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lunedì 11 luglio 2011

Le nuove maglie 2011-2012 del Napoli e la presentazione di Inler


La giornata vissuta da Napoli e dal Napoli oggi rappresenta una pietra miliare importante sotto molti aspetti.

Ho potuto "misurare" il livello di attesa e di curiosità del tifo azzurro rimanendo sbalordito di fronte alle visite ricevute oggi sul mio blog: è vero che, grazie al vostro affetto sempre maggiore per questa piccola oasi di passione azzurra, questo mese "Il Napoli che Vorrei" è entrato tra i primi 100 blog calcistici del mondo, ma è anche vero che ricevere 111 visite in meno di una giornata, di cui oltre 50 dedicate alla lettura delle prime impressioni sulla presentazione di Inler e delle nuove maglie, costituisce per il mio blog un piccolo record che si affianca a quello delle grandi serate europee di Bucarest e di Liverpool.

Avete colto l'importanza della giornata di oggi? Dietro le facili ironie sulla finta rottura delle trattative con Inler e della "mascherata" fatta per presentare lo svizzero e le nuove maglie azzurre, si nasconde, a mio avviso, una vittoria memorabile del Presidente e una ulteriore dimostrazione della sua ferrea volontà da un lato di mantenere l'equilibrio nella crescita della forza economica del club, con investimenti forti ma molto razionali e mirati e dall'altro una sempre più evidente voglia di innovare lo stantio, conformista e triste mondo del calcio italiano con nuove idee geniali sia imprenditoriali (col doppio sponsor sulla maglia, primo club in assoluto in Italia a realizzarlo e a proporlo nell'armata Brancaleone che attualmente sembra la Lega Calcio) sia di comunicazione (perchè lo spettacolo di Inler mascherato da leone ha scioccato tutto il mondo del giornalismo sportivo, attraendo la massima attenzione sull'evento che era esattamente ciò che il Presidente voleva!).

Molti tifosi oggi sembrano aver capito la portata "politica" e l'impatto mediatico di un evento come quello di oggi e quanto può essere importante, quasi come i gol di Cavani o le serpentine del Pocho, poter contare su un Presidente così innovativo e ricco di idee.

Come stiamo dicendo fino alla noia, avendo compreso e condiviso appieno la filosofia imprendtoriale del Presidente per far grande il Napoli, la chiave di tutto non sta nello spendere più delle proprie possibilità, ma creare sempre nuove e maggiori opportunità di fatturato e l'idea, proposta in Lega e concretizzata dal Direttore Generale Fassone, di portare un secondo sponsor sulle maglie (per giunta importante come MSC Crociere che affianca il già importante e storico Lete) costituisce una svolta fondamentale di cui il Napoli è il primo club in Italia ad avvalersi.

Lo sponsor multiplo, nel settore dello sport, non è affatto nuovo (la Formula 1 ha indicato la strada, non ieri, ma decenni fa!). Nel calcio è molto diffuso in alcuni paesi, specie in Sudamerica dove anche le società più importanti devono fare i conti con...i conti che non tornano mai: per una società amministrata fino a oggi in modo così eccellente come il Napoli un secondo "main sponsor" rappresenta un altro "mattone" nella crescita del fatturato e quindi del peso ed economico del Napoli in Italia ed in Europa, pur non trattandosi ovviamente di cifre "spropositate".

E che dire dello "show" Inler? Una vittoria su tutta la linea, sul piano della comunicazione e della ulteriore diffusione del "marchio Napoli" in Italia e nel mondo: in un'epoca in cui la comunicazione è tutto, De Laurentiis ha capito che le potenzialità del marchio Napoli, proprio perchè Napoli ha una sola squadra e perchè porta nel suo nome il nome della città, possono portare frutti a livello di visibilità nel mondo e di fatturato comparabile davvero con quello dei club più blasonati.

Teniamo conto di quale rispetto abbia il Napoli non solo in Argentina ma in tutto il Sudamerica, perchè gli azzurri vantano nella loro storia sia il campione più grande di tutti i tempi, sia campioni europei e sudamericani di primo livello.

I ragazzi argentini ancora oggi, pur non essendo ancora nati ai tempi del Napoli di Diego, sognano un giorno di entrare nello stadio che per sette anni fu il regno di Diego.

Dunque se è vero che il Napoli non ha (ancora) la tradizione dei più classici club italiani e mondiali, pur tuttavia, grazie anche al fascino che pur appannato Napoli ha ancora nel mondo, questa società potrebbe avere le chiavi, la formula, la ricetta per rendere fino in fondo famoso in tutto il mondo il marchio del Napoli e di Napoli.

E una presentazione originale, chiassosa, in bilico sul filo sottilissimo che sepera il kitch dalla genialità, rappresenta una ulteriore tappa importante per la crescita del club.

Avremo tempo per commentare la possibile integrazione tecnico-tattica di Inler nel modulo di Mazzarri: sono significativi, nel giorno della presentazione della maglia, alcuni aspetti che evidenziano quanto il Presidente voglia impastare la gloriosa storia del Napoli con soluzioni sempre più innovative:
  1. la scelta di una sfumatura di azzurro che riporta il Napoli a stretto contatto con l'azzurro dei tempi del primo scudetto napoletano
  2. lo sprone (anzi direi un vero e proprio "strattone") rivolto pubblicamente dal Presidente ai rappresentanti della Macron, lo sponsor tecnico che vede in bilico, in forse, la sua riconferma per gli anni successivi alla stagione che sta per iniziare: il Presidente ha preteso, chiaro e tondo, l'impegno della Macron a espandersi sui mercati esteri, usando certo il Napoli e la sua crescente visibilità per acquisire credito e prestigio ma nel contempo ricambiando questo "PLUS" aiutando il Napoli a diventare ancora più visibile nel mondo. Ho letto in questo scambio di battute un incoraggiamento verso orizzonti di fatturato a cui oggi forse gli stessi dirigenti della Macron stentano a credere ma dall'altro anche un energico incoraggiamento in vista di un eventuale "cambio di rotta" verso marchi (Adidas?) celeberrimi in tutto il mondo
  3. l'idea che la crescita azzurra passa per il sempre maggiore utilizzo della filosofia del "perchè no?", filosofia essenziale se si vuole proseguire in qualunque campo del lavoro e della vita: "perchè non si è mai messo il secondo sponsor sulla maglia?"
  4. l'uso del gioco e dell'ironia come strumento paradossale per dire che "qua si fa sul serio"...anche se ci vedete scherzare: tattica furbissima quella di apparire i soliti napoletani caciaroni, per non dare nell'occhio delle invidie e delle rivalità, per non farci prendere sul serio fino in fondo dagli altri e magari giocarli, fregarli in realtà con scelte razionali e una linea di fondo ben solida e precisa
A molti non è sfuggito che il Napoli ha già speso circa 40 milioni di euro sul mercato: quante società europee e soprattutto italiane potranno quest'anno reggere il confronto?
E ancora: lo scorso anno la critica più competente e attenta, concorde, ravvisò nel Napoli un eccellente telaio di prima squadra, qualche miglioramento da apportare alla difesa e al centrocampo e un aumento qualitativo e quantitativo delle alternative: è vero che al momento il solo"top player" acquistato è stato Inler, ma il Napoli si sta muovendo esattamente, pur con nomi non altisonanti, nelle tre direzioni suggerite lo scorso anno dalla critica.

Non è anche questo, a vostro avviso, un segnale di crescita magari non appariscente, ma che potrebbe dare frutti davvero importanti?

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