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mercoledì 4 luglio 2012

La maleducazione dilagante di De Laurentiis - Il Presidente ULTRACAFONAL


Gli  ultimi 40 giorni mi hanno tenuto lontano da questo blog per motivi di salute, ma pur nelle difficoltà personali, l'amore per questo blog e per il Napoli non è mai venuto meno e anzi vivere situazioni di sofferenza propria e altrui mi hanno reso da un lato molto più tollerante considerando quali sono i "veri" problemi della vita, ma dall'altro anche meno tollerante verso certi comportamenti irrispettosi del prossimo.

Oggi il Presidente ha lasciato di nuovo briglie sciolte al suo "cavallo selvaggio" che di tanto in tanto (sempre più spesso, purtroppo) riesce a farsi strada attraverso la sua corazza di (devo dire a questo punto apparente) signorilità.

A parte le escalation della scorsa estate a colpi di giornalisti espulsi dal ritiro di Dimaro e scenate coram populo in Lega Calcio, passando per l'uscita di qualche mese fa a seguito di una domanda di Rino Cesarano, anch'essa citata in questo blog e altri episodi "minori" taciuti per carità di patria, il Presidente anche ultimamente si è distinto in questa specialità per la quale sarei felice il Napoli non primeggiasse.

A fine maggio, durante il mio periodo di malattia, vengo a sapere di un'uscita fintamente ironica e spiritosa, ma, senza mezzi termini, "terrificante" da parte del Presidente nei confronti della giornalista di Canale 21 Titti Improta, figlia dell'indimenticabile "Baronetto di Posillipo", Gianni Improta.

L'episodio, raccontato nello stupore generale durante una delle ultime puntate della scorsa stagione di Campania Sport e ripreso con maggiori dettagli da Umberto Chiariello sul suo sito, si commenta da sè per l'invereconda uscita con cui il Presidente ha pensato bene di rispondere a seguito di una normale domanda sulla presenza o meno in campo nella partita successiva del Pocho:

" il suo maschilismo retrivo affiora subito, ed invece che rispondere a tono, la butta subito in “caciara” con apprezzamenti sulla beltà della signora, dall’elegante al cafone, come nell’ultimo caso della mia stimata ed amica collega Titti Improta che, per il solo fatto di aver chiesto chi al posto di Lavezzi, si è sentita rispondere in conferenza stampa, in un luogo cioè ufficiale e dedito al lavoro davanti a tanti colleghi, e microfoni aperti, senza diritto di replica “signorina, vorrà dire che faremo giocare lei nuda in attacco”."

Lo sdegno di fronte ad una battuta magari ironica nelle intenzioni del suo autore, ma in realtà cattiva e crudele oltre ogni limite di maleducazione mi accompagna per tutto questo periodo di inattività forzata, con la promessa a me stesso che non avrei lasciato andare sottotraccia questa ennesima offesa alla dignità umana e professionale di chi ha la "sventura" di dover fare come mestiere quello di porre domande al Presidente.

E oggi torna a galla, quello sdegno, ancora più forte, a fronte della nuova "esibizione" di cafonaggine che, guarda caso, si è valsa della la stessa tecnica adottata da una certa politica negli ultimi 20 anni (quella che ci ha portato a questo sconcio in cui si trova ora l'Italia), ovvero accusare l'altro di un comportamento che è proprio: in psicologia si parla di "proiezione", ovvero proiettare sull'altro comportamenti che sono in realtà propri: l'accusa rivolta al malcapitato giornalista di turno di essere un cafone, rende l'operato del Presidente "cafone" esso stesso, nel più classico ed evidente meccanismo psicologico di "proiezione".

Caro Presidente, io sono un vero tifoso del Napoli da quando lei nemmeno sapeva cosa fosse il calcio e che colore avesse la nostra gloriosa maglia per cui la diffido formalmente, qualora le dovesse capitare, direttamente o per interposta persona, di leggere queste mie parole, dall'accusarmi, di "remare contro" il Napoli, come fa puerilmente con chiunque non le stia a genio con un astio e una dedizione che sarebbero degne di miglior sorte.

Io, da vecchio tifoso del Napoli, sono sdegnato dal ripetersi di simili comportamenti: è troppo tempo ormai che in tutti i settori della vita pubblica (politica, economia, sport, ecc.) fare le domande è diventato come andare in guerra...manco fossimo ai tempi di Hitler o Mussolini...qui è molto peggio, perchè siamo in un mondo libero (?) e in un paese libero (?), in cui ognuno è cittadino e non vi sono cittadini "più uguali" di altri!

Le domande che le vengono rivolte, caro Presidente, peraltro legittime perchè gliele avrebbe fatte anche un tifoso come me, hanno diritto di essere fatte, come lei, da persona che si considera civile, ha il pieno diritto di rifiutarsi di rispondere ad esse, se le ritiene ingiuste o infondate. Ma non ha nessun diritto di rivolgersi a chi sta lavorando nel modo in cui ha fatto lei negli episodi che ho qui riportato.

Io, da tifoso del Napoli e lettore/ascoltatore, ho diritto a che vengano poste certe domande, quand'anche per lei scomode e lei, se vuole può rifiutarsi di rispondere, ma in modo civile!

Io non sono un giornalista e probabilmente non lo sarò mai, per cui la mia è una battaglia di civiltà e decoro, perchè sono un tifoso civile e voglio essere tifoso di una società che si comporta in modo civile e inappuntabile e non come l'ultimo degli Hooligans!

Si dia una regolata, Presidente, perchè chi semina tanto vento, non può che raccogliere tempesta e io da tifoso del Napoli ho già sofferto per fin troppe tempeste, prima e durante il suo pur eccellente operato al servizio di questa società che io amo!

Cordiali saluti
Antonio Chiomenti - Napoli

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