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lunedì 11 ottobre 2010

Il punto

Mentre si festeggiano i 50 anni di Careca, il compleanno di Ottavio Bianchi, il tecnico che vanta la miglior media punti nella storia del calcio Napoli, mentre ci apprestiamo a festeggiare i 50 anni anche del più grande di tutti i tempi, il tecnico azzurro, Walter Mazzarri festeggia il suo primo anno sulla panchina azzurra forte di risultati assolutamente straordinari che lo collocano, dietro il già citato Bianchi e Albertino Bigon, al terzo posto per media punti nella storia del Napoli.

Un risultato eccezionale, fatto di grandi imprese, specie in trasferta, una su tutte quella della splendida notte di Halloween a Torino con la Juve, ma sarebbero tantissime le imprese, le rimonte e le vittorie da ricordare in questo anno intensissimo in cui il tecnico ha in verità mantenuto fede alle sue promesse fatte il primo giorno.

Di questi tempi, lo scorso anno, il Napoli annaspava nelle zone insidiose della bassa classifica, dove, per fare un esempio, sono poi rimaste per tutto l'anno squadre non di poco rilievo tecnico come Lazio e Udinese e dove ha trovato una insospettabile retrocessione una squadra fino allo scorso anno padrona di salvezze tranquille come l'Atalanta.

Mazzarri promise anima, ritmo di gioco e valorizzazione delle risorse disponibili in organico: una squadra morta, che si arrendeva alle prime difficoltà con Donadoni, diventa un branco di lupi affamati, sempre pronti a rimontare, se in svantaggio, a imporre i propri ritmi di gioco contro qualunque avversaria (più facilmente con le grandi, un po' meno con le piccole) e che riscopre al suo interno elementi dimenticati che diventano indispensabili e parlo dei Grava (da me sempre apprezzato su questo blog e quasi dimenticato da Reja), Aronica, Pazienza (fino a quel momento protagonista solo di gite "dopolavoristiche" a ritmi "scapoli-ammogliati") e, prima di essere ceduti, anche i vari Datolo (protagonista assoluto della storica vittoria sulla Juve a Torino), Bogliacino, Rinaudo, Denis.

Una lunghissima serie di risultati e prestazioni straordinarie e una altrettanto lunga imbattibilità portano il Napoli  in piena zona Champions e lo mantengono fino a primavera, quando vengono fuori i limiti di organico (già pronosticati alcune settimane prima dagli osservatori più attenti, compreso il sottoscritto) e di energie, dopo una ventina di partite tirate "a tutta".

Pur nella piccola delusione della mancata qualificazione in Champions, gli azzurri colgono un quinto posto che apre le porte del secondo preliminare di Europa League (evitando il calvario di fine luglio riservato alla Juve giunta sesta).

E poi l'inizio tribolato di questa stagione, con molte cessioni per alleggerire il pesante monte ingaggi e sfoltire una rosa ricca di troppi esuberi, con un terzo della rosa reduce dalle fatiche mondiali, con un doppio confronto europeo con l'Elfsborg ostacolato anche da una cervellotica pausa di metà agosto e dall'improvvisa cessione di Quagliarella.

L'ostacolo europeo viene superato di slancio, ma la concentrazione assoluta e le prime fatiche europee incidono sui primi risultati altalenanti del campionato.

Poi Mazzarri (finalmente, dopo aspre, feroci critiche su questo blog) inizia, con il succedersi frenetico di giornate di campionato e giovedì europei, un turnover che produce risultati e qualità di gioco sempre più convincenti, specie quando gli azzurri non sono costretti a fare la partita ma possono giocare negli spazi e sui rovesciamenti di fronte.

Se con Donadoni e senza Europa, lo scorso anno, il Napoli collezionò 7 punti in 7 partite, quest'anno, dopo 6 giornate, gli azzurri hanno già 4 punti in più in campionato e sono in piena corsa addirittura per qualificarsi al turno successivo in Europa!

Non sono mancate e non mancheranno, laddove le riterrò opportune, le critiche sull'operato di squadra, tecnico e società, perchè questo blog è un mio atto d'amore per un "bambino" di 6 anni che sta crescendo, forte e sano, ma bisognoso di attenzione e di critiche, quando necessario.

Ma questo anno azzurro è stato davvero straordinario dopo, ricordiamolo, un'autentica rivoluzione tecnica e societaria iniziata la scorso anno in questi giorni e andata avanti sicura.

La società deve crescere ancora, ma ha i conti in ordine e questo dettaglio poco apprezzato dai più la porrà in una posizione invidiabile quando i criteri di ammissione Uefa alle competizioni europee si faranno più severi e molte società (vedi lo stesso Liverpool quest'anno, sempre più inguaiato) si troveranno in serie difficoltà...e quel dettaglio vorrà dire movimenti di mercato sempre più importanti in entrata.

E' certamente ora di investire molto di più sul vivaio se davvero si vuole fare del Napoli un esempio sul modello di società europee come Barcellona, Ajax o Arsenal (avendone il Napoli tutte le potenzialità in termini di materiale umano).

Il marketing, il merchandising e i rapporti con la stampa stanno facendo passi da gigante, portando anche risorse economiche nelle casse societarie come mai prima d'ora.

Il presidente sta cercando di rendere più vivibile lo stadio e più "digeribile" la tanto detestata tessera del tifoso.

La squadra presenta talenti giovani e straordinari che crescono mese dopo mese e anno dopo anno: certamente il prossimo anno dovranno essere ristrutturati profondamente il centrocampo e, soprattutto, la difesa, che cominciano ad avere, specie la seconda, un'età media alta e un tasso tecnico sempre meno all'altezza delle ambizioni e degli impegni che tutti si aspettano...e sognano.

E l'allenatore? Le mie perplessità riguardano la sua poca capacità di contrastare sul piano tattico chi si organizza tatticamente (vedi i Bari e i Chievo) per non far giocare gli azzurri, specie a partita in corso, e la sua ostinazione a voler lavorare sulla difesa a 3. Se il Napoli vorrà fare un vero salto di qualità, magari il prossimo anno, dovrà per forza cambiare modulo rinunciando a un centrale difensivo, abbassando Dossena  e  Maggio sulla linea dei terzini e guadagnando un uomo da poter collocare a centrocampo, nella fase di costruzione del gioco, aumentando il tasso di qualità della manovra azzurra...o, al limite, rimanendo a 3, ma facendo in modo che uno di essi abbia doti di costruttore  della manovra, diventando un vero centrocampista aggiunto di qualità e talento.

Ma intanto godiamoci questo momento bellissimo e speriamo che gli azzurri sappiano mantenere la continuità propria della squadra che si avvia verso la piena maturità fisica, mentale e tecnica.

Forza azzurri e ...grazie per le strepitose emoozioni di quest'ultimo anno...e grazie Mister!

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