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venerdì 23 settembre 2011

Mazzarri e il turnover

Spesso i giornalisti e i tifosi esprimono le loro critiche a partita giocata e risultato definito. Sia ben chiaro: criticare e' legittimo ma farlo dicendo che era chiaro che si sarebbe dovuto fare questo piuttosto che quest'altro appare un tantino disonesto da un punto di vista intellettuale.

Mai pero' come nel caso di Chievo, ascoltando un po' tutte le trasmissioni radiofoniche dell'etere napoletano andate in onda prima della partita, si sono ascoltati cosi' tanti pareri pieni di perplessita' sul massiccio turnover che Mazzarri stava per imbastire.

E questo atteggiamento, a mio avviso comunque molto maturo, era tanto piu' da apprezzare in quanto trovava spazio in un momento di particolare entusiasmo collettivo per le straordinarie prestazioni contro Cesena, Manchester e Milan!

Tantissimi tifosi e giornalisti gia' prima della partita avevano espresso chiaramente le loro riserve e le loro perplessita' per cui non si possono accusare tifosi e giornalisti, come si potrebbe fare tranquillamente in altre occasioni, che e' facile parlare dopo.

D'altro canto pero' Mazzarri, con le scelte fatte nelle prime tre partite, con pochissime rotazioni tra una partita e l'altra, si e' messo nella condizione di dover usare la partita di Chievo come uno spartiacque tra due "pacchetti" di tre partite ciascuno (Cesena,Manchester,Milan e Fiorentina,Villareal,Inter) in cui individuare l'ideale turno di riposo per la gran parte dei suoi titolari.

Una scelta legata alla circostanza per cui un giocatore, per quanto ben allenato, rischia di infortunarsi seriamente a livello muscolare o traumatico quando gioca piu' di tre partite consecutive a intervalli ravvicinati.

Io non contesto questa "regola", applicata con successo anche lo scorso anno e che e' stata una dei segreti dell'integrita' fisica dei giocatori azzurri nell'era Mazzarri, anzi trovo giusto applicare tale regola, ma penso, molto modestamente, che questa regola, se applicata con un minimo correttivo che adesso andro' a evidenziare, potrebbe evitare in futuro di dover ripetere un turnover cosi' massiccio.

A mio avviso,infatti, il turnover dovrebbe essere applicato costantemente in ogni partita con la formula che io chiamo del 7+3 o 8+2 ( la prima per le partite di media difficolta', la seconda per le partite di alta difficolta'): ossia 7/8 titolari + 2/3 riserve da schierare a rotazione in ogni partita (la somma delle formule e' 10 perche' ovviamente non considero De Sanctis).

Facciamo un esempio: utilizzando la formula del 7+3 nell'arco di tre partite come Fiorentina, Villareal e Inter, ben 9 titolari su 10 giocherebbero 2 partite e ne riposerebbero una, mentre se si applicasse la formula dell' 8+2 si potrebbero far riposare tutti e 10 titolari in una partita su cinque.

E' chiaro che si tratta di esempi giusto per farsi capire (spero...), ma cosi' si otterrebbero a mio avviso due vantaggi:

- il primo sarebbe quello di schierare di volta in volta due o tre non titolari dando loro l'opportunita' di giocare non come a Chievo "circondati" da altre riserve ( e quindi fatalmente condizionati a giocare peggio per mancanza di affiatamento con i compagni anch'essi poco abituati a giocare), ma supportati da compagni piu' forti ed esperti e quindi con maggiori probabilita' di offrire essi stessi una migliore prestazione in campo;

- il secondo vantaggio sarebbe quello di non essere costretti a dover sacrificare una partita,come a Chievo, con un turnover forzato e schierando in campo uomini con pochi minuti nelle gambe e scarsi automatismi tattici nella testa. A questo proposito, avete notato come Fideleff e Fernandez, dopo i primi 60 minuti giocati senza sbavature, hanno accumulato i loro errori negli ultimi 30?

Giocare in cosi' tante riserve significa sia andare incontro a problemi di affiatamento tra i vari giocatori, sia andare incontro a evidenti cali fisici in una squadra che, per come gioca, ha bisogno di giocatori che mantengano per tutti i 90 minuti un rendimento fisico oltre la media.

Inoltre, come osservato acutamente da Raffaele Auriemma e da qualche altro tifoso e addetto ai lavori, se io sono una riserva e vengo mandato in campo contro una squadra "piccola" e la maggior pare dei miei compagni sono anch'esse riserve, beh, magari un po' ci rimango male anche se da professionista la cosa mi dovrebbe essere irrilevante: pero' un conto e' se io Santana posso giocare con Hamsik e Cavani, un conto e' se debbo giocare con un Mascara o con un Pandev a mezzo servizio: non e' solo una questione "morale", ma anche tecnica.

Inoltre la partita di Chievo ha evidenziato un altro aspetto da non sottovalutare: per precisa scelta gestionale, si e' preferito cedere Vitale e costruire un pacchetto di soli tre esterni, con Aronica eventuale quarto esterno di emergenza, per valorizzare Zuniga e farlo ruotare con regolarita' assieme a Maggio e Dossena.

Non si e' pero' a mio avviso tenuto conto che se uno dei tre si assenta per squalifica, infortunio o altro imprevisto (come capitato mercoledi' al povero Dossena al quale inviamo un forte abbraccio e tutta la nostra vicinanza per il lutto che lo ha colpito), ci sono giusto due giocatori per due posti e senza adeguate alternative da poter utilizzare in corso di partita in uno dei ruoli piu' dispendiosi dal punto di vista fisico e mentale nello scacchiere tattico di Mazzarri.

A Verona ad esempio Mazzarri a un certo punto ha dovuto mettere il povero Dzemaili al posto di Maggio costretto ad uscire per un affaticamento muscolare e lo svizzero, gia' provato fisicamente da una gara in cui aveva gia' corso tantissimo, boccheggiava su quella fascia in un ruolo per giunta non suo.

Insomma, come la giri e come la volti, la serata di Chievo dovrebbe richiedere a Mazzarri quel mimimo di riflessione che lo spinga a cambiare leggermente la sua filosofia di gestione nella rotazione tra titolari e riserve.

E' forse quel piccolo salto che, a mio avviso, potrebbe portarlo dal gruppo degli ottimi allenatori a quello dei veri maestri: quegli allenatori che calibrano in modo piu' calcolato ed equilibrato i loro rischi e usano anche partite importanti per dare opportunita' vere ( e non di ripiego) alle proprie riserve coinvolgendoli davvero fino in fondo nel gruppo.

Un esempio di questo approccio lo vediamo con Guardiola che nel Barcellona spesso rischia, anche in partite importanti, la riserva giovane e la fa giocare con i titolari in modo da farlo sentire piu' protetto dai compagno e dargli la possbilita' di sentirsi davvero considerato. Lo stesso trofeo Gamper, un'amichevole per il Napoli ma un incontro "serio" per quelli del Barca, e' stato affrontato con la stessa filosofia: non tutti i titolari un tempo e tutte le riserve un altro tempo, ma un po' di titolari e un po' di riserve sia nel primo che nel secondo tempo, in modo che le riserve hanno potuto confrontarsi, prima che con gli avversari, con i propri compagni piu' forti e famosi arricchendosi essi stessi da questa amalgama.

Ecco cosa vorrei adesso da Mazzarri, ma non so quanto sia ancora convinto di una possibilita' del genere...eppure, caro mister, mai come quest'anno nella sua carriera, per la prima volta, potrebbe misurarsi su questo terreno riservato ai piu' grandi allenatori...se lei si sente davvero cosi' grande, ci dimostri di saper gestire la sua rosa con la logica del grande allenatore, altrimenti sembrera' sempre un po' provinciale al contrario di quanto lei amerebbe sembrare.

Ne riparliamo magari dopo l'Inter...intanto forza Napoli e forza mister!

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