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sabato 12 dicembre 2009

Miracolo...Mariano!






Novantacinqesimo e cinquantacinque secondi...mancano cinque secondi alla fine... Splendido cross tagliato dallo spigolo destro dell'area di rigore di Grava (venuto a Napoli in C1 e che ancora troppi tifosi vedono come giocatore di categoria inferiore), stacco imperioso di Denis (riserva buttata ancora una volta in campo per disperazione), miracolo del portiere Marchetti...e in quel momento, che se fosse una partita di basket, si comincerebbe a sentire la sirena di fine partita, il tempo si ferma per un istante infinito.

C'è un giocatore che sembra troppo avanti e in controtempo rispetto alla respinta del portiere...non ce la può fare...non ce la può fare...ma l'uruguagio silenzioso (un mese fa scomparso e destinato ad una inevitable cessione) fa l'ennesima magia del suo repertorio di gran classe: mentre sta per sbattere contro il palo riesce ad allungare la testa con una contorsione incredibile, da circo, giungendo all'appuntamento col pallone nell'unico modo e nell'ultimo istante possibile per evitare l'ennesima incredibile atroce sconfitta in terra sarda!

3 a 3 e fischio finale dell'arbitro! E' finitaaaa!!

Ringraziamo il "miracolo Mariano", che Gianluca Di Marzio di Sky, quando gli consentivano di seguire il Napoli a tempo pieno chiamava sempre e a giusta ragione "il Salvanapoli".

Merita questa prima pagina, il ragazzo, anche lui uno degli "eroi" della C1 ingenerosamente accantonato tante volte e sempre ripropostosi alla ribalta con silenzio, determinazione e classe...perchè solo chi ha classe può segnare un gol incredibile come quello di stasera e nelle condizioni "assurde" di una partita ormai persa!

Quando Jeda, entrato al 90', dopo neanche 30 secondi mette alle spalle di De Santis un beffardo colpo di testa che ha ricordato le beffe degli ultimi due anni, ho pensato di fare lo sciopero del blog... "Basta! Non scrivo nulla! Non è possibile!".

Come puoi commentare una partita dominata, vinta, in cui però, qando sembri aver "strangolato" il Cagliari, come i "migliori" capitoni dispettosi di Natale, ti scappa tra le mani in un attimo, si divincola con uno scatto improvviso, ti scivola e ti sparisce dalla vista quando ormai la padella è già pronta per friggerlo... Vi ricordate la scena di Marina Confalone nel film di De Crescenzo "Così parlò Bellavista"?




Ancora una volta il Napoli pecca di ingenuità,ma, sinceramente non riesco a prendermela più di tanto, una volta "sbollita" la rabbia da tifoso: se questo Napoli fosse più cinico, sarebbe da scudetto, sarebbe da Champions. E poi oltre il cinismo c'è stato probabilmente un calo fisico della splendida cerniera di centrocampo Gargano-Pazienza, con quest'ultimo che, già prima del gol personale, era il mio personale migliore in campo assieme a Lavezzi.

La coerenza non deve accecare l'intelligenza: come ho ferocemente criticato Pazienza lo scorso anno (e non rinnego nulla delle durissime parole di critica che ho usato nei suoi confronti), così dò atto a Michele di essere un altro calciatore e questa meravigliosa trasformazione va a merito suo e del tecnico che sta valorizzando in modo straordinario tanti giocatori della rosa precedentemente considerati inutili.

Michele, consapevole di non poter reggere il centrocampo con la prestanza fisica, ha dominato per 75 minuti la fascia centrale del campo correndo con grande intelligenza tattica, pressando sempre alto, spesso anticipando i propri avversari diretti e facilitando le ripartenze offensive degli azzurri. Ripeto: se anche non avesse segnato, avrei scritto le stesse identiche parole. La sua prestazione straordinaria di questa sera giunge a coronamento di una crescita fisica, tattica e mentale continua che si è cominciata a notare già da alcune settimane.

Il Napoli parte con difficoltà: risente delle assenze in difesa e per i primi 10 minuti fa fatica a tenere le veloci e aggressive manovre del Cagliari. Poi la cerniera di centrocampo Pazienza-Gargano entra in partita, si accorciano le distanze tra le due linee di difesa e centrocampo e, a parte un unico pericolo con Cossu solo davanti al portiere (e anche lì la traiettoria sporcata sull'assist a Cossu che fa perdere il tempo a quest'ultimo per la battuta a rete si deve a Pazienza), il Cagliari non produce veri pericoli per la difesa azzurra.

Il Napoli cresce sempre più, anche Lavezzi e Quagliarella entrano in partita e Fabio si vede annullare giustamente una rete per fuorigioco.

Poi Lavezzi si trasforma in Messi e inventa quello che a mio avviso è il suo gol più bello da quando è a Napoli. Stupendo!

Il Cagliari continua a girare a vuoto e si scioglie sempre di più nei primi venti minuti del secondo tempo: nessun minimo pericolo per la porta azzurra e angoli a ripetizione a favore degli azzurri che sfiorano più volte il raddoppio. Il gol di Pazienza è quindi l'unico evento davvero prevedibile di una partita che da questo momento in poi impazzisce letteralmente.

Allegri imbrocca i cambi, cominciando con Larrivey che sostituisce un Nenè totalmente annullato da Cannavaro (Paolo a uomo su tutti i palloni alti rinviati dalla difesa cagliaritana verso l'attaccante lo anticipa sistematicamente non facendogli toccare palla e innervosendolo fino a farlo ammonire).

Poi Maggio sbaglia un anticipo a centrocampo, liberando Cossu sulla sua fascia dove Grava deve andare a chiudere. L'ala cagliaritana è brava a mettere la palla al centro e gravissimo è l'errore di Aronica a cui sfugge l'argentino appena entrato che gira a rete con un colpo a incrociare davvero pregevole.

A questo punto, come avevo temuto alla vigilia, il pubblico cagliaritano si fa sentire e la squadra rossoblù, che ha comunque giocatori molto validi, si rianima, buttandosi tutta in avanti. E qui emergono la stanchezza fisica del Napoli e quindi diminuisce anche la lucidità mentale.

Ancora un cross al centro (stavolta alto) e anche stavolta difesa azzurra schierata malissimo: Matri stacca di testa e inventa una parabola imprendibile per De Santis.

Il Napoli però ha una splendida reazione, tant'è che per un nulla (salvataggio miracoloso di Larrivey su colpo di testa ancora di Pazienza, ancora su calcio d'angolo) il Napoli non riesce a tornare in vantaggio.

Gol sbagliato, gol subito! Quello di Jeda, appena entrato, di cui abbiamo già parlato, ancora una volta su cross alto dalla tre quarti (azion fotocopia del 2 a 2), con il brasiliano che si conferma bestia nera degli azzurri.

Sembra finita, ma anche Mazzarri trova il suo asso nella manica con il Boglia che, anche lui entrato praticamente in pieno recupero, emula Larrivey e Jeda, sottraendo il Napoli ad una sconfitta che sarebbe stata crudelmente immeritata.

Tatticamente il Napoli si è confermata squadra molto compatta, con una cerniera centrale di centrocampo che, finchè ha retto, ha protetto benissimo la difesa. E quando ho visto il Cagliari rianimarsi, ho pensato che Mazzarri avrebbe dovuto fare qualcosa per puntellare subito il centrocampo, ma poi mi sono chiesto: "Sì, ma con chi?".

Anche se poi Bogliacino, subentrando a Pazienza nel finale, ha deciso la partita, a metà del secondo tempo, avremmo a mio avviso avuto bisogno di un giocatore di peso, forte, a centrocampo, anche perchè non possiamo pensare di poter reggere il filtro di centrocampo per tutto il campionato solo con Pazienza e Gargano.

Comunque il Napoli, in trasferta e contro una squadra molto convinta dei propri mezzi, ha sciorinato (come diceva il buon Reja) un calcio di ottima qualità, con movimenti senza palla sempre più convincenti, stringendo in molte fasi della partita (vedere lo score finale sui calci d'angolo) il Cagliari nella sua area di rigore e creando tantissimi pericoli specie sulle palle alte.

Sono contento per la prestazione di Zuniga, di nuovo adattato a sinistra, con mio disappunto, perchè lo considero una risorsa incredibilmente sprecata in quella posizione, ma senz'altro il colombiano ha fatto la sua miglior prestazione da quando è a Napoli (coppa Italia esclusa, dove col Cittadella ha sfoderato uan bellissima prestazione giocando nel suo ruolo naturale a destra), con grande attenzione in fase difensiva, buon tono agonistico, qualche discesa e qualche cross che testimoniano che il suo adattamento richiede ancora tempo e lavoro tecnico-tattico.

Bene Maggio, molto propositivo, anche se da una sua sbavatura si apre il varco per l'azione del 2 a 1 che riapre la partita. Bene anche Hamsik, che cuce tanto gioco di qualtà e spesso si presenta al tiro con pericolosità, si è avuta la conferma (se ce ne fosse bisogno) che Quagliarella senza Denis soffre di più e riesce ad essere meno pericoloso, anche se ha mostrato maggiore mobilità rispetto al suo periodo fisicamente nero.

Superlativo, ma troppo nervoso Lavezzi, che, a distanza di dodici mesi (penultima partita prima di Natale) ripete la "prodezza" dello scorso anno col Lecce (allora, diffidato, si fece ammonire per un calcione dato a un leccese che aveva steso malamente il suo amico Gargano).

Sappiamo tutti la bufera accadde dopo quella partita: il Pocho, sapendo di essere squalificato, lasciò la compagnia e se ne torno anticipatamente in Argentina mentre gli azzurri rimediavano quella figuraccia prenatalizia con il derelitto Torino, iniziando quel giorno la sua terribile parabola discendente.

I maligni potrebbero pensare che il Pocho potrebbe ripetere quella "prodezza", ma a distanza di 12 mesi molte cose sembrano cambiate: allora il Pocho era solo qui a Napoli, lontano dal figlio e in crisi profonda con la sua compagna, poco sereno. Oggi entrambi vivono con lui, la situazione familiare è tornata serena e la testa del ragazzo, lo si vede, sembra molto più matura.

Inoltre il 22 è atteso da una prestigiosa amichevole a Barcellona con la nazionale argentina contro una rappresentativa catalana, un'occasione che, seppur non ufficiale, rappresenta una vetrina prestigiosa e importante nell'anno che porta ai mondiali del Sudafrica, che il Pocho sta facendo di tutto (e si vede, anche dal tono fisico che ha svelato togliendosi la maglietta dopo il gol) per essere al massimo per giugno.

Temo un paio di giornate di squalifica e meno male che rientrano in difesa Rinaudo e Contini. Anche senza il Pocho, proprio contro il Parma, quest'anno il Napoli ha dimostrato di poter offrire comunque ottima qualità di gioco, per cui c'è da essere sereni, considerando le splendide condizioni di Hamsik, Denis e Quagliarella.

In conclusione: rammarico per un'altra partita che il Napoli sembrava, mai come stavolta, avere in pugno, ma anche grande gioia e soddisfazione per le incredibili capacità agonistiche di questa squadra.

E Mazzarri che, di giornata in giornata, dimostra di mantenere sempre di più le sue promesse fatte appena arrivato. All'epoca titolai sul blog "Anima, ritmo e valorizzazione"...e sono proprio questi i cardini della rinascita azzurra: una grande anima che, in casa e in trasferta, permette agli azzurri di giocarsi ogni partita fino all'ultimo secondo, un gran ritmo, che valorizza le qualità di una squadra altrimenti troppo leggera e ne maschera così i limiti fisici, e, appunto, valorizzazione di tanti giocatori considerati (anche da me) ormai inutili (Grava, Aronica, lo stesso Cannavaro, Pazienza, Dens, Datolo, Bogliacino...e ora anche Zuniga).

Certo non tutto gira perfettamente, ma sarei davvero ingeneroso e stupido a criticare un allenatore che sta rigenerando così tanti giocatori e gli stessi giocatori che stanno combattendo i loro limiti con una dedizione commovente per la maglia azzurra.

E allora continuiamo a sostenere questi ragazzi e ringraziarli per le emozioni incredibili che ci stanno dando, dopo un anno molto difficile e cupo.

Oggi finalmente, dopo un anno di dolori, depressioni e sofferenze, mi sento un tifoso soddisfatto e felice e, se questa squadra manterrà questa mentalità, non potremo che avere le soddisfazioni che sogniamo.

Per ora, grazie azzurri e ...forza Napoli!!

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