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mercoledì 2 giugno 2010

Le pagelle dell'anno - 3. L'attacco

Denis 6,5
(presenze 29, minuti giocati 1600, gol 5)

Altro voto e giudizio difficilissimo: a volte irritante per le occasioni che manca sotto porta (confesso di averlo mandato ... un paio di volte con tutto il cuore!!!), però è un uomo e un calciatore per altri aspetti da ammirare: lotta e combatte sempre, suda la maglia come pochi (e dire che quest'anno l'hanno sudata davvero tutti!), ma soprattutto fa cose, da un punto di vista tecnico e tattico, che solo i più attenti tra cronisti e tifosi vedono e che trovo assolutamente pregevoli! A parte i gol, comunque non pochi per i minuti giocati, il Tanque si sacrifica facendo reparto contro le difese avversarie, costruisce gioco per la squadra, sia offrendo degli uno-due a volte veramente pregevoli, a volte facendo movimenti intelligentissimi senza palla che agevolano i compagni che si inseriscono da dietro. Insomma, pur con tutti i suoi difetti e pur non essendo uno di quellli "belli da vedere", uno come il Tanque, se fossi allenatore, lo vorrei sempre nella mia squadra e spero che, se il Napoli deciderà di cederlo, come sembra, la contropartita, tecnica ed economica, sia adeguata al valore tecnico e umano di questo straordinario ragazzo. Ai "detrattori" del Tanque dico: andatevi a vedere l'azione dell'assist a Maggio per il gol vittoria a Firenze o il valore, emotivo e tecnico, del gol del pari contro il Milan (uno dei boati del San Paolo più straordinari di tutti i tempi per uno dei gol più belli e difficili) o ancora l'assist di prima con cui spiana a Quagliarella la strada del gol dell'1 a 0 contro l'Atalanta. Tre momenti, ma potrei citarne altri, che racchiudono tutto il valore tecnico e umano di questo ragazzo. Certo non è un fenomeno, ma di giocatore scarsi ne ho visti tanti, anche in maglia azzurra, e il Tanque non è assolutamente fra questi e chi lo ritiene scarso, scusate, ma è un emerito incompetente di calcio! Grazie Tanque! Sei stato un vero alfiere della maglia azzurra e sarei felice di rivederti qui il prossimo anno.

Hoffer 4,5
(presenze 8, minuti giocati 128, gol 0)




Il comico Birillo (al secolo Peppe Iodice) ha fatto della sua "invisibilità" un tormentone strepitoso (godetevi questo pezzo e attenzione a non "scompisciarvi" troppo!!!). Intanto dietro la feroce e affettuosa satira di Birillo c'è una triste verità: questo ragazzo non si è ambientato, ha avuto enormi difficoltà con l'ambiente e con la lingua. Mi viene da fare un ingeneroso paragone con Yuri Garics, scugnizzo napoletano nato per caso in Austria e tutt'oggi legatissimo alla nostra città. Erwin ha mostrato qualcosa di interessante in coppa Italia, segnando anche un gol, ma in campionato ha avuto poche opportunità e ha inciso pochissimo. Anche qui un giudizio e un voto non facili: sarei stato propenso per il "senza voto", considerando come la società lo ha (mal)gestito (perchè ad esempio, se si credeva tanto in lui, non è stato proposto in prestito a qualche squadra di bassa serie A o di serie B per farlo ambientare più facilmente?). Alla fine il voto, duro, ho ritenuto opportuno darglielo per le sue "responsabilità" in questo fallimento. Comunque, considerando quanto è costato, sarebbe folle cederlo definitivamente. Meglio sarebbe darlo in prestito, come si sarebbe dovuto già fare un anno fa... In fondo, se è nell'orbita della sua nazionale, vuol dire che tanto scarso non è. E' ora che il Napoli lo aiuti a ricostruirsi!

Lavezzi 7,5
(presenze 30, minuti giocati 2524, gol 8)

Dopo un'estate in cui si è sfiorata una traumatica separazione, sia in ambito professionale che familiare, il Pocho sembrava avviato ad un destino molto triste, ma la sua intelligenza e sensibilità gli hanno fatto rendere conto che stava solo stupidamente rovinando la sua vita e la sua carriera. Ha ricostruito con grande oculatezza la sua famiglia e poi il suo rapporto con la società, la squadra e la città. Non è stato comunque un anno facile, specie per le difficoltà avute per integrarsi con Quagliarella, integrazione che, per inciso, non si è mai realizzata fino in fondo, a mio avviso, per un equivoco tecnico tattico che solo nelle ultime settimane Mazzarri sembra aver compreso. Però, a tirare i bilanci, il Pocho ha offerto anche quest'anno un contributo importante e il Napoli se ne è accorto, ancora una volta, quando ha dovuto farne a meno per infortunio. Quest'anno, pur fisicamente in forma, in tiro, ha mostrato meno spunti straripanti rispetto ai primi due anni, ma notevoli miglioramenti da un punto di vista della disciplina tattica. Meno anarchico, più al servizio della squadra e ciò ha portato giovamento a tutto il gruppo. Ma avete notato le volte che, per sacrificarsi per la squadra, è venuto addirittura a dar manforte alla difesa in più di una occasione? I "soliti" 8 gol (ah, se segnasse di più! Sarebbe un vero fenomeno!), però un paio di questi assolutamente meravigliosi e un contributo decisivo ad alcune vittorie memorabili come le due sulla Juve. Mi azzardo a dire che, più che aumentare il numero di gol, mi aspetto da lui, per il prossimo anno, ulteriori miglioramenti sul piano tattico, perchè sono convinto che se il suo talento viene in qualche modo non limitato ma esaltato da migliori doti tattiche, il Pocho può diventare con gli anni magari meno "supersonico" ma ugualmente importante per l'evoluzione del progetto Napoli.

Pià 4
(presenze 2, minuti giocati 82, gol 0)

Di lui ho scritto che finalmente, dopo anni, ho capito che tipo di giocatore è, e devo ringraziare Donadoni che fu illuminante con una sua dichiarazione in cui disse, più o meno, che "il giocatore in allenamento si fa vedere, eccome!". Ecco il punto: Ignacio è uno di quei giocatori, ne esistono tanti, che "a mente libera", in allenamento o in partite senza troppa pressione, esprime al massimo il suo talento tecnico, segnando gol a grappoli e offrendo colpi pregevoli. Ma con la pressione della partita (o di certe partite) Ignacio si perde totalmente. Non a caso uno dei suoi migliori periodi in azzurro è stato nel disastro generale dello scorso anno, quando, falliti tutti i traguardi e arrivato Donadoni, Ignacio ha giocato e segnato con continuità nelle partite più inutili della storia recente azzurra, dove non c'erano pressioni e obiettivi da raggiungere. Quest'anno Donadoni, memore di quelle prestazioni, gli ha offerto di nuovo fiducia, ma, cresciute pressioni e importanza delle partite, Pià si è nuovamente perso.

Quagliarella 7
(presenze 34, minuti giocati 3001, gol 11)

L'entusiasmo suo e dell'ambiente, le aspettative sue e dell'ambiente, gli equivoci tattici, le condizioni fisiche non sempre perfette, specie nella prima metà della stagione, l'ansia di voler/dover far bene a tutti i costi lo hanno spesso condizionato e non l'hanno fatto esprimere come ci saremmo aspettati e come lui stesso avrebbe voluto. Però, alla fine, segna 1 gol ogni 3 partite, ossia in linea con la sua media degli ultimi anni di carriera, offre sprazzi di classe purissima, gol bellissimi e assist sublimi, in certe partite si prende letteralmente la squadra sulle spalle e prova a trascinarla fuori dai momenti di difficoltà. Una dedizione estrema, una tenacia che alla fine lo porterà anche in Sudafrica, per un'opportunità che Fabio si merita tutta. Fa vedere il meglio quando finalmente Mazzarri capisce che può rendere meglio come "seconda-prima punta" ossia un po' più defilato e non nel cuore delle difese avversarie. E' vero che così corre e fatica tanto, ma le sue doti tecniche emergono più facilmente. Un primo anno azzurro forse più duro di come se lo sarebbe sognato, ma Fabio è riuscito lo stesso ad affermarsi e sono sicuro che il prossimo anno disputerà un grande campionato. Grazie Fabio!

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