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domenica 6 dicembre 2009

San Paolo e...San Fabio

Alla fine è giusto così! Mentre il Napoli si trascinava in avanti senza più schemi, tattiche e moduli alla ricerca della vittoria, pensavo ai 50 anni del San Paolo e che fosse in fondo giusto che proprio nel 50° anniversario del San Paolo, dovesse essere proprio il San Paolo a trascinare gli azzurri, come tante volte in passato, e a demolire psicologicamente i durissimi e fierissimi avversari del Bari.

Ed è anche bellissimo che l'eroe di questo anniversario sia stato proprio un "figlio" di questo stadio e di questa gente, con due gol, un assist, 9 tiri complessivi in porta e un correre a perdifiato in ogni zona del campo, trascinando i compagni.

Il Bari ha dimostrato ciò che io avevo pronosticato alla vigilia; capisco che molti tifosi, magari meno attenti alle vicende della formazione di Ventura, potessero immaginare una partita facile e una vittoria larga, ma il Bari anche oggi ha dimostrato di che pasta è fatto e, anzi, rispetto ad altre partite ugualmente straordinarie giocate dai pugliesi in questo campionato, oggi gli avversari degli azzurri hanno avuto una lucidità e una fortuna sotto porta che, se avesse avuto in egual misura in altre due, tre occasioni, a quest'ora occuperebbero tranquillamente il posto del Parma, in piena zona Champions.

Anche oggi questo Bari ha ribadito di avere un'organizzazione tattica, una autostima e dei singoli davvero pregevoli, che, lo ribadisco, vedremo presto in squadre di alta classifica.

Il Napoli ha capito tardi che doveva aggredire alto i due centrali che, come avevo scritto alla vigilia, sono quelli che, a parte le già notevoli doti difensive, si distinguono per essere i veri costruttori del gioco barese: riguardiamo ad esempio il primo gol, quello di Barreto... Lì è il centrale Bonucci che lo imbecca con un lancio di cinquanta metri che ha ricordato ai più anziani quei meravigliosi cambi di gioco del grande Rudy Krol.

E poi il 2 a 1 dell'altro centrale, Ranocchia, di cui si dice un gran bene non da oggi, ma da almeno tre anni a questa parte.

E poi Alvarez che si conferma una spina nel fianco di Aronica, che in occasione del 2 a 1 salta netto Gargano in velocità con una prodezza tecnico-atletica straordinaria.

Insomma una squadra di tutto rispetto, che però, pur chiudendosi molto bene, non ha mai rinunciato a giocare, rendendo quindi la partita spettacolare, bellissima e avvincente.

Dicevo: solo nel secondo tempo, spinto dall'emergenza risultato e dal pubblico del San Paolo, il Napoli ha cominciato a pressare altissimo fin sui difensori e non a caso il Bari è andato in difficoltà.

Mazzarri deve rivedere i suoi piani, mandando subito Lavezzi in campo dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo al posto di Pazienza, retrocedendo Hamsik a centrocampo con Gargano (poi sostituito da Cigarini) e componendo finalmente il tanto atteso tridente con Denis e Quagliarella.

E mentre Denis fa a sportellate per tutta la partita con i difensori baresi, non riuscendo mai a giocare palla, il sacrificio del Tanque mette Lavezzi e Quagliarella nelle condizioni migliori per produrre assieme a Maggio pericoli su pericoli per la porta barese.

Si realizzano quelle situazioni di cui parlava Mazzarri nella sua conferenza stampa di presentazione: possesso palla veloce e avvolgente e tante maglie azzurre in area sui cross che arrivano dalle fasce....e così da un cross di Gargano, Quagliarella solo in area può staccare comodamente di testa per il provvisorio 1 a 1; poi Maggio, su cross dolcissimo di Quagliarella può a sua volta staccare, sembre in beata solitudine, per il provvisorio 2 a 2.

Non sono gol casuali e non sono solo errori della difesa barese: è esattamente quel contesto tattico che il Napoli deve riuscire a creare ogni volta che le squadre avversarie si chiudono quando vengono al San Paolo e che il Napoli non sempre è in grado di creare, ossia premere gli avversari sulla tre quarti, scambiare palla velocemente e penetrare nell'area di rigore sui cross dalle fasce con almeno tre-quattro uomini che si lanciano in piena area di rigore avversaria per distrarre i difensori e aprire varchi per gli attaccanti azzurri.

Proprio oggi che non ha toccato palla, si è avuta la conferma di quanto Denis sia tatticamente essenziale specie nelle partite casalinghe...e se la squadra dimostra la condizione fisica e mentale mostrata oggi, ritengo che lo schieramento visto oggi, con Hamsik sulla linea mediana con Gargano e il tridente possa essere un'arma fondamentale per le prossime partite casalinghe.

Stavolta il Pocho ha fatto davvero la differenza, sia per la sua dedizione, giocando "a tutta" dopo un infortunio muscolare, con una prestazione dal punto di vista fisico impressionante, e finalmente riuscendo a fare quello che tutti noi sognavamo di vedere da tempo, ossia lo scatto di Quagliarella e la pronta, pregevole verticalizzazione del Pocho...e ritengo che anche questa fase di gioco sia merito dell'assetto offensivo con Denis che tiene impegnati i centrali offensivi avversari aprendo spazi alle altre due punte, finalmente più libere di trovare i giusti spazi.

Accennati alcuni temi tattici a mio avviso interessanti (altri ne analizzeremo in settimana), vorrei soffermarmi su alcuni dati statistici relativi sia alla partita sia al campionato, perchè dicono cose molto interessanti!

Chi ha letto i numeri del Bari che ho riportato alla vigila e li confronta con gli analoghi numeri della partita di oggi, può cogliere l'importanza della prestazione degli azzurri: la terza squadra del campionato per possesso palla, oggi è stata ridotta soltanto al 45% di possesso palla, e mentre il Napoli ha tenuto palla nella metà campo del Bari per ben 12'43", il Bari si è affacciato nella metà campo del Napoli per soli 5'35".

Il Napoli quindi ha tolto al Bari una delle sue risorse che ne hanno fatto la fortuna ed è riuscito a segnargli 3 gol, impresa finora riuscita solo alla Roma grazie a quel genio assoluto di Totti.

E poi anche oggi il Napoli, nonostante i due gol subiti, ha concesso pochissimo al Bari in fase offensiva, confermando una fase difensiva che fornisce prestazioni all'altezza con grande continuità.

Dunque una vittoria importantissima, che porta il Napoli al suo sedicesimo punto in otto partite della gestione Mazzarri, con 4 vittorie e 4 pareggi. Un record eguagliato il cui precedente risale alla gestione di Marcello Lippi, l'ultima, prima del fallimento, che portò il Napoli in Europa (1993-94).

E ora commentiamo un po' la classifica per capire che prospettive ci potrebbero essere, rispetto a questo stranissimo ed equilibratissimo campionato.

Sconcerti oggi ha dato un'altra istantanea efficacissima per spiegare l'incredibile equilibrio di questo torneo: "Oggi delle squadre posizionate tra il quarto e l'undicesimo posto hanno vinto solo Fiorentina e Napoli".

Da questa frase si può ricavare quindi che:
  • i primi tre posti utili per la Champions saranno un affare di Inter, Milan e Juve;
  • per il quarto posto di Champions e per i due di Uefa competono le squadre che vanno dal Parma (quarto con 25 punti) al Palermo (tredicesimo a quota 20);
  • se avessimo battuto il Parma domenica scorsa, oggi il Napoli sarebbe da solo al quarto posto nella stessa posizione occupata oggi dal Parma.
Ho fatto un po' di calcoli da quando è arrivato Mazzarri sulla panchina azzurra, paragonando il cammino del Napoli dall'ottava giornata a oggi, non tenendo conto delle prime tre in classifica (fermo restando che gli azzurri hanno fatto gli stessi punti, 16, della Juve!), mentre rispetto alle altre, ha fatto meglio di tutte le concorrenti dirette per l'Europa:
  • + 1 sul Cagliari;
  • + 2 sul Parma;
  • + 3 sulla Roma;
  • + 5 su Genoa e Palermo;
  • + 6 sulla Fiorentina;
  • + 8 sulla Sampdoria.
Certo ci sono i rimpianti recenti (per le mancate vittorie con Lazio e Parma) e vecchi (pensando alla partenza col freno a mano tirato dell'era Donadoni), che ci costringono ad una posizione di classifica ancora nel cuore del gruppone, ma in fondo siano a soli due punti dalla zona Champions e a un solo punto dalla zona Uefa, in un torneo finora mai così equilibrato dal quarto posto in giù, come avevamo immaginato ad inizio campionato.

Ecco perchè il bilancio di Mazzarri è da considerarsi più che positivo, perchè abbiamo guadagnato (poco o molto ma) su tutte le dirette concorrenti per l'Europa.

Il difficile è ora mantenere questa continuità e ci metterei la firma sin da ora per un pareggio in quello stadio di Cagliari che tante amarezze ci ha dato in questi ultimi anni: un trasferta terribile, considerando lo stato di grazia (a prescindere dalla sconfitta odierna col Palermo) dei rossoblù di Allegri, che si sta confermando un allenatore davvero importante, e con un Matri che in questo momento, a mio avviso, è il miglior attaccante giovane italiano e che ritengo ormai maturo per una grande squadra.

Infine una notazione doverosa sull'arbitraggio di Romeo di Verona, cercando di essere onesti e imparziali: non ha commesso errori clamorosi, nè da una parte nè dall'altra. L'espulsione di Ranocchia e il secondo giallo di Parisi ci potevano benissimo stare, perchè entrambi gli uomini sono andati dritti a fermare l'uomo e non a cercare il pallone.

Direi anzi che nel primo tempo molti falli duri (specie su Hamsik) non sono stati sanzionati con altri cartellini che sarebbero stati opportuni.

Nel complesso però una prestazione discreta e niente affatto "compensatoria" a favore del Napoli, anche se magari molti osservatori meno attenti tireranno fuori questa "illazione".

E allora, caro Romeo, Giulietta è 'na zoccola, ma tu si nu brav uaglion!

E ora vi lascio alle emozioni: Alvino, Auriemma ...e alcune interviste del post-partita.

Forza Napoli!



















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