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martedì 28 giugno 2011

De Laurentiis su Hamsik e sui diritti di immagine

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Tracce di mercato 2011 - Atto secondo: il caso Hamsik

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La farsa del mercato furoreggia, come una di quelle commedie dell'arte in cui tutti i personaggi recitano sempre lo stesso copione, tifosi, giocatori, procuratori, allenatori, presidenti e giornalisti, e dove ognuno cerca di giocare a chi è più furbo.

Anche i tifosi, indubbiamente la parte più pura dello spettacolo, tranne quelli che anche del tifo fanno un professione per poter campare, entrano in questo folle turbinio e ovviamente, essendo loro quelli che pagano e non quelli ai quali può entrare qualcosa in tasca, sono quelli che rischiano di rimetterci di più.

Se ci sono tre difetti dei tifosi, lo dico con affetto, perchè anch'io mi ci metto dentro, questi difetti sono: la mancanza di memoria, l'impazienza e l'eccesso di passione, comprensibile, sia ben chiaro... chi vi scrive quando il Napoli perde ci sta male la domenica, il lunedì ...e pure il resto della settimana, fino alla partita successiva.

Poca memoria, troppa impazienza ed eccesso di passione, dunque.

Cominciamo dalla poca memoria: ricordate due anni fa tutta la scenata messa su da Lavezzi e dal suo procuratore? Pareva che tutte le grandi del calcio mondiale volessero il Pocho e fossero disposte a fare salti mortali pur di averlo, manco fosse, con tutto il rispetto, il nuovo Maradona o il gemello di Messi!

Duelli all'ultimo sangue, dichiarazioni del procuratore Mazzoni (andate a rileggere anche sul mio blog l'atmosfera di quei giorni), ma De Laurentiis non si scompose più di tanto e anzi ridicolizzò più volte, anche duramente, il suo giocatore e il procuratore che lo rappresentava, sfidandolo a portargli un'offerta seria e ufficiale che fosse una.

Forse avete dimenticato che si arrivò a momenti di esilarante comicità in cui divenne ormai chiaro, come titolai  un giorno ironicamente su questo blog, che non era la Juve ad essere su Lavezzi, ma Lavezzi sulla Juve, tanto era il fumo, con in verità ben poco arrosto, che il procuratore si fidò di sollevare per quasi tutta l'estate: la rottura sembrava ormai inevitabile, ma il Presidente, che conosce come nessuno la tattica del far cuocere i propri polli nel loro brodo, non si scompose fino a "costringere" Lavezzi e Mazzoni a rendersi conto che la realtà era semplice: nessuna offerta di altre squadre all'altezza del valore del Pocho, nessuna esigenza di dover ridiscutere contratto e ingaggio, quindi nessun problema: il Pocho è rimasto e la stagione successiva ha trascinato gli azzurri alla qualificazione in Europa League.

Cari tifosi, abbiamo dimenticato l'estate di Lavezzi, allora?

Veniamo all'impazienza: c'è un'ansia in giro legata ad alcune trattative che non vanno come i tifosi sognerebbero. E allora mi domando? Ma voi ci andate mai ad un mercato rionale? Lo sapete come funziona?
Se siete a Napoli, andate a quello di Poggioreale, o a quello di Posillipo. Non mi rivolgo a chi vive in paese perchè ogni paese ha il suo mercato e chiunque vive in paese sa cosa intendo.

Insomma: se vi presentate presto la mattina per comprare, potete fare due generi di acquisti: quello che vi interessa più di tutto e che pagate, per quanto vogliate contrattare, a prezzo abbastanza consistente oppure qualcosa che vi interessa di meno ma che vi viene proposto DA CHI VENDE come occasione (e che al venditore interessa smaltire).

Se però tornate verso mezzogiorno, quando ormai è quasi tempo di sbaraccare, certo potete rischiare di non trovare esattamente quello che vi interessava alle otto del mattino, ma è molto probabile che troviate:
1. qualcosa di simile a prezzo molto più conveniente
2. qualcosa di ottima qualità che il rivenditore, per evitare di doversi portare indietro la merce invenduta, specie se deperibile e quindi non rivendibile più o non rivendibile a breve, è " costretto" a vendere a un prezzo che diventa quello sì un affare per il compratore.

Facciamo due esempi, uno del passato e uno ipotetico del futuro, applicati al calcio mercato:

esempio n.1 - il passato: vi ricordate in quale giorno il Milan ha concluso la scorsa estate i più grandi affari del suo mercato (e che lo hanno proiettato in pole position nella lotta scudetto)? Avete dimenticato che un certo Robinho e un certo Ibrahimovic sono affari nati e conclusi nelle ultime di mercato, a fine agosto 2010? Avrebbe il Milan potuto comprare (e a prezzi eccezionali) due talenti così a giugno o a luglio...e a quei prezzi?

esempio n.2 - ipotesi: supponiamo che al Napoli piaccia (speriamo di no!) Iaquinta della Juve...è una PURA ipotesi, ok? Dunque Bigon bussa alla porta di Marotta...toc...toc...caro Marotta, che ne pensi se ci prendiamo Iaquinta? Marotta, che ha già circa 653 giocatori sul groppone e piange in aramaico perchè non sa che farsene visto che giocheranno solo la Coppetta del Nonno Sabaudo, si illumina d'immenso e, come Ezechiele Lupo con i 3 Porcellini, comincia ad avere la bava alla bocca per l'acquolina... Ma vieni, carissssssimo Riccardo...parliamone...che ne dici di una bella diciottina di milioni di euro e te le porti bello bello a casa? Oppure guarda, proprio perchè sono tuo amico (ma dove???) facciamo come abbiamo fatto l'anno scorso con Quagliarella: facciamo un bel prestituccio a vostro favore con obbligo di riscatto sempre a vostro favore, così questi milioncini ce li pagate con calma il prossimo anno, eh? Ora...se Bigon dovesse ascoltare le pressioni dei tifosi, l'affare si chiuderebbe adesso o magari fra qualche settimana, il tempo di definire i dettagli...e poi? Poi intorno al 25 agosto comparirebbero a prezzi da urlo gli esuberi di squadre magari tipo Real, Barcellona, e altre grandi che, come la Juve, avendo in organico a loro volta 1100, 1200 giocatori, non saprebbero che farsene, sebbene disputino tre o quattro competizioni. Ecco quindi che si creano le occasioni dell'ultima settimana...magari lo stesso Marotta, anzichè salassarti il 10 luglio per farti il favore di cederti Iaquinta, verrebbe lui a bussare da Bigon sussurrando con voce suadente alla Marilin:"Ma non è che ti interesserebbe un attaccante?" Chi avrebbe in questo caso il coltello dalla parte del manico, secondo voi?? Chi potrebbe "dettare le condizioni"?? Se rispondete Marotta, chiudo il blog e mi ritiro ...a Baia Domizia!

Signori miei, il mercato è questo e per nostra fortuna De Laurentiis lo ha capito benissimo...scusate (e torno alla scarsità di memoria dei tifosi), ma non eravamo noi a lamentarci che Marino strapagava alcuni giocatori? E secondo voi, a parte le ingiuste malignità di qualche calunniatore in servizio permanente effettivo, qual era la vera ragione per cui ciò accadeva? Perchè Marino andava dritto all'obiettivo alle otto del mattino e quindi mediamente spuntava su certi giocatori condizioni poco favorevoli...

E veniamo al terzo punto debole del tifoso: l'eccesso di passione...ma ve ne siete resi conto che incazzandovi contro Marek state facendo ESATTAMENTE il gioco che vuole quel marpione del suo procuratore? Vi siete resi conto che noi, popolo che ci autodefiniamo, spesso purtroppo a spsoposito, i più furbi del mondo, ci stiamo facendo mettere nel sacco come tanti fessi da un nostro conterraneo di nome Mino Raiola, originario di Angri?

Ancora non conoscete i metodi di Raiola, che ormai conoscono anche le Orsoline? Raiola fa sempre il solito gioco: lui vuole far guadagnare il più possibile ai suoi giocatori perchè vuole guadagnare il più possibile lui. E come si guadagna?

A) facendo ritoccare l'ingaggio del proprio assistito
B) costringendo la società di appartenenza (e magari meglio anche l'ambiente) a rompere "affettivamente" e poi "contrattualmente" con il proprio assistito

Lo sapete che il procuratore guadagna una percentuale sia sull'ingaggio che sull'eventuale trasferimento del giocatore? Lo sapete che ad esempio...un nome a caso...Raiola... è lo stesso procuratore di quell'Ibra che un anno DEVE cambiare squadra e un anno SI FA VENIRE I MAL DI PANCIA pur di avere un aumento dell'ingaggio?

Raiola, che vi piaccia o no (e non è l'unico, purtroppo) gioca sempre così...fin quasi a "estorcere" al malcapitato presidente di turno o un aumento dell'ingaggio o una cessione ecellente: in ogni caso il suo portafoglio gongola...e come diventa più facile "costringere" un presidente a doversi mettere al tavolo delle trattative per una cessione quando il proprio assistito è pure odiato dai tifosi !!!

Signori, De Laurentiis ha ragione: tutto si può dire di Hamsik tranne che sia un cattivo ragazzo o un disonesto. Marek è un ragazzo pulito, onesto e professionista esemplare: si può discutere sul piano tecnico, sulla sua grinta e la sua continuità, ma il ragazzo non ha MAI mancato di rispetto a nessuno, dall'ultimo dei tifosi al Presidente.

E' chiaro che se qualcuno (un nome a caso, Raiola) ti si presenta come quello che farà valere le tue ragioni facendoti aumentare l'ingaggio o spianandoti la strada ad un club disposto a pagarti il doppio è ovvio che tu, giovane che si avvia agli anni più fruttuosi per la carriera di un calciatore, ci metti il pensiero e cominci a sbilanciarti.

E' la stessa "trappola" in cui cadde Lavezzi due estati fa e in cui è caduto anche Inler, illusosi che la Juve lo stesse aspettando a braccia aperte...e De Laurentiis è tornato a fare quello che sa fare meglio e che gli ha sempre portato risultati: far cuocere il pollo nel suo brodo!

Raiola non ha capito che De Laurentiis non è nè Galliani nè Moratti nè Florentino Perez: se vuoi affrontare De Laurentiis a viso aperto, come Raiola ha sempre fatto, stavolta ci rischia sul serio le penne, perchè De Laurentiis, se venderà, lo farà solo alle sue condizioni e alle migliori condizioni per il Napoli: persino con Quagliarella, che aveva tutto l'interesse a vendere, ha fatto un'affare nel venderlo, quindi godiamoci lo spettacolo e stiamo tranquilli.

La commedia è appena cominciata ma spero che prima o poi capiremo che se De Laurentiis non fa così, sottraendosi alle pressioni della stampa e del tifo, alle pretese di calciatori e procuratori, farà ricascare il Napoli nelle grinfie di quella stessa razza di approfittatori che ne hanno determinato il fallimento...oppure, se preferite, che hanno distrutto persino una potenza calcistica assoluta come il River Plate, retrocesso in serie B e sull'orlo del fallimento pur avendo il tifo di mezzo popolo argentino alle spalle...volete/vogliamo fare la stessa fine?

La strategia del Presidente è chiara e (per fortuna) non la cambierà: far cresce il Napoli piano piano di pari passo con la crescita del fatturato: è ingenuo pensare che solo perchè quest'anno abbiamo i 25 milioni della Champions possiamo spendere e spandere. Il Napoli non è (ancora) il Real, il Barca o il Manchester: queste realtà hanno un fatturato ancora enormemente superiore a quello del Napoli e, per la loro forza, tradizione e organizzazione, hanno quei 25 milioni della Champions assicurati ogni anno senza problemi...Il Napoli no...o almeno non ancora: il Presidente vuole arrivare a quel livello ma a quel livello (andatevi a leggere seriamente la storia degli ultimi 30 anni del Barcellona e del Manchester) ci si arriva per gradi e non da un anno all'altro.

I Top Players arriveranno, sia da fuori che fatti in casa, quando la struttura organizzativa (settore giovanile, scouting) e di fatturato comincerà ad essere veramente comparabile con quella dei top club e certo non ci si arriverà in un anno o due oppure compiendo operazioni dissennate come ha fatto il River Plate per anni.

Svegliamoci, signori miei! Non cadiamo in queste commediuole di quart'ordine! Riflettiamo, aspettiamo e non ci lanciamo in crociate senza senso! Lavezzi sembrava dovesse andare chissa dove...ed è rimasto... Cavani sembrava dovesse andare chissà dove...ed è rimasto...Inler sembrava dovesse andare chissà dove...e sta per arrivare qui...e allora? Dov'è il problema? Se Marek andrà davvero a Milano, state tranquilli che lo avrà voluto, prima che Marek o Raiola, una persona su tutte....Aurelio De Laurentiis!

Vi saluto e al prossimo atto di "Tracce di mercato 2011"! Forza Napoli!

lunedì 27 giugno 2011

Lutto in Argentina, il River di Lamela retrocede in serie B

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Si dice che il 40% dei tifosi di calcio argentini tifi per il Club Atletico River Plate, glorioso club di Buenos Aires nato nel lontano 1901 e fino a oggi mai retrocesso in serie B, come Indipendiente e  Boca, questi ultimi nemici storici.

Ma pare che un sentimento contrastante animi gli stessi sostenitori del Boca, da un lato felici per l'inedito dramma sportivo dei loro rivali di sempre, dall'altro menomati dalla perdita, per la prima volta nella storia, del grande classico argentino, Boca-River Plate, che la prossima stagione, per la prima volta, non verrà disputato.

Ebbene sì: al termine di diversi anni di declino costante, di una crisi finanziaria sempre più terribile e di una stagione iniziata benino, ma via via avvitatasi in una crisi sempre più profonda, il River Plate sprofonda in serie B, per la prima volta nei suoi 110 anni di storia.

Da mesi il presidente del club, il mitico Daniel Passarella, campione del mondo e capitano della nazionale argentina nel 1978, guida una barca allo sfascio, dove i giocatori e il tecnico non prendono stipendi da tempo immemorabile, dove si sono già venduti negli ultimi anni, i migliori gioielli di famiglia e quei pochi rimasti (vedi Lamela) vengono a loro volta proposti a peso d'oro per tentare di scongiurare un fallimento finanziario, e ora anche sportivo, evidente.

Personalmente non sono tifoso del River, ma, nonostante gli eccessi dell'ultima drammatica settimana, i tifosi del River mi hanno commosso fin quasi alle lacrime, forse perchè mi hanno ricordato i tanti drammatici momenti vissuti dal Napoli in questi ultimi 20 anni, prima dell'avvento di De Laurentiis: le sconfitte, le umiliazioni, le cessioni eccellenti e le retrocessioni vergognose e quando vivevi tutto questo ti sembrava impossibile e assurdo che dovesse capitare proprio al Napoli.

Negli occhi e nelle lacrime dei tifosi del River, oggi, ho rivisto gli occhi e le lacrime dei tifosi azzurri, nel lungo calvario di umiliazioni durato anni fino al terribile fallimento dell'estate del 2004.

Oggi bisognava essere al Monumental di Buenos Aires: 90.000 cuori disperati e furenti a ruggire e cantare (tutto lo stadio!) dal primo all'ultimo minuto fino a che le lacrime della rassegnazione non hanno strozzato in gola gli ultimi cori disperati: è vero che nel mondo le tragedie vere sono altre, ma il popolo argentino, ancora così vicino nel sangue al nostro popolo, ha dato oggi una prova epica di attaccamento alla propria passione che forse solo noi napoletani possiamo capire.

El Tanque Pavone, vecchia bandiera a cui oggi tutto il popolo del River si è aggrappato, aveva acceso la speranza di raggiungere quella vittoria con due gol di scarto che avrebbe evitato la storica umiliazione: appena 5 minuti, un bellissimo tiro improvviso e potente da fuori area ed era già 1 a 0!

Una battaglia senza esclusione di colpi, una squadra con evidenti limiti tecnici, tattici e psicologici, ma trascinata ogni secondo, su ogni palla, dal suo pubblico, per gettare il cuore oltre l'ostacolo e per infrangere l'incubo!

E dopo aver corso rischi enormi, arriva, a mezz'ora dalla fine l'ennesimo pasticcio difensivo di una stagione disgraziata e il River si trova a dover ricominciare tutto da capo: 1 a 1!

Sembra finita ma "la Banda" (uno dei soprannomi assegnati al River a causa della tipica maglia bianca con banda diagonale rossa) riceve ancora occasioni per tirarsi fuori dal fango: un insperato rigore a metà ripresa riaccende le speranze...ancora el Tanque Pavone si presenta sul dischetto, ma la voglia di diventare a tutti i costi l'eroe che salva la storia del River schiaccia questo generoso eroe sfortunato che, per la voglia di spaccare il mondo, finisce per tirare il rigore della sua vita in bocca al portiere avversario!

E' vero che manca ancora tanto tempo, è vero che i tifosi ancora urlano e cantano con quanto fiato hanno in corpo, ma lentamente, minuto dopo minuto, come le spire di un serpente attorno alla preda ormai presa, vita e speranze di salvezza svaniscono e si compie il dramma lento di una agonia mortale.

Certo dopo arrivano la rabbia e anche la violenza (tutto il mondo è paese!), ma resta anche l'infinito dolore di un popolo sconfitto da inefficienze, disonestà, ruberie e disastri finanziari che partono da lontano, da un momento ben precedente al mandato presidenziale di Daniel Passarella che ha tentato di gestire al meglio una nave ormai totalmente allo sfascio.

E noi, tifosi azzurri, che abbiamo seguito questo dramma, magari per capire meglio chi è davvero questo ragazzino, Lamela, di cui tanto si parla? Beh, anche stasera el Coco, unico sempre presente nel River da 6 mesi a questa parte, ha fatto intravedere qualcosa del talento di cui tanto si parla, ma a me, ancora una volta, ha dato l'impressione di essersi trovato troppo presto in una situazione molto più grande di lui.

Non fa testo, secondo me, che a questo ragazzo siano stati affidati oggi, come sempre negli ultimi 6 mesi,quasi tutti i calci piazzati e le punizioni, le palle da fermo e tutti i corner che il River Plate ha avuto a disposizione: ciò che mi lascia perplesso è l'impressione che ciò sia stato dovuto in parte al talento di cui questo ragazzo sembra baciato, ma, soprattutto, temo, alla scoraggiante scarsità di valori tecnici intorno a lui... un po' come i nazisti che verso la fine della guerra si affidavano ai vecchi e ai ragazzini perchè le migliori "risorse" erano ormai esaurite...spesso guardando Lamela, più che il sapore della scoperta di un talento, è questa la triste sensazione che ho provato vivendo più da vicino, nelle ultime settimane, il drammatico tramonto del River...

martedì 21 giugno 2011

Lavezzi a segno contro l'Albania

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Assist di Messi, gol del Pocho ieri sera nel comodo 4 a 0 dell'Argentina contro l'Albania...e dopo il gol del Pocho un affettuoso abbraccio con il fuoriclasse del Barca.

lunedì 20 giugno 2011

Tracce di mercato 2011

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Questa è la terza estate del mio blog e sin dal primo anno, rispetto al calcio mercato, ho voluto mettere in evidenza alcuni elementi essenziali:

  1. uno spazio di approfondimento e riflessione come questo non può per sua natura inseguire le migliaia e migliaia di notizie, indiscrezioni, ipotesi e illazioni che caratterizzano il mercato: l'autore di questo blog si dedica a questo spazio per passione e non per lavoro e il suo lavoro lo porta ben lontano dalle folli "piste" del calcio mercato (per questo vi ho messo a disposizione, facilmente leggibili, le notizie dell'eccezionale redazione di Tuttonapoli,net per tutti gli aggiornamenti "minuto per minuto")
  2. la crescente esplosione delle TV specializzate (sul digitale terrestre e sul satellite) e soprattutto dei siti Internet anch'essi dedicati al mercato rende facile per tutti, volendo e avendo tempo a disposizione, seguire quasi in tempo reale ogni movimento vero o presunto
  3. (per me l'elemento più importante) il mercato si giudica non adesso, non a luglio e volendo esagerare nemmeno alla sua chiusura, ma valutando sul campo se e in che misura gli interventi fatti migliorano effettivamente una squadra
A questi elementi, per valutare correttamente l'andamento del mercato, ne andrebbero aggiunti altri, peraltro non facili da cogliere spesso nemmeno da parte di quei giornalisti che ogni giorno, per necessità o per passione, riempono qualunque spazio possibile con indiscrezioni plausibili o inverosimili...

Seguendo con grande attenzione, come molti tifosi, radio, TV, Internet e carta stampata, ho imparato a riconoscere, almeno per quanto riguarda il Napoli, ma spesso anche per le concorrenti degli azzurri, le notizie "plausibili" da quelle che lasciano sembrano più fantamercato che altro.

Per esempio, riferendoci al Napoli, riscontro una estrema dose di credibilità nelle notizie offerte da, facciamo un nome, Gianluca Di Marzio di Sky, il quale, oltre a cercare più riscontri di una voce o di una notizia, fa la differenza rispetto a molti altri, perchè si immedesima, con grande competenza, nelle logiche di mercato di questa o quella squadra.

Prendiamo il Napoli, ad esempio: De Laurentiis ormai guida il club azzurro da sette anni, Bigon a sua volta è alla sua seconda campagna estiva e Di Marzio, quando parla di giocatori accostati al Napoli, sa già se la voce potrebbe avere qualche fondamento in base a quelli che sono i parametri a cui il Napoli fa fede con coerenza nello scegliere un giocatore:
  1. l'ipotetico costo del cartellino (oltre i 20 milioni attualmente appare poco probabile che il Napoli possa acquisire un giocatore a meno di non "fare cassa" vendendo più che bene uno dei suoi gioielli)
  2. l'ipotetico ingaggio del giocatore: il Napoli ha un tetto ingaggi che quest'anno si identifica con l'ingaggio di Cavani (circa 2 milioni di euro + premi), per cui se un giocatore accostato al Napoli guadagna già più di Cavani, a meno che non sia un fenomeno, non può pensare di prendere più di Cavani venendo a Napoli e l'ipotesi di ridursi un ingaggio appare sempre un'eccezione più che una regola
  3. l'età del giocatore: il Napoli, salvo ruoli molto "specializzati", per i ruoli e per gli investimenti più importanti cerca giocatori giovani, di età non superiore ai 25-26 anni, per poterne sia sfruttare le potenzialità tecnico-atletiche, sia per poterlo eventualmente rivendere bene a metà o fine contratto (questo ad esempio è uno dei motivi per i quali il Napoli ci sta pensando mille e più volte a prendere Inler)
  4. la sua motivazione a giocare nel Napoli
  5. le concrete possibilità di inserirsi bene da un punto di vista umano e tecnico nel contesto azzurro 
  6. le potenzialità che il giocatore, specie se molto giovane e poco conosciuto, può esprimere in una piazza e in un progetto tattico come Napoli e il Napoli
  7. la gestione dei diritti d'immagine, considerando però, cosa che molti non sanno, che il Napoli compra e paga ai giocatori l'acquisto dei diritti di immagine e che i limiti di tali diritti si fermano, per i campioni di risonanza internazionale, al solo mercato italiano
Una griglia dunque che, oltre a Di Marzio, pochi altri, sia tra i giornalisti, sia tra i tifosi, considerano con la dovuta attenzione, ma che rappresenta una chiave di lettura importante per interpretare al meglio possibile, pur nella ovvia riservatezza che il mercato richiede, i movimenti della società azzurra.

Ecco quindi, volendo fare esempi concreti che:
  1. Inler rappresenta il top da un punto di vista delle possibilità di inserimento nel progetto tattico azzurro, ma ci sono una serie di parametri che non convincono pienamente: le richieste di ingaggio (ben oltre il "limite-Cavani"), l'età del giocatore (De Laurentiis ha detto più volte che a fine contratto farebbe fatica a rivenderlo ad un prezzo ragionevole rispetto al costo chiesto per il suo cartellino) e le sue autentiche motivazioni nel venire a Napoli
  2. Lamela: età appetibilissima per un investimento di prospettiva, ma costo di cartellino esagerato per un giocatore che tutti dicono poter essere un crack del futuro, ma che a me (e anche a uno un po' più importante di me e sublime conoscitore ed estimatore di calcio argentino come l'AD del Catania, Lomonaco) ha lasciato molte perplessità nell'osservarlo: questo è stato il suo primo anno ad alto livello, in un River Plate mai come quest'anno vicino, per la prima volta, alla retrocessione in serie B, una squadra indecente in cui questo ragazzino cerca di fare del suo meglio, ma con poca propensione al gol e con un passo che, a parte qualche tiro e qualche numero, mi spaventa nel ripensare ad uno come Sosa. Insomma: se ne potrebbe anche parlare ma non a 20 milioni di euro e, dico io, nemmeno a 15. 
  3. Criscito: età e profilo tecnico di primo livello, cartellino abbordabile (tanto che c'è già l'accordo col Genoa), motivazione di venire a Napoli del giocatore pare ce ne sia, utilità per il progetto tattico di Mazzarri eccezionale (perchè potrebbe ricoprire due ruoli). Resta da definire il discorso di ingaggio e di un contratto di sponsorizzazione già in essere, ostacoli che non sembrano insormontabili, ma che richiedono una trattativa che solo la malattia del procuratore di Criscito ha rimandato in questi giorni.
  4. Vidal: referenze tecniche eccezionali, età perfetta, costo del cartellino abbordabile: qui lo scoglio, altissimo, è l'ingaggio visto che sembra che il giocatore abbia "sparato" 3 milioni di euro che sarebbero al momento completamente fuori portata della società azzurra: ecco quindi un nome che difficilmente, se le notizie sono vere, potrebbe combaciare con tutti i parametri del Napoli
Certo, si potrebbe dire, ma che ci vuole, con l'attivo in bilancio e i soldi della Champions ad alzare il tetto ingaggi e a spendere anche 18 milioni di euro per un giocatore di 27 anni come Inler o dare 3 milioni di ingaggio a Vidal?

Ebbene, chi, tra tifosi e giornalisti, ragiona in questo modo di sicuro non sa cosa significa lavorare in un'azienda moderna (e io modestamente ci lavoro da 15 anni) e cosa significa tenere la barra dei conti dritta in un'epoca come questa, in una congiuntura economica come questa e in un contesto industriale come quello di Napoli e dell'Italia.

Potrei capire le perplessità di qualche tifoso e qualche giornalista se il Napoli avesse garantiti i soldi della Champions tutti gli anni: introitare quei 25 milioni minimo ogni anno sarebbe un "mattone" fondamentale che purtroppo in Europa solo pochi club (Barcellona, Real, Manchester United) possono garantirsi visti i posti in Champions a disposizione di Spagna e Inghilterra (tre + uno) rispetto all'Italia (due + uno dall'anno prossimo) e le risorse già a disposizione maturate in decenni di tradizione.

Quest'anno il Napoli, che già ha fatto un miracolo, ha strappato un terzo posto che se dovesse miracolosamente ripetere il prossimo anno (e già sarebbe un successo eccezionale!) non garantirebbe più la Champions diretta come quest'anno, ma il durissimo turno preliminare che quest'anno tocca all'Udinese.

E se l'anno prossimo non arriviamo terzi oppure arriviamo terzi e non superiamo il turno preliminare? Che diciamo ai nostri giocatori? Diamo 4 milioni a Vidal quest'anno e poi l'anno prossimo gli diciamo:"Signor Vidal, mi scusi, ma le dobbiamo dimezzare l'ingaggio perchè quest'anno non faremo la Champions?"... oppure (peggio) dobbiamo venderlo per forza, ponendoci in condizione di inferiorità rispetto ai potenziali acquirenti che sanno che lo dobbiamo vendere per forza?

Ecco le difficoltà del mercato azzurro che molti fanno fatica a capire: devi prendere rinforzi validi, validissimi per la prossima stagione, ma che siano "gestibili" per non sfasciare bilancio e telaio di squadra nel caso non improbabile che il prossimo anno il Napoli non entri tra le prime due (dico: le prime due!) del campionato.

E a chi ancora non è convinto del mio ragionamento (che credo sia molto simile ai ragionamenti che si fanno in società) faccio presente che se il Napoli quest'anno è così attivo, competitivo e presente sul mercato nazionale e internazionale lo è propeio perchè da sempre fa certi ragionamenti che (purtroppo o per fortuna) sono ancora merce rara in altre società, soprattutto italiane.

Pensate all'Udinese, che quest'anno, con le stesse logiche che cerca di applicare il Napoli, si può permettere, da piccolo club di provincia, di scegliere se vendere Sanchez a 35/40 milioni di euro con la possibilità di reinvestirli per costruire i talenti dei prossimi 5 anni oppure di tenerselo, senza dover soffrire più di tanto!!!

Pensate, all'opposto alla Juve, che nei due ultimi mercati (estate 2010 e gennaio 2011) ha sperperato (e deve ancora pagare!!!) decine e decine di milioni di euro per giocatori inutili o rotti e che in questo mercato sta tentando di competere con il Napoli e le grandi italiane ed europee ed ha tra le mani "soltanto" Pazienza e Pirlo (strapagandoli senza nemmeno fare la Champions).

O pensate persino all'Inter che da due anni sembra aver imboccato la strada dell'austerità, che paga gli sforzi finanziari degli ultimi 10 anni e sembra cominciare a perdere colpi rispetto alle altre grandi d'Europa.

Insomma: le oculate politiche di mercato (cartellini, ingaggi, rapporto qualità/prezzo/età/adattabilità, investimenti su settore giovanile e talenti da scoprire) sono di anno in anno sempre più rilevanti per fare la differenza in campo e sui mercati e se il fair play finanziario di Platini verrà fatto funzionare sul serio molte attuali grandi rischiano di uscire in modo disastroso dai giri che contano!

Ad esempio: lo sapete perchè il River Plate, sull'orlo della serie B argentina per la prima volta nella sua storia, "spara" una richiesta di 20 milioni per Lamela? Perchè è il talento del futuro? Può darsi...ma di sicuro perchè il River ha un bilancio sull'orlo del fallimento per una dissennata politica di mercato fatta negli ultimi anni.

E allora? Vi rendete conto quanto siamo fortunati ad avere un Presidente illuminato come De Laurentiis? Certo potrà sbagliare anche lui e saremo pronti a criticarlo quando necessario, come abbiamo sempre fatto, ma, credete ad uno che nel suo piccolo lavora da 15 anni in una grande azienda: il calcio è una grande azienda, il Napoli è una grande azienda...e va gestita con i canoni che il Presidente cerca di osservare sempre...il calcio (e il calcio mercato) del novecento sono finiti!

PS: a proposito: ecco un nome che potrebbe fare la fortuna di chi lo prende: l'argentino Martinuccio, numero 10 della squadra uruguaiana del Penarol di Montevideo...23 anni compiuti a dicembre, che sta un attimo disputando, da protagonista, le finali di  Coppa Libertadores. Lo ha adocchiato Lomonaco (ancora lui!) per il Catania e pare che possa essere portato in Italia per meno di 10 milioni di euro: velocissimo come il Pocho, gioca con una intensità mostruosa e svaria per tutti i 90 minuti su tutto il fronte d'attacco, sempre per la squadra. L'ho visto tre volte nell'ultimo mese e ne sono rimasto folgorato. Questo sarebbe un "colpo" da tentare, per evitare di doverlo poi inseguire a 20 o 30 milioni di euro il prossimo anno...potrebbe non adattarsi al campionato italiano? Uno che gioca con l'autorevolezza con cui gioca Martinuccio ai livelli massimi del calcio sudamericano non credo avrebbe alcun problema ad adattarsi all'Europa...comunque tutti gli operatori di mercato dicono che la rete di osservatori del Napoli è ormai al livello delle più importanti società del mondo per cui...abbiamo fiducia e aspettiamo i nuovi Hamsik e i nuovi Lavezzi!

sabato 18 giugno 2011

'A Guagliunera azzurra - Presente e prospettive del settore giovanile azzurro

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Che il Presidente De Laurentis sia un geniale comunicatore (anche se qualche volta si avvita nei suoi stessi discorsi) pochi lo mettono ancora in dubbio.

Men che meno il fatto che sia uno straordinario "capitano d'azienda", visti i risultati ottenuti nel cinema e, soprattutto, in un mondo folle come quello del calcio e in una nazione e una città difficilissime come l'Italia e Napoli.

Ma i risultati cominciano a non fermarsi più a livello di prima squadra: forse non tutti sono consapevoli di quanto sia difficile sviluppare un settore giovanile di una società che sette anni fa non esisteva nemmeno in una regione ricca di talenti che avevano come unica prospettiva di crescita quella di emigrare a Empoli, piuttosto che a Torino o Udine per sognare un giorno di approdare in serie A.

Ebbene sull'abbrivio degli eccezionale risultati ottenuti dalla prima squadra, arrivano segnali importanti anche dal settore giovanile azzurro che quest'anno si è fregiato di uno scudetto (con la Berretti) e una finale scudetto (con i Giovanissimi, vincitori anche di un Viareggio nella loro categoria).

Per ulteriori dettagli consiglio la lettura dell'articolo dedicato oggi su Repubblica da Pasquale Tina e ripreso dalla sempre attenta redazione di Tuttonapoli.net.

Segnali dunque di attenzione manageriale da parte della società azzurra che ha avuto conferma che se vuole davvero far fare un salto di qualità al proprio progetto deve davvero investire pesantemente sul settore giovanile e cominciare a costruirsi i "top-players" in casa.

Perchè, è bene evidenziarlo, il vero successo di un settore giovanile non sta nelle vittorie (pur significative) che esso porta a casa di anno in anno, ma soprattutto nella capacità di travasare i suoi migliori giovani nel tessuto della prima squadra e, come in passato i Cannavaro (Fabio) e i Ferrara (Ciro), farli diventare i pilastri del Napoli e della nazionale italiana, quindi giocatori di livello internazionale.

E' chiaro che il modello è la Cantera del Barcellona ed è un'ennesima prova di originalità e genialità comunicativa l''idea del Presidente di affidare ai tifosi azzurri l'onore di trovare un nome che, come la Cantera per il Barca, individui in modo unico e originale il settore giovanile azzurro.

Di qui il "concorso" nato quasi per gioco con la radio ufficiale del Napoli, Radio Marte, aperto a tutti i tifosi e con il quale De Laurentiis scegliere le proposte che stanno pervenendo in questi giorni.

Anch'io nel mio piccolo ne ho inviata una e, ovviamente, mi pare giusto condividerla con voi amici lettori del mio blog.

Ecco quindi la mail che ho inviato a Radio Marte nella giornata di ieri, 17 Giugno.

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-- msg. originale --
Oggetto: PER MARTE SPORT LIVE - Battezziamo il settore giovanile del
Napoli!
Da: "antonio.chiomenti@tin.it"
Data: 16/06/2011 23:57


Amici di Marte Sport Live, caro Presidente De Laurentiis.

Da appassionato tifoso del Napoli, che da oltre due anni seguo con il mio blog, provo a raccogliere la sfida lanciata oggi in radio dal Presidente di dare un nome originale al settore giovanile del Napoli.

Ho cercato di individuare un nome che affondasse le sue radici nella lingua napoletana, che ricordasse immediatamente il senso di squadra, di gruppo dei giovani napoletani.

A Barcellona tengono la Cantèra, caro Presidente: nui 'cca tenimm 'a Guagliunera!

'A Guagliunera azzurra , i ragazzi del Napoli, sono l'epicentro delle energie giovani e delle speranze del Napoli e di Napoli, di un Napoli che parte da Napoli e si apre al mondo, di una Napoli da sempre al centro del Mediterraneo e del mondo, crocevia del mondo e culla di giovani, come Ciro, come Fabio, come Paolo e tanti altri che sono partiti da Napoli alla conquista del mondo...

...con la fantasia, inventando anche da ciò che per altri sono rifiuti...
...con la genialità, partendo dal nulla e inventando ritmo...
...inventando gioia...inventando calcio...

Dai rifiuti al ritmo, alla gioia, al calcio: nella "Guagliunera" di questa meravgliosa Napoli c'è un gruppo
musicale di ragazzi (i Bungt Bangt) che proprio partendo dalle cose inutili e dai rifiuti, hanno creato musica e ritmo e in una loro canzone-inno hanno esaltato la vocazione internazionale di Napoli e dei suoi giovani...e quel senso di fratellanza tra i popoli che dovrebbe essere il senso primo e più profondo che unisce un gruppo di giovani su un prato e intorno ad un pallone...

...ecco perchè quell'inno mi ha ispirato il nome che oggi vi propongo...e le suggestioni che 'a Guagliunera azzurra mi portano
nel cuore e nell'immaginazione.

Cari amici di Radio Marte, caro Presidente,
non so se l'idea vi piacerà ma vi ringrazio per avermi dedicato la vostra attenzione.

Continuerò con passione, come faccio da oltre 30 anni (ora ne ho 41) a seguire gli azzurri, a mio modo, col mio piccolo blog che riceve ogni giorno visite dall'Italia e dai quattro angoli del mondo nel nome di una passione azzurra e dell'amore per il calcio e per il rispetto del prossimo.

Forza Napoli! Presidente, vada avanti così!
Antonio Chiomenti
Napoli

* il mio blog: http://ilnapolichevorrei.blogspot.com
* cellulare: 347-------
* video della canzone dei Bungt Bangt che mi ha ispirato 'a Guagliunera azzurra:

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mercoledì 15 giugno 2011

Stadio San Paolo - I preparativi per la Champions

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Ieri visita allo stadio San Paolo da parte degli ispettori Uefa in vista della Champions: come riporta l'articolo di Tuttonapoli.net a firma di Vincenzo Balzano, sebbene ci siano dei lavori da completare entro settembre, tuttavia la situazione complessiva appare gestibile.

Dovremmo esserci anche per gli ormai "mitici" tabelloni, che certamente susciteranno meraviglia e stupore come l'ormai altrettanto mitico monolite di 2001 Odissea nello spazio.

Lascio alla lettura dell'articolo per ulteriori dettagli.

sabato 11 giugno 2011

Un'ora con il Matador - Intervista a Trotamundos

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La sempre attentissima redazione di Tuttonapoli.net ha scovato uno straordinario speciale di un'ora dedicato al Matador.

Lo spessore dell'uomo è dimostrato dalla semplicità con cui, nel bel mezzo dell'intervista (prima parte) ripara tranquillamente il filo del microfono spezzato dal suo meraviglioso cagnolino Pocho, regalo di Lavezzi per il figlio del Matador, il piccolo Bautista.




mercoledì 8 giugno 2011

Uruguay Olanda, strepitoso assist di Cavani!

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All'inizio il filmato è di pessima qualità, ma nei replay si vede l'eccezionale prodezza del nostro Matador!

martedì 7 giugno 2011

2010-2011: le pagelle di fine anno - Terza Parte - La società

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Non è facile per chi osserva la società dall'esterno e non ha contatti diretti o frequentazioni dare delle valutazioni approfondite e obiettive come il mio carattere desidererebbe fare.

Però, da semplice tifoso e osservatore, ci sono alcuni elementi (e prima di tutto i risultati!) che danno comunque la misura del lavoro svolto dalla società.

Più che singole pagelle, mi manterrei su una valutazione complessiva, evidenziando alcuni punti di forza e alcune "aree di miglioramento", sperando che ciò che scriverò sia apprezzato per l'onestà e la competenza dell'approccio.

Ci sono due risultati eccezionali che sono sotto gli occhi di tutti:

  • la qualificazione in Champions League, arricchita ancora di più dal terzo posto che evita la tortura del turno preliminare e garantisce lauti compensi e ben 6 partite contro 3 squadre che saranno certamente di grande livello
  • lo storico scudetto della Berretti conquistato la scorsa settimana andando a vincere a Brescia, segnale che pur tra le grandi difficoltà logistiche e organizzative che ancora caratterizzano il settore giovanile, ci sono dirigenti, tecnici e giocatori che stanno facendo un lavoro davvero straordinario, anche se una valutazione adeguata di tutto questo lavoro si potrà avere soltanto se, quando e quanti di questi piccoli talenti riusciranno ad affermarsi in prima squadra.
E qualcosa si muove nel mondo dei giovani azzurri: dietro i tre portieri di lungo corso, scalpita il giovane talentuoso Sepe, mentre in provincia si fanno valere gli attaccanti Insigne e Ciano e nell'orbita della prima squadra Maiello dispensa i primi lampi di grande classe e personalità: curioso come sia invece mancato il giovane venuto da lontano, Dumitru, mai davvero convincente e incisivo nelle sue apparizioni, anche se tanto volenteroso. Certamente appare fondamentale riuscire a spingere il progetto di "Cantèra napoletana" per costruire un grande settore giovanile e, nel contempo, ampliare ad esso il centro sportivo di Castel Volturno, che ancora è nella sua fase progettuale.

Per quanto riguarda la qualificazione in Champions, ecco la dimostrazione lampante dei motivi per cui dico sempre che il mercato va giudicato NON sulle voci e sulle indiscrezioni e NEMMENO alla chiusura del mercato stesso, ma a fine stagione, sul campo, valutando le prestazioni e la capacità dei nuovi acquisti di inserirsi nella squadra e dello staff tecnico e societario di valorizzare gli acquisti fatti.

Ebbene, anche se ci sono state operazioni che non hanno entusiasmato ( Victor Ruiz ) o hanno nettamente deluso ( Sosa ), va confermata l'impressione che già ebbi l'estate scorsa su Cavani, su cui è inutile spendere ulteriori parole e un elemento come Yebda che, a mio avviso, pur avendo disputato una stagione più che positiva, lascia intuire ulteriori potenzialità che potrebbero essere messe sul campo il prossimo anno, valorizzando ancora di più l'acquisto della scorsa estate, sulla falsariga di ciò che è accaduto quest'anno con Zuniga che al suo secondo anno a Napoli ha disputato una stagione strepitosa.

Certo, si può sempre fare di meglio, ma lo scorso anno il Napoli si è trovato in una contingenza di mercato particolare, dovendo "ammortizzare" gli enormi investimenti fatti l'estate precedente (l'ultimo mercato di Marino con oltre 50 milioni di euro spesi) e quindi ha cercato, portandosi comunque a casa un talento eccezionale come Cavani, di rinforzare la squadra quasi a costo zero.

E certamente non a costo zero sarà il "restyling" del San Paolo, indispensabile per poter ospitare la Champions: tabelloni luminosi, bagni, spogliatoi e altre strutture necessita di interventi rapidi ed efficaci che, conoscendo le abitudini della burocrazia napoletana, quasi certamente costringeranno il Presidente a dover anticipare dei soldi per poter completare tali lavori in tempi utili.

Nell'area comunicazione le novità più rilevanti sono arrivate proprio in questi giorni con l'ingresso in società di Monica Scozzafava, fino a pochi giorni fa responsabile delle pagine sportive del Corriere del Mezzogiorno, e anche questo è un segnale di crescita, necessario alla luce degli ultimi due mesi che, con la vicenda Mazzarri, sul piano della comunicazione, non hanno offerto pagine entusiasmanti.

Importantissimi segnali vengono dal settore Marketing che, attraverso il Merchandising, ha ottenuto nell'ultimo anno risultati strabilianti che, se dovessero determinare margini di sviluppo come quelli riscontrati negli ultimi due anni, contribuirebbero a far impennare sempre di più il fatturato della società portandola sempre più vicino ai grandi club italiani ed europei.

Insomma, la società ha certamente "sofferto" in alcuni momenti e in alcune situazioni paradossalmente per la bontà stessa del suo lavoro fatto in questi anni e che ne ha determinato una crescita più veloce rispetto alle previsioni, ma considerando il contesto cittadino e nazionale, sia da un punto di vista sportivo che economico, i risultati di questa società vanno considerati eccezionali ed è la consapevolezza dell'eccellente lavoro svolto in questi anni che ci deve mantenere sereni e fiduciosi circa il lavoro che la società farà in sede di mercato.

Ci si lamenta che il Napoli non ha acquistato ancora nessuno, ma non è che le altre abbiano finora fatto meglio e attenzione a considerare l'erba del vicino sempre più verde: la Roma ancora non si capisce dove vada, la Juve si agita tanto, ma molti dimenticano che ha già sul groppone i milioni di euro da dover sganciare a Napoli e Udinese per gli acquisti fatti lo scorso anno (Motta, Pepe e Quagliarella), mentre l'Inter si "spaventa" per i 35 milioni chiesti dall'Udinese per darle Sanchez. 

Il Napoli parte da un budget di circa 35 milioni di euro che è già di per sè rispettabile e, nel caso gli dovesse arrivare qualche offerta eccezionale per un Hamsik o un Lavezzi (sui 25 milioni, per intenderci) avrebbe un autentico "tesoro" di circa 60 milioni di euro che poche squadre, anche in Europa, quest'anno potranno permettersi.

Quindi, pazienza, amici! In tre mesi di mercato può succedere di tutto e il Napoli ha già dimostrato che mentre un sacco di gente fa chiacchiere per tentare di piazzare questo o quel "bidone", la società ha le idee ben chiare e, state tranquilli, che se un Inler non arriverà al Napoli sarà soprattutto perchè il Napoli avrà voluto così.

A presto, cari lettori! Non vi commenterò tutte le voci di mercato giorno per giorno, ma ogni tanto vi scriverò alcune impressioni sui maghi, autentici e fasulli, che, come me, vedrete nel "circomercato" di quest'anno: ci sarà da ridere molto più che gli altri anni, perchè tanti, scusate la franchezza, si presenteranno "con le pezze al culo"...altro che De Laurentiis!

sabato 4 giugno 2011

2010-2011: le pagelle di fine anno - Seconda Parte

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Gargano: 6 - Mi dispiace dover dare un voto così basso al Mota al quale tutti noi dobbiamo essere grati per lo spirito con cui combatte sempre in campo, ma quest'anno Walter ha davvero reso molto al di sotto dei suoi standard abituali. Credo si siano sommati fattori calcistici (un lungo e logorante mondiale, poche vacanze, una preparazione precampionato "a inseguimento") a fattori extracalcistici (il matrimonio, le difficoltà familiari) che gli hanno sottratto quella serenità e quella condizione psico-fisica che ce lo hanno fatto ammirare negli anni scorsi. Poche volte ha reso ai suoi livelli e ha dato il meglio di sè nella parte iniziale della stagione, mentre da gennaio in poi (guarda caso dopo il matrimonio e le difficoltà che ne sono seguite) ha cominciato a giocare credendo di essere un geniale regista, mettendo spesso in crisi la squadra e in alcuni casi vanificando l'utilità della sua presenza in campo. E' apparso in leggera ripresa nelle ultime settimane, dopo essere stato accantonato per quasi due mesi da Mazzarri che fino ad allora lo aveva considerato titolare inamovibile. Per la simpatia che nutro per il calciatore e l'uomo mi auguro che riesca a mettere ordine innanzitutto nella sua vita privata e poi recuperi quella tranquillità e quella condizione atletica che non rende certo Walter un genio del calcio, ma, per la sua incredibile generosità e dinamicità, lo rende quasi unico nel quadro tattico azzurro. L'anno prossimo, magari con maggiore umiltà e maturità, potrebbe essere, anche se non più titolarissimo, estremamente prezioso. Sta alla sua intelligenza e alla sua maturità capirlo e approfittarne!

Pazienza: 6,5 - Quasi una fotocopia dello scorso campionato: una prima parte di stagione su livelli eccezionali e una seconda parte in calando per l'eccessivo impiego da parte di Mazzarri. Quando gira lui (e con un Gargano al massimo), gira a meraviglia tutto il Napoli, con una capacità unica di filtrare in fase difensiva, proteggere i centrali dietro di lui e riavviare l'azione con illuminanti cambi di gioco. Nella fase calante, offre minor protezione alla difesa e i tempi di gioco rallentano. Di Michele va comunque apprezzata l'umiltà e lo spirito professionale con cui, anche sapendo che la sua avventura napoletana stava volgendo al termine, il mediano azzurro si è fatto valere. Spesso si è reso pericoloso sotto porta sui calci d'angolo dove tante volte è riuscito a sorprendere le difese avversarie con intelligenti e fulminanti movimenti sul primo palo, contribuendo anche a gol importanti, come quello di Cavani contro lo Steaua, disorientato anche dal suo movimento. E' comprensibile il suo desiderio di strappare un contratto più remunerativo vista l'età matura, dato che probabilmente quello con la Juve sarà l'ultimo contratto "importante" della sua carriera. Per quanto mi riguarda sono felice che il "dopolavorista" abbia smentito i miei iniziali sprezzanti (ma fondati) giudizi a colpi di prestazioni, ma anche lui sa che deve molto a Mazzarri che, a differenza di Reja e Donadoni, ha saputo tirar fuori tutto il meglio di lui. Grazie Michele!

Yebda: 6,5 - L'inizio non è stato facile per il possente mediano franco-algerino: un nuovo paese, una nuova squadra, ultime stagioni, dopo il periodo d'oro col Benfica, poco brillanti, lo collocano al suo arrivo in secondo piano nella gerarchia dei mediani. Il ragazzo però si muove con grande intelligenza e umiltà conquistando prima lo spogliatoio e poi, piano piano, con la pazienza del "pappice", la stima del tecnico e del pubblico fino a diventare un "quasi-titolare" offrendo prestazioni di grande rendimento. Il primo squillo della sua caratura, anche internazionale, Yebda ce lo dà nella serata di Utrecht dove devasta il centtocampo olandese più e più volte riconquistando palla e offrendo assist su assist a Cavani o presentandosi a concludere in prima persona: uno spettacolo straordinario che inviterei i tifosi meno attenti a rivedere e riapprezzare. Per il resto raramente ruba l'occhio: nella manovra azzurra non apporta particolare fantasia, ma risulta importante quando Gargano e Pazienza cominciano a segnare il passo. Svela ai tifosi napoletani la sua forza interiore e la sua personalità la notte dei rigori contro l'Inter dove ridicolizza Julio Cesar con un incredibile cucchiaio con la tensione che si taglia a fette! Riscattato dal Napoli, pare destinato a rimanere anche il prossimo anno dove potrebbe rivelarsi ancora più prezioso.

Blasi: SV - Solo una presenza in Coppa Italia dove peraltro non sfigura, ma, pur inizialmente voluto da Mazzarri, rimane sempre ai margini della squadra e dello spogliatoio non ritrovando più il feeling col tecnico. Eppure ci sarebbe potute essere molte più occasioni anche per lui, specie nella seconda parte della stagione a seguito del calo di Pazienza e Gargano, ma Mazzarri ha dimostrato di non credere più in lui. Peccato!

Maiello: 6 - Pochissime occasioni per mettersi in luce, ma, specie nella passerella finale contro la Juve, mostra un talento puro che il Napoli deve assolutamente valorizzare già dal prossimo anno, a mio avviso non cedendolo, ma facendolo giocare di più. Perchè all'estero i giovani talenti vengono lanciati in prima squadra e qui no? Vuole il Napoli distinguersi rispetto al "vecchio" calcio italiano e darsi ancora di più una vocazione internazionale? E allora abbia il coraggio di puntare su talenti come questo ragazzo che in silenzio si è allenato per tutto l'anno, dopo una serie di interessantissime prestazioni nelle amichevoli della scorsa estate, e che a Torino, contro la Vecchia Signora, ha sciorinato lampi di classe purissima.

Hamsik: 7 - Mi fa sorridere il giornalista napoletano Liberato Ferrara che, quando viene chiamato a stilare le pagelle del Napoli, dice sempre che "i voti azzurri vanno dallo zero ad Hamsik", come a dire che Marek, per la sua classe, è sempre il migliore in campo a prescindere. Capisco il punto di vista di Liberato e, proprio perchè in linea di principio sono d'accordo con lui, mi fa rabbia vedere certi colpi tecnici di genialità sublime del talento slovacco alternati a infiniti momenti di nulla più assoluto. Capisco anche Mazzarri che lo considera tatticamente eccezionale, ma non mi si consideri superficiale nella valutazione di Marek perchè, proprio per la stima che ho per lui, anche umanamente, lo seguo con particolare affetto e attenzione e devo dire che, purtroppo, se devo essere onesto, certe volte è l'uomo in più del Napoli, ma troppo spesso sembra quasi "avaro" della sua classe: si addormenta, diventa indolente, a volte, nei momenti difficili, dove ci si aspetta quel qualcosa in più, si libera del pallone dandolo al compagno più vicino senza apportare valore aggiunto alla manovra. E' lui il simbolo di quando il Napoli ha bisogno di uno schiaffo per accendere tutta la propria rabbia agonistica: lui incarna perfettamente questo limite del Napoli...spesso dorme e reagisce (neanche sempre) quando le cose si mettono male o quando lui commette un'errore grave (vedi Udine, dove sbaglia un rigore e nel giro di un minuto segna un incredibile gol da antologia). Chiude la stagione con i "soliti", eccezionali 11 gol, mette la firma su risultati importantissimi, mostra sprazzi di classe immensa ma anche giornate e giornate di vuoto assoluto...e io mi domando sempre, mai come quest'anno: "Sarai sempre così "incompiuto", caro Marek, o verrà l'anno che ci farai diventare davvero matti per le tue prodezze?"

Lavezzi: 7 - Sembrava che quest'anno fosse migliorato sotto porta: concentra quasi tutti i suoi gol nei primi tre mesi della stagione, i suoi migliori in assoluto, poi a dicembre trova un fastidiosissimo infortunio alla caviglia. Noto che dopo quell'infortunio, pur tornando ad una condizione più che accettabile, perde in parte la sua irresistibile velocità e, soprattutto, perde quasi completamente il feeling col gol. Purtroppo, nonostante la sua innegabile generosità, lega il suo nome in modo negativo ad alcuni momenti "topici" della stagione: il rigore decisivo fallito con l'Inter, lo sputo di Roma che lo toglie dal campionato nel momento decisivo, la partita di andata col Villareal e le occasioni d'oro fallite nella partita di ritorno. Pur tuttavia è tra i top assistmen del campionato italiano e quando lui manca, talvolta anche per suoi comportamenti disciplinari non ineccepibili, ne risente tutto il Napoli. Ecco perchè la sua stagione, come quella di Marek, è un alternarsi continuo di alti e bassi: buona, ma inferiore alle sue possibilità.

Sosa: 4,5 - Ho cercato sempre di sostenere questo ragazzo che ha strabiliato giornalisti e compagni durante gli allenamenti ma che raramente ha mostrato gli stessi colpi in partita (ricordo per tutti l'assist nella "tonnara" di Bucarest per il gol del 3 a 3 di Cavani e il cross pennellato per Maggio nell'ultima contro la Juve). La sua parabola è stata quasi sempre identica in ogni partita in cui è stato impegnato: qualche colpo iniziale di buon livello, poi un progressivo estraniarsi dal gioco fino a sparire totalmente nell'anonimato e in quella indolenza che gli è valso il crudele soprannome ideato per lui dal comico Peppe Iodice. Nel calcio esistono i "fuoriclasse da allenamento", quelli che strabiliano in settimana con colpi e prestazioni di immensa classe e si perdono in partita: anche il Napoli ne ha avuti tanti e l'ultimo, prima di Sosa, fu il brasiliano Pià, che incantava in allenamento e si perdeva in partita. Stavolta la scommessa, con Sosa, è stata persa.

Lucarelli: 8 - L'infortunio subìto (subito, ad inizio di stagione) ne ha compromesso le possibilità di farsi valere per la prima volta in una squadra di vertice del calcio italiano, per cui per il contributo minimo offerto sul campo anche un 6 sarebbe forse eccessivo. Eppure è riuscito, in condizioni quasi impossibili per chiunque altro, a mostrare amore per la piazza, attaccamento alla maglia e immenso spirito di sacrificio: non si è arreso alla sorte, ha recuperato a tempo di record lavorando come una bestia, ha fatto spogliatoio facendosi trovare sempre presente e disponibile per i compagni, è tornato in campo, ha messo lo zampino nell'azione decisiva della partita più bella giocata dal Napoli negli ultimi 20 anni, fornendo a Cavani l'assist per il decisivo 4 a 3, ha segnato l'ultimo gol azzurro della stagione a Torino contro l'odiata Juve e infine si offerto per giocare gratis anche la prossima stagione per ripagare la società e il pubblico di ciò che non ha potuto offrire quest'anno... prima che un calciatore, un uomo da cui tutti, nel calcio e fuori, dovrebbero prendere esempio!

Mascara: 6,5 - Pur essendo l'idolo della tifoseria catanese, le ultime due stagioni in rossoazzurro erano state per Peppino molto complicate: atleticamente meno brillante e tatticamente sempre più impostato a coprire piuttosto che attaccare, era apparso un calciatore ben diverso dal fantasioso e a volte eccezionale fromboliere dei suoi primi anni catanesi. Pur apprezzato e stimato da subito anche dai tifosi azzurri, non ha avuto vita facile, con il Napoli lanciato addirittura in lotta per lo scudetto, a inserirsi nella squadra, anche perchè ancora in forma fisica precaria. Eppure Peppe è riuscito, in meno di tre mesi, a farsi benvolere dai compagni e dal tecnico, a presentarsi con un un autentico miracolo al suo esordio (cioè entrare in campo a 10 minuti dalla fine e mandare in gol nientemeno che Sosa!) e a mettere il proprio sigillo nella trasferta di Bologna in cui, assente Cavani, ha spinto il Napoli, per poche ore, in cima alla classifica. Certo forse Mascara non era il tipo di rinforzo che sognava il pubblico (e forse il tecnico) per tentare l'impresa impossibile, ma di sicuro il catanese ha lottato con quell'entusiasmo, quella grinta e quella professionalità che aveva promesso al suo arrivo a Napoli.

Dumitru: 5,5 - Diversi scampoli di partita, anche se troppo spesso lanciato in campo in situazioni disperate: mostra tanta volontà e voglia di fare, ma incide davvero poco, mostrandosi ancora acerbo e in cerca di una precisa dimensione tattica.

Cavani: 9,5 - Fino a un mese dalla fine del campionato il 10 sembrava più che sicuro e forse non dargli il massimo dei voti può essere troppo severo da parte mia, ma ritengo che quel mezzo voto in meno rappresenti al meglio una stagione eccezionale con un lieve e comprensibile calo nel finale. Chi segue questo blog sa (e può andare a rileggere) con quanto entusiasmo abbia accolto la notizia dell'arrivo del Matador a Napoli. Avendo seguito spesso il Palermo negli ultimi due anni e l'Uruguay al mondiale sudafricano, avevo intuito alla perfezione quale straordinario talento ci eravamo accaparrati. Mi aspettavo che avrebbe potuto segnare tra i 15 e i 18 gol in campionato ed è chiaro dai numeri che la sua stagione è stata un delirio continuo. Si è preso subito il Napoli, sin dalla seconda partita ufficiale della stagione, in quel di Elfsborg, con una doppietta meravigliosa e da lì non si è più fermato, fino all'ultimo mese dove credo abbia pagato gli immensi sforzi di due stagioni, intervallate da un Mondiale, disputate a grandissimi livelli. Napoli lo ha consacrato e lui credo sia il primo a sapere, da ragazzo maturo e intelligente, che ripetersi il prossimo anno sarà difficilissimo, considerando anche che pure quest'estate avrà un impegno massacrante come la Coppa America. Merita comunque di essere considerato l'uomo dela stagione, l'uomo che ha fatto sognare Napoli e i napoletani, l'uomo che ci ha fatto rivivere emozioni seppellite nella memoria dei tifosi più maturi o mai vissute da quelli più giovani, l'uomo che ha sublimato il meraviglioso gioco di squadra di questa piccola banda a tratti diventata una vera e propria filarmonica. Grazie Matador!

Mazzarri: 9,5 - Per lui vale lo stesso discorso di Cavani: fino a un mese fa il 10 non glielo avrebbe tolto nessuno ma la sua gestione dell'ultimo mese, pur nata da ragioni comprensibili ampiamente spiegate su questo blog, lo ha posto dalla parte del torto per come ha rischiato di compromettere un risultato impensabile alla vigilia di questa stagione. Il 10 lo avrebbe meritato non tanto per le sue doti tattiche, talora messe in discussione da alcuni colleghi (ad esempio Pioli, Guidolin, lo stesso Reja) che lo hanno messo in serie difficoltà esponendolo anche a qualche giornata non proprio da ricordare, ma per come ha saputo cementare un manipolo di uomini rendendoli un gruppo straordinario, valorizzandoli ben oltre ogni più rosea aspettativa e mettendo in campo una squadra commovente sia sul piano agonistico che sul piano della spettacolarità del gioco. Il voto di assoluta eccellenza va condiviso dal tecnico con il suo staff (preparatore atletico Pondrelli in primis) che non solo ha permesso alla squadra di affrontare in condizioni eccellenti una stagione massacrante, ma che ha anche portato al Napoli, in questa gara totalmente senza rivali in Italia e forse nel mondo), il titolo di campione di integrità fisico atletica riducendo praticamente a zero i problemi muscolari degli atleti azzurri. Per darvi un'idea dell'eccezionalità dell'impresa, senza voler scomodare paragoni con le italiane, nelle due semifinali di Coppa Libertadores disputatesi questa settimana si sono avute la bellezza di quattro sostituzioni per infortuni muscolari durante le partite...e stiamo parlando di squadre (Santos, Velez, Cerro Porteno e Penarol) che rappresentano il meglio del calcio sudamericano, quindi mondiale. Spero che Mazzarri, pur coltivando le sue legittime e meritate ambizioni, si ricordi di essere più umile e anche più grato verso una società che ha creduto totalmente nelle sue capacità.

(2 - Continua...l'ultima parte con le pagelle sulla società nei prossimi giorni...)

mercoledì 1 giugno 2011

2010-2011: le pagelle di fine anno - Prima Parte

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De Sanctis: 9,5 - 38 presenze su 38 in campionato quest'anno, da quando è a Napoli non ha mai saltato una partita di serie A. Uno degli artefici più straordinari e carismatici della eccezionale stagione azzurra. In campionato sbaglia poco o nulla, in Europa vive qualche imbarazzo (vedi Bucarest) a causa del diabolico Jabulani, ma le sue parate, spesso in momenti topici di una partita o della stagione, dànno un'impronta decisiva, punti e vittorie. Grinta, carisma, tecnica, talora un pizzico di follia. Una presenza indispensabile, in campo e nello spogliatoio, e il senso chiaro di uno straordinario, autentico attaccamento alla maglia azzurra.

Campagnaro: 6,5 - L'impegno e il sudore non mancano mai, Hugo alterna fasi esaltanti di forma smagliante a momenti meno esaltanti. Certamente anche lui rappresenta una colonna carismatica della squadra e dello spogliatoio, ma con limiti tattici da non dimenticare: troppo spesso dalla sua parte gli avversari trovano campo libero a causa della sua non istintiva propensione a braccare l'uomo oppure approfittano delle sue "gite fuori porta" che spesso lo portano ad appoggiare il gioco offensivo, lasciando troppo sguarnita la sua zona difensiva. 

Cannavaro: 9 - Le sue partite "no" si contano sulle dita di una mano, ma le sue partite "sì" sono la quasi totalità e rasentano la perfezione. Soffre soltanto quando, ormai rarissimamente, cala leggermente di concentrazione (peccando di sicurezza) oppure quando il centrocampo è in difficoltà dinamica e non lo protegge a sufficienza o ancora quando si trova a dover giocare troppe partite (da tre in su) a brevissima distanza di tempo l'una dall'altra (e i suoi muscoli sentono particolarmente la fatica). Ma si tratta, ripeto, di pochi momenti a fronte di una stagione di grande affidabilità, in cui Paolo si mostra ulteriormente maturato da un punto di vista tecnico (splendide alcune sue aperture di gioco con lanci di 40-50 metri!) e tattico (capacità di guidare la difesa e di evitare uscite "azzardate" dalla linea difensiva come accadeva troppo spesso nei suoi primi due anni napoletani). Mostra di meritare a pieno titolo la fascia di capitano per l'apporto che offre dentro e fuori dal campo.

Aronica: 6,5 - Usasse un po' meno mani e gomiti sarebbe un difensore di livello superiore, in alcune (rare) occasioni (vedi Liverpool) mostra in modo evidente i suoi limiti, ma nel complesso corona un'annata dal rendimento notevole, in alcune partite addirittura eccezionale. Denuncia qualche imbarazzo (vedi a Chievo, a San Siro col Milan o in casa con la Lazio) quando deve andare a chiudere la diagonale dal lato opposto a quello suo naturale creando pasticci, ma si riscatta sempre combattendo e a volte trascinando la squadra nei momenti più difficili. Anche lui fa sentire la sua goliardica e preziosa presenza all'interno dello spogliatoio, aiutando a stemperare le tensioni dei compagni più giovani.

Victor Ruiz: 6 - Il suo voto dipenderebbe da quale punto di vista lo vuoi valutare: denuncia certamente una non eccellente propensione alla marcatura sull'uomo (per cui meriterebbe l'insufficienza), ma vanta tante attenuanti: il cambio di squadra, di modulo e di nazione a metà stagione e la giovane età. In più mostra un piede sinistro estremamente raffinato per essere un difensore, caratteristica che il Napoli aveva indubbiamente bisogno. Alla fine propendo per la sufficienza perchè voglio aspettare che lo spagnolo si adatti al meglio al nostro calcio e accumuli quell'esperienza che per la sua età necessariamente manca. 

Santacroce: 6,5 - Inizia la stagione ancora alle prese con problemi fisici, appare in un momento difficile della stagione azzurra e la serata di Bucarest sembra segnarne in negativo il destino tanto che per lungo tempo si parla di una sua cessione in prestito al Lecce a gennaio. Però l'accumularsi degli impegni azzurri e il disgraziato infortunio di Grava lo tolgono dal mercato e lo spingono sempre più spesso in campo...e piano piano ritorna a farsi ammirare per le sue doti migliori, ossia agonismo e strepitoso senso dell'anticipo sull'uomo, concludendo la stagione in evidente crescendo. Ritengo sia ancora un patrimonio da sfruttare per la causa azzurra. Fabiano quest'anno ha dichiarato di essere davvero innamorato di Napoli (e la sua vita sentimentale lo dimostra)...adesso tocca a lui continuare a spingere: la direzione è quella giusta e l'anno prossimo...chissà!

Grava: 8 - Commovente anche quest'anno per dedizione, attaccamento alla maglia e qualità delle prestazioni. All'inizio stenta un pochino, anche perchè tutti si aspettano di rivedere le mostruose prestazioni dello scorso anno, ma da fine ottobre in poi il suo rendimento torna quello dello scorso anno e, anzi, addirittura, in un contesto ancora più difficile come quello europeo, sembra persino migliore! Un rovinoso infortunio lo sottrae alla rosa azzurra, ma "Giandu" sputa sangue ogni giorno e, seppure non torna in campo per l'ultima con la Juve, conclude la stagione clinicamente guarito. Memorabile il suo miracoloso salvataggio sulla linea a cui fa seguito il gol capolavoro di Cavani che trafigge il Lecce prima di Natale: alla fine di quella partita Mazzarri lo abbraccia come se avesse fatto un gol...e l'avrei fatto anch'io! Grande Giandu!

Cribari: 6 - Il suo esordio vero a Bucarest è a dir poco agghiacciante! Sembra un autentico bidone, viene ferocemente criticato, eppure, pur trovando poco spazio nel prosieguo della stagione, riesce puntualmente a riproporsi in caso di necessità, sia in campionato che in Europa, senza brillare, ma nemmeno sfigurare...e questo è un merito che gli va riconosciuto, perchè dopo un esordio così disastroso un altro al suo posto forse non si sarebbe più ripreso.

Maggio: 7 - Alterna fasi di profonda crisi atletica a fasi di eccezionale rendimento. Probabilmente soffre i postumi di un mondiale disastroso e disputato dopo una preparazione premondiale totalmente sbagliata. Comincia a salire di quota verso novembre e offre i suoi picchi di rendimento nel corso dell'inverno. In primavera torna ad alternare eccellenti prestazioni ad autentiche "debacle". Nel complesso però rappresenta un punto di forza essenziale nell'organico azzurro.

Dossena: 7,5 - I sei mesi dello scorso campionato furono per Andrea alquanto difficili, dopo la lunga inattività di Liverpool. Finalmente, dopo tre anni, l'esterno di Lodi può completare una vera preparazione precampionato e i risultati si cominciano a vedere presto: il livello agonistico delle sue prestazioni non ha nulla a che vedere con lo sbiadito giocatore dell'annata precedente, ma mentre nella prima parte della stagione denuncia ancora qualche difficoltà di tenuta sulla distanza (spesso sostituito prima del 90'), negli ultimi tre mesi si vede un autentico campione della fascia sinistra con cross straordinari, intensità agonistica e anche un gol che dà il via alla rimonta azzurra nella partita più bella e più emozionante degli ultimi 15 anni, contro la Lazio. E' lui a tenere in piedi la squadra nei difficili momenti di fine stagione, quando molti compagni hanno la spia della riserva accesa.

Zuniga: 7 - Quest'anno i tifosi azzurri hanno forse capito lo spessore tecnico di questo ragazzo, da me abbondantemente difeso anche lo scorso anno, quando le sue prestazioni non eccellevano. Certo in alcune partite non ha avuto la possibilità di esprimersi al meglio, a volte irritante per eccesso di finte, ma va tenuto conto che il ragazzo veniva da una prima stagione azzurra difficile, che Mazzarri non lo considerava un titolare, che spesso lo ha impiegato sulla fascia non sua e addirittura, con gli infortuni simultanei di Lavezzi e Sosa, nel tridente offensivo. Ebbene il colombiano si è adattato con ammirevole dedizione e ha dato al Napoli anche due gol importantissimi per la Champions azzurra, quello della stentata vittoria interna contro il Catania e quello del pareggio contro l'Inter che ha "sigillato" il terzo posto finale.

Vitale: 6 - Seconda parte di stagione difficile per lui soprattutto per ragioni fisiche e perchè chiuso da tre "mostri" come Maggio, Dossena e Zuniga, ha però disputato scampoli di stagione in campionato e soprattutto in Coppa davvero interessanti. E' vero che, soffermandosi sulla Coppa, ha talora pagato lo scotto dell'inesperienza internazionale, denunciando limiti soprattutto nella fase difensiva, ma ci ha anche messo sfrontatezza e personalità, come a Bucarest dove ebbe la freddezza di segnare il  gol che diede il via all'incredibile rimonta azzurra.

(1 - Continua...le altre pagelle nei prossimi giorni...)