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martedì 6 settembre 2011

Tracce di mercato 2011 - Ultimo atto...per ora!

Finalmente dopo finti scioperi e veri rinvii, dopo quasi quattro mesi (quasi un record negli ultimi anni), il campionato italiano di calcio (o quel che ne resta) si accinge a partire con l'anticipo di venerdì sera, in verità stuzzicante, tra Milan e Lazio: campioni d'Italia uscenti (e pronosticati per una possibile riconferma  del titolo) contro una compagine che con un'intelligente lavoro di cesello tra acquisti (Klose e Cissè) e cessioni (Zarate), si candida come una delle protagoniste della imminente stagione.

L'estate del calcio italiano si è allineata alla crisi generale del paese: ufficializzata, ma già si sapeva, la perdita di una squadra in Champions League a partire dalla stagione 2012-2013, la nuova stagione europea delle italiane è partita con le sconfitte brucianti di Udinese, Palermo e Roma che aumentano, vista la modestia imbarazzante delle avversarie (Arsenal a parte) i segnali di allarme per la classifica UEFA sempre più precaria tanto che da qualche parte si comincia a temere di subire ulteriori ridimensionamenti per quanto riguarda il numero di squadre italiane da poter iscrivere ai tornei europei...e se la stagione europea delle italiane dovesse continuare come è cominciata i timori di nuove perdite aumenteranno a dismisura.

In questa atmosfera sul depresso andante, si sono consumati i riti del sorteggio dei gironi di Champions e la chiusura della sessione estiva del mercato, sessione che seppure leggermente ravvivata nelle sue ultime ore anche a seguito degli esiti del sorteggio Champions, ha mostrato fino alla fine ciò che avevamo intuito sin dall'inizio, specie per alcune squadre: tanti "vorrei, ma non posso", tante chiacchiere e pochi fatti.

Hanno lasciato il nostro torneo talenti importanti come Pastore e Sanchez (segni più evidenti della crisi economica del nostro calcio) ed Eto'O (che invece rappresenta un caso a parte in quanto nessun club al mondo avrebbe potuto resistere alla folle offerta pervenuta al giocatore) e sono arrivati molti prospetti giovani stranieri, interessanti promesse, ma tutti da scoprire e formare.

Tutti si sono quindi divertiti a fare le pagelle del mercato (nelle quali il Napoli è risultato assoluto trionfatore) e le "griglie di partenza" in vista del prossimo campionato.

Cominciando dalle seconde (le griglie sui favoriti) i giudizi sono tutti abbastanza concordi: premesso che la riuscita, l'amalgama, la "chimica" di una squadra si basa su mille e imprevedibili fattori, e che finchè le squadre non si assestano in campionato, tutti i pronostici lasciano il tempo che trovano, tuttavia personalmente concordo con quegli opinionisti che vedono, più o meno, il Milan ancora davanti a tutti per la sua continuità tecnica (Allegri) e per aver inserito pochi ma mirati innesti, un Napoli che pare ridurre il gap rispetto alle milanesi, ma del quale va testata la solidità di squadra in rapporto al durissimo girone di Champions (quanti punti sottrarrà questo impegno al campionato del Napoli? ...stessa domanda che ci ponevamo l'anno scorso rispetto all'Europe Leauge), una Inter in cui sembrano regnare enormi equivoci tra i "desiderata" di Gasperini e  le risorse a sua disposizione che paiono ben lontane dal permettere a "Gasperson" di sfoggiare il suo modulo tattico preferito.

In seconda linea potrebbero collocarsi la nuova Juve (con l'incognita di quanto l'esordiente Conte riuscirà a far quadrare...i conti, specie in un centrocampo a due con un noto "non cursore" come Pirlo), la Roma (se l'ambiente lascerà il tempo a Luis Enrique di far crescere intorno all'eterno Totti i numerosi giovani di talento raccolti in giro per il mondo) e la Lazio, che, come ogni anno accade alle formazioni di Reja, potrebbe mantenere posizioni di altissima classifica almeno fino a dicembre-gennaio per poi assestarsi comunque a ridosso della zona Champions.

Cose interessanti potrebbero venire da Firenze (dove l'ambiente appare un po' depresso, ma dove Corvino ha trattenuto tutti i migliori acquistando con fine intelligenza) e da un gruppetto di provinciali (cito Catania, Cesena, Novara) dove potrebbero affermarsi talenti vecchi e nuovi tali da non far considerare tali realtà come cuscinetto o come contesti validi solo sul piano agonistico.

Anno di transizione per l'Udinese, privatasi di alcuni suoi gioielli e ora proiettata a valorizzare nuovi giovani, alcuni davvero interessanti e anno difficile per il Palermo che appare in piena crisi strutturale e progettuale.

In questo contesto il mercato del Napoli appare nel complesso utile a rafforzare di molto la squadra in ambito italiano e di renderla un po' più competitiva (senza però doversi aspettare miracoli) sul piano europeo, dove il rafforzamento di una squadra richiede anni di lavoro tecnico, tattico e mentale e dove in un anno è praticamente impossibile colmare tutti questi gap.

Per capire la bontà o meno del mercato azzurro, torniamo alla memoria alla fine dello scorso torneo. Dove, ad avviso di pubblico e critica, doveva intervenire la società? Più o meno su questi fattori:

  1. rinforzi in difesa, specie sul lato del centrale di sinistra
  2. rifondazione del centrocampo titolare
  3. aumento del numero e della qualità delle alternative in panchina
  4. mantenere i tre tenori e, se possibile, affiancarne loro un quarto di pari livello
Il primo punto è quello sul quale la società ha mostrato le maggiori difficoltà a misurarsi col mercato: pochi lo sanno o lo ricordano, anche tra gli addetti ai lavori, ma il Napoli non ha solo un tetto ingaggi generale (attualmente posizionato intorno ai due milioni di euro), ma anche un tetto ingaggi specifico per i ruoli difensivi (credo intorno al milione e duecentomila euro): può essere un approccio discutibile (e che credo la società farebbe bene a ripensare, se la mia valutazione è corretta), ma è su questo "tetto ingaggi dedicato" che si è giocata la partita del rinnovo di Cannavaro e dei mancati arrivi di Criscito (che a Genova prendeva già più di quanto gli aveva offerto il Napoli) e Bocchetti (che al Rubin prende un ingaggio tre volte superiore al tetto ingaggi dei difensori azzurri).

Insomma, questa "regola interna", unita alla penuria di difensori di buona qualità (specie di piede sinistro) in circolazione, ha creato non poche difficoltà alla società azzurra che alla fine si è vista costretta a puntare su Britos, medio giocatore pagato a prezzo abbastanza caro. Fernandez rappresenta un prospetto di grandissimo talento che va lasciato solo maturare in pace, mentre la società ha preferito (e sono d'accordo) dare a Santacroce l'opportunità di mostrare appieno il suo valore in un altro contesto sperando di poterselo riprendere dopo aver mostrato tutte le qualità intraviste in questi anni a Napoli. Rruiz invece è stato ceduto, a mio avviso, perchè (plusvalenza a parte) aveva piedi buoni, ma due grandi difetti agli occhi di Mazzarri: non era sufficientemente cattivo e smaliziato in marcatura e, quando decideva di essere aggressivo, la sua cattiveria diventava troppo "plateale" agli occhi degli arbitri (fondamentale in cui ad esempio il modesto Aronica è maestro).

Infine Fideleff rappresenta un'incognita (lo descrivono come arcigno difensore, ma anche troppo rude...vedremo): insomma con l'infortunio di Britos il rafforzamento della difesa appare al momento più una ipotesi che una certezza.

Passando al centrocampo, invece, appare chiaro (almeno a me!) il progetto: schierare nella maggior parte delle partite un uomo tatticamente più ancorato alla protezione della difesa (Inler o Donadel) e affiancargli un mastino che operi in posizione mediamente più avanzata e vada a pressare senza tregua sulle fonti di gioco avversarie (Dzemaili e Gargano): la cosa è apparsa sempre più evidente man mano che la condizione fisica della squadra è andata migliorando...sulla carta il progetto è interessante, ma, affinchè renda visibili i miglioramenti per la squadra ci vogliono due elementi: la palla deve passare più spesso e più velocemente tra difesa e attacco attraverso i mediani, quindi meno palle lunghe dalla difesa e ripartenze più veloci palla al piede (o con cambi di gioco) per sfruttare le doti degli uomini di fascia e dei "tenori".

Terzo punto: qualità e quantità delle alternative: qui è stato fatto un lavoro a mio avviso eccellente, specie a centrocampo (dove la scorsa stagione erano in corsa in tre per due posti) e in attacco (dove c'era il nulla dietro i tre tenori): per la difesa bisognerà puntare sulla crescita dei giovani appena acquistati e sull'eccletismo di Grava e Campagnaro che alla bisogna potrebbero alternare Aronica in assenza di Britos sul lato sinistro, dove peraltro hanno già giocato in passato con buoni risultati.

Quarto punto: si commenterebbe quasi da sè se non fosse che la maggioranza dei tifosi non si rende conto di quale capolavoro abbia fatto il Napoli (va detto con l'aiuto della crisi economica e della Champions) per mantenere Hamsik, Lavezzi e Cavani a parametri di ingaggio davvero modesti laddove giocatori di pari livello o inferiore (e in ruoli spesso non così importanti) prendono in altre società ingaggi doppi o tripli. De Laurentiis ha sfruttato al meglio le circostanze: va tenuto conto che in una realtà come quella del Napoli attuale è molto più difficile, rispetto ai primi anni di serie A, far arrivare giocatori sconosciuti ma potenziali top player: se il Napoli (e il problema si ripresenterà certamente il prossimo anno!) cede Lavezzi o Hamsik, in teoria dovrebbe rimpiazzarlo con uno sconosciuto (perchè tali erano Lavezzi e Hamsik al loro arrivo a Napoli, che fu sonoramente contestato dalla tifoseria per quegli acquisti!) che potrebbe diventare negli anni a sua volta un top player. Ma la società si rende conto che è troppo difficile fare oggi quello che già all'epoca del ritorno in serie A non era facile tanto più che il livello raggiunto dalla squadra in Italia e in  Europa è molto più elevato: quindi sostituire oggi un Hamsik o un Lavezzi (o peggio un Cavani) significherebbe dover prendere un giocatore dal cartellino elevato e da un ingaggio altrettanto elevato, spesso fuori portata per l'attuale tetto ingaggi.

Ecco quindi il valore immenso della riconferma dei tenori ed ecco il valore di un'operazione come quella di Pandev che (a differenza di Trezeguet) è più giovane, sembra offrire più garanzie sia di tenuta fisica sia di compatibilità tattica con gli altri "tenori" azzurri, potendo giocare al posto di ognuno degli altri tre di volta in volta o, addirittura, quando la squadra avrà trovato la giusta amalgama e buoni equilibri, anche insieme agli altri tre (in un 4-2-3-1 oppure nel modulo attuale con Hamsik arretrato sulla linea dei mediani).

Dunque un mercato che lascia qualche incognita ma che, paragonato alle follie e alle contraddizioni evidenti mostrate da alcni concorrenti, appare comunque ispirato a principi solidi, ragionevoli e razionali.

Poi è sempre il campo a dire l'ultima parola...io dico sempre che la bontà di un mercato si può valutare appieno solo a fine campionato (e a qualche volta, vedi Zuniga) anche negli anni successivi.

Resta l'impressione di un'estate con un De Laurentiis in pieno combattimento per imporre il Napoli non solo ai vertici tecnici del calcio italiano ed internazionale, ma anche ai vertici politici e strategici e le sue chiassose esternazioni, cari amici, non sono estemporanee, seppur a volte fanno arricciare il naso ai benpensanti, ma frutto di una precisa strategia di comunicazione che, (alcuni segnali appaiono clamorosi!) comincia a dare i suoi frutti: il Gamper al Barcellona o le parole al miele di uno come Petrucci che non si sbottonerebbe neanche su sua madre per quanto è diplomatico sono segnali che il Napoli c'è, è sempre più rispettato, ascoltato e temuto, in Italia e in Europa, per cui...

...per cui godiamoci questa storica stagione, non crediamo che ci possa andare sempre tutto liscio come in certi momenti "miracolosi" della scorsa stagione, ma coltiviamo fiducia: ad esempio in Europa partiamo da quartie alla peggio finiremo quarti, quindi tutte le posizioni che eventualmente ci guadagneremo nel "girone di ferro" saranno tutto si guadagnato...e non crediate che Bayerne Villareal facciano salti di gioia ad incontrare le formazioni più forti di terza e quarta fascia...loro sì che hanno molto da perdere...e allora divertiamoci!

E forza Napoli!!!

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