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mercoledì 18 luglio 2012

Mazzarri racconta come sara' il Napoli 2012-2013

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Nel desolante panorama dell'attuale narrazione del calcio, ecco finalmente un servizio, curato per Sky da Massimo Ugolini, davvero interessante,originale e condito da un pizzico di sana ironia: Mazzarri spiega alla lavagna come cambiera' il modulo del Napoli, passando dal 3-4-2-1 dello scorso anno al 3-5-1-1 su cui almeno inizialmente puntera' il tecnico di San Vincenzo.

Va detto che nessun modulo tattico e' in assoluto migliore di un altro: il segreto sta sempre in come il modulo viene interpretato dai giocatori e dalla qualita' dei giocatori stessi, nonche' da tutti gli altri fattori (fisico, mentale, ecc.) che concorrono a definire la qualita' di una prestazione in campo, pero' vedere Mazzarri che illustra il suo Napoli e schiera le pedine in campo e' davvero un piacere per i veri tifosi e intenditori di calcio.



Vediamo anche come il mai banale Paolo Del Genio analizza su Tuttonapoli.net le novita' tattiche del modulo di Mazzarri. Do' evidenza alle sue considerazioni perche' le condivido pienamente, per cui lascio a lui ...la penna!

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Il 3-5-1-1 che sta provando Mazzarri in questi giorni a Dimaro è una buonissima idea. Con la nuova soluzione tattica il tecnico azzurro spera di far esprimere al meglio più calciatori. Inler avrà due compagni di reparto e dovrebbe vedere esaltate le sue caratteristiche di play davanti alla difesa. Hamsik potrà tornare a guardare frontalmente la porta e non averla alle spalle  come quando è impegnato nel ruolo di trequartista. C'è, poi, lo stesso Dzemaili che si lascia preferire qualche metro più avanti. 


Nelle ultime ore è arrivato alla corte di Walter Mazzarri anche Valon Behrami che dovrebbe giocare nel ruolo di mezzala e proprio con Dzemaili si giocherà una maglia da titolare. Per gli esterni cambia poco. Stessi compiti, con Zuniga che da sinistra potrebbe rientrare verso la zona interna del campo. La scelta tattica preparata per il colombiano non è un ripiego, ma una soluzione studiata per creare più densità in mezzo al campo. 


Andrà bene anche la difesa che con Inler qualche metro più dietro avrà un aiuto in più. Gli altri quattro di centrocampo - mezzale ed esterni - dovranno accompagnare Pandev sulla trequarti con Cavani che agirà nel ruolo di prima punta. Questo, in sintesi, è lo sviluppo del gioco che Mazzarri ha ipotizzato. Oltre agli schemi, sarà poi il talento dei calciatori a fare la differenza. E qui protagonisti diventano Insigne e Vargas, due ragazzi che tutti attendono presto ai massimi livelli. il ritiro di Dimaro anche sotto questo punto di vista sta fornendo le risposte giuste. 


Aspettiamo che si inizi a fare sul serio, ma le premesse - senza eccedere in un ottimismo troppo prematuro - sono davvero confortanti!


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La maglia azzurra del Napoli 2012-2013

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Presentata ieri a Dimaro con Cannavaro e Grava come modelli, ecco la nuova magli azzurra "raccontata" attraverso il video ufficiale pubblicato su You Tube dalla societa' Calcio Napoli.

Che emozione quella coccarda tricolore!

giovedì 5 luglio 2012

Il programma delle amichevoli estive del Napoli (2012)

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Definito il calendario delle amichevoli precampionato degli azzurri, con annesse possibilita' di acquisto in pay per view, come negli anni scorsi, sia attraverso Sky che attraverso Mediaset Premium e con le solite stucchevoli e inutili polemiche dei soliti "romantici" che vorrebbero la botte piena (Cavani sempre a Napoli e tanti top player) e la moglie ubriaca (non pagare nulla).

La mia posizione sul tema e' ben nota: De Laurentiis e' un imprenditore e fa benissimo ad esserlo e il calcio deve essere gestito come un'impresa, per non andare rapidamente a gambe all'aria, specie in questo periodo di grossa crisi economica e con il Fair Play finanziario che condizionera' sempre di piu' il mercato europeo.

Tornando alle amichevoli, ecco il programma:


Un colosso del calcio internazionale come il Bayern e tre avversari ricchi di tradizione che visiteranno il San Paolo i quali nei rispettivi campionati, come il Napoli, hanno chiuso al quinto posto la scorsa stagione, quindi utili banchi di prova per indirizzare anche i movimenti di mercato.

mercoledì 4 luglio 2012

La maleducazione dilagante di De Laurentiis - Il Presidente ULTRACAFONAL

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Gli  ultimi 40 giorni mi hanno tenuto lontano da questo blog per motivi di salute, ma pur nelle difficoltà personali, l'amore per questo blog e per il Napoli non è mai venuto meno e anzi vivere situazioni di sofferenza propria e altrui mi hanno reso da un lato molto più tollerante considerando quali sono i "veri" problemi della vita, ma dall'altro anche meno tollerante verso certi comportamenti irrispettosi del prossimo.

Oggi il Presidente ha lasciato di nuovo briglie sciolte al suo "cavallo selvaggio" che di tanto in tanto (sempre più spesso, purtroppo) riesce a farsi strada attraverso la sua corazza di (devo dire a questo punto apparente) signorilità.

A parte le escalation della scorsa estate a colpi di giornalisti espulsi dal ritiro di Dimaro e scenate coram populo in Lega Calcio, passando per l'uscita di qualche mese fa a seguito di una domanda di Rino Cesarano, anch'essa citata in questo blog e altri episodi "minori" taciuti per carità di patria, il Presidente anche ultimamente si è distinto in questa specialità per la quale sarei felice il Napoli non primeggiasse.

A fine maggio, durante il mio periodo di malattia, vengo a sapere di un'uscita fintamente ironica e spiritosa, ma, senza mezzi termini, "terrificante" da parte del Presidente nei confronti della giornalista di Canale 21 Titti Improta, figlia dell'indimenticabile "Baronetto di Posillipo", Gianni Improta.

L'episodio, raccontato nello stupore generale durante una delle ultime puntate della scorsa stagione di Campania Sport e ripreso con maggiori dettagli da Umberto Chiariello sul suo sito, si commenta da sè per l'invereconda uscita con cui il Presidente ha pensato bene di rispondere a seguito di una normale domanda sulla presenza o meno in campo nella partita successiva del Pocho:

" il suo maschilismo retrivo affiora subito, ed invece che rispondere a tono, la butta subito in “caciara” con apprezzamenti sulla beltà della signora, dall’elegante al cafone, come nell’ultimo caso della mia stimata ed amica collega Titti Improta che, per il solo fatto di aver chiesto chi al posto di Lavezzi, si è sentita rispondere in conferenza stampa, in un luogo cioè ufficiale e dedito al lavoro davanti a tanti colleghi, e microfoni aperti, senza diritto di replica “signorina, vorrà dire che faremo giocare lei nuda in attacco”."

Lo sdegno di fronte ad una battuta magari ironica nelle intenzioni del suo autore, ma in realtà cattiva e crudele oltre ogni limite di maleducazione mi accompagna per tutto questo periodo di inattività forzata, con la promessa a me stesso che non avrei lasciato andare sottotraccia questa ennesima offesa alla dignità umana e professionale di chi ha la "sventura" di dover fare come mestiere quello di porre domande al Presidente.

E oggi torna a galla, quello sdegno, ancora più forte, a fronte della nuova "esibizione" di cafonaggine che, guarda caso, si è valsa della la stessa tecnica adottata da una certa politica negli ultimi 20 anni (quella che ci ha portato a questo sconcio in cui si trova ora l'Italia), ovvero accusare l'altro di un comportamento che è proprio: in psicologia si parla di "proiezione", ovvero proiettare sull'altro comportamenti che sono in realtà propri: l'accusa rivolta al malcapitato giornalista di turno di essere un cafone, rende l'operato del Presidente "cafone" esso stesso, nel più classico ed evidente meccanismo psicologico di "proiezione".

Caro Presidente, io sono un vero tifoso del Napoli da quando lei nemmeno sapeva cosa fosse il calcio e che colore avesse la nostra gloriosa maglia per cui la diffido formalmente, qualora le dovesse capitare, direttamente o per interposta persona, di leggere queste mie parole, dall'accusarmi, di "remare contro" il Napoli, come fa puerilmente con chiunque non le stia a genio con un astio e una dedizione che sarebbero degne di miglior sorte.

Io, da vecchio tifoso del Napoli, sono sdegnato dal ripetersi di simili comportamenti: è troppo tempo ormai che in tutti i settori della vita pubblica (politica, economia, sport, ecc.) fare le domande è diventato come andare in guerra...manco fossimo ai tempi di Hitler o Mussolini...qui è molto peggio, perchè siamo in un mondo libero (?) e in un paese libero (?), in cui ognuno è cittadino e non vi sono cittadini "più uguali" di altri!

Le domande che le vengono rivolte, caro Presidente, peraltro legittime perchè gliele avrebbe fatte anche un tifoso come me, hanno diritto di essere fatte, come lei, da persona che si considera civile, ha il pieno diritto di rifiutarsi di rispondere ad esse, se le ritiene ingiuste o infondate. Ma non ha nessun diritto di rivolgersi a chi sta lavorando nel modo in cui ha fatto lei negli episodi che ho qui riportato.

Io, da tifoso del Napoli e lettore/ascoltatore, ho diritto a che vengano poste certe domande, quand'anche per lei scomode e lei, se vuole può rifiutarsi di rispondere, ma in modo civile!

Io non sono un giornalista e probabilmente non lo sarò mai, per cui la mia è una battaglia di civiltà e decoro, perchè sono un tifoso civile e voglio essere tifoso di una società che si comporta in modo civile e inappuntabile e non come l'ultimo degli Hooligans!

Si dia una regolata, Presidente, perchè chi semina tanto vento, non può che raccogliere tempesta e io da tifoso del Napoli ho già sofferto per fin troppe tempeste, prima e durante il suo pur eccellente operato al servizio di questa società che io amo!

Cordiali saluti
Antonio Chiomenti - Napoli

lunedì 2 luglio 2012

Il Napoli verso il 2013

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Un po' per scelta, un po' per necessita' mi sono preso oltre un mese di "vacanza" dal blog: l'ultimo post prima di questo risaliva al 20 maggio, in fondo sono passati piu' o meno 40 giorni, eppure, sia per le mie vicissitudini personali di salute, che mi hanno tenuto lontano da questo appuntamento quasi quotidiano con gli appassionati del nostro Napoli, sia per la parentesi dell'Europeo, sembra passata un'eternita'.

Abbiamo chiuso la stagione 2011-2012 celebrando la splendida vittoria dei ragazzi di Mazzarri in Coppa Italia (primo trofeo dell'era De Laurentiis) e riprendiamo oggi il cammino verso la nuova stagione giusto all'indomani della conclusione dell'Europeo 2012, con un inaspettato secondo posto meritato dagli azzurri di Prandelli.

In questi ultimi quaranta giorni, sul fronte azzurro-Napoli, a differenza di quanto spesso avvenuto da quando De Laurentiis gestisce il Napoli, ci sono state molte voci, alcune anche altisonanti e manifestamente infondate, ma pochi affari conclusi in concreto.

Tra i movimenti piu' rilevanti vanno annoverati certamente l'acquisto di Pandev a titolo definitivo, il ritorno del giovane talento Insigne da Pescara e la cessione del Pocho, a condizioni a mio avviso eccezionali e irripetibili che molto difficilmente avremmo potuto spuntare nei prossimi anni.

Ritengo infatti che, al punto in cui era giunto il rapporto tra Pocho, il Napoli e la citta', o il Pocho faceva la scelta di rimanere a vita a Napoli oppure un eventuale rinnovo per qualche altro anno non ci avrebbe dato comunque la possibilita' di ammirare un giocatore piu' forte di quello gia' visto: ritengo infatti che Lavezzi abbia piu' o meno raggiunto il massimo di quanto potesse esprimere in questo ambiente, con momenti di calcio indubbiamente eccezionali, ma anche con periodi di pausa e, da quest'anno, anche di infortuni muscolari che per un atleta che vive di prestazioni "muscolari" per poter fare la differenza a mio avviso lo avrebbero potuto esporre, negli anni a venire, a possibili cali di rendimento fisico gia' in parte intravisti quest'anno.

Le strategie societarie sembrano non cambiare in vista del mercato di quest'anno: ci sono due visioni, che convivono in modo "dialettico", perche' non sono perfettamente armoniche, eppure non sembrano arrivare mai, almeno fino ad ora, ad un netto punto di rottura: la visione del Presidente (rinforzare gradualmente la squadra, innalzando anno dopo anno il tetto ingaggi in rapporto alla crescita del fatturato e cercando sempre nuove occasioni sia investendo su giocatori di prospettiva da far diventare top player in maglia azzurra, sia stimolando la crescita di quei settori che possono aumentare le entrate del club) e quella di Mazzarri (rinforzare la squadra puntando sempre, almeno all'inizio, a giocatori di primo livello, salvo poi accontentarsi, se la societa' respinge le richieste del Mister al mittente perche' al di fuori del tetto di ingaggi fissato dal Presidente, di giocatori meno forti ma piu'...accessibili).

E' evidente che gia' dalla scorsa estate queste due visioni si confrontano, per ora sembra senza "spargimento di sangue" all'interno della societa', ma e' anche evidente che, pur crescendo il tetto di ingaggi (vedi Cavani a cui verra' corrisposto un adeguamento di ingaggio da vero top player come peraltro il Matador stramerita) la forbice tra il budget della societa' azzurra e la capacita' di attrarre veri e riconosciuti top player esiste ancora.

Questa situazione genera indubbi malumori, perplessita' e preoccupazione nella tifoseria azzurra, scottata dalla mancata qualificazione alla Champions che certo rende meno attrattivo l'arrivo a Napoli per molti giocatori di primo livello, nonostante il Napoli avra' comunque una vetrina europea, sicuramente meno remunerativa a livello economico, ma abbastanza rispettata in Europa (senz'altro molto piu' che in Italia).

A mio avviso la stagione appena conclusa ha posto l'accento innanzitutto sul rendimento del centrocampo: molti, ingannati dalla quantita' di gol presi e dagli errori,a  volte anche macroscopici, effettuati dai difensori, ritengono che sia la difesa a dover essere rifondata con priorita' assoluta.

Io sono solo in parte d'accordo: se prendiamo come esempio la Juventus, le difese schierate dai bianconeri nella stagione 2010-2011 (settimo posto) e 2011-2012 (scudetto) erano fatte dagli stessi uomini: cio' che ha fatto la differenza sono stati i diversi automatismi tra la linea dei difensori e quella, profondamente rinnovata, dei centrocampisti: uomini di quantita' e qualita come Marchisio e Vidal, integrati con un vero "tenore" del centrocampo come Pirlo, celebrato anche durante gli Europei, hanno permesso agli uomini della difesa juventina di poter lavorare con maggiore tranquillita': mentre nelle stagioni precedenti gli attacchi avversari sfidavano facilmente in velocita', uno contro uno, i difensori bianconeri, nella stagione dello scudetto, raramente essi si sono trovati in queste situazioni di difficolta' grazie alla dinamicita' e alla capacita' di variare i ritmi partita e di nascondere la palla nei momenti critici da parte dei centrocampisti.

Lo stesso a mio avviso, in modo esattamente inverso, e' avvenuto quest'anno col Napoli: grande capacita' di filtro e protezione da parte dei centrocampisti azzurri nell'anno del terzo posto, grazie alla eccellente "cerniera" garantita da Gargano e Pazienza, ma buchi continui nel momento in cui all'oscuro ma costante lavoro difensivo di Pazienza si e' sostituito un giocatore che, pur pagato profumatamente, ha piu' volte dimostrato di non avere le stesse attitudini difensive.

Le migliori prestazioni di Inler con la maglia azzurra si sono viste o quando il centrocampo azzurro per motivi tattici (centrocampo avversario con due centrali) o contingenti (espulsione di un qualche centrocampista avversario, vedi a Cesena) si e' trovato in parita' o in superiorita' numerica con i soli Inler e Gargano oppure quando ai due e' stato affiancato un terzo "mediano" (Hamsik o Dzemaili soprattutto), quindi con un centrocampo piu' folto fatto con tre centrali.

Molto spesso i gol azzurri sono venuti da percussioni centrali nelle quali o Inler non ha inseguito fino in area di rigore azzurra l'avversario in percussione, lasciando che questi puntasse uno contro uno i centrali difensivi azzurri oppure quando (con identici risultati) l'avversario e' riuscito a  ricever palla tra le linee nascondendosi alle spalle dello svizzero.

La stessa debolezza sui palloni alti e' emersa a mio avviso per l'assenza, spesso, di un "saltatore" come Maggio, in condizioni fisiche spesso precarie nella seconda parte della stagione dove guardacaso sono emersi con piu' evidenza i cali di attenzione della difesa azzurra, non dimenticando peraltro che anche in questo caso l'assenza di un mediano con le caratteristiche di Pazienza si e' sentita anche sulle fasce dove spesso Michele, negli anni scorsi, andava a raddoppiare e recuperare palla.

Il Napoli infatti, nell'anno del terzo posto, non solo subiva meno reti, ma subiva anche meno calci d'angolo e meno cross dalle fasce grazie sempre all'oscuro lavoro di Gargano e Pazienza che andavano puntualmente e in modo spesso efficace a coprire anche sulle fasce: e' charo che, dovendo Gargano aiutare soprattutto Inler e non essendo Inler capace di svolgere il lavoro di raddoppio sulle fasce garantito da Pazienza, sono andati aumentando, in modo esponenziale da un anno all'altro, i calci d'angolo e i cross dalle fasce, sono emersi con maggiore evidenza le lacune individuali dei difensori e quelle di reparto.

In piu', rispetto ai due anni precedenti, a fronte di una stagione con impegni infinitamente piu' stressanti sul piano fisico e mentale degli anni precedenti, la rotazione tra i centrali e' stata quasi del tutto "bloccata": mentre nei due anni precedenti c'era un Grava e altri che assicuravano un turnover affidabile ai "soliti" tre (Cannavaro, Campagnaro, Aronica), quest'anno Mazzarri ha quasi escluso, per scelta o per infortuni, le possibili alternative ai tre che quindi hanno finito per giocare anche in condizioni fisiche non perfette.

Da questa analisi emerge a mio avviso l'urgenza, se Mazzarri non vorra' apportare nuove soluzioni tattiche tra difesa e centrocampo con gli uomini gia' a disposizione, di intervenire con eguale priorita' sia in difesa (anche per abbassare l'eta' media del reparto, ormai molto elevata) sia in mezzo al campo (recuperando Donadel e comunque settacciando il mercato alla ricerca di un mediano che sappia proteggere meglio di Inler la linea difensiva).

La linea verde in difesa (Fernadez e Fideleff) ha pagato poco o nulla lo scorso anno, quindi non e' facile battere lo stesso percorso e appena vai su difensori piu' maturi ed collaudati i costi di ingaggio (non tanto per i cartellini) aumentano a dismisura!

A centrocampo a mio avviso il mercato mondiale offre molte opportunita' a chi ha uno staff di scouting davvero degno di questo nome: mi lascia perplesso che il tanto decantato staff di scouting azzurro abbia nei suoi ormai due anni di lavoro ottenuto risultati cosi' modesti e deludenti!

In ultima analisi l'attacco: basteranno il riacquisto di Pandev e le scommesse Insigne e Vargas a compensare l'addio del Pocho?

Le domande sono chiare ed evidenti, sulle risposte da parte della societa' a questi interrogativi vedo ancora le stesse incertezze ed esitazioni gia' purtroppo viste nelle due ultime campagne di mercato, rivelatesi quasi del tutto fallimentari. Il Napoli ha pero' prospettive economiche di crescita rispetto ad altri club italiani ed europei anche molto piu' blasonati e deve mettere a frutto questo vantaggio competitivo che, con la crisi in corso e il ridimensionamento dei budget di molte concorrenti, potrebbe rendere molto piu' allettanti le soluzioni proposte dalla societa' di De Laurentiis.

Le prime risposte arriveranno nei prossimi giorni...ignoriamo le stupide chiacchiere che riempiono giornali, trasmissioni televisive e siti di autentiche castronerie e aspettiamo fatti concreti e consistenti: solo su questi ultimi esprimero', con la consueta onesta' e liberta' intellettuale le mie valutazioni, sempre con la speranza di vedere il "mio" Napoli sempre piu' forte.