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giovedì 31 dicembre 2009

Uagliù! Nun facit ' strunzat !!!

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Lo so che il titolo è forte! Ma ritengo questo spot "anti-botti" troppo "leggero" e soprattutto tardivo! Non si può mandare uno spot per i botti di capodanno in una città come Napoli il giorno prima per il giorno dopo...

E poi va bene la scelta di Quagliarella, ma mi sarebbe piaciuto vedere un Fabio meno ingessato, più disinvolto, che magari avesse parlato in dialetto e in modo forte, come quando spara a rete le sue bordate, a brutto muso, dicendo una frase forte, come quella con cui ho intitolato questo post e magari presentando lui stesso le immagini di cosa significa fare ...'na strunzata.

E magari parlando direttamente ad uno scugnizzo e dirgli: "Uagliò! E nun pazzià ch'è bott n'terr!!"

Insomma, una comunicazione molto più forte, confidenziale ed immediata soprattutto a beneficio delle prime vittime dei botti che sono i bambini e i ragazzini.

Però non voglio fare la parte di quello che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto! Meno male che c'è questo spot e meno male che c'è Fabio a sostenerlo, sperando che la sua pur non "convinta" interpretazione aiuti a salvare anche solo una vita e un futuro.

Se poi qualcuno vuol fare "lo stronzo" a tutti i costi, pensando che "tanto non può toccare a me!", come dice il nostro Cardinale "a Maronna v'accumpagn!".

...ma poi non vi lamentate se vi rovinate la vita così!

I fuochi sono una meravigliosa invenzione, ma lasciamo quelli pericolosi nelle mani dei professionisti!

Speriamo bene! Speriamo di metterci alle spalle questo 2009 per molti orribile, ma non rendiamo il 2010 ancora più orribile, cominciandolo in un pronto soccorso!

Uagliù! ...na vota tant...nun facit ' strunzat !!!

Un abbraccio a tutti e forza Napoliiii, nel 2010 sempre più forteeee!!!

lunedì 28 dicembre 2009

Brevi sotto l'albero...

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In questo clima di festività natalizie, voglio condividere con voi alcune notizie particolarmente interessanti legate al "mondo azzurro".
  • Mercato
Sebbene il mercato parta con l'alba del nuovo anno, è difficile immaginare movimenti in entrata prima del 10 gennaio per alcune ragioni:
  1. il Presidente ha dichiarato che vorrà seguire in prima persona il mercato e ciò non accadrà prima del suo rientro in Italia (previsto appunto interno al 10 gennaio);
  2. per questo mercato ci sarà molta attenzione ai movimenti in uscita: la priorità sarà di sfoltire la rosa e ciò potrebbe ulteriormente rallentare le acquisizioni;
  3. se il Napoli punta davvero a Ledesma, forse gli converrà aspettare (come nel caso Pandev) il pronunciamento arbitrale che dovrebbe svincolarlo dalla Lazio, e che dovrebbe avvenire dopo l'11 gennaio.
Quindi avremo tempo per commentare i movimenti di mercato: dico solo che sarei molto perplesso (per non dire contrariato) se dovessimo cedere Cigarini e Zuniga! Spero che, se ciò dovesse accadere, si tratti solo di prestiti, ma spero che rimangano perchè potrebbero tornare preziosissimi nella seconda metà del torneo in caso di cali di rendimento o infortuni dei vari Gargano, Pazienza e Maggio.
  • La morte di Chiappella
I quarantenni come me erano troppo piccoli quando il mister resse le sorti della guida tecnica del Napoli tra il 1968 e il 1973, entrando tra i Top Ten di tutti i tempi per numero di presenze sulla panchina del Napoli e collezionando ben 125 presenze consecutive in campionato.

Oggi a Radio Marte l'Ing. Ferlaino lo ha ricordato con grande affetto, paragonandolo per qualità umane e professionali (tecnico semplice e concreto, forse più tradizionale e difensivista) ad Eddy Reja, giusto per dare un'idea ai tifosi più giovani di che pasta fosse l'uomo e il tecnico e ricordando una celebre partita-truffa arbitrata da Gonella (che poi avrebbe arbitrato la finale tra Argentina e Olanda ai mondiali argentini del '78) a San Siro nel '71 contro l'Inter che sbarrò agli azzurri la strada verso il primo scudetto.

Ferlaino ha inoltre ricordato l'affetto di quest'uomo per la nostra città e per i napoletani. Mi fa quindi piacere dedicargli un pensiero affettuoso anche in questo blog nel quale chi ha servito con onore il Napoli viene ricordato e onorato! Grazie Mister! Che la terra Le sia lieve!
  • Hamsik nella Top 11 2009 di Sky
Il giovane talento slovacco è stato votato dai telespettatori di Sky Sport 24 come miglior mediano di sinistra del campionato. Un premio simbolico per un campione sempre più decisivo nella crescita azzurra. Complimenti Marek e continua così!
  • Coppa Italia: quarti di finale (gara unica) tra il 20 e il 28 gennaio
Se il Napoli dovesse superare l'ostacolo Juve (a Torino, il 13 gennaio) sarebbe subito chiamato ad un altro impegno durissimo il 28 gennaio a San Siro contro l'Inter (che ha già ottenuto la qualificazione ai quarti battendo il Livorno). Si prospetta dunque, tra mercato e impegni agonistici, un gennaio di fuoco...e speriamo che ci troveremo a lamentarci per i troppi impegni...significherebbe che il 13...
  • Anticipi/Posticipi serie A
Definiti per le prime quattro giornate. Il Napoli giocherà:

- in posticipo la 1ª giornata domenica 17 alle 20.45 al San Paolo contro il Palermo;
- in anticipo la 3ª giornata sabato 30 alle 20.45 al San Paolo contro il Genoa (posticipo che verrebbe meno nel caso in cui il Napoli si qualificasse per i quarti di Coppa Italia contro l'Inter, che si disputerebbe il giorno 28).
Mi piacerebbe che avessimo il problema di dover gestire questi due impegni ravvicinati... Magari! Vedremo!
  • 62º Torneo giovanile di Viareggio
Finalmente quest'anno il Napoli torna al torneo di Viareggio: anche questo è un segnale importantissimo di rinascita per il nuovo Napoli di De Laurentiis che finalmente schiera una rappresentativa giovanile al più importante torneo per club al mondo!

Il Napoli è stato inserito nel girone 12 assieme a:

- Fc Kallon (Sierra Leone)
- Parma
- Chivas Guadalajara (Messico)

La critica dice che il girone è abbordabile, sinceramente non sono in grado di esprimere un giudizio in tal senso. Il Napoli ha vinto una sola volta, alla fine degli anni '70, questo torneo, schierando una squadra che avrebbe in molti suoi elementi partecipato alla vittoria del primo scudetto azzurro.

Quest'anno il torneo è riservato ai giovani nati tra il '90 e il '94 e annovera ai nastri di partenza 48 squadre di club provenienti da 5 continenti...un torneo durissimo! Forza ...azzurrini! Vi seguiremo con affetto a febbraio!
  • San Paolo, erba di casa mia!
La ditta Marrone, che manutiene il prato del San Paolo da diversi anni, approfitterà della sosta natalizia per effettuare un ennesimo intervento-tampone per migliorare la qualità del manto erboso (che i più accorti di voi avranno visto insidioso e irregolare in occasione dell'ultimo incontro casalingo col Chievo).

Il titolare ha però già annunciato che sarà necessario pianificare di concerto col Comune un totale rifacimento del manto erboso (sarebbe la prima volta dai mondiali del '90) approfittando della lunga pausa tra la fine di questo campionato e l'inizio dell'attività agonistica della prossima stagione (previsto per la prima settimana di agosto del 2010).

L'intervento sarebbe necessario in quanto:
  1. richiede un tempo di circa 70 giorni lavorativi;
  2. in caso non venisse effettuato, la qualità del terreno di gioco per la stagione 2010-2011 potrebbe diventare disastrosa.
Il rifacimento totale costerebbe 500.000 euro ma si tratterebbe di un intervento una tantum che non sarebbe necessario, con una buona manutenzione ordinaria, ripetere per molti anni successivi.

Se si evitasse questo intervento semplicemente ripiantando l'erba, si spenderebbero "solo" 200.000 euro, ma poi lo stesso intervento di rifacimento (con relativi costi) dovrebbe essere ripetuto minimo una volta all'anno.

Speriamo bene, anche perchè una squadra sempre più tecnica e una società sempre più ambiziosa meriterebbero un terreno di gioco all'altezza.

* * *

Questo è quanto, per ora!
Un abbraccio e tanti auguri a tutti voi! A presto!

domenica 20 dicembre 2009

Napoli forza 10!

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Il Napoli regola con fatica sia un Chievo indomabile sia (parzialmente) i conti con la fortuna, riprendendosi in parte ciò che nelle scorse settimane la fortuna gli aveva tolto.

In verità chi mi conosce sa che non credo tanto nella fortuna e nella sfortuna, nel senso che l'una e l'altra sono il frutto della qualità del lavoro.

Il Napoli ha vinto oggi perchè ha saputo soffrire, ribattendo colpo su colpo le iniziative di un Chievo che ha mostrato in campo l'organizzazione tattica e la combattività che mi aspettavo alla vigilia, ma ha anche dimostrato quei limiti tecnici che, al di là di superficiali attribuzioni alla dea Fortuna, rappresentano uno dei motivi per cui il Napoli è uscito indenne da questa giornata.

Francamente se oggi avessimo avuto di fronte una squadra con la stessa organizzazione tattica e la stessa grinta ma con valori tecnici appena superiori, difficilmente staremmo qui a parlare di una vittoria azzurra.

Quindi vietato esaltarsi! La vittoria di oggi è importantissima perchè allunga la strepitosa serie di Mazzarri (gli statistici dicono che l'ultima serie di 10 partite utili consecutive risaliva al Napoli di Vinicio 1974-75): 20 punti in 10 partite, 5 vittorie e 5 pareggi, una media (da Champions) di 2 punti a partita, un sesto posto in classifica a un punto dalla zona Champions, che vale nonostante le numerose partite rinviate per neve o gelo (che non avrebbero comunque permesso, anche se giocate, di portare altre squadre sopra l'attuale posizione degli azzurri.

Con la partita di oggi si chiude un 2009 che, nella recente storia del Napoli di De Laurentis, possiamo considerare come l'anno della crisi di crescita, l'anno dell'adolescenza di una società e di una squadra che, dopo l'esplosione del 2008, vissuto con la chiusura trionfale del primo campionato di serie A dopo tanti anni di umiliazioni e il grande palcoscenico europeo della sfida col Benfica, persa di un soffio per inesperienza, ha vissuto un anno in cui ci si aspettava una ulteriore crescita e maturazione della squadra e che invece ci ha ricordato, con il suo incredibile crollo del girone di ritorno, quanto nei suoi elementi portanti, sia ancora giovane e debba maturare.

Ancora all'inizio di quest'anno solare, il Napoli sembrava lanciato in zona Champions. Poi, l'esonero di Reja, la crisi societaria e di squadra che questo blog ha cercato di documentare e commentare sempre con grande scrupolo e altrettanta passione, la mancata rivoluzione di primavera, con l'arrivo di Donadoni nella parte della "rondine solitaria" (che appunto non fa primavera), che ha portato soltanto 11 punti nelle ultime 11 partite dello scorso campionato, un mercato iniziato con una campagna acquisti dapprima sfavillante e poi improvvisamente arenatasi dietro i dissapori tra presidente, direttore generale e tecnico, una campagna cessioni quasi disastrosa, che ha tenuto in rosa giocatori pressocchè inutili e ha lasciato andar via giocatori che oggi, pur con gli ottimi risultati che stiamo ottenendo, ci mancano tanto (penso soprattutto a uno come Blasi), un inizio di campionato sempre più simile, nei risultati e nella mantalità, al Napoli grigio e depresso della primavera (7 punti in 7 partite), e poi...

...e poi la grande rivoluzione di ottobre: il divorzio, auspicato da questo blog e da molti altri, con Marino, l'esonero giusto e giustificato di Donadoni, l'arrivo di Bigon e Mazzarri, la riapertura di "casa Napoli" alla stampa, all'ambiente e alla città e una nuova vita che ha permesso agli azzurri di rimettere in sesto (posto) un campionato che sembrava totalmente compromesso, dando un senso ad un'annata che si avviava non solo al fallimento dei sognati traguardi europei, ma che, vista la totale apatìa della squadra, mi metteva il terrore addosso di dover rimanere addirittura invischiati in una assurda lotta per non retrocedere.

Complice l'incredibile equilibrio di questo torneo, il Napoli, riuscendo in un'impresa che va definita straordinaria proprio per l'equilibrio delle forze attualmente in campo, macinando una serie utile lunghissima, è riuscito a riportarsi in piena lotta per l'Europa.

Superata dunque questa crisi di crescita? Cosa ci riserverà il prossimo anno? Una nuova delusione? Una qualificazione in Europa League? O addirittura...?

Difficile dirlo ora: ci aspetta una lunga pausa natalizia, che speriamo aiuti a recuperare la forma di alcuni uomini lontani da tempo dalla ribalta (Santacroce) o che oggi hanno dimostrato di aver bisogno di riposo, ci aspettano due mesi (gennaio e febbraio) tradizionalmente negativi per una squadra che ha un "telaio" fatto di uomini leggeri che, si è visto sul campo pesante di oggi, fanno molta fatica nei mesi invernali (come i risultati degli anni scorsi dimostrano), ci aspetta un mercato in cui si spera il Napoli riesca a piazzare quel paio di colpi "giusti" (non è facile a gennaio) che possano dare più spessore, anche fisico, alla squadra e colmare le lacune che si sono viste, pur nella lunga ed eccezionale serie positiva, per poter "tenere" il "ritmo-Europa" fino in fondo ad un torneo lunghissimo e che nei mesi di marzo e aprile scaverà probabilmente solchi e differenze di rendimento e punti ad oggi inimmaginabili.

Per il momento c'è solo da essere soddisfatti per come il Napoli sia riuscito a ribaltare totalmente la tendenza di questo campionato e goderci una classifica finalmente consona ai nostri sogni e alle nostre ambizioni.

Tornando alla partita di oggi, si sono viste molte situazioni che confermano molti punti della mia analisi fatta domenica scorsa, all'indomani della folle partita di Cagliari:
  1. Aronica: oggi non commette gli stessi errori di Cagliari, ma, nella stessa posizione di centrale di sinistra, appare di nuovo poco convincente, per giunta non agevolato dalla presenza di Zuniga a sua volta fuori posizione. Nel secondo tempo si schiera al posto di Zuniga, lasciando il suo posto di centrale a Contini e dimostra di trovarsi maggiormente a suo agio. Comunque conferma di essere tatticamente importante più come esterno di centrocampo, che come centrale.

  2. I centrali difensivi: di nuovo tutti ammoniti oggi! Campagnaro, Contini, Aronica e Cannavaro (che infatti salterà per squalifica Atalanta-Napoli del prossimo 6 gennaio). La questione è pressocchè ignorata da tutta la critica, ma rischia di essere un problema quando le diffide e le squalifiche diventeranno più frequenti per l'accumularsi dei cartellini. Visto che Santacroce sembra lontanissimo dal rientro, forse l'acquisto di un ulteriore centrale sarebbe necessario.

  3. La tenuta dei mediani: oggi il Napoli ha veramente sofferto, nonostante, sia chiaro, Gargano e soprattutto Pazienza, hanno disputato una notevole prestazione. Non è loro demerito, ma con i campi pesanti e il progredire del campionato, diventa fondamentale poter contare su alternative valide che mettano in campo prestanza fisica abbinata a buona tecnica e tattica. Anche qui urge almeno un intervento nel prossimo mercato.

  4. Gli esterni: sono "contento" perchè finalmente (forse) Mazzarri avrà capito che Zuniga esterno a sinistra è spre-ca-to! Zuniga DEVE giocare a destra, come preziosa e valida alternativa a Maggio. Lo sto scrivendo da agosto e non mi stancherò di scriverlo, come non mi stancherò di scrivere che questo è un patrimonio da salvaguardare perchè il colombiano è valido e io credo nel valore di questo giocatore. Spero che il nuovo anno illumini finalmente il tecnico e che si crei una concorrenza con il (a mio avviso) troppo utilizzato Maggio che farebbe soltanto il bene del Napoli e che si lasci la soluzione del "problema" a sinistra all'imminente mercato di gennaio.

  5. Quagliarella e l'assetto offensivo: per come si è messa la partita oggi si è sentita l'assenza di Lavezzi, ma si è anche vista l'importanza del Tanque che ha schiantato la difesa veronese aprendo la strada (letteralmente) alla vittoria azzurra. E si è visto che, se Quagliarella deve muoversi da prima punta, deve essere aiutato dalla squadra, come ha fatto splendidamente il "miracolo Mariano" in occasione del 2 a o con un assist in profondità da antologia, 'na malatia da grande campione a cui si è aggiunta l'altrettanto pregevole prodezza di Don Fabio con lo stop volante di petto a tagliar fuori l'intervento del difensore veronese.
Il Napoli dunque anche oggi ha alternato cose buone a pause preoccupanti, che hanno tenuto tutti i tifosi col fiato sospeso fino al raddoppio liberatorio di Quagliarella. Ora si va alla pausa natalizia: speriamo che la squadra si faccia trovare pronta per la difficilissima trasferta di Bergamo e che la società si faccia trovare pronta per l'apertura del mercato. E' vero che il mercato termina il 31 gennaio, ma riuscire a concludere presto gli acquisti giusti (oltre le tanto auspicate cessioni), significa poter dare più tempo per far integrare i nuovi nello spogliatoio e in campo.

A tutti voi che seguite questo mio piccolo "tributo di passione" dedicato al nostro Napoli, gli auguri per un 2010 in cui ci assista la salute e la pace per le nostre famiglie.

Ma restate sul blog, perchè anche durante la pausa natalizia, non mancheranno commenti e riflessioni.

Nel frattempo...Forza Napoli!

Napoli-Chievo, emozioni e interviste

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Serie A 09/10 - 17ª - Napoli-Chievo 2-0

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)

domenica 13 dicembre 2009

Salto di qualità...cosa manca...

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Campionati così livellati si vedevano a volte negli anni '80, quando tante squadre, Napoli compreso, ambivano alle posizioni più alte di classifica anche se la qualità degli interpreti, allora, era molto superiore a quella di oggi per una semplice ragione: in Italia, forse per effetto della vittoria dei mondiali dell'82 e per uno scenario economico completamente diverso da quello di oggi, ogni squadra vantava giocatori di primo livello e quindi ogni partita presentava motivi tecnici e spettacolari stimolanti.

Poi, per carità, anche allora ti poteva capitare di vedere partite brutte o orrende, ma certo vantavamo protagonisti di valore assoluto, distribuiti in molte squadre.

Oggi il campionato è livellato, ma il livello medio è più basso: non tutti i campioni sono qui, anzi: l'ultimo Pallone d'Oro dimostra che in questo momento il campionato italiano offre motivi tecnici di minor richiamo rispetto ai campionati inglese e spagnolo.

Però a differenza dei campionati di metà decennio, si è creato un equilibrio medio talmente spiccato che in pochissimi punti si scalano in salita o in discesa non due o tre posizioni, ma addirittura sei, sette, otto posizioni.

Con la stentata vittoria su una delle squadre più deboli del campionato (il Bologna), il Parma sembra consolidare incontrastato il suo quarto posto ed è l'unica a vincere in zona Champions, dove Milan e Juve perdono e l'Inter pareggia sempre contro una pericolante.

Per il resto, la "regia" del campionato si diverte a frenare con tanti pareggi le squadre che sono leggermente più avanti e concedere vittorie a squadre leggermente attardate come Bari, Chievo e Palermo per cui si crea una colossale mischia dal quinto posto in giù che ricorda classifiche in genere viste nelle prime due, tre giornate in cui più o meno tutte le squadre sono lì.

Roma 25
Sampdoria 25
Bari 24
Chievo 24
Fiorentina 24
Genoa 24
Napoli 24
Cagliari 23
Palermo 23

Senza dimenticare due squadre in profonda crisi tecnica, ma con valori che a tutt'oggi non posso essere sottovalutati come Udinese (18) e Lazio (16), che, con una serie positiva al momento non prevedibile, ma non impossibile, potrebbero ambire a rientrare nel gruppone.

E' difficile ipotizzare che questo equilibrio possa mantenersi come oggi fino alla fine del torneo: in genere tra la fine del girone d'andata e l'inizio del girone di ritorno e poi in seguito nel cambio stagione dall'inverno alla primavera, si assistono a squadre che imbroccano lunghe serie positive e altre che "crollano" per cui la classifica tende progressivamente a sfilacciarsi.

Per ora, a parte l'Inter, ci sono pochissime serie positive "lunghe" e una di queste è proprio quella del Napoli, giunto a 4 vittorie e 5 pareggi...e già questa si può considerare un'impresa, specie cnsiderando la terribile partenza ad handicap che sembrava aver compromesso i traguardi stagionali.

Ora però siamo in una situazione in cui, pur vantando una serie positiva ragguardevole, siamo come se fossimo ad inizio torneo, ossia tutti insieme lì in una immensa bagarre dove una domenica puoi essere lanciato verso la Champions e l'altra, anche senza perdere, ti puoi ritrovare nel ventre molle della classifica.

Al momento sono piccoli dettagli che stanno determinando gli equilibri ed è quindi sui piccoli dettagli che ogni squadra che ambisce all'Europa, come anche il Napoli, deve cominciare a lavorare duro.

La partita di ieri, pur nella sua folle e apparentemente inspiegabile progressione, letta a mente fredda, svela una serie di dettagli tecnico-tattici su cui Mazzarri deve cominciare a prestare molta attenzione e deve cercare di mettere ancora più coraggio, più di quanto finora ne abbia già tirato fuori.

Cerco di sintetizzarli per punti, non necessariamente per ordine di importanza...anche perchè sono tutti punti a mio avviso importanti.

1. Il ruolo di Aronica.

Premettiamo che Mazzarri ha fatto giocare ieri Aronica centrale di sinistra nella difesa a tre non per scelta, ma per necessità, visto che la foltissima schiera di centrali in rosa (da alcuni improvvidamente ritenuta eccessiva ad inizio stagione) era praticamente decimata da squalifiche (Rinaudo e Contini) e infortuni (Campagnaro e Santacroce).

Aronica però non può essere considerato utile come centrale difensivo: già da laterale denota a volte sbavature e distrazioni nella fase difensiva, ma in quella posizione producono meno danni di quanti gli stessi errori di scarsa attenzione nella marcatura possano procurare quando viene schierato da centrale.

Il gol di Larrivey (attaccante che farebbe fatica anche in serie B), dove Aronica rimane immobile di fronte ad un elementare movimento che qualunque attaccante impara subito nelle scuole calcio, e poi quello di Matri dimostrano che in area di rigore Aronica è spesso un pericolo per noi.

Non dimentichiamo il rigore a Parma, favorito anche d una ingenuità del difensore palermitano, la stessa tirata di capelli a Lanzafame, sempre a Parma, il fallo nella partita in casa col Milan sullo 0 a 2 sulla linea dell'area di rigore che un arbitro meno attento avrebbe potuto chiamare come rigore e tanti altri falli, falletti e trattenute in posizioni pericolose del campo.

Non voglio "demolire" Aronica, che, nel quadro tattico di Mazzarri è un fattore di equilibrio fondamentale SE schierato come laterale sinistro a centrocampo del 3-4-3, ma ieri si è avuta la riprova che a questi livelli è troppo rischioso schierarlo come centrale difensivo nella difesa a 3.

Allora, si dirà, che problema c'è? E' stata un'emergenza assoluta che non si ripeterà in futuro. Ma ne siete proprio così sicuri? Se leggete il prossimo punto, comincerete a dubitarne anche voi...

2. La rosa dei centrali difensivi

Visto che Campagnaro si ferma spesso e Santacroce sta avendo problemi uno dietro l'altro che fanno prevedere ancora periodi di lunga indisponibilità e considerando che i centrali stanno accumulando tantissime ammonizioni, a prescindere dai limiti tecnici (a mio avviso nella media) che possono avere i nosti centrali, non sottovaluterei la possibilità di acquisire, se possibile, un centrale di esperienza.

La mia non è una questione di carenze tecniche del gruppo dei centrali (intendo Cannavaro, Contini, Campagnaro, Santacroce, Grava e Rinaudo), ma di possibili problemi numerici che potremmo avere nella seconda metà della stagione laddove dovessero perdurare i problemi fisici di Campagnaro e Santacroce e quelli disciplinari, viste le tantissime ammonizioni, degli altri.

Ecco quindi che un intervento, uno solo, sul mercato, non sarebbe da sottovalutare...se ne stanno accorgendo Mazzarri, Bigon e l'area tecnica di quante ammonizioni si stanno caricando i centrali che giocano più spesso?

Vogliamo essere costretti a rischierare Aronica o chi per lui centrale, come è successo ieri?

3. La tenuta dei mediani

Questo tema l'ho già affrontato nel commento post-partita: calati i due centrali, Gargano e Pazienza, autori di una prestazione "mostruosa" per 75 minuti (oltre a Maggio sulla fascia), il Napoli è andato in grosse difficoltà in fase difensiva.

Premesso che non è umanamente pensabile che Gargano e Pazienza possano giocare sempre a questi livelli, o il tecnico decide di puntare maggiormente, anche talvolta schierandoli titolari, su Cigarini e Bogliacino oppure ci sono da fare uno/due interventi sul mercato.

Si parla molto in questi giorni di uno scambio di prestiti tra Cigarini e Ledesma (personalmente sarei contrarissimo ad una cessione definitiva di Cigarini che considero un patrimonio importante del Napoli del futuro) e un possibile ritorno di Blasi, che sembrerebbe gradito allo stesso giocatore.

Sarebbero due acquisizioni a mio avviso molto importanti per far crescere il tasso qualitativo e agonistico della squadra, restituendole quel nerbo che, pur nelle loro ammirevoli prestazioni che stanno veramente stupendo tutti, Gargano e Pazienza non potrebbero mai garantire (ma credo nessuno al loro posto!) per tutte le partite a venire, 90 minuti su 90.

4. Gli esterni

Anche per Maggio vale lo stesso discorso di Gargano e Pazienza: ogni tanto, per quanto straripanti le sue doti atletiche (il giocatore sta disputando un campionato eccezionale), meriterebbe un po' di riposo e ieri, visto l'ingresso di Datolo, sarebbe stato utile togliere proprio Maggio passando Zuniga a destra. Credo, insomma, che Mazzarri, dovrebbe ricominciare a valorizzare il colombiano e creare una maggiore alternanza tra quest'ultimo e Maggio.

Ieri nella fase di rimonta del Cagliari si è rivisto il Maggio fragile e poco agonista che ha contraddistinto molte delle sue prestazioni esterne dello scorso anno.

Ma per il modulo del Napoli (Genoa docet) gli esterni non possono permettersi troppi cali di rendimento, perchè altrimenti la fase difensiva della squadra comincia a soffrire maledettamente.

Passiamo a sinistra, il ruolo dove è impensabile non intervenire. Aronica sta facendo ottime cose in quel ruolo, ma per lui vale lo stesso discorso di Pazienza e Gargano. Zuniga non è un'alternativa credibile e, anzi, sarebbe prezioso recuperarlo nel suo ruolo naturale a destra in alternativa a Maggio. Dunque un acquisto di livello sulla sinistra, con l'alternativa Aronica, risolverebbe gli atavici problemi su quel lato.

Fossi Mazzarri rinuncerei a "torturare" ancora Zuniga su quella fascia che, come ho appena scritto, potrebbe tornare prezioso come alternativa di lusso a Maggio sulla destra... il che vuol dire: nessuno tocchi Zuniga a gennaio! Lo voglio nel Napoli e lo voglio sulla fascia destra a giocarsi il posto con Maggio!

5. La posizione di Quagliarella e l'assetto offensivo.

Ieri le prestazioni di Denis (co-autore del gol di Bogliacino) e Quagliarella, nonchè le rispettive nemmeno tanto velate dichiarazioni in settimana, alla presentazione del calendario del Napoli, hanno dato la controprova che il Napoli ha bisogno di una prima punta di peso e che Fabio ha bisogno di un uomo che gli crei spazi e gli levi difensori di torno.

Questo non significa che Lavezzi sia inutile, anzi proprio ieri ha dato un saggio delle sue grandi potenzialità, ma l'assetto offensivo necessita di maggiore incisività in zona gol.

Certo qualcuno potrebbe obiettare che ieri il Napoli, senza Denis in campo, ha costruito moltissime occasioni da gol. E' vero, giusto, ma Lavezzi dopo il gol non ha creato altre occasioni da rete, mentre Fabio ha trovato solo un paio di tiri non pericolosi e un gol in evidente fuorigioco. I
pericoli li hanno creati Hamsik, Pazienza (!) e in parte Maggio.

Troppo poco, e infatti la partita non è stata chiusa e per poco non veniva persa. Denis, non perchè sia un fenomeno, ha dimostrato di essere tatticamente fondamentale per la fase offensiva di questa squadra, perchè, pur non avendo doti realizzative importanti, esalta il gioco offensivo degli azzurri, come si è visto puntualmente (da Firenze in poi) ogni volta che il Tanque è stato impiegato.

E' stato determinante a Firenze (con l'assist a Maggio), decisivo col Milan (gol del pareggio) devastante con la Juve (pur non avendo segnato), quasi decisivo a Parma (gol del pareggio), essenziale nei suoi movimenti offensivi nella partita con il Bari (agevolando le prodezze di Quagliarella, libero di svolazzare e devastare la difesa pugliese).

Con la probabile lunga squalifica di Lavezzi, Denis avrà certamente molto più spazio, ma Mazzarri deve dare, come ho già scritto nel dopo-Bari, più minuti a Denis e, laddove possibile, magari non sempre, far giocare tutti e tre insieme il Pocho, il Tanque e Fabio, magari facendo entrare Hamsik nelle "rotazioni" sulla linea mediana, facendo quindi riposare di più Pazienza o Gargano.

Quest'ultima soluzione è certamente rischiosa da un punto di vista tattico, ma in alcune situazioni, specie in casa, potrebbe risolvere situazioni di difficoltà offensiva.

***

Questi dunque a mio avviso i cinque fattori, i cinque punti di attenzione lavorando sui quali a mio avviso il Napoli potrebbe fare quel salto di qualità decisivo verso l'Europa.

Ce n'è un sesto, però, che investe l'aspetto "mentale" di una squadra che, ormai non è un caso, esprime il peggio di sè quando non è in svantaggio e dovrebbe"gestire" la partita e dà il meglio di sè, sempre fino all'ultimo respiro, quando è in svantaggio o deve fare risultato.

Visto che queste situazioni mentali si ripetono con sconcertante puntualità, non si può più parlare di caso o di fortuna. E' chiaro, evidente, solare, che se la squadra gioca mentalmente libera da condizionamenti, da alchimie tattiche troppo esasperate, da preoccupazioni su zone del campo o pisizioni da difendere, la squadra tira fuori doti tecniche e agonistiche di livello assoluto, capaci di farle ottenere qualunque risultato con qualunque squadra.

Ecco il vero salto di qualità che Mazzarri deve cercare di ottenere: meno alchimie tattiche possibili, questa è una squadra mentalmente (e in parte anagraficamente) giovane, con potenzialità enormi in alcuni suoi uomini che fatica ad esprimere quando deve controllare e controllarsi e che scatena come una furia senza pari quando non ha nulla da perdere. Ecco: Mazzarri deve far riuscire a giocare questa squadra "spensierata", sempre all'arrembaggio, sempre come se fosse in svantaggio. liberando le briglie, come un purosangue da lasciar sprigionare la sua eccezionale potenza.

Ricordo che lo stesso accadeva ai tempi di Reja: quando il Napoli andava all'assalto, teneva i terzini molto alti e tutti correvano, la squadra otteneva grandi risultati. Quando invece era troppo preoccupata di difendersi, offriva prestazioni disastrose.

Ha ragione Mazzarri quando dice che questa squadra è in fase di maturazione: partite "folli" come quella col Bari o quella di Cagliari, dove nella stessa partita gli stessi uomini ti fanno vedere meraviglie calcistiche e orrori da dilettanti, dimostrano che questa squadra è come un magma che ribolle fuoriuscendo impetuosamente da un vulcano e formando nuova terra, che ancora deve raffreddarsi e assestarsi.

Ci vuole tempo: già vedo però segnali importanti...come la strepitosa partita di un "genio discontinuo" come Hamsik, che ieri ha incantato per la sua continuità. Ci vuole tempo e pazienza, oltre che attenzione a quegli aspetti tecnici, tattici, mentali e di mercato che ho evidenziato.

Se riusciamo a migliorare in tutti questi aspetti, il futuro, anche già da quest'anno, potrebbe essere nostro!

sabato 12 dicembre 2009

Miracolo...Mariano!

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Novantacinqesimo e cinquantacinque secondi...mancano cinque secondi alla fine... Splendido cross tagliato dallo spigolo destro dell'area di rigore di Grava (venuto a Napoli in C1 e che ancora troppi tifosi vedono come giocatore di categoria inferiore), stacco imperioso di Denis (riserva buttata ancora una volta in campo per disperazione), miracolo del portiere Marchetti...e in quel momento, che se fosse una partita di basket, si comincerebbe a sentire la sirena di fine partita, il tempo si ferma per un istante infinito.

C'è un giocatore che sembra troppo avanti e in controtempo rispetto alla respinta del portiere...non ce la può fare...non ce la può fare...ma l'uruguagio silenzioso (un mese fa scomparso e destinato ad una inevitable cessione) fa l'ennesima magia del suo repertorio di gran classe: mentre sta per sbattere contro il palo riesce ad allungare la testa con una contorsione incredibile, da circo, giungendo all'appuntamento col pallone nell'unico modo e nell'ultimo istante possibile per evitare l'ennesima incredibile atroce sconfitta in terra sarda!

3 a 3 e fischio finale dell'arbitro! E' finitaaaa!!

Ringraziamo il "miracolo Mariano", che Gianluca Di Marzio di Sky, quando gli consentivano di seguire il Napoli a tempo pieno chiamava sempre e a giusta ragione "il Salvanapoli".

Merita questa prima pagina, il ragazzo, anche lui uno degli "eroi" della C1 ingenerosamente accantonato tante volte e sempre ripropostosi alla ribalta con silenzio, determinazione e classe...perchè solo chi ha classe può segnare un gol incredibile come quello di stasera e nelle condizioni "assurde" di una partita ormai persa!

Quando Jeda, entrato al 90', dopo neanche 30 secondi mette alle spalle di De Santis un beffardo colpo di testa che ha ricordato le beffe degli ultimi due anni, ho pensato di fare lo sciopero del blog... "Basta! Non scrivo nulla! Non è possibile!".

Come puoi commentare una partita dominata, vinta, in cui però, qando sembri aver "strangolato" il Cagliari, come i "migliori" capitoni dispettosi di Natale, ti scappa tra le mani in un attimo, si divincola con uno scatto improvviso, ti scivola e ti sparisce dalla vista quando ormai la padella è già pronta per friggerlo... Vi ricordate la scena di Marina Confalone nel film di De Crescenzo "Così parlò Bellavista"?




Ancora una volta il Napoli pecca di ingenuità,ma, sinceramente non riesco a prendermela più di tanto, una volta "sbollita" la rabbia da tifoso: se questo Napoli fosse più cinico, sarebbe da scudetto, sarebbe da Champions. E poi oltre il cinismo c'è stato probabilmente un calo fisico della splendida cerniera di centrocampo Gargano-Pazienza, con quest'ultimo che, già prima del gol personale, era il mio personale migliore in campo assieme a Lavezzi.

La coerenza non deve accecare l'intelligenza: come ho ferocemente criticato Pazienza lo scorso anno (e non rinnego nulla delle durissime parole di critica che ho usato nei suoi confronti), così dò atto a Michele di essere un altro calciatore e questa meravigliosa trasformazione va a merito suo e del tecnico che sta valorizzando in modo straordinario tanti giocatori della rosa precedentemente considerati inutili.

Michele, consapevole di non poter reggere il centrocampo con la prestanza fisica, ha dominato per 75 minuti la fascia centrale del campo correndo con grande intelligenza tattica, pressando sempre alto, spesso anticipando i propri avversari diretti e facilitando le ripartenze offensive degli azzurri. Ripeto: se anche non avesse segnato, avrei scritto le stesse identiche parole. La sua prestazione straordinaria di questa sera giunge a coronamento di una crescita fisica, tattica e mentale continua che si è cominciata a notare già da alcune settimane.

Il Napoli parte con difficoltà: risente delle assenze in difesa e per i primi 10 minuti fa fatica a tenere le veloci e aggressive manovre del Cagliari. Poi la cerniera di centrocampo Pazienza-Gargano entra in partita, si accorciano le distanze tra le due linee di difesa e centrocampo e, a parte un unico pericolo con Cossu solo davanti al portiere (e anche lì la traiettoria sporcata sull'assist a Cossu che fa perdere il tempo a quest'ultimo per la battuta a rete si deve a Pazienza), il Cagliari non produce veri pericoli per la difesa azzurra.

Il Napoli cresce sempre più, anche Lavezzi e Quagliarella entrano in partita e Fabio si vede annullare giustamente una rete per fuorigioco.

Poi Lavezzi si trasforma in Messi e inventa quello che a mio avviso è il suo gol più bello da quando è a Napoli. Stupendo!

Il Cagliari continua a girare a vuoto e si scioglie sempre di più nei primi venti minuti del secondo tempo: nessun minimo pericolo per la porta azzurra e angoli a ripetizione a favore degli azzurri che sfiorano più volte il raddoppio. Il gol di Pazienza è quindi l'unico evento davvero prevedibile di una partita che da questo momento in poi impazzisce letteralmente.

Allegri imbrocca i cambi, cominciando con Larrivey che sostituisce un Nenè totalmente annullato da Cannavaro (Paolo a uomo su tutti i palloni alti rinviati dalla difesa cagliaritana verso l'attaccante lo anticipa sistematicamente non facendogli toccare palla e innervosendolo fino a farlo ammonire).

Poi Maggio sbaglia un anticipo a centrocampo, liberando Cossu sulla sua fascia dove Grava deve andare a chiudere. L'ala cagliaritana è brava a mettere la palla al centro e gravissimo è l'errore di Aronica a cui sfugge l'argentino appena entrato che gira a rete con un colpo a incrociare davvero pregevole.

A questo punto, come avevo temuto alla vigilia, il pubblico cagliaritano si fa sentire e la squadra rossoblù, che ha comunque giocatori molto validi, si rianima, buttandosi tutta in avanti. E qui emergono la stanchezza fisica del Napoli e quindi diminuisce anche la lucidità mentale.

Ancora un cross al centro (stavolta alto) e anche stavolta difesa azzurra schierata malissimo: Matri stacca di testa e inventa una parabola imprendibile per De Santis.

Il Napoli però ha una splendida reazione, tant'è che per un nulla (salvataggio miracoloso di Larrivey su colpo di testa ancora di Pazienza, ancora su calcio d'angolo) il Napoli non riesce a tornare in vantaggio.

Gol sbagliato, gol subito! Quello di Jeda, appena entrato, di cui abbiamo già parlato, ancora una volta su cross alto dalla tre quarti (azion fotocopia del 2 a 2), con il brasiliano che si conferma bestia nera degli azzurri.

Sembra finita, ma anche Mazzarri trova il suo asso nella manica con il Boglia che, anche lui entrato praticamente in pieno recupero, emula Larrivey e Jeda, sottraendo il Napoli ad una sconfitta che sarebbe stata crudelmente immeritata.

Tatticamente il Napoli si è confermata squadra molto compatta, con una cerniera centrale di centrocampo che, finchè ha retto, ha protetto benissimo la difesa. E quando ho visto il Cagliari rianimarsi, ho pensato che Mazzarri avrebbe dovuto fare qualcosa per puntellare subito il centrocampo, ma poi mi sono chiesto: "Sì, ma con chi?".

Anche se poi Bogliacino, subentrando a Pazienza nel finale, ha deciso la partita, a metà del secondo tempo, avremmo a mio avviso avuto bisogno di un giocatore di peso, forte, a centrocampo, anche perchè non possiamo pensare di poter reggere il filtro di centrocampo per tutto il campionato solo con Pazienza e Gargano.

Comunque il Napoli, in trasferta e contro una squadra molto convinta dei propri mezzi, ha sciorinato (come diceva il buon Reja) un calcio di ottima qualità, con movimenti senza palla sempre più convincenti, stringendo in molte fasi della partita (vedere lo score finale sui calci d'angolo) il Cagliari nella sua area di rigore e creando tantissimi pericoli specie sulle palle alte.

Sono contento per la prestazione di Zuniga, di nuovo adattato a sinistra, con mio disappunto, perchè lo considero una risorsa incredibilmente sprecata in quella posizione, ma senz'altro il colombiano ha fatto la sua miglior prestazione da quando è a Napoli (coppa Italia esclusa, dove col Cittadella ha sfoderato uan bellissima prestazione giocando nel suo ruolo naturale a destra), con grande attenzione in fase difensiva, buon tono agonistico, qualche discesa e qualche cross che testimoniano che il suo adattamento richiede ancora tempo e lavoro tecnico-tattico.

Bene Maggio, molto propositivo, anche se da una sua sbavatura si apre il varco per l'azione del 2 a 1 che riapre la partita. Bene anche Hamsik, che cuce tanto gioco di qualtà e spesso si presenta al tiro con pericolosità, si è avuta la conferma (se ce ne fosse bisogno) che Quagliarella senza Denis soffre di più e riesce ad essere meno pericoloso, anche se ha mostrato maggiore mobilità rispetto al suo periodo fisicamente nero.

Superlativo, ma troppo nervoso Lavezzi, che, a distanza di dodici mesi (penultima partita prima di Natale) ripete la "prodezza" dello scorso anno col Lecce (allora, diffidato, si fece ammonire per un calcione dato a un leccese che aveva steso malamente il suo amico Gargano).

Sappiamo tutti la bufera accadde dopo quella partita: il Pocho, sapendo di essere squalificato, lasciò la compagnia e se ne torno anticipatamente in Argentina mentre gli azzurri rimediavano quella figuraccia prenatalizia con il derelitto Torino, iniziando quel giorno la sua terribile parabola discendente.

I maligni potrebbero pensare che il Pocho potrebbe ripetere quella "prodezza", ma a distanza di 12 mesi molte cose sembrano cambiate: allora il Pocho era solo qui a Napoli, lontano dal figlio e in crisi profonda con la sua compagna, poco sereno. Oggi entrambi vivono con lui, la situazione familiare è tornata serena e la testa del ragazzo, lo si vede, sembra molto più matura.

Inoltre il 22 è atteso da una prestigiosa amichevole a Barcellona con la nazionale argentina contro una rappresentativa catalana, un'occasione che, seppur non ufficiale, rappresenta una vetrina prestigiosa e importante nell'anno che porta ai mondiali del Sudafrica, che il Pocho sta facendo di tutto (e si vede, anche dal tono fisico che ha svelato togliendosi la maglietta dopo il gol) per essere al massimo per giugno.

Temo un paio di giornate di squalifica e meno male che rientrano in difesa Rinaudo e Contini. Anche senza il Pocho, proprio contro il Parma, quest'anno il Napoli ha dimostrato di poter offrire comunque ottima qualità di gioco, per cui c'è da essere sereni, considerando le splendide condizioni di Hamsik, Denis e Quagliarella.

In conclusione: rammarico per un'altra partita che il Napoli sembrava, mai come stavolta, avere in pugno, ma anche grande gioia e soddisfazione per le incredibili capacità agonistiche di questa squadra.

E Mazzarri che, di giornata in giornata, dimostra di mantenere sempre di più le sue promesse fatte appena arrivato. All'epoca titolai sul blog "Anima, ritmo e valorizzazione"...e sono proprio questi i cardini della rinascita azzurra: una grande anima che, in casa e in trasferta, permette agli azzurri di giocarsi ogni partita fino all'ultimo secondo, un gran ritmo, che valorizza le qualità di una squadra altrimenti troppo leggera e ne maschera così i limiti fisici, e, appunto, valorizzazione di tanti giocatori considerati (anche da me) ormai inutili (Grava, Aronica, lo stesso Cannavaro, Pazienza, Dens, Datolo, Bogliacino...e ora anche Zuniga).

Certo non tutto gira perfettamente, ma sarei davvero ingeneroso e stupido a criticare un allenatore che sta rigenerando così tanti giocatori e gli stessi giocatori che stanno combattendo i loro limiti con una dedizione commovente per la maglia azzurra.

E allora continuiamo a sostenere questi ragazzi e ringraziarli per le emozioni incredibili che ci stanno dando, dopo un anno molto difficile e cupo.

Oggi finalmente, dopo un anno di dolori, depressioni e sofferenze, mi sento un tifoso soddisfatto e felice e, se questa squadra manterrà questa mentalità, non potremo che avere le soddisfazioni che sogniamo.

Per ora, grazie azzurri e ...forza Napoli!!

Serie A 09/10 - 16ª - Cagliari-Napoli 3-3

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)

venerdì 11 dicembre 2009

In nome della continuità...

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Quello di domani rappresenta a mio avviso uno dei "picchi" più alti di quello che io considero il vero ciclo "terribile", ossia gli scontri diretti con le squadre "medie" e "piccole" di questo equilibratissimo campionato di serie A.

A Cagliari si gioca il "derby Macron", visto che anche i rossoblù di Allegri hanno lo stesso sponsor tecnico degli azzurri di Mazzarri.

Stavolta, devo dire, a differenza della scorsa settimana, dove tanti erano convinti di fare un sol boccone del Bari e io mi sentivo molto solo nel segnalare i pericoli di quell'impegno, questa settimana mi sento in buona compagnia, essendo tutti noi memori dei ripetuti schiaffi subiti al Sant'Elia prima e dopo il fallimento.

L'ultima nostra vittoria risale al campionato 1994-95, dopodiché schiaffi, amarezze brucianti e poche briciole in un campo diventato ancora più rovente dopo i lavori di ristrutturazione di qualche anno fa che hanno portato l'eliminazione della pista di atletica e le tribune a ridosso del campo.

Come ho evidenziato nel commento post-partita col Bari, il Napoli, da quando è arrivato Mazzarri, ha guadagnato su tutte le sue attuali concorrenti dirette in classifica, Cagliari compreso, ma proprio con i rossoblù di Cellino il nostro saldo attivo di punti è il meno rilevante con uno striminzito +1 che testimonia come, nello stesso periodo in cui il Napoli ha costruito un ciclo di risultati importante, il Cagliari ha seguito praticamente lo stesso passo, nonostante la sconfitta inopinata di domenica scorsa a Palermo.

Un avversario, dunque, che anche nelle cifre appare assolutamente temibile. Le nostre speranze si affidano da un lato all'assenza di una loro pedina pedina fondamentale come Daniele Conti (e questo valga come complimento ad un avversario che ci ha fatto sempre dannare e che molti tifosi, me compreso, avrebbero gradito veder vestire la maglia del Napoli), dall'altro alla fiducia di un miglioramento della tenuta mentale della squadra che ha saputo gestire egregiamente una partita già difficile in partenza come quella col Bari, complicatasi ulteriormente per le due "prodezze" di Barreto e Ranocchia.

Il Napoli che vince col Bari e che per oltre un'ora di gioco domina in casa della rivelazione Parma, salvata dal poco cinismo degli azzurri e da "sappiamo chi", è una squadra che, se riuscirà ad offrire prestazioni di quel livello tecnico, tattico, fisico e mentale potrebbe regalarci davvero una bella soddisfazione.

Tre nomi su tutti da tenere sotto controllo, non soltanto domani, ma, chissà, anche per il futuro, saranno senz'altro Cossu, già esploso lo scorso anno, Matri, sempre più continuo e in gol da ben sei turni consecutivi (!!!) e Nenè, dotato di un tiro dalla distanza micidiale, di grande opportunismo sotto porta e che potrebbe far "ammattire" i nostri difensori.

Spero che Mazzarri sappia gestire bene le varie fasi di gioco, in particolare ruotando bene i tre attaccanti (Quagliarella, Lavezzi e, inizialmente in panca, Denis) che probabilmente non giocheranno tutti insieme dall'inizio ma che potrebbero essere anche stavolta determinanti anche partendo dalla panchina.

...e poi c'è Hamsik...non segna dalla magica serata di Torino...non è da lui...

Forza Napoli!!

mercoledì 9 dicembre 2009

Fabio Quagliarella ai raggi X...e il giornalismo web napoletano.

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Come e meglio di un documentario di National Geographic Channel, Valerio Rossano, curatore della rubrica televisiva "Napoli Calcio Show" (in onda tutti i lunedì alle 22 su Tele A+ e sul canale 929 di Sky) e del sito www.napoli2000.com (non a caso inserito da tempo tra i miei preferiti in questo blog), offre una spettacolare "analisi statistica" sul rendimento realizzativo di Quagliarella nel corso della sua carriera e ci aiuta a comparare il suo rendimento attuale in maglia azzurra rispetto al rendimento generale della sua carriera.

Vi lascio al filmato che, a mio avviso, non ha bisogno di commenti...o meglio uno sì! Dedico questo filmato a chi credeva (specie nel Napoli) e a chi crede ancora (dentro o fuori il Napoli) che il giornalismo dei siti web napoletani sia un giornalismo di serie B.

A parte il fatto che, per chi non lo sapesse, negli Stati Uniti, la patria del giornalismo moderno e democratico, i blogger come me sono considerati giornalisti a tutti gli effetti (e alcuni di loro sono autorevoli come i più grandi giornalisti della stampa tradizionale), il fenomeno delle testate giornalistiche web dedicate al Napoli, che io seguo da anni con grande interesse, rappresenta un fermento vitale per il nostro giornalismo e degno di essere non solo menzionato, ma anche rispettato...specie la domenica allo stadio!

Poi certo anche lì, come su altri mass media, c'è che è più bravo e chi lo è un po' meno, ma ribadisco che ancora una volta, anche sul web, il giornalismo sportivo napoletano è una palestra per nuovi talenti di cui sentiremo parlare anche in futuro.

Perdonate la divagazione e...passo la "linea" a Valerio!


domenica 6 dicembre 2009

Invasione marziana al San Paolo

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Può sembrare una "marchetta", ma, per fortuna, questo blog non mi dà da mangiare, per cui, se ritengo opportuno parlarne, lo faccio perchè l'evento di cui sto per parlare rappresenta un uleriore tentativo di innovare il rapporto del Calcio Napoli con il suo pubblico, in questo caso quello dello stadio, e quindi si tratta di una iniziativa a mio avviso meritevole di citazione.

Ecco quindi a voi un comunicato che ricevo da Radio Marte, di cui ascolto fedelmente ogni giorno le trasmissioni dedicate agli azzurri, e che pubblico volentieri:

NAPOLI - BARI:
esordio dei marziani al S.Paolo

Novità musicali e conduzione radio
apprezzate dai 50.000 presenti

Anche i personaggi, le voci ed i dj di Radio Marte, la radio ufficiale della S.S.C. Napoli, alla festa per i 50 anni dello Stadio S.Paolo, coronata con la splendida vittoria contro il Bari per tre reti a due; festa nella festa, il ritorno al gol (doppio) di Fabio Quagliarella, sicuramente uno dei migliori in campo. Intrattenimento di tipo radiofonico nel prepartita con notizie, musica, richieste e classifiche, oltre al tradizionale annuncio delle formazioni affidato a Gigio Rosa, voce storica dell'emittente e conduttore di I Love Napoli, il suo programma contenitore pomeridiano.
Cambio della guardia, dunque, per quanto riguarda la colonna sonora delle partite casalinghe del Napoli, con le playlist di Gigi Soriani e Paco, e le voci di Max Giannini, Gigio Rosa e Rosanna Iannacone, il tutto coordinato da Radio Marte e dalla S.S.C. Napoli, sinergia più che collaudata, che punta alla costruzione di uno spettacolare show pre-gara. Prima del match, grandi emozioni a centrocampo con le vecchie glorie azzurre premiate da Fabiano Santacroce, oltre alla consegna di alcune maglie commemorative da parte dell'Assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ponticelli. Poi la gara e le emozioni che ha riservato, condite con gli speciali effetti audio "emozionali" sui tre gol azzurri e alcune nuove tracce musicali nei momenti clou e dopo il match.
Prossimo evento "radio-calcistico" al S.Paolo, il 20 dicembre, quando il Napoli di Mazzarri incontrerà il Chievo.
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Dunque prendo atto con grande piacere che il Napoli cerca di curare con sempre maggiore attenzione la sua immagine e la sua comunicazione con i tifosi...e questo piccolo "evento" fa il paio con il netto cambio di registro che abbiamo finalmente registrato nelle scorse settimane con i ben noti avvicendamenti ai vertici dell'area manageriale e tecnica, che hanno ridato finalmente voce ai protagonisti del campo e dello staff dirigenziale, sia durante la settimana, sia la domenica nel post partita.

D'altronde una delle ragioni di "sdegno" per cui una persona "pigra" come me si è presa carico di curare questo blog erano proprio i "maltrattamenti a mezzo stampa" che i tifosi appassionati come me dovevano subire ogni giorno tramite l'odiosissimo silenzio stampa e le ancor più odiose discriminazioni verso talune testate giornalistiche, specie quelle operanti sul web.

Invito comunque lettori e/o giornalisti a segnalarmi tempestivamente, via mail o direttamente tramite i commenti ai miei post, eventuali difficoltà che su questo fronte dovessero ancora riscontrare: da parte mia ci sarà sempre uno spazio a vostra disposizione per commenti e critiche che, nello stile del mio blog, voglio che siano sempre oneste, civili e costruttive.

La strada per diventare una grande società è ancora lunga, e certamente non mancheranno anche in futuro errori e/o incomprensioni, ma i segnali che da due mesi a questa parte arrivano sul fronte della comunicazione sono, visti dal mio osservatorio di attento, ma semplice tifoso, incoraggianti.

Forza Napoli!

San Paolo e...San Fabio

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Alla fine è giusto così! Mentre il Napoli si trascinava in avanti senza più schemi, tattiche e moduli alla ricerca della vittoria, pensavo ai 50 anni del San Paolo e che fosse in fondo giusto che proprio nel 50° anniversario del San Paolo, dovesse essere proprio il San Paolo a trascinare gli azzurri, come tante volte in passato, e a demolire psicologicamente i durissimi e fierissimi avversari del Bari.

Ed è anche bellissimo che l'eroe di questo anniversario sia stato proprio un "figlio" di questo stadio e di questa gente, con due gol, un assist, 9 tiri complessivi in porta e un correre a perdifiato in ogni zona del campo, trascinando i compagni.

Il Bari ha dimostrato ciò che io avevo pronosticato alla vigilia; capisco che molti tifosi, magari meno attenti alle vicende della formazione di Ventura, potessero immaginare una partita facile e una vittoria larga, ma il Bari anche oggi ha dimostrato di che pasta è fatto e, anzi, rispetto ad altre partite ugualmente straordinarie giocate dai pugliesi in questo campionato, oggi gli avversari degli azzurri hanno avuto una lucidità e una fortuna sotto porta che, se avesse avuto in egual misura in altre due, tre occasioni, a quest'ora occuperebbero tranquillamente il posto del Parma, in piena zona Champions.

Anche oggi questo Bari ha ribadito di avere un'organizzazione tattica, una autostima e dei singoli davvero pregevoli, che, lo ribadisco, vedremo presto in squadre di alta classifica.

Il Napoli ha capito tardi che doveva aggredire alto i due centrali che, come avevo scritto alla vigilia, sono quelli che, a parte le già notevoli doti difensive, si distinguono per essere i veri costruttori del gioco barese: riguardiamo ad esempio il primo gol, quello di Barreto... Lì è il centrale Bonucci che lo imbecca con un lancio di cinquanta metri che ha ricordato ai più anziani quei meravigliosi cambi di gioco del grande Rudy Krol.

E poi il 2 a 1 dell'altro centrale, Ranocchia, di cui si dice un gran bene non da oggi, ma da almeno tre anni a questa parte.

E poi Alvarez che si conferma una spina nel fianco di Aronica, che in occasione del 2 a 1 salta netto Gargano in velocità con una prodezza tecnico-atletica straordinaria.

Insomma una squadra di tutto rispetto, che però, pur chiudendosi molto bene, non ha mai rinunciato a giocare, rendendo quindi la partita spettacolare, bellissima e avvincente.

Dicevo: solo nel secondo tempo, spinto dall'emergenza risultato e dal pubblico del San Paolo, il Napoli ha cominciato a pressare altissimo fin sui difensori e non a caso il Bari è andato in difficoltà.

Mazzarri deve rivedere i suoi piani, mandando subito Lavezzi in campo dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo al posto di Pazienza, retrocedendo Hamsik a centrocampo con Gargano (poi sostituito da Cigarini) e componendo finalmente il tanto atteso tridente con Denis e Quagliarella.

E mentre Denis fa a sportellate per tutta la partita con i difensori baresi, non riuscendo mai a giocare palla, il sacrificio del Tanque mette Lavezzi e Quagliarella nelle condizioni migliori per produrre assieme a Maggio pericoli su pericoli per la porta barese.

Si realizzano quelle situazioni di cui parlava Mazzarri nella sua conferenza stampa di presentazione: possesso palla veloce e avvolgente e tante maglie azzurre in area sui cross che arrivano dalle fasce....e così da un cross di Gargano, Quagliarella solo in area può staccare comodamente di testa per il provvisorio 1 a 1; poi Maggio, su cross dolcissimo di Quagliarella può a sua volta staccare, sembre in beata solitudine, per il provvisorio 2 a 2.

Non sono gol casuali e non sono solo errori della difesa barese: è esattamente quel contesto tattico che il Napoli deve riuscire a creare ogni volta che le squadre avversarie si chiudono quando vengono al San Paolo e che il Napoli non sempre è in grado di creare, ossia premere gli avversari sulla tre quarti, scambiare palla velocemente e penetrare nell'area di rigore sui cross dalle fasce con almeno tre-quattro uomini che si lanciano in piena area di rigore avversaria per distrarre i difensori e aprire varchi per gli attaccanti azzurri.

Proprio oggi che non ha toccato palla, si è avuta la conferma di quanto Denis sia tatticamente essenziale specie nelle partite casalinghe...e se la squadra dimostra la condizione fisica e mentale mostrata oggi, ritengo che lo schieramento visto oggi, con Hamsik sulla linea mediana con Gargano e il tridente possa essere un'arma fondamentale per le prossime partite casalinghe.

Stavolta il Pocho ha fatto davvero la differenza, sia per la sua dedizione, giocando "a tutta" dopo un infortunio muscolare, con una prestazione dal punto di vista fisico impressionante, e finalmente riuscendo a fare quello che tutti noi sognavamo di vedere da tempo, ossia lo scatto di Quagliarella e la pronta, pregevole verticalizzazione del Pocho...e ritengo che anche questa fase di gioco sia merito dell'assetto offensivo con Denis che tiene impegnati i centrali offensivi avversari aprendo spazi alle altre due punte, finalmente più libere di trovare i giusti spazi.

Accennati alcuni temi tattici a mio avviso interessanti (altri ne analizzeremo in settimana), vorrei soffermarmi su alcuni dati statistici relativi sia alla partita sia al campionato, perchè dicono cose molto interessanti!

Chi ha letto i numeri del Bari che ho riportato alla vigila e li confronta con gli analoghi numeri della partita di oggi, può cogliere l'importanza della prestazione degli azzurri: la terza squadra del campionato per possesso palla, oggi è stata ridotta soltanto al 45% di possesso palla, e mentre il Napoli ha tenuto palla nella metà campo del Bari per ben 12'43", il Bari si è affacciato nella metà campo del Napoli per soli 5'35".

Il Napoli quindi ha tolto al Bari una delle sue risorse che ne hanno fatto la fortuna ed è riuscito a segnargli 3 gol, impresa finora riuscita solo alla Roma grazie a quel genio assoluto di Totti.

E poi anche oggi il Napoli, nonostante i due gol subiti, ha concesso pochissimo al Bari in fase offensiva, confermando una fase difensiva che fornisce prestazioni all'altezza con grande continuità.

Dunque una vittoria importantissima, che porta il Napoli al suo sedicesimo punto in otto partite della gestione Mazzarri, con 4 vittorie e 4 pareggi. Un record eguagliato il cui precedente risale alla gestione di Marcello Lippi, l'ultima, prima del fallimento, che portò il Napoli in Europa (1993-94).

E ora commentiamo un po' la classifica per capire che prospettive ci potrebbero essere, rispetto a questo stranissimo ed equilibratissimo campionato.

Sconcerti oggi ha dato un'altra istantanea efficacissima per spiegare l'incredibile equilibrio di questo torneo: "Oggi delle squadre posizionate tra il quarto e l'undicesimo posto hanno vinto solo Fiorentina e Napoli".

Da questa frase si può ricavare quindi che:
  • i primi tre posti utili per la Champions saranno un affare di Inter, Milan e Juve;
  • per il quarto posto di Champions e per i due di Uefa competono le squadre che vanno dal Parma (quarto con 25 punti) al Palermo (tredicesimo a quota 20);
  • se avessimo battuto il Parma domenica scorsa, oggi il Napoli sarebbe da solo al quarto posto nella stessa posizione occupata oggi dal Parma.
Ho fatto un po' di calcoli da quando è arrivato Mazzarri sulla panchina azzurra, paragonando il cammino del Napoli dall'ottava giornata a oggi, non tenendo conto delle prime tre in classifica (fermo restando che gli azzurri hanno fatto gli stessi punti, 16, della Juve!), mentre rispetto alle altre, ha fatto meglio di tutte le concorrenti dirette per l'Europa:
  • + 1 sul Cagliari;
  • + 2 sul Parma;
  • + 3 sulla Roma;
  • + 5 su Genoa e Palermo;
  • + 6 sulla Fiorentina;
  • + 8 sulla Sampdoria.
Certo ci sono i rimpianti recenti (per le mancate vittorie con Lazio e Parma) e vecchi (pensando alla partenza col freno a mano tirato dell'era Donadoni), che ci costringono ad una posizione di classifica ancora nel cuore del gruppone, ma in fondo siano a soli due punti dalla zona Champions e a un solo punto dalla zona Uefa, in un torneo finora mai così equilibrato dal quarto posto in giù, come avevamo immaginato ad inizio campionato.

Ecco perchè il bilancio di Mazzarri è da considerarsi più che positivo, perchè abbiamo guadagnato (poco o molto ma) su tutte le dirette concorrenti per l'Europa.

Il difficile è ora mantenere questa continuità e ci metterei la firma sin da ora per un pareggio in quello stadio di Cagliari che tante amarezze ci ha dato in questi ultimi anni: un trasferta terribile, considerando lo stato di grazia (a prescindere dalla sconfitta odierna col Palermo) dei rossoblù di Allegri, che si sta confermando un allenatore davvero importante, e con un Matri che in questo momento, a mio avviso, è il miglior attaccante giovane italiano e che ritengo ormai maturo per una grande squadra.

Infine una notazione doverosa sull'arbitraggio di Romeo di Verona, cercando di essere onesti e imparziali: non ha commesso errori clamorosi, nè da una parte nè dall'altra. L'espulsione di Ranocchia e il secondo giallo di Parisi ci potevano benissimo stare, perchè entrambi gli uomini sono andati dritti a fermare l'uomo e non a cercare il pallone.

Direi anzi che nel primo tempo molti falli duri (specie su Hamsik) non sono stati sanzionati con altri cartellini che sarebbero stati opportuni.

Nel complesso però una prestazione discreta e niente affatto "compensatoria" a favore del Napoli, anche se magari molti osservatori meno attenti tireranno fuori questa "illazione".

E allora, caro Romeo, Giulietta è 'na zoccola, ma tu si nu brav uaglion!

E ora vi lascio alle emozioni: Alvino, Auriemma ...e alcune interviste del post-partita.

Forza Napoli!



















Serie A 09/10 - 15ª - Napoli-Bari 3-2

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Statistiche del campionato (legacalcio.it)

venerdì 4 dicembre 2009

San Paolo, 50 di questi anni!

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Domenica 6 dicembre 1959 si inaugura nel quartiere di Fuorigrotta il nuovo "Stadio del Sole". Dopo circa due decenni (e una guerra di mezzo nella quale venne anche anche alla ribalta delle cronache dell'occupazione nazista, durante le famose quattro giornate del settembre 1943), il piccolo stadio del Vomero, l'attuale Collana, cessò di essere la casa del Napoli, lasciando il posto ad uno splendido, monumentale, luminosissimo, immenso nuovo stadio che, all'epoca, doveva essere uno dei più grandi e più belli del mondo.


Mimmo Carratelli e Luis Vinicio, a Radio Marte, hanno proprio oggi ricordato, cosa significò entrare in quello stadio per un giornalista (in una sala stampa che all'epoca contava meno di 10 giornalisti) e per un calciatore (a cui quel nuovissimo tempio, per il numero di spettatori che lo affollavano, sembrava tre volte più grande di quello del Vomero)...di fatto un salto doppio, o triplo, nel futuro...da uno stadio troppo piccolo per una città così popolosa e una passione così crescente, uno stadio che era ancora uno specchio di un'epoca quasi "pioneristica", tipica della prima metà del Novecento, a uno stadio all'avanguardia, proiettato a velocità supersonica verso il 2000, con il suo impianto per l'illuminazione notturna e quel bianco del travertino illuminato dal sole, che ne faceva un'arena classica e avveniristica al tempo stesso.


Vitali fu l'ultimo a segnare nello stadio del Vomero e il primo a segnare nel nuovo stadio, inaugurato da un sorprendentemente vittorioso Napoli-Juventus (2 a 1 il risultato con secondo gol proprio di Luis Vinicio).



Da Wikipedia vengo a sapere che "...il progetto iniziale prevedeva solo un anello, quello attualmente al livello superiore, ma su specifiche richieste ne fu aggiunto uno inferiore, al di sotto del livello stradale, che ne aumentò la capienza in modo significativo portandola ad 87.500 spettatori in piedi."


Il record di affluenza di tutti i tempi fu in occasione di quel Napoli-Perugia, 26a giornata del campionato 1980-81, che avrebbe dovuto spingere il Napoli, in quel momento primo con 35 punti assieme a Juventus e Roma, verso il suo primo incredibile e inaspettato scudetto, ma quel sogno si ruppe in un istante, il tempo necessario a Ferrario per infilare Castellini in beata solitudine, nel cuore della sua area di rigore, un pallone crossato innocuamente dalla fascia sinistra dello schieramento perugino.

Meno di un minuto dall'inizio e il Napoli, primo in classifica, tentò invano per 90 minuti di violare la porta di un Perugia già abbondantemente condannato alla retrocessione.


Quel giorno avevo 10 anni, ma lo ricordo benissimo, ricordo lo stadio strapieno, forse ben più dei 90.000 spettatori ufficiali, e ricordo la delusione amara per un'occasione, che, per quanto mi riguarda, rappresentava la prima volta in ci vedevo i colori azzurri così in alto.

Un altro record di questo stadio si accompagna ad un'altra occasione storica e amara, ossia l'esordio in casa in Coppa dei Campioni con il mitico Real Madrid, settembre 1987.


Stavolta il sogno dura di più e Francini lo tiene vivo, violando dopo neanche 10 minuti la porta spagnola, ma poi Butragueno sul finire del primo tempo, col Napoli alla ricerca di quel 2 a 0 che significherebbe supplementari, infila la difesa azzurra alla prima occasione utile e quel grande Napoli, nonostante Maradona e gli altri campioni di quella squadra, quando ancora non era stata inventata la Champions League e le fasi a gironi, dovette prematuramente lasciare il torneo.


Ma il San Paolo è anche lo stadio di tante gioie, per il Napoli e, non dimentichiamolo, anche per la nazionale (il sorteggio con la monetina che permise all'Italia capitanata da Facchetti di potersi qualificare per la finale di Roma dopo un soffertissimo 0 a 0 con la Russia proprio al San Paolo).


Scudetti, Coppe Italia, la Coppa Uefa, vinta grazie anche a delle vere e proprie imprese come il 3 a 0 alla Juve con gol di Renica all'ultimo minuto dei supplementari, quando sembrava ormai certa la lotteria dei rigori, il calcio totale di Vinicio, il già ricordato Napoli "povero" ma tremendamente efficace dell'80-81 (povero per modo di dire, in una squadra che vantava un campione immenso come Krol e attorno a lui un mix di grandi marpioni come Damiani, Bruscolotti, Castellini e Vinazzani e grandi promesse, forse non tutte mantenute, come Marangon, Guidetti, Musella, Muro), l'ultimo Napoli europeo di Lippi, prima del fallimento e dell'avvento di De Laurentiis.








E' davvero impossibile sintetizzare in poche righe 50 anni di storia, di sconfitte e di bellissime vittorie, di lontani giocatori ormai dimenticati e di idoli che hanno fatto la storia del calcio, da Maradona in giù.

Domenica 6 dicembre 2009, esattamente 50 anni dopo, si torna lì, contro una squadra guidata da un allenatore, Giampiero Ventura che, guarda il caso, anche lui è legato ad una storica "prima volta", quella di quel Napoli Cittadella 3 a 3 che rappresentò la rinascita del nuovo Napoli di De Laurentiis.

Quante coincidenze vero? Un'altra dimostrazione di quanto sia in qualche modo "magica" questa città! Da un 6 dicembre ad un altro, esattamente 50 anni dopo, da un'esordio con la Juve, rivale storica e simbolo di quella Torino antitetica nella sua identità savoiarda al Napoli e alla Napoli, gloriosa capitale decaduta del regno borbonico.

E festeggiare questi 50 anni proprio contro Ventura che nel suo piccolo rappresenta uno dei simboli della rinascita di questa squadra...quante coincidenze!

E una riflessione per me amara, paragonando il giorno in cui nacque questo stadio e la domenica che vivremo a 50 anni di distanza: certo io non c'ero quel giorno e in quell'epoca, ma la nascita di quello stadio così bello era il segno di una speranza di mettersi alle spalle un'orribile recente passato e di tuffarsi in un nuovo mondo di pace e prosperità. Oggi, vedendo quella struttura deturpata da incuria, mancanza di soldi, speculazioni, crepe, inefficienze di tutti i tipi, viene davvero un grande magone e appare tutta la distanza tra un'Italia che stava progredendo e un'Italia, quella di oggi, che sta pericolosamente arretrando e avvitandosi su se stessa.

Voglio però combattere l'amarezza attuale e riporre le speranze per un futuro migliore, almeno nel calcio, grazie all'entusiasmo di De Laurentiis.

Spero che il Presidente riesca a portare nuovi progetti che proiettino finalmente, almeno nel calcio, Napoli e il Napoli davvero nel ventunesimo secolo...

...e intanto altri 50 di questi anni, caro stadio...sperando di vivere tutti noi (poche) inevitabili sconfitte e tante, tantissime vittorie e grandi emozioni, all'insegna del calcio umano e pulito che noi amiamo.
Forza Napoli!



17 Luglio 1982
Lo stadio San Paolo entra anche nella storia del rock,
ospitando uno storico concerto dei Rolling Stones.