Cerca nel mio blog

mercoledì 30 settembre 2009

L'addio di Marino su Tuttonapoli.net


CASTEL VOLTURNO - Nessun tono polemico, solo la voglia di salutare tutti, dai tifosi ai giornalisti presenti. Si è tenuta questo pomeriggio, nella sede del Napoli a Castel Volturno, l'ultima conferenza stampa di Pierpaolo Marino, che ha preso la parola per spiegare i motivi di questo addio, per dire che al di là di tutto, lui resterà sempre un tifoso del Napoli.

"Sono qui per un saluto a tutti. Si conclude il mio mandato contrattuale, esattamente cinque anni dopo il mio arrivo. Nell'Agosto del 2008 c'era stato il rinnovo del mio contratto, a cui ieri ho rinunciato. E' bastata una stretta di mano con De Laurentiis, e non nascondo che c'è stata commozione reciproca. Nei primi anni di questa attività, ho fatto un pò tutto: sono tornato nel 2004 per dare una mano al Napoli nella fase più delicata della sua storia. E in quei giorni mi sono anche un pò spaventato per il tanto lavoro che c'era da fare. Mi sono considerato sempre un "corridore solitario", allora mi dicevo: "Hai voluto la bicicletta, ora pedala". E ho pedalato, tanto. Credo che le tante storie raccolte in questo quinquennio meriteranno prima o poi di essere raccolte in un libro, che voglio scrivere di mia mano: siamo partiti dal Cittadella e siamo arrivati al Benfica in quattro anni, non è roba di poco conto. Tengo a ringraziare il Commendatore Coppola, io alloggiavo qui all'Holiday Inn e la mattina di Napoli-Chieti (che per molto tempo è stata la nostra unica sconfitta casalinga) mi affacciai alla finestra e vidi quattro riflettori. Credevo si trattasse di un campo di calcio, invece mi fu spiegato che appartenevano ad un vecchio galoppatoio. L'idea però mi era venuta in mente, così parlando con i Coppola decidemmo di costruire qui il nostro quartier generale, che è stata la pietra miliare sulla quale abbiamo costruito la risalita dalla Serie C alla Serie A, passando per il campionato di Serie B più difficile e competitivo di tutti i tempi. Ringrazio inoltre i miei collaboratori, Santoro, Carpino e Baldari, ancora ricordo quando la sede del Napoli era in uno spazio all'interno della hall dell'Holiday Inn, una stanza che ora è occupata da una buotique. Ma allora, credetemi, esisteva solo un nome: "Napoli Soccer". Poi non c'era più nulla. Dopo questa ricostruzione quindi lascio il Napoli dopo aver eseguito il mio mandato: qualificazione Uefa in quattro anni (e De Laurentiis me l'aveva chiesta in cinque), e una società con il miglior bilancio di tutta la Serie A. Il futuro azzurro non può che essere roseo, con un Presidente fortissimo economicamente parlando".

De Laurentiis ha espresso molte critiche nel dopo Napoli-Siena. Ce n'è una su cui concorda?

"Preferisco non rispondere. Vado via perchè ora il Napoli deve attuare una seconda fase, nello sviluppo che ha in mente il Presidente. Voglio bene a lui, come al Napoli e ai suoi tifosi (attimo di commozione n.d.r.). Oggi sono sereno, orgoglioso di ciò che ho fatto. Questi cinque anni sono la base su cui costruire i futuri successi"


Non c'è stata nessuna buonuscita?

"No, ho semplicemente rinunciato al contratto in essere"

Negli ultimi mesi era calata la stima di De Laurentiis nei suoi confronti. Nel bilancio con se stesso, dove ha sbagliato Pierpaolo Marino?

"Il mio errore risale alla fine dello scorso campionato. Dopo il crollo verticale del girone di ritorno, in cui vi dico la verità, pensai anche che non saremmo riusciti a fare i punti necessari alla salvezza, volevo lasciare il Napoli. De Laurentiis non ha voluto, e siamo andati avanti. Avevo offerte da altre squadre, tra cui una straniera molto importante. Un altro errore probabilmente è stato quello di aver voluto fare da solo tante cose, mettendo i tappi alle orecchie e non ascoltando i consigli di nessuno, men che meno quelli dell'opinione pubblica"

Rifarebbe alcune scelte di mercato, anche se qualche giocatore non sta rendendo come ci si aspettava?

"Il mercato è stato fatto in maniera collegiale. De Laurentiis è intervenuto in prima persona contattando anche gli altri Presidenti. Quagliarella ci ha portato a migliorare l'attacco, Cigarini era un desiderio di Donadoni, così come Floccari, il quale non ha accettato di venire qui. A questo giovane centrocampista va data solo fiducia, io sono sicuro che il futuro è suo. Campagnaro è un giocatore fortissimo, e ha puntellato la nostra difesa. Nella trattativa abbiamo inserito Mannini, che sarà un valore aggiunto per il prossimo calcio mercato del Napoli, perchè è in comproprietà con la Sampdoria"

Quanta fatica fa a tenersi dentro ciò che prova?

"Non porto rancore, nella vita bisogna camminare, accettare critiche e serenamente operare. Ho solo spirito di gratitudine, De Laurentiis ha detto qualcosa che non pensa solo per accellerare la mia uscita, ma comunque io avevo già preso questa decisione dopo Milano".

C'è qualcosa che vorrebbe cambiare in questi cinque anni passati?

"Tante cose, ma purtroppo o per fortuna non esiste la macchina del tempo"

Perchè ha insistito tanto con il silenzio stampa?

"Sia chiaro che non è una mia scelta di vita. Qui ci sono state alcune fasi veramente complicate, soprattutto nel periodo in cui il Napoli doveva assestarsi in Serie A. Il silenzio stampa è stato propedeutico a ritrovare una certa serenità: Napoli è cambiata molto, oggi c'è un sistema di network che sfrutta la passione dei tifosi per andare avanti. Prima c'era solo la carta stampata, e qualche tv nazionale"

Ci racconta la fatica, la virtù e il limite di questa gestione moncratica, come l'ha chiamata De Laurentiis?

"All'inizio il Presidente non conosceva il meccanismo del calcio. Era spesso fuori per motivi legati alla sua professione, allora pensai di andare avanti da solo, piuttosto che confrontarmi e confondere le idee: è stato un lavoro immane, che l'inserimento di un altro dirigente avrebbe di sicuro alleviato. Pensate solo che all'epoca degli scudetti a Soccavo entravano gli scugnizzi che portavano via i mattoni, oggi credo che questo non sarebbe possibile. Non sono all'altezza dei tempi che cambiano: credo che non ci vogliano dieci persone per dividersi i compiti"

Ha un rimpianto in sede di calciomercato?

"Di Natale. Lui ci spinse alla trattativa, con l'Udinese era tutto fatto, poi il giocatore per motivi personali non ha accettato il trasferimento"

Come è nata la storia della promessa fatta e poi non mantenuta a Lavezzi?

"Io con il Pocho ho un ottimo rapporto. Avevamo rinnovato da sei mesi, quando nello scorso Gennaio i suoi procuratori mi dissero che un club inglese era sulle sue tracce. Al che io risposi che se il ragazzo avesse continuato su quei livelli, e il Napoli fosse arrivato in Europa, ci sarebbe stato l'adeguamento. Con il calo verticale che c'è stato invece, bene ha fatto De Laurentiis a rifiutare di aumentare gli emolumenti, a lui come a tutto il resto della squadra"

Rimarrà legato maggiormente al primo o al secondo ciclo napoletano?

"Nel primo ero un giovane dirigente, eppure posso fregiarmi di aver portato a Napoli calciatori come Romano, De Napoli e Carnevale. Ma quella squadra "era" Maradona. Il secondo ciclo è stato un banco di prova molto più difficile"

Avere un tetto ingaggi e voler detenere i diritti d'immagine dei calciatori vi ha privato di qualcosa?

"Potrei cercare un alibi in questo argomento, non lo faccio. Il tetto ingaggi è una decisione mia: credo che la strategia di spendere qualcosa in più per i cartellini e qualcosa in meno per gli ingaggi sia giusta, non si pregiudica il futuro economico del club. Nel futuro di De Laurentiis c'è l'idea di fare come al cinema: ingaggiare un grande attore intorno al quale costruire la squadra. I diritti d'immagine sono stati un'intuizione del Presidente: credo che in futuro molte squadre li vorranno detenere, ha cominciato già il Real Madrid. Quello che posso dire però, è che con questi diritti bisogna poi fare qualcosa, perchè ora come ora il Napoli non li sfrutta a pieno. Ci vuole invece una grande struttura che sappia farli fruttare in tutto e per tutto"

Mercato: ad Agosto vi siete fermati perchè ritenevate di essere apposto così, oppure era in programma qualche altro intervento a Gennaio?

"Bisogna valutare bene l'organico del Napoli. Siete davvero convinti che sol perchè manca l'esterno sinistro questa squadra debba perdere 4-1 con il Genoa o 3-1 con l'Inter? Questo è un ottimo organico, solo che con il centrocampo a cinque è difficile trovare un interprete adatto a quel ruolo. Avevamo la parola della Juventus per De Ceglie, poi la società bianconera si è tirata indietro. Per Dossena ci sono state complicazioni sull'accordo economico con il giocatore e poi con il Liverpool, che negli ultimi giorni di mercato aveva una carenza d'organico per cui dovette farlo giocare per forza. Io però vi dico che Datolo ha grandi qualità per fare quel ruolo, credo moltissimo in lui"

Secondo Marino adesso De Laurentiis opterà per un cambio anche in panchina?

"Non dovete chiederlo a me. Donadoni è un bravo allenatore, solo lo vorrei vedere più grintoso"

C'è un momento, una partita, dove secondo lei si è rotto il giocattolo Napoli?

"Napoli-Roma. Il gol annullato a Zalayeta dal quarto uomo, il fuorigioco di Mexes non visto. I ragazzi conobbero per la prima volta i fischi del San Paolo, lì qualche meccanismo si è inceppato"

Quanto crede che il calcio italiano e quello napoletano siano disposti ad accogliere il pensiero innovativo di De Laurentiis?

"Questo non lo so"

Aveva pensato ad un altro allenatore in primavera?

"No"

Tra i tanti nomi che si fanno per il suo successore c'è quello di Gerolin.

"E' una bravissima persona che ha lavorato anche con me, ma adesso non sono in grado e non voglio dare consigli a De Laurentiis"

Ora cosa farà Pierpaolo Marino?

"Si riposerà tanto. Ma sarà comunque un riposo attivo"

Un immagine emblematica è Marino che si commuove alla conferenza stampa per l'addio di Reja.

"Edy è diventato un mio grandissimo amico. Il nostro rapporto va molto al di là del lavoro insieme che abbiamo fatto a Napoli, è qualcosa che si è cementato nel tempo. Ha dato tanto a questa squadra e a questa società, ma ha ricevuto anche tantissimo"

Il Napoli ha mai pensato di cambiare modulo?

"In tutte le riunioni fatte con Donadoni, il tecnico ci ha sempre comunicato di voler giocare con il 3-5-2, modulo che a suo dire meglio si adattava alle caratteristiche della rosa a disposizione"

Quanto le mancheranno le dispute con i "sapientoni"?

"Tantissimo. Molti al mio posto avrebbero sbottato, rispondendo magari in maniera volgare. Io ho cercato sempre di buttarla sull'ironico, spero che sia stato apprezzato"

La conferenza finisce così, il tempo di far dire a Marino: "Napoli mi mancherà tantissimo, ma io guarderò sempre le partite degli azzurri". Come un buon tifoso deve fare.

VINCENZO BALZANO
©TUTTONAPOLI.NET - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento