Cerca nel mio blog

lunedì 5 ottobre 2009

Le "plusvalenze" di Marino

Vi segnalo su Tuttomercatoweb.com una, a mio avviso, discutibile analisi sull'operato di Marino da parte del giornalista Michele Criscitiello che, per la cronaca, ricordo essere conterraneo dell'ex Direttore Generale.

L'analisi, che riporterò integralmente in calce a questo post, in modo che tutti possano leggerla e farsi un'idea propria, appare secondo me viziata da un errore di fondo: in pratica, il ragionamento di Criscitiello, Marino ha operato bene in quanto lo stato patrimoniale della società sarebbe florido a causa delle plusvalenze maturate a seguito degli acquisti dei vari Lavezzi, Hamsik e Gargano.

Sono perplesso! Confesso di non essere molto pratico di bilanci, ma qualche studio l'ho fatto in materia e, soprattutto, cerco di usare la logica e farmi delle domande (che brutto vizio, eh, specie in questo periodo....molto pericoloso, no?).

E allora, caro Criscitiello, le mie domande sono:
  1. come si fa a parlare di plusvalenze di giocatori che hai acquistato, ma non hai ancora venduto?
  2. Ma le plusvalenze non si iscrivono a bilancio solo quando i giocatori li vendi effettivamente?
  3. Che ne sai, quando e se li andrai a vendere, se riuscirai davvero a spuntare quelle cifre di cui parli nel tuo articolo (20 milioni Lavezzi, 25 Hamsik e 15 Gargano)?
  4. E se parliamo di plusvalenze, non dovremmo anche contare le innumerevoli minusvalenze, potenziali (su giocatori ancora in organico) ed effettive (su giocatori ceduti) che il Napoli sta maturando e maturerà in futuro?
La parte finale dell'analisi di Criscitiello mi sembra solida come un castello di carte...come una barchetta di carta... La realtà temo sia ben peggiore e, se vogliamo limitare almeno certe minusvalenze (Denis, Navarro, Rinaudo, ad esempio...) e concretizzare certe plusvalenze di cui parla Criscitiello, il Napoli squadra deve cambiare assolutamente registro: un campionato pessimo, come quello che si prospetta, e una ipotetica (mi terrorizza solo il pensiero!!!) retrocessione darebbe la stura a minusvalenze da paura e plusvalenze molto meno elevate di quanto ipotizzato dal giornalista avellinese.

Mah! Sono davvero perplesso...intanto vi lascio al testo integrale dell'analisi di Criscitiello:

Inchiesta Napoli: ecco le cifre esclusive della gestione Marino

Nato ad Avellino il 30-09-1983, vive e lavora a Milano presso la redazione di Sportitalia. Inizia a collaborare con Eurosport. Giornalista e conduttore televisivo. Direttore di Tuttomercatoweb.

Aurelio De Laurentiis era partito molto bene. Cinque anni fa ammetteva che il calcio non era il suo Mondo e lasciava fare agli altri. Risultato: una finale play-off persa in C1, un campionato vinto l'anno dopo con 13 punti di vantaggio sulla seconda e subito in serie A dopo un solo campionato di B. L'Europa conquistata in anticipo rispetto alla tabella di marcia. Era un altro De Laurentiis, forte ed autoritario ma consapevole che fare cinema non è la stessa cosa che fare calcio. Si era messo nelle mani di Pierpaolo Marino che, in quell'ambiente a lui sconosciuto, aveva invece impegnato 32 anni della propria vita. Reja a trascinare il gruppo, nonostante il produttore almeno 10 volte fu sul punto di dargli il benservito. Era partito bene De Laurentiis, poi la fama del calcio, unita a quella del cinema, ha creato un personaggio con velleità da protagonista. Ha iniziato a fare il Presidente-Direttore-Allenatore ed il pallone si è ben presto bucato. Lunedì scorso il divorzio da Pierpaolo Marino; in molti hanno commentato l'operato del Direttore Generale, tralasciando un particolare, forse determinante ai fini di un giudizio sereno ed obiettivo. Il bilancio migliore d'Italia ed i risultati positivi conseguiti nel corso del lustro, fatta eccezione dell'ultimo anno. Vi riportiamo i numeri di questo quinquennio, per far sì che il tifoso si faccia una propria idea senza influenze esterne condizionate da antipatie e simpatie di giornalisti ed opinionisti. De Laurentiis, per sua stessa ammissione, comprò le ceneri del Napoli per circa 25 milioni di euro; oggi si ritrova un club da un valore inestimabile. Secondo le ultime inchieste, il Napoli varrebbe oggi circa 300 milioni di euro. Ad impreziosire la Società, la veloce scalata dalla C1 alla Coppa Uefa, fino al modello d'azienda che vede nel sodalizio partenopeo il club più sano d'Italia. Solo la Lazio, oltre al Napoli, ha chiuso l'ultimo esercizio del 2008 in attivo. De Laurentiis come Paperone? Macchè. In 5 anni di Presidenza ha sborsato "solo" 80 milioni di euro, chiudendo le ultime tre stagioni agonistiche con un attivo superiore ai 30 milioni di euro. I numeri parlano e si fanno capire, la Lega Calcio ha sede in Via Rosellini a Milano, se qualcuno avesse bisogno di riscontri è invitato dal nuovo manager Beretta. Capitolo plusvalenze. Le intuizioni di Marino lasciano in eredità a De Laurentiis circa 43 milioni di euro. Non ci credete? Giusto, avete bisogno dei numeri. Eccoli: Lavezzi è costato 5,5 milioni, oggi il suo valore e' schizzato sui 20 milioni. Tralasciando la proposta che il Manchester City lo scorso anno fece agli azzurri: 25 milioni cash per avere subito l'argentino. De Laurentiis disse no perchè il quarto posto era distante solo pochi punti, poi ci fu il crollo nel girone di ritorno e Lavezzi chiese di essere ceduto a fine stagione. Ancora più vantaggiosa l'operazione Hamsik con il Brescia. Marino bruciò la concorrenza di Inter, Juve e Milan. Roberto Mancini lo voleva, ma Branca arrivò secondo. Al Brescia andarono 5,5 milioni: briciole se oggi si considera Hamsik un calciatore dal valore di 25 milioni. Plusvalenza di circa 20 milioni. Il Chelsea si fece vivo, poi anche l'Inter, un anno fa, tornò alla carica. Moratti chiamò De Laurentiis e Branca cercò Marino, ma il Napoli, in quella circostanza, rifiutò. Gargano, vecchio pupillo di Corvino, arrivò a Napoli per 3 milioni di euro. Oggi, per portarlo via, occorrerebbe almeno il triplo di quella somma. Questi tre gioielli della scuderia azzurra, aggiunti a Santacroce, arrivano alla plusvalenza totale sopraindicata. Abbiamo dimenticato Matteo Contini. Non è mai stato detto che in estate la Roma bussò alla porta del Napoli, ma non se ne fece nulla, visto lo stato di crisi successivamente dichiarato dal club della famiglia Sensi. A Marino si imputano gli errori Navarro (4 mln), Aronica, Denis e Datolo (6 mln di dollari). Premesso che il portiere e l'attaccante hanno deluso, l'esborso economico non è stato traumatico. Lo stesso discorso non può valere per Datolo che in Nazionale si esprime ai massimi livelli, mentre a Napoli non viene messo nelle condizioni di giocare al top, viste le scelte di Roberto Donadoni, allenatore fortemente voluto e sponsorizzato dal Presidente De Laurentiis, il quale gli fece firmare un contratto triennale. L'utile di quest'anno del Napoli si aggira sui 25 milioni di euro, le spese folli del Patron non hanno influito notevolmente sul bilancio, anche se Cigarini (11 mln) e Zuniga (9 mln) non hanno fatto altro che "drogare" il mercato. Si chiude così, con queste cifre, il lustro Marino. Oggi il Napoli guarda avanti, ma prima qualcuno dica al Presidente che la pallavolo sta al calcio come il calcio sta al cinema. Qualcuno gli suggerisca, inoltre, che il delirio di onnipotenza non porta a risultati di prestigio.
Per tutti gli amanti dei numeri e della verità.

Nessun commento:

Posta un commento