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sabato 16 ottobre 2010

"Una coppetta?" Ecco perchè!

Abbiamo già più volte cercato di spiegare la battuta di De Laurentis che ha liquidato come "coppetta" l'Europe League e abbiamo già più volte spiegato che gli strali del presidente erano rivolti alle oscene modalità di organizzazione della manifestazione, alla cervellotica formula e ai modestissimi premi in palio.

Nessuno contesta l'importanza di una esperienza come questa da un punto di vista calcistico e della crescita dell'organizzazione societaria e del nome del Napoli in Europa e lo dimostra la spasmodica attesa per il doppio storico confronto con i Reds del Liverpool.

Ma sono gli aspetti organizzativi e il trattamento economico delle società che vi partecipano che fanno di questo torneo davvero una "coppetta", laddove i nomi che vi fanno parte quest'anno  meriterebbero ben altra attenzione su questo torneo.

Ecco quindi un bellissimo articolo pubblicato da Tuttonapoli.net, che voglio riproporvi integralmente qui dove si evidenzia l'enorme disparità di trattamento rispetto alla Champions che, detto per inciso, anch'essa ospita, anche nella fase a gironi, squadre di dubbio valore tecnico e storico.


Viene da sé, senza troppi giri di parole, che la Champions League è il trofeo più ambito dalle squadre europee, tutte sognano di poter alzare la “Coppa dalle grandi orecchie”. Nel vecchio continente però non esiste solo questa competizione per club, per fortuna la UEFA organizza anche un’altra manifestazione che, negli ultimi anni, è diventata sempre più simile alla Champions, la ormai detta Europa League. 


Dopo un’attenta visione delle caratteristiche del nuovo trofeo continentale, lo stesso, si potrebbe definire una “Champions di Serie B”, visto che da quest’ultima ha preso la formula (con una prima fase a gironi, seguita da un tabellone ad eliminazione diretta); nel contempo, anche la presenza di formazioni titolate e importanti ha dato prestigio all’Europa League, che però sembra non avere, nemmeno parzialmente, quell’appeal della sua “sorella maggiore”. Perché?


Probabilmente uno dei motivi per cui il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha più volte dichiarato (con toni provocatori) che l’Europa League: “E' una coppetta. Vale meno di zero”, affermazioni che se isolate lasciano increduli, ma se contestualizzate possono destare qualche briciolo di attenzione. 


Le parole del Patròn del Napoli non sono fuori luogo, o dette senza un senso logico, infatti basterebbe prendere in considerazione, una cosa importante nel calcio d’oggi e cioè, la distribuzione dei premi di questa stagione (pubblicati due giorni fa sul sito della UEFA). 


Sin dal principio, vale a dire dalla somma che la UEFA versa alle squadre qualificatesi alla manifestazione, ci si accorge di una disparità elevata e forse ingiustificata. 


I club che partecipano a quella che un tempo era chiamata la Coppa dei Campioni hanno un premio di 3,9 milioni di euro; lo stesso premio cala drasticamente di consistenza nella competizione che ha preso il posto della vecchia Coppa Uefa, "solo" 640 mila euro. 


Nemmeno si scende in campo e già la disparità nella proporzione degli introiti è abissale, 6 a 1. Ma, come si può notare nella tabella, quel divario aumenta andando avanti, dato che per ogni partita vinta nella fase a gironi della Champions il premio è di 550 mila euro, molto maggiore rispetto a quello riservato alle partecipanti all’Europa League, 60 mila euro (con una proporzione di circa 9 a 1). 


Lo squilibrio aumenta ancora maggiormente se prendiamo in considerazione i premi derivanti dal superamento della fase a gironi: per i club impegnati nella Champions la qualificazione al turno successivo della fase a gironi “vale” 3 milioni di euro, molto meno è il guadagno che spetta ai club impegnati nell’Europa League che arrivano al medesimo traguardo, 200 mila euro (ben 15 volte di meno). 


La sperequazione diminuisce la sua forbice nei turni finali delle competizioni, fino ad arrivare ad un rapporto “accettabile” (3 a 1) che riguarda le vincenti del trofeo stesso: 9 milioni per i Campioni d’Europa, 3 per la squadra che si aggiudicherà l’Europa League. 


Se, infine, ipotizzassimo la vittoria della Champions e dell’Europa League per 2 club che riescano a vincere tutte le partite, dall’inizio della competizione di appartenenza fino alla fine, avremmo un risultato del genere: 31,5 milioni per la vincente della Champions e 6,4 milioni per la formazione trionfante in Europa League. 


E’ questo, in alcuni casi, l’aspetto che spinge De Laurentiis (e non solo lui) a snobbare questa competizione europea, nata per essere la sorella minore della Champions League, ma che così rischia di diventare solo una copia di “Serie C”.


D'altra parte Platini, aggiungo io, per tener saldo il comando dell'Uefa ha imparato bene la lezione di Blatter, ossia per raccattar voti bisogna accontentare i paesi più piccoli che fanno numero e decidono col loro voto le sorti di un'elezione, per cui spazio a tutti in entrambi i tornei il più a lungo possibile...ed è chiaro che così vengono meno i presupposti di tornei di alto livello come lo erano una volta la Coppa dei Campioni e soprattutto la Coppa Uefa, quella sì che non era "una Coppetta", anche se i milioni di euro che girano oggi, anche nella "coppetta", il Napoli di Diego vincitore dell'Uefa se li sognava.

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