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giovedì 21 ottobre 2010

Un muro rosso e un azzurro sbiadito

Una società in sofferenza, una nuova proprietà appena arrivata, Gerrard e Torres a casa, Kuyt infortunato, Maxi Rodriguez e Joe Cole in panchina...

...anche se qualche settimana fa avrei messo la firma per strappare un punto ai Reds tra stasera e il 4 novembre, diciamo la verità, tutti noi tifosi ci avevamo messo il pensiero a qualcosa in più...

...ci era venuta una certa acquolina, una speranza crescente di poter cogliere una vittoria storica...quando se non stavolta? Quando se non in circostanze così favorevoli?

Non avevamo fatto i conti con una autentica muraglia rossa eretta da Roy Hogson che ha chiuso tutti i boccaporti della sua nave scossa da una bufera che si protrae ormai da settimane: poca qualità, pochi fronzoli, tanti muscoli, badare al sodo e se possibile colpire, ma prima di tutto non prenderle.

E non avevamo fatto i conti con una inaspettata involuzione fisica, mentale e tecnica degli azzurri che, dopo l'ultima "sosta" sembrano aver perso stimoli, ispirazione, idee, tono fisico e ritmi di gioco.

Un muro rosso e un azzurro sbiadito partoriscono un match al limite dell'inguardabile, con poche emozioni, idee rare come diamanti, controlli di palla a metà tra horror e comico e tatticismi esasperati, specie dalle parti del Mersey, il vecchio fiume simbolo della Liverpool dei Beatles, che ne ha viste di crisi passare sotto i suoi antichi ponti.

Mazzarri, in linea col grigiore dei suoi alfieri, non riesce a cavare nulla di buono da un match scorbutico in cui un solido 4-4-2 nella più pura tradizione anglosassone crea un ostacolo insormontabile e indecifrabile per i parvenu azzurri che pagano lo scotto dell'inesperienza a certi livelli di tensione, di una fatica che non accenna a lasciare i migliori talenti della squadra e di una tradizionale difficoltà, anche nei periodi migliori, a creare gioco quando gli avversari stringono tutti i varchi.

Il Liverpool fa un solo tiro in porta nel primo tempo, neanche tanto pericoloso, e gli azzurri si svegliano solo nell'ultimo minuto prima dell'intervallo con una percussione di Cavani che mette in mezzo una palla che Hamsik quasi riesce ad appoggiare in porta e che non oltrepassa la linea per pochi millimetri.

Nella ripresa il Napoli sale di qualche giro, ma poca roba...di nuovo quella sensazione, avuta anche a Catania, che la squadra si dimeni disperatamente per "accendersi", per avviare il suo motore, ma con una "batteria" di energie fisiche e mentali molto scarica.

Il tecnico aspetta ancora una volta l'ultimo quarto d'ora per tentare qualcosa, mentre Hogson azzarda la carta Joe Cole che per poco non sorprende Paolo Cannavaro. I centrali azzurri, sempre più stanchi, aumentano progressivamente gli errori, sempre meno supportati dai mediani.

In un contesto così grigio, il tecnico avrebbe dovuto innestare energie fresche (Sasa e Yebda) molto prima, già all'altezza dell'ora di gioco: il campo e il tempo, a prescindere da alibi più o meno validi, gli danno torto, come spesso gli accade in questo inizio di stagione pur soddisfacente nei risultati.

Alla distanza esce il Liverpool che si affaccia più volte minaccioso, quasi consapevole delle difficoltà azzurre e più sicuro dei propri mezzi stasera di poca qualità e soprattutto il lungagnone attaccante Ngog crea il panico in area azzurra.

Qualche buona occasione, qualche trama pericolosa, l'ultimo respiro di partita sui piedi del Pocho che spara alle stelle l'ultima speranza azzurra di potersi portare a casa una vittoria storica, ma che francamente sarebbe stata poco meritata.

Un pareggio che, unito al contemporaneo 1 a 1 tra Utrecht e Steaua, lascia tutto invariato con una giornata in più e rende sempre più incomprensibili i rapporti di forza di questo girone dove nessuno riesce a vincere e dove la qualità latita  paurosamente.

Adesso ci aspetta l'Anfield, altra serata storica...sarebbe bello innanzitutto ritrovare quella armata di ragazzi terribili la cui anima e il cui ritmo, tanto cari a Mazzarri, sembrano svaniti nelle fatiche di impegni durissimi e ravvicinati.

Ma che fosse una stagione difficile e che avrebbe richiesto tanta pazienza, lo avevamo capito ancora prima di cominciare e allora: forza azzurri...onorateci all'Anfield...qualunque sia il risultato, regalateci quella serata indimenticabile che avremmo voluto vivere stasera!

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