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giovedì 8 luglio 2010

Napoli 2011, si parte!

In questo blog non sono certo mai mancate le critiche, anche dure e severe, ma sempre mosse da passione e ragione, alla dirigenza azzurra, a partire dal presidente stesso.

E' vero che il Presidente è colui che ha investito e continua a investire nel nostro amato Napoli, dopo averlo fato risalire dal fallimento ed è quindi normale che una parte dei nostri pensieri nei suoi confronti siano sempre di riconoscenza e di gratitudine.

E' altrettanto vero, però, che chi si pone a capo di un'attività imprenditoriale deve sempre fare i conti con il mercato in cui svolge la sua attività e con la concorrenza e quindi deve produrre risultati tali da garantirsi la possibilità di continuare a poterla svolgere.

Quando poi l'attività di cui sopra ha una sua rilevanza "pubblica" e per giunta si ricollega alla sfera più "emotiva" dei beneficiari del "prodotto" (in questo caso i tifosi, come me), esiste, e non può essere eliminato, un diritto-dovere, come "acquirenti" del prodotto e come "emotivamente coinvolti" nei destini di quest'attività che molti di noi seguono da quando erano in fasce, di formulare valutazioni e giudizi.

Negli ultimi tempi, una volta formulati tutti i possibili e immaginabili giudizi sull'annata appena conclusa, cercando di essere il più obiettivo possibile, ho per precisa scelta evitato qualunque giudizio sulle infinite e stucchevoli voci di mercato, in primo luogo per evitare di parlare su "non fatti", sul "nulla" più assoluto, alimentato da organi di informazione e procuratori che mai come in questa stagione sono costretti a fare rumore per salvaguardare le proprie rispettive attività.

In più la più grande crisi mondiale dal 1929 non ha ancora sufficientemente aperto gli occhi a molti tifosi che sembrano vivere in un mondo tutto loro oppure ancora non hanno colto l'enorme impatto che la crisi sta portando anche nel mondo, sempre più "industriale", chiamato calcio.

Forse solo chi, come me, lavora in una realtà imprenditoriale multinazionale, si rende pienamente conto della portata di questa crisi: se Dio vuole, il lavoro, nella mia realtà imprenditoriale, esiste ancora e i risultati sono persino buoni, anche nel pieno di questa violentissima crisi. Ma la pressione in azienda è tantissima: c'è un'attenzione quasi ossessiva ai costi di produzione, alle spese, si cerca di lavorare in modo sempre più efficiente e produttivo e, detto chiaramente, se qualche collega, per scelta di vita o di lavoro, decide di andar via, i responsabili del personale certamente non si strappano le vesti!

Dunque un'azienda efficiente, attentissima ai costi, ben organizzata e produttiva, con organici non troppo nutriti, agili e dove, massimizzando i ricavi e minimizzando i costi, si riescono, pur in tempo di crisi, a mettere da parte risorse preziosissime per investimenti che potenzino le strutture imprenditoriali dell'azienda (umane e materiali) per tenere il passo con la concorrenza e, se possibile, batterla.

E solo così la mia azienda sopravvive, macina risultati ancora buoni, non è costretta a ridurre il personale, e può migliorare sempre più la sua posizione dul mercato.

Bene, signori miei! Come dice il Presidente, le società di calcio sono ormai delle imprese vere e proprie, ma perchè è la legge italiana e quella europea che hanno stabilito questo e perchè, a differenza che in passato, è difficile trovare un imprenditore che possa azzerare ogni anno i debiti accumulati per la gestione della squadra.

Il Direttore Generale del Catania, Lomonaco, in una lucidissima, splendida analisi qualche giorno fa su Radio Marte, ha confermato (non è la prima volta che lo dice) che così com'è organizzato oggi il calcio, specie quello italiano, è difficilissimo tenere in equilibrio i bilanci perchè i calciatori, anche quelli di medio, basso valore, specie gli italiani, costano troppo in ingaggi e cartellini, circa l'80% di quanto mediamente fattura ogni squadra di calcio.

E' come se nella mia azienda l'80% delle spese di gestione fosse destinato al personale! Una cosa assurda, che porterebbe in cinque minuti la mia azienda in tribunale per dichiarare fallimento! Assolutamente impensabile!

De Laurentis fa poi un ragionamento importante: mettiamo che io voglia prendere Tom Cruise, lo pago 20 milioni di euro e gli faccio fare un film in lingua italiana e posso distribuirlo solo in Italia. Quanto posso ricavare per mantenere l'equilibrio del bilancio? Dovrei incassare, su un mercato molto piccolo come quello italiano, almeno 10 volte tanto! Ma i film italiani più visti a stento possono coprire, coi loro ricavi, l'ipotetico costo di ingaggio di un Tom Cruise. Avrei bisogno, per poterlo ingaggiare, di essere certo di poter distribuire con successo il mio film in tutto il mondo e allora sì potrei pensarci seriamente.

Ma per arrivare in tutto il mondo devi investire e potenziare la tua impresa piano piano, passo dopo passo, per allargare i confni del tuo "mercato".

Il Presidente ha le idee chiarissime e, vorrei che i tifosi lo capissero, lungimiranti! Lui sa che il Napoli può crescere, può acquisire anche una dimensione internazionale di un certo livello, ma può ottenere questo con pazienza, competenza e gradualità.

Quest'anno tutti si soffermano, come al solito, sul mercato in entrata, sugli acquisti. Sono convinto (e lo anche il Presidente) che per affrontare una stagione "tremenda" come quella del prossimo anno, qualche rinforzo di qualità sia necessario: le stagioni passate ci hanno confermato che mediamente le squadre italiane, impegnate nelle coppe europee, rarissimamente migliorano le posizioni degli anni precedenti (la stessa Inter ha stentato moltissimo a vincere il suo ennesimo scudetto!) e anzi perdono tra i 5 e i 15 punti rispetto alle stagioni in cui lottano solo sul fronte-campionato.

Sia che il Napoli faccia nuovi acquisti, sia che rimanga con i protagonisti della scorsa stagione, sarà un risultato "eccezionale" già soltanto ripetere il sesto posto dello scorso anno!

Quindi acquistare è fondamentale, ma cedere, signori miei, e cedere "bene", farà la vera differenza per i bilanci societari di quest'anno e dei prossimi anni e sarà la base FON-DA-MEN-TA-LE per costruire, negli anni a venire, quell'organico che ci permetta di fare un ulteriore e difficilissimo salto di qualità verso l'elitè del calcio italiano.

Ridurre l'organico significa alleggerire le spese di gestione, aumentare le possibilità di guadagno, creare risorse da investire sui giovani di qualità che saranno il futuro anche delle grandi del calcio europeo e mondiale (il leggendario Barcellona di questi anni è nato con questa logica, mentre il Real Madrid dello spendi e spandi spesso ha fallito i suoi obiettivi!) e creare quegli spazi nell'organico che potranno riempiti con acquisti di sempre maggiore qualità.

Aquistare adesso? Per strapagare come faceva il tanto criticato (da tutti) Marino? Per farci prendere per il collo quando chi più chi meno tutti hanno necessità di vendere? Quando l'Inter aspetta a muoversi con gli acquisti per poter vendere uno dei suoi gioielli (Maicon) e acquistare qualcuno senza che Moratti debba come sempre tirar fuori i soldi dalle sue tasche? Quando il Milan, guidato dall'uomo più ricco d'Italia, persegue la stessa logica dei cugini? Quando la Roma deve cambiare proprietario perchè la Sensi è indebitata fino al collo e la banca creditrice vuole rientrare del credito ed è stanca di aspettare?

E' giusto signori miei! La priorità di quest'anno, per costruire la base tecnica e organizzativa di un Napoli sempre più grande, come ha fatto e continua a fare la mia azienda per mantenersi ai vertici, è ristrutturare, tagliare i rami secchi, ridurre i costi inutili, investire su ciò (persone e strutture) che può creare valore per il futuro. Ma purtroppo tutti quelli che non hanno la fortuna di vivere realtà imprenditoriali moderne di alto livello fanno fatica a capire questa logica e dicono che il Presidente "nun caccia 'e sord!".

Scusate, ma chi dice questo dice una colossale stupidaggine, perchè il Presidente, specie da quando è andato via Marino, sta investendo soldi VERI su tutti gli aspetti (a cominciare dai famosi "osservatori") dell'organizzazione societaria che possono creare valore per il futuro non per "intascare" soldi e sparire, ma per allargare gli orizzonti del Napoli verso l'Europa e il mondo, come lui ha sempre detto, e portare il Napoli nel mondo con i "suoi" Messi, i "suoi" Drogba, i "suoi" Adebajor!

Ma signori miei, non vi è bastata la lezione del post-Maradona?? Toccare i vertici (neanche assoluti, in verità) per qualche anno, due, tre anni, e poi sparire per 15 anni tra umiliazioni brucianti e continue! Ma volete ancora questo?? Io no, e credo neanche voi... E allora ci vuole pazienza e intelligenza e capire lo spessore imprenditoriale della visione di De Laurentiis.

Io ho capito e sono con lui! Questo non significa che tutto quello che farà, sarà ben fatto e certo da qui continuerà ad arrivare, dove necessario, una critica appassionata, ma spero sempre lucida e onesta. Ma so dove vuole arrivare il Presidente, ho capito dove vuole arrivare e come e vi assicuro che, poichè molti ancora non l'hanno capito, anche tra gli addetti ai lavori, cosa sta succedendo, potremmo rischiare nei prossimi anni, di trovarci come quelle piccole barche che, arrancando in alto mare per cercare la riva tra le onde della tempesta, si trovano trascinate miracolosamente verso la riva mentre quasi tutte le altre affondano!

Il Presidente lo ha capito! Quando ci sono crisi economiche di queste proporzioni, il mercato si sconvolge, molti protagonisti muoiono, falliscono e pochi si salvano e diventano più forti e grandi, acquisendo dimensioni impensabili fino a qualche anno prima della crisi. Le crisi come questa cambiano la storia, le imprese e i mercati, li stravolgono completamente e De Laurentiis ha capito che se mantiene la barra dritta in un certo modo potrebbe acquisire, a crisi mondiale terminata, una posizione di vantaggio inviata e invidiabile che oggi nemmeno osiamo immaginare!

Io ci credo e vorrei che i napoletani, almeno qualcuno in più di oggi, pur rimanendo tifoso passionale come lo sono io, capisse l'importanza di ciò che vuol fare questo presidente...altrimenti, e mi veniva da piangere, rischiamo, per l'ennesima volta nella storia di questa città, di perdere un'occasione di crescita più unica che rara...e di far sfumare l'ennesima possibilità!

Basta, signori miei! IO voglio godermela...e a lungo...e se per questo devo pazientare, sono felice di farlo.

Intanto, tornando al mercato, quest'anno recuperiamo Blasi, motivatissimo dopo una stagione tristissima per lui sia da un punto di vista umano (ha perso la mamma, che Dio l'abbia in gloria!) che professionale e desideroso di dare tutto per la maglia azzurra, Santacroce e Dossena, martoriati lo scorso anno da problemi di salute e un Quagliarella che ha dato un saggio con quel gol capolavoro alla Slovacchia di quanti schiaffi voglia levarsi dalla faccia!

Per me già queste, assieme alle varie cessioni, completate (Calaiò) e in atto (Datolo, Contini, Hoffer, Pià, ecc.), sono basi su cui si può costruire molto per migliorare la squadra.

Io preferisco lasciar lavorare Bigon, il Presidente e tutti gli altri, considerando che il mercato è "in coma" e finirà tra quasi due mesi, per cui tutto ancora può succedere e, in una situazione di questo genere, prima si compra e peggio è!

Per cui per ora dormo sonni tranquilli...e mi concedo anche qualche sogno proibito!

Intanto oggi il primo raduno a Castelvolturno...mamma mia! Ancora deve finire la stagione 2009-2010, con l'atto finale del mondiale, ed è già cominciata la nuova stagione! Un abbraccio a tutti gli azzurri che hanno onorato la nostra maglia negli anni scorsi e che oggi si sono ritrovati...a quelli che tornano...e a quelli che andranno via presto! Grazie, ragazzi!

Forza Napoli!

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