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lunedì 3 ottobre 2011

Inter Napoli e la truffa del 1971

Forse ad alcuni di voi la storia è stata antipatica o indigesta quando andavate a scuola...scusatemi, ma a me invece è sempre piaciuta molto perchè siccome noi esseri umani abbiamo poca memoria e pensiamo che quello che accade in questo mondo è sempre nuovo e unico, la storia invece ci fa capire come certe cose si ripetano a distanza di anni o di secoli o di millenni e, talvolta la cosa è ancora più divertente, si ripete a parti invertite.

Ieri sera, durante la bellissima trasmissione di Umberto Chiariello su Canale 21, Campania Sport, di cui non perdo una puntata, Gianni Improta, il Baronetto di Posillipo, campione azzurro degli anni '70, ricordava un episodio che chi era presente quel giorno a San Siro ricorda benissimo, tanto che oggi anche il presidente del Napoli di allora, Corrado Ferlaino, lo ha ricordato a Radio Marte.

L'episodio risale alle ultime giornate del campionato 1970-71: chi vi scrive aveva meno di due anni e all'epoca ancora nemmeno si rendeva conto di dove si trovava, ma in quel campionato il Napoli, che annoverava campioni come Altafini, Zoff, lo stesso Improta (allora giovanissimo), Bianchi, Sormani e altri ancora, lottava punto a punto con l'Inter per lo scudetto.

Si arrivò a metà circa del girone di ritorno con la sfida di San Siro che vedeva il Napoli secondo distanziato di un solo punto dall'Inter.

La storia (buffa davvero, fino a un certo punto...) narra di un Napoli che chiude in vantaggio il primo tempo per 1 a 0 e di un'Inter in inferiorità numerica per l'espulsione di un proprio giocatore.

Arbitro era anche allora un internazionale, Gonella, che sette anni dopo, nel giugno del 1978, avrebbe arbitrato la finale del campionato del mondo tra i padroni di casa dell'Argentina e la mitica Olanda degli anni '70 seppur priva di Cruyff.

Tornando a quel giorno a San Siro, i protagonisti di allora raccontano di grida altissime durante l'intervallo provenienti dagli spogliatoi dell'arbitro, invaso da alcuni dei più importanti giocatori dell'Inter e addirittura dal presidente Fraizzoli.

Sarà un caso ma, ricorda Improta, l'Inter ebbe in dono un incredibile rigore dopo pochi minuti della ripresa e, col Napoli che non riusciva più a uscire dalla sua metà campo, una serie infinita di fischi a favore che portarono ad una punizione terminata in gol con una (dobbiamo dirlo!) delle rare "papere" del leggendario Zoff.

Certo, come ho scritto in altre occasioni su questo blog, una volta c'erano meno partite in diretta e meno telecamere, per cui era più difficile osservare arbitraggi poco "convincenti", ma le poche immagini di quel gior no che potete vedere nell'articolo pubblicato oggi da Tuttonapoli.net parlano chiaro sulla "disonestà" di quel rigore (che tra l'altro si sarebbe dovuto ripetere, anche quello, per rincorsa irregolare!!!)


Ma poi, oltre a quell'episodio, quante altre volte, nella sua storia, il Napoli è uscito ingiustamente a mani vuote dagli stadi di Milano e di Torino (sponda Juve) per decisioni a dir poco...discutibili?

E quante volte siamo stati accusati di essere "i soliti napoletani piagnoni e vittimisti"?

Come disse giustamente un tale, la storia viene scritta sempre dai "vincitori" e se l'Italia oggi è ridotta così è forse anche perchè una sua parte è stata sempre considerata poco più che una "colonia": il nord ha sempre avuto i mezzi di comunicazione più importanti, la voce più alta per far valere le proprie ragioni (oggi Ferlaino ricordava quanto vendevano ai suoi tempi giornali a tiratura nazionale come La Gazzetta, il Corriere della Sera o il Giorno, rispetto alla limitata eco di un giornale in fondo "locale" come il Mattino): ancora una volta, oggi come ieri, al nord non si fa del vittimismo, ma si tutelano i propri interessi, mentre quando le stesse accadono a noi, si sostituisce l'espressione "tutela dei propri interessi" con la semplice e offensiva parola "vittimismo".

Purtroppo è così: la storia, e soprattutto la scelta delle parole con cui viene scritta, la fanno sempre i vincitori...ma speriamo che da questo sabato la storia,e le parole per raccontarla, stiano per cambiare...

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