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giovedì 7 gennaio 2010

Napoli in quarta...con Grava e Pazienza!

Per fare grandi risultati ci vogliono indubbiamente grandi giocatori e l'incredibile, ma non inedita, prodezza di Quagliarella dimostra che il Napoli ce li ha.

Ma servono anche quei cosiddetti gregari o comprimari, quelli, per intenderci esaltati da Ligabue nella sua "Una vita da mediano" che magari "non hanno lo spunto della punta del 10" ma che se non ci fossero la squadra non andrebbe da nessuna parte.






Vi ricordate quante sconfitte prese il Real Madrid dei "Galacticos" di qualche anno fa? Ecco! Quello era un insieme (non direi nemmeno una squadra) di tanti campioni che però non aveva abbastanza "anima" in mezzo al campo.

Il Napoli di ieri è stato grande prima di tutto perchè è stato squadra, compatto, dal più umile dei gregari al più celebrato degli idoli, da Grava a Lavezzi, da Pazienza a Quagliarella, ognuno ha davvero sputato sangue in campo. Lavezzi e Quagliarella, ad esempio, hanno fatto chilometri su e giù per il campo, ripiegando, in certi frangenti, fin quasi sulla linea dei terzini.

Mazzarri sta mantenendo in pieno le sue promesse: "Anima, ritmo di gioco e valorizzazione dei giocatori", mettendo tutti nelle condizioni di rendere al massimo e, anzi, oltre ogni aspettativa.

Chi segue questo blog, o chi mi conosce, sa che ho sempre considerato il valore di un giocatore come Grava molto superiore a quanto mediamente considerato dalla critica e dai tifosi. Quando fu riconfermato per un altro anno, nello scetticismo o, al più, nell'indifferenza generale, io gli dedicai un post nel quale elogiai lo spessore umano e professionale di Gianluca.

E tante volte, sia nei periodi più bui della squadra, sia nei momenti più belli di questa lunga serie positiva, ho elogiato con ammirazione questo giocatore, apprezzandone sempre la bravura tattica e la sua straordinaria capacità di offrire rendimento all'altezza della serie A (lui venuto a Napoli in serie C con fama di giocatore "di categoria") in tanti ruoli diversi, come centrale o come esterno, sia a destra che a sinistra.

Tante volte invece, lo scorso anno e all'inizio di quest'anno, ho criticato ferocemente il "dopolavorista" Pazienza, che ai miei occhi (ma credo anche agli occhi di qualche altro migliaio di persone) appariva, lui sì, come un modesto giocatore di terza serie.

In realtà abbiamo scoperto tutti, grazie a Mazzarri, che, inserito in un certo contesto tattico, diventa un giocatore preziosissimo, che ogni squadra vorrebbe avere nelle proprie fila, uno che, con intelligenza tattica, più che con grandi doti fisiche, è sempre nel vivo dell'azione difensiva, sa dove stare per recuperare il pallone e mostra anche attitudini alla costruzione di gioco a volte superiori, ad esempio, a quelle di Gargano.

Assieme a Gargano ha costruito, col passare delle settimane, una diga che facilita enormemente il lavoro dei centrali, proteggendoli con grande precisione e lasciando agli avversari poche occasioni, magari dovute più a cali di concentrazione (che ieri si sono visti pochissimo) che a errori tecnico-tattici.

E cito anche Aronica, da me criticato per le sue recenti prestazioni come centrale, che ieri, dopo aver offerto una buona prestazione nel suo ruolo di esterno sinistro, negli ultimi venti minuti ha dovuto prendere in mano, da centrale puro, la difesa, essendo venuti meno sia Cannavaro, squalificato, che Rinaudo, uscito per infortunio. Ebbene Totò, da centrale, ha guidato la difesa con grande precisione, essendo tra l'altro già ammonito (settima ammonizione, va in diffida) e reggendo talmente bene che a quindici secondi dal fischio finale si è permesso un'uscita da grande libero di altri tempi, trascinando la palla fino a centrocampo e travolgendo avversari uno dietro l'altro per spezzare l'assedio finale degli atalantini.

Va detto certamente che l'Atalanta di quest'anno, dilaniata da equivoci tattici e da un ambiente pessimo, è parente molto povera della squadra che ci ha "massacrato" negli scorsi due anni e che tanti consensi aveva suscitato. Alcuni suoi uomini cardine (esempio Cigarini) non ci sono più, altri (vedi Doni) sono in crisi profonda, altri (vedi Ferreira Pinto, nostra bestia nera) sono infortunati da sempre, altri ancora sono semplicemente modesti giocatori o discreti giocatori ma travolti da una situazione che, vista dall'esterno, sembra compromessa.

Quindi il Napoli ha trovato un compito apparentemente facile, ma, in altre occasioni altrettanto "facili", gli azzurri erano miseramente franati (penso a un Chievo-Napoli giocata in condizioni simili di classifica nel gennaio scorso): stavolta, pur fallendo la possibilità di una vera goleada, il Napoli si è portato a casa il risultato con l'autorevolezza della grande squadra.

De Sanctis poco impegnato, ma sicuro in un paio di parate a terra su tiri dalla distanza di Guarente (il migliore dei suoi), Campagnaro, Grava e Rinaudo (altro grande recupero di Mazzarri) che hanno messo il bavaglio a Tiribocchi e Acquafresca (quest'ultimo irriconoscibile rispetto allo splendido "cigno" che lo scorso anno incantava l'Italia, ma il Cagliari di Ballardini era ben altra cosa!), Maggio ha spinto un po' di meno ma è stato molto prezioso e preciso nella fase difensiva, Hamsik si è sacrificato tantissimo per la squadra spesso ripiegando, a turno con Quagliarella e Lavezzi, sin sulla linea dei terzini.

Stavolta i cambi, Datolo e Zuniga in primis, non hanno inciso più di tanto su una partita che era già orientata a favore del Napoli, ma hanno permesso di far rifiatare Lavezzi e Hamsik in vista dell'impegno ravvicinato di domenica.

Come al solito adesso ci si comincia a dividere, rivalutando il lavoro di Marino e argomentando che questa squadra era stata ben costruita ma mal gestita dal precedente allenatore e che molti di quelli che la critica consideravano "bidoni strapagati" stanno dimostrando il loro valore e che quindi allontanare Marino sia stato un errore.

Non voglio fare la parte del "democristiano" a tutti i costi, dando l'impressione di voler dare ragione sia agli uni che agli altri, ma ho un'idea ben precisa: Marino ha sicuramente fatto ottime scelte, non solo pensando alle attuali "stelle" della squadra, ma anche a comprimari quali Rinaudo, Aronica, Grava, Pazienza, ecc., ma a mio avviso i motivi dell'allontanamento del DG sono vari e complessi e coinvolgono dei meccanismi anche e soprattutto organizzativi più che tecnici che De Laurentiis riteneva non più compatibili con la realtà di una società che voleva e vuole porsi al livello delle grandi in Italia e in Europa.

Anche De Laurentiis ha compiuto i suoi errori (tra cui la scelta di Donadoni, osteggiata giustamente dallo stesso Marino), ma il Presidente ha ritenuto che vi fossero una serie di situazioni e di progetti non avviati che non potessero più essere sopportate dall'ambiente.

Litigare su Marino per il rendimento tecnico della squadra mi sembra davvero stupido e inutile, perchè Marino ha contribuito in modo eccezionale alla costruzione di questo Napoli che oggi vince e si (ci) fa onore anche negli stadi che sembravano inespugnabili.

Il problema vero è che Marino accentrava in troppe funzioni, organizzative e tecniche e quindi, essendo un essere umano, pur se certamente un professionista coi fiocchi, un autentico appassionato del suo mestiere e grande tifoso del Napoli, frenava una serie di progetti e situazioni che ad avviso del Presidente (e anche mio) non potevano più aspettare (sfoltimento della rosa, gestione più razionale del centro di Castelvolturno, rete internazionale di osservatori, settore giovanile, stadio, rapporti con la stampa, solo per citare i più evidenti).

In un Napoli che non aveva niente e doveva costruire tutto, Marino era davvero indispensabile per far nascere questo club e riportarlo ai livelli di un tempo, ma per il salto di qualità nell'elite del calcio, i metodi organizzativi di Marino venivano visti dal Presidente (e io sono totalmente d'accordo) come un freno.

E ora? Ora ci attende un mese di fuoco in cui potremmo, se tutto dovesse andare come i tifosi sognano, ingranare addirittura la quinta: abbiamo un mini-ciclo di quattro partite, di cui ben tre in casa contro avversari diretti per la corsa all'Europa: domenica 10 in casa con la Samp, domenica 17 in posticipo serale sempre in casa contro il Palermo, domenica 24 in trasferta a Livorno e infine sabato 30 ( o domenica 31) in casa contro il Genoa.

Il grande Reja diceva sempre che era molto difficile riuscire a fare filotto in casa quando avevi tante partite consecutive tra le mura amiche. Certo sognare un bottino pieno al termine di questo ciclo è un qualcosa che tutti i tifosi auspicano, ma chiaramente più si allunga questa ormai incredibile serie positiva, più aumentano le probabilità di incappare in una giornata storta.

Ecco perchè continuare a vincere in trasferta può essere importante, proprio per compensare eventuali "inciampi" casalinghi. E' chiaro però che vincere scontri diretti come quelli che avremo in questo mese può rappresentare un mattone non decisivo ma certamente importante per continuare a coltivare ambizioni europee, piccole o grandi.

Ho scritto nelle scorse settimane che a mio avviso questo equilibrio che caratterizza la classifica attuale si romperà inevitabilmente e gli scontri diretti di gennaio, sia per il Napoli sia per le altre, a meno che non si concludano tutti in pareggi (cosa improbabile), allungheranno la classifica e forniranno i primi elementi per capire chi potrà reggere fino alla fine.

Non sarà facile! Ha ragione Mazzarri quando dice che il Napoli sta compiendo un'impresa straordinaria e che mantenere questo ritmo costante nel tempo è difficilissimo per una squadra certamente non attrezzata per mantenere una continuità "da scudetto". Ecco, spero che il Napoli non sia come quei ciclisti che danno il massimo nelle prime due settimane del Giro d'Italia o del Tour de France, mantenendo le prime posizioni della classifica per poi "scoppiare" nella decisiva terza settimana di corsa, in cui i valori vengono spietatamente fuori.

Siamo già scottati dell'esperienza traumatica dello scorso anno in cui accadde proprio questo: quest'anno però la squadra sembra più forte, tecnicamente e soprattutto mentalmente.

Quindi speriamo tutti che quello che stiamo sognando non sia solo un sogno...

Forza Napoli!!!

1 commento:

  1. "Sfatati" tre tabù in uno:
    1. Finalmente Bergamo non ci è stata "fatale".
    2. Abbiamo vinto con la maglia ROSSA! Cosa che, a memoria mia, non si è MAI verificata. :D
    3. Quagliarella ha segnato fuori casa con uno dei suoi gol (finalmente!)

    P.S. E ora dove troverà posto Dossena?

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