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domenica 3 ottobre 2010

Napoli contro tutto e contro...Totti!

C'erano molti grandi numeri da sfatare, sia da una parte che dall'altra.

Dalla parte degli azzurri, che non battevano la Roma in casa addirittura dal campionato 1996-97 e che quest'anno in casa avevano raccolto la miseria di uno stentato pareggio e una rovinosa sconfitta.

Dalla parte della Roma, reduce da tre sconfitte nelle ultime trasferte tra campionato e Champions, rovinose e senza appello.

Due squadre dunque con più dubbi che certezze e lo 0 a 0 tenuto fino a venti minuti dalla fine, nonostante i tentativi da una parte e dall'altra di ribellarsi al destino avverso, sembrava quel risultato che alcuni avevano pronosticato proprio in virtù delle rispettive difficoltà.

Ma gli azzurri, a prescindere dall'influenza della nostra passione per questa maglia, stavano mettendo qualcosa in più sul campo, sia a livello agonistico, sia a livello tecnico, laddove Totti sembrava ancora una volta più a disagio che a proprio agio nell'avere un solido e scorbutico punto di riferimento come Borriello.

Gli azzurri mostrano qualche imbarazzo in mezzo al campo nel primo tempo, dove il centrocampo a 5 della Roma crea una superiorità che sembra soffocare i due mediani azzurri, preda della stanchezza (Gargano) e del nervosismo (Pazienza).

Però, nonostante le straordinarie fatiche del giovedì, il Napoli sembra trarre beneficio dal turnover, mostrandosi più tonico dei giallorossi e prevalendo sempre di più in alcune zone del campo, specie sulle fasce dove l'inedito schieramento a tre in difesa dei giallorossi concede fatalmente degli spazi che Hamsik e Lavezzi contribuiscono a creare in sempre maggiore abbondanza con i loro infaticabili movimenti offensivi.

E appena la Roma cala fisicamente, dopo circa 70 minuti, si aprono varchi paurosi nei quali si infilano Cavani e Lavezzi che tagliano la sempre più "burrosa" difesa giallorossa, difesa fino allo stremo da un Lobont che evita più volte la ormai certa "capitolazione dei capitolini" (fa cagare questa, vero?)

La combinazione Lavezzi-Dossena che spalanca le porte al primo gol di Hamsik è dunque il puntuale e inevitabile frutto di un dominio azzurro sempre più evidente. Quando poi entra Yebda, il centrocampo azzurro domina definitivamente le residue velleità romaniste ed è proprio il franco-algerino che sintetizza in un'unica azione la bontà della sua prestazione di oggi: recupero palla sulla ripartenza giallorossa e immediata verticalizzazione per Campagnaro in sovrapposizione sulla fascia.

Il cross di Hugo e il pasticciato gol del 2 a 0 chiudono i conti, dopodichè finisce in "torello" con gli olè trionfali di tutto lo stadio.

Se il campionato finisse oggi, si confermerebbero due miei pronostici che avevo azzardato il mese scorso in un commento di risposta all'amica Chiara, dove ipotizzavo una sorpresissima (una tra Genoa e Lazio) al terzo posto e la Roma fuori dall'Europa: i risultati e le prestazioni di questo inizio torneo sembrano dimostrarlo, anche se chiaramente il torneo è lunghissimo e anche lo scorso anno la Roma sembrava morta.

Di estremamente positivo, per noi, c'è la reazione di tutto l'ambiente azzurro alla disastrosa serata col Chievo: tre prestazioni in una settimana con due vittorie sonanti e un incredibile pareggio esterno raddrizzando una goleada che sembrava assumere proporzioni apocalittiche.

Ha ragione il presidente! Quando lui definiva la Europe League "una coppetta" non voleva offendere i tifosi azzurri o il valore della manifestazione, ma criticare giustamente la folle organizzazione dei calendari che costringono alcune squadre (e non altre) a dei tour de force disumani per far fronte a tutti gli impegni.

Sono totalmente d'accordo col presidente! Finalmente ad esempio qualcuno si è accorto che se i sudamericani che giocano in Europa devono sobbarcarsi dei viaggi allucinanti che senso ha, nella sosta di due settimane, far giocare la seconda partita di mercoledì, quando potrebbe benissimo giocarsi di martedì?

Nell'ultima sosta è stato fatto così e speriamo non sia un fatto episodico. E ancora: perchè se una squadra italiana gioca di domenica sera, specie in trasferta, deve poi ripresentarsi in campo alle 15 della domenica? E' vero che ci è andata bene, ma perchè giocavamo contro una squadra che la buonanima di Rambone (pace all'anima sa, Mister, e un grande abbraccio dovunque lei sia!) avrebbe definito "putrefatta".

Ha ragione il Presidente! Questo calcio deve cambiare, negli uomini che lo guidano, nei calendari e in molte altre "abitudini" che ormai scoraggiano sempre più tifosi.

Quindi, cari tifosi, non vi offendete se il presidente chiama "una coppetta" l'Europa League, perchè non sta offendendo voi ma sta solo, nel suo modo a volte confusionario e concitato di esprimersi, cercando di far capire in quali stupide mani è il calcio italiano, europeo e mondiale con le sue regole antidiluviane e i suoi calendari ridicoli.

Ma intanto il Napoli va, sempre più in alto, con orgoglio...l'orgoglio di questi ragazzi e l'orgoglio dei suoi irriducibili tifosi, contro tutto, contro tutti...e contro Totti!

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