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sabato 30 aprile 2011

Tormenta ed estasi !

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Guardi il calendario e leggi 30 aprile... guardi il cielo e sembra il 30 dicembre: una pioggia incessante, da quasi 24 ore, un freddo da lupi, un terreno di gioco zuppo d'acqua ma che mostra finalmente i frutti del lavoro radicale fatto la scorsa estate e descritto a suo tempo su questo blog.

Il Napoli trova diversi ostacoli sul suo cammino: squadra notoriamente leggera e quindi a poco agio su un terreno  così pesante, sfida i suoi limiti fisiologici in un momento della stagione in cui ha già mostrato la corda, specie a Palermo. In più il Genoa, rimaneggiatissimo senza il capitano Marco Rossi, infortunato, e senza Dainelli, Palacio e Milanetto, squalificati e che teoria dovrebbe avere motivazioni solo per il derby della prossima settimana, scende in campo invece motivato a fare bene e messo in campo in modo eccellente da Ballardini.

Gli azzurri fanno fatica a sfondare sulle fasce laterali, specie sul lato di Maggio, ma oltre alla bravura tattica di Ballardini, gli azzurri appaiono da un lato non al meglio delle proprie risorse fisiche e a volte lenti nello sviluppo della manovra, mentre in altri momenti, in cui finalmente riescono a sviluppare velocità e discrete trame di gioco, peccano in precisione e freddezza in qualche cambio di gioco, oppure nell'ultimo passaggio, o infine, specie col Pocho, nella lucidità al tiro.

Con un Cavani che nel primo tempo non riesce ma a tirare in porta e con un Lavezzi che invece è il più assiduo tiratore azzurro (lui che purtroppo troppo spesso litiga con il fondamentale del tiro a rete) è quindi "normale" che il primo tempo si chiuda 0 a 0, nonostante un discreto predominio territoriale.

Nella ripresa il Pocho subito tenta di aggredire di nuovo la partita con discese, serpentine sempre più pericolose e tiri ancora poco centrati.

La fatica però comincia a farsi sentire e arriva provvidenziale l'ingresso dei muscoli di Yebda, essenziali in un contesto "meteorologico" da nord Europa: le distanze tra i reparti crescono ed entrambe le squadre si allungano, ma il Genoa riesce (quasi) sempre a difendersi con ordine e, dove non riesce ad arrivarci con i difensori, ci pensa un grandissimo Eduardo che sembra tornato ai fasti del mondiale sudafricano, che lo ha fatto conoscere al mondo come portiere di primo livello.

I tiri di Cavani, i cross in area di Maggio e soprattutto Dossena, i colpi di testa di Yebda, tutto quello che passa dalle sue parti diventa preda di Eduardo e ciò provoca scoramento negli azzurri e nel pubblico.

Quando Aronica mette dalla tre quarti un cross che sembra del tutto innocuo, la spizzata di Cavani, che pare altrettanto innocua, apre però un'autostrada nella quale finalmente Hamsik si butta con un inserimento e una conclusione degni della sua classe e finalmente la porta di Eduardo viene violata.

Esulta il pubblico, ma non De Laurentiis che si mantiene rigido come una sfinge fino al fischio finale, preceduto da un paio di brividi difensivi provocati da un paio di notevoli sbavature di un Gargano evidentemente esausto.

Una vittoria importante perchè viene a seguito di due sconfitte brucianti, di tonnellate di polemiche sul futuro della squadra e del tecnico, di una inopinata vittoria nerazzurra nei minuti di recupero a Cesena, che rendeva ancora più obbligatoria la vittoria di stasera e di una tormenta invernale fuori stagione che rende ancora più "eroica" la prestazione degli azzurri.

Ancora tre giornate che sembrano "eterne", con ormai il fardello di fatica di una stagione interminabile ma con il traguardo eccezionale che appare sempre più a portata di mano. Ancora tre giornate di lotta e di sacrifici...tenete duro ragazzi, ancora un po'...ci siamo quasi ...e intanto stasera abbiamo infranto un altro tabù!

Serie A 2010-11: 35ª - Napoli-Genoa 1-0

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Le pagelle di Napoli-Genoa

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De Sanctis: 6 - Nel primo tempo qualche brivido dalle sue parti con Konko e Kucka ma nessun intervento. Nella ripresa solo un intervento al 49' su colpo di testa di Moretti che intercetta una posizione dalla tre quarti.

Campagnaro: 6 - Nel primo tempo soffre quando si trova dalle sue parti Floro Flores e Criscito e a volte deve rifugiarsi in qualche fallo di troppo e prova a spingere ma, in linea con le ultime prestazioni, appare più dannoso che utile. Decisamente meglio nella ripresa dove lascia meno scoperto il suo lato e la difesa mantiene un miglior equilibrio.

Santacroce: SV- Subentra a un minuto dalla fine per Campagnaro.

Cannavaro: 6,5 - Nel primo tempo sbaglia un movimento difensivo che crea un imbarazzante buco nella difesa azzurra, subito chiuso da una diagonale di Aronica. Per il resto si disimpegna con buona concentrazione.

Aronica: 7 - Il migliore e più tonico della linea difensiva e difende con diagonali precise. Peccato per una sua avanzata in ripartenza nella quale dovrebbe premiare la superiorità numerica azzurra sul suo lato e invece sceglie Maggio sul lato forte della difesa genoana facendo morire un'azione potenzialmente pericolosa.Si riscatta però mettendo in area il cross che, spizzato da Cavani, spalanca la porta ad Hamsik per il gol-vittoria.

Maggio: 6 - Nel primo tempo appare ancora non al meglio fisicamente: poco dinamico e prevedibile nei suoi movimenti, non crea imbarazzi dal suo lato, nemmeno quando Campagnaro o il Pocho o Hamsik vengono a sovrapporsi alle sue discese offensive. Al 25' perde anche una palla a centrocampo in un contrasto con Criscito dalla quale nasce un'occasione gol per Kucka. Strappa la sufficienza con una ripresa decisamente più tonica, fatta di spinta offensiva più efficace e un paio di impatti di testa davanti alla porta mancati per un soffio. Incoraggiante...

Dossena: 7,5 - Appare decisamente più in palla del suo dirimpettaio di destra, spinge e dialoga bene specie col Pocho, sfiora anche un gol con un tiro da fuori deviato in angolo da un difensore genoano al 40' del primo tempo. Continua a martellare in modo impressionante il fronte destro della difesa genoana, mettendo cross su cross e scavando solchi profondissimi sulla sua fascia... Dà veramente tutto...e anche di più!

Gargano: 6 - Certamente il terreno non lo aiuta, riesce in qualche caso a creare velocità (vedi combinazione con Lavezzi e Cavani al 15' a seguito di un recupero dei suoi sulla metà campo) ma non sembra ancora il martello di inizio stagione... Ripresa a due facce: fino al novantesimo, riesce a far salire i giri del motore azzurro, quasi come ai bei tempi, con corsa generosa e aperture sapienti, poi, evidentemente si spegne la luce per lo sforzo eccessivo su un terreno pesantissimo, perde lucidità e nei minuti di recupero compie due "orrori" che per poco non costano il pareggio genoano. Inviterei stavolta i tifosi a perdonare il Mota perchè quei due errori finali sono il frutto del suo eccezionale spirito di sacrificio profuso per tutta la partita.

Pazienza: 5,5 - Alterna buoni movimenti, specie sui calci d'angolo azzurri, a scelte di gioco ancora una volta poco brillanti e precise.  Anche lui, sebbene più presente questa sera, denuncia gli imbarazzi mostrati nelle ultime settimane. Cede il posto a Yebda dopo 60 minuti

Yebda: 7 - Indovinatissimo cambio di Mazzarri nel momento giusto: su un terreno sempre più pesante e con un centrocampo sempre più in difficoltà, il tecnico azzurro capisce che deve mettere chili e muscoli e il franco-algerino si conferma quel "trattore" di cui il centrocampo azzurro aveva bisogno come il pane. Spezza le azioni genoane, riparte e spinge, va in percussione e aggredisce l'area genoana sui calci piazzati azzurri, sfiorando anche il gol dopo appena 3 minuti dal suo ingresso in campo con un colpo di testa respinto miracolosamente da Eduardo. Si prospetta preziosissimo anche per il finale di stagione.

Cavani: 6 - Nel primo tempo si nota solo per una situazione nella quale un Matador lucido avrebbe pescato Lavezzi solissimo in area azzurra, ma in posizione regolare....forse pensa che il compagno sia in fuorigioco e la golosissima ripartenza sfuma. Cresce nella ripresa, tira in porta (parata di Eduardo), sfiora la deviazione di testa in altre occasioni, infine spizza la palla decisiva per Hamsik.

Hamsik: 7,5 - Finalmente! Marek all'altezza delle sue immense potenzialità, e non solo per il gol! Decisamente più vivo, grintoso e spesso coinvolto con qualità nel gioco offensivo azzurro.  Al 34' trova un tiro a giro dei suoi da fuori che per poco non pesca il sette di Eduardo, al 46' offre una verticalizzazione delle sue per il Pocho e, dopo una continua partecipazione di qualità al gioco azzurro, trova il gol decisivo con straordinaria freddezza e chirurgica precisione. Mazzarri gli concede una standing ovation meritatissima al minuto 86.

Mascara: 6 - Anche se per pochissimi minuti, appare più tonico rispetto alla abulica prestazione di Palermo, si inserisce subito nel tessuto della squadra e capisce subito lo spirito della partita.

Lavezzi: 7 - Decisamente in ripresa, ravviva con qualità la manovra offensiva azzurra e si presenta al tiro svariate volte con esiti che vanno dal pessimo allo "sfortunato". Avesse segnato il pubblico avrebbe invaso il campo per abbracciarlo tanto è stato il sostegno che si è guadagnato per il suo impegno.

Mazzarri: 6 - Spacca l'ambiente in settimana con le dichiarazioni sul suo futuro azzurro, in campo si affida a tutti i suoi titolarissimi, in ripresa, ma non tutti al meglio. Nella ripresa trova il cambio che, a mio avviso, sposta in modo quasi decisivo gli equilibri in campo (Yebda per Pazienza) in una partita in cui contano la tattica (dove Ballardini tiene botta con una squadra rimaneggiatissima) e il fattore fisico.

Arbitro: Gava: 7,5 - Arbitraggio impeccabile facilitato dalla correttezza assoluta dei protagonisti in campo. Le ammonizioni appaiono tutte corrette, sventola i cartellini quando servono e nell'episodio del braccio di Kaladze valuta correttamente l'impatto involontario dopo che la palla gli è carambolata sul corpo.

Un sogno che sembra vero...

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... io sono lì, alle sue spalle... alle loro spalle...quasi non ci credo, ma cerco di vivere la situazione nel modo più naturale possibile e, soprattutto, come mio abituale costume in queste situazioni, cercando di godermi la scena senza essere invadente, senza turbare la loro gioia, i loro discorsi a cui, non so precisamente per quale coincidenza, ho la possibilità di assistere...

...i ragazzi stanno discutendo e scherzando animatamente, non con cattiveria...solo con partecipazione e con quell'umorismo tipico di quei ragazzi che si divertono a stare insieme tra loro, a prescindere dal motivo principale. lavorativo, che li tiene insieme in quella situazione...

A un certo punto poggio la mia mano sulla spalla di uno di loro, giusto per cercare di capire meglio perchè stanno ridendo, cosa si stanno dicendo e ammiro la bellissima maglia azzurra che lui indossa, che conosco per averla comprata e indossata con orgoglio più di una volta.

Lui sta ridendo di gusto...gli chiedo qualcosa, tipo "Edi! Edi! Ma dai!", come a volergli dire "Ma fammi capire...perchè ridete così tanto?"

A queste parole Edinson si gira verso di me e all'improvviso smette di sorridere e assume un'aria molto seria, mi guarda negli occhi e sta per dirmi qualcosa...

Là per là temo che voglia rimproverarmi per la mia "intrusione" nella cerchia del suo gruppo, a cui peraltro sono stato invitato a partecipare per una giornata particolare, ma in realtà quello che tutto il mondo ormai conosce come il Matador mi lascia folgorato con queste parole: "Sai Antonio, mi stai facendo rendere conto che se non fossi una persona famosa, io non mi permetterei mai di darti le spalle..."

Come a dire: "Mi sento proprio un maleducato in questo momento ed è una cosa che mi dispiace molto..."

Resto un attimo interdetto dalle sue parole...

"Sì, voglio dire... un amico non lo fai stare di spalle...lo fai stare di fianco a te...vieni in mezzo a noi, su...dimmi una ragione per cui non dovresti stare in mezzo a noi, adesso...!"

Io lo guardo e resto sbalordito...vorrei rispondergli, ma la semplicità delle sue parole mi ha completamente disarmato, per cui mi avvicino, ammirato adesso non dalla bravura del calciatore, ma dall'immensa umiltà dell'uomo che sto avendo la fortuna di conoscere come persona...

Passano alcuni minuti e la "riunione di spogliatoio" termina... c'è il "rompete le righe" tra i ragazzi e alla spicciolata tutti si avviano a piedi a piccoli gruppi nei dintorni del centro tecnico, che, mi guardo intorno, e assomiglia tanto alla strada che congiunge il luogo dove lavoro al ristorante dove trascorro piacevolmente le mie pause durante l'ora di pranzo.

Io vado per raggiungere di nuovo Edinson...ho ritrovato la parola e gli dico: "Veramente una ragione valida per cui tu mi davi le spalle c'era... Quello è il tuo gruppo, sono i tuoi compagni...io mi sono sentito onorato di stare con voi oggi, ma io sono così...conosco il rispetto dei limiti e dei ruoli...io non sono un vostro compagno di squadra...e mi sembrava giusto rispettare la vostra complicità senza essere invadente...certo ero curioso di sapere perchè ridevate così tanto, ma parlavate in spagnolo e non vi capivo perfettamente, però per me era naturale lasciarvi a ridere tra di voi...era una cosa comunque vostra...mi capisci?"

Edi mi guarda sorridendo, come a dire "Sì, ho capito...e ti ringrazio..." poi una collega di lavoro mi ferma perchè mi vuole comunicare una notizia che la riguarda, che la rende felice e la vuole condividere con me, così, mentre lei mi parla felice, Edi e i suoi compagni si allontanano, desiderosi di tornare a casa dalle loro famiglie.

Quando finisco di parlare con la collega sono a qualche centinaio di metri di distanza...cerco di raggiungerli un'ultima volta giusto per salutarli...la salita è lunga e io (ahimè!) non sono più così "atletico" come i ragazzi...se mai lo stato in vita mia...

Alla fine bene o male raggiungo la maggior parte di loro e poi le nostre strade si dividono di nuovo...

Rientro per un attimo nel centro tecnico, giusto per imbattermi in un mio collega, Lorenzo, che sta preparando in una bellissima cucina a vista un po' di cose buone per la cena del suo compleanno e per vedere la scena dei ragazzi delle giovanili del Napoli che rientrano con i loro bagagli dopo un giorno di libera uscita per avviarsi verso le camere del ben noto hotel a loro riservate in vista di una nuova settimana di lavoro, accompagnato per l'occasione dallo sguardo affettuoso del personale del ristorante, i miei amici che incontro ogni giorno a pranzo, di un magazziniere e del vice di Mazzarri, Frustalupi...li guardiamo tutti orgogliosi, questi ragazzi, sapendo che tra loro ci sono i campioncini che domani porteranno in alto l'onore della maglia azzurra. 

Buon riposo, ragazzi! Domani inizia un'altra settimana di duro lavoro per crescere e diventare calciatori veri... 

...e a quel punto suona la sveglia... il mio riposino del sabato pomeriggio è finito...sono nel mio letto, a casa mia ...e tra due ore c'è Napoli Genoa!

Grazie Edi, grazie ragazzi...sono stato davvero bene in vostra compagnia!

mercoledì 27 aprile 2011

Speciale Real Madrid - Barcellona: gol capolavoro di Messi!

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Quarta sfida stagionale del "Clasico", sfida numero 212 della storia, semifinale di andata di Champions: il Real prova a (non) giocare per far uscire il Barca e a provocarlo, ma si finisce con l'espulsione del madridista Pepe e di Mourinho e uno 0 a 2 per il Barca firmato Messi, con un secondo gol di bellezza "maradoniana".


Il secondo gol di Messi va visto e rivisto, per chi ama il calcio è un'autentica opera d'arte!





La guerra dei diritti televisivi: Lega Calcio spaccata!

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Offro alla vostra attenzione un commento pubblicato oggi a firma di Pippo Russo (pag.18 de IL FATTO QUOTIDIANO ) che descrive in dettaglio i termini della spaccatura in atto nella Lega Calcio, spaccatura di cui la vera (o presunta) "scazzottata" tra De Laurentiis e Lotito prima di Napoli-Lazio ha rappresentato uno dei segnali più evidenti.



Calcio, il diritto (televisivo) del più forte
di Pippo Russo 
 
     Nel conflitto esploso all’interno della Lega calcistica di Serie A, in materia di distribuzione dei proventi dei diritti televisivi, ha finalmente portato alla luce la madre di tutte le contraddizioni insite a un’istituzione che andrebbe profondamente ripensata. Contraddizioni che vanno sintetizzate nel seguente interrogativo: al giorno d’oggi una lega sportiva professionistica protegge gli interessi di tutti i suoi associati, o deve portare avanti innanzitutto quelli dei suoi esponenti economicamente più forti? Un interrogativo che va oltre la circostanza specifica, e che mette in questione la stessa matrice istituzionale dell’ organismo presieduto da Maurizio   Beretta– la Lega, appunto – che nato per tutelare interessi di parte (quelli dei suoi associati) rischia di rimanere strozzato dall’emergere di particolarismi ulteriori.



   IL CASUS BELLI È presto spiegato. La legge Melandri (decreto legislativo n. 9 del 2008) ha determinato, a partire dal campionato in corso, un ritorno alla cessione collettiva dei diritti televisivi sulle partite del campionato di Serie A. Una scelta che ha posto fine a un regime di cessione dei diritti individuali il cui effetto principale è stato l’allargamento a dismisura della differenza economica fra i club più ricchi e quelli meno ricchi, e dunque percepita dai big del pallone italiano come una sorta di esproprio; ma alla quale essi hanno dovuto   piegarsi. Salvo cercare di far valere il loro strapotere per altre vie: segnatamente, cercando di imporre criteri di distribuzione a loro sfacciatamente   favorevoli. Potendo giovarsi, fra l’altro, di una formula della redistribuzione che di per sé è bizantina come poche. Per dare un’idea, in Inghilterra i proventi della cessione collettiva vengono distribuiti come segue: 50% in parti uguali a tutti i club della   Premier, 25% sulla base dei piazzamenti del campionato precedente e 25% in proporzione ai passaggi televisivi di ogni club. In Italia, invece, è stato possibile architettare l’obbrobrio che andiamo a illustrarvi. Il 40% è diviso in parti uguali. Un altro 30% è distribuito secondo ‘i risultati delle ultime stagioni’ e la ‘storia dei club’: il che corrisponde a un 10% che tiene conto dei piazzamenti del campionato   in questione, un 15% riferito ai piazzamenti degli ultimi 5 campionati, e (udite, udite!) un 5% calcolato su tutti i campionati a partire dal 1947 (i precedenti, coi 9 scudetti vinti dal Genoa, vengono considerati carta straccia). Un altro 5% viene distribuito tenendo conto degli abitanti del comune in cui ha sede il club (e in questo caso, come conteggiare gli abitanti delle città che hanno due club partecipanti al torneo?). Infine, il 25% che ha scatenato il conflitto: si tratta dei 200 milioni (sul miliardo annuo complessivo) da distribuire secondo il ‘bacino d’utenza’, entità metafisica che nessuno è stato in grado di rendere misurabile.   Attorno a tale misterioso elemento si è registrata la spaccatura nell’assemblea di Lega del 15 aprile: 15 club hanno deliberato di affidare la definizione dei bacini d’utenza a tre diversi istituti demoscopici. Contro questa delibera si sono schierati i 5 club che, incidentalmente, sono anche quelli che sono o ritengono d’essere i più ricchi e seguiti: Inter, Juventus, Milan, Napoli   e Roma. Che hanno dapprima presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Federale avverso alla delibera del 15 aprile; e successivamente hanno bloccato la stessa delibera con un voto espresso nel Consiglio della Lega stessa (nel quale tutti e 5 i club sono presenti) tenuto il 22 aprile. Col risultato che l’esecutivo espresso dall’assemblea ha contraddetto una decisione dell’assemblea stessa.



   PROPRIO in quest’ultimo elemento si addensa la contraddizione: è ancora possibile una reale democrazia all’interno del calcio italiano odierno, nel quale gli attori più forti sono convinti che i voti debbano essere pesati anziché contati? L’interrogativo pone una questione seria, che temiamo non riguardi soltanto   il microcosmo istituzionale del calcio: quella della ‘ribellione delle élite’, come Christopher Lasch ebbe a definirla. E, in siffatto clima, è bene riflettere sulla mission che una lega sportiva professionistica deve darsi al giorno d’oggi. 

 

Scenari europei e mercato

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E' stato molto istruttivo seguire ieri sera la prima semifinale di Champions che ha visto i tedeschi dello Shalke 04 ospitare il Manchester United: vittoria degli inglesi, per 2 a 0 alla loro dodicesima (!!!) semifinale al cospetto dei tedeschi al loro primo appuntamento a questi livelli.

Nonostante il calore eccezionale dei tifosi tedeschi, felici di vivere un sogno e costantemente a supporto della squadra, il Manchester ha offerto una autentica lezione di calcio e se fosse finita 8 a 0 per gli inglesi non ci sarebbe stato alcuno scandalo, visto il dominio assoluto dei reds di Manchester che sin dai primi minuti hanno letteralmente intimidito a suon di giocate di classe dei vari Rooney, Chicharito, Giggs, ecc. gli spauriti avversari che hanno dovuto ringraziare quell'autentico fuoriclasse che hanno in porta, il ventenne Neuer, titolare della nazionale tedesca già dai mondiali dello scorso anno e (pre)destinato a diventare il portiere più forte dei prossimi 15 anni e uno dei più forti di tutti i tempi.

Durante la partita di ieri, ho rivisto nello Shalke le stesse paure, le stesse difficoltà, gli stessi balbettii del Napoli degli ultimi tempi: quelle paure, quelle difficoltà che si presentano quando una squadra o un'atleta hanno gareggiato a lungo sul filo dei propri limiti e oltre, spingendoli tanto più in là rispetto alle previsioni della vigilia che arriva all'improvviso il conto dei propri limiti.

Ieri lo Shalke aveva tutti i presupposti per fare bene: i risultati strabilianti di quest'anno (tra cui il 5 a 2 in casa dell'Inter campione uscente), il calore del pubblico, la forza  di chi non ha nulla da perdere di fronte ad un avversario "obbligato" a vincere far fede al suo blasone...eppure in campo lo Shalke ha offerto 90 minuti di totale impotenza, una squadra irriconoscibile rispetto al team organizzato e quadrato che ha offerto spettacolo fino ai quarti.

Nello sport l'esperienza (e l'inesperienza) conta, sul fisico e sulla mente: lo so che bruciano le due sconfitte contro Udinese e Palermo, ma quando compi gli sforzi fisici e nervosi che ha compiuto il Napoli per raggiungere e mantenere livelli di gioco e di risultati sulla carta irraggiungibili, prima o poi (spesso più poi che prima) paghi e la sconfitta di Palermo, come temevo già nel mio intervento di giovedì scorso, è stata figlia della terribile delusione vissuta contro l'Udinese...come quella palla, quell'errore, che il tennista meno esperto compie dopo aver già sbagliato un match ball perchè non si è ancora ripreso dal fallimento del colpo precedente.

Ne ho viste, nello sport e nel calcio, di situazioni del genere...e le ho anche raccontate su questo blog non per "portare sfortuna"...ci mancherebbe! Ma per cercare di spiegare, a chi ha visto meno sport e meno calcio di quanto ne ho visto io, quali possono essere i delicati meccanismi che possono fare la differenza tra un ottimo atleta (o un'ottima squadra) e un grande atleta (ed una grande squadra): il Milan, nel momento in cui tutti aspettavano la sua caduta, si è compattato al massimo, pur dovendo rinunciare a molti suoi pezzi pregiati, dopo i passi falsi con Bari e Palermo, nel momento più delicato della stagione e non ha più concesso nulla a nessuno.

E adesso? Dalle voci, spero veritiere, che mi arrivano dagli spogliatoi azzurri, sembra che i ragazzi si stiano riprendendo e ricompattando: hanno capito che il loro sogno (giustamente coltivato in questi mesi!) è svanito (cosa che non avevano ancora realizzato, come temevo, dopo la sconfitta con l'Udinese) ed ora si stanno "riprogrammando" mentalmente e psicologicamente per riprendere a combattere col coltello tra i denti per non perdere una posizione e un risultato che comunque rappresenterebbe il coronamento di una stagione fantastica e da ricordare!

Personalmente ho molta più fiducia oggi rispetto alla scorsa settimana quando "sentivo" i ragazzi ancora sotto l'effetto del tremendo "gancio" ricevuto dall'Udinese in pieno volto.

Ho fiducia anche perchè il Presidente ha capito il momento delicato e ieri si è fatto vedere a Castelvolturno sia per "gestire" il presente, rimotivando la squadra e incoraggiandola in vista del rush finale, sia per continuare quel lavoro di impostazione della stagione prossima, già iniziato col summit del lunedì successivo alla partita con l'Udinese.

Mi sembra, dalla ultime dichiarazioni di ieri e della scorsa settimana, che la società si stia preparando su alcuni scenari futuri, con o senza Mazzarri, con o senza Champions, con Champions diretta (secondo o terzo posto) o attraverso preliminari (quarto posto).

E' chiaro che in questo momento Mazzarri vuole attendere la fine del campionato per valutare:

  1. la posizione finale degli azzurri (e quindi cosa li attenderà nella prossima stagione)
  2. le intenzioni della società in base al risultato raggiunto quest'anno
Certo a noi farebbe più piacere che il tecnico azzurro dicesse chiaro e tondo che onorerà il contratto e resterà senza alcun dubbio, ma in controluce vanno tenuti in conto alcuni fattori che, nell'euforia degli eccezionali risultati azzurri, la maggior parte dei tifosi (e forse anche la società) non tiene in adeguata considerazione e acui invece Mazzarri sta sicuramente pensando:
  1. questa squadra, senza ritocchi e con l'impegno europeo (Europa League o Champions che sia) il prossimo anno avrà pochissime possibilità di poter ripetere o addirittura migliorare la stessa stagione di quest'anno: una squadra non abituata all'impegno europeo, specie di Champions, rischia di perdere moltissimi colpi in campionato, come hanno dimostrato nel corso degli ultimi anni, Sampdoria, Chievo e Lazio
  2. se ritocchi vi saranno, il Presidente continuerà a tener d'occhio il bilancio (e io sono d'accordo con lui) e rinforzerà la squadra nei limiti del bilancio a disposizione (diritti Champions compresi), tutt'al più ipotizzando una cessione molto remunerativa (alcune decine di milioni di euro) di uno dei pezzi pregiati per avere ulteriori risorse da reinvestire sul mercato in modo intelligente
Insomma: Mazzarri sa bene che quest'anno molte cose gli sono state perdonate perchè la squadra è arrivata ben oltre i suoi limiti, ma il prossimo anno la città si aspetterà un ulteriore miglioramento del terzo/secondo posto in un contesto in cui, con la probabile partecipazione alla Champions, sarebbe già un successo eccezionale (realisticamente, senza irrealistici voli pindarici) rimanere in zona Europea, cioè tra le prime cinque, quindi di nuovo in Champions o anche in Europa League.

Di qui la tentazione di "sfidare la sorte" prendendo una Juve più o meno ridotta come il Napoli ai tempi di Donadoni e ripetere il "miracolo azzurro" sulla panchina bianconera: una (altra) grande panchina di una grande decaduta tutta da ricostruire piuttosto che tentare di (ri)spremere uomini già spremuti all'estremo nell'ultimo anno e mezzo.

Siamo onesti, cari tifosi!  Capisco la delusione, ma in giro, infranto il sogno, ho sentito, non da tutti ma da molti, una rabbia come se DOVESSIMO vincere lo scudetto...è che quando cominci a prenderci gusto dimentichi da dove sei partito e perdi il senso della misura: io ho sognato, certo, ho sofferto per le ultime due sconfitte, tantissimo, ci sono rimasto di m****, assolutamente! Ma non considero un fallimento un secondo o un terzo posto e non mi aspetto che il prossimo anno, specie se faremo la Champions, miglioreremo automaticamente la posizione di quest'anno.

Ma quanti la penseranno come me il prossimo anno? Credo la minoranza dei tifosi e Mazzarri, che conosce bene il nostro ambiente, ha forse gli stessi miei timori.

Questo non significa che il Presidente non farà nulla per migliorare questa squadra o che Mazzarri andrà via al 100%, ma per me che lavoro in una grande azienda sono chiare le idee di De Laurentiis su come gestire la crescita ulteriore del Napoli e con quali criteri imprenditoriali e nel contempo non so se Mazzarri vorrà sfidare la sorte fino a questo punto pur certamente riconoscendo la serietà dei programmi del Presidente.

Purtroppo chi non lavora in un'azienda e ha ancora in mente il calcio del ventesimo secolo, forse non capirà mai, nonostante la "lezione" di un umiliante fallimento, che significa far crescere un'azienda come il Napoli rispettando parametri imprenditoriali moderni....e adesso mi riferisco ai tifosi, non a Mazzarri.

Ci provo con un esempio: quanto spendete per un cellulare? E quanto tempo lo usate prima di buttarlo o rivenderlo? Supponiamo che ne comprate uno, nuovo, bellissimo, costoso e lo pagate mettiamo 600 euro. 

Lo usate per un anno e poi vi innamorate di un nuovo modello che costa 700 euro e volete comprarlo.

Avete speso 600 euro per un cellulare e lo avete usato 12 mesi, pagandolo quindi, di fatto, circa 50 euro al mese: se siete bravi a rivenderlo, magari a 200 euro, la spesa mensile sarà scesa a circa 33 euro al mese.

E' chiaro che, se guadagnate 1000 euro al mese è un conto, se ne guadagnate 2500, potete affrontare queste spese con maggiore serenità.

Per acquistare un calciatore in una società moderna come il Napoli, attenta al bilancio e nell'ottica del Fair Play finanziario che sta per arrivare, bisogna fare più o meno gli stessi ragionamenti: 
  1. quanto mi può costare Inler tra cartellino (mettiamo 15 milioni) e ingaggio (mettiamo 1,5 netto, ossia 3 lordi)?
  2. quanti anni di contratto gli faccio? Cinque? E in questi cinque anni gli pago sempre lo stesso ingaggio o, come dovrebbe accadere, glielo aumento anno dopo anno?
  3. se oggi Inler ha 27 anni, potrei rivenderlo a 32 anni? A chi? A una grande o a una piccola? A quanto potrei venderlo a 32 anni? Avrebbe ancora mercato?
  4. in questi 5 anni prevedo di fatturare (incassare) come oggi? Più di oggi? O meno di oggi?
Nell'ipotesi che ho fatto, per una "operazione Inler" alle condizioni richieste dall'Udinese (e dal giocatore), dovrei ipotizzare un investimento complessivo di circa 35 milioni di euro da spalmare in 5 anni, quindi circa 7 milioni di euro ogni anno per cinque anni, soldi che non recupererei affatto in caso di cessione a fine quinquennio a  parametro zero o che potrei recuperare in minima parte nel caso di una cessione dopo aver magari rinnovato il contratto prima della scadenza dei 5 anni (cosa che di regola comporta comunque un innalzamento e mai una riduzione dell'ingaggio, vedi Cavani). 

Inoltre dovrei valutare i possibili ricavi da qui a cinque anni tenendo conto anche delle spese per eventuali maggiori ingaggi dovuti all'apprezzamento sul mercato dei giocatori attualmente in rosa e di quelli che dovrei comprare per allargare la rosa e renderla competitiva per un'alta classifica e un impegno europeo più o meno costante, ma tenendo conto delle enormi differenze di introiti che posso avere in questi anni se partecipo alla Champions o all'Europe League.

Vedete quanti ragionamenti deve fare un presidente che vuole gestire in modo saggio e moderno un'azienda? Il Milan del "Paperone" Berlusconi spende per ingaggi e cartellini lo sproposito di circa l'85% dei ricavi, laddove le squadre che in questo momento rappresentano in Europa un modello di equilibrio e risultati prestigiosi (cioè le tedesche come Bayern e Shalke)  si attestano su percentuali molto più basse (circa il 60%).

Il ventesimo secolo, amici miei, è finito e se ne sta rendendo conto anche Galliani che il prossimo anno non rinnoverà molti dei contratti eccellenti oggi a bilancio (Pirlo, Seedorf, ecc.) e che ha detto chiaramente che quelli che rimarranno dovranno ridurre le proprie pretese.

La mia azienda, una importante multinazionale delle telecomunicazioni, ha un'attenzione quotidiana e ossessiva ai costi di produzione, come tutte le aziende di tutti i settori che in questi anni di crisi sono riuscite (poche!) a sopravvivere e a continuare a generare utili.

De Laurentiis ha dimostrato in questi anni che, a differenza di altri presidenti, non vuole intascare soldi col calcio, ma vuole reinvestire ogni utile che il Napoli gli porta, ma vuole, per garantire al Napoli anni di prosperità e di successi, che la crescita della società azzurra avvenga di pari passo con la crescita del fatturato (incassi, TV, sponsor sempre pù prestigiosi e internazionali, merchandising, valorizzazione e potenziamento del settore giovanile e altre fonti di ricavo ad oggi inesplorate), sul solco tracciato già da tempo dai più grandi club internazionali.

Quindi cerchiamo di essere pazienti e diamo credito a una società che, pur commettendo anche degli errori, qui criticati e che continueremo a criticare con la stessa onestà intellettuale anche in futuro, ci ha ridato l'orgoglio e la gioia di urlare la nostra passione azzurra!

Sosteniamo i campioni che riusciremo a trattenere e quelli che verranno, ma anche i giovani su cui il Napoli continuerà giustamente a puntare: in fondo, quanto è corta la memoria!, tutti ridicolizzarono la società quando presentò Hamsik e il Pocho, oggi considerati, non solo da noi, campioni di livello internazionale...quindi abbiamo pazienza e fiducia: questa società potrà certamente sbagliare per inesperienza (come anche nel mercato di quest'anno, sia estivo che invernale), ma il metodo è giusto e i risultati sul campo stanno arrivando...quindi aspettiamo con serenità il futuro e ora pensiamo a sostenere questi ragazzi in queste ultime quattro giornate...con quanto fiato abbiamo in gola!

Forza ragazzi!!!

sabato 23 aprile 2011

Serie A 2010-11: 34ª - Palermo-Napoli 2-1 (con commento Auriemma)

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Ragazzi, non mollate proprio adesso!

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Quello che temevo in settimana si è realizzato: la mazzata di domenica scorsa si è fatta sentire sul morale degli azzurri e, nel contempo, il Palermo ha confermato di aver ritrovato fiducia e autostima attraverso i buoni risultati di Roma e Milano.

Ecco quindi in campo una squadra in evidente difficoltà fisica e psicologica contro una squadra rifiorita nella mente e nelle gambe. 

Il 2 a 1 finale, checchè ne dica Mazzarri, rappresenta una sconfitta onorevole per la quale gli azzurri, oggi in blu, devono ringraziare soltanto la scelleratezza degli attaccanti rosanero (in primis Abel Hernandez), incapaci di concretizzare le enormi e copiose occasioni da rete capitate sui loro piedi nel finale di partita con un Napoli confusionario, caoticamente sbilanciato in avanti. 

Il match inizia con un colpo di mano (e di fortuna per gli azzurri): un'autentica, insiegabile follia di Cassani offre al Matador la possibilità di riagguantare Di Natale in cima alla classifica cannonieri con il rigore che sigilla il gol numero 26 dell'attaccante azzurro.

Il Palermo però si rianima subito e il Napoli non riesce ad approfittare della situazione sulla carta tatticamente favorevole: gli azzurri mostrano grosse difficoltà sia a centrocampo, sia sul lato di Maggio (dove Balzaretti appare letteralmente indemoniato), sia negli uomini a supporto di Cavani, poichè nè Mascara nè Hamsik riescono ad offrire il loro contributo sia in fase di copertura sia in fase di ripartenza.

Il Napoli non riesce mai a rendersi pericoloso in avanti, mentre i rosanero creano continue situazioni di apprensione per la difesa azzurra: dopo qualche avvisaglia già nella prima mezz'ora, l'ultimo quarto d'ora del primo tempo vede in campo una sola squadra, il Palermo.

Al minuto 37, a conferma delle grosse difficoltà degli azzurri, Mascara è costretto a fermare Nocerino, già pericoloso in due occasioni, lanciato a rete e soltanto un minuto dopo, su palla persa sulla tre quarti dallo stesso Mascara, Balzaretti sorprende la difesa azzurra approfittando dell'errato posizionamento di Maggio troppo schiacciato su Campagnaro da lasciare sguarnito tutto il fronte destro della difesa azzurra.

Ma la grande ingenuità viene commessa proprio quando bisognerebbe congelare il pallone e portare all'intervallo almeno il pareggio: ma gli azzurri non ci sono con la testa e con le gambe e, dopo che già Nocerino, in un'occasione simile alcuni minuti prima, aveva "affettato" la difesa azzurra, così anche Migliaccio che impatta con Maggio in area mentre Nocerino va a realizzare.

D'Amato però (doppio grave errore) non concede il vantaggio e non espelle Maggio (già ammonito) per il fallo su Migliaccio che avrebbe una chiara occasione da gol, ma rimedia Bovo che batte De Sanctis e manda gli azzurri all'intervallo con una rimonta che ricorda quella in terra spagnola del Villareal.

Nella ripresa Mazzarri cerca di scuotere la squadra cambiando Maggio con Zuniga, ma il tema tattico della partita non cambia: il Napoli si spinge in avanti, affaticato nella mente e nelle gambe, con palloni disordinatamente lanciati in area con stucchevoli cross dalla tre quarti, mentre il Palermo riparte velocissimo con fulminanti contropiedi di Pastore, Ilicic e Abel Hernandez che potrebbero realizzare altri tre o quattro gol nelle enormi praterie lasciate dagli azzurri.

Soltanto per una quindicina di minuti, dal 15' allla mezz'ora della ripresa sembra che gli azzurri possano piegare la resistenza del Palermo che comincia a restare sulle gambe e a sentire la fatica della terza partita in otto giorni.

Ma il Napoli nemmeno in questo frangente riesce ad approfittarne per capovolgere o almeno riequilibrare le sorti della partita: solo uno sterile possesso palla e ridicoli cross dalla tre quarti sistematicamente preda dei colpitori di testa rosanero. 

Si fnisce con il Napoli, De Sanctis compreso, tutto proteso, inutilmente, nell'area di rigore siciliana senza idee nè tiri in porta...uno spettacolo da piangere per una squadra che, per quanto difesa dal tecnico a fine gara, denuncia una preoccupante, netta involuzione fisica e psicologica che preoccupa tantissimo in vista dello sprint finale.

Sembra davvero che gli azzurri siano in riserva, privi di energie fisiche e lucidità mentale ma le sconfitte di Lazio e Udinese permettono agli azzurri di mantenere le distanze in zona Champions, pur perdendo la seconda posizione a vantaggio dell'Inter (ma ai fini della Champions seconda e terza posizione non fanno differenza) con una giornata in meno da giocare.

Intanto da Genova arrivano "curiose" notizie dal fronte genoano: Milanetto, Palacio e Dainelli, diffidati, hanno fatto di tutto per farsi ammonire e saltare la trasferta di sabato prossimo a Napoli. Strano, no? No, non tanto...tra due settimane c'è un derby che potrebbe anche spingere in B una Samp oggi di nuovo vincente contro l'ormai retrocesso Bari ed evidentemente nessuno vuole mancare a questo appuntamento...e chi se ne frega della trasferta di Napoli!

Il tabù palermitano resiste anche quest'anno (da quando sono nato non ho mai avuto il piacere di veder vincere il Napoli a Palermo!): speriamo che almeno il tabù genoano (mai battuti i rossoblù in casa dal Napoli di De Laurentiis) possa infrangersi sabato prossimo e lo stanco motore azzurro possa finalmente rigenerarsi!

Le pagelle di Palermo Napoli

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De Sanctis: 6 - Nessuna parata determinante, incolpevole sui due gol, spesso in balìa del caos totale generato dai suoi compagni di difesa e centrocampo.

Campagnaro: 5 - Balla paurosamente in difesa (anche se salva uno dei tanti contropiede palermitani nel finale di gara con un recupero miracoloso su Nocerino). Continuo a non capire la sua presenza in campo da un punto di vista tattico, visto che in difesa si integra malissimo con gli altri centrali azzurri avendo più o meno le stesse caratteristiche fisiche e spesso si proietta in proiezioni offensive prive di qualità che non offrono un reale contributo offensivo alla squadra e la scoprono pericolosamente in difesa. Non sarebbe meglio a questo punto avere un centrocampista in più?

Cribari: 6 - Non è certo lui il colpevole della pessima giornata azzurra: con le buone o con le cattive esce sempre vincitore dai duelli individuali. Purtroppo il contesto tattico della fase difensiva azzurra lo espone a continue apprensioni. Peccato: nel primo tempo, con il Napoli ancora in partita e più ordinato, il vice-Cannavaro sostituisce egregiamente il capitano anche nella fase di impostazione della manovra.

Victor Ruiz: 6 - Anche lui, in fondo, fa quel che può. Anche lui si trova esposto più volte alla pessima protezione offerta dai suoi compagni di centrocampo e fa quel che può, senza commettere clamorosi errori difensivi, nè tattici, nè individuali.

Pazienza: 4,5 - Anche stavolta stritolato dal centrocampo avversario, come troppo spesso gli è capitato nelle ultime settimane, specie, come oggi, quando il quadro tattico della partita presenta in mezzo al campo un "due contro tre". Sostituito dopo appena 56 minuti da Yebda.

Yebda: 5,5 - Un po' meglio di Pazienza, ma anche il franco-algerino non riesce a sovvertire le sorti del match per limiti tecnici individuali, ma, soprattutto, per una chiave tattica che Mazzarri non è riuscito a trovare e per la precaria condizione psico-fisica di molti azzurri.

Gargano: 5,5 - Fa quello che può ed è sicuramente il "migliore" dei mediani azzurri, ma anche per lui vale il discorso di Yebda. Stavolta la sua presenza non protegge a sufficienza la difesa azzurra e nel contempo non dà spinta sufficiente alla manovra azzurra.

Maggio: 3 - Ancora una prestazione inguardabile, come quelle di inizio stagione. Travolto fisicamente e tatticamente da un invasato, posseduto Balzaretti, a cui concede un gol. Dopo qualche minuto anche un fallo per il rigore poi realizzato da Bovo (e avrebbe meritato l'espulsione per fallo su chiara occasione da gol). In avanti non dà spinta, si trascina per il campo...piange il cuore a vedere un Maggio ridotto così...speravamo di averne confinato il ricordo in quel disgraziato inizio di stagione. Speriamo si riprenda presto, perchè la squadra ha un disperato bisogno del miglior Maggio.

Zuniga: 5,5 - Entra a inizio secondo tempo. Non era difficile far meglio di Maggio. Il colombiano ci mette certamente impegno, ma anche lui torna ad essere l'involuto "mulinatore di gambette" di inizio stagione: ancora adesso, mentre leggete queste righe, starà da solo nel Barbera col pallone davanti a fintare di qua e di là. Pericolosità offensiva ed efficacia sono ben altro!

Dossena: 4,5 - Buon primo tempo, le uniche insidie offensive degli azzurri giungono quando la palla passa dalle sue parti, a cominciare dal rigore. Sparisce progressivamente dal campo: in avanti butta solo qualche croos "ignorante" per nulla pericoloso e riesce nel contempo a non coprire le scorribande palermitane in contropiede...insomma una presenza inutile!

Mascara: 4 - L'unico contributo utile alla squadra è un fallo al limite della propria area di rigore su Nocerino lanciato a rete al 37' del primo tempo. Nullo sotto porta, nullo in fase di costruzione della manovra, dannoso in fase di copertura, quando perde palla nell'azione che porta al pareggio di Balzaretti. Disastroso!

Hamsik: 4,5 - Quasi come Mascara, ma almeno ci mette un pizzico di qualità in più e mostra, rispetto alla gara con l'Udinese, anche un pizzico di tono fisico in più (per carità: niente di eccezionale). Mazzarri lo toglie dopo 64 minuti per lanciare Lucarelli.

Lucarelli: 4,5 - Inutile: non prende una palla buona di testa, nè verso la porta nè verso i compagni di attacco.

Cavani: 4,5 - A parte il rigore, appare svagato, svuotato, poco supportato dai compagni. Il fantasma del fenomeno che tutta Europa vorrebbe...credo che, polemiche di mercato a parte, cominci a scontare la stanchezza per una stagione fisicamente tremenda, dopo un Mondiale eccezionale, il pessimo rendimento dei suoi compagni e, naturalmente, l'assenza del Pocho.

Mazzarri: 4 - La sua squadra sembra fisicamente e mentalmente ai minimi termini, il Palermo crea la stessa superiorità numerica a centrocampo che è quasi sempre la chiave tattica delle sue sconfitte e lui contribuisce con cambi non sempre eccepibili: ci può stare quello tra Maggio e Zuniga, ma appare assurdo quello tra Hamsik e Lucarelli, con un Mascara che vaga derelitto per il campo. Siamo in allarme rosso? La benzina è finita?

Arb. D'Amato: 5 - Inizia benissimo, distribuendo con precisione e uniformità i cartellini gialli. Poi, a fine primo tempo, la partita diventa più caotica e anche lui perde qualche colpo: non vede un mani di Campagnaro più che sospetto, non concede il vantaggio per il gol di Nocerino, fischiando un rigore (giusto) per fallo di Maggio, ma non espelle l'azzurro per chiara occasione dal gol. Non espelle nemmeno Pazienza (ma ci può stare), però, di fronte alle vibranti e sguaiate proteste dei giocatori palermitani, non alza cartellini. Infine grazia Cribari per un tackle in piena area di rigore su Hernandez. Tirando le somme, i suoi errori non incidono sul risultato finale e sull'andamento della partita.

giovedì 21 aprile 2011

Berlusconi mette le mani sullo scudetto oppure...?

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...secondo voi?

Ancora grazie a tutti voi!

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VISITE DELL'ULTIMO ANNO



VISITE DELL'ULTIMO MESE

Grazie! Ancora grazie a tutti i lettori, affezionati o occasionali, vicini o lontani, di questo piccolo blog pieno di passione per il nostro amato Napoli!

Al di là delle cifre che voglio condividere con voi, mi emoziona il fatto di pensare ai luoghi, dai più vicini ai più lontani, da cui venite a trovarmi.

Lo scorso dicembre, come qualcuno di voi saprà, sono stato in un posto sperduto, lontano da ogni rotta turistico-commerciale, della Giamaica e da lì, grazie ad una connessione tenuta in piedi per miracolo, anch'io ho provato l'esperienza di collegarmi a questo blog e ascoltare, con 6 ore di fuso orario di differenza, la radiocronaca di Carmine Martino di Napoli-Steaua, al caldo delle tre del pomeriggio mentre a Napoli erano le 9 di una gelida sera sottozero, piuttosto che Napoli-Lecce, appena sveglio alle 9 del mattino mentre a Napoli erano già le tre del pomeriggio.

Che sensazione sentire così vicini i boati di un San Paolo lontano 8.000 chilometri, le voci della mia terra in una terra straniera e lontanissima per quanto abbia vissuto giorni meravigliosi pieni di gioia e di amore...eppure quanta nostalgia che ho provato senza poter vedere, toccare il mio Napoli e doverlo seguire cercando di spiegare a chi mi era vicino in quel momento e non ne aveva mai sentito parlare quanto speciale sia per noi Napoli e IL Napoli!

Come ho raccontato qualche mese fa, dopo aver pensato che questo blog fosse soltanto per pochi intimi amici a Napoli e dintorni, ho cominciato a scoprire che, piano piano, qualcuno è venuto a trovarmi anche da altri paesi e, anche prima della mia esperienza giamaicana, ho cercato di curare sempre meglio questo sito anche e soprattutto per chi è "costretto" a stare lontano dalla nostra città e dalla nostra squadra del cuore...e quella esperienza giamaicana di dicembre mi ha fatto capire ancora meglio, pienamente, ciò che già avevo intuito, sulla grandezza di uno strumento come Internet che, sebbene abbia il limite di non poter abbattere la lontananza fisica dai tuoi cari e dalla tua terra, tuttavia in certi momenti, tanti, ti fa abbattere con la mente e con il cuore distanze che sembrano incolmabili.

Ormai, a parte le graditissime visite che ricevo da tutta Italia, ricevo tante, tantissime visite anche dalla Germania, che in certe giornate supera addirittura per numero di visite l'Italia.

Anche dagli Stati Uniti ricevo visite numerose e graditissime, ma sono i paesi più lontani dai quali ricevo meno visite, ma costanti, che mi incuriosiscono di più: la Russia, la Slovenia, l'Iran (!), Taiwan (!!) oltre a Austria e Svizzera da cui pure ricevo spesso visite.

Grazie a tutti, davvero! Io lo dico sempre: curo questo blog, specie a ridosso delle partite, con la meticolosità del giornalista e la passione del tifoso, anche se non ci guadagno assolutamente nulla in termini economici e di tutti i banner pubblicitari che vedete la gran parte sono di miei amici, mentre quelli che non lo sono comunque non mi hanno mai fruttato nulla.

Quindi è tutta passione che sono grato e felice di condividere con voi, quando mi inondate di visite dopo una vittoria (incredibile la notte del 3 a 3 a Bucarest o la domenica del 4 a 3 contro la Lazio!) o quando invece lasciate spento il vostro computer e le visite languono dopo una sconfitta.

Grazie a tutti voi, sperando sempre che sia sempre questo ...il Napoli che Vorrei...come blog...e come squadra!

Forza Napoli!!!

Tra l'Udinese e il futuro

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Dunque abbiamo toppato... in fondo l'avevo messa in conto... non equivocatemi! Non è questione di essere menagrami, iettatori o "secce".

Si tratta solo di essere tifosi che tengono gli occhi aperti e che hanno memoria lunga di tanti anni di calcio e di situazioni, sapendo che il calcio, e lo sport a cui (per fortuna...) ancora il calcio (in parte) appartiene, è fatto non solo di bravura tecnica ma anche di momenti e di preparazione mentale.

Nell'eccezionale miracolo che questa squadra sta compiendo quest'anno, come facce della stessa medaglia, è insito anche il suo limite, che abbiamo sperato fosse sempre un po' più in là e che, sperando sperando, sognando sognando e lottando lottando, ci ha spinto fino ad un incredibile secondo posto che è ancora lì, a portata di mano.

Mazzarri quest'anno ha perso poco, ma sempre con le stesse squadre e gli stessi allenatori ed è in questi inciampi, rari ma ricorrenti (due volte Allegri/Milan, due volte Inter/Leonardo, una in coppa Italia, due volte Guidolin/Udinese, due volte Pioli/Chievo e una volta e mezza Reja/Lazio) che si è creato quel solco che oggi ci divide dal Milan e da quel primo posto per il quale, ricordiamolo, la squadra non è stata costruita.

Le vittorie, nei campionati di calcio, come in ogni altro sport, individuale o di squadra, si costruiscono  col tempo e attraverso lo sviluppo di qualità fisiche, mentali e tecniche che richiedono investimenti costanti, intelligente programmazione, competenza e anni di sacrificio.

Per rimanere al calcio, tutte le grandi squadre italiane e internazionali, passate e presenti, che hanno vinto qualcosa di importante, lo hanno fatto arrivandoci per gradi e non all'improvviso: potrei citare l'Aiax di Cruyff, il Bayern degli anni '70, la Juve a cavallo tra i '70 e gli '80, il Napoli di Diego (che vinse il suo primo scudetto al terzo anno di Diego in Italia e che chiuse il primo anno all'ottavo posto!), la stessa Inter di Moratti, lo stesso Barcellona di Messi...e così via.

Solo quando raggiungi certi livelli di maturità fisica e mentale e di personalità, puoi ridurre al massimo incidenti di percorso e inciampi come quello vissuto domenica sera dal Napoli: nel giorno in cui gli avversari, per quanto temibili e agguerriti, ti si presentano senza i loro due migliori talenti, di fronte a uno stadio che attende una vittoria e una prestazione convincenti, ti trovi all'improvviso una squadra vuota, pesante nella testa e nelle gambe, molle, senza idee, che sbaglia anche le cose più semplici, che viene imbrigliata tatticamente, superata fisicamente, surclassata sul piano nervoso.

Ci sono varie tracce sparse nella partita di domenica: la pessima condizione fisica di qualche uomo chiave (Lavezzi su tutti, poco allenato dopo la botta di Bologna, ma anche Hamsik), la scarsa lucidità mentale di qualcun altro (Cavani, Campagnaro) e così via.

Molti ad esempio se la sono presa con Ruiz per non aver marcato stretto Denis in occasione del 2 a 0, ma purtroppo molti tifosi dimenticano che il calcio è un gioco di squadra e non si accorgono che certi movimenti e certe posizioni "sbagliate" sono conseguenza di errori dei compagni: nell'azione dello 0 a 2, ad esempio, il Napoli si è trovato scoperto dal lato di Campagnaro (ma dov'era finito??? e i centrocampisti dov'erano???), per cui Cannavaro ha dovuto scalare sul portatore di palla avversario sulla fascia di competenza di Campagnaro e quando è stato saltato in dribbling, Ruiz, che fino a un attimo prima stava seguendo Denis, ha dovuto accentrarsi per fare la diagonale e tentare di proteggere De Sanctis: appena lui si è staccato, il giocatore udinese ha pescato Denis con un cross delizioso e lì, anche per la maestria del Tanque nel controllo di petto e nel successivo tiro al volo, si è fatta la frittata.

Ma non era solo il Napoli in uno stato mentale particolare: nessuno lo ha detto, ma...eccezionale l'applauso finale del pubblico agli azzurri, ma prima? Durante la partita? Non ho sentito, se non per brevissimi momenti, il pubblico delle grandi occasioni che sbrana l'avversario, lo stordisce, lo stronca...ho sentito lunghi e inspiegabili silenzi, a parte il continuo sostegno delle curve... un'atmosfera in linea con la temperatura climatica della serata...non c'è stato, se non in pochi momenti quella scarica che quest'anno tante volte si è trasmessa tra pubblico e squadra, quasi come se il pubblico fosse rimasto a sua volta ipnotizzato dallo stato di ipnosi degli azzurri stregati dall'Udinese.

Forse anche il pubblico, come i giocatori, si è trovato impreparato, sorpreso di fronte ad una partita che ha visto quattro occasioni nei primi 12 minuti (due per l'Udinese e due per il Napoli) e poi il nulla quasi assoluto tra il 12' (tiro di Cavani da fuori) e il 40' del primo tempo (estirada del Pocho salvata da Andanovic)...un'eternità che ha ibernato la squadra, la partita e il pubblico in un torpore da cui poi nessuno dei tre si è più ripreso.

Perchè ho voluto ripercorrere a mente fredda la serata di domenica? Perchè adesso, come ogni finale di stagione, di campionato, di gara, in qualunque sport contano le residue energie fisiche ma soprattutto mentali che la stagione, il campionato, la gara, ti hanno lasciato nella testa e nelle gambe.

Quante energie fisiche e mentali ha ancora questo Napoli? E' stata solo lo scherzo di un'emozione troppo forte o si è accesa la spia della riserva? In fondo contro l'Udinese si sono rivisti gli stessi segnali di difficoltà visti anche contro la Lazio 15 giorni prima, mascherati in quella occasione da un finale eccezionale e gestito con una migliore capacità di concentrazione nei momenti topici... e se invece, questo inciampo, fosse come un granello in un un ingranaggio tale da poter bloccare anche sabato a Palermo la marcia degli azzurri?

La partita del Barbera può essere uno scoglio molto duro: il Palermo vincendo a Roma (contro una squadra morta!) e pareggiando a Milano (contro un Milan più rilassato rispetto alle ultime uscite in campionato) ha ripreso fiducia in alcuni suoi uomini chiave: è fondamentale che il Napoli dimentichi la serata di domenica e i continui spifferi di mercato, che non pensi di aver fallito il traguardo scudetto e che non si lasci distrarre troppo da sirene estere e ritocchi di ingaggio, ma riacquisti la serenità e la convinzione di avere tutte le carte in mano per portare a termine un'impresa che rimarrà negli annali di questa società e ritrovare energie ed entusiasmo per il durissimo rush finale.

La chiave e il senso della trasferta di Palermo a mio avviso è tutta qui: se il Napoli esce indenne e con una convincente prestazione dal Barbera, l'obiettivo Champions diretta non potrà sfuggire!

domenica 17 aprile 2011

Serie A 2010-11: 33ª - Napoli - Udinese 1-2

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Partita orribile, eppure persa per un soffio!

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Una squadra irriconoscibile, una prestazione pessima in tanti, troppi uomini, il trio delle meraviglie che stasera sembrava una galleria degli orrori eppure...

...eppure, con un minimo di mente fredda vai a riavvolgere il nastro della partita e ti rendi conto che il Napoli, stasera, l'ha persa nettamente sul piano tattico, mentale e agonistico, ma l'ha persa per un soffio!

Dopo tre buone occasioni nel primo tempo (due di Cavani e una di Lavezzi) sullo 0 a 0 e dopo una mezz'ora orribile nella ripresa, gli azzurri, pur continuando a sciorinare orrori su orrori, trovano una traversa di Maggio, un rigore fallito da Cavani e un gol stavolta troppo tardi di Mascara.

Il Napoli sembra illuminato dal destino grazie all'assenza dei due uomini di maggior talento dei bianconeri, ma stasera Guidolin e l'Udinese dimostrano, a quella che fino ad oggi è stata la squadra più squadra del campionato italiano, cosa può fare la compattezza di una squadra ben messa in campo tatticamente dal suo allenatore e determinata a giocarsela col coltello tra i denti a maggior ragione dopo la bruciante e ingiusta sconfitta con la Roma.

E il sintomo si una serata difficile si palesa subito, dopo appena 4 minuti, con uno splendido tiro di Denis a cui risponde De Sanctis con una parata eccezionale.

Altri 3 minuti e Ruiz salva alla disperata su Pinzi al termine di una pregevole diagonale...poi finalmente gli azzurri si svegliano: due tiri di Cavani (10' e 12') illudono la platea azzurra.

Poi l'Udinese richiude tutti i varchi, imbavagliando Maggio con Pasquale e Armero e Dossena con Isla (poi Cuadrado) e Benatia e comincia a cuocere il Napoli a fuoco lento come la rana nella pentola di acqua fredda che muore lentamente mentre viene lessata senza rendersene conto, creando anche una netta superiorità tattica e numerica a centrocampo con Inler, Pinzi e Asamoah.

Si arriva così fino al 40' con un lampo del Pocho che impensierisce Andanovic con una deviazione da centravanti puro, ma è solo forse l'ultimo sussulto di una squadra che balbetta gioco di fronte a un pubblico sempre più ammutolito.

Nella ripresa altri due piccoli sussulti (niente di speciale) con Hamsik e Cannavaro, poi arriva il gol di Inler che, avendo, come ha detto a fine partita, molto "amici" a Napoli (???) non esulta. La deviazione della spalla sinistra di Cannavaro rende la traiettoria, già ben mirata dal mediano turco-svizzero, del tutto imparabile per De Sanctis.

Lo 0 a 1 non sveglia nè gli azzurri nè il pubblico del San Paolo dal torpore e nella desolazione della squinternata difesa azzurra, il Tanque affonda lo 0 a 2 come una lama nel burro.

A quel punto Mazzarri prova, come già con la Lazio, a scuotere la squadra, inserendo sullo 0 a 2 Gargano per uno spento Pazienza (63'), Mascara per un volenteroso Yebda (67') e Lucarelli per un sempre ottimo Dossena (73'), proprio mentre Maggio coglie una traversa che avrebbe potuto dare speranze di rimonta.

La partita mostra soltanto tanto nervosismo: Cannavaro e Lavezzi si fanno ammonire e salteranno la trasferta di Palermo, poi Domizzi si becca un rosso dopo aver messo KO Lucarelli offrendo a un soffio dal novantesimo l'occasione di una ulteriore clamorosa rimonta.

Il Matador viene innervosito ad arte e poi Andanovic, grande pararigori, fa il resto. Troppo tardi arriva il gol di Mascara dopo il quale non c'è più il tempo per ributtare di nuovo palla in area di rigore.

Si chiude con uno sportivissimo applauso del San Paolo, forse stasera un po' troppo freddo come questo inconsueto tardivo inverno che però applaude una squadra che quest'anno ci ha fatto piangere di gioia.

E' vero che il secondo posto è ancora nelle nostre mani, ma le vittorie di Udinese e Lazio rendono tutto ancora possibile e non vorremmo mai che gli azzurri si fossero troppo rilassati dopo i risultati favorevoli nelle scorse giornate rispetto agli isneguitori o, al contrario, si siano scaricati per le ultime due vittorie dei rossoneri.

La Champions è lì, a un passo, anche dopo la netta e rovinosa sconfitta di stasera, ma ancora tutta da conquistare...sveglia ragazzi! Coronate degnamente una stagione memorabile...il traguardo richiede ancora cinque sforzi, la stagione non è ancora finita! Forza ragazzi!

Le pagelle di Napoli Udinese

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De Sanctis: 6,5 - Parata eccezionale su Denis dopo appena 4 minuti di gioco. Non può nulla sui due gol dei friulani (imparabile il tiro di Inler deviato dalla spalla di Cannavaro). Non ha altre occasioni per riscattare la serata nera.

Campagnaro: 5 - Nel primo tempo attento in fase difensiva dove ha fatto spesso a sportellate col Tanque senza cedere mai nulla all'ex azzurro, ma nella ripresa va fuori giri sia in fase difensiva, sia nelle sue sterili proiezioni offensive che hanno il solo risultato di sguarnire ancora di più la difesa azzurra.

Cannavaro: 5,5 - Nel primo tempo amministra la difesa con sapienza e senza troppe difficoltà. Nella ripresa soffre per le amnesie dei suoi compagni degli altri reparti e si vede arrivare friulani da tutte le parti. Una sua deviazione beffa De Sanctis. Ammonito giustamente, sarà squalificato per la trasferta di Palermo.

Victor Ruiz: 6,5 - Salva su Pinzi dopo 7 minuti completando una eccellente diagonale difensiva. Molto attento in difesa, anche nei momenti peggiori della partita. Si trova contro Denis in occasione dello 0 a 2, ma onestamente neanche un fenomeno potrebbe salvare quel tipo di situazione.

Pazienza: 5,5 - Buon filtro difensivo, ma soffre sempre di più il peso e la classe di Inler e la pessima serata di tutti i compagni. Non riesce a dare ritmo alla manovra offensiva azzurra e viene sostituito dopo 63 minuti sulla 0 a 2.

Gargano: 6 - Tanto impegno, anche un tiro di poco fuori, ma non riesce a galvanizzare gli spenti compagni.

Yebda: 5,5 - Cerca di alzare i giri, riconquista palla e riparte spesso ma neanche i suoi sforzi accendono i compagni e si perdono nella ragnatela di centrocampo stesa da Guidolin. Esce dopo 67 minuti.

Mascara: 6 - Ci mette tanto impegno e purtroppo trova il gol della speranza troppo tardi.

Maggio: 4,5 - Irriconoscibile, stritolato tra Armero e Pasquale, ottimamente supportati dal centrocampo dei friulani. Sembra tornato il fantasma di inizio stagione. La staticità dei compagni di attacco gli rende il compito ancora più improbo.

Dossena: 6,5 - Meglio del suo omologo a destra, Andrea offre ottime diagonali difensive e una costante spinta offensiva, ma i suoi compagni di attacco non riescono a capitalizzare il lavoro del laterale azzurro. Cala nella ripresa a causa del pessimo lavoro dei compagni e Mazzarri lo avvicenda per Lucarelli per il cambio della disperazione.

Lucarelli: 6 - Ha il merito di guadagnarsi, a furia di sportellate, un rigore che avrebbe potuto riaprire la partita. Purtroppo i suoi sforzi non sono stati capitalizzati dai compagni.

Hamsik: 4 - Totalmente assente dal gioco se con minimi appoggi al compagno più vicino. Suggerisce soltanto un assist profondo in contropiede nel primo tempo purtroppo non sfruttato al meglio da Cavani. Appare però molto statico, persino stanco, poco dinamico e reattivo tanto che perde tutti i contrasti di gioco.

Lavezzi: 4 - Si vede che ha avuto una settimana difficile: non appare al meglio fisicamente, eppure nel primo tempo riesce ad accendere ogni tanto la statica manovra azzurra e sfiora anche il gol con una conclusione in estirada da vero centravanti. Nella ripresa perde totalmente lucidità e cresce il suo nervosismo fino a farsi ammonire ingenuamente lasciando sabato prossimo il Napoli senza la sua presenza.

Cavani: 4 - Appare il più dinamico del trio offensivo ma spreca troppe ottime occasioni per sbloccare la partita, incluso un rigore prevedibilmente sbagliato per le capacità di Andanovic (noto pararigori) e per la "sleale bravura" dei friulani che lo lasciano arrostire nella tensione per tre minuti con una rissa purtroppo alimentata anche dai compagni del Matador.

Mazzarri: 5 - Imbrigliato dal foltissimo centrocampo di Guidolin, in realtà subisce il ritmo dell'Udinese non solo per motivi tattici ma anche per un tono fisico e nervoso non ottimale in molti suoi uomini.  Stavolta i cambi non gli tolgono le castagne dal fuoco, ma preoccupa davvero il crollo (fisico? mentale?) della sua squadra. E' solo un episodio o il segno di un inizio di crisi? Un allarme era già suonato con la Lazio...

Arb. Tagliavento: 6 - Ben coadiuvato dagli assistenti (solo un errore di Calcagno che ferma Hamsik dopo uno spalla a spalla regolare), distribuisce giuste ammonizioni, ma nel primo tempo non ammonisce Domizzi per due falli molto duri e Pinzi per una reazione su Cavani a gioco fermo. L'espulsione di Domizzi appare alla fine meritata ma ci sarebbe potuto arrivare attraverso un doppio giallo viste le continue scorrettezze dell'ex azzurro durante tutta la partita. Consente un po' troppo le risse e il gioco duro, ma chiama un rigore per gli azzurri netto ma che forse non tutti avrebbero visto e fischiato. Delude parzialmente ma a mio avviso non incide più di tanto sul risultato finale.

venerdì 15 aprile 2011

Incontri (grazie Bruno!)

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Oggi ho conosciuto per caso una bella persona, con cui e' stato piacevolissimo parlare e condividere quella stessa passione per cui e' nato questo blog e che per lui e' anche una parte importante del suo lavoro.

Caro Bruno, sono onorato di averti conosciuto e spero ci reincontreremo prima o poi per scambiarci di nuovo emozioni e passione azurra!

Grazie per la tua squisita disponibilità e cortesia e spero ti piaccia questo mio piccolo-grande atto d'amore per il "nostro" Napoli.

In bocca al lupo per tutto e a presto!
Antonio

PS: sul biglietto che ti ho lasciato il primo numero e' quello giusto :-)

Torna la Club Azzurro Card (Tessera del tifoso)

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Questa settimana il Napoli ha ufficialmente comunicato che gli uffici postali convenzionati a Napoli, in Campania e fuori regione sono di nuovo forniti della modulistica e di tutto l'occorrente per avviare nuove richieste di Club Azzurro Card.

Rimando chi di voi fosse interessato a richiedere la card a consultare il sito ufficiale del calcio Napoli per ulteriori dettagli:
...e forza Napoli!

Napoli - Udinese: anche Di Natale fuori causa

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Sottolineo la notizia pubblicata oggi da Tuttonapoli.net nella quale si indica come certa l'assenza di Totò Di Natale domenica al San Paolo contro il Napoli, che si unisce all'assenza già annunciata l'altro ieri dal Presidente Pozzo in persona del "Nino Maravilla" Sanchez.

Non voglio dire nulla di compromettente, ma anche questi, uniti ai tanti verificatisi nel corso dell'anno, sono segnali di un certo destino...

Speriamo bene, ma non sottovalutiamo affatto il resto della squadra che offre comunque un collettivo di primo livello, un Denis in grande condizione e motivatissimo e non dimentichiamo che sabato scorso contro la Roma i bianconeri hanno perso ingiustamente.

mercoledì 13 aprile 2011

In treno col Presidente

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Di ritorno dalla "campagna di Bologna" un incontro di quelli che ormai è difficile documentare tra un presidente di una squadra di calcio ai vertici del campionato e i suoi tifosi.

In questo articolo de Il Napolista, il racconto di un viaggio di ritorno denso di confidenze e ricco di emozioni.

martedì 12 aprile 2011

A due passi (falsi...) dal sogno

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Ribadisco una premessa essenziale, anzi due.

La prima è che anch'io sogno, come tutti...sogno quello che tutti sognano...

La seconda è che non mi illudo, nel senso che, se anche il sogno non si avverasse, se anche gli azzurri chiudessero a pari punti col Milan sarei felice perchè, pur avendo avuto la fortuna di vivere stagioni eccezionali e leggendarie vittorie grazie al più grande di tutti, quest'anno ho vissuto emozioni che non avrei mai immaginato di vivere per i miei amati colori azzurri...emozioni simili per certo aspetti a quelle vissute circa vent'anni fa, ma anche molto diverse perchè diverso è questo Napoli, diversi i protagonisti e diverso il mondo (calcistico e non) che lo circonda.

Non voglio usare questo spazio per fare l'indovino, ma per cercare di inquadrare la situazione in cui ci troviamo in questo momento cercando di individuare  sia le difficoltà  che il Napoli ha e che potrebbe incontrare sulla strada del sogno, sia le opportunità.

Mettiamo subito le cose in chiaro: sognare non significa essere ciechi o ingenui. Se il Napoli realizzerà il sogno, avrà compiuto un'impresa che si ricorderebbe per sempre non solo considerando da dove siamo partiti, ma anche considerando dove ci troviamo adesso (di fatto a quattro punti, non tre) dal Milan e cosa dovrebbe succedere per realizzare questo sogno.

La vittoria di Firenze può rappresentare per i rossoneri un passaggio decisivo per la vittoria finale, se il Milan non cederà di schianto nelle prossime settimane (cosa al momento non ragionevolmente prevedibile, viste le prove di forza offerte contro i viola e nel derby): ponendo che il Napoli le vinca tutte (e stabilirebbe un record storico di 10 vittorie consecutive!), il Milan dovrebbe quantomeno pareggiare o perdere (non importa il risultato) due delle prossime sei partite.

Una sola sconfitta dei rossoneri non basterebbe, perchè il Napoli, vincendole tutte, finirebbe a pari punti con i rossoneri: quindi servirebbe che il Milan non vinca più di quattro delle prossime sei partite.

Anche pareggiandone due, a fronte del filotto azzurro, il Napoli potrebbe vincere il campionato con un punto di vantaggio.

Ho descritto questo scenario per spiegare quanto sembrano pochi tre punti di ritardo e quanto invece conta, purtroppo, maledizione, quello svantaggio nei confronti diretti che portando di fatto a quattro punti il vantaggio dei rossoneri, comporta di fatto la necessità per gli azzurri di non sbagliare più un colpo fino a fine campionato o, in alternativa, di sperare in un black out dei rossoneri.

Diciamo che ragionevolmente è difficile immaginare che il Napoli le possa vincere tutte da qui alla fine, mentre, anche guardando la storia dei campionati di calcio, specie quelli a 18 e a 20 squadre (come questo) quando si arriva a fine aprile-inizio maggio, è facile vedere sia crisi psicofisiche importanti, sia straordinarie progressioni sul filo di lana e sono numerosi i precedenti di incredibili sconfitte contro squadre nettamente meno attrezzate, come avvenne agli stessi rossoneri in quel di Verona nel 1990, quando il Milan di Sacchi e Van Basten crollò di fronte ad un Verona derelitto e ormai retrocesso.

In fondo anche quest'anno, anche in queste ultime settimane, il Milan ha trionfato nelle partite sulla carta più difficili (Inter e Fiorentina) e ha perso la bellezza di cinque punti tra Bari (in casa) e Palermo (in trasferta), squadre che sulla carta il Milan avrebbe dovuto asfaltare.

Ecco quindi che fare previsioni e tabelle sul calendario appare davvero un esercizio al limite del ridicolo: sia il Milan che il Napoli potrebbero trovare inciampi nelle partite sulla carta più facili e scontate e superare indenni ostacoli alla vigilia magari considerati durissimi.

In fondo chi ha visto il finale di Udinese-Roma avrà riflettuto su come una stagione può cambiare in 30 secondi, quelli che possono separare una possibile vittoria da una bruciante sconfitta.

Quindi, in sintesi, potrà sembrar banale, ma quei quattro punti che ci separano dal sogno potrebbero essere tutto e niente, potrebbero essere un fardello che il Napoli potrebbe non riuscire a scrollarsi fino alla fine, ma anche una distanza che potrebbe essere recuperata facilmente: certamente il Milan che ho visto contro Inter e Fiorentina è una squadra non entusiasmante, ma molto solida. Dovrei a questo ribadire che la nuova perdita di Ibra potrebbe essere, come da me già pronosticato nelle settimane precedenti, un vantaggio (lo dissi per precise valutazioni tattiche che avevo fatto, osservando l'involuzione della manovra rossonera con Ibra in campo negli ultimi due mesi), ma stavolta questa nuova assenza, per come è maturata, potrebbe essere come un granello che inceppa un ingranaggio...e forse i rossoneri stavolta potrebbero risentirne.

Il Napoli appare a sua volta tornato in uno stato di grazia: smaltita la delusione dell'eliminazione in Europa e della sconfitta nello scontro diretto col Milan, gli azzurri hanno ritrovato, come gli osservatori più attenti avevano ipotizzato, condizione fisica straripante, non appena i campi sono tornati asciutti ed è ricominciato il caldo.

Le insidie sul cammino azzurro appaiono però numerose:

  • non sarà facile coltivare il sogno cercando di vivere, pensare e vincere una partita per volta
  • bisognerà fare attenzione ai cartellini: ad esempio a Bologna gli azzurri sono stati sommersi di cartellini e, nessuno se n'è accorto, Lavezzi è entrato in diffida e quindi basterebbe un solo cartellino giallo per toglierlo di mezzo da una delle ultime cinque sfide;
  • l'Udinese arriverà a Napoli inferocita per l'ingiusto finale di sabato sera con la Roma e, notizia di oggi, quasi certamente senza Sanchez ancora infortunato: Pozzo, il presidente dei friulani, parla di vento a favore degli azzurri, addirittura di una possibile "sudditanza" che potrebbe spianare la strada agli azzurri nel match di domenica a causa della eccezionale pressione del tifo azzurro già visto domenica scorsa a Bologna: personalmente ne dubito molto e, anzi, se tanto mi dà tanto, a fronte delle ingiustizie arbitrali subite sabato negli ultimi secondi di gara con la Roma, potrebbe essere esattamente il contrario!
  • gli azzurri, già domenica prossima, ma poi anche spesso negli ultimi turni di campionato, giocheranno già sapendo il risultato del Milan: in tutti i casi, vincenti o perdenti i rossoneri, sui nostri ragazzi le pressioni aumenteranno comunque e sebbene gli azzurri abbiano dimostrato più di una volta quest'anno, specie nelle ultime settimane, di riuscire a gestire tali pressioni, bisognerà scoprire quanto sia la soglia complessiva di sopportazione di questo tipo di subdolo stress.
In ogni caso ci apprestiamo a vivere uno straordinario finale di stagione.

In ogni caso, l'unica cosa per me davvero conta, è dire grazie a questi ragazzi, a questo allenatore, a questa società e anche ai tifosi che vedo ogni domenica gioire con me!

E' stato un anno meraviglioso, di quelli che nel mio intimo sognavo, sentivo come possibile (senza un motivo razionale e ragionevole), ma che, ragionando con la testa, mi portava a temere di perdere venti, trenta punti per quell'effetto Europa che spesso penalizza le stagioni di quelle squadre che non sono attrezzate per combattere ad altissimi livelli su più fronti.

Ma il Napoli è andato oltre: ha dato segnali importanti già ad agosto, ad Elfsborg,con i primi squilli di Cavani e da quel momento è stato un incredibile travolgente costante crescendo!

Non ho mai visto, non ricordo un Napoli (ma anche una qualsiasi altra squadra di club o nazionale) maturare in modo così esponenziale come ha fatto il Napoli di Mazzarri quest'anno e sinceramente più di una volta mi sono chiesto in questi giorni se questi ragazzi, il prossimo anno, saranno in grado di migliorarsi ancora.

Ecco perchè siamo ancora a due passi (falsi...del Milan) dal sogno e perchè crediamo in questo sogno: perchè quello che sta succedendo è unico e forse irripetibile...e quando nella vita si vivono momenti così è davvero tutto possibile.

L'importante, lo sto ripetendo a tutti, specie in questi giorni, è RICORDIAMOCI DA DOVE SIAMO PARTITI...

...se ricordiamo questo nessuna delusione potrà oscurare la nostra gioia anche laddove il sogno non dovesse realizzarsi, perchè, signori miei, un secondo o un terzo posto sono, quelli sì, davvero un meraviglioso scudetto!

domenica 10 aprile 2011

Serie A 2010-11: 32ª - Bologna-Napoli 0-2

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La nona di Mazzarri

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Il sogno di 20.000 cuori al Dall'Ara e di milioni sparsi per l'Italia e per il mondo si è realizzato.

Il Napoli risponde presente all'appuntamento con una prova di spietata maturità e concretezza e infrange altri record e tabù: nona vittoria in trasferta, prima vittoria di Mazzarri nella "sua" Bologna, primo gol di Mascara con la maglia azzurra (centesimo tra i professionisti!), gol numero 10 di Hamsik.

Il Bologna prova a giocare con grinta, non è affatto arrendevole come invece sabato scorso a Brescia, mette agonismo in campo ma poco più: gli azzurri dominano senza troppa fatica l'impeto agonistico degli avversari e alla prima vera occasione "matano" il Bologna anche senza il Matador... Mezzora di gioco e Pazienza apre con un sontuoso cambio di gioco verso un treno ad alta velocità chiamato Maggio, il quale affonda da par suo, pesca in area il Pocho che, pur non potendo arrivare ad indirizzare la palla verso la porta, la tocca di tacco disorientando Viviano che la smanaccia sui piedi di Mascara che di rapina chiude in porta.

Esplode il San Paolo...pardon! Il Dall'Ara quasi tutto azzurro sembra Fuorigrotta e la mazzata dell'ex catanese tramortisce un Bologna che poco ha mostrato anche prima del gol azzurro.

Imbambolati dal colpo, i bolognesi non riescono a creare alcun imbarazzo alla difesa azzurra e, quasi come il gatto col topo, un altro cambio di gioco, stavolta di Ruiz, pesca soli soletti, fianco a fianco, Hamsik e Lavezzi soli davanti a Viviano che sembrano quasi ostacolarsi a vicenda: Marek in uno dei suoi eccessi di altruismo che lo rendono unico, vuol far segnare il Pocho, che viene atterrato da Viviano. Rigore!

Marek sigilla la fine del primo tempo, la partita e, da un certo punto di vista (la storia ci dirà quale) il campionato azzurro, trasformando il 2 a 0 che rende la ripresa una lunga attesa del fischio finale.

Il Bologna prova a dare un senso alla sua presenza in campo, in parte ci riesce: Di Vaio, che nel primo tempo si è scornato invano contro Cannavaro, va a cercare fortuna dal lato di Campagnaro, certamente meno attento del capitano azzurro e qualche pericolo ne esce, ma l'attaccante bolognese oggi non riesce ad incidere come sa e quindi i ritmi si abbassano man mano che i minuti passano e il Bologna spreca quelle rare occasioni che gli capitano di tanto in tanto.

Gli ultimi 20 minuti sono quindi poco più che una passerella, un tuffo nella gioia, nell'entusiasmo di chi, come me, rivive emozioni lontane 20 anni che sembrano vicinissime e di chi, troppo giovane o non ancora nato allora, scopre per la prima volta la gioia e il significato di un Napoli che onora la maglia e la città, vince e sogna.

Sia ben chiaro: per me tutto questo è e resterà straordinario, leggendario, indipendentemente dalla classifica che leggeremo il 22 maggio alle 22.30. Un Napoli così, anch'io che ne ho visti tanti e qualcuno fortissimo, sembra diverso da tutti gli altri, forse simile, come idea e come logica di gioco, solo al Napoli "olandese" di Vinicio, magari meno spettacolare ma più concreto: di certo non si è mai visto una squadra con un carattere che sembra forgiato nell'acciaio, che non si arrende mai, che lotta, di spada e di fioretto, col cuore e con la classe.

Un posto in Champions (con 8 punti di vantaggio sulla quarta a sei giornate dalla fine) è già uno scudetto, da difendere già domenica prossima contro una inferocita Udinese! Grazie ragazzi, grazie Mister, grazie Napoli!

Le pagelle di Bologna Napoli

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De Sanctis: 7,5 - Totalmente inoperoso nel primo tempo. Nella ripresa un'uscita a vuoto di cui però Di Vaio non approfitta e tre paratissime su Di Vaio, Meggiorini e Rubin (la più difficile). Impedisce al Bologna di rientrare in partita.

Campagnaro: 6 - Si fa ammonire ingenuamente per una ingenua sortita offensiva nella quale si va a chiudere in un buco da cui ne esce con un fallo su Morleo. In difesa nel primo tempo non soffre particolari imbarazzi, ma nella ripresa si fa sorprendere un paio di volte da Di Vaio che per fortuna non fa danni.

Cannavaro: 7,5 - Attentissimo sul pericolo pubblico Di Vaio a cui non lascia un millimetro. I pericoli che l'attaccante del Bologna crea nella ripresa derivano dall'acume tattico di Di Vaio che va a cercar fortuna dal lato di Campagnaro, visto che dove c'è Paolo non passa nulla e nessuno.

Victor Ruiz: 7 - Prende un'ammonizione ingenua e altrettanto ingenuamente rischia l'espulsione, ma offre un cambio di gioco su cui pesca liberissimi Hamsik e Lavezzi lanciati verso la porta per il rigore del 2 a 0. Nella ripresa soffre pochissimo e gestisce il suo cartellino giallo con grande attenzione non creando nessun pericolo per sè e per i suoi.

Pazienza: 7,5 - Il  riscatto di Michele rispetto alle opache prestazioni degli ultimi tempi: attento e sempre nel vivo del gioco, offre un sontuoso cambio di gioco a Maggio che dà il via all'azione del vantaggio azzurro. Poi ordinaria amministrazione e un altro sontuoso cambio di gioco che pesca di nuovo Hamsik davanti a Viviano.

Yebda: 7 - Il suo fisico si sente, presente ovunque. Nella ripresa conferma il suo stato di grazia chiudendo tutti i varchi e concedendosi due tunnel di lusso che strappano ammirazione e applausi nello stadio tutto azzurro di Bologna.

Maggio: 7,5 - Sontuosa prestazione, asfalta campo e avversari con progressioni feroci, devastanti da una delle quali nasce il gol dell'1 a 0. Nella ripresa anche lui gestisce partita ed energie con la forza dell'ordinaria amministrazione.

Dossena: 7,5 - Anche lui mette ferocia agonistica, attacca spazi e avversari, difende e riparte, mette in difficoltà Buscè costringendolo a una trattenuta galeotta in area non vista dal modesto Orsato. Nella ripresa continua a spingere e difendere, con immenso spirito di sacrificio.

Mascara: 7 - Conferma le impressioni ottime lasciate domenica scorsa negli ultimi minuti del match con la Lazio. Ci mette anche lui tecnica e feroce agonismo, sapendo di vivere l'occasione della vita e giunge puntuale all'appuntamento con la storia da vero opportunista dell'area di rigore.

Zuniga: 6,5 - Entra al sessantesimo per compattare ancor di più la fase difensiva e congelare il gioco: missione compiuta con tranquillità e consumata esperienza.

Lavezzi: 7 - Crea il panico nella difesa rossoblù tanto che basta un colpo di tacco malandrino per mandare in tilt la difesa felsinea e agevolare il gol di Mascara. Poi si invola solo soletto con Hamsik per l'azione che porta al rigore del 2 a 0. Nei suoi occhi si rivede la ferocia mancata domenica scorsa per la stanchezza dei viaggi intercontinentali per la nazionale.

Lucarelli: SV - Entra all'86' per dare fiato al Pocho e per poco non si trova su un assist di Zuniga in contropiede, anticipato da Viviano.

Hamsik: 7 - Altruista fin quasi all'autolesionismo, prima con un colpo di testa ad agevolare Maggio pur essendo lui stesso in posizione favorevolissima per battere a rete, poi con l'azione del rigore dove cerca di far segnare il Pocho. Comunque un vero uomo squadra. Lascia il campo sfinito al 76'.

Gargano: SV - Stavolta non incide più di tanto: occupa spazi a centrocampo, ma appare quasi spaesato tra la voglia di attaccare tutti gli avversari in pressing e la necessità di abbassare i ritmi e congelare il gioco.

Mazzarri: 9 - Nove, come le vittorie in trasferta di quest'anno. Un'altra sinfonia azzurra. Con tantissime pressioni, prepara mentalmente e tatticamente al meglio i suoi uomini che appaiono tutti perfettamente inquadrati nei ruoli e feroci nei frangenti che contano. Oculati e tempestivi i cambi.

Arbitro: Orsato: 5 - Come Banti la settimana scorsa, vuole essere protagonista a tutti i costi, ma:
  • non vede due dubbie trattenute di Portanova su Lavezzi e Buscè su Dossena
  • ammonisce Morleo per un'entrata assassina su Maggio che avrebbe meritato il rosso diretto
  • ammonisce Viviano per il fallo sul Pocho che stava entrando in porta col pallone (più chiara occasione da gol di quella quale sarebbe???)
Ammonisce però a mio avviso giustamente Campagnaro, Ruiz, Mascara e Lavezzi (quest'ultimo per un intervento con piede a martello). Ripresa di tutto riposo, grazie alla totale superiorità degli azzurri, che sfatano anche il tabù Orsato.

Mazzarri al Chiambretti Night

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