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venerdì 24 aprile 2009

Assalto alla dirigenza - I venditori di soufflè

Parto da un articolo di Marco Isola pubblicato su Pianetanapoli.it per parlare dei venditori di soufflè.

Marco Isola scrive:

De Laurentiis è arrabbiato. Un dato di fatto inequivocabile, tempestoso il dopo partita di Cagliari. Il fegato del patron comincia a perdere pezzi, sensazioni strane avvolgono il numero uno di un club che ha improvvisamente smesso di scalare l’Italia del pallone. Amareggiato e rabbuiato, De Laurentiis si lecca le ferite ma è deciso a cambiare tutto. Rivoluzionerà il Napoli, come ha annunciato il sabato prima di Pasqua. Il girone di ritorno gli sta riservando la parte peggiore di una squadra sopravvalutata all’inizio ma che nessuno pensava potesse cadere così in basso.

Il vortice negativo che riguarda l’aspetto tecnico andrà sicuramente ad intaccare anche il portafogli del presidente, che dovrà investire molto di più dell’anno scorso (34 milioni) e di due anni fa (44) se intende fornire una dimensione europea al suo club. E tutto ciò ovviamente gli procura ansia, preoccupazione, indecisione. E a questo punto –per lui che ha sempre voluto salvaguardare il bilancio- sorge spontanea una domanda: riuscirà ad incassare anche di più rispetto alle ultime due stagioni? Il disastro sportivo può avere ripercussioni sulle casse del Napoli, che di sicuro non si arricchirà vendendo giocatori in esubero, se Marino ci riesce. A meno che non si deciderà di sacrificare uno tra Hamsik (che sembra già con la mente alla Juve…) e Lavezzi, molto deludenti in questo primo breve ciclo Donadoni. Da loro –ritenuti i migliori- ci si attendeva un segnale netto di risveglio, che potesse fungere da sprone per tutto il gruppo e che invece non si è intravisto.

L’Europa svanita intristisce De Laurentiis che perde tra i 10 e 20 milioni di introiti dalla mancata partecipazione alla Coppa Uefa, tra sponsor e diritti televisivi. E poi cosa potrà incassare da Mediaset e Sky, con le quali andrà rivisto il contratto firmato la scorsa estate? L’obiettivo sarà di incrementare le entrate operazione non proprio semplice, visto che la crisi coinvolge anche i due grandi network e che altre squadre hanno il diritto di far sentire di più il peso di una classifica migliore. Dunque, la rabbia di De Laurentiis è più che comprensibile, guardando quanto accade in campo e pensando a quanto potrà succedere fuori. E se può essere una strategia arguta firmare contratti tv di anno in anno per sfruttare gli eventuali progressi, la stessa operazione può tramutarsi in un boomerang quando si incappa in annate negative come questa, che si avvia finalmente alla conclusione. Le aspettative dopo i primi due anni di A erano diverse, ci si attendeva quanto meno un andamento crescente, interrotto invece bruscamente e che costringerà De Laurentiis ad esporsi maggiormente per porre rimedio alle deficienze mostrate dalla sua squadra. Problemi esistono anche con lo sponsor tecnico, che non sarà più la Diadora. Si erano fatte avanti sia Puma che Adidas, che però negli ultimi mesi hanno fatto retromarcia e pare che adesso la campana Legea e la Macron abbiano più chance di vedere il proprio marchio legato al Napoli. Tutti segnali che De Laurentiis ha colto e che sono il frutto di un prodotto Napoli finito al ribasso a causa di un pessimo girone di ritorno. Basteranno le promesse di scendere in prima persona sul mercato da parte del presidente ad invogliare sponsor e tv ad investire e scommettere ancora sulla società partenopea?


Il soufflè è tanto bello da vedere, vaporoso, gonfio che solo a guardarlo ti ispira i peggiori peccati di gola tanto è invogliante.

Però il
soufflè è difficile da preparare: basta un piccolo errore e quello che un attimo prima era bello, vaporoso, gonfio "si ammoscia", come diciamo noi a Napoli, e fine della storia...

Ci sono stati fatti vedere e venduti tanti
soufflè: i soufflè sono le promesse, altisonanti e non mantenute, cose dette in un modo e smentite poi dalla realtà.

Marino è stato, diciamo così molto "sfortunato":a lui va reso sicuramente l'onore di aver accettato di riprendere il Napoli da zero e di riportarlo in serie A e gli sono grato per questo. E' anche vero che solo chi non opera non sbaglia, ma quello che a me (e a molti tifosi) dà fastidio della situazione attuale è che da quando sono emersi in modo evidenti alcuni gravi errori di progettazione, Marino si sia completamente defilato davanti all'opinione pubblica e questo, secondo me, è molto più grave che sbagliare. A sbagliare siamo bravi tutti, io per primo, nel lavoro che facciamo: ma ammettere i propri errori è essenziale per mantenere autorevolezza e credibilità. E' dovuto intervenire De Laurentis nell'ultimo mese per cominciare a dire a tutti: "Sissignori, abbiamo sbagliato!", dopo mesi di silenzi gravi e sempre più colpevoli.

Ecco perchè definisco Marino il venditore di
soufflè: ha fatto tante belle promesse, su tanti calciatori da lui presi, ma molti di questi soufflè si sono miseramente sgonfiati. Le false promesse di cui parlo, voglio essere chiaro, non riguardano i traguardi da raggiungere: se stiamo ai risultati il Napoli di De Laurentis e Marino finora ha fallito solo il primo anno di C (ma con tutte le giustificazioni del caso) e quest'anno...ci può stare, caro Direttore! Non c'è problema, pazienza! Non tutti gli anni ti può andare sempre bene!

Quello che mi (ci) fa arrabbiare sono:
  • le false promesse fatte su decine di giocatori presentati come "di prospettiva", "bravi", "fatti apposta per questa squadra", pagati con ingaggi esagerati in rapporto al loro valore e che o sono stati ceduti per poco o nulla o che sono ancora a libro-paga del Napoli e che faremo molta fatica a cedere questa estate;
  • il vedere congiure e sapientoni dappertutto, creando una guerra costante contro la stampa (specie locale) e questo ha soltanto danneggiato e indispettito noi tifosi, costretti a elemosinare quei pochi minuti alla settimana che lorsignori della società hanno deciso (e neanche sempre) di concedere a Sky o Mediaset Premium.
Come ha detto Ciro Venerato in tempi non sospetti, il Napoli non ha seguito la virtuosa strada organizzativa scelta dal Genoa che, pur non avendo risorse immense, ha imperniato tutto il suo progetto sull'allenatore e lo staff dirigenziale ha lavorato in piena sinergia con Gasperini. Qui da noi Marino ha fatto (per conto suo) e Reja, grande uomo, ma discutibile come allenatore, ha cercato di mettere insieme i pezzi al meglio possibile: con questo sistema si sono sommati gli errori di scelta del Direttore agli errori di assemblaggio del tecnico che hanno portato allo sfacelo di quest'anno.

Questo è il grande intreccio in cui si sta strangolando il Napoli di quest'anno:
  • errori di progettazione (Marino);
  • errori dell'area tecnica (Reja, su cui ci soffermeremo nei prossimi giorni);
  • gestione paranoica e schizofrenica della comunicazione (farsi vedere nelle vittorie e sparire nelle sconfitte), distacco totale dai tifosi, arrabbiati non tanto per le sconfitte ma prima di tutto e soprattutto per il modo irriguardoso con cui la società (non) ha comunicato e continua a (non) comunicare con i suoi tifosi (anche su questo punto ci soffermeremo nei prossimi giorni).
Io e tantissimi altri tifosi vorremmo tanto che Marino riconoscesse gli errori fatti e ci venisse a spiegare onestamente, senza venderci altri soufflè sgonfi, se e come ha intenzione di porre rimedio a tali errori (sperando che i rimedi non siano peggiori dei mali).

Direttore! Io la incontrai su un aereo Milano-Napoli lo scorso agosto, la ringraziai per tutto quello che stava facendo per noi e le dissi che avevo totale fiducia in lei: sento ora quella fiducia tradita e provo grande tristezza! ...e vorrei riacquistare quella fiducia chiedendo a lei "Perchè il fallimento di quest'anno?" e sperando che ci risponda con le parole, ma soprattutto, girando pagina e ricostruendo società e squadra...e magari, dico io, avessimo un'organizzazione come l'Udinese!!!

FORZA NAPOLI !!!

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