni singolo "frame" al microscopio quando anche singole decisioni arbitrali (e non a pacchi, come quelle subite dal Napoli a Pechino) riguardano (raramente) Juventus, Inter o Milan.

Insomma, da che pulpito, ci sarebbe stato da dire gia' prima della "gazzarra" di ieri!

Essendo io un tifoso del Napoli intellettualmente onesto, dovrei sputare a prescindere nel piatto juventino, ma, con coraggio non lo faccio e esprimo la certamente impopolare opinione che la battaglia dei "30 sul campo", alla luce degli esiti della vecchia Calciopoli che mando' in serie B la Juventus, ha un suo fondamento: i documenti delle inchieste sul caso hanno evidenziato che se e' vero che la Juve ha avuto precise e pesantissime responsabilita', anche le societa' concorrenti hanno tenuto comportamenti che dire discutibili e' poco, eppure non solo non hanno pagato significativo dazio, ma, come nel caso dell'Inter, hanno persino beneficiato della situazione!

Quindi capisco il sentimento del tifoso juventino che si e' sentito oltraggiato da un senso di profonda ingiustizia, eppure l'atteggiamento arrogante reiterato della dirigenza juventina va in direzione esattamente opposta a quello invocato dalla stessa dirigenza nei confronti del Napoli nel caso di Pechino.

E ieri, a questa "schizofrenia", si e' aggiunto un altro capitolo delirante: l'attacco sguaiato di Conte alla giustizia sportiva per avergli confermato la squalifica di 10 mesi.

Ma, allora? A che gioco giochiamo? Perche', quando conviene a loro, bisogna rispettare i regolamenti federali e, quando a loro non conviene, bisogna affidarsi ai...regolamenti di Conte?

mercoledì 22 agosto 2012

Il calcio...sconnesso

1 commenti
Un caloroso bentornato a tutti i lettori del mio blog e ai tifosi azzurri, in particolare.

In verita' vi confesso che la mia voglia di parlare e scrivere di calcio, di calcio italiano in particolare, e anche dello stesso Napoli, diventa giorno dopo giorno meno intensa.

Oltre alle mie condizioni di salute, sono pero' ben altre le ragioni del mio silenzio estivo su questo blog per quanto riguarda le vicende del Napoli, ma oggi, a  meno di una settimana dall'inizio del nuovo campionato e a meno di dieci giorni dalla fine della sessione estiva di calcio mercato, credo sia giunto il momento di fare alcune dolorose riflessioni.

Il panorama generale del calcio italiano, specchio di un paese in crisi profondissima e apparentemente irreversibile, appare davvero desolante, sul piano economico, tecnico e morale.

Se tutto il panorama industriale italiano segna crepe preoccupanti, l'industria calcio non fa eccezione: mai come quest'anno appare evidente una "fuga di cervelli" (anche se mi pare arduo accostare l'espressione  "cervelli" ad uno tipo Ibrahimovic) che ha accentuato un declino iniziato gia' negli scorsi anni.

Se i tifosi del Napoli hanno seri dubbi pensando alle "fughe" di Lavezzi e Gargano, non vorrei sinceramente essere nei panni di un tifoso milanista che potrebbe quest'anno vedere la propria squadra in posizioni di retroguardia che ai meno giovani ricordano le vicende dell'ultimo Milan pre-Berlusconi, confinato a meta' degli anni Ottanta nell'anonimato della posizioni di media classifica.

Piano tecnico ed economico vanno a braccetto ed emergera' sempre piu' evidente la differenza tra quei (pochi) club finanziariamente virtuosi e/o concentrati sulla valorizzazione dei giovani e quelli che hanno speso e sperperato: in questo senso, dal mio modesto punto di vista, il lavoro portato avanti in questi anni dallo staff dell'Udinese appare sempre piu' come un modello di assoluto valore mondiale, una eccellenza che, da tifoso del Napoli, sarei felice di poter riscontrare nella pur virtuosa, ma carente per molti aspetti, organizzazione societaria del Napoli.

Possiamo infatti dire, allo stato attuale del mercato azzurro, che, usciti Lavezzi e Gargano ed entrati Insigne, Behrami e Gamberini, il Napoli si sia davvero rinforzato?

Sarebbe semplice e semplicistico rispondere di no, perche' il campo ci dovra' confermare la bonta' di quanto si intravede nei lampi di classe pura del giovane talentino azzurro (gia' da me ammirato piu' volte lo scorso anno col Pescara), nella generosita' e della grinta di Behrami e nelle qualita' di Gamberini che, non dimentichiamolo, e' uscito solo lo scorso anno dal giro della nazionale, a causa di una disgraziata stagione dal punto di vista fisico.

Le amichevoli estive sembrano offrire spunti tecnico-tattici incoraggianti, ma hanno anche aperto punti interrogativi soprattutto relativamente all'assetto del centrocampo (con Inler che continua a non convincermi) in funzione della fase difensiva del gioco azzurro.

Le perplessita' aumentano se si considera che in alcuni ruoli chiave (esempio: Maggio) continuiamo a "vivere di rendita" grazie al lavoro, criticato ma pur sempre eccellente, del predecessore di Bigon, Pierpaolo Marino.

Se e' vero che Pierpaolo Marino ha fatto svariati acquisti avventati o del tutto sbagliati (criticati a suo tempo anche su questo blog), e' anche vero che, errori a parte, Marino seppe costruire un'ossatura solidissima su cui Mazzarri ha potuto lavorare in questi anni valorizzando (quasi) al massimo il lavoro del vecchio direttore generale.

Bigon si e' distinto per le sue capacita' di tagliare rami ormai secchi dell'organico azzurro, ma anche per la sua incapacita' a concludere trattative importanti, spesso sbloccate (vedi Inler) o condotte interamente (vedi Cavani) dallo stesso presidente.

Siamo al terzo anno di mercato estivo con l'accoppiata Bigon-Mazzarri e anche quest'anno ci ritroviamo quantomeno dubbiosi, se non proprio scettici, nella valutazione dei movimenti di mercato: se da un lato la cessione di Lavezzi e' stata un vero affare a livello economico (e a mio avviso, per certi aspetti, anche tecnico), lascia molto perplessi la gestione della vicenda Gargano, che potra' anche avere creato "grane" nello spogliatoio (vedi alcuni screzi col tecnico tipo Bordeaux), ma che lascia serie perplessita' su come vengono (non) gestite le "tensioni" all'interno dello spogliatoio azzurro.

E qui il discorso si allarga fatalmente alla attuale struttura societaria, che ha vissuto molte discutibili "rivoluzioni" nell'ultimo anno, basti pensare a quanto avvenuto nell'area comunicazione e soprattutto con l'addio di Fassone, che sembra invece essersi perfettamente integrato nella realta' interista.

L'ultima "drammatica", scandalosa esperienza di Pechino (nel quale ricomprendo anche tutti i tentennamenti di De Laurentiis nella fase preparatoria dell'evento, con i dubbi sul "vado-non vado") che mi ha letteralmente straziato non tanto come tifoso del Napoli, ma proprio come appassionato di sport e di calcio per la vergognosa gestione arbitrale del match, denota purtroppo in modo palese, evidente, clamoroso, il poco o nullo prestigio di cui ancora "gode" il Napoli.

Pur con tutta la passione, la competenza, l'oculatezza con cui in questi anni De Laurentiis ha saputo far rinascere il calcio di alto livello a Napoli, il peso "politico" di tutti questi sforzi, sia nel "palazzo", sia sui mass media nazionali, e' ancora quello di una provinciale o poco piu'.

Chi segue il mio blog dalla sua nascita sa che sono un tifoso che cerca di essere intellettualmente onesto e sportivo: critiche feroci agli arbitraggi "sbagliati" non sono mai mancati, certo, ma il sottoscritto ha rivolto tali critiche anche nei casi in cui lo stesso Napoli ha finito per essere favorito da certe decisioni arbitrali e, anche nei casi di decisioni arbitrali sfavorevoli, ho cercato di analizzare anche le cause tecnico-tattiche di certe sconfitte, nelle quali Mazzarri, come anche a Pechino, ha dimostrato di non sapere spesso "cambiare in corsa" il senso tecnico-tattico di una partita che si sta mettendo male.

Di regola io accetto, dopo una iniziale amarezza e tristezza, le sconfitte anche piu' ingiuste o frutto di errori arbitrali, ma lo spettacolo vergognoso a cui ho assistito a Pechino, inscenato da quella che dovrebbe essere la "crema" della classe arbitrale italiana, rientra purtroppo in un'altra categoria di partite, quelle, rare ma memorabili, nelle quali appare evidente un accanimento arbitrale nei confronti di uno dei contendenti, come accaduto in certe partite storiche quali ad esempio Cile-Italia del mondiale (cileno) del 1962 (arbitro l'ignominioso inglese Aston), la truffa di Inter-Napoli del 1971 (a cui qualche mese fa ho dedicato un post su questo blog) o l'incubo di Corea-Italia ai mondiali del 2002, col "mitico" Byron Moreno.

Gli arbitri, sia ben chiaro, sono esseri umani e non possono non sbagliare: domenica pomeriggio ho assistito ammirato al match di apertura della Premier League inglese tra i campioni d'Inghilterra del Manchester City e il neopromosso Southampton, arbitrato in modo splendido dal fuoriclasse inglese Webb.

E' vero che alla fine il City ha vinto (anche) grazie ad un primo gol, quello di Tevez, segnato in posizione di fuorigioco, ma si e' trattato di errore ampiamente scusabile, visto che l'attaccante argentino era quasi in linea con i difensori avversari e l'onesta' dell'arbitraggio e' apparsa evidente dopo che il City e' passato addirittura in svantaggio a meta' ripresa (1-2). La vittoria finale del City (3-2) e' arrivata grazie agli esclusivi meriti della compagine di Mancini e non a qualche "spintarella" che troppo spesso la nostra "ossequiosa" classe arbitrale offre alle nostre piu' forti compagini nostrane, quando si trovano in difficolta'.

Cio' che mi lascia sempre piu' perplesso nell'ambito del calcio italiano (e che e' apparso oltraggiosamente evidente a Pechino) e' che certi errori, nell'ambito di una partita, non colpisono in modo equanime entrambi i contendenti, ma si concentrano sempre sulla compagine meno "forte" (spesso politicamente, piu' che tecnicamente): in questo non ho elementi per vederci una vera e palese "corruzione", ma certamente riscontro un destabilizzante elemento di turbativa che in certe occasioni diventa davvero insostenibile per qualunque autentico sportivo.

Debbo ringraziare il signor Webb e la meravigliosa Premier League inglese per avermi fatto ritrovare un pizzico di gioia nell'assistere ad uno spettacolo calcistico nel quale non si e' costretti a sorbirsi gli "orrori" di gente incapace come Mazzoleni, sulle cui "capacita" nutrivo fortissimi dubbi gia' prima del "disastro di Pechino": grazie al prestigio, all'autorevolezza, alla capacita' tecnica e alla serenita' di un arbitro come Webb ho potuto vivere un'esperienza da sportivo e tifoso davvero indimenticabile.

E allora quando pensi al "calcio-scommesse", ti accorgi che dietro la punta di questo comunque enorme e orribile iceberg, cova in profondita' una crisi strutturale e morale che rende la nostra serie A uno spettacolo sempre meno credibile di "calcio-sconnesso".