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martedì 13 aprile 2010

Le ragioni di una sconfitta - 2ª puntata - Il (non) mercato di gennaio

A dicembre, e più ancora a gennaio, era a tutti già chiaro (credo) che quest'anno si sarebbe potuta realizzare una occasione più unica che rara.

Già quest'estate in verità avevo espresso dubbi, per varie ragioni, sulla possibile tenuta di tutte le "grandi", paventando la possibilità che una o più di loro (mi riferivo in particolare a Milan, Roma e Fiorentina) potesse sbagliare la stagione e lasciare uno o più posti liberi per la zona Champions.

Il Milan alla fine ha tenuto per il notevole rendimento di Ronaldinho e, a corrente alternata, di altri suoi giocatori di grande classe (in particolare Seedorf e Borriello) e, forse più di chiunque altra, ha beneficiato degli infiniti errori arbitrali.

La Fiorentina è stata condizionata nel rendimento finchè è rimasta in Champions.

Sembrava che la Roma pure dovesse rimanere fuori ma tra ottobre e novembre comincia ad emergere chiaramente che la Roma, con Ranieri, punta finalmente verso le zone alte della classifica ma anche che la Juve, sicura terza fino a fine ottobre, mostra crepe inquietanti che proprio il Napoli di Mazzarri svela per la prima volta in modo impietoso (e siamo al 31 ottobre).

In questo periodo, il Napoli attraversa un'autentica rivoluzione societaria e tecnica con l'allontanamento di Marino e Donadoni e l'arrivo di Bigon e Mazzarri: sul piano tecnico la svolta dà subito grandi e immediati risultati che spingono nel giro di poche settimane il Napoli dalla bassa classifica ai margini della zona Champions.

E qui una società più pronta, esperta e lungimirante avrebbe compreso quello che molta parte dei tifosi e della critica stavano vedendo: i valori in alto, dal terzo, quarto posto in giù, erano straordinariamente livellati e persino una squadra come il Napoli, pur rigenerato tatticamente e psicologicamente da Mazzarri, ma con oggettive lacune di organico, con qualche correttivo avrebbe potuto coltivare ambizioni europee fino alla fine del torneo.

Da questa estate utilizzavo la metafora della compagnia teatrale che, se dotata di ottimi attori, ti permette di offrire uno spettacolo sempre all'altezza per tutta la durata della tournèe, ma se mancante in qualche ruolo, ti poteva offrire spettacoli anche gradevoli, ma , alla lunga, non sempre al massimo livello.

E utilizzavo anche la metafora del ciclista di medio livello che, al Giro o al Tour, riesce ad essere in lotta per la maglia rosa (o gialla) nelle prime due settimane, salvo poi puntualmente crollare nella terza e decisiva settimana.

Insomma, anche se le cose stavano andando benissimo, la mia pluridecennale esperienza di appassionato di sport (e non solo di calcio) mi faceva pensare a quegli atleti e a quelle squadre che, in ogni sport, offrono prestazioni sempre al limite delle proprie possibilità e ricordando quante volte il campo presenta un conto salato a chi va oltre le proprie possibilità e non è attrezzato per "tenere" sino alla fine.

Quante volte ho visto, nelle maratone, ai mondiali o alle olimpiadi, atleti correre con sicurezza fino ai 30-35 chilometri e poi cedere di schianto per la fatica!

Quante volte nei Giri o nei Tour ho visto maglie rosa o gialle che, dopo aver dominato magari le prime due settimane, trovano il giorno della crisi e si ritirano o beccano 30-40 minuti di distacco in una sola tappa, dando addio ai sogni di vittoria!

Quante volte ho visto crolli clamorosi e incredibili rush finali nei lunghissimi ed equilibratissimi tornei a 20 squadre di serie B che Ezio Luzzi seguiva negli anni 80 per Tutto il Calcio...mentre la serie A con 30 partite sembrava una gara di mezzofondo, la serie B, infinita, interminabile, offriva sempre sorprese clamorose nelle ultime giornate, come la più terribile delle maratone!

A tutto questo pensavo tra novembre e dicembre...e lo scrivevo pure su questo blog, temendo che una rosa non completa e non omogenea come la nostra potesse manifestare alla lunga le proprie lacune e i propri limiti.

Ecco perchè auspicavo qualche intervento intelligente a gennaio.

Leggete cosa scrivevo lunedì 18 gennaio all'indomani dello 0 a 0 interno col Palermo:

"Rimane in me la perplessità, a fronte della classifica che il Napoli sta mantenendo, che, mentre in difesa, più o meno, numericamente potremmo andar bene fino a fine campionato (ma speriamo che Santacroce rientri presto), mentre a centrocampo siamo contati (ma qui potrebbe accadere qualcosa di interessante entro fine gennaio), vedo un problema serio in attacco dove, bloccatosi Hamsik in fase realizzativa, o lo slovacco ritrova la via del gol con continuità, oppure rischiamo di fare una fatica enorme, a fronte di squalifiche, infortuni o partite "chiuse" come quella di stasera, a trovare la via della rete."

Confesso di non sopportare gente come (faccio nomi e cognomi) Vittorio Raio e Carlo Alvino, quando vogliono fare la parte degli ottimisti o degli oltranzisti a tutti i costi.

Il primo ogni tanto ha la odiosa abitudine di appellare quelli che non la pensano come lui come (testualmente) "idioti" (a Radio Marte uno degli ultimi lunedì di marzo) o come "imbecilli" (il sabato prima di Pasqua a "Tifosi" su Canale 34...e a tal proposito ringrazio Number Two che ieri ha avuto il coraggio di scusarsi pubblicamente a nome di Raio per l'epiteto in questione).

Il secondo, Alvino, che io apprezzo quando esulta per i gol e le vittorie azzurre (e che ospito volentieri sul mio blog), mi fa letteralmente andare in bestia quando straccia la sua tessera di giornalista che dovrebbe cercare di analizzare i fatti e comincia a parlare di uccellacci, cornacchie e simili.

Sia ben chiaro che se io scrivo certe cose ed esprimo certi timori, non mi annovero (e non voglio essere annoverato) tra gli imbecilli, tra gli idioti, tra le cornacchie! Sono un tifoso appassionatissimo come e più degli Alvino e dei Raio (tanto più che io ci spendo solo per il Napoli e non ci guadagno un euro!) e nel contempo sono anche uno che studia, osserva, riflette, confronta quello che osserva oggi con analoghe esperienze del passato, sempre cercando di essere, nonostante il tifo, una persona intellettualmente onesta!

E non per questo mi reputo meno tifoso!

Ecco perchè a volte, nel bene e nel male, ci azzecco! Non perchè sono un mago o uno iettatore, ma solo perchè cerco di osservare sempre con attenzione la realtà, fin nei minimi dettagli, se possibile e confrontarla con una esperienza di appassionato di sport ormai ultratrentennale.

Ecco perchè a gennaio mi arrabbiavo quando sentivo argomentare dalla società che "tanto è inutile che prendiamo qualcuno, perchè, essendo quarti, dovremmo prendere giocatori solo da squadre più forti delle nostre, che ci precedono in classifica".

Così si sono espressi il Presidente, Bigon e lo stesso Mazzarri, argomentando delle autentiche "bestialità"!

Noi che facevamo (e facciamo) così fatica in zona gol, vogliamo parlare di uno come Crespo, passato dal Genoa al Parma e che sabato sera ha letteralmente "spaccato" il Napoli e la partita?

Eh, ma dovevamo rispettare il tetto ingaggi e gli equilibri dello spogliatoio...e allora, mi dite come mai uno come Maxi Lopez sia arrivato A GENNAIO a Catania (che non mi risulta sia il Manchester, il Barca o l'Inter?).

Fonti ben informate della società catanese mi hanno confermato che i 7 gol dell'attaccante catanese sono costati un cartellino di nemmeno 4 milioni di euro!

Ma è ovvio che se in società non hai uno con la competenza e l'abilità di Lomonaco (che per giunta è un nostro conterraneo), non puoi mai nemmeno pensare di realizzare un colpo così!

Voglio dire! Non è che pretendessi la rifondazione del Napoli a gennaio. So benissimo che il mercato di gennaio può essere dispendioso, insidioso e che (vedi Dossena) può lasciarti con rinforzi solo sulla carta.

Ma il Napoli aveva solo bisogno di alternative, specie a centrocampo (per far rifiatare i sempre presenti Pazienza e Gargano) e in attacco (dove, come ho dimostrato, era chiaro il deficit offensivo). Non si chiedeva e non si pretendeva di rifare la squadra a gennaio...solo uno stupido avrebbe potuto chiedere questo!

Era così difficile da capire e realizzare tutto questo?

La sconfitta di Parma e la flessione degli ultimi due mesi si spiegano anche così...ma è possibile che quello che a me appariva chiaro già prima di Natale, a De Laurentis, Bigon e Mazzarri non era chiaro?

Io sarei felicissimo di festeggiare almeno l'Europa League, ho una bellissima maglietta ufficiale degli azzurri, acquistata proprio sabato, con cui sarei felice di festeggiare questo traguardo... Ma se così malauguratamente non dovesse essere, ricordiamoci, oltre che della scorsa estate, anche dell'ottusaggine mostrata dalla società a gennaio.

Speriamo bene! Intanto forza Napoli!!!

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