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domenica 6 marzo 2011

Preoccupanti segnali di cedimento

Quelli della mia età ricordano che uno dei più arcigni e duri marcatori di Diego al San Paolo era un certo ...Iachini...sì, proprio lui, l'attuale tecnico del Brescia che un tempo calcava i campi della serie A in piccole squadre come l'Ascoli e cercava in tutti i modi, con le buone e qualche volta con le cattive, di fermare quei fuoriclasse, a partire da Diego, che rendevano all'epoca il campionato italiano davvero il più bello del mondo.

Il Brescia di oggi ha lottato strenuamente come una volta faceva il suo tecnico in campo: ha picchiato quando era necessario, ha distrutto il gioco cercando però sempre di ripartire per concludere in porta e per poco negli ultimi minuti non è riuscito a fare il colpo grosso.

Le rondinelle non potevano fare di più, a mio avviso hanno meritato il pareggio di fronte ad una squadra azzurra che, ancora una volta:

  1. ha sofferto maledettamente l'assenza del Pocho
  2. ha sofferto il terreno di gioco pesante
  3. ha mostrato lentezza nei tempi di gioco
  4. ha denunciato la pessima condizione dei suoi mediani che hanno perso nettamente il confronto tattico e agonistico con i mediani del Brescia
  5. si è disunito nella ripresa giocando più con i nervi che con la testa e la tecnica
  6. ha perso troppe energie nervose nel protestare contro l'arbitro
Tutte queste situazioni si sono viste oggi, come si erano viste a San Siro e come si erano viste anche l'altra domenica col Catania in casa e a Chievo ad inizio febbraio.

Il Napoli da circa un mese è calato fisicamente, ha cominciato a soffrire i terreni pesanti, ha rallentato vertiginosamente i suoi tempi di gioco perdendo ulteriore velocità con la squalifica del Pocho e di fronte a situazioni arbitrali anche giustificabili, ha concentrato troppe delle sue (poche) energie fisiche e mentali contro l'arbitro, in verità abbastanza modesto.

Occhio, signori miei! Il campionato sta entrando in una fase in cui le energie cominciano a diminuire per tutti ed entrano in gioco l'esperienza, il tasso di classe e valori fino a questo momento rimasti solo sulla carta. 

Il Napoli ha evidentemente raggiunto i suoi limiti disputando una stagione fino ad oggi straordinaria ed oggi che avrebbe bisogno di risorse tecniche alternative (perchè un campionato così lungo prevede squalifiche, infortuni e cali di condizione fisica) si scoprono quei limiti di tenuta e di poca varietà tecnica all'interno della rosa abbondantemente preventivati ad inizio stagione.

Cosa fare ora, per "salvare" un terzo posto che varrebbe come uno scudetto? A mio avviso, in ordine sparso:
  • recuperare una decente condizione fisica
  • dare fiato a qualche uomo che appare in netta crisi (Gargano e Dossena, ad esempio)
  • dimenticare il fattore arbitrale, pur con tutte le sacrosante ragioni che gli azzurri possono avere
  • ricostruire il morale di Cavani e Lavezzi, distrutto dalle tre giornate di squalifica del Pocho e dalla sterilità offensiva del Matador
In questo contesto mi preoccupa il segnale del Presidente che aizza il pubblico subito dopo l'espulsione di Mazzarri, un segnale che interpreto con profonda preoccupazione, come un segnale di ulteriore debolezza che viene trasmesso all'ambiente e alla squadra.

E' giusto che un "cliente" del "prodotto calcio come me denunci certe storture del mondo arbitrale, ma in questo momento così delicato della stagione mi aspetterei che i dirigenti della società azzurra, dal Presidente, a Bigon, a Mazzarri, lavorino sulla squadra e non diano alibi a prestazioni che, nella fase più delicata, decisiva del torneo, denunciano preoccupanti segnali di cedimento.

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