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sabato 4 giugno 2011

2010-2011: le pagelle di fine anno - Seconda Parte

Gargano: 6 - Mi dispiace dover dare un voto così basso al Mota al quale tutti noi dobbiamo essere grati per lo spirito con cui combatte sempre in campo, ma quest'anno Walter ha davvero reso molto al di sotto dei suoi standard abituali. Credo si siano sommati fattori calcistici (un lungo e logorante mondiale, poche vacanze, una preparazione precampionato "a inseguimento") a fattori extracalcistici (il matrimonio, le difficoltà familiari) che gli hanno sottratto quella serenità e quella condizione psico-fisica che ce lo hanno fatto ammirare negli anni scorsi. Poche volte ha reso ai suoi livelli e ha dato il meglio di sè nella parte iniziale della stagione, mentre da gennaio in poi (guarda caso dopo il matrimonio e le difficoltà che ne sono seguite) ha cominciato a giocare credendo di essere un geniale regista, mettendo spesso in crisi la squadra e in alcuni casi vanificando l'utilità della sua presenza in campo. E' apparso in leggera ripresa nelle ultime settimane, dopo essere stato accantonato per quasi due mesi da Mazzarri che fino ad allora lo aveva considerato titolare inamovibile. Per la simpatia che nutro per il calciatore e l'uomo mi auguro che riesca a mettere ordine innanzitutto nella sua vita privata e poi recuperi quella tranquillità e quella condizione atletica che non rende certo Walter un genio del calcio, ma, per la sua incredibile generosità e dinamicità, lo rende quasi unico nel quadro tattico azzurro. L'anno prossimo, magari con maggiore umiltà e maturità, potrebbe essere, anche se non più titolarissimo, estremamente prezioso. Sta alla sua intelligenza e alla sua maturità capirlo e approfittarne!

Pazienza: 6,5 - Quasi una fotocopia dello scorso campionato: una prima parte di stagione su livelli eccezionali e una seconda parte in calando per l'eccessivo impiego da parte di Mazzarri. Quando gira lui (e con un Gargano al massimo), gira a meraviglia tutto il Napoli, con una capacità unica di filtrare in fase difensiva, proteggere i centrali dietro di lui e riavviare l'azione con illuminanti cambi di gioco. Nella fase calante, offre minor protezione alla difesa e i tempi di gioco rallentano. Di Michele va comunque apprezzata l'umiltà e lo spirito professionale con cui, anche sapendo che la sua avventura napoletana stava volgendo al termine, il mediano azzurro si è fatto valere. Spesso si è reso pericoloso sotto porta sui calci d'angolo dove tante volte è riuscito a sorprendere le difese avversarie con intelligenti e fulminanti movimenti sul primo palo, contribuendo anche a gol importanti, come quello di Cavani contro lo Steaua, disorientato anche dal suo movimento. E' comprensibile il suo desiderio di strappare un contratto più remunerativo vista l'età matura, dato che probabilmente quello con la Juve sarà l'ultimo contratto "importante" della sua carriera. Per quanto mi riguarda sono felice che il "dopolavorista" abbia smentito i miei iniziali sprezzanti (ma fondati) giudizi a colpi di prestazioni, ma anche lui sa che deve molto a Mazzarri che, a differenza di Reja e Donadoni, ha saputo tirar fuori tutto il meglio di lui. Grazie Michele!

Yebda: 6,5 - L'inizio non è stato facile per il possente mediano franco-algerino: un nuovo paese, una nuova squadra, ultime stagioni, dopo il periodo d'oro col Benfica, poco brillanti, lo collocano al suo arrivo in secondo piano nella gerarchia dei mediani. Il ragazzo però si muove con grande intelligenza e umiltà conquistando prima lo spogliatoio e poi, piano piano, con la pazienza del "pappice", la stima del tecnico e del pubblico fino a diventare un "quasi-titolare" offrendo prestazioni di grande rendimento. Il primo squillo della sua caratura, anche internazionale, Yebda ce lo dà nella serata di Utrecht dove devasta il centtocampo olandese più e più volte riconquistando palla e offrendo assist su assist a Cavani o presentandosi a concludere in prima persona: uno spettacolo straordinario che inviterei i tifosi meno attenti a rivedere e riapprezzare. Per il resto raramente ruba l'occhio: nella manovra azzurra non apporta particolare fantasia, ma risulta importante quando Gargano e Pazienza cominciano a segnare il passo. Svela ai tifosi napoletani la sua forza interiore e la sua personalità la notte dei rigori contro l'Inter dove ridicolizza Julio Cesar con un incredibile cucchiaio con la tensione che si taglia a fette! Riscattato dal Napoli, pare destinato a rimanere anche il prossimo anno dove potrebbe rivelarsi ancora più prezioso.

Blasi: SV - Solo una presenza in Coppa Italia dove peraltro non sfigura, ma, pur inizialmente voluto da Mazzarri, rimane sempre ai margini della squadra e dello spogliatoio non ritrovando più il feeling col tecnico. Eppure ci sarebbe potute essere molte più occasioni anche per lui, specie nella seconda parte della stagione a seguito del calo di Pazienza e Gargano, ma Mazzarri ha dimostrato di non credere più in lui. Peccato!

Maiello: 6 - Pochissime occasioni per mettersi in luce, ma, specie nella passerella finale contro la Juve, mostra un talento puro che il Napoli deve assolutamente valorizzare già dal prossimo anno, a mio avviso non cedendolo, ma facendolo giocare di più. Perchè all'estero i giovani talenti vengono lanciati in prima squadra e qui no? Vuole il Napoli distinguersi rispetto al "vecchio" calcio italiano e darsi ancora di più una vocazione internazionale? E allora abbia il coraggio di puntare su talenti come questo ragazzo che in silenzio si è allenato per tutto l'anno, dopo una serie di interessantissime prestazioni nelle amichevoli della scorsa estate, e che a Torino, contro la Vecchia Signora, ha sciorinato lampi di classe purissima.

Hamsik: 7 - Mi fa sorridere il giornalista napoletano Liberato Ferrara che, quando viene chiamato a stilare le pagelle del Napoli, dice sempre che "i voti azzurri vanno dallo zero ad Hamsik", come a dire che Marek, per la sua classe, è sempre il migliore in campo a prescindere. Capisco il punto di vista di Liberato e, proprio perchè in linea di principio sono d'accordo con lui, mi fa rabbia vedere certi colpi tecnici di genialità sublime del talento slovacco alternati a infiniti momenti di nulla più assoluto. Capisco anche Mazzarri che lo considera tatticamente eccezionale, ma non mi si consideri superficiale nella valutazione di Marek perchè, proprio per la stima che ho per lui, anche umanamente, lo seguo con particolare affetto e attenzione e devo dire che, purtroppo, se devo essere onesto, certe volte è l'uomo in più del Napoli, ma troppo spesso sembra quasi "avaro" della sua classe: si addormenta, diventa indolente, a volte, nei momenti difficili, dove ci si aspetta quel qualcosa in più, si libera del pallone dandolo al compagno più vicino senza apportare valore aggiunto alla manovra. E' lui il simbolo di quando il Napoli ha bisogno di uno schiaffo per accendere tutta la propria rabbia agonistica: lui incarna perfettamente questo limite del Napoli...spesso dorme e reagisce (neanche sempre) quando le cose si mettono male o quando lui commette un'errore grave (vedi Udine, dove sbaglia un rigore e nel giro di un minuto segna un incredibile gol da antologia). Chiude la stagione con i "soliti", eccezionali 11 gol, mette la firma su risultati importantissimi, mostra sprazzi di classe immensa ma anche giornate e giornate di vuoto assoluto...e io mi domando sempre, mai come quest'anno: "Sarai sempre così "incompiuto", caro Marek, o verrà l'anno che ci farai diventare davvero matti per le tue prodezze?"

Lavezzi: 7 - Sembrava che quest'anno fosse migliorato sotto porta: concentra quasi tutti i suoi gol nei primi tre mesi della stagione, i suoi migliori in assoluto, poi a dicembre trova un fastidiosissimo infortunio alla caviglia. Noto che dopo quell'infortunio, pur tornando ad una condizione più che accettabile, perde in parte la sua irresistibile velocità e, soprattutto, perde quasi completamente il feeling col gol. Purtroppo, nonostante la sua innegabile generosità, lega il suo nome in modo negativo ad alcuni momenti "topici" della stagione: il rigore decisivo fallito con l'Inter, lo sputo di Roma che lo toglie dal campionato nel momento decisivo, la partita di andata col Villareal e le occasioni d'oro fallite nella partita di ritorno. Pur tuttavia è tra i top assistmen del campionato italiano e quando lui manca, talvolta anche per suoi comportamenti disciplinari non ineccepibili, ne risente tutto il Napoli. Ecco perchè la sua stagione, come quella di Marek, è un alternarsi continuo di alti e bassi: buona, ma inferiore alle sue possibilità.

Sosa: 4,5 - Ho cercato sempre di sostenere questo ragazzo che ha strabiliato giornalisti e compagni durante gli allenamenti ma che raramente ha mostrato gli stessi colpi in partita (ricordo per tutti l'assist nella "tonnara" di Bucarest per il gol del 3 a 3 di Cavani e il cross pennellato per Maggio nell'ultima contro la Juve). La sua parabola è stata quasi sempre identica in ogni partita in cui è stato impegnato: qualche colpo iniziale di buon livello, poi un progressivo estraniarsi dal gioco fino a sparire totalmente nell'anonimato e in quella indolenza che gli è valso il crudele soprannome ideato per lui dal comico Peppe Iodice. Nel calcio esistono i "fuoriclasse da allenamento", quelli che strabiliano in settimana con colpi e prestazioni di immensa classe e si perdono in partita: anche il Napoli ne ha avuti tanti e l'ultimo, prima di Sosa, fu il brasiliano Pià, che incantava in allenamento e si perdeva in partita. Stavolta la scommessa, con Sosa, è stata persa.

Lucarelli: 8 - L'infortunio subìto (subito, ad inizio di stagione) ne ha compromesso le possibilità di farsi valere per la prima volta in una squadra di vertice del calcio italiano, per cui per il contributo minimo offerto sul campo anche un 6 sarebbe forse eccessivo. Eppure è riuscito, in condizioni quasi impossibili per chiunque altro, a mostrare amore per la piazza, attaccamento alla maglia e immenso spirito di sacrificio: non si è arreso alla sorte, ha recuperato a tempo di record lavorando come una bestia, ha fatto spogliatoio facendosi trovare sempre presente e disponibile per i compagni, è tornato in campo, ha messo lo zampino nell'azione decisiva della partita più bella giocata dal Napoli negli ultimi 20 anni, fornendo a Cavani l'assist per il decisivo 4 a 3, ha segnato l'ultimo gol azzurro della stagione a Torino contro l'odiata Juve e infine si offerto per giocare gratis anche la prossima stagione per ripagare la società e il pubblico di ciò che non ha potuto offrire quest'anno... prima che un calciatore, un uomo da cui tutti, nel calcio e fuori, dovrebbero prendere esempio!

Mascara: 6,5 - Pur essendo l'idolo della tifoseria catanese, le ultime due stagioni in rossoazzurro erano state per Peppino molto complicate: atleticamente meno brillante e tatticamente sempre più impostato a coprire piuttosto che attaccare, era apparso un calciatore ben diverso dal fantasioso e a volte eccezionale fromboliere dei suoi primi anni catanesi. Pur apprezzato e stimato da subito anche dai tifosi azzurri, non ha avuto vita facile, con il Napoli lanciato addirittura in lotta per lo scudetto, a inserirsi nella squadra, anche perchè ancora in forma fisica precaria. Eppure Peppe è riuscito, in meno di tre mesi, a farsi benvolere dai compagni e dal tecnico, a presentarsi con un un autentico miracolo al suo esordio (cioè entrare in campo a 10 minuti dalla fine e mandare in gol nientemeno che Sosa!) e a mettere il proprio sigillo nella trasferta di Bologna in cui, assente Cavani, ha spinto il Napoli, per poche ore, in cima alla classifica. Certo forse Mascara non era il tipo di rinforzo che sognava il pubblico (e forse il tecnico) per tentare l'impresa impossibile, ma di sicuro il catanese ha lottato con quell'entusiasmo, quella grinta e quella professionalità che aveva promesso al suo arrivo a Napoli.

Dumitru: 5,5 - Diversi scampoli di partita, anche se troppo spesso lanciato in campo in situazioni disperate: mostra tanta volontà e voglia di fare, ma incide davvero poco, mostrandosi ancora acerbo e in cerca di una precisa dimensione tattica.

Cavani: 9,5 - Fino a un mese dalla fine del campionato il 10 sembrava più che sicuro e forse non dargli il massimo dei voti può essere troppo severo da parte mia, ma ritengo che quel mezzo voto in meno rappresenti al meglio una stagione eccezionale con un lieve e comprensibile calo nel finale. Chi segue questo blog sa (e può andare a rileggere) con quanto entusiasmo abbia accolto la notizia dell'arrivo del Matador a Napoli. Avendo seguito spesso il Palermo negli ultimi due anni e l'Uruguay al mondiale sudafricano, avevo intuito alla perfezione quale straordinario talento ci eravamo accaparrati. Mi aspettavo che avrebbe potuto segnare tra i 15 e i 18 gol in campionato ed è chiaro dai numeri che la sua stagione è stata un delirio continuo. Si è preso subito il Napoli, sin dalla seconda partita ufficiale della stagione, in quel di Elfsborg, con una doppietta meravigliosa e da lì non si è più fermato, fino all'ultimo mese dove credo abbia pagato gli immensi sforzi di due stagioni, intervallate da un Mondiale, disputate a grandissimi livelli. Napoli lo ha consacrato e lui credo sia il primo a sapere, da ragazzo maturo e intelligente, che ripetersi il prossimo anno sarà difficilissimo, considerando anche che pure quest'estate avrà un impegno massacrante come la Coppa America. Merita comunque di essere considerato l'uomo dela stagione, l'uomo che ha fatto sognare Napoli e i napoletani, l'uomo che ci ha fatto rivivere emozioni seppellite nella memoria dei tifosi più maturi o mai vissute da quelli più giovani, l'uomo che ha sublimato il meraviglioso gioco di squadra di questa piccola banda a tratti diventata una vera e propria filarmonica. Grazie Matador!

Mazzarri: 9,5 - Per lui vale lo stesso discorso di Cavani: fino a un mese fa il 10 non glielo avrebbe tolto nessuno ma la sua gestione dell'ultimo mese, pur nata da ragioni comprensibili ampiamente spiegate su questo blog, lo ha posto dalla parte del torto per come ha rischiato di compromettere un risultato impensabile alla vigilia di questa stagione. Il 10 lo avrebbe meritato non tanto per le sue doti tattiche, talora messe in discussione da alcuni colleghi (ad esempio Pioli, Guidolin, lo stesso Reja) che lo hanno messo in serie difficoltà esponendolo anche a qualche giornata non proprio da ricordare, ma per come ha saputo cementare un manipolo di uomini rendendoli un gruppo straordinario, valorizzandoli ben oltre ogni più rosea aspettativa e mettendo in campo una squadra commovente sia sul piano agonistico che sul piano della spettacolarità del gioco. Il voto di assoluta eccellenza va condiviso dal tecnico con il suo staff (preparatore atletico Pondrelli in primis) che non solo ha permesso alla squadra di affrontare in condizioni eccellenti una stagione massacrante, ma che ha anche portato al Napoli, in questa gara totalmente senza rivali in Italia e forse nel mondo), il titolo di campione di integrità fisico atletica riducendo praticamente a zero i problemi muscolari degli atleti azzurri. Per darvi un'idea dell'eccezionalità dell'impresa, senza voler scomodare paragoni con le italiane, nelle due semifinali di Coppa Libertadores disputatesi questa settimana si sono avute la bellezza di quattro sostituzioni per infortuni muscolari durante le partite...e stiamo parlando di squadre (Santos, Velez, Cerro Porteno e Penarol) che rappresentano il meglio del calcio sudamericano, quindi mondiale. Spero che Mazzarri, pur coltivando le sue legittime e meritate ambizioni, si ricordi di essere più umile e anche più grato verso una società che ha creduto totalmente nelle sue capacità.

(2 - Continua...l'ultima parte con le pagelle sulla società nei prossimi giorni...)

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