Cerca nel mio blog

domenica 2 gennaio 2011

Sempre all'ultimo respiro, un 2010 memorabile!

In coincidenza dell'ultimo dell'anno sono tornato in Italia dopo aver vissuto una indimenticabile esperienza di vita nella lontanissima Giamaica, dove, ospitato da una persona speciale e ben lontano dai consueti circuiti turistico-commerciali riservati ai "bianchi", ho avuto il privilegio di conoscere come un esploratore una parte povera, ma profonda e vera della Giamaica, conoscendone gente e tradizioni e cercando di adattarmi ad una vita profondamente diversa dalla nostra, ma degna di infinito rispetto.

Ho potuto vivere questa esperienza, lo devo dire, solo grazie all'esistenza di Internet grazie al quale ho conosciuto una persona speciale, ho potuto organizzare il mio viaggio e acquistare i biglietti aerei e grazie al quale, una volta arrivato in questo villaggio sperduto della Giamaica meridionale, lontana dai resort esclusivi di località turistiche come Montego Bay o Ocho Rios, ho potuto seguire, grazie alla "finestra" di Radio Marte presente sul mio blog, le due ultime romanzesche imprese azzurre del 2010, quelle contro Steaua Bucarest e Lecce.

Ho provato, per due volte, le sensazioni che provano i nostri emigranti in terre lontane, alcuni dei quali seguono questo piccolo blog per sentirsi un po' più vicini al Napoli e alla nostra terra.

Ho poi avuto modo di rivedere, al mio rientro, l'intera partita con la Steaua. Ancora una volta due vittorie apparentemente fortunose ma che, facendo seguito ad ormai decine di situazioni di questo tipo, non si possono più definire frutto di caso o fortuna, elementi peraltro nei quali, personalmente, ho sempre creduto poco, nella misura in cui la fortuna è figlia del lavoro e del coraggio, mentre la sfortuna spesso è solo un modo immaturo per spiegare fallimenti, errori o lavoro non adeguatamente preparato.

La "fortuna" è per sua natura qualcosa che, se esiste, si manifesta una o due volte, ma di fronte a imprese come quelle del Napoli, che si ripetono con impressionante puntualità da un  anno a questa parte, bisogna scomodare fattori ben diversi.

Solo il Napoli del secondo scudetto può essere in qualche modo avvicinato a questo per la capacità di raddrizzare negli ultimi minuti di partita risultati compromessi: non paia sacrilego questo confronto, non stiamo dicendo che questo Napoli può essere accostato da un punto di vista tecnico alle squadre che abbiamo visto nell'epoca di Diego, ma certamente solo il Napoli 1989-90 può in qualche modo ricordare qualcosa di simile a quello che stiamo vedendo oggi.

Sarebbe curioso prendere gli almanacchi e fare un confronto puramente statistico cercando di capire quante rimonte e quante partite vinte o pareggiate negli ultimi minuti di gara furono giocate da quel Napoli e da questo Napoli.

Se la memoria non mi tradisce, la bilancia pende, incredibilmente, a favore di questo Napoli, che in molte più occasioni, e negli ultimi quattro mesi quasi sempre, ha prevalso sul filo di lana.

Basterebbe già il solo cammino in Europa per esaltare l'incredibile impresa di questa squadra che nel recupero di Bucarest ha raggiunto il pareggio e nel recupero della partita di ritorno ha vinto, sempre con Cavani, non a caso uno degli atleti più straordinari di questa squadra e non solo.

La grande preparazione fisica, abbinata ad una condizione mentale sempre meglio curata e allenata, grazie anche alla maturazione delgi uomini-chiave di questa squadra, sta creando un qualcosa di inedito a livello nazionale, ma oserei dire mondiale.

Ossia la capacità, a fronte di un equilibrio di valori tecnico-tattici sempre più livellati, di allenare sempre meglio la psiche di questi ragazzi e il fisico, laddove la mentalità comune dei calciatori è quella di considerare inconsciamente chiuse le partite che si avviano a concludersi specie se con risultati ad essi favorevoli.

Osservando le ricorrenti prodezze azzurre, ho riflettuto spesso ultimamente su quanto possano distrarre certi comportamenti ostruzionistici che una squadra porta avanti negli ultimi minuti di gioco quando il risultato le è favorevole.

La forza mentale del Napoli ha smentito anche questo luogo comune: tu perdi tempo? Ti rotoli per terra? Non ti preoccupare, più recupero mi dai e meno concentrazione avrai in quei momenti, troppo occupato a pensare a come perdere tempo, anzichè giocare.

Ecco il punto: gli avversari degli azzurri a un certo punto pensano più a perdere tempo che a giocare, mentre gli azzurri giocano sempre fino alla fine come fosse il primo minuto e anzi meglio, con una grinta che non gli si vede nei primi minuti di gioco, spesso condotti sottoritmo.

E' in quei frangenti che non c'è più solo "fortuna" ma un vero e proprio dislivello tecnico, tattico e mentale che porta copiosi e non casuali risultati.

Abbiamo scritto, e non solo noi, all'inizio di questa stagione, che quest'anno sarebbe stata la stagione più difficile, complicata e impegnativa del Napoli recente, abbiamo criticato, spesso ferocemente, il tecnico, per i suoi limiti nella gestione tattica di alcune partite e per i cambi, e alcuni giocatori chiave, Hamsik in primis.

E proprio nella partita con lo Steaua si è visto finalmente un Hamsik continuo, presente nel gioco, motore di qualità della manovra azzurra.

Ma io, che seguo da oltrent'anni il calcio, ho visto rarissimamente una squadra che con così impressionante puntualità è riuscita a costruire i suoi risultati all'ultimo respiro, come invece spesso capita di vedere sul campi di basket coi tiri da 3 punti a fil di sirena.

Il Napoli gioca e vince "a fil di sirena" e lo fa, seppur in modo beffardo e atroce per gli avversari, con pieno merito, cercando sempre di fare gioco e senza mai fare ostruzionismi.

A questo Napoli vanno dati grandi riconoscimenti e meriti, al di là delle pur sempre necessarie critiche, che servono a crescere e a migliorarsi sempre.

In campionato gli azzurri vantano un secondo posto importante quanto inaspettato, che verrà messo a dura prova al rientro dalle vacanze natalizie, e una qualificazione dopo la fase a gironi di Europa League, stentata ma meritatissima, avendo giocato peggio delle avversarie solo negli ultimi 15 minuti della partita di Anfield Road dove la squadra ha mostrato i suoi limiti di esperienza internazionale.

Risultati e prestazioni dunque straordinari, conditi anche da record, specie in trasferta, che non si vedevano dai tempi di Diego e che rendono se possibile ancora più difficile, da un certo punto di vista, la stagione azzurra.

I titolari appaiono fisicamente, taticamente, tecnicamente e mentalmente più forti dello scorso anno, ma, come lo scorso anno, i miei timori restano legati alla capacità di questo splendido "motore" di tenere sulle lunghe distanze di una stagione resa ancora più massacrante di quella scorsa a causa degli impegni europei.

In stagioni così lunghe le seconde linee sono importanti ma nella rosa azzurra ci sono ancora adesso molte forze inespresse. Se Yebda, Grava e Vitale hanno offerto contributi importanti, i vari Sosa, Zuniga e Cribari, per alcune ragioni, Dumitru e Lucarelli, per altre, devono ancora dimostrare di poter offrire garanzie e solo ad un loro salto di qualità, a mio avviso, si possono legare speranze di consolidare una posizione da Champions, laddove resta da capire lo spessore dell'eventuale mercato di gennaio che comunque, sia detto chiaramente, offre poca qualità e molti "finti affari".

Come nei giri d'Italia e di Francia si decide tutto nella terza settimana, come nella maratona si decide tutto intorno al 35' dei 42 chilometri di corsa, così nel nostro campionato sono le ultimi 10-12 giornate a svelare la verità, spesso nel cruciale passaggio tra fine inverno e inizio primavera, quel passaggio che arrise agli azzurri nel primo anno di serie A spingendoli ad uno straordinario sprint verso al prima qualificazione europea e che, lo scorso anno, tolse le speranze di un posto in Champions.

Godiamoci dunque, le gioie che questi ragazzi ci regalano, ma speriamo che tecnico e società sappiano trovare, nelle pieghe della panchina e del mercato invernale, quelle risorse che possono essere decisive per spingere questa squadra ad uno storico piazzamento in campionato e a continuare, chissà fino a quando, questa esaltante avventura europea.

Buon anno Napoli, che il 2011 arrida a te e ai tuoi tifosi all'insegna del lavoro, dell'impegno, del sacrificio e di quelle vittorie che solo attraverso questi fattori possono continuare ad arrivare.

Nessun commento:

Posta un commento