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lunedì 5 dicembre 2011

Braschi, gli arbitri e i rigori...come volevasi dimostrare

Non ci voleva lo scienziato, la Sibilla Cumana o il mago di Arcella per capire che la "prodezza" di Tagliavento in Napoli - Juventus di martedi' sera sarebbe rimasta una goccia nel deserto di incompetenza e mancanza di rispetto del regolamento da parte degli altri arbitri.

In verita' gia' lo stesso Tagliavento aveva smentito se stesso, negando l'ulteriore ripetizione del rigore ad Hamsik, visto che anche in occasione del secondo tentativo, come gia' ebbi modo di evidenziare dopo la partita, ci furono ingressi "abusivi" in area di rigore.

Ovviamente nella giornata di ieri le aree di rigore in occasione dei "penalties" erano le consuete "aree di pascolo" per chiunque si trovasse da quelle parti, senza che ovviamente sia passato a nessuna giacchetta nera per l'anticamera dell'evidentemente troppo ristretto cervello di far rispettare la famosa "regola 14".

Nessuna sorpresa, purtroppo: soltanto la conferma di puntuali applicazioni del regolamento in certe situazioni ben definite. Parliamoci chiaro: la Juve ha in atto un contenzioso col palazzo per via di Calciopoli, ha "bisogno" di tornare in Europa e certo Tagliavento ha voluto evitare qualunque polemica specie dopo il rigore non ripetuto nella partita tra Inter e Napoli (gol di Campagnaro).

Le coincidenze sono troppe e troppo sospette per pensare a pure... coincidenze.

D'altra parte da uno come Braschi, gia' modesto e discutibile arbitro ai suoi tempi, non ci si puo' aspettare di piu' e di meglio: mi dispiace solo che Tagliavento martedi' sera sia stato inflessibile "a corrente alternata", perdendo da parte mia parte di quella stima con cui l'avevo valutato negli ultimi due anni.

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