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domenica 31 ottobre 2010

Brescia Napoli, Alvino vs Auriemma

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Sfida a suon di gol e di vittorie...le ugole roventi raccontano la nostra passione!


Brescia Napoli, le interviste

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Serie A 2010-11: 9ª - Brescia-Napoli 0-1

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Una "rondinella" può far primavera?

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Non è facile giudicare una partita come questa: un campionato di una modestia tecnica imbarazzante, con pochissimi giovani e tanti stranieri inutili, un campo dove si abbatte una bufera di vento e pioggia che diventa via via sempre più pesante e penalizza la squadra tecnicamente più dotata, un'avversaria reduce da quattro sconfitte consecutive e senza il suo uomo più prestigioso, Diamanti.

Insomma c'erano tutti gli ingredienti per una partita pessima e poco ci è mancato: per oltre un'ora mi è sembrato di rivedere il titic-titoc irritante e noioso del "bel" Napoli di Donadoni...una vera tortura, un'odissea, uno spettacolo avvilente, anche se con alcuni azzurri in ripresa su un campo e un avversario che sembrano fatti apposta per mortificare le loro caratteristiche.

Il Brescia cerca di creare imbarazzi con il peso e la discreta tecnica di Caracciolo e l'imprevedibilità di Eder ,a gli azzurri sono sempre attenti sia sui palloni alti per Caraciolo, cercando di limitarlo soprattutto con Cannavaro, sia tenendo la difesa sempre in linea per impedire a Eder di sorprendere gli azzurri.

Il Napoli sfonda poco sul lato di Dossena e poggia il gioco molto sul lato destro dove si alternano uno Zuniga in ripresa, un Sosa sempre col freno a mano tirato, un Hamsik che si inserisce meno di quanto ci aspetti e un Lavezzi che si alterna in due ruoli, trequartista e centravanti.

Insomma, come rileva anche più volte Sacchi negli studi di Mediaset Premium, due squadre che si tengono ben lontane delle rispettive aree di rigore, una qualità di gioco davvero avvilente offerta da entrambe le squadre.

Gli azzurri però, a differenza di altre recenti occasioni, mostrano un discreto possesso palla su un campo non facile e rischiano poco o nulla in difesa.

Nella ripresa gli azzurri sembrano più determinati, il Brescia è quasi alle corde ma gli azzurri rischiano un paio di volte su palle che paiono innocue (palo rocambolesco di Caracciolo).

Alla fine, come spesso accade su questi campi e contro queste avversarie, si vince con la qualità dei singoli, in questo caso Hamsik e Lavezzi  e il Brescia, tramortito, non è più riuscito a far nulla di importante.

Una vittoria che ha premiato una squadra che ha messo comunque in campo qualcosa in più a livello tecnico rispetto a quanto espresso dalle "rondinelle" bresciane.

E così continua l'incredibile campionato a due facce di una squadra che in casa (4 punti) balbetta come l'ultima della classe e che in trasferta (11 punti!) maramaldeggia come una candidata allo scudetto: incredibile, ma non inspiegabile considerando la struttura tecnico-tattica, i pregi e i difetti degli uomini di questa rosa.

E' evidente che questa squadra ha seri problemi a costruire la manovra a difesa schierata, perchè non ha un uomo in mezzo al campo capace di sfruttare appieno le doti di velocità di Lavezzi e quelle di inserimento di Hamsik e Cavani.

Dunque una "rondinella", questa vittoria, che ci tiene nelle posizioni più prestigiose di classifica ma con gli stessi grandi interrogativi che accompagnano questa impegnativa stagione.

E adesso guardiamo alla leggendaria serata di Anfield Road con lo spirito della serie "E' bellissimo essere qui!"...giochiamocela e magari, se non saremo paralizzati da tensione e inesperienza, potremo goderci uno spettacolo ben diverso della grigia serata della partita di andata.

Le pagelle di Brescia Napoli

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De Sanctis: 7 - Il vento crea traiettorie aeree imprevedibili, ma Morgan è sempre attento sui tiri da lontano e sulle uscite a terra non concedendo quasi nulla agli avanti bresciani. Una sicurezza!

Grava:  6,5 - Dal suo lato un "tipino" non da ridere come Eder. Gianluca doma il suo avversario di zona e sigilla ogni varco. Appare in ripresa.

Cannavaro: 6,5 - Non è clima nè campo per fini dicitori. Sempre attento, spazza tutto ciò che passa dalle sue parti...stavolta senza distrazioni, con un cliente come Caracciolo, niente affatto facile.

Campagnaro: 6,5 - Stavolta sfrutta i varchi per proporsi in fase di costruzione della manovra, quasi come un mediano aggiunto. Stavolta non crea disastri dietro. Si esalta nella lotta nel fango.

Dossena: 5,5 - Guardato a vista da Baiocco, quasi come un pericolo pubblico, viene limitato nelle sue folate offensive. In effetti il baricentro (basso) della manovra azzurra pende decisamente a destra dove si concentrano le iniziative  dei vari Sosa, Lavezzi e Zuniga. Secondo tempo dove bisogna sigillare i varchi e Andrea passa raramente la metà campo.

Zuniga: 6 - A corrente alternata: decisamente in ripresa, rispetto ai "disastri" delle ultime settimane. Si propone tanto e spesso, creando confusione forse più nei suoi compagni che negli avversari. Comunque spinge sempre, opera anche qualche chiusura difensiva importante e nel finale, quando ci si aspetterebbe un suo netto calo, si fa dare sempre palla e "addormenta" il gioco procurandosi un  paio di punizioni importanti sulla fascia che soffocano le speranze di rimonta del Brescia.

Gargano: 6 - Anche lui in ripresa su un terreno che è il peggio che ci possa essere per le sue caratteristiche. Stavolta sbaglia pochissimi passaggi, chiude e rilancia l'azione. Serve il miglior Gargano per la sfida storica ad Anfield Road.

Yebda: 6,5 - Primo tempo con compitino fatto di passaggetti e tanta lentezza. Col campo che si fa sempre più pesante e con il suo ambientarsi meglio, si nota sempre più il peso del mediano che su questo tipo di campo risulta prezioso.

Hamsik: 6 - Solito Hamsik, lunghe pause, fuori partita, poi si accende con uno stop da urlo, su un campo impossibile, in area di rigore, lascia sul posto il suo avversario diretto e mette in mezzo una palla per il Pocho con su scritto "Basta spingere"...e così il Napoli espugna Brescia, grazie a un'altra geniale invenzione del soporifero Marek...davvero difficile giudicare uno così...

Sosa: 5,5 - Alterna qualche colpo pregevole a momenti di pausa...sembra che giochi col freno a mano tirato. Da rivedere, ma speriamo di vederlo presto.

Lavezzi: 7 - Un fattore, anche su un campo difficile che non ne agevola gli spunti in velocità. Tira tanto, costruisce gioco e aggredisce quello splendido assist di Hamsik con la giusta cattiveria.

Cavani: 5,5 - Qualche opportunità interessante, una delle quali gli viene tolta da uno stupido fallo di mano di Zuniga. Continua a non apparire al meglio.

Blasi: 6 - Torna anche Lele e subito si lancia in campo a braccare tutti i portatori di palla. Gioca 5 minuti, ma preziosissimi, con altissima intensità agonistica. Ci serve il miglior Lele là in mezzo per tirare avanti una stagione così dura...speriamo bene.

Mazzarri: 6,5 - Da premiare perchè finalmente opera un adeguato turnover anche se a mio avviso toglie troppo presto Sosa dal campo, per quanto poco brillante, ma il Principito avrebbe bisogno di minuti e fiducia. Per il resto poco da dire vista anche la modestia dell'avversario.

Valeri: 6,5 - Tutto sommato nessun errore grave, anche se tante piccole sbavature e imprecisioni sparse qua e là nel match, ma con i tempi che corrono, un arbitraggio così è quasi un lusso.

martedì 26 ottobre 2010

Diluvio rosso(nero)

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Chiariamoci subito le idee! Il Napoli ha perso stasera prima di tutto per suoi demeriti e per suoi limiti, caratteriali, tecnici e tattici e anzi è tutto sommato un merito quello di riuscire a tenere viva una partita che, col Napoli in inferiorità numerica e disperatamente sbllanciato in avanti alla ricerca del pareggio, avrebbe potuto imbarcare una valanga di gol.

Allegri rinuncia a qualcuno dei suoi fini dicitori, pur schierando un tridente di livello assoluto Pato-Robinho-Ibra, ma rinforzando di corsa e potenza il centrocampo con l'inserimento di Boateng che infatti sostiene quasi da solo il centrocampo rossonero.

Il Napoli comincia come col Liverpool, imbambolato, imballato e intrappolato da un pressing inaspettato e a tratti asfissiante fin quasi sulla tre quarti azzurra. Il Napoli non riesce a sviluppare gioco, nè sulle fasce dove Maggio deve cedere presto il posto a un inedito Yebda che però non ha il passo dell'esterno, nè in mezzo al campo dove Gargano produce copiosi disastri in fase di appoggio e Pazienza, prima di perdere la testa con due assurdi falli di mano, cerca di mettere qualche toppa ai disastri del suo compagno di reparto, ma evidentemente viene contagiato dalla confusione del compagno.

Il Napoli è imbrigliato e la confusione aumenta quando Maggio deve lasciare il campo, dopo aver tentato di continuare a seguito di uno scontro tremendo testa contro testa con Antonini, a sua volta knock out.

Nei trenta secondi di inferiorità numerica, in attesa dell'ingresso di Yebda, i rossoneri ne approfittano  e, pur con 7 azzurri 7 in area, Robinho trova un buco alla destra del pur incolpevole De Sanctis.

Ancora una volta gli azzurri devono subire uno schiaffo per reagire, e questa è ormai una preoccupante abitudine che evidenzia tutti i limiti mentali di questa squadra.

Altro limite sono i consueti, incredibili errori sotto porta che gli azzurri cominciano ad inanellare nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo, complice in qualche caso (vedi Lavezzi) un eccellente Abbiati.

Poi Pazienza, già ammonito per un inutile fallo di mano su corner azzurro, si fa beccare la seconda volta con la manuccia alzata a centrocampo e la frittata è fatta: fuori Michele e un tempo con un gol e un uomo di svantaggio.

Nella ripresa uno splendido succedersi di attacchi azzurri alla garibaldina e micidiali ripartenze rossonere in praterie sempre più verdi e sempre meno...azzurre, dove De Sanctis si lancia a corpo morto su tutto e tutti.


Rizzoli non si fa commuovere sugli scontri roventi tra Lavezzi e Papastatopoulos che rimane "miracolosamente" in campo. Il Pocho crea dal nulla come solo un certo suo connazionale sapeva fare, ma non basta...i miracoli non sempre si ripetono, specie se limiti tecnici e strutturali ormai ben noti da tempo non vengono affrontati e risolti e, anzi, sembrano incancrenirsi sempre di più.

E' vero che ci sono uomini in condizioni ancora precarie, ma sembra in crisi l'idea tattica, il progetto, l'impianto azzurro, nonostante, a conti fatti, gli azzurri possano stasera vantare ancora un lusinghiero quinto posto in un'annata che era troppo facile prevedere sarebbe stata durissima.

I nuovi tardano ad inserirsi, alcuni dei vecchi sembrano in netta involuzione, sia tra i "titolarissimi" (Gargano, Pazienza, Maggio, su tutti), sia tra le riserve (Zuniga), altri giocano a corrente alternata (Lavezzi e Hamsik), pochi reggono la struttura (su tutti De Sanctis, Dossena e Aronica) e Cavani da quando è tornato dalla sosta ha perso il tocco magico delle prime giornate.

Mazzarri, a parte mostrare a tutti i suoi orologi, sembra oggettivamente in difficoltà: continua a perseverare in un modulo che ormai conoscono tutti, in equivoci tattici che sembrano ormai una zavorra per una squadra vocata alla leggerezza: Campagnaro centrale, la difesa a 3, il centrocampo senza qualità, l'attacco che si regge su azioni estemporaneee e casuali, senza un uomo che in mezzo al campo davvero ispiri il talento di Lavezzi e Cavani, una condizione fisica che lascia a desiderare, ben lontana da quella straripante condizione dello scorso anno che, non dimentichiamo, venne dopo una preparazione estiva non fatta da Mazzarri ma da ...Donadoni!

E' vero: lottare su due fronti è molto difficile e il Napoli rispecchia con i suoi risultati non esaltanti in Europa la crisi generale e profonda del nostro calcio, che appare ridimensionato come non mai a livello di club e di nazionali.

Nel prossimo campionato perderemo quasi certamente un posto in Champions, quindi, caro Presidente, questo è l'ultimo anno in cui potremmo sperare di infilarci tra i primi quattro. E' vero che è prematuro, ma se gli azzurri non daranno segnali di crescita tecnica, tattica e mentale, ripetere il quinto posto dello scorso anno sarà davvero difficile...ma quello a tratti sconcertante di oggi è uno scenario che anche molti dei più ottimisti tifosi avevano temuto.

Sono sempre più perplesso sulle scelte, di mercato e di partita, di Mazzarri: mister, che sta succedendo a certi "titolarissimi"? E che sta succedendo a certe "riservissime" che giocano poco o nulla? Lei sta eludendo troppe domande...e non mi piace!  

lunedì 25 ottobre 2010

Serie A 2010-11: 8ª - Napoli-Milan 1-2

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Sintesi...esotica...



Sintesi Sky

Napoli-Milan, le pagelle

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De Sanctis: 8,5 - Decisivo su Ibra nel primo tempo, poi argina tutto e tutti, con i compagni alla disperata ricerca del pareggio. Incolpevole sui due gol rossoneri. Chiude nell'area di rigore avversaria. Strepitoso, monumentale, coraggiosissimo!

Campagnaro: 6 - Qualche piccolo svarione, ma anche un paio di interventi risolutivi e qualche sua discesa da fluidificante aggiunto. Nella ripresa fa coppia con Aronica al centro e balla parecchio sulle scorribande rossonere.

Aronica: 7 -  Si lascia provocare da Ibra nel primo tempo, ma lo contiene tutto sommato bene, tranne che nell'occasione del raddoppio. Un gladiatore assoluto, combatte in difesa e spinge la squadra da vero leader nella ripresa, non molla mai, chiude su tutti. Anche lui strepitoso, monumentale, coraggiosissimo!

Grava: 6 - Buoni anticipi su Robinho, ma si perde nel disorientamento generale susseguito all'uscita di Maggio e alla temporanea inferiorità numerica che agevola il brasiliano. Nella ripresa fluttua tra difesa e centrocampo e ce la mette tutta per chiudere e ripartire.

Maggio: SV - Non ha il tempo di entrare in partita, si scontra testa contro testa con Antonini, il quale esce subito dal campo gravemente infortunato. Ma Cristian lo segue pochi minuti dopo, preda di capogiri...non sembra davvero il suo anno!

Yebda: 6 - Entra in un ruolo non proprio suo, ma ci mette impegno e anche quella presenza fisica che sembrava mancare di fronte al centrocampo rossonero più muscolare del solito. Nell'assedio finale del primo tempo, spreca un gol fatto in mischia. Nella ripresa si affianca a Gargano e cerca di fare da frangiflutti e ripartire. Non sempre lucido e svelto, ma certo il dirimpettaio di reparto non lo aiuta molto.

Gargano: 4 - Prestazione al limite dell'osceno. Più errori del solito in fase di appoggio, tiri sbilenchi, corre a vuoto e indispettisce il pubblico per il caos assoluto che genera a centrocampo. Sostituito con una impietosa, ma meritata salva di fischi di tutto lo stadio.

Pazienza: 4 - Rizzoli può essere criticabile quanto si vuole, ma Michele la fa davvero grossa e lascia in grossa crisi gli azzurri protesi nella rimonta.

Dossena: 6,5 - Qualche errore di appoggio dei compagni a inizio partita ne frena la corsa, ma mette sempre tanti palloni al centro, anche se non sempre con precisione. Cuce in modo prezioso e puntuale le scorribande offensive azzurre e apre varchi nei quali si lanciano purtroppo senza esito gli attaccanti azzurri. Prezioso anche in alcune chiusure difensive nel terribile secondo tempo.

Hamsik: 5 - Poco presente, poco lucido. Sbaglia un gol quasi fatto su un assist d'oro di Lavezzi che Marek impatta di esterno sinistro, anzichè di interno. Nella ripresa Abbiati gli nega un gol su bellissimo e improvviso tiro a giro.

Lavezzi: 8,5 - Parte piano, ma i suoi giri crescono, crescono, crescono fino a far impazzire letteralmente tutta la difesa, in particolare Papastatopoulos che rischia più volte l'espulsione. Nel finale del primo tempo Abbiati gli strappa un gol fatto su bellissima acrobazia di testa, nella ripresa inventa un gol dal nulla che sembra quasi Diego.

Cavani: 5,5 - Anche a lui la sosta internazionale ha fatto più male che bene: poco smalto e poca "fortuna" sotto porta, sembra meno lucido e brillante di qualche settimana fa, anche se atleticamente ci mette tutto.

Sosa: 5 - Pochi minuti per farsi valere in un momento critico, non offre quella qualità che necessiterebbe in questi frangenti. Ancora a disagio in un ambiente che appare persino troppo caldo per lui. Nel finale sbaglia miseramente un angolo sul quale tutto lo stadio sperava in un nuovo miracoloso pareggio.

Dumitru: 6,5 - Entra a pochissimi minuti dalla fine, entra subito in partita, scavallando tra difesa e attacco. Fa vedere numeri e personalità, tiene sulle spine Abbiati su una palla alta costringendolo a spingere il pallone in angolo. Insomma: dà tutto quello che la sua giovanissima età e la sua limitatissima esperienza gli consentono, ma dimostra ancora che, se lo aiutano crescere, questo è un talento che può crescere tantissimo. Bravo, ragazzo! Non ti scoraggiare e vai avanti così!

Mazzarri: 5 - Stavolta ci mette un po' di imprevedibilità optando per Yebda al posto di Zuniga per la fascia destra, vedendo soffrire fisicamente gli azzurri a centrocampo. L'intuizione diventa ancora più importante quando Pazienza viene espulso. Stavolta nella ripresa si gioca al meglio le sue non ricche carte, lanciando nella mischia Sosa cercando di sfruttarne la freschezza e l'inventiva e poi un Dumitru che ancora una volta mostra grande personalità e qualche numero interessantissimo. Ma restano ancora tante, troppe perplessità, tra cui una "cervellotica" difesa a 3 con Aronica, mancino, al centro, e Campagnaro (destro) a sinistra...anche se Totò ripaga il mister con una prestazione mostruosa e un centrocampo dove Gargano appare impresentabile...insomma le sue scelte non agevolano certo un match già di per sè molto complicato.

Rizzoli: 3 - Osceno, vergognoso, indisponente, imbarazzante! Giusta l'espulsione di Pazienza, ma appare, ancora una volta, e non è la prima, arrogante con i "deboli" (gli azzurri) e accondiscendente con i "potenti" (vedi le manfrine e le scorrettezze di Ibra). Nella ripresa non premia la correttezza di Lavezzi che cade sulle ripetute cariche di Papastatopoulos già ammonito. Sul primo contrasto ci sarebbe "profumo" di rigore, ma lui sceglie "coraggiosamente" la punizione dal limite, ma senza decidere per la seconda ammonizione del greco. Sul secondo è vero che si tirano entrambi, ma il Pocho fa di tutto per rimanere in piedi e non simulare. Lascia scatenare una rissa vergognosa in mezzo al campo e dopo aver fatto il fiscale con Pazienza, non fa nulla contro le provocazioni di Robinho e soprattutto Ibra. Nonostante questo (notate infatti i voti pessimi del centrocampo), il Napoli la partita l'ha persa anche e soprattutto per propri limiti e propri demeriti...ma stasera si è anche capito chi comanda, calcisticamente e politicamente, in questo paesucolo da operetta chiamato Italia...e Rizzoli rappresenta il perfetto "maggiordomo" del padrone.

Napoli Milan 2007-2008, il "coast to coast" di Hamsik

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Il mio blog non esisteva ancora, ma la passione sì!
Tanti gol dei tempi di Diego sarebbero da ricordare, ma ce n'è anche uno recente rimasto davvero memorabile!

venerdì 22 ottobre 2010

Napoli Liverpool, il giorno dopo...

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Una partita storica, una stagione importante e un momento di crescita come quello che il Napoli sta vivendo in questa stagione non possono essere archiviati troppo in fretta pur nel susseguirsi frenetico degli impegni italiani ed europei.

Ci sono tanti spunti che meriterebbero riflessioni più approfondite, con luci, a volte abbaglianti e con ombre che lasciano dubbiosi o perplessi.

Sgombriamo il campo dagli equivoci: mi piace molto commentare"a caldo" le partite degli azzurri, con ancora in circolo l'adrenalina della vittoria o la tensione di una partita difficile, ma, a parte le critiche che ho ritenuto opportuno esprimere ieri, in qualche caso dure e severe, e che non  ho alcuna intenzione di rinnegare, mi resta però, a distanza di 24 ore, la bella sensazione che comunque stiamo vivendo un'avventura che possiamo goderci con lo spirito del "comunque vada...", senza troppo da chiedere nè troppo da perdere.

Comunque vada, gli azzurri e la società stanno vivendo una sorta di "rito di iniziazione" in queste serate europee che in fondo abbiamo segnato per anni, nei tempi bui della serie B, nell'inferno del fallimento, nel purgatorio della serie C, nella risalita  tutto sommato veloce e bellissima verso i vertici del calcio nazionale.

Esperienze che, come ogni persona o come ogni organizzazione in fase di crescita, ci ritroveremo preziose nei prossimi anni per lottare in modo sempre più competitivo.

Per cui anche andare a Liverpool non mi spaventa, ma mi rende solo felice: è chiaro che vincere o giocare una prestazione da Napoli, alla grande sarebbe il sogno di tutti noi, ma qualunque sarà l'esito della serata di Anfield Road, anche il peggiore che nessuno di noi si augura, sarà comunque un'esperienza preziosa per il futuro del Napoli e per la crescita di squadra e società.

Comincio dalle "ombre" giusto per non finire poi questo mio commento con il veleno nella coda.

Non mi piace affatto sia come Mazzarri abbia "impoverito" (a mio avviso) il livello tecnico delle alternative della rosa azzurra, e mi riferisco in particolare a uomini come Datolo, Denis, Cigarini e Rinaudo che in parte non sono stati sostituiti affatto e in parte sono stati sostituiti con elementi dei quali finora abbiamo visto pochissimo (Yebda, Sosa, Cribari, Dumitru, tralasciando lo sfortunatissimo Lucarelli).

Non mi piace affatto il discorso dei "titolarissimi" che da un lato mette chi beneficia di questo ruolo in una condizione nella quale alla lunga rischia di non avere stimoli avendo il posto fisso (quasi) garantito, dall'altro allontana le riserve sempre più da una condizione fisica e da un ritmo partita accettabile, aumentando quindi le differenze già presenti per ragioni tecnico-tattiche.

Magari Yebda (dico un nome) sarà comuque più debole di Pazienza (ma intanto questo assunto sarebbe comunque da dimostrare). Certo è che se fai giocare sempre Pazienza e fai entrare Yebda a 5 minuti dalla fine , vien da sè che umili una riserva e non ne agevoli l'inserimento nel mosaico tattico, quindi rendendolo sempre meno "competitivo" rispetto al suo compagno.

Questa è a mio avviso una grave pecca del tecnico, che emerge con sempre maggior forza man mano che gli impegni aumentano di numero e di difficoltà.

Il tecnico ha spesso parlato di "valorizzazione" ma, al mio paese, la valorizzazione dovrebbe valere per tutta la rosa e non soltanto per 12, 13 giocatori.

Sono preoccupato perchè a fronte di una rosa già di per sè non abbondante, Mazzarri sembra che giochi ancora di più a lamentarsi della coperta corta contribuendo egli stesso ad "accorciarla" più di quanto già non lo sia.

Inoltre la squadra denuncia problemi fisici non solo, come ci potrebbe aspettare, negli uomini che nella cosiddetta"sosta" hanno continuato a giocare (Cavani e Gargano in primis), ma anche in uomini, come Maggio che teoricamente dovrebbero aver avuto tutto il tempo per ritrovare una condizione fisica accettabile.

Infine il modulo e la qualità della manovra offensiva: ieri sera, come spesso ci capita di vedere soprattutto in casa, avevamo 3 centrali schierati contro un'unica vera punta centrale, il lungagnone francese Ngog, e una inferiorità numerica tra centrocampo e attacco: ma dico io...che mi rappresenta dovermi difendere con 3 centrali contro un solo attaccante puro, lasciando comunque in fase difensiva dei varchi che solo la scelleratezza di Babbel e la prontezza di De Sanctis non hanno trasformato in gol per i Reds e impoverendo la fase di costruzione della manovra.

Perchè non ipotizzare un modulo con una difesa a quattro (tanto un Maggio così è meglio che sta dietro) e con una maggiore qualità al centro del campo e sulla tre quarti?

Persino Reja, ritenuto retrivo e testardo, ha cambiato modulo con la sua Lazio e ha cominciato a volare quando tutti ormai ritenevano che non si sarebbe mai e poi mai separato dal suo 3-5-2: ma un tecnico come Mazzarri e una rosa di calciatori come quella azzurra come mai restano così "avvinghiati" ad un modulo che in certe partite non fa altro che regalare un uomo all'avversario (cioè il centrale in più)?

E poi, altra domanda al Mister: ma ha notato quanti tagli durante una partita fanno i vari Cavani e Hamsik e quante poche volte vengono imbeccati da un Gargano o da un Lavezzi con adeguate verticalizzazioni?

Che accadrebbe se lì in mezzo al campo avessimo un talento capace di sfruttare le doti dei due attaccanti azzurri? Avremmo più soluzioni offensive anche contro squadre, come il Liverpool di ieri sera, che vengono a difendersi a oltranza schierando 10 uomini dietro la linea della palla.

E poi, dico io, non riesci a sbloccare la partita con la manovra? Perchè non tenti la carta Sosa verso l'ora di gioco per sfruttare le sue doti balistiche (certo migliori di quelle di Gargano)? Il ragazzo ha piede dolce come ha dimostrato ben due volte a Bucarest entrando da protagonista nel gol dell'1 a 3 (palo su punizione, poi ribattuta in rete da Vitale) e su quello del 3 a 3, dove nessuno ha evidenziato che al 98' ha messo, nonostante quella "chiavica" di Jabulani una palla meravigliosa sul piede di Cavani, con 50 persone in area di rigore, che il Matador ha dovuto "solo" spingere in rete!

Io sono davvero perplesso, sia di Mazzarri, sia della critica che non nota questi "dettagli" che a mio avviso sono molto più che dettagli.

Per ora i risultati danno ragione a Mazzarri e che gli dei del calcio continuino a proteggerlo a lungo, dandogli la possibilità di continuare a fare gli eccellenti risultati avuti finora...mah, speriamo bene!

Altra "ombra" di ieri sera, ma qui sono gli azzurri che devono fare qualcosa, è il solito "aborto" di pallone chiamato Jabulani: ieri se ne sono accorti in parecchi, allo stadio, ma anche al commento tecnico, di quanto questa "schifezza immonda" abbassi il livello tecnico delle partite, come già accaduto in tante partite del mondiale, penalizzando soprattutto le squadre che, come il Napoli, fanno del ritmo e del gioco "palla a terra" la loro forza.

Molto giocatori azzurri hanno confermato quello che anch'io ho notato in diretta ieri sera (senza contare che le partite del mondiale le ho viste tutte e quindi conosco il "soggetto): questo maledetto pallone, come ho già scritto più volte su questo blog, saltella a ogni minimo movimento, quindi diventa difficilissimo da stoppare (e questo fa perdere secondi preziosi nella velocità delle giocate).

Inoltre, essendo leggerissimo, rende difficile la precisione sia nei passaggi filtranti in profondità (che quasi sempre vanno oltre il fondocampo mentre gli esterni "imprecano" con la lingua di fuori cercando invano di inseguirlo e domarlo), sia nei cross dalle fasce che spesso si allungano di 3 o 5 metri rispetto alla traiettoria immaginata (ricordate l'errore di De Sanctis a Bucarest sul secondo gol? e il cross lunghissimo sul terzo gol dei romeni, sempre a Bucarest?).

Per carità, alla fine il mondiale lo ha vinto comunque la squadra più forte e più tecnica del lotto, e, come ho scritto ieri, non voglio accampare alibi per gli azzurri. Anche i Reds spesso hanno sbagliato controlli e passaggi: voglio solo dire che odio questo pallone perchè semplicemente, a parte qualche assurdo gol spettacolare da lontano, imbruttisce oltremisura la qualità del gioco. Punto!

Intanto le luci arrivano dalla passione e dalla correttezza dei tifosi azzurri, quelli veri, non i pendagli da forca che si scatenano approfittando delle tenebre, che hanno socializzato con i tifosi dei Reds, alcuni dei quali anche italiani e addirittura napoletani, incontrandosi e stringendo rapporti di amicizia che dovrebbero essere il vero senso di un gioco come questo e di tornei come l'Europa League.

E grandi luci, oltre che dalla ritrovata efficienza dell'impianto di illuminazione sottolineata,  non senza qualche venatura ironica, dal presidente, anche dall'eccellente incasso fatto ieri: quasi 53.000 paganti per un incasso di poco più di 1.900.000 euro! Notevole davvero, roba d'altri tempi e assolutamente ragguardevole vista l'aria di crisi che tira in città, nel paese e nel mondo.

E ancora luci sono la quarta piazza in campionato e il secondo posto nel gironcino europeo: stiamo lì e ce la stiamo giocando con tutti, in Italia e in Europa...e questa è una soddisfazione davvero grande...sperando che continui così!

Forza azzurri!!!

Napoli Liverpool con Auriemma

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giovedì 21 ottobre 2010

Europa League 2010-11: Napoli-Liverpool 0-0

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Un muro rosso e un azzurro sbiadito

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Una società in sofferenza, una nuova proprietà appena arrivata, Gerrard e Torres a casa, Kuyt infortunato, Maxi Rodriguez e Joe Cole in panchina...

...anche se qualche settimana fa avrei messo la firma per strappare un punto ai Reds tra stasera e il 4 novembre, diciamo la verità, tutti noi tifosi ci avevamo messo il pensiero a qualcosa in più...

...ci era venuta una certa acquolina, una speranza crescente di poter cogliere una vittoria storica...quando se non stavolta? Quando se non in circostanze così favorevoli?

Non avevamo fatto i conti con una autentica muraglia rossa eretta da Roy Hogson che ha chiuso tutti i boccaporti della sua nave scossa da una bufera che si protrae ormai da settimane: poca qualità, pochi fronzoli, tanti muscoli, badare al sodo e se possibile colpire, ma prima di tutto non prenderle.

E non avevamo fatto i conti con una inaspettata involuzione fisica, mentale e tecnica degli azzurri che, dopo l'ultima "sosta" sembrano aver perso stimoli, ispirazione, idee, tono fisico e ritmi di gioco.

Un muro rosso e un azzurro sbiadito partoriscono un match al limite dell'inguardabile, con poche emozioni, idee rare come diamanti, controlli di palla a metà tra horror e comico e tatticismi esasperati, specie dalle parti del Mersey, il vecchio fiume simbolo della Liverpool dei Beatles, che ne ha viste di crisi passare sotto i suoi antichi ponti.

Mazzarri, in linea col grigiore dei suoi alfieri, non riesce a cavare nulla di buono da un match scorbutico in cui un solido 4-4-2 nella più pura tradizione anglosassone crea un ostacolo insormontabile e indecifrabile per i parvenu azzurri che pagano lo scotto dell'inesperienza a certi livelli di tensione, di una fatica che non accenna a lasciare i migliori talenti della squadra e di una tradizionale difficoltà, anche nei periodi migliori, a creare gioco quando gli avversari stringono tutti i varchi.

Il Liverpool fa un solo tiro in porta nel primo tempo, neanche tanto pericoloso, e gli azzurri si svegliano solo nell'ultimo minuto prima dell'intervallo con una percussione di Cavani che mette in mezzo una palla che Hamsik quasi riesce ad appoggiare in porta e che non oltrepassa la linea per pochi millimetri.

Nella ripresa il Napoli sale di qualche giro, ma poca roba...di nuovo quella sensazione, avuta anche a Catania, che la squadra si dimeni disperatamente per "accendersi", per avviare il suo motore, ma con una "batteria" di energie fisiche e mentali molto scarica.

Il tecnico aspetta ancora una volta l'ultimo quarto d'ora per tentare qualcosa, mentre Hogson azzarda la carta Joe Cole che per poco non sorprende Paolo Cannavaro. I centrali azzurri, sempre più stanchi, aumentano progressivamente gli errori, sempre meno supportati dai mediani.

In un contesto così grigio, il tecnico avrebbe dovuto innestare energie fresche (Sasa e Yebda) molto prima, già all'altezza dell'ora di gioco: il campo e il tempo, a prescindere da alibi più o meno validi, gli danno torto, come spesso gli accade in questo inizio di stagione pur soddisfacente nei risultati.

Alla distanza esce il Liverpool che si affaccia più volte minaccioso, quasi consapevole delle difficoltà azzurre e più sicuro dei propri mezzi stasera di poca qualità e soprattutto il lungagnone attaccante Ngog crea il panico in area azzurra.

Qualche buona occasione, qualche trama pericolosa, l'ultimo respiro di partita sui piedi del Pocho che spara alle stelle l'ultima speranza azzurra di potersi portare a casa una vittoria storica, ma che francamente sarebbe stata poco meritata.

Un pareggio che, unito al contemporaneo 1 a 1 tra Utrecht e Steaua, lascia tutto invariato con una giornata in più e rende sempre più incomprensibili i rapporti di forza di questo girone dove nessuno riesce a vincere e dove la qualità latita  paurosamente.

Adesso ci aspetta l'Anfield, altra serata storica...sarebbe bello innanzitutto ritrovare quella armata di ragazzi terribili la cui anima e il cui ritmo, tanto cari a Mazzarri, sembrano svaniti nelle fatiche di impegni durissimi e ravvicinati.

Ma che fosse una stagione difficile e che avrebbe richiesto tanta pazienza, lo avevamo capito ancora prima di cominciare e allora: forza azzurri...onorateci all'Anfield...qualunque sia il risultato, regalateci quella serata indimenticabile che avremmo voluto vivere stasera!

Europe League - La classifica del girone K

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Utrecht e Steaua Bucarest pareggiano 1 a 1 in Olanda. Girone K finora all'insegna di un equilibrio quasi assoluto, al momento rotto soltanto dalla sonante vittoria del Liverpool sullo Steaua nella prima giornata del girone.

Il Napoli è ancora secondo nel girone per miglior differenza reti rispetto all'Utrecht.

Ecco quindi la classifica aggiornata:


1. Liverpool.................5    1-2-0   4-1
2. Napoli.....................3    0-3-0   3-3
3. Utrecht....................3    0-3-0   1-1
4. Steaua Bucarest....2    0-2-1   5-8

Le pagelle di Napoli Liverpool

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De Sanctis: 7 - Nonostante la febbre della vigilia, pronto e reattivo sull'unico errore del compagno di reparto Aronica che stava per essere fatale. Per il resto quasi ordinaria amministrazione.

Campagnaro: 5,5 - Si balla sempre dalle sue parti, si apre sempre qualche varco di troppo. Per fortuna gli attaccanti inglesi ne approfittano poco o nulla. Prova ogni tanto anche a spingere per scuotere l'immobilità generale, ma sono lontani i tempi delle sue imperiose scorribande offensive.

Cannavaro: 6 - Inizia bene, concentrato, poi cala progressivamente di tono fisico e di attenzione. Conclude con un paio di sbavature, specie una sul neoentrato Joe Cole.

Aronica: 6,5 - Forse il migliore in campo, De Sanctis a parte, anche se proprio lui commette un errore su uno stop di palla che quasi manda in porta i Reds, su cui De Sanctis fa il miracolo. Nel finale spinge, combatte, conquista palla e cerca pure di alimentare le ultime speranze dell'attacco azzurro.

Maggio: 5,5 - In leggerissima ripresa nei primi 60 minuti, con qualche corsa in più sulla fascia, ma soffre anche stavolta sia la sua precaria condizione fisica e mentale, sia l'arcigno assetto difensivo dei Reds che ne soffocano ogni iniziativa. Alla fine persino Mazzarri, che lo considera insostituibile manco fosse Maradona, deve arrendersi e avvicendarlo con Zuniga...il che è tutto dire! Ma quando rivedremo il vero Maggio?

Dossena: 6 - Sempre tra i migliori, sempre intraprendente anche se con una qualità non sempre da ricordare. Mette anche qualche pallone interessante in mezzo, ma oggi davvero l'attacco azzurro sembra un'accozzaglia di ectoplasmi. Cala fisicamente negli ultimi 10 minuti.

Pazienza: 5,5 - Poco brillante, specchio di questa opaca versione della squadra di Mazzarri. Non sempre copre i centrali come si dovrebbe e non sempre propone buona qualità di gioco. Meriterebbe un po' di riposo.

Gargano: 5 - Come Pazienza con, in peggio, i soliti palloni persi nei momenti più delicati. Corre spesso a vuoto, pressando due o tre volte inutilmente fin sulla linea di difesa degli inglesi. Lui le vorrebbe giocare tutte e si arrabbia quando viene sostituito, ma questo Gargano offre poco al centrocampo azzurro.

Hamsik: 5 - Si stava per accendere la luce alla fine del primo tempo, ma l'urlo del gol rimane strozzato in gola. Per il resto spesso nel gioco ma offrendo poca qualità e idee banali ben lontane dal "genio" tipico di Marekiaro.

Lavezzi: 5,5 - Cosa ti succede Pocho? Anche tu sembri esausto e nonostante tutto tieni in allarme la difesa del Liverpool fino all'ultimo secondo. Ma ti manca quello spunto irresistibile che spacca le difese avversarie. Il viaggio in oriente ti ha devastato? Riusciremo a rivedere il grande Pocho per lunedì sera?

Cavani: 6 - Sufficienza soltanto per i suoi generosissimi rientri, puntuali e preziosi nei momenti più delicati, ma ulteriore segnale della crisi atletica dei compagni. Per il resto meno brillantezza del solito in avanti, conseguenza di poco gioco, difesa avversaria arcigna e maggiore fatica per i profondi rientri difensivi.

Zuniga: 4 - Riesce a sbagliare l'impossibile in un quarto d'ora scarso di partita e a far rimpiangere lo spento Maggio! Non ne azzecca una e pensare che stavolta gioca nel suo ruolo naturale, ma forse, a furia di giocare in ogni zona del campo, dimentica l'unico ruolo per il quale gli viene riconosciuta una qualche qualità. Davvero avvilente.

Yebda e Sosa: SV - Provano a fare qualcosa ma dovrebbero essere dei fenomeni...ma non è certo colpa loro se il tecnico li manda a cercare la miglior mercanzia mentre le bancarelle del mercato sbaraccano.

Mazzarri: 4 - Tre centrali (tra cui Campagnaro) contro un unico vero attaccante del Liverpool. Una squadra i cui "titolarissimi" boccheggiano da quando sono tornati dalla "sosta". Forze fresche in campo quando ormai le bancarelle del mercato stanno per sbaraccare. Gestione pessima degli uomini, con questa storia dei "titolarissimi" come se ci fosse chissà quale differenza tra "questi" titolari e le "riserve". Anche stavolta non tenta nulla e la condizione fisica e mentale della squadra non lo aiuta...e poi basta Mister...lo so che Lei ha un bell'orologio! Perchè si ostina ogni volta a farlo vedere a tutti! Pensi a inventare qualcosa di nuovo e a rivitalizzare la sua squadra piuttosto che inveire continuamente contro il tempo che passa!

ARBITRO: Kinhöfer (Germania): 7 - Quasi un'amichevole per lui, visti i toni soporiferi del match. Nessuna sbavatura clamorosa, è ben supportato da uno suoi collaboratori di porta sull'unica situazione difficile, ossia il "gol-non gol" di Hamsik.

Il pallone: sempre lui! Quella schifezza immonda del Jabulani! Saltella sempre impazzito, favorisce decine di errori di appoggio da entrambe le parti. Non ne parlo come alibi, anzi! E' incredibile come i giocatori, non solo gli azzurri, facciano fatica ad abituarsi a questo diabolico attrezzo ad alcuni mesi dal suo esordio. Anche oggi decine di controlli sbagliati, appoggi imprecisi, lanci fuori misura e via andare. Non è il fattore decisivo, nè un alibi, ma anche un pallone come questo contribuisce a impoverire il già avvilente livello tecnico del match.

martedì 19 ottobre 2010

Addio Guido...

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L'ultimo saluto a Guido Palligiano, raccontato dal telegiornale di TV LUNA.

domenica 17 ottobre 2010

Catania Napoli con Auriemma e Alvino

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Mentalità e prestigio

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In fondo il quarto posto degli azzurri, a due punti dalla vetta, non rappresenta un caso se si considera che circa un terzo della rosa azzurra è nel giro delle nazionali,e parliamo di nazionali importanti, come quella argentina (Lavezzi e Sosa), uruguaiana (Cavani e Gargano), slovacca (Hamsik), algerina (Yebda) e colombiana (Zuniga), per non parlare degli italiani non convocati da Prandelli (De Sanctis, Maggio, Dossena) che hanno già fatto parte della nazionale azzurra e che potrebbero tornarvi.

Dunque una rosa di prestigio, che quindi paga lo scotto di tutte le squadre più importanti, ossia la "sosta-non sosta", nella quale anzi lo stress psico-fisico diventa ancora maggiore per i viaggi spesso sfibranti da un capo all'altro del mondo, conditi magari, come nel caso di Cavani, da due partite giocate per intero.

Una rosa così "prestigiosa" richiede però anche una mentalità nella quale, come evidenziato da Mazzarri nel post partita, non si debbano tirare fuori le energie solo quando si riceve uno schiaffo: il Napoli, diciamocelo sinceramente, nonostante gli sforzi di Mazzarri alla vigilia, ha giocato un brutto primo tempo, mascherato dall'unica vera, bellissima, azione del gol agevolato peraltro da un evidente errore difensivo degli etnei che ha spalancato la porta al solito Matador.

Ma il Napoli del primo tempo sembrava quelle auto di un tempo che sembrano sul punto di avviarsi, ma che restano lì col motorino d'avviamento che non vuol saperne di accendersi.

Eppure il Catania si rende davvero pericoloso solo su qualche tiro improvviso dalla distanza (Mascara) e soprattutto sugli svariati calci d'angolo concessi dagli azzurri, ma Gomez da un lato e Mascara dall'altro tengono sempre in allarme gli esterni azzurri e quindi, considerando anche la cattiva giornata di Lavezzi e Hamsik, la manovra azzurra non ha quasi mai quella "scintilla" per poter avviare il suo velocissimo motore.

Nella ripresa cambia poco e il Catania continua a proporsi sui calci d'angolo fino a quando, approfittando del cambio Dossena-Zuniga e della distrazione di quest'ultimo, Gomez, forse il migliore dei suoi, non trafigge un fino ad allora invulnerabile De Sanctis.

A questo punto il Napoli si sveglia dal torpore e, senza fare nulla di entusiasmante, costruisce più gioco, specie con Hamsik e Zuniga, e sono proprio loro a combinare sulla fascia per un passaggio invitantissimo che Cavani spedisce in cima all'Etna.

...a conferma che forse questo torpore era anche un problema di testa e non solo di gambe, come ha ipotizzato Mazzarri a fine partita.

Francamente una vittoria azzurra sarebbe stato troppo (anche se non è mai troppo per chi tifa Napoli). Ora Mazzarri dovrà capire quanto hanno influito nell'ordine:

  • la sosta- non sosta per i nazionali
  • il pensiero del grande appuntamento di giovedì sera (con la voglia di non farsi male)
  • l'ambiente caldo, anche da un punto di vista meteorologico, di Catania

Serie A 2010-11: 7ª - Catania-Napoli 1-1

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Pagelle di Catania-Napoli

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De Sanctis: 7 - Incolpevole sul gol di Gomez, incerto in qualche uscita sui pericolosissimi angoli battuti da Mascara, spesso battibecca nel primo tempo con Campagnaro, ma un paio di parate miracolose tra cui il volo che toglie dalla porta il colpo di testa di Spolli a colpo sicuro.

Grava: 5,5 - Il suo duello con Mascara è il simbolo delle difficoltà ambientali e dei disagi che il Napoli incontra sempre al Massimino. E' vero che a volte viene saltato dal talento catanese, ma un paio di volte Mascara si aiuta platealmente con bracci e gomiti alti senza che l'arbitro intervenga. A inizio ripresa Mazzarri preferisce rinforzare gli ormeggi preferendogli Aronica.

Cannavaro: 6 - Mezzo voto in meno per la giusta espulsione a pochi secondi dalla fine su Ricchiuti che se ne stava andando via, fa a sportellate con un indomabile Maxi Lopez che però riesce a contenere quasi sempre con le buone.

Campagnaro: 6 - Si balla ogni tanto in difesa, Hugo viene schierato sul centro sinistra e poi, con l'uscita di Grava, passato sul centro destra. Nel primo tempo qualche incomprensione e qualche scintilla con De Sanctis che non si sente protetto a sufficienza dal granatiere argentino, specie sui pericolosissimi calci piazzati e sugli angoli tirati sempre con pericolosità da Mascara. Ribadisco le mie perplessità a vederlo tra i centrali difensivi: è un punto debole per la difesa e una risorsa che potrebbe rendere molto meglio in altre zone del campo.

Aronica: 6,5 - Decisamente il migliore dei centrali: entra al 52' al posto di Grava e chiude tutti i varchi. Nonostante i problemini fisici avuti in settimana, appare tonico e concentrato. Provvidenziale una sua diagonale a chiudere su Ricchiuti lanciato a rete.

Maggio: 5,5 - Ormai con Dossena sempre proiettato in avanti, è diventato più guardingo e spinge solo in caso di necessità. Appare però ancora in ritardo di condizione.

Zuniga: 5 - Entra e si perde subito il suo uomo, Gomez, che regala il pareggio al Catania e toglie agli azzurri il sogno della vetta. Cerca di riscattarsi con qualche discreta iniziativa offensiva.

Pazienza: 6 - Prezioso in mezzo al campo, cerca due o tre volte di cambiare il fronte della manovra con aperture spesso imprecise. Cala nel finale assieme a tutto il centrocampo azzurro.

Gargano: 5,5 - Non brillante come la scelta di Mazzarri di volerlo schierare per 90 minuti. Nel finale la stanchezza lo porta a un colpo di tacco a centrocampo che lancia una pericolossima ripartenza degli etnei.

Hamsik: 5 - Poco brillante nella manovra e negli inserimenti offensivi...e il risultato si è visto.

Lavezzi: 5,5 - Non si discute l'impegno del Pocho, ma anche lui sembra soffrire anche stavolta le trasvolate intercontinentali. Appare evidente ormai che la prima partita al rientro dalla pausa internazionale, il Pocho la soffre sempre.

Cavani: 6,5 - Avesse messo dentro l'occasione nel finale si sarebbe meritato un voto in più, come minimo. Errore comunque scusabile a fronte di un'altra prestazione di grande prestanza fisica e tecnica con un gol frutto di freddezza sotto porta. In questo momento, uno dei migliori attaccanti al mondo!

Mazzarri: 5 - Coerente con le sue dichiarazioni prepartita: dice che quella col Catania è la partita più difficile del trittico Catania-Liverpool-Milan e schiera in campo la miglior formazione sulla carta, per trasmettere alla squadra una mentalità coerente con le sue dichiarazioni. Ma in campo si vede troppo nervosismo e alcuni uomini chiave sottotono. Personalmente, e non adesso a partita giocata, ma dalla vigilia, avrei dato riposo a Gargano, Cavani e Hamsik (cioè i più impegnati con le rispettive nazionali) e sarei partito con Yebda e Sosa per dar loro un'ulteriore occasione di inserirsi in questa squadra. Mi continua a lasciare perplesso non solo l'impiego di Campagnaro tra i centrali, ma questo battibeccare con De Sanctis che si è già visto anche in passato e che è sintomo di insicurezza e nervosismi. Ancora una volta cambi discutibili (con la frittata Zuniga), poi si ferma e non fa il terzo, magari a centrocampo, dove avrebbe dovuto e potuto rinforzato gli ormeggi e spezzato il ritmo all'assedio finale catanese. Un'ultima notazione: andate a rivedere i calci d'angolo del Catania e notate quanti pericoli abbiamo corso...Mister, non è la prima volta che succede...vogliamo far qualcosa di meglio sui calci piazzati e sui calci d'angolo avversari?

Bergonzi: 6,5 - Forse Grava meriterebbe l'ammonizione per i ripetuti falli su Mascara, ma anche Mascara un paio di volte alza troppo mani e braccia e Bergonzi non vede nulla, anzi punisce Grava, senza però ammonirlo. Giusta l'espulsione di Cannavaro nel finale, visto che Paolo entra a palla persa su Ricchiuti solo per fare fallo. Per il resto, nonostante una partita combattuta, direzione senza troppe sbavature.

sabato 16 ottobre 2010

Intermezzo musicale - Lie To Me

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Confesso di non essere un patito dei telefilm, ma ce n'è uno che adoro ed è Lie To Me!


E mi piace tantissimo anche il tema della sigla iniziale di Ryan Star. A voi...

"Una coppetta?" Ecco perchè!

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Abbiamo già più volte cercato di spiegare la battuta di De Laurentis che ha liquidato come "coppetta" l'Europe League e abbiamo già più volte spiegato che gli strali del presidente erano rivolti alle oscene modalità di organizzazione della manifestazione, alla cervellotica formula e ai modestissimi premi in palio.

Nessuno contesta l'importanza di una esperienza come questa da un punto di vista calcistico e della crescita dell'organizzazione societaria e del nome del Napoli in Europa e lo dimostra la spasmodica attesa per il doppio storico confronto con i Reds del Liverpool.

Ma sono gli aspetti organizzativi e il trattamento economico delle società che vi partecipano che fanno di questo torneo davvero una "coppetta", laddove i nomi che vi fanno parte quest'anno  meriterebbero ben altra attenzione su questo torneo.

Ecco quindi un bellissimo articolo pubblicato da Tuttonapoli.net, che voglio riproporvi integralmente qui dove si evidenzia l'enorme disparità di trattamento rispetto alla Champions che, detto per inciso, anch'essa ospita, anche nella fase a gironi, squadre di dubbio valore tecnico e storico.


Viene da sé, senza troppi giri di parole, che la Champions League è il trofeo più ambito dalle squadre europee, tutte sognano di poter alzare la “Coppa dalle grandi orecchie”. Nel vecchio continente però non esiste solo questa competizione per club, per fortuna la UEFA organizza anche un’altra manifestazione che, negli ultimi anni, è diventata sempre più simile alla Champions, la ormai detta Europa League. 


Dopo un’attenta visione delle caratteristiche del nuovo trofeo continentale, lo stesso, si potrebbe definire una “Champions di Serie B”, visto che da quest’ultima ha preso la formula (con una prima fase a gironi, seguita da un tabellone ad eliminazione diretta); nel contempo, anche la presenza di formazioni titolate e importanti ha dato prestigio all’Europa League, che però sembra non avere, nemmeno parzialmente, quell’appeal della sua “sorella maggiore”. Perché?


Probabilmente uno dei motivi per cui il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha più volte dichiarato (con toni provocatori) che l’Europa League: “E' una coppetta. Vale meno di zero”, affermazioni che se isolate lasciano increduli, ma se contestualizzate possono destare qualche briciolo di attenzione. 


Le parole del Patròn del Napoli non sono fuori luogo, o dette senza un senso logico, infatti basterebbe prendere in considerazione, una cosa importante nel calcio d’oggi e cioè, la distribuzione dei premi di questa stagione (pubblicati due giorni fa sul sito della UEFA). 


Sin dal principio, vale a dire dalla somma che la UEFA versa alle squadre qualificatesi alla manifestazione, ci si accorge di una disparità elevata e forse ingiustificata. 


I club che partecipano a quella che un tempo era chiamata la Coppa dei Campioni hanno un premio di 3,9 milioni di euro; lo stesso premio cala drasticamente di consistenza nella competizione che ha preso il posto della vecchia Coppa Uefa, "solo" 640 mila euro. 


Nemmeno si scende in campo e già la disparità nella proporzione degli introiti è abissale, 6 a 1. Ma, come si può notare nella tabella, quel divario aumenta andando avanti, dato che per ogni partita vinta nella fase a gironi della Champions il premio è di 550 mila euro, molto maggiore rispetto a quello riservato alle partecipanti all’Europa League, 60 mila euro (con una proporzione di circa 9 a 1). 


Lo squilibrio aumenta ancora maggiormente se prendiamo in considerazione i premi derivanti dal superamento della fase a gironi: per i club impegnati nella Champions la qualificazione al turno successivo della fase a gironi “vale” 3 milioni di euro, molto meno è il guadagno che spetta ai club impegnati nell’Europa League che arrivano al medesimo traguardo, 200 mila euro (ben 15 volte di meno). 


La sperequazione diminuisce la sua forbice nei turni finali delle competizioni, fino ad arrivare ad un rapporto “accettabile” (3 a 1) che riguarda le vincenti del trofeo stesso: 9 milioni per i Campioni d’Europa, 3 per la squadra che si aggiudicherà l’Europa League. 


Se, infine, ipotizzassimo la vittoria della Champions e dell’Europa League per 2 club che riescano a vincere tutte le partite, dall’inizio della competizione di appartenenza fino alla fine, avremmo un risultato del genere: 31,5 milioni per la vincente della Champions e 6,4 milioni per la formazione trionfante in Europa League. 


E’ questo, in alcuni casi, l’aspetto che spinge De Laurentiis (e non solo lui) a snobbare questa competizione europea, nata per essere la sorella minore della Champions League, ma che così rischia di diventare solo una copia di “Serie C”.


D'altra parte Platini, aggiungo io, per tener saldo il comando dell'Uefa ha imparato bene la lezione di Blatter, ossia per raccattar voti bisogna accontentare i paesi più piccoli che fanno numero e decidono col loro voto le sorti di un'elezione, per cui spazio a tutti in entrambi i tornei il più a lungo possibile...ed è chiaro che così vengono meno i presupposti di tornei di alto livello come lo erano una volta la Coppa dei Campioni e soprattutto la Coppa Uefa, quella sì che non era "una Coppetta", anche se i milioni di euro che girano oggi, anche nella "coppetta", il Napoli di Diego vincitore dell'Uefa se li sognava.

martedì 12 ottobre 2010

Anticipi e posticipi degli azzurri fino a Natale

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Ecco l'elenco degli anticipi e posticipi nei quali sarà impegnato il Napoli fino a Natale:


  • 12ª giornata: Domenica 14 novembre - Ore 12,30: Lazio - Napoli
  • 13ª giornata: Domenica 21 novembre - Ore 20,45: Napoli - Bologna
  • 15ª giornata: Lunedì 6 dicembre - Ore 20,45: Napoli - Palermo
  • 16ª giornata: Sabato 11 dicembre - Ore 20,45: Genoa-Napoli (il mercoledì successivo il Napoli disputerà l'ultimo e forse decisivo incontro in casa con lo Steaua per il passaggio al turno successivo di Europe League).

lunedì 11 ottobre 2010

Un mese di fuoco

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Senza parole... basta il calendario del prossimo mese:

  • Domenica 17 ottobre: Catania-Napoli
  • Giovedì 21 ottobre (ore 19!) : Napoli-Liverpool
  • Lunedì 25 ottobre: Napoli-Milan
  • Domenica 31 ottobre: Brescia-Napoli
  • Giovedì 4 novembre (ore 19!): Liverpool-Napoli
  • Domenica 7 novembre: Napoli-Parma
  • Mercoledì 10 novembre: Cagliari-Napoli
  • Domenica 14 novembre (ore 12,30): Lazio-Napoli
Niente male, no? 8 partite in 27 giorni...ben 5 in trasferta... Da brividi!!!

Il punto

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Mentre si festeggiano i 50 anni di Careca, il compleanno di Ottavio Bianchi, il tecnico che vanta la miglior media punti nella storia del calcio Napoli, mentre ci apprestiamo a festeggiare i 50 anni anche del più grande di tutti i tempi, il tecnico azzurro, Walter Mazzarri festeggia il suo primo anno sulla panchina azzurra forte di risultati assolutamente straordinari che lo collocano, dietro il già citato Bianchi e Albertino Bigon, al terzo posto per media punti nella storia del Napoli.

Un risultato eccezionale, fatto di grandi imprese, specie in trasferta, una su tutte quella della splendida notte di Halloween a Torino con la Juve, ma sarebbero tantissime le imprese, le rimonte e le vittorie da ricordare in questo anno intensissimo in cui il tecnico ha in verità mantenuto fede alle sue promesse fatte il primo giorno.

Di questi tempi, lo scorso anno, il Napoli annaspava nelle zone insidiose della bassa classifica, dove, per fare un esempio, sono poi rimaste per tutto l'anno squadre non di poco rilievo tecnico come Lazio e Udinese e dove ha trovato una insospettabile retrocessione una squadra fino allo scorso anno padrona di salvezze tranquille come l'Atalanta.

Mazzarri promise anima, ritmo di gioco e valorizzazione delle risorse disponibili in organico: una squadra morta, che si arrendeva alle prime difficoltà con Donadoni, diventa un branco di lupi affamati, sempre pronti a rimontare, se in svantaggio, a imporre i propri ritmi di gioco contro qualunque avversaria (più facilmente con le grandi, un po' meno con le piccole) e che riscopre al suo interno elementi dimenticati che diventano indispensabili e parlo dei Grava (da me sempre apprezzato su questo blog e quasi dimenticato da Reja), Aronica, Pazienza (fino a quel momento protagonista solo di gite "dopolavoristiche" a ritmi "scapoli-ammogliati") e, prima di essere ceduti, anche i vari Datolo (protagonista assoluto della storica vittoria sulla Juve a Torino), Bogliacino, Rinaudo, Denis.

Una lunghissima serie di risultati e prestazioni straordinarie e una altrettanto lunga imbattibilità portano il Napoli  in piena zona Champions e lo mantengono fino a primavera, quando vengono fuori i limiti di organico (già pronosticati alcune settimane prima dagli osservatori più attenti, compreso il sottoscritto) e di energie, dopo una ventina di partite tirate "a tutta".

Pur nella piccola delusione della mancata qualificazione in Champions, gli azzurri colgono un quinto posto che apre le porte del secondo preliminare di Europa League (evitando il calvario di fine luglio riservato alla Juve giunta sesta).

E poi l'inizio tribolato di questa stagione, con molte cessioni per alleggerire il pesante monte ingaggi e sfoltire una rosa ricca di troppi esuberi, con un terzo della rosa reduce dalle fatiche mondiali, con un doppio confronto europeo con l'Elfsborg ostacolato anche da una cervellotica pausa di metà agosto e dall'improvvisa cessione di Quagliarella.

L'ostacolo europeo viene superato di slancio, ma la concentrazione assoluta e le prime fatiche europee incidono sui primi risultati altalenanti del campionato.

Poi Mazzarri (finalmente, dopo aspre, feroci critiche su questo blog) inizia, con il succedersi frenetico di giornate di campionato e giovedì europei, un turnover che produce risultati e qualità di gioco sempre più convincenti, specie quando gli azzurri non sono costretti a fare la partita ma possono giocare negli spazi e sui rovesciamenti di fronte.

Se con Donadoni e senza Europa, lo scorso anno, il Napoli collezionò 7 punti in 7 partite, quest'anno, dopo 6 giornate, gli azzurri hanno già 4 punti in più in campionato e sono in piena corsa addirittura per qualificarsi al turno successivo in Europa!

Non sono mancate e non mancheranno, laddove le riterrò opportune, le critiche sull'operato di squadra, tecnico e società, perchè questo blog è un mio atto d'amore per un "bambino" di 6 anni che sta crescendo, forte e sano, ma bisognoso di attenzione e di critiche, quando necessario.

Ma questo anno azzurro è stato davvero straordinario dopo, ricordiamolo, un'autentica rivoluzione tecnica e societaria iniziata la scorso anno in questi giorni e andata avanti sicura.

La società deve crescere ancora, ma ha i conti in ordine e questo dettaglio poco apprezzato dai più la porrà in una posizione invidiabile quando i criteri di ammissione Uefa alle competizioni europee si faranno più severi e molte società (vedi lo stesso Liverpool quest'anno, sempre più inguaiato) si troveranno in serie difficoltà...e quel dettaglio vorrà dire movimenti di mercato sempre più importanti in entrata.

E' certamente ora di investire molto di più sul vivaio se davvero si vuole fare del Napoli un esempio sul modello di società europee come Barcellona, Ajax o Arsenal (avendone il Napoli tutte le potenzialità in termini di materiale umano).

Il marketing, il merchandising e i rapporti con la stampa stanno facendo passi da gigante, portando anche risorse economiche nelle casse societarie come mai prima d'ora.

Il presidente sta cercando di rendere più vivibile lo stadio e più "digeribile" la tanto detestata tessera del tifoso.

La squadra presenta talenti giovani e straordinari che crescono mese dopo mese e anno dopo anno: certamente il prossimo anno dovranno essere ristrutturati profondamente il centrocampo e, soprattutto, la difesa, che cominciano ad avere, specie la seconda, un'età media alta e un tasso tecnico sempre meno all'altezza delle ambizioni e degli impegni che tutti si aspettano...e sognano.

E l'allenatore? Le mie perplessità riguardano la sua poca capacità di contrastare sul piano tattico chi si organizza tatticamente (vedi i Bari e i Chievo) per non far giocare gli azzurri, specie a partita in corso, e la sua ostinazione a voler lavorare sulla difesa a 3. Se il Napoli vorrà fare un vero salto di qualità, magari il prossimo anno, dovrà per forza cambiare modulo rinunciando a un centrale difensivo, abbassando Dossena  e  Maggio sulla linea dei terzini e guadagnando un uomo da poter collocare a centrocampo, nella fase di costruzione del gioco, aumentando il tasso di qualità della manovra azzurra...o, al limite, rimanendo a 3, ma facendo in modo che uno di essi abbia doti di costruttore  della manovra, diventando un vero centrocampista aggiunto di qualità e talento.

Ma intanto godiamoci questo momento bellissimo e speriamo che gli azzurri sappiano mantenere la continuità propria della squadra che si avvia verso la piena maturità fisica, mentale e tecnica.

Forza azzurri e ...grazie per le strepitose emoozioni di quest'ultimo anno...e grazie Mister!

domenica 3 ottobre 2010

Napoli Roma con Auriemma!

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Napoli contro tutto e contro...Totti!

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C'erano molti grandi numeri da sfatare, sia da una parte che dall'altra.

Dalla parte degli azzurri, che non battevano la Roma in casa addirittura dal campionato 1996-97 e che quest'anno in casa avevano raccolto la miseria di uno stentato pareggio e una rovinosa sconfitta.

Dalla parte della Roma, reduce da tre sconfitte nelle ultime trasferte tra campionato e Champions, rovinose e senza appello.

Due squadre dunque con più dubbi che certezze e lo 0 a 0 tenuto fino a venti minuti dalla fine, nonostante i tentativi da una parte e dall'altra di ribellarsi al destino avverso, sembrava quel risultato che alcuni avevano pronosticato proprio in virtù delle rispettive difficoltà.

Ma gli azzurri, a prescindere dall'influenza della nostra passione per questa maglia, stavano mettendo qualcosa in più sul campo, sia a livello agonistico, sia a livello tecnico, laddove Totti sembrava ancora una volta più a disagio che a proprio agio nell'avere un solido e scorbutico punto di riferimento come Borriello.

Gli azzurri mostrano qualche imbarazzo in mezzo al campo nel primo tempo, dove il centrocampo a 5 della Roma crea una superiorità che sembra soffocare i due mediani azzurri, preda della stanchezza (Gargano) e del nervosismo (Pazienza).

Però, nonostante le straordinarie fatiche del giovedì, il Napoli sembra trarre beneficio dal turnover, mostrandosi più tonico dei giallorossi e prevalendo sempre di più in alcune zone del campo, specie sulle fasce dove l'inedito schieramento a tre in difesa dei giallorossi concede fatalmente degli spazi che Hamsik e Lavezzi contribuiscono a creare in sempre maggiore abbondanza con i loro infaticabili movimenti offensivi.

E appena la Roma cala fisicamente, dopo circa 70 minuti, si aprono varchi paurosi nei quali si infilano Cavani e Lavezzi che tagliano la sempre più "burrosa" difesa giallorossa, difesa fino allo stremo da un Lobont che evita più volte la ormai certa "capitolazione dei capitolini" (fa cagare questa, vero?)

La combinazione Lavezzi-Dossena che spalanca le porte al primo gol di Hamsik è dunque il puntuale e inevitabile frutto di un dominio azzurro sempre più evidente. Quando poi entra Yebda, il centrocampo azzurro domina definitivamente le residue velleità romaniste ed è proprio il franco-algerino che sintetizza in un'unica azione la bontà della sua prestazione di oggi: recupero palla sulla ripartenza giallorossa e immediata verticalizzazione per Campagnaro in sovrapposizione sulla fascia.

Il cross di Hugo e il pasticciato gol del 2 a 0 chiudono i conti, dopodichè finisce in "torello" con gli olè trionfali di tutto lo stadio.

Se il campionato finisse oggi, si confermerebbero due miei pronostici che avevo azzardato il mese scorso in un commento di risposta all'amica Chiara, dove ipotizzavo una sorpresissima (una tra Genoa e Lazio) al terzo posto e la Roma fuori dall'Europa: i risultati e le prestazioni di questo inizio torneo sembrano dimostrarlo, anche se chiaramente il torneo è lunghissimo e anche lo scorso anno la Roma sembrava morta.

Di estremamente positivo, per noi, c'è la reazione di tutto l'ambiente azzurro alla disastrosa serata col Chievo: tre prestazioni in una settimana con due vittorie sonanti e un incredibile pareggio esterno raddrizzando una goleada che sembrava assumere proporzioni apocalittiche.

Ha ragione il presidente! Quando lui definiva la Europe League "una coppetta" non voleva offendere i tifosi azzurri o il valore della manifestazione, ma criticare giustamente la folle organizzazione dei calendari che costringono alcune squadre (e non altre) a dei tour de force disumani per far fronte a tutti gli impegni.

Sono totalmente d'accordo col presidente! Finalmente ad esempio qualcuno si è accorto che se i sudamericani che giocano in Europa devono sobbarcarsi dei viaggi allucinanti che senso ha, nella sosta di due settimane, far giocare la seconda partita di mercoledì, quando potrebbe benissimo giocarsi di martedì?

Nell'ultima sosta è stato fatto così e speriamo non sia un fatto episodico. E ancora: perchè se una squadra italiana gioca di domenica sera, specie in trasferta, deve poi ripresentarsi in campo alle 15 della domenica? E' vero che ci è andata bene, ma perchè giocavamo contro una squadra che la buonanima di Rambone (pace all'anima sa, Mister, e un grande abbraccio dovunque lei sia!) avrebbe definito "putrefatta".

Ha ragione il Presidente! Questo calcio deve cambiare, negli uomini che lo guidano, nei calendari e in molte altre "abitudini" che ormai scoraggiano sempre più tifosi.

Quindi, cari tifosi, non vi offendete se il presidente chiama "una coppetta" l'Europa League, perchè non sta offendendo voi ma sta solo, nel suo modo a volte confusionario e concitato di esprimersi, cercando di far capire in quali stupide mani è il calcio italiano, europeo e mondiale con le sue regole antidiluviane e i suoi calendari ridicoli.

Ma intanto il Napoli va, sempre più in alto, con orgoglio...l'orgoglio di questi ragazzi e l'orgoglio dei suoi irriducibili tifosi, contro tutto, contro tutti...e contro Totti!

Il presidente ribadisce: "Valiamo tra il 5' e il 10' posto!"

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Piccolo malessere fisico per Mazzarri, il presidente ne fa le veci...e ribadisce l'obiettivo per quest'anno!

Serie A 2010-11: 6ª - Napoli-Roma 2-0

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Le pagelle di Napoli Roma

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De Sanctis: 7 - Nervoso e apprensivo, forse ancora scosso dalla serata-frullatore di Bucarest, talvolta incerto nei suoi rinvii veloci, fa però sentire la sua presenza sia nel primo tempo, chiudendo prima su un colpo di testa di Borriello, deviando con un colpo di reni sulla traiettoria sporcata da un suo compagno e poi su Menez che taglia in due la difesa azzurra, e sia nella ripresa, quando si lancia su tutto e tutti per sigillare la sua porta.

Campagnaro: 6,5 - Defilato sul centro destra, stavolta  non commette errori clamorosi e, anzi, da una sua incursione offensiva, nasce il 2 a 0 del trionfo azzurro. Poco impegnato dalla evanescente manovra offensiva giallorossa, cerca di dar manforte ai compagni della difesa, chiudendo e raddoppiando.

Cannavaro: 7 - Fa a sportellate con Borriello, mantenendo la promessa anticipatagli via sms alla vigilia ("Venite a perdere!"). Qualche volta il centravanti giallorosso riesce a trovare qualche spiraglio buono ma alla distanza Paolo domina il duello. Iniezione di fiducia dopo gli infortuni fisici e psicologici delle ultime due settimane, il doppio riposo (Cesena e Bucarest) gli ha fatto benissimo!

Aronica: 6,5 - Come sempre... dove non arriva con le buone, si fa valere con le cattive.. Prezioso "spazzatutto" nei momenti più confusi e delicati, quando ancora gli azzurri faticano ad "addentare" il match. Nel primo tempo ottima diagonale su Borriello che sta per calciare verso De Sanctis.

Maggio: 6 - Alterna buone iniziative offensive e buone chiusure difensive a momenti di black-out. Non è al massimo, ma quando sembra spegnersi, ricresce nel finale, approfittando anche del calo dei giallorossi.

Dossena: 7,5 - Un perno sempre più importante, una certezza, quasi un leader in certi momenti, un giocatore di livello assoluto. Spinge e osa sulla fascia, si presenta al tiro con coraggio anche se non sempre con precisione, infine corona la sua sontuosa prestazione con l'assist d'oro per Hamsik che spacca finalmente la partita. Monumentale!

Pazienza: 6 - Partita molto complicata per Michele: i 5 del centrocampo romanista creano inferiorità azzurra in mezzo al campo, il mediano pugliese appare meno brillante del solito, penalizzato da un'ammonizione ridicola nella prima mezz'ora per un falletto su Totti, nemmeno preciso come al solito nei cambi di fronte, sembra davvero in giornata no. Poi, verso la fine dell'incontro, approfittando anche del calo giallorosso, ritrova freddezza e lucidità e il centrocampo azzurro, rinforzato anche dall'ingresso di Yebda, ritrova il suo metronomo.

Gargano: 5,5 - Troppo stanco, da fondo alle sue energie ma oggi è troppo confuso e confusionario, in una situazione di inferiorità numerica in quella zona di campo. Sbaglia due calci piazzati "appetitosi" come nelle sue peggiori giornate. Mazzarri giustamente gli dà fiato, dopo essere stato uno dei perni irrinunciabili di queste ultime settimane.

Hamsik: 8 - Stavolta pare davvero "la particella di Dio", come lo chiama Auriemma nelle sue migliori giornate. Una continuità e una qualità di gioco celestiali, ritrova quella capacità di "affettare" le difese avversarie come nelle sue migliori giornate, suggerendo calcio e proponendosi per la conclusione. Si presenta puntuale nel momento cruciale del match sull'invito sontuoso di Dossena, aiuta la squadra a riconquistare palla e ripartire per alleggerire il forcing giallorosso. Sublime!



Lavezzi: 8 - Stavolta si può dire che il Pocho "dà il sangue" per questa squadra, costretto a uscire per farsi rimarginare un taglio sul viso. Lotta, combatte, sembra sfinito da un tour de force che stroncherebbe un cavallo, ma poi, quando gli avversari cominciano a calare, diventa assoluto padrone del match, sfiancando la Roma sulla fascia sinistra, distruggendola a martellate di corsa e qualità...e sfiora anche il gol su punizione. Cosa chiedergli di più? Il gol? Magari la prossima volta...stavolta non serve...

Cavani: 6,5 - Si ritrova a scavallare un paio di volte solo verso Lobont e il San Paolo sogna il gol in solitaria che stenda la Roma...ma Lobont non cede. Non ha molte occasioni e i compagni a volte faticano a servirlo sui suoi geniali tagli in profondità. Risente un po' della fatica ma mostra anche oggi di avere una resistenza fisica mostruosa. Manda in confusione i centrali giallorossi sull'azione del 2 a 0.

Yebda: 7 - Entra negli ultimi venti minuti e abbina tecnica e grinta, rubando palloni e (stavolta) mostrando finalmente personalità nella costruzione del gioco, come ad esempio nella splendida verticalizzazione che libera Campagnaro per il cross che diventa il 2 a o del trionfo. Se va avanti così rischia di prendersi di prepotenza il posto di titolare, finalmente un'alternativa affidabile ai due "indispensabilii" Gargano-Pazienza.

Sosa: SV - Entra negli ultimi 30 secondi, giusto per spingere gli azzurri sotto lo striscione del traguardo.

Zuniga: 6 - Negli ultimi minuti al posto di Dossena, stringe le fila e chiude i varchi, stavolta senza fronzoli.

Mazzarri: 8 - Settimana complicatissima, iniziata dopo la batosta interna col Chievo. Gestisce forze e risorse finalmente attingendo a tutta la rosa, alternandola sapientemente nei tre impegni della settimana, in modo da riuscire a schierare nella partita più difficile, ossia oggi, la formazione teoricamente più forte in condizioni fisiche e psicologiche più che accettabili. Stavolta gestisce sapientemente anche tempi e uomini per i cambi. Quando c'è da criticare, qui lo si critica, sempre pronti però a riconoscergli meriti quando indovina scelte, moduli e gestione della partita.

Tagliavento: 4 - In netta involuzione rispetto all'arbitro autorevole visto nel finale della scorsa stagione! Cerca di fare di tutto per essere protagonista: più che un arbitro, un sovrintendente alle antichità, un custode da museo. Totti, più che un giocatore, è ormai un monumento che nessuno deve nemmeno sfiorare, manco dovesse giocare sotto una teca antiproiettile, e quando qualcuno osa avvicinarsi, lui è sempre lì a sventolare cartellini ridicoli. Peccato che poi la sua terna, troppo impegnata a tutelare il monumento, fischi un fuorigioco a Dossena che parte tre metri dietro. Il colmo è un'ammonizione a Lavezzi che parte da posizione regolare per respingere una punizione di seconda dove Totti (ancora lui!) si addormenta prima di calciare. Tra l'altro non vede nemmeno un gesto di reazione di Totti (sempre lui!) verso Pazienza che avrebbe meritato come minimo l'ammonizione. Io sono il primo ad ammirare i giocatori di talento, e Totti in particolare, di cui adoro il genio calcistico, ma è scandaloso quando un giocatore, per quanto talentuoso, condizioni l'arbitro con i suoi continui atteggiamenti lamentosi.

sabato 2 ottobre 2010

Steaua Napoli, finale da...infarto!

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Finale davvero proibito ai malati cuore, quello di Steaua Napoli: al gol finale di Cavani si è registrato un picco di richieste di intervento sanitario per problemi cardiaci...e mentre il telecronista rumeno urlava la disperazione dei tifosi dello Steaua: "Non si può! Non si può!  C'è qualcosa!", il "nostro" Auriemma urlava il suo classico "Si gonfia la rete!" aggiungendo poi un epico "Fino alla morte Napoli!", diventando in questi giorni celebre anche nei lontani Carpazi.

Questo splendido servizio della TV rumena, infatti, ripercorre questa incredibile gamma di emozioni, immagini e voci destinata a diventare leggenda e a durare nei decenni, rendendo celebre anche lì il classico urlo di Auriemma!

Steaua Napoli: l'arbitro, il pallone, il turnover

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Alla vigilia dell'attesissima Napoli-Roma, vorrei tornare un attimo su tre aspetti a mio avviso importanti collegati alla serata di Bucarest e che saranno senz'altro importanti anche nel prosieguo di un torneo che speriamo ancora molto lungo e ricco di soddisfazioni per i colori azzurri.

1. L'arbitro


In un momento in cui in Italia si denuncia, a torto o a ragione, la presenza di una classe arbitrale modesta e di una crisi di vocazioni, se guardiamo all'Europa non sempre troviamo un'erba molto più verde della nostra che ci appare gramigna o sterpaglia. Se ripenso a quel panzone norvegese di cui non voglio fare il nome, quello che assomiglia fisicamente un po' al comico Maurizio Crozza, quello che l'anno scorso buttò fuori dalla Champions la Fiorentina e che negli anni precedenti ne ha combinate di cotte e di crude ogni volta che ha arbitrato una squadra italiana (nazionale o di club), quasi mi commuove la bravura e soprattutto il coraggio dell'arbitro polacco di giovedì sera, specie se consideriamo l'ambiente, fuori e dentro lo stadio, violento che hanno trovato squadra e tifosi azzurri.

In queste condizioni è umano per un arbitro cercare di non scontentare troppo i tifosi di casa perchè questo significa, in certi contesti, riuscire a portare la pellaccia sana e salva a casa...e non è poco!

Eppure l'arbitro polacco Marcin Borski ha dato prova di competenza, coraggio e incredibile freddezza nel gestire una partita iniziata apparentemente sul velluto, con il 3 a 0 per i padroni di casa, ma che dalla mezz'ora in poi, con la sacrosanta espulsione del greco Kapetanos, è diventata sempre più rovente man mano che gli azzurri tornavano, gol su gol, in gara e i rumeni dello Steaua si rinchiudevano sempre di più adottando ogni forma di ostruzionismo possibile e immaginabile.

Ecco le sue parole (nella traduzione della redazione di Tuttonapoli.net) rilasciate alla tv rumena  che ha trasmesso l'incontro in diretta, registrando tra l'altro un eccezionale record di ascolti secondo solo, di poco, alla recente finale mondiale:


Mr. Borski, in Romania sono infastiditi...
(Ride) Immagino che tu voglia parlare del match di giovedì..


In particolare dell'ultimo minuto. Perché ha aggiunto 3.57 di recupero?
Abbiamo fatto bene! Abbiamo rivisto la partita e non ho nulla da rimproverarmi. Ho aggiunto tre minuti a causa dei problemi del portiere. Lo Steaua è stato sfortunato, ha preso gol proprio nel momento finale della gara.


Cosa è successo dopo il match?
Credo che la gente abbia perso la calma, hanno reagito molto male. Ma alla fine le stesse persone sono venute negli spogliatoi a chiedere scusa dopo venti minuti. 


Cosa ha scritto nella relazione dopo la partita? Lo Steaua può essere penalizzato?
Ho riportato due piccoli incidenti, ma anche che dopo le stesse persone mi hanno chiesto scusa. Ho fatto il mio dovere, l'osservatorio Uefa si è congratulato con me dopo la partita.


Il recupero c'era tutto e anzi, secondo i miei calcoli, si sarebbe potuto giocare, se Cavani non avesse segnato, almeno fino al 52' e 30", ossia circa 35 secondi dopo la segnatura di Cavani. Ciò perchè l'arbitro aveva stabilito 4 minuti di recupero all'inizio dei quali il portiere polacco si è accasciato per terra per l'ennesima sceneggiata. Il giocatore è rimasto a terra esattamente 3 minuti, al termine dei quali l'arbitro ha correttamente riavviato il cronometro per giocare i 4 minuti di recupero (quindi dal 48' al 52', momento in cui Cavani ha segnato). Ma molti hanno opportunisticamente dimenticato che, durante il recupero, Lacatus ha fatto pure una sostituzione che comporta in campo internazionale l'automatica estensione del recupero di altri 30 secondi. L'arbitro ha quindi gestito, a differenza di quanto fanno e avrebbero fatto la maggioranza dei suoi colleghi, a cominciare dal panzone norvegese, in modo impeccabile una fase in cui il Napoli avrebbe potuto essere facilmente danneggiato da un atteggiamento arbitrale più facilone come purtroppo ne ho visti centinaia nei 30 e passa anni che seguo questo gioco.

Quindi onore a Marcin Borski, al quale avrei riservato lo stesso trattamento e lo stesso voto a parti invertite, perchè il tifo è una cosa, ma la correttezza e la giustizia, per me, vengono prima di tutto...in un mondo che, in generale, di correttezza e giustizia ne ha come l'acqua nel deserto.

2. Il pallone


Vi ricordate quella schifezza immonda del Jabulani? Il pallone più ridicolo e immondo che si sia mai visto sui campi di calcio. Se lo colorassero di rosso sarebbe un elegantissimo...Super Santos, quel pallone con cui io e milioni di bambini abbiamo giocato negli ultimi quattro decenni.

Questo pallone che ha reso letteralmente inguardabili molte delle partite del mondiale, tra decine di passaggi sbagliati, colossali errori dei portieri, gol da circo e via andare.

Ebbene l'Uefa, giusto per rendersi ancora più ridicola e vergognosa, non contenta delle schifezze viste in Sudafrica, dovendo evidentemente onorare contratti miliardari col produttore di questa offesa al calcio, ha pensato bene di "adottare" questo "meraviglioso" oggetto per le partite dell'Europe Leaugue. Lo sapevate? Credo non molti... Ebbene questo pallone che già aveva creato imbarazzi durante l'esordio casalingo con l'Utrecht ha dato il meglio (il peggio) di sè giovedì sera a Bucarest.

E' vero che De Sanctis sbaglia completamente l'approccio dell'uscita sul secondo gol, ma è anche vero che l'ultima cosa a cui il rumeno Tanase pensava nel momento in cui ha calciato quel pallone è che la sua traiettoria potesse essere tanto lunga da diventare un beffardo e spettacolare pallonetto. L'approccio iniziale di De Sanctis, proiettato verso il centro dell'area di rigore, non è sbagliato di per sè, anzi! L'errore di Morgan è che, forse ingannato anche dalle luci, ha capito tardi la portata effettiva della traiettoria e la sua "colpa" è che lui questo pallone, essendo stato in Sudafrica, dovrebbe conoscerlo molto bene!

Anche il terzo gol è frutto indiretto dello Jabulani: il cross dalla fascia sembra indirizzato verso il centro dell'area di porta azzurra, ma, grazie alla sua leggerezza, la traiettoria si allunga si allunga in modo spropositato ben oltre il secondo palo tagliando fuori De Sanctis e favorendo la rete di Kapetanos, anche se, pallone o non pallone, l'errore di Santacroce c'è comunque ed è un errore grave perchè comunque si perde l'uomo.

Lo stesso Jabulani, però, ha anche il merito di aver esaltato le qualità balistiche di Hamsik la cui realizzazione, anche in questo caso, è favorita dalla traiettoria pazzesca che questi palloni prendono se calciati da una certa distanza in un certo modo...quindi, in fondo, qualcosa di quello che il Jabulani ci ha tolto ad inizio partita, ci ha restituito strada facendo.

Mi ci sono soffermato,sul "fattore Jabulani" non per offrire alibi agli errori azzurri, ma solo per aiutare i meno attenti a comprendere meglio certe strane dinamiche di alcuni gol, con errori altrimenti difficilmente spiegabili e comprensibili.

3. Il turnover


I più attenti e fedeli lettori di questo blog sanno quanto ultimamente ho criticato Mazzarri per le scelte sempre ristrette sugli stessi uomini e per la a mio avviso discutibile gestione delle sostituzioni durante le gare sia negli uomini, che nei ruoli, che nei tempi.

A Bucarest però Mazzarri ha schierato una formazione che, sebbene abbia inizialmente fatto una indegna figuraccia, è più o meno la formazione che avrei schierato anche io per cercare di mettere minuti nelle gambe di uomini che non giocavano da troppo tempo e che non potevano continuare a non giocare.

Magari il mister avrebbe potuto cominciare a schierane qualcuno (in particolare Vitale e Santacroce) anche qualche volta in più nelle precedenti partite (zero presenze Vitale e una Santacroce, prima di Bucarest). Ma comunque il turnover andava fatto assolutamente, come ho spiegato nelle pagelle di giovedì sera, per allargare la base di scelta dei giocatori nel prosieguo della stagione che, dopo la sosta, presenterà un altro ciclo terribile di 3 settimane con ben due incontri con i reds di Liverpool e con la quasi totalità delle partite da giocare in trasferta, girando per l'Italia e l'Europa.

E' chiaro che l'imbarcata iniziale è frutto di una "ruggine" di molti dei protagonisti scesi in campo nella formazione iniziale di giovedì sera e di una scarsa amalgama avendo giocato poco in assoluto e poco insieme.

Alla fine il risultato, con gli innesti tempestivi dei più forti, è stato comunque positivo ma, come ha ben spiegato il mister, per salvaguardare l'integrità e la forma fisica dei vari Lavezzi e Hamsik, è stato per loro fondamentale giocare 30-40 minuti piuttosto che tutta la partita.

Speriamo piuttosto che il mister dia altre possibilità alle "riserve" di aumentare il loro livello di competitività con i titolari e di poter giocare di più e meglio.

Intanto, anche se con due sofferti pareggi, siamo secondi e ce la possiamo ancora giocare...e questo è già un risultato più che soddisfacente!