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mercoledì 1 giugno 2011

2010-2011: le pagelle di fine anno - Prima Parte

De Sanctis: 9,5 - 38 presenze su 38 in campionato quest'anno, da quando è a Napoli non ha mai saltato una partita di serie A. Uno degli artefici più straordinari e carismatici della eccezionale stagione azzurra. In campionato sbaglia poco o nulla, in Europa vive qualche imbarazzo (vedi Bucarest) a causa del diabolico Jabulani, ma le sue parate, spesso in momenti topici di una partita o della stagione, dànno un'impronta decisiva, punti e vittorie. Grinta, carisma, tecnica, talora un pizzico di follia. Una presenza indispensabile, in campo e nello spogliatoio, e il senso chiaro di uno straordinario, autentico attaccamento alla maglia azzurra.

Campagnaro: 6,5 - L'impegno e il sudore non mancano mai, Hugo alterna fasi esaltanti di forma smagliante a momenti meno esaltanti. Certamente anche lui rappresenta una colonna carismatica della squadra e dello spogliatoio, ma con limiti tattici da non dimenticare: troppo spesso dalla sua parte gli avversari trovano campo libero a causa della sua non istintiva propensione a braccare l'uomo oppure approfittano delle sue "gite fuori porta" che spesso lo portano ad appoggiare il gioco offensivo, lasciando troppo sguarnita la sua zona difensiva. 

Cannavaro: 9 - Le sue partite "no" si contano sulle dita di una mano, ma le sue partite "sì" sono la quasi totalità e rasentano la perfezione. Soffre soltanto quando, ormai rarissimamente, cala leggermente di concentrazione (peccando di sicurezza) oppure quando il centrocampo è in difficoltà dinamica e non lo protegge a sufficienza o ancora quando si trova a dover giocare troppe partite (da tre in su) a brevissima distanza di tempo l'una dall'altra (e i suoi muscoli sentono particolarmente la fatica). Ma si tratta, ripeto, di pochi momenti a fronte di una stagione di grande affidabilità, in cui Paolo si mostra ulteriormente maturato da un punto di vista tecnico (splendide alcune sue aperture di gioco con lanci di 40-50 metri!) e tattico (capacità di guidare la difesa e di evitare uscite "azzardate" dalla linea difensiva come accadeva troppo spesso nei suoi primi due anni napoletani). Mostra di meritare a pieno titolo la fascia di capitano per l'apporto che offre dentro e fuori dal campo.

Aronica: 6,5 - Usasse un po' meno mani e gomiti sarebbe un difensore di livello superiore, in alcune (rare) occasioni (vedi Liverpool) mostra in modo evidente i suoi limiti, ma nel complesso corona un'annata dal rendimento notevole, in alcune partite addirittura eccezionale. Denuncia qualche imbarazzo (vedi a Chievo, a San Siro col Milan o in casa con la Lazio) quando deve andare a chiudere la diagonale dal lato opposto a quello suo naturale creando pasticci, ma si riscatta sempre combattendo e a volte trascinando la squadra nei momenti più difficili. Anche lui fa sentire la sua goliardica e preziosa presenza all'interno dello spogliatoio, aiutando a stemperare le tensioni dei compagni più giovani.

Victor Ruiz: 6 - Il suo voto dipenderebbe da quale punto di vista lo vuoi valutare: denuncia certamente una non eccellente propensione alla marcatura sull'uomo (per cui meriterebbe l'insufficienza), ma vanta tante attenuanti: il cambio di squadra, di modulo e di nazione a metà stagione e la giovane età. In più mostra un piede sinistro estremamente raffinato per essere un difensore, caratteristica che il Napoli aveva indubbiamente bisogno. Alla fine propendo per la sufficienza perchè voglio aspettare che lo spagnolo si adatti al meglio al nostro calcio e accumuli quell'esperienza che per la sua età necessariamente manca. 

Santacroce: 6,5 - Inizia la stagione ancora alle prese con problemi fisici, appare in un momento difficile della stagione azzurra e la serata di Bucarest sembra segnarne in negativo il destino tanto che per lungo tempo si parla di una sua cessione in prestito al Lecce a gennaio. Però l'accumularsi degli impegni azzurri e il disgraziato infortunio di Grava lo tolgono dal mercato e lo spingono sempre più spesso in campo...e piano piano ritorna a farsi ammirare per le sue doti migliori, ossia agonismo e strepitoso senso dell'anticipo sull'uomo, concludendo la stagione in evidente crescendo. Ritengo sia ancora un patrimonio da sfruttare per la causa azzurra. Fabiano quest'anno ha dichiarato di essere davvero innamorato di Napoli (e la sua vita sentimentale lo dimostra)...adesso tocca a lui continuare a spingere: la direzione è quella giusta e l'anno prossimo...chissà!

Grava: 8 - Commovente anche quest'anno per dedizione, attaccamento alla maglia e qualità delle prestazioni. All'inizio stenta un pochino, anche perchè tutti si aspettano di rivedere le mostruose prestazioni dello scorso anno, ma da fine ottobre in poi il suo rendimento torna quello dello scorso anno e, anzi, addirittura, in un contesto ancora più difficile come quello europeo, sembra persino migliore! Un rovinoso infortunio lo sottrae alla rosa azzurra, ma "Giandu" sputa sangue ogni giorno e, seppure non torna in campo per l'ultima con la Juve, conclude la stagione clinicamente guarito. Memorabile il suo miracoloso salvataggio sulla linea a cui fa seguito il gol capolavoro di Cavani che trafigge il Lecce prima di Natale: alla fine di quella partita Mazzarri lo abbraccia come se avesse fatto un gol...e l'avrei fatto anch'io! Grande Giandu!

Cribari: 6 - Il suo esordio vero a Bucarest è a dir poco agghiacciante! Sembra un autentico bidone, viene ferocemente criticato, eppure, pur trovando poco spazio nel prosieguo della stagione, riesce puntualmente a riproporsi in caso di necessità, sia in campionato che in Europa, senza brillare, ma nemmeno sfigurare...e questo è un merito che gli va riconosciuto, perchè dopo un esordio così disastroso un altro al suo posto forse non si sarebbe più ripreso.

Maggio: 7 - Alterna fasi di profonda crisi atletica a fasi di eccezionale rendimento. Probabilmente soffre i postumi di un mondiale disastroso e disputato dopo una preparazione premondiale totalmente sbagliata. Comincia a salire di quota verso novembre e offre i suoi picchi di rendimento nel corso dell'inverno. In primavera torna ad alternare eccellenti prestazioni ad autentiche "debacle". Nel complesso però rappresenta un punto di forza essenziale nell'organico azzurro.

Dossena: 7,5 - I sei mesi dello scorso campionato furono per Andrea alquanto difficili, dopo la lunga inattività di Liverpool. Finalmente, dopo tre anni, l'esterno di Lodi può completare una vera preparazione precampionato e i risultati si cominciano a vedere presto: il livello agonistico delle sue prestazioni non ha nulla a che vedere con lo sbiadito giocatore dell'annata precedente, ma mentre nella prima parte della stagione denuncia ancora qualche difficoltà di tenuta sulla distanza (spesso sostituito prima del 90'), negli ultimi tre mesi si vede un autentico campione della fascia sinistra con cross straordinari, intensità agonistica e anche un gol che dà il via alla rimonta azzurra nella partita più bella e più emozionante degli ultimi 15 anni, contro la Lazio. E' lui a tenere in piedi la squadra nei difficili momenti di fine stagione, quando molti compagni hanno la spia della riserva accesa.

Zuniga: 7 - Quest'anno i tifosi azzurri hanno forse capito lo spessore tecnico di questo ragazzo, da me abbondantemente difeso anche lo scorso anno, quando le sue prestazioni non eccellevano. Certo in alcune partite non ha avuto la possibilità di esprimersi al meglio, a volte irritante per eccesso di finte, ma va tenuto conto che il ragazzo veniva da una prima stagione azzurra difficile, che Mazzarri non lo considerava un titolare, che spesso lo ha impiegato sulla fascia non sua e addirittura, con gli infortuni simultanei di Lavezzi e Sosa, nel tridente offensivo. Ebbene il colombiano si è adattato con ammirevole dedizione e ha dato al Napoli anche due gol importantissimi per la Champions azzurra, quello della stentata vittoria interna contro il Catania e quello del pareggio contro l'Inter che ha "sigillato" il terzo posto finale.

Vitale: 6 - Seconda parte di stagione difficile per lui soprattutto per ragioni fisiche e perchè chiuso da tre "mostri" come Maggio, Dossena e Zuniga, ha però disputato scampoli di stagione in campionato e soprattutto in Coppa davvero interessanti. E' vero che, soffermandosi sulla Coppa, ha talora pagato lo scotto dell'inesperienza internazionale, denunciando limiti soprattutto nella fase difensiva, ma ci ha anche messo sfrontatezza e personalità, come a Bucarest dove ebbe la freddezza di segnare il  gol che diede il via all'incredibile rimonta azzurra.

(1 - Continua...le altre pagelle nei prossimi giorni...)

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