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giovedì 5 gennaio 2012

10 Maggio 1987: una serata con Bruscolotti

Non e' la prima volta: sono gia' stato altre volte nel ristorante di Beppe Bruscolotti, il mitico "pale 'e fierr", il baluardo della difesa azzurra dal 1972 al 1988, capitano "morale" del Napoli scudettato che con grande umilta' un giorno affido' la fascia a Maradona con la promessa del Pibe di ricambiarla con uno scudetto.

La prima volta, la primavera dello scorso anno, fu per curiosita': sapevo da qualche anno di questo locale ma fui colpito dall'entusiasmo con cui Walter De Maggio, durante una diretta di Radio Goal, ricordava una sua recente visita al ristorante di Beppe con una mangiata record di deliziose margherite con bufala.

E infatti la prima volta volli provare la tanto decantata margherita con bufala esaltata da De Maggio e, devo dire la verita', all'assaggio capii al volo l'entusiasmo di Walter.

Da allora sono tornato altre tre volte e in tutte le occasioni sono rimasto estremamente soddisfatto sia per l'atmosfera semplice e nel contempo estremamente elegante del locale di Beppe (che trasuda di emozionanti foro e cimeli della sua lunghissima carriera), sia per la qualita' della cucina, sia per l'estrema cortesia e attenzione al cliente del personale di servizio che ti accoglie sempre, anche da "avventore esordiente", con cortesia e simpatia.

Spesso ho visto Beppe e la moglie all'opera, talvolta alla cassa, talvolta ad un tavolo ad intrattenere familiari, amici o ospiti, ma per la mia natura di persona discreta, non invadente e rispettosa della privacy altrui, non ho mai forzato le situazioni di incontro nonostante la notorieta' del personaggio e la sua ben nota disponibilita' verso tutti i tifosi azzurri.

In generale non amo "disturbare" vip o personaggi famosi per un autografo o una foto: mi dico sempre che se incontro ci deve essere, deve essere spontaneo, naturale e possibilmente "vero", cioe' tra persone che si incontrano e si scambiano esperienze di vita.

Mercoledi' scorso, 28 dicembre, propongo a una mia carissima amica e ad una coppia di miei carissimi amici che hanno da poco avuto un bambino, di trascorrere una serata tranquilla e "gustosa" da Bruscolotti e loro, che gia' in passato mi hanno fatto compagnia nelle mie precedenti "visite", accettano con entusiasmo.

Arriviamo al locale, il "10 maggio 1987", in cima alla discesa Coroglio, e troviamo una sala tranquilla con meno gente del solito (chiaro effetto dovuto agli abbondanti pranzi e cenoni dei giorni precedenti, ma anche a causa del fatto che di solito, tranne che nei periodi festivi, il locale resta chiuso proprio il mercoledi' per riposo settimanale) e scorgo Beppe seduto al solito tavolo, vicino alla cucina, che cena con la moglie e alcune persone di famiglia.

Pur essendo tifosissimi del Napoli siamo anche tutti rispettosi della privacy altrui per cui osserviamo la scena, ma senza che ci passi per l'anticamera del cervello di andare a disturbare la cena di Beppe e della sua famiglia. Nel frattempo i camerieri ci fanno gentilmente strada per farci accomodare ad un tavolo che si trova proprio nelle vicinanze del tavolo dove si trova Beppe.

Bastano solo pochi minuti per attirare l'attenzione dei "padroni di casa": anche se non facciamo troppo per farci notare, Beppe (ma anche la moglie Mary) viene irresistibilmente attirato dal piccolo Simone, per giunta abbigliato con una maglietta ufficiale del Napoli calcio: bastano pochi minuti a Beppe per familiarizzare col piccolo Simone e prenderlo in braccio per una dose di coccole...e noi a scherzare sul fatto di quanto sia fortunato lui ad aver conosciuto Bruscolotti dopo nemmeno due mesi di vita, mentre io e il padre di Simone, il mio caro amico Salvatore, abbiamo dovuto aspettare...42 anni!


Si comincia a chiacchierare del piu' e del meno, ormai Beppe ha praticamente terminato la sua cena mentre la nostra sta per iniziare: abbiamo appena ordinato antipasti, primi, pizze e, su consiglio del cameriere, un eccellente Primitivo di Manduria, che  Beppe ci propone "Volete assaggiare una pizza a modo mio"?

E che vuoi dire "No" al capitano e padrone di casa? Ovviamente accettiamo con entusiasmo e grandissima curiosita', mentre dalla cucina cominciano ad arrivare le prime delizie: frittura di gamberoni "alla Bruscolotti" accompagnati da una deliziosa salsa rosa e provola e baccala' avvolte in pastella e fritte in tempura che a me che non e' mai piaciuto il baccala' deliziano il palato come non mai!

In particolare mi colpisce la delicatezza con cui il sapore del baccala' si amalgama con quello della provola in un equilibrio che mi lascia meravigliato...

Nel frattempo Beppe si e' temporaneamente allontanato per organizzare la pizza "a modo suo" e per accogliere nel locale uno sparuto gruppo di tifosi venuti dall'Inghilterra e da Parigi (questi ultimi sono gli ormai celebri e simpaticissimi tifosi del club "Paris San Gennaro") che, pur essendo piu' giovani di me e magari erano molto piccoli o non erano ancora nati quando Beppe calcava i campi d'Italia e d'Europa si rendono conto dell'importanza del campione e dell'uomo nella storia del nostro amato Napoli.

Poi arrivano i primi e, personalmente, godo come un riccio alla degustazione di un piatto di meravigliosi ravioli alla caprese: semplice pasta fresca fatta in casa, ripiena di  delicata e saporita ricotta, il tutto avvolto in un sugo di pomodoro fresco e delicato che "rispetta" ed esalta la delicatezza e la morbidezza del ripieno.

Quei ravioli, come prima i gamberoni e le frittelle di baccala' e provola, me li gusto, me li assaporo, con lentezza, per coglierne tutte le sfumature di aromi e sapori, li taglio in due con la forchetta quasi come se volessi scoprine i segreti della loro bonta' scrutandone il morbido e bianco ripieno.

Il tutto, con un profumo "devastante" e meraviglioso di porcini che proviene dal piatto della mamma del piccolo Simone che, impegnata ad allattare il piccolo che ha gia' fatto innamorare Beppe, tarda a gustare un altrettanto invogliante piatto di paccheri che spargono profumo di porcini per tutto il locale.

Passa un po' di tempo tra chiacchiere, sorrisi e buon vino e cominciamo a chiederci cosa ne sia della sorpresa promessaci da Beppe...ma basta qualche altro minuto e ci arriva al tavolo qualcosa di tanto semplice quanto buonissimo: una pizza bianca, semplice, con provola, cosparsa di...melanzane sott'olio tagliate fini fini...

Scelta gia' sorprendente alla vista per la sua semplicita' ma che sorprende ancora di piu' alla degustazione: le melanzane hanno un sapore ricco, leggermente piccante, che si sposa a meraviglia con l'affumicato della provola...e poi, cavolo, vuoi avere da ridire su un omaggio che Beppe ha fatto preparare apposta per noi?

Il tempo passa lento e piacevolissimo...ci si avvia verso la mezzanotte e nel locale restiamo noi, i simpaticissimi ragazzi del Paris San Gennaro e ormai il locale e' diventato un "salotto" dove la tranquillita' della serata e il magico clima delle feste natalizie (a proposito: bellissime le decorazioni, le luci natalizie e i colori che incantano anche il piccolo Simone) rendono piacevole scambiarsi due chiacchiere in piu'.

Mentre i miei amici fanno capannello con i tifosi parigini con Bruscolotti, io mi siedo al tavolo con  Mary, la mitica moglie del capitano, che mi ricorda (cosa a me ben nota!) di aver dato da mangiare a tutti i calciatori italiani e sudamericani passati da Napoli quando Beppe giocava!

Cominciamo a chiacchierare con un "indovinello" su un liquore azzurro che ci portano al tavolo per chiudere il pasto: Mary e Beppe mi sfidano a riconoscere il sapore...che mi risulta familiare, ma che non riesco a distinguere..."Ma come? Non ti ricorda il sapore del ripieno delle caramelle Rossana?", mi domandano.... Cavolo! E' vero! Le Rossana! Uno dei sapori della mia infanzia, della nostra infanzia, di quella dei miei amici, di Mary e di Beppe...

E cosi', davanti a questo bicchiere di liquore azzurro, anche Mary, come prima Beppe, dimostra di essere una grande persona nella sua squisita semplicita': io le porgo i  complimenti per il locale, per la qualita' del cibo e del servizio, per l'atmosfera e la gentilezza di tutti e lei mi fa presente quanta passione vera ci sia da parte sua, del marito e delle persone che lavorano nel locale, per portare avanti una passione che per loro esiste da sempre, quel del mangiar bene, del far mangiare bene e del cucinare con passione: "Guardi", mi puntualizza Mary con orgoglio, "che e' Beppe che va a fare la spesa: lo chef gli fa la lista degli ingredienti ed e' lui, personalmente, che va a comprare dove dice lui, nei posti che dice lui!"

Come in campo, cosi' in cucina, cosi' nella vita: persone che mescolano umilta', semplicita', passione, ma anche persone orgogliose di quello che sono e di quello che fanno, a testa alta, senza compromessi.

Con Beppe si parla molto del Napoli dei suoi tempi e di quello attuale, di Ferlaino (a cui Beppe e' legato da affetto pur lasciando intendere di aver avuto con lui rapporti non sempre facili) e di De Laurentiis (del quale lamenta la ancora troppo scarsa attenzione ai bisogni dei tifosi, specie quelli che vivono fuori Napoli, come quelli che sono venuti a trovarlo questa sera): in lui traspare un immenso infinito amore per il Napoli anche quando esprime critiche sull'attuale operato della societa', specie nei confronti dei tifosi, e il timore che le vittorie tardino ad arrivare.

La discussione e' vivace e appassionata e coinvolge anche Mary: faccio gentilmente notare ad entrambi che, lavorando io in una multinazionale, e tenendo conto della tremenda crisi economica attuale, capisco bene l'approccio severo e il taglio rigorosamente imprenditoriale di Aurelio: l'attenzione ai costi, la corretta gestione del bilancio, gli indubbi risultati sportivi che gia' ora gli azzurri stanno conseguendo vanno salutati con soddisfazione e con fiducia per il futuro, pur condividendo alcuni aspetti dei ragionamenti di Beppe che sono stati anche oggetto di critica nei confronti del Napoli anche da parte mia su questo blog (l'organizzazione nella vendita dei biglietti, le vergognose gazzarre in occasione di certe prevendite, le difficolta' per i tifosi azzurri che vivono lontano da Napoli di poter acquistare tagliandi e abbonamenti per le partite degli azzurri, i grossi problemi vissuti dai tifosi azzurri in certe trasferte europee).

E' belllissimo poi, mano mano che passa la serata, scoprire l'uomo Beppe Bruscolotti attraverso i racconti della moglie: seguire il marito in qualunque stadio per qualunque partita, praticamente anche le amichevoli di allenamento, le gioie delle vittorie e i periodi difficili, come quello dell'epatite virale con un rientro anticipato in cui il Petisso Pesaola, col Napoli in grave difficolta' di classifica, gli chiede "solo 10 minuti" e poi gli fa giocare tutta la partita e nel tono della voce di Mary ancora puoi cogliere l'apprensione per il rischio corso dal marito.

Si parla con Mary anche di oroscopi, di Paolo Fox, di segni zodiacali e persino della mia vita sentimentale, dei miei trascorsi amorosi con la mia cara amica e lei, Mary, li' sopresa a chiedersi come abbiamo fatto a non sposarci e a rimanere comunque cosi' affettuosamente legati, senza litigare, tirarci merda addosso o spaccarci piatti l'uno contro l'altro...

Nel frattempo conosciamo un'altra delle "colonne" del locale di Beppe, l'entusiasta, giovane, appassionato chef Ermanno che mi conferma a parole tutto quello che mi aveva gia' trasmesso nella cura, nella qualita' e nella preparazione dei piatti che ci ha fatto arrivare a tavola: discutiamo di ravioli e altri sapori, di tempura, di metodi di cottura e quando Ermanno parla di quello che fa e riceve i nostri complimenti gli si illuminano gli occhi e la sua energia e il suo entusiasmo, pur al termine di una faticosa giornata di lavoro, appaiono trascinanti come l'energia e l'entusiasmo che Beppe metteva in campo nei momenti piu' importanti.

Con Beppe e Mary, prima, e con Ermanno, poi, si passa dal calcio, alla cucina, alla vita in generale: e' questo il senso piu' profondo per me...incontrarsi, non importa se con un caro amico, un simpatico sconosciuto o una leggenda del calcio Napoli, con semplicita' davanti ad un tavolo, un buon cibo o un simpatico liquore e scambiarsi punti di vi(s)ta ed esperienze e tornarsene a casa piu' ricchi e felici di prima.

A quel punto, per me, ha un senso chiedere a Beppe, che nel frattempo ci ha mostrato quanta passione ci mettano persino negli originali contenitori per la pizza da asporto con tanto di ciuccio del Napoli, un autografo a ricordo di questa meravigliosa serata: Beppe, che indossa le sciarpe appena regalategli dai tifosi, firma un contenitore di pizza per me e uno per il piccolo Simone...siamo ormai rimasti soltanto noi nel locale, mezzanotte e' passata da un pezzo, ma nessuno ci "pressa" per mandarci via, anzi...sentiamo lo stesso "piacere di esserci" che stiamo vivendo noi.

FInalmente arriva il momento del conto (assolutamente ragionevole a nostro avviso a fronte della qualita' e quantita' del cibo, del vino e di tutto quanto abbiamo gustato) e dei saluti: scambio di auguri e la promessa di rivederci presto.

10 maggio 1987 non e' piu' dunque soltanto il primo scudetto azzurro, ma il simbolo di un avamposto di ottima cucina e di altrettanta squisita ospitalita' di un uomo e di una famiglia che ti guardano con la semplicita' e l'orgoglio di chi e' abituato da sempre a "faticare" dovendo dire "grazie" soltanto a chi ne capisce e apprezza il valore e la forza dei propri convincimenti e dei propri valori.

Chi volesse saperne di piu' sul ristorante di Beppe puo' consultare il sito ufficiale del locale (http://www.10maggio87bruscolotti.com/).


1 commento:

  1. Complimenti. Hai reso davvero al meglio quella serata, con il tuo descrivere preciso e piacevole.
    Grazie, dalla Giovanna, la "carissima amica"

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