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venerdì 11 marzo 2011

Norditanza, Genoveffe, Cenerentole, Moviole in campo e girocolli...

Agli affezionati lettori di questo piccolo blog sono debitore di una gustosa curiosità, ovvero svelare qual è il giornalista che ha proposto il geniale termine "norditanza". Si tratta del direttore del Guerin Sportivo, Matteo Marani, che  spesso interviene con estremo garbo e intelligenza durante l'appuntamento quotidiano di Marte Sport Live.

Un altro "gentiluomo dell'etere", sempre garbatissimo quanto netto e mai banale nelle sue valutazioni critiche è il direttore di Quotidiano.net, Xavier Iacobelli, che quest'oggi, sempre a Marte Sport Live, è partito dalle ironiche parole del Presidente Aurielio De Laurentiis sulle Cenerentole e le Genoveffe del campionato, per sottolineare come la crisi del calcio e dello sport italiano (che rispecchia la più generale crisi di questo paese) sta nella dirigenza più volte definita senza mezzi termini "preistorica" da Iacobelli, vecchia, decrepita e che ancora accampa pretese sul presente e sul futuro del calcio e dello sport italiano.

Come si può pensare, si domanda Iacobelli, di mettere la Lega Calcio, per il dopo Beretta (e chi è??? che ha fatto quest'uomo per il nostro calcio di club??? Chi l'ha visto???), nelle mani di un certo Franco Carraro che, a parte il disgustoso passato recente di cui si è reso protagonista nel mondo del calcio italiano, compirà 74 anni a dicembre e muove i fili del potere calcistico e sportivo da oltre 40 anni?

Coem si può pensare, si domanda ancora Iacobelli, di mettere a capo del Comitato Olimpico per Roma 2020 un Mario Pescante che in quella data, glielo auguriamo, raggiungerà la soglia degli 80 anni?

Il punto non è l'età anagrafica di questo o quel protagonista o una guerra contro l'anziano di turno, ma questo paese, non solo nel calcio e nello sport,  sta morendo di arteriosclerotica gerontocrazia

La Norditanza, per i critici meno faziosi come quelli appena citati esiste eccome e sta rovinando sempre di più un mondo che avrebbe bisogno di energie, idee, entusiasmo, competenze e persone "nuove" come quelle portate dal presidente del Napoli che, diciamolo, neanche lui è proprio di primo pelo, ma almeno cerca con coraggio di portare quel livello di innovazione che, come insegnano i grandi tornei professionistici americani come quello di baseball, di football e di basket, pur muovendo miliardi di dollari, rappresentano un'attrattiva sempre straordinaria per un motivo semplice ed elementare: la presenza di tutta una serie di meccanismi che cercano di creare il maggiore equilibrio possibile tra le contendenti dei vari campionati in modo da offrire spettacoli tecnici sempre di alto livello spettacolare e di tensione.

Certo anche nei tornei americani esistono squadre fortissime, forti, deboli e debolissime, ma non sono mai le stesse di anno in anno e anche una squadra debole può aspirare a diventare nel giro di qualche anno una franchigia temuta e rispettata e vincere un campionato.

Certo il calcio in Italia (ma anche in Europa) è un mondo totalmente differente: la sudditanza non esiste solo in Italia e anche a livello europeo certe maglie e certi stadi incutevano e in parte ancora incutono, diciamo così, rispetto...ma avete visto, ad esempio, come si lamentavano i milanisti durante la partita col Tottenham su certi contrasti dove in Italia sono abituati ad essere maggiormente "tutelati"?

Il problema di un sistema "a caste" fatto di Genoveffe (Inter, Milan e Juve su tutte) e di cenerentole (le altre) è uno dei fattori scatenanti della crisi tecnica del nostro calcio, già minato da una crisi economica che negli ultimi anni ci ha ridimensionato tanto rispetto ai decenni di vacche grasse degli '80 e dei '90.

Un movimento calcistico per esser forte a livello internazionale deve selezionare i migliori sul campo, non solo nei palazzi del potere: è un problema non solo calcistico, ma di cultura imprenditoriale e politica, dove i rapporti di potere prevalgono sui meriti e sulla competenza e quando un sistema si regge sui primi anzichè sui secondi, quando deve competere con altri sistemi che si basano sui secondi entra in crisi, si sente "non protetto" perchè dentro i suoi confini è abituato a certe "garanzie" e "protezioni".

Si tratta di temi non di oggi, ma che in altre epoche storiche, quando l'Italia riusciva comunque ad attrarre eccellenze da altri movimenti calcistici e creare a sua volta eccellenze come il centro tecnico di Coverciano o il lavoro sui vivai, teneva l'Italia comunque all'avanguardia del calcio internazionale. Ma oggi il mondo è cambiato: la globalizzazione ha portato un po' ovunque competenze prima riservate a pochi, gli stessi allenatori italiani hanno cominciato a girare il mondo, il lavoro sui vivai e sull'addestramento tecnico è stato via via abbandonato, salvo rare eccezioni e gli stessi vivai superstiti si sono a loro globalizzati creando concorrenza sin dai livelli più bassi dei settori giovanili.

Il calcio italiano è malato della stessa malattia di cui è malato il nostro paese: gerontocrazia, pochi investimenti sulla "ricerca" (la "ricerca" nel calcio sono i settori giovanili), meccanismi di oligopolio (potere in mano a pochi, sempre gli stessi) anzichè concorrenza.

Anche in Spagna, ad esempio, il movimento calcistico è "oligarchico", addirittura ancora più che in Italia, ma il successo spagnolo degli ultimi anni sta nella capacità di muovere energie politiche (vedi gestione degli stadi), economiche (tassazioni agevolate sugli ingaggi dei giocatori), tecniche (investimenti massicci sui settori giovanili e allenamento al gioco e alla tecnica prima che alla tattica).

E qui? E qui si sciupa ogni giorno un patrimonio di passione e tradizione paradossalmente proprio con la patologica mancanza di interesse per l'innovazione e l'innalzamento del livello tecnico del torneo italiano: 20 squadre e 38 giornate, in un calendario mondiale già intasato, sono troppe e ci fanno solo male a livello internazionale.

Anzichè agevolare le squadre che giocano in Europe League, come si fa per quelle che giocano in Champions,
ci si diverte a creare ingorghi paurosi di calendario: alla fine tante, troppe partite di qualità scadente, una pietanza troppo abbondante, da bulimici, ma di gusto sempre più povero e insipido.

E di che si parla poi? Del fatto che il Napoli fa vittimismo??? La storia la scrive sempre chi comanda: se si lamenta chi comanda, sta tutelando i suoi diritti, se si lamenta chi non comanda, fa del vittimismo.

Che differenze ci sono tra gli strepiti di Galliani e Berlusconi contro Russo di Nola all'indomani di Cesena-Milan, di Marotta all'indomani di Palermo Juventus rispetto alle recenti e giustificate esternazioni di De Laurentiis e Mazzarri?

Avete fatto mente locale da quando si parla tanto di moviole e fuorigioco? La svolta simbolica, a mio avviso, avviene nel campionato 80-81, Juve Roma 0 a 0 e gol del romanista Turone annullato per fuorigioco di centimetri, gol che avrebbe spianato la strada dello scudetto alla Roma.

In quel periodo storico la tecnologia delle riprese televisive comincia a fare passi avanti, si affacciano le TV private, aumentano le telecamere che riprendono le partite, molte piu' persone rispetto ai decenni precedenti assistono alle singole partite grazie alla loro diffusione in televisione.

Questo significa che se gli arbitri facevano certe cose negli anni '50, '60 e '70, per dire, i "testimoni" erano quasi sempre soltanto gli spettatori presenti allo stadio, laddove oggi lo "stadio" e' fatto di diversi milioni di occhi e tante telecamere con qualita' delle immagini sempre migliore.

Era più facile dunque, un tempo, accusare di vittimismo o mascherare certi "venti di norditanza" rispetto ad oggi perchè oggi ci sono più "testimoni" e più "allenati" a vedere, a notare certe cose, certi atteggiamenti.

A questo punto però mi domando una cosa che mi gira in testa da anni: perchè tanti presidenti si lamentano e poi a capo della Lega si propongono i soliti noti (tipo Carraro) o dei "signor nessuno" (come l'attuale Beretta)?

Ma i voti per eleggere il presidente della Lega si contano o si pesano? Ogni voto conta per uno o i voti di Milan, Inter e Juve pesano più delle altre 17 Cenerentole?

Si avvicinano le elezioni del nuovo presidente di Lega al posto di Beretta e incombe la "minaccia Carraro"! De Laurentiis, che sta portando nuove idee molto apprezzate da tanti suoi colleghi, come il doppio sponsor sulle maglie, puo' coagulare il consenso delle medio-piccole?

Intanto molto si discute, a proposito della "Norditanza" sul possibile uso della moviola in campo...Ma la moviola in campo servirebbe? A mio avviso fino a un certo punto, mi spiego:
  • nel tennis l'uso della moviola e' semplice e non da' adito ad alcuna possibile contestazione: il "falco" viene usato per dire se la pallina e' rimasta in campo (IN) o e' uscita fuori (OUT), quindi valuta un evento il cui risultato e' definito oggettivamente da un computer
  • situazioni analoghe nel calcio potrebbero esserci per un gol-non gol, una rimessa contestata, forse un fuorigioco (ma non con la regola attuale della "parte utile" del corpo che si espone a interpretazioni anche soggettive), ma un rigore? Prendiamo un caso come quello di Maggio: l'arbitro rivede l'azione e ritiene che il fallo, anche alla moviola, non ci sia, che il contatto sia regolare. Ecco il problema: ci sono situazioni nelle quali il problema non e' vedere o non vedere, ma interpretare. Certo in alcuni casi in cui l'arbitro davvero non vede e quindi la moviola aiuterebbe a salvare l'arbitro nelle situazioni in cui non vede nulla. Ma ci sarebbero comunque situazioni in cui l'arbitro vede e rivede e potrebbe sempre avere quella sudditanza che lo potrebbe portare, anche ad azione rivista,a fischiare o non fischiare a seconda delle maglie.
  • Mi sono fato la convizione, e non da oggi, che in Italia, a livello Uefa e a livello Fifa, la moviola in campo sia volutamente ignorata perche' sottrarrebbe troppo "potere" all'arbitro e a chi li gestisce
Ma l'Italia che potrebbe fare, se anche volesse, per portare davvero la moviola in campo? Molto difficile da dirsi e a realizzarsi considerando che dovrebbe essere l'International Board della Fifa a pronunciarsi a livello mondiale, che Blatter, anche lui decrepito, anche lui destinato a restare ancora a lungo capo del calcio mondiale, è contrario perchè lo strumento gli sottrarrebbe qualcosa del suo potere dittatoriale

E poi l'international board, diceva oggi Iacobelli, si riunira' nelle prossime settimane per vietare l'uso dei girocolli di lana (tipo quello che usa Pazienza nelel giornate piu' fredde) per tutelare l'incolumita' dei giocatori...quindi, signori miei, di che parliamo?

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