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domenica 13 marzo 2011

Torna il Pocho, torna il Napoli...e cala il vento della Norditanza

Nel "derby delle tartassate" dalla classe arbitrale, ne esce con le ossa rotte il Parma che, dopo un primo tempo dignitoso dove il Napoli è stato messo in difficoltà, ha ceduto agli svarioni arbitrali (in verità più del collaboratore di linea Rosi sul gol del pareggio azzurro), ma anche a grossi, evidenti limiti difensivi che il rientrante Pocho a messo a nudo spietatamente.

Il Napoli passa a Parma e conquista un record assoluto che supera persino i record del Napoli di Maradona: ottava vittoria in trasferta, un'impresa mai riuscita nemmeno al Napoli più forte della storia e questo può considerarsi sia un indice della forza di questa squadra, sia, temo, un indice della modestia di un torneo lontano parente di quel "campionato più bello del mondo", nel corso dei "ruggenti" anni '80 quando vincere in trasferta era un'impresa ai limiti dell'impossibile.

Gli azzurri iniziano con un certo imbarazzo: due errori di Santacroce nei primi tre minuti di gioco liberano due volte al tiro Palladino e questo inizio veemente sembra intimidire gli azzurri e incoraggia i ducali.

Il Napoli comincia a soffrire: in fase offensiva non riesce a sviluppare la sua manovra con la consueta velocità (il Pocho appare imballato e le fasce sono totalmente off limits), mentre in fase difensiva Valiani e Galloppa attaccano sistematicamente sulla fascia dii Zuniga, costringendo altrettanto regolarmente Pazienza e ripiegare sulla fascia per aiutare Zuniga e proteggere l'esordiente Victor Ruiz.

Ed è proprio da una di queste situazioni tattiche che nasce il calcio d'angolo da cui scaturisce il vantaggio del Parma con Palladino, vantaggio che appare persino meritato, visto che gli azzurri non riescono ad uscire dalla morsa del pressing parmense e le rare conclusioni azzurre (Cavani e Maggio) sono più frutto del caso che di trame ben congegnate.

Il Parma, pur mostrando già qualche piccola incertezza dietro, tiene comunque botta con autorevolezza fino alla fine del primo tempo.

Nella ripresa la partita cambia subito faccia: il Napoli comincia ad aggredire sul serio la difesa parmense e ne contempo registra molto meglio la sua fase difensiva. Si prende palla e si riparte con autorevolezza, Zuniga sigilla tutti i varchi e non passa più nessuno dalle sue parti, così Yebda e Pazienza diventano progressivamente padroni del centrocampo e in avanti si accende il Pocho.

L'argentino parte quasi dalla metà campo, defilato sul lato sinistro dell'attacco azzurro e non viene mai davvero contrato nè dai mediani del Parma (Galloppa) nè dai difensori che, vedendosi arrivare il Pocho a cento all'ora non riescono più ad arginarlo.

Triangolazioni fulminanti, con Maggio, Cavani e soprattutto con Hamsik mettono in ginocchio in pochi minuti la difesa del Parma: al 52' il "fattaccio" col gol in fuorigioco di Hamsik favorito però da una delle imperiose discese del Pocho, poi bastano appena 5 minuti perchè le parti si invertano e Hamsik lanci in porta Lavezzi con una triangolazione avviata dal Pocho sempre dalla stessa posizione, ridicolizzando ancora una volta mediani e difensori parmensi che stendono fiori e tappeti rossi agli attaccanti azzurri.

Il Parma perde la testa e Galloppa viene giustamente espulso per un'entrataccia su Hamsik e a quel punto, spentasi già la luce, il Parma appare totalmente smarrito. A nulla valgono gli inserimenti di Crespo e Giovinco per gli spenti Bojinov e Candreva. Il Parma si spinge in avanti a pieno organico e lascia varchi enormi nei quali il Napoli spreca tre o quattro occasioni colossali.

Prego davanti al televisore, imploro gli azzurri di chiudere il match, ho il terrore che il Parma, che guadagna punizioni dal limite e calci d'angolo, possa approfittare di qualche beffarda carambola che le darebbe un pareggio assolutamente immeritato.

Finalmente, grazie alla caparbietà del neo-entrato Gargano, Maggio trancia la difesa parmense su un rimpallo favorevole e chiude da attaccante di razza un match che il Napoli ha strameritato di vincere grazie ad un secondo tempo sontuoso e agevolato dalla pochezza tattica e dal crollo fisico del Parma.

Gli azzurri dunque respingono l'assalto dell'Udinese e si riavvicinano a Milan e Inter che ho seguito con attenzione (ma sui temi del campionato torneremo in settimana, perchè ci sono molte riflessioni da fare su Milan e Inter in vista del rush finale) e stavolta non hanno avuto favori, ma arbitraggi che si possono finalmente definire equanimi e senza sudditanza.

Sarà un caso? Sarà solo una parentesi...speriamo bene! Intanto è tornato il Pocho ed è tornato il Napoli...e abbiamo capito tutti che  non è un caso.

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