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giovedì 27 ottobre 2011

Silenzi e comunicazione

Ieri sera silenzio stampa degli azzurri: per fortuna la ragione non era quella che adombravo a fine articolo (la situazione familiare di uno dei calciatori della rosa), ma molto piu' futile o banale, se vogliamo.

Il Napoli (e Mazzarri) si e' abituato molto bene, forse troppo: giocando dall'inizio della stagione quasi sempre in anticipo o in posticipo, quindi non in contemporanea con altre partite, raramente si e' dovuto sottostare al paziente rituale delle attese a Sky, a Mediaset e alla Rai.

Finiva la partita et voila': subito interviste, magari lunghe, toste, aggressive, ma, come si dice "sporche, maledette...e subito".

E invece ieri sera lo stress di dover aspettare qualche minuto in piu' (pare che sia stata questa la ragione della "sparizione" di Mazzarri) ha mandato in crisi (ancora una volta, aggiungerei) l'apparato della comunicazione della societa' azzurra.

Non e' stata sinceramente una gran figura: forse uno come Walter De Maggio quando parte con le sue considerazioni a volte sfocia nel qualunquismo, ma a parte i toni forse un po' caricati ad arte per accattivarsi l'attenzione del suo pubblico, oggi a Radio Goal faceva un ragionamento tutto sommato condivisibile: Sky, Mediaset, piuttosto che la radio ufficiale del Napoli hanno dei contratti e pagano il Napoli per avere la garanzia di poter intervistare dei tesserati a fine partita e parte di quei soldi finanziano l'ingaggio dello stesso Mazzarri, quindi il tecnico dovrebbe essere piu' paziente e rispettoso dei riti e dei tempi del post-partita, per quanto gravosi essi possano essere.

Non e' pero' solo "colpa" (o responsabilita') di Mazzarri: anche la societa' ha "assecondato" (va capito quanto volentieri...) questo atteggiamento a cui ha cercato di riparare parzialmente oggi offrendo alle emittenti ieri "defraudate" la possibilita' di ascoltare il capitano Cannavaro e Maggio, tra i migliori nella serata di ieri.

Resta pero' il danno di immagine procurato alle suddette emittenti ieri sera, alla reputazione della stessa societa' per non parlare dei (troppo dimenticati) "diritti" dei tifosi, i veri "defraudati" della situazione.

D'accordo il Napoli non e' l'unico esempio di comportamento non irreprensibile in un post partita, ma se De Laurentiis fa tanti sforzi per distinguere la sua creatura per farne un modello, credo che episodi come questi non facciano bene alla "reputazione" del Napoli, specie dopo tutte le energie che il Presidente ha profuso quest'estate per portare il Napoli all'attenzione dei media nazionali e internazionali.

Oggi e' un altro giorno e si e' visto, ma, come soleva dire Pirandello, cio' che e' fatto resta fatto... speriamo piuttosto che quanto accaduto ieri serva di lezione per il futuro e che magari la societa' chiarisca meglio al suo interno (e verso l'opinione pubblica) come intende gestire la sua linea di comunicazione evitando di portare avanti guerre di retroguardia contro questo o quel giornalista o questa o quella testata, come purtroppo avvenuto anche durante il ritiro estivo di Dimaro.

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