Cerca nel mio blog

domenica 29 maggio 2011

Il caso Mazzarri - Dietro la riconciliazione

Solo il tempo potrà dire se e quanto è stata giusta la conclusione della querelle tra Mazzarri e De Laurentiis che ha reso un po' amaro un finale di stagione che, coronato dalla incredibile qualificazioen diretta in Champions, il pubblico napoletano aveva sognato molto più dolce.

D'altra parte, mentre lunedì scorso (sembra un'eternità!) si dava ormai per certo l'arrivo di Gasperini, nella mia mente correvano tanti pensieri che, a mio modesto avviso, sono stati, almeno in parte, anche i dubbi del Presidente.

De Laurentiis, a mio avviso, è stato totalmente coerente con se stesso: pur avendo egli probabilmente contribuito, con la sua "esuberanza" e i suoi comportamenti non sempre condivisi dall'allenatore durante la stagione, ha sempre dichiarato che qualunque scelta sarebbe stata fatta "per il Napoli", "nell'interesse del Napoli", e così via.

Sarebbe stato facile quindi anteporre i rancori o le incomprensioni personali e "prepensionare" il tecnico facendogli pagare un momento di debolezza che lo ha portato, complici le incompresioni, lo stress di una stagione logorante e i risultati oltre qualunque aspettativa, a tendere l'orecchio verso altri lidi.

Nella giornata di lunedì, quando sembra ormai certo il divorzio, le mie sensazioni erano soltanto di amarezza, per la conclusione triste di un'avventura da sogno, e di preoccupazione non per il valore assoluto di Gasperini (anzi provavo a immaginare un Napoli ancora più sbarazzino e spettacolare del già spettacolare Napoli di Mazzarri visto per lunga parte della stagione), ma perchè non riuscivo a levarmi dalla testa il pensiero che non fosse il momento giusto per cambiare.

Con un'annata che si prospetta ancora più difficile della già difficilissima annata appena conclusa, cambiare allenatore, preparatore atletico, staff tecnico, meccanismi tattici (pur con lo stesso modulo) avrebbe richiesto alcuni mesi di adattamento con il rischio di presentarsi allo storico appuntamento con la Champions con un cantiere aperto dove già presentarsi invece con una continuità tecnica, seppure non ci darà garanzie di chissà quali risultati, potrebbe almeno consentirci di giocarcela a testa alta e con una squadra che nel suo piccolo saprà il fatto suo in termini di affiatamento e compattezza tattica.

Nulla quindi contro Gasperini, ma davvero mi sembrava un salto nel buio cambiare in vista della stagione più difficile e impegnativa della storia del Napoli.

Ecco quindi che la gestione della vicenda da parte di De Laurentiis va apprezzata: perchè davvero si è lavorato per affrontare le incomprensioni e superarle sapendo che l'anno prossimo già stando tutti uniti sarà comunque difficilissima e se c'è una speranza di uscirne in modo dignitoso è quello di presentarsi compatti e uniti.

Nelle loro dichiarazioni "post-accordo" De Laurentiis e Mazzarri hanno in fondo confermato quei timori personali rispetto al futuro che hanno alimentato le polemiche di questi ultimi due mesi e che già ho cercato di evidenziare in questo blog:

  • il Presidente vuole crescere gradualmente, non vuol presentarsi da comparsa alla ribalta della Champions, sarebbe tentato di "fare banco" come ha fatto nel cinema (ossia andare oltre il budget disponibile) per rafforzare la squadra con tanti campioni di primo livello, ma non vuole perdere di vista il principio fondamentale che ha portato il Napoli così in alto, ossia l'equilibrio di bilancio che lui vede come il segreto per continuare in una crescita duratura nel tempo. Lui vuole lavorare per aumentare sempre di più il fatturato del Napoli in modo da poter competere, anno dopo anno, sempre meglio con i grandi club italiani ed europei. Il terzo posto di quest'anno lo ha spiazzato perchè, paradossalmente, è venuto troppo presto in questo percorso di crescita
  • l'allenatore, spiazzato anch'egli dall'incredibile stagione azzurra e segnato da un grande stress psico-fisico, si è sentito giunto al limite massimo delle sue possibilità con questa squadra e spaventato dalle attese per il prossimo anno, pensando che il Presidente e il pubblico gli avrebbero chiesto, anzi avrebbero preteso, di migliorare il piazzamento di quest'anno in campionato e di andare lontano in Champions e che il comportamento del Presidente in certe situazioni si sarebbe esasperato il prossimo anno in caso di momenti difficili e sconfitte peraltro più che probabili visti gli avversari che si profilano all'orizzonte della Champions
Insomma, due personaggi che nei loro ruoli si sono sentite "vittime" di questa eccezionale stagione e timorose di non avere gli strumenti sufficienti (i soldi il presidente, i giocatori il tecnico) per poterla ripetere il prossimo anno.

Le pretese reciproche erano chiare e sono state, pare, espresse con chiarezza lunedì scorso durante il loro incontro: 
  • De Laurentiis vuole rafforzare la squadra ma non ha in bilancio risorse sufficienti per colmare il gap con le grandi italiane (Milan e Inter) in un solo anno e vuole quindi continuare il piano di rafforzamento graduale che ha in mente sin da quando ha preso il Napoli, rafforzandolo man mano che anche il fatturato si "rafforza"
  • Mazzarri, consapevole di ciò, chiede al Presidente di non alimentare pretese irrealistiche come lottare per lo scudetto e qualificarsi per il secondo turno di Champions, mantenendo una linea analoga a quella di quest'anno dove la società non ha mai chiesto di conquistare la Champions diretta e di qualificarsi al secondo turno di Europa League, evitando quindi quella pressione sui giocatori che è stato uno dei segreti per ottenere risultati strabilianti
Insomma: dopo un'annata del genere è chiaro che le aspettative dell'ambiente siano notevolmente cresciute, ma i due artefici di questo straordinario successo sanno che potrebbero diventarne vittima e quindi cercano di "volare basso" per evitare quelle disastrose ricadute che hanno contraddistinto tutti quegli ambienti (Fiorentina, Chievo, Sampdoria, Udinese, Lazio) che negli ultimi anni si sono ritrovati inaspettatamente nell'olimpo del calcio italiano e che nella stagione successiva, stressati dall'impatto con la Champions, hanno avuto rovinosi risultati in campionato.

Appare dunque coerente l'invito del Presidente ad aver pazienza: il mercato si sta già scatenando con voci di tutti i generi, alcune decisamente ridicole e sembra che il primo che passa dà fiato alla bocca e tutti vanno appresso. Aspettiamo con fiducia, lasciamo lavorare la società e vediamo cosa succede.

I tifosi azzurri devono avere pazienza e fiducia: se siamo arrivati fin qui vuol dire che, pur tra comprensibili errori, è stato fatto un lavoro comunque eccezionale nel corso di questi ultimi anni, quindi la strada è giusta ed è giusto lavorare con continuità tecnica e strategica laddove è chiaro che da altre parti si lavora con improvvisazione e totale incompetenza.

Su questo blog, anche questa estate, come nelle due estati precedenti, non commenterò tutte le migliaia di voci sul mercato che si susseguiranno da qui a fine agosto, ma interverrò solo per commentare acquisti e cessioni sicure oppure situazioni e notizie che potrebbero suscitare spunti di riflessione sulla società e sulla squadra che non si spengano, come certe notizie di fanta-mercato, nello spazio di un mattino.

Prendo atto intanto con piacere che il primo acquisto ufficiale per la nuova stagione, il difensore Federico Fernandez, in settimana ha esordito nella sua nazionale, ha disputato una partita da veterano e ha segnato un bel gol...anche questo è un segnale, piccolo,ma significativo, per il futuro...


Nessun commento:

Posta un commento