Cerca nel mio blog

lunedì 27 giugno 2011

Lutto in Argentina, il River di Lamela retrocede in serie B



Si dice che il 40% dei tifosi di calcio argentini tifi per il Club Atletico River Plate, glorioso club di Buenos Aires nato nel lontano 1901 e fino a oggi mai retrocesso in serie B, come Indipendiente e  Boca, questi ultimi nemici storici.

Ma pare che un sentimento contrastante animi gli stessi sostenitori del Boca, da un lato felici per l'inedito dramma sportivo dei loro rivali di sempre, dall'altro menomati dalla perdita, per la prima volta nella storia, del grande classico argentino, Boca-River Plate, che la prossima stagione, per la prima volta, non verrà disputato.

Ebbene sì: al termine di diversi anni di declino costante, di una crisi finanziaria sempre più terribile e di una stagione iniziata benino, ma via via avvitatasi in una crisi sempre più profonda, il River Plate sprofonda in serie B, per la prima volta nei suoi 110 anni di storia.

Da mesi il presidente del club, il mitico Daniel Passarella, campione del mondo e capitano della nazionale argentina nel 1978, guida una barca allo sfascio, dove i giocatori e il tecnico non prendono stipendi da tempo immemorabile, dove si sono già venduti negli ultimi anni, i migliori gioielli di famiglia e quei pochi rimasti (vedi Lamela) vengono a loro volta proposti a peso d'oro per tentare di scongiurare un fallimento finanziario, e ora anche sportivo, evidente.

Personalmente non sono tifoso del River, ma, nonostante gli eccessi dell'ultima drammatica settimana, i tifosi del River mi hanno commosso fin quasi alle lacrime, forse perchè mi hanno ricordato i tanti drammatici momenti vissuti dal Napoli in questi ultimi 20 anni, prima dell'avvento di De Laurentiis: le sconfitte, le umiliazioni, le cessioni eccellenti e le retrocessioni vergognose e quando vivevi tutto questo ti sembrava impossibile e assurdo che dovesse capitare proprio al Napoli.

Negli occhi e nelle lacrime dei tifosi del River, oggi, ho rivisto gli occhi e le lacrime dei tifosi azzurri, nel lungo calvario di umiliazioni durato anni fino al terribile fallimento dell'estate del 2004.

Oggi bisognava essere al Monumental di Buenos Aires: 90.000 cuori disperati e furenti a ruggire e cantare (tutto lo stadio!) dal primo all'ultimo minuto fino a che le lacrime della rassegnazione non hanno strozzato in gola gli ultimi cori disperati: è vero che nel mondo le tragedie vere sono altre, ma il popolo argentino, ancora così vicino nel sangue al nostro popolo, ha dato oggi una prova epica di attaccamento alla propria passione che forse solo noi napoletani possiamo capire.

El Tanque Pavone, vecchia bandiera a cui oggi tutto il popolo del River si è aggrappato, aveva acceso la speranza di raggiungere quella vittoria con due gol di scarto che avrebbe evitato la storica umiliazione: appena 5 minuti, un bellissimo tiro improvviso e potente da fuori area ed era già 1 a 0!

Una battaglia senza esclusione di colpi, una squadra con evidenti limiti tecnici, tattici e psicologici, ma trascinata ogni secondo, su ogni palla, dal suo pubblico, per gettare il cuore oltre l'ostacolo e per infrangere l'incubo!

E dopo aver corso rischi enormi, arriva, a mezz'ora dalla fine l'ennesimo pasticcio difensivo di una stagione disgraziata e il River si trova a dover ricominciare tutto da capo: 1 a 1!

Sembra finita ma "la Banda" (uno dei soprannomi assegnati al River a causa della tipica maglia bianca con banda diagonale rossa) riceve ancora occasioni per tirarsi fuori dal fango: un insperato rigore a metà ripresa riaccende le speranze...ancora el Tanque Pavone si presenta sul dischetto, ma la voglia di diventare a tutti i costi l'eroe che salva la storia del River schiaccia questo generoso eroe sfortunato che, per la voglia di spaccare il mondo, finisce per tirare il rigore della sua vita in bocca al portiere avversario!

E' vero che manca ancora tanto tempo, è vero che i tifosi ancora urlano e cantano con quanto fiato hanno in corpo, ma lentamente, minuto dopo minuto, come le spire di un serpente attorno alla preda ormai presa, vita e speranze di salvezza svaniscono e si compie il dramma lento di una agonia mortale.

Certo dopo arrivano la rabbia e anche la violenza (tutto il mondo è paese!), ma resta anche l'infinito dolore di un popolo sconfitto da inefficienze, disonestà, ruberie e disastri finanziari che partono da lontano, da un momento ben precedente al mandato presidenziale di Daniel Passarella che ha tentato di gestire al meglio una nave ormai totalmente allo sfascio.

E noi, tifosi azzurri, che abbiamo seguito questo dramma, magari per capire meglio chi è davvero questo ragazzino, Lamela, di cui tanto si parla? Beh, anche stasera el Coco, unico sempre presente nel River da 6 mesi a questa parte, ha fatto intravedere qualcosa del talento di cui tanto si parla, ma a me, ancora una volta, ha dato l'impressione di essersi trovato troppo presto in una situazione molto più grande di lui.

Non fa testo, secondo me, che a questo ragazzo siano stati affidati oggi, come sempre negli ultimi 6 mesi,quasi tutti i calci piazzati e le punizioni, le palle da fermo e tutti i corner che il River Plate ha avuto a disposizione: ciò che mi lascia perplesso è l'impressione che ciò sia stato dovuto in parte al talento di cui questo ragazzo sembra baciato, ma, soprattutto, temo, alla scoraggiante scarsità di valori tecnici intorno a lui... un po' come i nazisti che verso la fine della guerra si affidavano ai vecchi e ai ragazzini perchè le migliori "risorse" erano ormai esaurite...spesso guardando Lamela, più che il sapore della scoperta di un talento, è questa la triste sensazione che ho provato vivendo più da vicino, nelle ultime settimane, il drammatico tramonto del River...

Nessun commento:

Posta un commento