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sabato 29 ottobre 2011

Serie A 2011-12: 10ª - Catania - Napoli 2-1 (1' Cavani, 28' Marchese, 48' Bergessio)


Il pomeriggio di Catania conferma uno dei pochi tabù rimasti nell'era De Laurentiis (due pareggi e tre sconfitte al Massimino) e alcune "tendenze" purtroppo negative che contraddistinguono questa stagione del Napoli:

  1. una sconfitta che arriva puntuale ogni 4 partite: troppo per una squadra che sogna di riconfermarsi ai vertici del campionato
  2. una prestazione e un risultato poco convincente in prossimità dell'impegno di Champions
  3. l'affanno della squadra quando il turnover coinvolge più di 3 o 4 elementi
  4. il contributo quasi nullo che i titolarissimi riescono a dare quando partono dalla panchina e devono "aggiustare" un risultato compromesso
  5. la mancanza di "fortuna" negli ultimi minuti di gioco proprio dove lo scorso anno gli azzurri hanno spesso fatto la differenza 
Come "sceneggiatura", questa partita mi ha ricordato quella giocata sempre in terra siciliana la scorsa primavera a Palermo: oggi, come allora, vantaggio immediato di un Cavani in crisi di gol (stavolta addirittura dopo appena 30 secondi di gioco!), ma oggi, come allora, gli azzurri incapaci di approfittare dello sbandamento degli avversari e chiudere il match come dovrebbe fare una grande squadra.

Ecco, secondo me la prima mezz'ora di Catania ha confermato che il Napoli, pur se dotato di notevoli valori, superiori a quello di quasi tutte le squadre del torneo, non ha quella forza mentale necessaria a gestire due competizioni a livelli così elevati.

Il Catania, dopo i primi 20 minuti di dominio azzurro, prende in mano tatticamente il centrocampo e la partita, favorito anche dalla presenza del poco esperto (nel ruolo) Santana e da una condizione mentale non ottimale di alcuni uomini quali Lavezzi e Zuniga, troppo distratti e imprecisi.

Il gol di Marchese (28') infatti, pur rappresentando il primo vero pericolo verso la porta azzurra, è il frutto di una pressione sempre più forte che il Catania mette sul campo e di un poco convincente approccio difensivo nel frangente del gol da parte di Zuniga (la cui respinta sarebbe comunque costata quasi certamente un rigore) e Fernandez che è troppo di fianco (e non davanti) a Gomez per impedirgli il tiro che, rimpallato dal braccio di Zuniga, mette Marchese davanti a De Sanctis.

Dieci minuti dopo (38') il Napoli viene anche graziato da Almiron che di prima mette di poco a lato al termine di una bellissima trama, sempre di prima, tra Gomez e Bergessio.

Due minuti dopo si vede finalmente Lavezzi che si fa ribattere sulla linea di porta un tiro destinato in fondo al sacco, ma dopo altri due minuti (42') Santana dà la svolta (negativa) alla partita degli azzurri: il Catania, già disinvolto nella manovra, quasi spregiudicato con la sua difesa a 3 e con una grande aggressività sia sugli esterni sia in mezzo al campo, prende ancora più in mano l'inerzia della partita costringendo il Napoli a dover macinare chilometri per recuperare palla e ripartire.

Solo tre minuti nella ripresa e il Catania passa: Zuniga rinvia male un pallone dalla propria area con la complicità di Dossena, ne approfitta Ricchiuti (uomo partita visto che grazie a lui il Catania va prima in vantaggio di uomini e poi in vantaggio di gol) con un cross da sinistra verso destra che pesca Bergessio dall'altra parte: Fideleff è in ritardo sull'uomo, Fernandez si lascia scavalcare dal cross e Bergessio a mezzo metro da Fernandez, alla sua destra, uccella De Sanctis con una ben assestata deviazione di testa.

A questo punto il tema tattico della partita diventa prevedibile: Catania tutto dietro a difendere e ripartire con contropiedi velocissimi ma sempre più rari e inefficaci col passare dei minuti e il ridursi del fiato, il Napoli tutto avanti che si mette a quattro dietro (Zuniga, Cannavaro, Fernandez e Dossena, poi Maggio) e Dzemaili e Hamsik a sostegno di Inler in mezzo al campo con Pocho e Matador davanti.

Tanti passaggi, tanta corsa, ma anche tanto disordine e una sola vera occasione al 75' con una triangolazione tra Pocho e Inler con l'argentino che sbilanciato la mette fuori di un soffio ad Andujar completamente immobile.

Ci sarebbe anche un'altra chance proprio al 90' quando Lavezzi serve un cross radente a Dzemaili il cui tiro dal limite viene respinto da Spoldi ma il gol eventuale non sarebbe stato valido per la posizione di fuorigioco attivo di Maggio (sulla traiettoria del tiro dello svizzero).

Il Catania approfitta delle debolezze degli azzurri e conferma, come avevo avuto già modo di apprezzarlo in più di una partita quest'anno (contro Inter e Fiorentina in particolare) di essere una squadra ben più forte di quelle in lotta per la salvezza: Montella sta facendo un lavoro tattico a mio avviso straordinario su un telaio peraltro ottimamente costruito da uno dei miei dirigenti sportivi preferiti, un autentico "genio" come Lomonaco.

Del Napoli si è già detto: non basta però a mio avviso prendersela col turnover quando comunque schieri in campo alcuni titolarissimi (Cavani, Inler, Cannavaro, Lavezzi, Dossena,ecc.) che dovrebbero garantire qualità e gol... E' bella, bellissima l'avventura Champions ma, molti si cominciano a domandare, che ne sarà del Napoli il prossimo anno quando pur avendo superato il girone di Champions, gli azzurri si fermeranno agli ottavi e saranno lontani dalle prime posizioni del campionato?

Un Napoli senza Champions (e magari addirittura senza Europe League) il prossimo anno ridimensionerà livello tecnico e ambizioni? Venderà i suoi giocatori più importanti orfani della vetrina europea? Una società che dimostri di essere davvero lungimirante deve prepararsi al meglio ad ipotesi di scenario di questo tipo e non lasciarsi "ubriacare" dalla massima ribalta europea e dai pur notevoli introiti che essa porta con sè.


***

De Sanctis: 6,5 - Due interventi su punizioni di Lodi non pericolosissime ma impegnative. Graziato al 34' dall'errore di mira di Almiron sulla fulminante combinazione con Gomez e Bergessio dove Morgan era completamnte spiazzato. Incolpevole sui due gol.

Fernandez: 5,5 - Non convince appieno in termini di reattività sia sull'azione che porta al gol di Marchese, sia sul raddoppio di Bergessio. Si fa anche superare da Gomez in un altro frangente per fortuna senza danni, ma mostra anche numerose ed eleganti chiusure

Cannavaro: 6 - Grintoso e determinato, non facile guidare una difesa di semi esordienti e vedersela con un "bestione" come Bergessio che ha anche discrete qualità tecniche e che gli sfugge in occasione del raddoppio catanese

Fideleff: 4,5 - Troppe volte in imbarazzo: si fa chiudere troppo spesso sull'angolo e non riesce a liberarsi tempestivamente del pallone e subisce la fisicità e la furbizia di Bergessio in occasione del gol. In avanti si nota su una palla alta messa fuori di testa al 9' (dal 59' Maggio: 5,5 - La situazione tattica dovuta all'inferiorità numerica e la dedizione difensiva del Catania non gli permette di esprimere le sue qualità)

Inler: 5,5 - Luci e ombre: prezioso in fase difensiva, qualche buona apertura ma accanto a lui non c'è il dinamismo di Gargano o la precisione di Dzemaili. Con l'ingresso del connazionale cresce di livello anche la sua prestazione (pregevole una triangolazione che porta al tiro Lavezzi), ma non abbastanza per riequilibrare le sorti della gara.

Santana: 4,5 - Fa cose buone in mezzo al campo, anche in fase di contrasto, ma non sa gestire il carico del primo cartellino giallo e commette un secondo fallo magari non grave ma tremendamente ingenuo: è evidente che ha peccato di inesperienza specifica nel ruolo nella gestione dei falli

Dossena: 5,5 - Bellissimo il cross per il vantaggio azzurro, fa cose buone sia in fase offensiva che difensiva. Tende a disunirsi e innervosirsi nel primo tempo e ad inizio ripresa pasticcia con Zuniga agevolando il cross da cui nasce il gol di Bergessio (dal 68' Hamsik: 5 - Gioca molti palloni anche con discreta pulizia tecnica, ma le sue iniziative non fanno la differenza che la partita richiederebbe)

Zuniga: 5 - Non è il solito Zuniga: fa un paio di cose straordinarie, come una discesa "alla Maggio" con cui taglia il campo da destra al centro portandosi avanti il pallone per quasi sessanta metri, ma in altri frangenti appare troppo impreciso sia in fase difensiva (vedi il suo movimento che disorienta Fernandez in occasione del gol di Marchese, con in più un fallo di mano che ci sarebbe costato il rigore e il pasticcio con Dossena che dà il via al raddoppio catanese) che in fase offensiva, dove più volte sbaglia cross e appoggi facili

Lavezzi: 5,5 - Nel primo tempo ininfluente e distratto, come quando appoggia il pallone ...a Dzemaili che si scalda sulla linea linea laterale (mai vista una cosa simile in 30 anni che seguo il calcio!). Si rende pericoloso quando Bellusci gli sventa sulla linea un tiro ad Andujar battuto e nella ripresa ci mette tutto quell'impegno e quella grinta (sfiorando anche il gol del pareggio dopo bella triangolazione con Inler) che sono mancate nel primo tempo, ma questa la considero un'aggravante

Mascara: 5 - Tanta corsa, tanta volontà, ma incide solo nell'azione del gol di Cavani (dal 49' Dzemaili: 6 - Con lui in mezzo al campo il centrocampo, pur in inferiorità numerica, trova maggiore equilibrio e una maggiore qualità e fluidità nella manovra

Cavani: 5,5 - Ritrova il gol con uno spunto dei suoi sul primo palo dopo 30 secondi e al 13' pizzica di nuovo Andujar. Conferma la tendenza a partire decentrato e attacca meno dello scorso anno l'area di rigore, lasciando a Lavezzi e più spesso a Mascara il compito di infilarsi in area. Non mi è piaciuta l'intepretazione tattica della ripresa.

Mazzarri: 5,5 - Vedi Chievo: turnover obbligato, considerando che il Napoli è atteso da due match fondamentali con Bayern e Juve e quindi alcuni uomini chiave devono per forza riposare oggi. I ragazzi in campo non lo aiutano: troppi giocatori distratti (Lavezzi, Zuniga) o a cui tremano le gambe (Fideleff, Fernandez) o che entrando in campo non fanno la differenza (Maggio, Hamsik). Se poi ci si mette anche Santana...

Arbitro Celi: 6 - Solo un errore al 15' quando non ammonisce Almiron per duro fallo su Santana. Solerte invece, a parti invertite, nel punire gli ingenui falli di Santana: in questo, a parte la leggerezza del nostro argentino, ho riscontrato una non perfetta uniformità nella distribuzione dei cartellini

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