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domenica 16 maggio 2010

Rimpianti,dignità e futuro...

Si mescolano sensazioni e pensieri in un'ultima di campionato in cui la Samp gioca con il terrore di fallire l'appuntamento con la storia e con un torneo vissuto soltanto una volta, con una squadra "leggendaria", molto più forte, in quella incredibile stagione 1990-91 in cui i blucerchiati furono beffati a tre minuti dai rigori da una bomba di Ronald Koeman, quindi a un passo da una vittoria storica, all'esordio nella allora Coppa dei Campioni.

Il Napoli, nonostante le assenze di tre dei suoi uomini più rappresentativi (Lavezzi, Hamsik e Gargano), parte un po' imbambolato, ma poi cresce piano piano e domina quando il Palermo passa in vantaggio a Bergamo e il terrore di fallire cresce nell'animo e nelle gambe dei blucerchiati.

Solo un grande Storari, uno sfortunato Quagliarella e uno sciagurato Denis impediscono agli azzurri di chiudere addirittura in vantaggio il primo tempo.

Poi nel secondo tempo lo scenario cambia in pochi minuti: il Palermo subisce il pareggio atalantino (gol da cineteca di Ceravolo) e la Samp man mano si scrolla di dosso il terrore di fallire, il Napoli cala e commette l'unico vero errore della sua gara, concedendo il gol decisivo a Pazzini.

Molti leggono un grande rimpianto nella partita di oggi: "Tutta qui la Samp che va in Champions? Dominata da un Napoli imbottito di riserve?". Domanda spontanea e certo non infondata, ma una partita leggendaria come Italia Brasile del 1982 mi insegnò una semplice ma spesso determinante realtà, ossia che per vincere nel calcio devi avere un portiere che para il più possibile e un attaccante che la mette dentro.

Il Brasile dell'82 era una squadra eccezionale, ma aveva due "pippe" inguardabili, il portiere Valdir Peres (dove l'Italia aveva uno Zoff ultravecchio ma di classe leggendaria) e Serginho (laddove l'Italia trovò un certo Paolo Rossi): in quella partita Zoff parò quasi tutto e Valdir Peres nulla, Serginho sbagliò un paio di gol clamorosi solo davanti a Zoff e Rossi capitalizzò tutte le occasioni che gli capitarono...e l'Italietta di Bearzot battè il leggendario Brasile di Zico, Socrates, Toninho Cerezo, Junior, Eder, Falcao, ecc.

Oggi in piccolo si è rivista la stessa scena: De Santis para tanto, ma non esce sulla palla decisiva, Storari para tutto e non sbaglia un intervento, Denis crolla davanti a una palla che sarebbe bastato sfiorare per deviarla in porta, Quagliarella trova il già citato Storari tra lui e il gol, mentre Pazzini nell'unica vera occasione che gli capita, semina Santacroce e la mette dentro.

Il Napoli con un portiere così così e un attacco che anche oggi non finalizza, la Samp con un portiere saracinesca e un attaccante che sfrutta l'unica occasione di tutta la sua partita. Letta così la vittoria della Samp (e la sua posizione finale in classifica) appare meritata e spiega perchè loro sono lì e il Napoli no (arbitri a parte, ovviamente, ma come ho scritto una squadra per essere veramente grande deve essere anche più forte degli arbitri).

Torniamo dunque ad uno dei nodi della stagione di quest'anno: a parti invertite, con un Pazzini così, il Napoli avrebbe trasformato in vittorie molti dei pareggi di quest'anno, specie in casa.

Allora, si dirà, basta mettere una punta di grande peso per il prossimo anno e la Champions è assicurata... Magari fosse facile... Il futuro è nelle mani di un mercato molto complicato che il Presidente e Bigon dovranno cercare di gestire al meglio, tenendo conto anche del "fattore cessioni".

Ma del futuro cominceremo a parlare nei prossimi giorni, individuando difficoltà, opportunità e priorità per una stagione che si prospetta stimolante e durissima!

E nei prossimi giorni anche le pagelle della stagione!

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