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mercoledì 28 settembre 2011

Napoli - Villareal: ieri i brividi...oggi i sorrisi...

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Riviviamo i brividi di ieri sera al momento dell'inno della Champions, con un coro finale del San Paolo che resterà nella storia, con il commento di Auriemma e poi i sorrisi di oggi con Gargano e Zuniga che ricoprono la preziosa Ferrari del Pocho con ogni tipo di materiale di risulta!






martedì 27 settembre 2011

Champions 2011-12: 2a - Napoli - Villareal 2-0 (14' Hamsik, 17' rig.Cavani)

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Sette anni e un giorno fa, 26 settembre 2004, Napoli - Cittadella 3 a 3, primo gol azzurro dell'era De Laurentiis di Ignoffo, umile centrale difensivo venuto dal Perugia assieme ad un manipolo di pionieri guidati da Ventura.


Tutti i tifosi che assistettero alla gara di quel giorno, allo stadio o per radio (perchè non c'era ancora alcuna televisione a seguire in diretta quello storico esordio) sognavano e sapevano che prima o poi al posto del Cittadella sul terreno del San Paolo si sarebbero ospitate le grandi d'Italia e d'Europa...e quel sogno e quel giorno è arrivato oggi, 27 settembre 2011, quasi 21 anni dopo l'ultima apparizione in coppa dei Campioni a Mosca (c'era ancora il grande ma già tormentato Diego).

L'attesa è stata grande, da giorni, da mesi, da anni, da quel 2004 o da quel disgraziato 1990: inutile riassumere a parole lo stato d'animo di chi ha vissuto da allora troppo poche gioie e troppo grandi umiliazioni...inutile perchè non ne vale più la pena ...e perchè non c'è tempo... perchè gli azzurri scendono in campo nel suono assordante del San Paolo e della musichetta troppo tempo ascoltata soltanto lontano da qui...il Napoli di Manchester è stato immenso e resterà nella storia, ma per il popolo di Napoli il vero esordio è stasera!

Ma adesso ci siamo...musichetta con il pubblico del San Paolo che chiude l'inno urlando THE CHAMPIOOOONSSS e palla al centro! Sono le 20:47!


Il nebbione generato dai festeggiamenti del San Paolo si dirada e intorno alle 21 scoppia come una deflagrazione atomica la forza del Napoli e del Pocho: al 12' fulminante triangolazione tra i tre tenori conclusa con un tiro al volo del Pocho di poco alto, al 14' assist del Pocho per Hamsik solo davanti alla porta che non sbaglia il colpo della vita. Ancora due minuti appena e di nuovo Lavezzi brucia la difesa spagnola, anticipando in pressing Gonzalo che se lo vede spuntare alle spalle e deve atterrarlo in area.

Rigore trasformato impeccabilmente dal Matador e partita virtualmente chiusa. Giusto un paio di brividi nel primo tempo e un colpo di testa di Rossi ad inizio ripresa, poi soltanto pressione sterile del Villareal e tanta gestione di palla da parte degli azzurri, con naturale e comprensibile flessione nella ripresa, dopo un primo tempo condotto a ritmo mostruoso.

Una prova di squadra straordinaria e un San palo ebbro di gioia...al fischio finale però inizia anche la dura (e inconsueta, per il Napoli) contabilità degli infortunati in vista del big match di sabato con  l'Inter: Aronica e Cavani vanno ad aggiungersi a Donadel, Dzemaili, Britos e Maggio...ma per ora sorridiamo... abbiamo vinto e siamo secondi, visto che il Bayern ha battuto anche il Manchester City e che aspettiamo per i prossimi due turni del girone: Bayern 6, Napoli 4, Manchester 1, Villareal 0...chi ci avrebbe scommesso dopo il sorteggio di Montecarlo?

***
De Sanctis: 7 - Attento nell'unica vera occasione per il Villareal del primo tempo (tiro da fuori di Nilmar al 27') e nell'unica vera occasione nella ripresa (testa di Rossi al 51'). Oltre a questo sempre massima concentrazione.

Campagnaro: 8 - Strepitoso muro difensivo, tantissime chiusure efficaci e spettacolari e qualità elevata nelle incursioni offensive soprattutto a sostegno di Zuniga, specie nel primo tempo.

Cannavaro: 6,5 - Piccola sbavatura iniziale con Aronica, poi concentrazione massima per tenere a bada un Rossi ben più in forma di quanto si potesse immaginare. Nella ripresa fatica in un paio di occasioni dove Rossi gli sfugge e in una di esse viene graziato dall'arbitro che ravvisa un fallo dal limite.

Aronica: 8 - Si deve sacrificare con un cartellino giallo dopo soli 4 minuti per fermare Nilmar lanciato a rete da un rimpallo tra il palermitano e Cannavaro. Poi chiusure inesorabili, nette, puntuali, efficacissime e anche qualche imperiosa discesa che infiamma il San Paolo. Straordinario!

Zuniga: 7 - Viene cercato sulla corsa lunga e veloce come Maggio, ma ovviamente non è Maggio. Ciò nonostante qualche buona iniziativa offensiva ma ancora più importante nel mantenere equilibrata la difesa azzurra, specie nella ripresa dove sigilla ogni varco difensivo e trova spesso la forza per ripartire. Rischia solo di procurare un rigore al Villareal con un contrasto dubbio contro Nilmar nella ripresa.

Inler: 6 - Decisamente più vivo, più in partita rispetto alle ultime uscite. Va anche detto che da un lato viene trovato meglio dai compagni che gli permettono una più continua partecipazione al gioco, mentre dall'altro lo svizzero spreca di meno i palloni che riceve, anche se nella ripresa sembra risentire della stanchezza e si fa trovare a volte fuori posizione in interdizione e poco preciso negli appoggi

Gargano: 8,5 - Prestazione stellare per quantità di palloni recuperati: alla sua quinta partita consecutiva dimostra di essere un autentico fenomeno sul piano atletico, recuperando palloni inimmaginabili per qualunque altro centrocampista al mondo. I centrocampisti e gli attaccanti del Villareal se lo vedono spuntare ovunque, pure da sotto i pantaloncini! Se poi riduce al minimo, come questa sera, gli errori in fase di appoggio siamo di fronte al pilastro assoluto dell'impianto azzurro. Nella ripresa una lieve flessione nella fase di precisione dei passaggi, ma è evidente che lo sforzo enorme profuso nel primo tempo viene scontato in parte nella ripresa, ma si mostra generoso fino allo stremo delle forze. Commovente!

Dossena: 8 - Spinge come un forsennato e difende come una tigre: dopo una settimana per lui molto dura, dimostra di aver voltato pagina con la forza del fuoriclasse. Macina chilometri e nella ripresa, quando in genere cala, continua a essere ovunque, in difesa e in attacco, in pressione sui difensori avversari e in sapiente copertura quando la squadra mostra la corda sulla pressione degli spagnoli

Hamsik: 7 - Il nuovo quotidiano sportivo napoletano, Il Domani di Napoli, titolava oggi in prima pagina "Alzate la cresta" con una gigantografia di Marek in prima pagina: mai titolo fu più profetico...dopo una fulminante combinazione veloce col Pocho e il Matador, si fa trovare solissimo in area sul cross del Pocho per sbloccare il risultato. Poi sapiente gestione del pallone, nulla a che vedere coin l'orribile prestazione di sabato sera (dal 79' Mascara: 7 - Stavolta interpreta alla perfezione l'ultimo quarto d'ora con l'esperienza del veterano, come se la Champions fosse sempre stata la sua casa: si piazza sull'out destro a coprire e ripartire. Difende ogni pallone che riceve, aspetta il fallo degli avversari e fa rifiatare la squadra, fa correre il cronometro e spezza il ritmo degli ultimi assalti spagnoli. Tatticamente fondamentale)

Lavezzi: 9 - Quello che è capace di fare tra il 12' e il 16' ha le stimmate del fuoriclasse assoluto: comincia con una triangolazione fulminante con gli altri due tenori che lui stesso conclude di poco alto sulla traversa. Due minuti e pesca in area Marek liberissimo per l'1 a 0. Ancora due minuti e brucia il povero Gonzalo che lo atterra nettamente in area per il rigore trasformato da Cavani. Poi ovviamente non ripete simili prodezze nel resto del primo tempo, ma bastano questi tre momenti per rappresentare l'immensità della prestazione del Pocho. Nella ripresa fa impazzire Musacchio che meriterebbe l'ammonizione come otto minuti prima Senna anche lui graziato dall'arbitro (dall'88' Santana: 6 - Pochissimi minuti ma anche lui sa subito cosa fare e congela il pallone assieme a Mascara)

Cavani: 7 - Gelido nel realizzare in modo perfetto il rigore del raddoppio con una traiettoria da manuale. Non appare al meglio in alcuni spunti sullo stretto, ma il suo contributo, in avanti e in copertura, è fondamentale. Fa sensazione il retropassaggio sbagliato al 32' che rischia di mandare in gol Nilmar che per fortuna la mette fuori. Un piede in fallo in un contrasto con Zapata gli procura una brutta distorsione alla caviglia che lo costringe alla resa e che, visto il gonfiore della caviglia, probabilmente lo costringerà ai box anche sabato


(dal 71' Pandev: 6 - Appare più tonico nella corsa e nei contrasti: sembra che il crescente minutaggio lo stia aiutando a trovare una miglior condizione)

All. Mazzarri: 10 - ...e meno male che aveva solo un giorno per preparare questa sfida! Stavolta la sua squadra la vince su tutta la linea, grazie alla dedizione assoluta di tutti i suoi ragazzi. Il centrocampo cede nella ripresa ma non avendo ricambi sulla linea mediana, fa entrare Mascara e Santana per congelare il ritmo pressante del Villareal.

Arbitro: De Bleeckere (Belgio): 5,5 - Uno degli arbitri più importanti d'Europa che dà ulteriore prestigio alla già storica serata. Nel primo tempo impeccabile nella distribuzione dei cartellini e prontissimo nell'episodio chiave del rigore, molto meno onvincente nella ripresa dove commette almeno tre errori: al 52' non ammonisce Senna per una brutta entrata su Lavezzi, idem per Musacchio sei minuti dopo. Valuta correttamente il fallo di Cannavaro su Rossi ad inizio ripresa (al limite e non in area), ma non il contrasto di Zuniga su Nilmar che meriterebbe il rigore per gli spagnoli.

sabato 24 settembre 2011

Serie A 2011-12: 5ª - Napoli - Fiorentina 0-0

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Come lo scorso anno, e con lo stesso risultato: Mihajlovic si ripete surclassando nettamente Mazzarri sul piano tattico esattamente come aveva fatto sempre qui al San Paolo in una delle sue prime panchine in viola nello scorso campionato.

Il primo tempo è eloquente: 40% di possesso palla per gli azzurri, un solo tiro (fuori) verso la porta di Boruz (Cavani) dopo ben 40 minuti di quasi nulla in avanti, laddove De Sanctis e la difesa azzurra sono in costante apprensione e il portierone azzurro sventa due occasioni.

Nella ripresa cambia il rapporto del possesso palla, ma solo per un netto calo fisico che colpisce la Fiorentina dopo il 60'. Tra il 60' e il 70' gli unici 10 minuti "decenti" del Napoli che mette davvero alle corde i viola con Inler (61') e Aronica (62' e 67').

Poi entra Romulo al posto di Vargas e, sarà un caso, ma il Napoli, nel frattempo passato quasi ad un 4-2-4 con Aronica e Zuniga molto alti sulle fasce e in avanti Lavezzi (poi Santana), Hamsik, Pandev e Cavani, non riesce più a rendersi davvero pericoloso.

Uno sforzo fisico e mentale enorme per raccogliere un misero punticino...e sono in arrivo Villareal e Inter a chiudere questo primo ciclo infernale nel quale emergono, dopo un inizio spettacolare, crepe e perplessità anche su uomini chiave dello schieramento azzurro.

Ma che fosse una stagione difficile ce lo aspettavamo...e infatti...

***

De Sanctis: 7 - Se il Napoli non chiude in svantaggio il primo tempo deve molto, se non tutto, al suo pirata Morgan che in due occasioni (31' su Montolivo e 41' su Natali) si esibisce in due interventi strepitosi. Un intervento anche nella ripresa, ma molti meno grattacapi.

Campagnaro: 6 - Nel primo tempo soffre molto Vargas che è una costante spina nel fianco destro azzurro. Poi il calo del peruviano gli facilita le cose permettendogli anche qualche buona proiezione offensiva.

Cannavaro: 6 - Si ritrova Jovetic che come previsto alla vigilia svaria su tutto il fronte offensivo e lo mette in difficoltà in alcuni frangenti, però il talento viola riesce a rendersi pericoloso soltanto da fuori.

Fideleff: 5 - Appare a volte insicuro, non preciso nei tempi di chiusura, costringendo troppo spesso Gargano o Dossena a tappare i buchi lasciati aperti dal giovane argentino. Certo non è facile esordire al San Paolo dopo la "topica" di Chievo: Chiude la sua non indimenticabile prestazione con un assist a Cerci che fa quasi il paio con l'errore di mercoledì (dal 54' Aronica: 7 - Non solo provvidenziali diagonali difensive, ma anche due tiri pericolosi sui quali sfiora il gol al 62' e al 67' guadagnandosi il titolo di più pericoloso tiratore azzurro verso la porta dei viola)

Zuniga: 6,5 - Appare tra quelli più in  forma e più insidiosi nella fase offensiva, spingendo con continuità soprattutto nella ripresa approfittando del calo dei toscani a metà ripresa, ma è impreciso nel piazzare un paio di cross che potrebbero creare imbarazzi nella difesa avversaria. Una buona chiusura in fase difensiva.

Inler: 5 - Chiude "in bruttezza" il primo tempo facendosi ammonire per plateale tirata di maglia a Jovetic, ma anche quello che c'è stato prima lascia molte perplessità: per almeno metà primo tempo si distingue per i continui errori in fase di appoggio. Migliora leggermente in precisione ma appare quasi sempre fuori ritmo nelle scelte di gioco. Rischia l'espulsione al 47' per un fallo su una ripartenza viola nata proprio su un suo controllo di palla approssimativo. Si fa notare in positivo solo per un bel tiro da fuori al 60' messo in angolo da Boruc

Gargano: 6,5 - Il migliore in campo per gli azzurri a parte De Sanctis. Qualche volta anche lui fa conclusione a centrocampo, ma recupera tantissimi palloni e tappa alcuni buchi specie sul lato di Fideleff. Lotta e combatte fino all'ultimo secondo con commovente dedizione.

Dossena: 6 - Non è stata una settimana facile per lui e si nota sia al momento del suo ingresso in campo, sia durante la partita. In un paio di occasioni si fa trovare pronto al cross, ma molte sue energie vengono assorbite dal dover coprire i movimenti non sempre precisi di Fideleff (dal 72' Pandev: 5 - Un paio di movimenti offensivi interessanti, appare fisicamente più tonico rispetto a Chievo ma non incide sotto porta)

Hamsik: 4 - Appare svuotato, fisicamente stanco e mentalmente in confusione, a differenza delle sue giornate migliori quando consegnare palla a lui significa metterla in banca, non indovina mai un passaggio, perdendo sistematicamente pallone e contrasti e diventando quindi un peso quasi insostenibile per i suoi compagni. Migliora leggermente nella ripresa, dove gestisce la palla con un minimo di precisione in più, pur continuando a mostrare incertezze e a volte grossolani errori

Lavezzi: 4,5 - Crea grande movimento in fase offensiva, ma nel primo tempo cicca in area di rigore un pallone che gli arriva dalla fascia e alla fine non fa la differenza che il pubblico si aspetterebbe. Non incide nel momento del calo della Fiorentina perchè cala fisicamente anche lui (dall'82' Santana: SV - Annega nella conclusione finale)

Cavani: 4 - Anche lui totalmente nullo: di sicuro non è aiutato per nulla dalla squadra, ma in certe situazioni nelle quali la squadra già fa fatica a trovare sbocchi offensivi, si allontana troppo dall'area di rigore lasciandola completamente priva di maglie azzurre. Solo un tiro di poco fuori dopo ben 40 minuti di nulla, poi più nulla

 All. Mazzarri: 4,5 - Coraggiosa e apprezzabile la mossa di rimandare nella mischia Fideleff, le sue scelte sono quasi obbligate, ma tatticamente viene dominato in lungo e in largo da Mihajlovic che costringe la sua squadra al 40% di possesso palla nel primo tempo con un solo tiro verso la porta di Boruc: Nella ripresa riesce a prendere il controllo della partita tra il 60' e il 70' ma solo grazie a un calo fisico della Fiorentina, ma guarda caso la sua squadra torna a girare a vuoto a livello tattico quando Mihajlovic toglie l'esausto Vargas per inserire Romulo. Da quel momento la squadra viola si riequilibra e il tecnico azzurro non trova più alcun rimedio tattico per tentare di sovvertire le sorti del match. Una netta sconfitta sul piano tattico che non è casuale perchè ripete pari pari la analoga sconfitta (sul piano tattico) sofferta sempre qui al San Paolo nello scorso campionato.

Arbitro Valeri: 5,5 - Nel primo tempo la partita non lo costringe a scelte difficili, quasi non si vede se non in occasione della (giusta) ammonizione a Inler. Nella ripresa discutibile valutazione di un paio di episodi in area di rigore: a mio avviso il fallo di mano di Pasqual su cross di Zuniga era involontario, ma la trattenuta di Cassani su Hamsik e il calcione nel ginocchio, pur involontario, rifilato da Karja a Cavani, meriterebbero maggiore attenzione. Grazia però anche il Napoli al 47' non ammonendo il già ammonito Inler per un fallo su una ripartenza della Fiorentina.

venerdì 23 settembre 2011

Mazzarri e il turnover

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Spesso i giornalisti e i tifosi esprimono le loro critiche a partita giocata e risultato definito. Sia ben chiaro: criticare e' legittimo ma farlo dicendo che era chiaro che si sarebbe dovuto fare questo piuttosto che quest'altro appare un tantino disonesto da un punto di vista intellettuale.

Mai pero' come nel caso di Chievo, ascoltando un po' tutte le trasmissioni radiofoniche dell'etere napoletano andate in onda prima della partita, si sono ascoltati cosi' tanti pareri pieni di perplessita' sul massiccio turnover che Mazzarri stava per imbastire.

E questo atteggiamento, a mio avviso comunque molto maturo, era tanto piu' da apprezzare in quanto trovava spazio in un momento di particolare entusiasmo collettivo per le straordinarie prestazioni contro Cesena, Manchester e Milan!

Tantissimi tifosi e giornalisti gia' prima della partita avevano espresso chiaramente le loro riserve e le loro perplessita' per cui non si possono accusare tifosi e giornalisti, come si potrebbe fare tranquillamente in altre occasioni, che e' facile parlare dopo.

D'altro canto pero' Mazzarri, con le scelte fatte nelle prime tre partite, con pochissime rotazioni tra una partita e l'altra, si e' messo nella condizione di dover usare la partita di Chievo come uno spartiacque tra due "pacchetti" di tre partite ciascuno (Cesena,Manchester,Milan e Fiorentina,Villareal,Inter) in cui individuare l'ideale turno di riposo per la gran parte dei suoi titolari.

Una scelta legata alla circostanza per cui un giocatore, per quanto ben allenato, rischia di infortunarsi seriamente a livello muscolare o traumatico quando gioca piu' di tre partite consecutive a intervalli ravvicinati.

Io non contesto questa "regola", applicata con successo anche lo scorso anno e che e' stata una dei segreti dell'integrita' fisica dei giocatori azzurri nell'era Mazzarri, anzi trovo giusto applicare tale regola, ma penso, molto modestamente, che questa regola, se applicata con un minimo correttivo che adesso andro' a evidenziare, potrebbe evitare in futuro di dover ripetere un turnover cosi' massiccio.

A mio avviso,infatti, il turnover dovrebbe essere applicato costantemente in ogni partita con la formula che io chiamo del 7+3 o 8+2 ( la prima per le partite di media difficolta', la seconda per le partite di alta difficolta'): ossia 7/8 titolari + 2/3 riserve da schierare a rotazione in ogni partita (la somma delle formule e' 10 perche' ovviamente non considero De Sanctis).

Facciamo un esempio: utilizzando la formula del 7+3 nell'arco di tre partite come Fiorentina, Villareal e Inter, ben 9 titolari su 10 giocherebbero 2 partite e ne riposerebbero una, mentre se si applicasse la formula dell' 8+2 si potrebbero far riposare tutti e 10 titolari in una partita su cinque.

E' chiaro che si tratta di esempi giusto per farsi capire (spero...), ma cosi' si otterrebbero a mio avviso due vantaggi:

- il primo sarebbe quello di schierare di volta in volta due o tre non titolari dando loro l'opportunita' di giocare non come a Chievo "circondati" da altre riserve ( e quindi fatalmente condizionati a giocare peggio per mancanza di affiatamento con i compagni anch'essi poco abituati a giocare), ma supportati da compagni piu' forti ed esperti e quindi con maggiori probabilita' di offrire essi stessi una migliore prestazione in campo;

- il secondo vantaggio sarebbe quello di non essere costretti a dover sacrificare una partita,come a Chievo, con un turnover forzato e schierando in campo uomini con pochi minuti nelle gambe e scarsi automatismi tattici nella testa. A questo proposito, avete notato come Fideleff e Fernandez, dopo i primi 60 minuti giocati senza sbavature, hanno accumulato i loro errori negli ultimi 30?

Giocare in cosi' tante riserve significa sia andare incontro a problemi di affiatamento tra i vari giocatori, sia andare incontro a evidenti cali fisici in una squadra che, per come gioca, ha bisogno di giocatori che mantengano per tutti i 90 minuti un rendimento fisico oltre la media.

Inoltre, come osservato acutamente da Raffaele Auriemma e da qualche altro tifoso e addetto ai lavori, se io sono una riserva e vengo mandato in campo contro una squadra "piccola" e la maggior pare dei miei compagni sono anch'esse riserve, beh, magari un po' ci rimango male anche se da professionista la cosa mi dovrebbe essere irrilevante: pero' un conto e' se io Santana posso giocare con Hamsik e Cavani, un conto e' se debbo giocare con un Mascara o con un Pandev a mezzo servizio: non e' solo una questione "morale", ma anche tecnica.

Inoltre la partita di Chievo ha evidenziato un altro aspetto da non sottovalutare: per precisa scelta gestionale, si e' preferito cedere Vitale e costruire un pacchetto di soli tre esterni, con Aronica eventuale quarto esterno di emergenza, per valorizzare Zuniga e farlo ruotare con regolarita' assieme a Maggio e Dossena.

Non si e' pero' a mio avviso tenuto conto che se uno dei tre si assenta per squalifica, infortunio o altro imprevisto (come capitato mercoledi' al povero Dossena al quale inviamo un forte abbraccio e tutta la nostra vicinanza per il lutto che lo ha colpito), ci sono giusto due giocatori per due posti e senza adeguate alternative da poter utilizzare in corso di partita in uno dei ruoli piu' dispendiosi dal punto di vista fisico e mentale nello scacchiere tattico di Mazzarri.

A Verona ad esempio Mazzarri a un certo punto ha dovuto mettere il povero Dzemaili al posto di Maggio costretto ad uscire per un affaticamento muscolare e lo svizzero, gia' provato fisicamente da una gara in cui aveva gia' corso tantissimo, boccheggiava su quella fascia in un ruolo per giunta non suo.

Insomma, come la giri e come la volti, la serata di Chievo dovrebbe richiedere a Mazzarri quel mimimo di riflessione che lo spinga a cambiare leggermente la sua filosofia di gestione nella rotazione tra titolari e riserve.

E' forse quel piccolo salto che, a mio avviso, potrebbe portarlo dal gruppo degli ottimi allenatori a quello dei veri maestri: quegli allenatori che calibrano in modo piu' calcolato ed equilibrato i loro rischi e usano anche partite importanti per dare opportunita' vere ( e non di ripiego) alle proprie riserve coinvolgendoli davvero fino in fondo nel gruppo.

Un esempio di questo approccio lo vediamo con Guardiola che nel Barcellona spesso rischia, anche in partite importanti, la riserva giovane e la fa giocare con i titolari in modo da farlo sentire piu' protetto dai compagno e dargli la possbilita' di sentirsi davvero considerato. Lo stesso trofeo Gamper, un'amichevole per il Napoli ma un incontro "serio" per quelli del Barca, e' stato affrontato con la stessa filosofia: non tutti i titolari un tempo e tutte le riserve un altro tempo, ma un po' di titolari e un po' di riserve sia nel primo che nel secondo tempo, in modo che le riserve hanno potuto confrontarsi, prima che con gli avversari, con i propri compagni piu' forti e famosi arricchendosi essi stessi da questa amalgama.

Ecco cosa vorrei adesso da Mazzarri, ma non so quanto sia ancora convinto di una possibilita' del genere...eppure, caro mister, mai come quest'anno nella sua carriera, per la prima volta, potrebbe misurarsi su questo terreno riservato ai piu' grandi allenatori...se lei si sente davvero cosi' grande, ci dimostri di saper gestire la sua rosa con la logica del grande allenatore, altrimenti sembrera' sempre un po' provinciale al contrario di quanto lei amerebbe sembrare.

Ne riparliamo magari dopo l'Inter...intanto forza Napoli e forza mister!

mercoledì 21 settembre 2011

Serie A 2011-12: 4ª - Chievo-Napoli 1-0 (72' Moscardelli)

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Meno male che i Chievo-Napoli sono finiti per quest'anno. Alla lezione dello scorso anno fa seguito, con allenatore diverso, una punizione meno netta sul piano tattico rispetto allo scorso anno, alla fine giunta per un clamoroso errore individuale di un esordiente assoluto.

Dopo un primo tempo senza nessun tiro in porta in cui il Napoli appare in controllo del match, nella ripresa, forse troppo sicuro di aver già domato il Chievo, lascia troppo campo ad un timido avversario che, complice l'ingresso del sempre aggressivo Moscardelli, autentica bestia nera degli azzurri, trova sempre più coraggio col passare dei minuti.

Dopo un tiro di Hetemaj, è proprio Moscardelli, appena entrato, a suonare la carica e a scaldare da fuori i guantoni fino a quel momento immacolati di De Sanctis e in quel momento i veronesi prendono coraggio diventando sempre più aggressivi e sfruttando il non sufficiente tono fisico di alcuni azzurri: il Napoli perde colpi a centrocampo, dove Gargano e Dzemaili non ripetono la dinamica prestazione del primo tempo e se poi anche dalla linea degli attaccanti il contributo in fase difensiva è nullo (Pandev, Mascara) o scadente (Santana), diventa naturale che aumentata la pressione sui centrali, arrivino gi errori e le sbavature individuali.

Dopo un'altra insidia di Paloschi, arriva l'orrore di Fideleff e il conseguente gol di Moscardelli (ancora lui!!!), che poi sfiora il raddoppio con un tiro da fuori che De Sanctis respinge in angolo cn l'aiuto della traversa.

L'ingresso di Inler, Cavani e Hamsik, anzichè far crescere la qualità della manovra azzurra, sembra quasi portare meno nerbo e meno qualità: gli azzurri si trascinano in avanti quasi svuotati di energie e idee per cui il Chievo ha gioco facile a difendersi e ripartire.

Nemmeno un Fideleff centravanti crea difficoltà laddove nessuno degli azzurri mostra lucidità nella costruzione della manovra.

Alla fine la sconfitta appare tanto bruciante quanto meritata e (speriamo) salutare per il futuro: alla fine non lascia neanche troppi segni negativi in classifica considerando gli analoghi balbettii di Inter, Milan e Juve e la netta sconfitta del Cagliari fino a oggi capolista come il Napoli.

Diventa importante ora recuperare energie fisiche e mentali e magari anche un pizzico di umiltà e ferocia che stasera sono mancati: le abbuffate di campionato e Champions forse sono state troppo pesanti da smaltire in così pochi giorni...intanto sabato arriva una Fiorentina che si annuncia con un Jovetic e un Cerci in forma strepitosa.

***
De Sanctis: 6,5 - Nel primo tempo praticamente non tocca palla, nessuna conclusione in porta degli attaccanti (?) del Chievo, ma nella ripresa la musica cambia inaspettatamente. Certo non si aspetta un così clamoroso "tradimento" da parte di Fideleff in occasione del gol dove appare sorpreso. Si salva però sui tiri di Hetemaj e Moscardelli (2 volte).

Fernandez: 6 - Buon primo tempo in cui conferma la sicurezza del veterano, sempre perfettamente piazzato. Fatica nella ripresa per la maggiore pressione degli attaccanti del Chievo e per una preventivabile flessione fisica.

Fideleff: 5 - Mai un minuto in campo prima di oggi, nel primo tempo mostra grinta e sicurezza da veterano: aggressivo in marcatura, buona tecnica col piede sinistro, talora avanza un po' troppo rispetto alla linea dei centrali, ma i suoi movimenti alla fine risultano sempre efficaci e non mettono mai in difficoltà i compagni. Soltanto sul finire del primo tempo, perso un contrasto a centrocampo, Aronica deve andare a fare la diagonale per coprire il vuoto lasciato dall'argentino. Nella ripresa, complice probabilmente anche una flessione fisica e la foga del neoentrato Moscardelli, compie una clamorosa frittata che spiana la strada alla vittoria dei veronesi. Negli ultimi minuti opera da centravanti di peso, ma crea più confusione che altro.

Aronica: 6,5 - Guida la difesa con estrema disinvoltura, mai una distrazione, chiusure e diagonali puntuali quando necessario sia sul lato di Fernandez che su quello di Fideleff, spesso fa ripartire la manovra con lanci lunghi che però non giovano alla qualità della manovra azzurra. Nella ripresa non ha particolari colpe a fronte degli errori dei suoi compagni di reparto, anzi è l'unico a tenere la barra dritta fino alla fine.

Zuniga: 6 - In linea con le ultime prestazioni: tonico e sicuro, sia in difesa, sia nel lanciarsi in avanti in tandem con Santana nel primo tempo. Nella ripresa spinge molto, ma con molta meno lucidità anche se crea l'unico pericolo verso la porta del Chievo.

Dzemaili: 5 - Alterna buoni contrasti, recuperi di palla e incursioni sulla tre quarti a ingenuità con rifiniture approssimative e tiri sballati fuori ritmo. Nella ripresa, con l'ingresso di Inler e l'uscita di Maggio viene dirottato in un ruolo non suo, proprio nel ruolo di Maggio, ma, complice anche un evidente calo fisico alla distanza, offre un contributo sempre meno utile.

Gargano: 6 - Primo tempo da 8. Corre per due e talvolta anche per tre: copre ogni varco difensivo, spazzando in una situazione l'area di rigore da autentico centrale difensivo su una fulminante ripartenza del Chievo e prova a rilanciare l'azione con un minimo di ritmo. Evidentemente paga lo sforzo, che si cumula con quelli delle due partite precedenti, con una ripresa poco lucida nella quale lascia troppo scoperta la difesa azzurra e offre poca lucidità nel momento in cui c'è da tentare la rimonta. Peccato...

Maggio: 6 - Ordinaria amministrazione, non straripante come suo solito ma è anche alla sua quarta partita in undici giorni e quindi cerca di gestire le energie in un gara che lo avrebbe dovuto veder riposare. Diligente in fase difensiva. A dimostrazione della necessità del turnover, costretto ad uscire per un problema muscolare, lui che il turnover avrebbe dovuto fare proprio stasera (dal 58' Inler: 4 - Irriconoscibile! Totalmente fuori ritmo, lento, sceglie quasi sempre la soluzione peggiore, sbaglia tanti appoggi e rende ancora più scadente la manovra azzurra proprio quando sarebbe necessaria più qualità)

Mascara: 4,5 - Contributo quasi nullo: nell'unico spunto dove riesce ad entrare in area di rigore si tuffa manco fosse il miglior Cagnotto. Solo un passabile colpo di testa in tuffo nella ripresa un attimo prima di uscire, su cross di Cavani (dal 71' Hamsik: 4 - Vedi Inler)

Santana: 5 - Trova qualche buono spazio specie sul lato sinistro e mette anche una palla d'oro al centro che Cavani avrebbe girato in porta senza problemi, ma che Pandev, troppo schiacciato sui centrali avversari, non riesce ad agguantare. Appare però, come ad inizio campionato, ancora poco brillante nello spunto sul breve e nel dribbling (dal 58' Cavani: 4 - Stavolta è l'ombra dell'immenso cannoniere visto la scorsa settimana, ma certo il contesto non lo aiuta, costretto anche a lasciare la posizione di prima punta a Pandev)

Pandev: 4 - Se nel primo tempo avesse fatto il classico movimento di Cavani, facendo finta di attaccare l'area e poi rinculare per staccarsi dalla marcatura dei centrali avversari, avrebbe forse potuto trasformare in gol il pregevole assist di Santana. Purtroppo si fa sorprendere sulla linea dei centrali del Chievo davanti alla linea di passaggio e deve rincorrere invano il pallone che fugge via. Nel complesso appare ancora atleticamente poco scattante e anche poco tonico perdendo tutti i contrasti con i difensori avversari

All. Mazzarri: 5 - Quello che molti tra pubblico e critica non considerano (e che invece Mazzarri e Pondrelli sanno bene) è che la partita del Chievo giunge dopo tre partite ravvicinate durissime e prima di tre partire altrettanto ravvicinate e altrettanto dure, per cui dare riposo ai vari Campagnaro, Cannavaro, Inler, Hamsik, Lavezzi e Cavani diventa una scelta (quasi) obbligata, come obbligata è l'assenza di Dossena per l'improvviso lutto familiare. In questo contesto sarebbe facile sparargli addosso, ma sebbene il risultato sia indecoroso, è la prestazione complessiva della squadra a deludere, per giunta peggiorata (e non migliorata) dall'ingresso nella ripresa dei grossi calibri. Non mi convince la soluzione di Dzemaili sulla fascia al posto di Maggio (uscito guarda caso per un problema muscolare) in un ruolo che richiede molto dinamismo laddove lo svizzero entra in quel ruolo nella sua fase calante.

Arbitro D'Amato: 6.5 - Lascia giocare sui contrasti energici ma ferma il gioco duro, riesce a tenere in pugno la partita, ammonendo nei momenti giusti e valuta correttamente il "volo" di Mascara (che avrebbe anche potuto ammonire per simulazione).

domenica 18 settembre 2011

Le emozioni di Napoli Milan

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Serie A 2011-12: 3ª - Napoli-Milan 3-1 (12' Aquilani, 14', 36' e 51' Cavani)

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Una squadra ancora una volta granitica, un finalizzatore sublime, una resistenza fisica e mentale eccezionale, un primo posto quindi che, come diceva Totò, arriva perchè "...è la somma che fa il totale!".

Il Napoli viene gelato da un beffardo colpo di testa di Aquilani su disattenzione di Cannavaro, ma la forza eccezionale di questa squadra è riuscire a rimetterla in sesto dopo appena due minuti e evitare una nuova capitolazione quattro minuti dopo il pareggio (18') con De Sanctis che ipnotizza Nocerino lanciato a rete.

Il Napoli capitalizza ogni minima occasione che gli lascia il Milan: al 36' secondo varco e secondo gol di Cavani, che sfrutta un eccezionale contropiede con Gargano partito palla al piede dalla propria area ripetendo la discesa di Hamsik del maggio di 3 anni fa, ma concludendola scaricando intelligentemente per il Matador.

Ancora una volta, fatto il gol, il Napoli, ancora con De Sanctis, evita di subirne uno dal Milan con una parata alla Garella di De Sanctis su Aquilani che già pregustava la doppietta personale.

Nella ripresa un paio di tiri di Hamsik da fuori intervallati dal terzo gol di Cavani che chiude virtualmente la partita, animata solo da qualche mischia in area di rigore azzurra e da un paio di interventi miracolosi di Zuniga che sigillano il trionfo azzurro.

Ma non c'è tempo di respirare perchè mercoledì è già Chievo e Mazzarri dovrà necessariamente pensare a un intenso turnover contro una squadra che lo scorso anno, sempre di mercoledì, giocò due terribili scherzi agli azzurri...se è davvero l'anno giusto lo capiremo forse proprio da Chievo...

***

De Sanctis: 7,5 - Sorpreso dal gol beffardo di Aquilani, nel primo tempo si riscatta con due interventi strepitosi su Nocerino (letteralmente ipnotizzato) e Aquilani (parata di piede alla Garella). Nella ripresa soltanto il solletico con qualche tiro da lontano e un paio di brividi nel finale su qualche mischia.

Campagnaro: 7 - Pochi pericoli dal suo lato e ogni tanto anche un contributo in fase di spinta. Un muro, una diga, sempre.

Cannavaro: 5,5 - Nel primo tempo in ritardo sul gol di Aquilani ed in imbarazzo diverse volte sulle palle vaganti al limite dell'area di rigore. Migliora decisamente nella ripresa, anche meglio protetto dai mediani, ma commette una ingenuità (braccio in area di rigore sul 3 a 1) che se ravvisato da Tagliavento avrebbe riaperto una partita abbondantemente chiusa.

Aronica: 7 - Nel primo tempo soffre moltissimo dal suo lato, ma ha un cliente difficile come Cassano e spesso è mal protetto da Dossena e dalla linea mediana, quindi ha molte attenuanti. Nella ripresa migliora la protezione di Dossena e dei mediani e la crescita di Totò diventa esponenziale tanto che dal suo lato non passa più nessuno. Ammonito ingiustamente a seguito di un contrasto con Nesta che reagisce e viene graziato da Tagliavento.

Maggio: 7,5 - Straordinario in fase difensiva dove arriva puntualissimo a chiudere ogni varco per tutti i 90 minuti e spesso rilancia l'azione. Suo il colpo di testa che offre a Cavani il pallone del pareggio.

Inler: 6,5 - A fasi alterne: a volte vince duelli importanti in mezzo al campo e opera interessanti cambi di gioco, altre volte non protegge in modo impeccabile i centrali difensivi, specie Cannavaro, specie nel primo tempo. Meno passaggi a vuoto nella ripresa.

Gargano: 8,5 - E' vero che anche stasera perde qualche palla appena recuperata, ma pressa su tutti, sfodera un paio di splendidi cambi di gioco e soprattutto fa impazzire il San Paolo per l'eccezionale "coast to coast" con cui recupera palla al limite della propria area e la consegna a Cavani nell'area avversaria per il gol del 2 a 1. Un giocatore rigenerato, con il dinanismo del primo anno e la maturità di 5 anni vissuti in Italia.

Dossena: 5,5 - Appare svagato, fuori partita, attacca poco e difende peggio, esponendo spesso Aronica a imbarazzanti duelli in inferiorità numerica, specie nel primo tempo. Nella ripresa migliora leggermente in fase difensiva (dal 78' Zuniga: 7,5 - Entra e sfodera due chiusure strepitose, eccezionale quella acrobatica su Pato, che salvano il Napoli da gol quasi fatti. In stato di grazia)

Hamsik: 6,5 - Tatticamente preziosissimo, si vede poco sotto porta ma cuce il gioco e recupera palloni con notevole continutà. Tenta la conclusione da fuori un paio di volte senza fortuna, nella seconda occasione non premiando la sovrapposizione di Maggio (dal 65' Dzemaili: 6,5 - Stavolta filtra bene e in un paio di occasioni si rende pericoloso in avanti, andando anche a concludere con buona qualità da fuori)

Lavezzi: 6,5 - Buoni strappi in velocità, martoriato soprattutto da Bonera che lo brutalizza in più di una occasione, alimenta con continuità l'azione offensiva azzurra (dall''82' Pandev: 6,5 - Anche se deve crescere di condizione, gestisce palla con grande tecnica ed esperienza e crea imbarazzi nella difesa rossonera, penetrando e offrendo assist ai compagni)

Cavani: 10 - Il supremo finalizzatore, quattro occasioni di cui tre giocabili e tre gol... Tutti e tre i gol con terrificanti botte di prima. Quattro gol in quattro giorni, cosa vuoi di più?

All. Mazzarri: 8 - Nell'intervallo deve solo trovare qualche soluzione tattica adeguata per il lato sinistro che, per la terza partita su tre, appare in sofferenza, anche se a Manchester Zuniga aveva dato un contributo difensivo eccezionale. C'è infatti nel primo tempo qualche movimento sulla linea mediana che penalizza il lavoro del centrale difensivo di sinistra lasciandolo troppo spesso in inferiorità numerica. I correttivi suggeriti nell'intervallo funzionano, Dossena e i mediani coprono con maggiore attenzione e la difesa soffre molto di meno.

Arbitro Tagliavento: 3 - Ho stima notevole di questo arbitro, ma stasera combina un disastro dietro l'altro, violando sistematicamente una delle regole fondamentali del calcio, cioè che se fai un fallo di reazione devi essere espulso. Lascia correre contrasti durissimi da una parte e dall'altra, non espelle (e nemmeno ammonisce!) Pato per una reazione nei confronti di Maggio a gioco fermo, non commina la seconda ammonizione a Nocerino per entrata da dietro su Cavani, non espelle Nesta per un fallo di reazione su Aronica (che viene anche ammonito ingiustamente!). Infine non vede un più che sospetto fallo di mano di Cannavaro in area di rigore sul 3 a 1 per gli azzurri.

sabato 17 settembre 2011

Manchester ci insegna che...

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Quando vivi una partita così intensa, così emozionante, così importante come quella di mercoledì sera, quando leggi sui giornali inglesi più autorevoli le critiche piene di ammirazione per la qualità della prestazione dalla squadra di Mazzarri, ti rendi conto di quanto possa diventare difficile mantenere concentrazione ed equilibrio per andare avanti, ripetere tali prestazioni con continuità e, se possibile, migliorarle ancora.

Sembra che il Napoli di mercoledì, per coincidenze di tempo e di spazio, abbia raggiunto un culmine, una perfezione, un completamento di un lunghissimo cammino iniziato 7 anni a con De Laurentiis e Marino, 6 anni e mezzo fa con Reja e 2 anni fa con Mazzarri, il suo eccezionale staff tecnico e Bigon.

Il Napoli di Maradona è stato quello che è stato, l'orgoglio di questa città e dei tifosi della mia generazione che hanno potuto vivere gli anni più belli della propria vita godendo delle gesta di un fenomeno e di un gruppo eccezionale di compagni al suo servizio.

Ma questa squadra, posso dirlo proprio per aver vissuto quel Napoli, ne è una degnissima, straordinaria erede, a maggior ragione perchè sta ottenendo risultati sempre più straordinari non potendo avere nelle sue fila il più grande.

In un calcio e in una socieà sempre più aridi, cinici e individualisti, Manchester (con la sua squadra ricchissima di talenti individuali) ci insegna che il vero calcio è un gioco DI SQUADRA, finchè esisterà e checchè se ne voglia scrivere sui giornali (che parlano sempre di singoli e duelli indivisuali, considerando sempre l'età e la condizione mentale di un tifoso come quella di un bambino di 5 anni...poi ti domandi perchè vendono sempre meno).

Che scoperta...eppure la poca competenza media degli stessi giornalisti sportivi e di tanti tifosi (mal)educati a considerare il calcio come lo sport dove vince il singolo o dove un gol subito è colpa del portiere o del difensore costringe a ribadire un concetto stupido e banale come dire che l'acqua è liquida: il calcio è un gioco di squadra e quando esiste davvero il gioco di squadra, nello sport, come nel lavoro e nella vita, avviene quel fenomeno magico che caratterizza le relazioni umane per cui il valore della prestazione collettiva è superiore alla somma del valore delle prestazioni dei singoli componenti del gruppo.

Un fenomeno straordinario della natura umana che si realizza solo nei gruppi che funzionano davvero, come nella musica (vedi i Beatles), nello sport (l'Italia campione del mondo dell'82), nel lavoro (dove avviene più raramente perchè spesso i gruppi di lavoro si combinano in modo casuale e non si costruiscono davvero tenendo conto delle qualità complementari dei membri che li compongono).

Ecco perchè il Napoli va ammirato: perchè in un calcio sempre più arido e cinico, dove si crede di poter risolvere qualunque problema comprando giocatori come fossero figurine Panini e dove vanno in campo 11 singoli, ci sono invece altri 11 uomini che a un certo punto si trasfigurano in un corpo unico, compatto, granitico in cui il contributo di ognuno è capace di moltiplicare il contributo di tutti gli altri.

L'esempio più clamoroso di mercoledì sera è quello di Dzemaili, giustamente criticato sia dal tecnico, sia dal presidente che dai giornalisti per alcuni errori individuali evidenti: eppure il suo ingresso in campo ha dato un enorme beneficio tattico al resto della squadra che si è impadronita totalmente del centrocampo e ha limitato al massimo gli avversari, spesso anzi rilanciando l'azione degli azzurri con ficcanti ripartenze (da una delle quali è nata il gol di Cavani).

Altro esempio è la difesa: molti temevano che fosse inadeguata per un palcoscenico come quello di Manchester, ma le prestazioni eccezionali di Aronica (il più bersagliato alla vigilia), Zuniga, Campagnaro, Cannavaro e Maggio dimostrano ancora una volta come il teorico valore dei singoli sia stato smentito dai valori espressi sul campo, in cui ognuno ha esaltato il lavoro del compagno e il lavoro della difesa è stato esaltato dall'eccezionale lavoro in fase difensiva svolto da TUTTA la squadra (andatevi ad esempio a rivedere i massacranti movimenti difensivi di Hamsik o di Cavani nel primo tempo!).

Manchester ci insegna anche quanto sia importante giocare partite a questi livelli per migliorarsi tecnicamente e tatticamente. L'esempio vivente di tutto questo è Paolo Cannavaro (ma potrei citare anche Aronica): inizio difficilissimo e incerto, errori, Dezko che ti scappa da tutte le parti (impressionante anche a guardarlo in televisione!!), poi, col passare dei minuti, Paolo comincia a prendergli le misure, i suoi interventi diventano meno scomposti, ma nello stesso tempo più energici, robusti ed efficaci, come se Paolo riuscisse a tirare fuori,a furia di giocare, una forza fisica e mentale sempre maggiore, fino a farlo uscire dal campo a bocca asciutta, lui che fino a mercoledì segnava gol a grappoli.

Molti tifosi, decisamente incompetenti, dopo la batosta di Barcellona se ne erano usciti con frasi decisamente ridicole del tipo "Ma che siamo andati a fare a Barcellona!"... Io capisco l'umiliazione...anch'io ho sofferto vedendo gli azzurri perdere in quel modo ma me lo aspettavo prima di tutto perchè il Barca ne dà facilmente cinque (e a che più) a chiunque gli capiti a tiro (Real Madrid compreso) e poi perchè sapevo che il Napoli si sarebbe trovato a vivere una dimensione totalmente nuova per la quale avrebbe pagato uno scotto. Ma sapevo che quella serata sarebbe importantissima per la crescita degli azzurri, un po' come le vaccinazioni che si fanno i bambini contro le malattie: ti possono far male sul momento, ti possono far venire la febbre, ti possono dare dolore, ma ti rendono immune da quelle malattie e a Manchester si è visto quanto sia servita quella "inutile" serata di Barcellona (di cui sarò sempre orgoglioso)...e queste parole non le scrivo soltanto ora, ma le ho scritte su questo stesso blog (andatevele pure a rileggere) la sera stessa della sconfitta del Nou Camp.

Manchester ci insegna (ancora una volta, ma tanto alcuni non lo capiranno mai anche se vedesse 2000 anni di calcio) che non conta la difesa a 3 o a 4, il 4-2-3-1 o il 4-4-2 o altri numeri di questo genere, ma contano, a livello tattico, gli automatismi e la mentalità a difendere quando non si è in possesso di palla e la compattezza, le distanze tra uomini e reparti quando ci si difende e quando si attacca.

Il Napoli ha difeso a pieno organico e ha cercato di attaccare con tanti uomini appena ha potuto: coprire tutti gli spazi in difesa con gli uomini giusti e le giuste distanze, ma pronti a ripartire con aggressività, con ferocia (vedi la traversa di Lavezzi), per far male l'avversario e non solo per alleggerire la pressione degli avversari, anzi, a un certo punto della ripresa, era il Manchester che era in affanno in difesa e a centrocampo per l'enorme lavoro tattico e dinamico fatto dagli azzurri.

E Manchester ci insegna che ora viene il difficile: ripetere prestazioni di questo livello con continuità nelle prossime partite con Milan e Chievo prima di tutto, quel Chievo che lo scorso anno, proprio per i limiti di tenuta fisica e mentale degli azzurri, ci ha tolto 6 punti in due momenti delicati e intensi della stagione, come quelli che stiamo vivendo in questi giorni: domani sera infatti sarà per molti azzurri la terza partita in otto giorni, quella che fisicamente e mentalmente è la più difficile da affrontare e poi a Chievo ci sarà probabilmente un intenso turnover e lì il Napoli dovrà dimostrare la bontà effettiva del mercato estivo, mirato a rafforzare la squadra proprio nelle sue alternative.

Dunque, come ogni grande traguardo raggiunto, Manchester ci insegna che siamo di nuovo a zero e che ora dobbiamo ricominciare tutto da capo, certo con una base solida di eccezionale valore, ma una base appunto...si tratta ora di costruire quel bellissimo edificio che sia degno coronamento di una base costruita con 7 anni di paziente, durissimo e straordinario lavoro.

giovedì 15 settembre 2011

Manchester Napoli, altre immagini, suoni ed emozioni!

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La radiocronaca di Giulio Delfino (RADIORAI)



Il gol del Napoli commentato da Sky (Compagnoni), 7 Gold e Auriemma



La bandiera del Regno delle Due Sicilie esibita ad inizio partita



Un sogno atteso 20 anni: la musica della Champions suona anche per il Napoli!!!





L'inno della Champions preceduta da un capolavoro del mio gruppo preferito, Hey Jude dei Beatles



Abbiamo iniziato con la radio e finiamo con la radio:
la radiocronaca di Carmine Martino (Radio Marte)
con mitico urletto "ultrasonico" di Gianluca Gifuni incluso!

Manchester Napoli, il commento di Auriemma, le immagini e le emozioni

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mercoledì 14 settembre 2011

Champions 2011-12: 1a - Manchester City - Napoli 1-1 (69' Cavani, 74' Kolarov)

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A un certo punto della ripresa mi viene un flashback in cui rivedo le immegini di quelle psicodrammatiche serate dell'Inter manciniana di Champions: quante ne ho viste di quella Inter e mi è sembrato a un certo punto di rivedere in questo Manchester quella Inter.

Partenza imperiosa, arrogante, travolgente dei Citizens, che alternando fioretto e cannonate mette davvero a durissima prova la tenuta difensiva di un Napoli comprensibilmente terrorizzato dall'esordio storico in Champions.

In realtà però a fronte di un turbinio tempestoso e continuo, nel primo tempo il tabellino evidenzia tre grandi occasioni per il Manchester (13' Dzeko che sfiora il palo alla destra di De Sanctis con terrificante diagonale dalla sinistra del portiere, 34' traversa di Toure e 40' tiro di Kolarov su De Sanctis) e una, enorme, per il Pocho che mette a sedere con splendide finte i lenti difensori inglesi e mira la traversa.

Il colpo del Pocho (18') spezza in due il primo tempo: il dominio del Manchester si interrompe per quasi un quarto d'ora (fino alla successiva traversa di Toure che rianima gli inglesi) e il Napoli riesce a manovrare con notevole disinvoltura anticipando temi tecnico- tattici che diverranno quasi constanti nel secondo tempo.

L'intervallo infatti, dopo gli ultimi minuti del primo tempo con gli inglesi di nuovo all'arrembaggio, sembra addormentare gli avversari del Napoli che, sin dal primo minuto appare molto più determinato ed efficace in fase di rilancio della manovra: a sorpresa gli inglesi non riescono a generare alcun pericolo fino al gol di Cavani (69'), mentre gli azzurri producono occasioni in serie (in particolare 49' e 66' Hamsik).

Il Manchester sembra quella Inter manciniana vista tante volte in Champions negli anni scorsi: ci vuole l'ingresso di Johnson e Tevez per ravvivare un po' la manovra inglese ma non più di tanto, tant'è che alla fine solo una eccellente punizione a giro di Kolarov evita il dramma inaspettato dagli inglesi alla vigilia.

Ulltimi minuti di grande tensione ma senza correre grossi pericoli e un punto da raccontare ai posteri. Nel frattempo arriva la notizia della vittoria del Bayern a Villareal per 2 a 0 che forse comincia a delineare già un primo piccolo cambiamento nei rapporti di forza nel girone.

Con questi risultati il Napoli è secondo e in vantaggio sull'avversario sulla carta più abbordabile del girone, vantaggio da tesaurizzare nei prossimi turni a partire proprio dal prossimo 27 settembre dove ospiteremo proprio gli spagnoli, un'occasione importante per dare seguito all'eccezionale impresa di questa sera.

  ***


De Sanctis: 6,5 - Trema spesso con palle avvelenate che sfiorano pali e traverse, ma nel primo tempo è attento su una insidiosa punizione di Kolarov che si stava avviando in porta e cerca di catturare tutte le palle alte che girano dalle sue parti...e quanti giramenti di palle! L'ex laziale però lo beffa su punizione, lasciandolo di sasso. Si riscatta 5 minuti dopo su Johnson.

Campagnaro: 7,5 - Dalle sue parti tantissimi pericoli, ma Hugo lotta e combatte con grande grinta ed efficacia e un paio di volte esce palla al piede con la solidità del mediano britannico. Splendido!

Cannavaro: 7 - Nel primo tempo grandissima sofferenza, specie con Dzeko, come previsto alla vigilia, qualche volta anche in affanno. Straordinaria prestazione nella ripresa dove, ammonito, riesce a contenere Dzeko fino a farlo uscire dal campo senza poter mettere la firma nel tabellino.

Aronica: 7 - Stesso discorso di Cannavaro: primo tempo difficile, ma ripresa strepitosa, gladiatoria, condotta con grande mestiere (vedi contrasto in area su Aguero nel finale).

Maggio: 7 - Nel primo tempo vista l'aggressività dei Citizens, appare difficile spingere come al solito. Partita di grande sacrificio difensivo. Nella ripresa aggiunge molta più spinta fino al capolavoro del gol di Cavani, frutto di un recupero proprio di Cristian nella sua trequarti completata con una strepitosa ripartenza coast to coast.

Inler: 7 - Qualche sbavatura in fase di appoggio, qualche affanno in fase di contenimento, ma uno straordinario spirito di sacrificio nel fare filtro davanti alla difesa e nel diventare quasi un centrale difensivo aggiunto.

Gargano: 8 - Non gioca da tempo e nel primo tempo si nota, ma meno di quanto si potesse temere alla vigilia. Comunque combatte e lotta, con modestia ed estrema umiltà. Nella ripresa sale in cattedra, aumentando il suo rendimento a ritmi vertiginosi, simboleggiando lo spirito battagliero che permette agli azzurri di portar via un punto storico da Manchester.

Zuniga: 8,5 - Notevolissima partita in fase difensiva, nel primo tempo trova maggiori spazi e migliori tempi di gioco di Maggio partecipando al rilancio della manovra in quasi tutte le (rare) iniziative offensive azzurre, mentre nella ripresa si sacrifica maggiormente e chiude con eccezionale puntualità ogni varco difensivo. Da notare che in due delle occasioni più pericolose degli azzurri (traversa di Lavezzi e tiro di Hamsik salvato sulla linea) c'è il suo zampino sotto forma di assist.

Lavezzi: 7 - Crea qualche scompiglio e al 18' addirittura il panico con una stupenda finta a far sedere l'avversario e palla piazzata giusto sulla traversa...che ancora trema. Quell'azione spaventa il City e permette agli azzurri di giocare con maggior autorevolezza per una decina di minuti. Combatte, lotta e riparte ma un affaticamento muscolare, speriamo nulla di peggio, suggerisce a Mazzarri di salvaguardarlo (dal 57' Dzemaili: 6 - Impatto iniziale sulla partita da 8, recupera mille palloni e gestisce un paio di contropiedi pericolosissimi. Poi dopo il gol azzurro comincia a smarrirsi inspiegabilmente: perde palloni e contrasti, tira in porta quando non deve, appare insomma "sfasato" rispetto alle esigenze del match)

Hamsik: 7,5 - Nel primo tempo si vede poco in avanti, ma gioca una splendida partita di sacrificio difensivo sul centro-destra, davanti a Maggio e Campagnaro e ogni tanto riesce a riaprire il gioco azzurro con bei cambi di gioco. Nella ripresa cresce vertiginosamente anche in fase offensiva e la musica è sublime: sfiora il gol in più occasioni, al 49', con salvataggio miracoloso sulla linea di Kompany, al 66' e al 71'. Mezzo voto in meno perchè non salta sulla punizione vincente di Kolarov che gli passa proprio sopra il ciuffo (dall'89' Santana: SV - Non ha il tempo di entrare in partita ma anche in quei pochi frangenti appare troppo "leggero" per una partita fatta per sciabolatori).

Cavani: 7 - Anche per lui tanta corsa e sacrificio difensivo, ma quasi nullo in avanti. Va detto anche poco servito, tant'è che nell'unica occasione in cui viene servito decentemente mette a frutto con spietata precisione (dall' 83' Pandev: SV - Solo uno spiraglio su clamoroso pasticcio tra Kompany e Hart, ma purtroppo si allunga il pallone che potrebbe valere la vittoria)

All. Mazzarri: 9 - Mezzo voto in più per la nettamente migliore organizzazione difensiva sui calci piazzati, testimonianza di un lavoro certosino fatto in questi ultimi giorni. Gli automatismi difensivi tra difesa e centrocampo funzionano in modo straordinario specie nella ripresa quando deve proteggere i troppi ammoniti in difesa. Approfitta dell'affaticamento del Pocho per buttar dentro Dzemaili che crea un eccezionale equilibrio a centrocampo, chiudendo ogni varco per la manovra inglese.

Arbitro: Eriksson (Svezia): 6 - Fischia solo i contatti molto seri, mentre sorvola su alcuni contrasti che magari un arbitro italiano o "latino" fischierebbe, apparendo forse troppo casalingo. Gli ammoniti sono tanti, specie dal lato azzurro, ma tutto sommato i cartellini sono distribuiti in modo corretto. E' chiaro che risulti penalizzato il Napoli che conduce una partita di grande contenimento.

martedì 13 settembre 2011

Un nuovo inno spopola tra i tifosi!

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Ale' ooohhh... Ale' ooohhh...

Io sono pazzo di te, innamorato di te, e non ti lascerò.

Queste le parole di un nuovo inno che spopola sempre di piu' tra i tifosi azzurri...e allora andate a guardare questo articolo su Tuttonapoli.net e a vedere i filmati girati negli ultimi appuntamenti azzurri.

Alla vigilia della storica giornata che ci aspetta domani, un auspicio importante per accompagnare l'avventura azzurra.

Forza Napoli!


sabato 10 settembre 2011

Cesena Napoli con Auriemma e Alvino

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Serie A 2011-12: 2ª - Cesena-Napoli 1-3 (3' Lavezzi, 24' Guana, 67' Campagnaro, 87' Hamsik)

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Beh, in fondo se Pandev non avesse preso in pieno la traversa a porta vuota (più facile segnale che colpire il legno!), sarebbe finita come lo scorso anno, ma anche questo 3 a 1 è il frutto di un dominio che, come lo scorso anno, si concretizza nel secondo tempo, dopo oltre 60 minuti di sofferenza.

La partita vola a mille all'ora sul bellissimo sintetico del Manuzzi e il Napoli denuncia di non avere ancora una condizione fisica ottimale, soffrendo, come temuto alla vigilia, gli spunti veloci degli attaccanti bianconeri.

La partita sembra schiudersi facilmente alle ambizioni del Napoli: su rimessa laterale lunghissima Campagnaro pesca il Pocho liberissimo in area di rigore.

Il Cesena però, dopo un iniziale disorientamento, comincia a correre a tutta e i giocatori azzurri, evidentemente ancora non pronti sul piano della velocità, soffrono maledettamente specie sul lato difensivo sinistro dove Aronica è messo sistematicamente in mezzo tra i centrocampisti e gli attaccanti e sui palloni alti nelle azioni di calcio d'angolo dove Benalouane (al 1') e Comotto (poco prima del pareggio) staccano in area indisturbati.

L'azione del pareggio cesenate con Guana rappresenta in pieno i limiti attuali della squadra azzurra: il Cesena passa in gran velocità rubando palla in mediana e infilando la difesa azzurra dal lato sinistro di Aronica con cross radente al centro dove Guana anticipa un incerto Cannavaro.

Il Napoli si disunisce e il Cesena prova ad approfittarne: dopo una grande occasione costruita dal Pocho, è De Sanctis che salva su Mutu e poi su Candreva negli ultimi tre minuti del primo tempo, per finire con un salvataggio di Cannavaro sempre su Mutu.

Nella ripresa il ritmo cala nettamente: giocare a tutta con questo caldo, su un terreno così veloce, all'esordio in campionato è un lusso che nessuna squadra si può permettere. Il calo del Cesena agevola la crescita del centrocampo azzurro e guardacaso la difesa azzurra comincia a non vedere più tanto traffico dalle sue parti.

In tre minuti il difensore Benalouane fa la frittata: una tirata di maglia al Pocho e un fallo di mano volontario a spezzare una verticalizzazione fanno due cartellini gialli, quindi rosso (siamo al 55'). Dopo 5 minuti entra Hamsik al posto di un evanescente Santana e i due eventi sono "la tempesta perfetta" per affossare il Cesena e  far volare gli azzurri.

Il Napoli diventa padrone assoluto del centrocampo, agevolato anche dalle scellerate sostituzioni di Giampaolo che lascia solo difensori e attaccanti togliendo quasi tutti i centrocampisti (Colucci e Parolo). Hamsik appare in uno stato di grazia e dispensa assist, tiri in porta e gol. Il povero portiere bianconero Ravaglia si vede spuntare tiri e attaccanti azzurri da tutte le posizioni e riesce giusto un paio di volte a evitare il peggio.

Interessante lo schiaramento tattico dal 67' all'83' dove Pandev entra al posto di Aronica, Maggio e Dossena arretrano sulla linea dei centrali difensivi, Cavani si defila sul lato destro con Hamsik al centro e Lavezzi sulla sinistra e col macedone punta centrale: una sorta di 4-2-3-1 che garantisce agli azzurri copertura difensiva, possesso palla e pericolosità in avanti.

Nel finale si torna all'antico con l'uscita del Pocho e l'ingresso di Fernandez.

3 a 1 e tutti a casa: non si vinceva all'esordio dal 1994, non si vinceva all'esordio in trasferta con più di un gol di scarto dal 1977: considerando che le grandi soffrono sempre con le piccole ad inizio campionato, si tratta di una vittoria da accogliere con grande soddisfazione, senza trascurare e i segnali di allarme e gli errori del primo tempo su cui mi soffermo in dettaglio nelle pagelle...e adesso tutti a Manchester! Inizia la Champions!

***
De Sanctis: 6,5 - Sorpreso, ma incolpevole sul gol del pareggio di Guana, si fa sentire a fine primo tempo con due paratissime su Mutu e Candreva. Dovrebbe uscire di più sugli angoli dove i difensori azzurri nel primo tempo soffrono quasi sistematicamente. Ripresa di tutto riposo.

Campagnaro: 9 - In condizioni fisiche e mentali eccezionali: è suo il colpo di genio, la rimessa laterale lunghissima a pescare solissimo il Pocho per il gol del vantaggio, nella ripresa segna di rapina il gol del vantaggio che spezza l'equilibrio. In difesa è di gran lunga il più attento dei centrali con diagonali in qualche caso provvidenziali. Favoloso!


Cannavaro: 6 - Nel primo tempo molto svagato, si fa anticipare da Guana in occasione del gol del pareggio, sbaglia i tempi nel far salire la linea difensiva per il fuorigioco, impreciso nei lanci lunghi, poco protetto dal centrocampo. Nella ripresa cresce il livello della linea mediana, cala il Cesena e Paolo si riprende, sfiorando anche il gol su calcio d'angolo un minuto prima del gol di Campagnaro.

Aronica: 6 - Dal suo lato nel primo tempo arrivano i pericoli maggiori. Sia ben chiaro, non è tutta colpa di Totò: se arrivano così tanti pericoli significa che non è abbastanza protetto dalla linea mediana. Infatti nella ripresa la linea mediana cresce e Totò non soffre più (dal 66' Pandev: 6 - Sufficienza di incoraggiamento anche se la traversa colpita a porta vuota, con Maggio a fianco a lui che strozza l'esultanza in gola, grida vendetta. Si posiziona da centrale d'attacco facendo dirottare Cavani sul lato destro. Appare però già  in buona condizione e a suo agio)

Maggio: 6,5 - A corrente alternata: nel primo tempo qualche buona discesa, un gol capolavoro con tiro al volo su assist di Dossena fallito per un soffio, un ottimo lavoro difensivo in una situazione pericolosa contro Mutu, ma anche alcune incertezze e molte pause. Nella ripresa, complice anche il calo del Cesena, gestisce a suo piacimento fase difensiva e fase offensiva, fino alla strepitosa progressione dell'85' dove mette Pandev solo davanti alla porta vuota.

Inler: 7 - Nel primo tempo dà l'impressione di non riuscire a coprire a sufficienza, nonostante sia più bloccato di Dzemaili. Qualche buon cambio di gioco. Nella ripresa il Cesena crolla di schianto e Gokhan diventa il padrone assoluto del centrocampo gestendo a piacimento fase difensiva e offensiva e spesso cercando la verticalizzazione.

Dzemaili: 6,5 - Appare sempre più chiara la suddivisione dei compiti in mediana tra lui e Inler: quest'ultimo resta più in copertura e lavora in fase di costruzione sui cambi di gioco, mentre Dzemaili fa molto pressing sui portatori di palla e tenta incursioni in avanti. Anche lui però nel primo tempo lascia molti spazi in fase difensiva, non proteggendo abbastanza i centrali difensivi. Meglio nella ripresa dove anche lui beneficia del calo degli avversari.

Dossena: 6 - Come Maggio, a corrente alternata, con l'aggravante che spesso i velocisti del Cesena lo prendono alle spalle e mettono in inferiorità numerica il povero Aronica. Nella ripresa opera più in copertura fino a schierarsi sulla linea dei centrali difensivi quando in campo giocano contemporaneamente Lavezzi, Cavani, Hamsik e Pandev. Chiude fuori campo per i crampi, tipici inconvenienti di inizio stagione.

Santana: 5 - Un paio di spunti, ma lunghissime pause e un'ammonizione per un fallo a centrocampo su Eder, appare spesso avulso dalla manovra (dal 60' Hamsik: 8,5 - Sublime partita di Marek: entra e la squadra e la partita cambiano volto! Al 67' suo il geniale assist a tagliare l'area del Cesena a trovare Campagnaro, suo l'assist per la più grande occasione della partita di Cavani, suo il gol liberatorio del trionfo finale. Questo è il Marek che vorrei sempre vedere, il Marek che amo!)

Lavezzi: 7 - Quasi imprendibile, segna subito, fa impazzire la difesa cesenate e sfiora più volte il raddoppio. Macina chilometri a tutto campo, esce quasi sfinito (dall'83' Fernandez: SV - Nessun momento difficile per il giovane argentino che riequilibra la linea dei centrali difensivi dopo l'uscita di Aronica e l'arretramento di Dossena)


Cavani: 5 - Sembra arrivato ieri: non riesce a entrare nella manovra, due soli tiri in porta, assente per lunghissimi tratti dalla partita.

All. Mazzarri: 6 - Deve risistemare diverse cose a livello fisico, sul piano della velocità (la squadra nel primo tempo appare ancora imballata, anche se chiude in condizioni nettamente migliori rispetto al Cesena) e tattico: soffriamo maledettamente sui calci d'angolo (l'ha fatto notare anche Sosa al mister dopo la partita a Sky) dove non ne prendiamo una di testa, la difesa appare poco protetta dalla linea mediana, i velocisti del Cesena prendono più volte alle spalle il centrocampo azzurro, specie sul lato sinistro della difesa azzurra dove dalla parte di Aronica c'è più folla che in un centro commerciale nell'ora di punta. In avanti la manovra appare involuta e il solo Lavezzi appare in condizioni smaglianti. Nella ripresa gestisce però sapientemente l'abbondante panchina azzurra con interessanti varianti tattiche, tra cui un abbozzo di 4-2-3-1 tra l'uscita di Aronica (67') e l'ingresso di Fernandez (83') per approfittare della superiorità numerica.

Arbitro: Bergonzi: 6,5 - Primo tempo a ritmo infernale ma arbitrato perfettamente e con "discrezione". Più presente nella ripresa per evitare che il forte tono agonistico della partita degenerasse in rissa più per la stanchezza dei protagonisti che per slealtà sportiva. Giusta la doppia ammonizione di Belaouane, un po' meno le ammonizioni di Lavezzi e Cannavaro ma con l'attenuante che dal vivo i falli apparivano più netti e pericolosi di quanto siano poi risultati in moviola. Comunque un ottimo arbitraggio, ancora una volta fortunato per il Napoli.

giovedì 8 settembre 2011

Le maglie del Napoli per la Champions

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Presentate oggi ufficialmente le due divise che il Napoli utilizzerà a partire da mercoledì sera a Manchester per le partite di Champions.

La maglia azzurra e la maglia "grey carbon" avranno numeri, risvolti e bordi di color oro e, bisogna dirlo, l'effetto è davvero suggestivo.

Vale la pena riprendere, dal sito ufficiale del Calcio Napoli, le foto che illustrano meglio delle parole i suggestivi effetti cromatici di queste divise che già adesso entrano nella storia del Napoli.










Il Napoli Channel sarà...una web TV?

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Il Presidente De Laurentiis ha annunciato una svolta importante nell'ambito del progetto del Napoli Channel.

Sotto la responsabilità del figlio Luigi, il progetto svolterà verso un respiro davvero internazionale che un "normale" canale televisivo, sia esso su piattaforma satellitare o su digitale terrestre, non potrebbe mai avere.

Un canale televisivo su piattaforma web, accessibile via Internet, quindi potenzialmente e ipotizziamo facilmente da tutto il mondo, per supportare in pieno la crescita internazionale della società e della squadra e, da non sottovalutare, per contenere i costi di esercizio che invece potrebbero essere molto più elevati nel caso di una televisione tradizionale.

Non sono però al momento noti i tempi di implementazione e realizzazione di tale progetto.

martedì 6 settembre 2011

Tracce di mercato 2011 - Ultimo atto...per ora!

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Finalmente dopo finti scioperi e veri rinvii, dopo quasi quattro mesi (quasi un record negli ultimi anni), il campionato italiano di calcio (o quel che ne resta) si accinge a partire con l'anticipo di venerdì sera, in verità stuzzicante, tra Milan e Lazio: campioni d'Italia uscenti (e pronosticati per una possibile riconferma  del titolo) contro una compagine che con un'intelligente lavoro di cesello tra acquisti (Klose e Cissè) e cessioni (Zarate), si candida come una delle protagoniste della imminente stagione.

L'estate del calcio italiano si è allineata alla crisi generale del paese: ufficializzata, ma già si sapeva, la perdita di una squadra in Champions League a partire dalla stagione 2012-2013, la nuova stagione europea delle italiane è partita con le sconfitte brucianti di Udinese, Palermo e Roma che aumentano, vista la modestia imbarazzante delle avversarie (Arsenal a parte) i segnali di allarme per la classifica UEFA sempre più precaria tanto che da qualche parte si comincia a temere di subire ulteriori ridimensionamenti per quanto riguarda il numero di squadre italiane da poter iscrivere ai tornei europei...e se la stagione europea delle italiane dovesse continuare come è cominciata i timori di nuove perdite aumenteranno a dismisura.

In questa atmosfera sul depresso andante, si sono consumati i riti del sorteggio dei gironi di Champions e la chiusura della sessione estiva del mercato, sessione che seppure leggermente ravvivata nelle sue ultime ore anche a seguito degli esiti del sorteggio Champions, ha mostrato fino alla fine ciò che avevamo intuito sin dall'inizio, specie per alcune squadre: tanti "vorrei, ma non posso", tante chiacchiere e pochi fatti.

Hanno lasciato il nostro torneo talenti importanti come Pastore e Sanchez (segni più evidenti della crisi economica del nostro calcio) ed Eto'O (che invece rappresenta un caso a parte in quanto nessun club al mondo avrebbe potuto resistere alla folle offerta pervenuta al giocatore) e sono arrivati molti prospetti giovani stranieri, interessanti promesse, ma tutti da scoprire e formare.

Tutti si sono quindi divertiti a fare le pagelle del mercato (nelle quali il Napoli è risultato assoluto trionfatore) e le "griglie di partenza" in vista del prossimo campionato.

Cominciando dalle seconde (le griglie sui favoriti) i giudizi sono tutti abbastanza concordi: premesso che la riuscita, l'amalgama, la "chimica" di una squadra si basa su mille e imprevedibili fattori, e che finchè le squadre non si assestano in campionato, tutti i pronostici lasciano il tempo che trovano, tuttavia personalmente concordo con quegli opinionisti che vedono, più o meno, il Milan ancora davanti a tutti per la sua continuità tecnica (Allegri) e per aver inserito pochi ma mirati innesti, un Napoli che pare ridurre il gap rispetto alle milanesi, ma del quale va testata la solidità di squadra in rapporto al durissimo girone di Champions (quanti punti sottrarrà questo impegno al campionato del Napoli? ...stessa domanda che ci ponevamo l'anno scorso rispetto all'Europe Leauge), una Inter in cui sembrano regnare enormi equivoci tra i "desiderata" di Gasperini e  le risorse a sua disposizione che paiono ben lontane dal permettere a "Gasperson" di sfoggiare il suo modulo tattico preferito.

In seconda linea potrebbero collocarsi la nuova Juve (con l'incognita di quanto l'esordiente Conte riuscirà a far quadrare...i conti, specie in un centrocampo a due con un noto "non cursore" come Pirlo), la Roma (se l'ambiente lascerà il tempo a Luis Enrique di far crescere intorno all'eterno Totti i numerosi giovani di talento raccolti in giro per il mondo) e la Lazio, che, come ogni anno accade alle formazioni di Reja, potrebbe mantenere posizioni di altissima classifica almeno fino a dicembre-gennaio per poi assestarsi comunque a ridosso della zona Champions.

Cose interessanti potrebbero venire da Firenze (dove l'ambiente appare un po' depresso, ma dove Corvino ha trattenuto tutti i migliori acquistando con fine intelligenza) e da un gruppetto di provinciali (cito Catania, Cesena, Novara) dove potrebbero affermarsi talenti vecchi e nuovi tali da non far considerare tali realtà come cuscinetto o come contesti validi solo sul piano agonistico.

Anno di transizione per l'Udinese, privatasi di alcuni suoi gioielli e ora proiettata a valorizzare nuovi giovani, alcuni davvero interessanti e anno difficile per il Palermo che appare in piena crisi strutturale e progettuale.

In questo contesto il mercato del Napoli appare nel complesso utile a rafforzare di molto la squadra in ambito italiano e di renderla un po' più competitiva (senza però doversi aspettare miracoli) sul piano europeo, dove il rafforzamento di una squadra richiede anni di lavoro tecnico, tattico e mentale e dove in un anno è praticamente impossibile colmare tutti questi gap.

Per capire la bontà o meno del mercato azzurro, torniamo alla memoria alla fine dello scorso torneo. Dove, ad avviso di pubblico e critica, doveva intervenire la società? Più o meno su questi fattori:

  1. rinforzi in difesa, specie sul lato del centrale di sinistra
  2. rifondazione del centrocampo titolare
  3. aumento del numero e della qualità delle alternative in panchina
  4. mantenere i tre tenori e, se possibile, affiancarne loro un quarto di pari livello
Il primo punto è quello sul quale la società ha mostrato le maggiori difficoltà a misurarsi col mercato: pochi lo sanno o lo ricordano, anche tra gli addetti ai lavori, ma il Napoli non ha solo un tetto ingaggi generale (attualmente posizionato intorno ai due milioni di euro), ma anche un tetto ingaggi specifico per i ruoli difensivi (credo intorno al milione e duecentomila euro): può essere un approccio discutibile (e che credo la società farebbe bene a ripensare, se la mia valutazione è corretta), ma è su questo "tetto ingaggi dedicato" che si è giocata la partita del rinnovo di Cannavaro e dei mancati arrivi di Criscito (che a Genova prendeva già più di quanto gli aveva offerto il Napoli) e Bocchetti (che al Rubin prende un ingaggio tre volte superiore al tetto ingaggi dei difensori azzurri).

Insomma, questa "regola interna", unita alla penuria di difensori di buona qualità (specie di piede sinistro) in circolazione, ha creato non poche difficoltà alla società azzurra che alla fine si è vista costretta a puntare su Britos, medio giocatore pagato a prezzo abbastanza caro. Fernandez rappresenta un prospetto di grandissimo talento che va lasciato solo maturare in pace, mentre la società ha preferito (e sono d'accordo) dare a Santacroce l'opportunità di mostrare appieno il suo valore in un altro contesto sperando di poterselo riprendere dopo aver mostrato tutte le qualità intraviste in questi anni a Napoli. Rruiz invece è stato ceduto, a mio avviso, perchè (plusvalenza a parte) aveva piedi buoni, ma due grandi difetti agli occhi di Mazzarri: non era sufficientemente cattivo e smaliziato in marcatura e, quando decideva di essere aggressivo, la sua cattiveria diventava troppo "plateale" agli occhi degli arbitri (fondamentale in cui ad esempio il modesto Aronica è maestro).

Infine Fideleff rappresenta un'incognita (lo descrivono come arcigno difensore, ma anche troppo rude...vedremo): insomma con l'infortunio di Britos il rafforzamento della difesa appare al momento più una ipotesi che una certezza.

Passando al centrocampo, invece, appare chiaro (almeno a me!) il progetto: schierare nella maggior parte delle partite un uomo tatticamente più ancorato alla protezione della difesa (Inler o Donadel) e affiancargli un mastino che operi in posizione mediamente più avanzata e vada a pressare senza tregua sulle fonti di gioco avversarie (Dzemaili e Gargano): la cosa è apparsa sempre più evidente man mano che la condizione fisica della squadra è andata migliorando...sulla carta il progetto è interessante, ma, affinchè renda visibili i miglioramenti per la squadra ci vogliono due elementi: la palla deve passare più spesso e più velocemente tra difesa e attacco attraverso i mediani, quindi meno palle lunghe dalla difesa e ripartenze più veloci palla al piede (o con cambi di gioco) per sfruttare le doti degli uomini di fascia e dei "tenori".

Terzo punto: qualità e quantità delle alternative: qui è stato fatto un lavoro a mio avviso eccellente, specie a centrocampo (dove la scorsa stagione erano in corsa in tre per due posti) e in attacco (dove c'era il nulla dietro i tre tenori): per la difesa bisognerà puntare sulla crescita dei giovani appena acquistati e sull'eccletismo di Grava e Campagnaro che alla bisogna potrebbero alternare Aronica in assenza di Britos sul lato sinistro, dove peraltro hanno già giocato in passato con buoni risultati.

Quarto punto: si commenterebbe quasi da sè se non fosse che la maggioranza dei tifosi non si rende conto di quale capolavoro abbia fatto il Napoli (va detto con l'aiuto della crisi economica e della Champions) per mantenere Hamsik, Lavezzi e Cavani a parametri di ingaggio davvero modesti laddove giocatori di pari livello o inferiore (e in ruoli spesso non così importanti) prendono in altre società ingaggi doppi o tripli. De Laurentiis ha sfruttato al meglio le circostanze: va tenuto conto che in una realtà come quella del Napoli attuale è molto più difficile, rispetto ai primi anni di serie A, far arrivare giocatori sconosciuti ma potenziali top player: se il Napoli (e il problema si ripresenterà certamente il prossimo anno!) cede Lavezzi o Hamsik, in teoria dovrebbe rimpiazzarlo con uno sconosciuto (perchè tali erano Lavezzi e Hamsik al loro arrivo a Napoli, che fu sonoramente contestato dalla tifoseria per quegli acquisti!) che potrebbe diventare negli anni a sua volta un top player. Ma la società si rende conto che è troppo difficile fare oggi quello che già all'epoca del ritorno in serie A non era facile tanto più che il livello raggiunto dalla squadra in Italia e in  Europa è molto più elevato: quindi sostituire oggi un Hamsik o un Lavezzi (o peggio un Cavani) significherebbe dover prendere un giocatore dal cartellino elevato e da un ingaggio altrettanto elevato, spesso fuori portata per l'attuale tetto ingaggi.

Ecco quindi il valore immenso della riconferma dei tenori ed ecco il valore di un'operazione come quella di Pandev che (a differenza di Trezeguet) è più giovane, sembra offrire più garanzie sia di tenuta fisica sia di compatibilità tattica con gli altri "tenori" azzurri, potendo giocare al posto di ognuno degli altri tre di volta in volta o, addirittura, quando la squadra avrà trovato la giusta amalgama e buoni equilibri, anche insieme agli altri tre (in un 4-2-3-1 oppure nel modulo attuale con Hamsik arretrato sulla linea dei mediani).

Dunque un mercato che lascia qualche incognita ma che, paragonato alle follie e alle contraddizioni evidenti mostrate da alcni concorrenti, appare comunque ispirato a principi solidi, ragionevoli e razionali.

Poi è sempre il campo a dire l'ultima parola...io dico sempre che la bontà di un mercato si può valutare appieno solo a fine campionato (e a qualche volta, vedi Zuniga) anche negli anni successivi.

Resta l'impressione di un'estate con un De Laurentiis in pieno combattimento per imporre il Napoli non solo ai vertici tecnici del calcio italiano ed internazionale, ma anche ai vertici politici e strategici e le sue chiassose esternazioni, cari amici, non sono estemporanee, seppur a volte fanno arricciare il naso ai benpensanti, ma frutto di una precisa strategia di comunicazione che, (alcuni segnali appaiono clamorosi!) comincia a dare i suoi frutti: il Gamper al Barcellona o le parole al miele di uno come Petrucci che non si sbottonerebbe neanche su sua madre per quanto è diplomatico sono segnali che il Napoli c'è, è sempre più rispettato, ascoltato e temuto, in Italia e in Europa, per cui...

...per cui godiamoci questa storica stagione, non crediamo che ci possa andare sempre tutto liscio come in certi momenti "miracolosi" della scorsa stagione, ma coltiviamo fiducia: ad esempio in Europa partiamo da quartie alla peggio finiremo quarti, quindi tutte le posizioni che eventualmente ci guadagneremo nel "girone di ferro" saranno tutto si guadagnato...e non crediate che Bayerne Villareal facciano salti di gioia ad incontrare le formazioni più forti di terza e quarta fascia...loro sì che hanno molto da perdere...e allora divertiamoci!

E forza Napoli!!!