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mercoledì 7 ottobre 2009

Mazzarri: anima, ritmo e valorizzazione


ANIMA

La gente percepisce se la squadra dà il massimo per fare risultato. La famosa anima è questa: se il calciatore dà tutto, non molla mai quando è in campo. E’ compito mio invogliare i calciatori a dare il massimo. Fino ad ora ci sono riuscito, spero di farlo anche a Napoli.


La potenzialità della squadra non è data solo dal valore tecnico, ma anche dall’anima della squadra. Chi va in campo deve avere un’anima, solo così ce la possiamo giocare con tutti. Posso dire che oggi è la rosa tecnicamente più valida che abbia mai allenato.

Farò un discorso individuale a ciascun singolo calciatore. Saremo solo io e lui, senza nemmeno i miei collaboratori, e potrà durare anche mezz’ora.

RITMO

Se andate a guardare la mia carriera, vedete che io sono in grado di insegnare qualsiasi tipo di modulo. Ho sempre fatto il 3-5-2 perché fino ad oggi mi sono sempre dovuto adattare a ciò che la società mi ha messo a disposizione.

A maggior ragione, ora che subentro in corso dovrò adattarmi a ciò che c’è. Se guardate bene la mia Reggina giocava con il 3-4-3, che avrei voluto fare anche alla Sampdoria. Solo che lì il primo anno mi mancavano alcuni giocatori per attuare questo modulo, quindi mi sono dovuto adattare. Una volta capito il modulo adatto, anche a Genova la squadra ha iniziato a giocare un calcio bello, areoso ed attivo. Inoltre io differenzio molto la fase passiva da quella attiva. Quando le mie squadre difendono lo fanno spesso con una difesa a quattro, poi magari quando impostiamo lo facciamo tenendo tre giocatori dietro

VALORIZZAZIONE

I giocatori che ho avuto hanno sempre reso al massimo, sanno come preparo le partite.

La storia dice che Amoruso ha segnato il massimo dei suoi gol alla Reggina, la stessa cosa vale per gli altri attaccanti che hanno giocato con le mie squadre. E’ la squadra che deve mettere in grado l’attaccante di segnare.

A Rolando Bianchi che all’inizio faceva fatica, dicevo di non preoccuparsi, di giocare per la squadra, poi il gol sarebbe arrivato, e così è stata.

***

Questi a mio avviso sono i passaggi più significativi della conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico azzurro. Mi sono divertito a raggruppare le sue dichiarazioni in 3 capitoli perchè ritengo che anima di squadra, ritmi di gioco (tempi) e capacità di valorizzazione dell'organico rappresentino i cardini della carriera di Mazzarri fino ad oggi e quello che serve davvero a questa squadra:
  • anima, cioè la capacità di sputare sangue in campo, di esaltarsi (e non di deprimersi) nei momenti di difficoltà, avendo ciascuno fiducia nei compagni;
  • ritmo: Mazzarri ha fatto capire che due squadre possono anche schierarsi in campo entrambe con lo stesso modulo, ma la differenza la fanno (a parità di bravura tecnica) i movimenti dei giocatori in campo differenziando tra fase difensiva (a 11) e fase offensiva (a 11), i rispettivi tempi di inserimento e la velocità di manovra. Mazzarri ha anche chiarito che il modulo che viene dichiarato sulla carta prevede adattamenti a seconda che sia nella fase difensiva o nella fase offensiva del gioco: io posso anche giocare a 3 dietro, ma è chiaro che la squadra, se è in fase difensiva, prevede l'abbassamento di un terzino in modo da schierarsi a 4 e, quando si riparte in possesso palla, il quarto sulla linea difensiva risale verso il centrocampo;
  • valorizzazione: in un contesto in cui, come ho scritto nelle scorse settimane, in questi anni c'è stata una diffusa "svalutazione" del patrimonio giocatori, la storia professionale del nuovo tecnico rivela una impressionante capacità di valorizzazione di risorse sulla carta molto limitate: Lucarelli, Amoruso, Bianchi, Maggio, Campagnaro, Cassano, Mesto, Modesto, Palombo (...e potremmo continuare con una lunga lista...). I segreti sono: ascolto e attenzione a tutti i giocatori dell'organico, organizzazione tattica, fiducia in sè e nell'aiuto dei compagni di squadra e quindi capacità interiore di reggere le pressioni esterne che chiedono risultati, risultati e ancora risultati.
Certo all'inizio di ogni avventura sembra che sia tutto bello e tutto giusto: sarà ovviamente il campo a dover dare i suoi responsi e ci sarà bisogno (ancora una volta...) di tanta pazienza perchè il compito del nuovo tecnico, adesso come adesso, appare davvero improbo.

Però la strada da perseguire per uscire fuori da questo "incubo" che si protrae da ormai quasi un anno appare delineata in base a questi 3 cardini che ho evidenziato: anima, ritmo e valorizzazione del patrimonio tecnico.

Speriamo bene e...forza Napoli!


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