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sabato 28 novembre 2009

Tra Cittadella e Parma

Un po' di riflessioni in libertà alla vigilia di Parma-Napoli. Inizio da Barcellona-Inter di martedì scorso...chi ama il calcio come me, si vada a rivedere, se può, quella partita (specie il primo tempo), si vada a vedere che significa giocare senza palla, attaccare una squadra che si chiude, trovare spazi dove pare non ce ne siano.



E' oggettivamente difficile per tutti giocare contro una squadra che si chiude totalmente, basti pensare che lo stesso Barcellona, la scorsa primavera, soffrì maledettamente il "catenaccio" impostole dal Chelsea e rimase "incastrato" in uno 0 a 0 che quasi regalò la finale ai londinesi (poi eliminati nel ritorno a Londra con un fantastico gol di Iniesta da fuori area).



Comunque, signori miei, i Blaugrana hanno dimostrato che significa giocare al calcio, giocare senza palla: il segreto è semplice, ma , vedo, tremendamente difficile da applicare in campo, visti gli spettacoli che in genere si vedono in Italia, in Europa e nel mondo:
  1. muoversi tanto senza palla per offrire a chi porta palla più soluzioni di passaggio;
  2. portatori di palla con tecnica sopraffina e che giocano sempre a testa alta;
  3. giocatori vicini tra loro che si scambiano frequentemente la palla fino a che non trovano il varco giusto per verticalizzare l'azione;
  4. uno, massimo due tocchi: ciò significa sapere già a chi passare la palla mentre ancora si deve ricevere il passaggio: non puoi giocare veloce, se vuoi decidere a chi passare la palla dopo averla ricevuta...devi deciderlo prima;
  5. nessuno che porti palla: corre la palla, non chi la possiede in quel momento.
E' chiaro che un confronto fra il Barcellona che vince contro l'Inter e il Napoli che stenta in casa contro Lazio e Cittadella appare assolutamente ingeneroso e improponibile: non pretendo che il Napoli giochi come il Barċa, sarebbe un sogno, che il Presidente nella conferenza stampa di ieri si è detto determinato a realizzare, dichiarando di voler costruire nel corso degli anni una squadra "imbattibile"...Magari, caro Presidente! Diventerebbe la leggenda di questa città, il nuovo sindaco, vescovo e Patrono e di tutto di più... Non oso pensarci ora.

Il riferimento al Barċa serve solo per capire meglio quale dovrebbe essere la direzione da intraprendere per cercare di giocare meglio contro difese schierate e chiuse, a capire meglio in quali punti della manovra e quali sono le (cattive) abitudini che impediscono di vedere un gioco un minimo fluido.

Insomma: il Napoli, che comunque, per mantenere il senso delle proporzioni, è una squadra italiana di medio-alta classifica, è una squadra in cui, quando si imposta il gioco, i suoi uomini si muovono poco senza palla, in cui il portatore di palla ha poche soluzioni di passaggio, in cui alcuni tendono a portare palla e a testa bassa, in cui, le rare volte in cui si libera un compagno (specie sulle fasce) viene spesso ignorato non per cattiveria, ma perchè semplicemente non visto, in cui ogni volta che stai per ricevere palla ancora non sai che cosa ne farai per liberartene, in cui a volte non hai nessun compagno vicino con cui dialogare, in cui verticalizzi quando non serve e non verticalizzi quando servirebbe (perchè non c'è sincronia tra la tua idea di passare la palla e l'idea di chi la dovrebbe ricevere, il quale non scatta o scatta troppo prima del passaggio o troppo tardi, ecc.).

C'è un dettaglio ulteriore che ci dovrebbe far riflettere: sette giocatori su undici del Barcellona di martedì scorso (in cui, lo ricordo, mancavano appena appena due "mostri" come Ibra e Messi, come a dire Lavezzi e Hamsik nel Napoli attuale), dicevo, sette giocatori su undici provengono dalla "cantera", dalle giovanili del Barcellona.

E' un dettaglio fondamentale, per capire come mai, vedendo la partita di martedì, avevi l'idea non di una "semplice" squadra di calcio, ma di una vera "orchestra sinfonica" applicata al calcio, con la differenza che, se l'orchestra sinfonica si muove tra i binari sicuri di uno spartito, una squadra di calcio è legata sempre all'imprevisto di un'opera che si scrive strada facendo, momento per momento, mentre giochi la partita.

Ci vogliono quindi anni di lavoro, competenza a tutti i livelli dell'organizzazione tecnica e societaria, tantissima pazienza, disciplina (quella che ha imposto Pep Guardiola da quando è approdato alla panchina del Barċa), valorizzazione del talento.

Se il Presidente vuole davvero fare le cose in grande, come dichiara, si faccia una capatina in Catalogna, cerchi di carpire i segreti di questa meraviglia tecnica e organizzativa che è il Barcellona e cerchi di tradurre questa ricetta in "salsa" napoletana.

Se avete visto il Barċa, potete capire meglio le mie critiche rispetto alla qualità del gioco della squadra, non perchè io pretenda (sarei un folle!) che questo Napoli possa giocare come il Barċa, ma semplicemente affinché, quando osservate certe fasi di gioco, possiate capire meglio quali problemi possa portare il tenere palla per tre-quattro tocchi, oppure partire palla al piede a difesa avversaria schierata o non alzare mai la testa per veder se c'è un compagno libero alla tua destra o alla tua sinistra.

Ad esempio, tornando alla partita col Cittadella di giovedì, non è un caso che Bogliacino (non Xavi) abbia brillato nel "deserto tecnico" del centrocampo azzurro: Mariano, con ammirevole costanza, anche se non sempre con i migliori risultati, è stato l'unico che ha cercato costantemente cambi di gioco da un lato all'altro del campo e passaggi filtranti a cercare l'uomo libero sulle fasce per cercare di allargare le maglie della munitissima difesa patavina e creare qualche spazio per gli inserimenti di punte ed esterni...non a caso proprio da uno dei suoi innumerevoli cambi di gioco (verso Zuniga a destra) è nato il gol vincente degli azzurri.

Credo che anche Mazzarri abbia capito che, per quanto non velocissimo, il Boglia abbia talento, umiltà, intelligenza tattica e spirito di sacrificio di cui, non credo, almeno per quest'anno, il Napoli dovrebbe privarsi così a cuor leggero.

Ho l'impressione che nel giudizio di Mazzarri sulla rosa, la partita di giovedì sia stata importante per rivalutare (lo spero) sia Mariano sia Zuniga (sulla sua fascia naturale).

Per quanto riguarda l'impegno di giovedì, pur nella modestia tecnico-tattica del match, sono soddisfatto di com'è andata, visto che da un lato ce la siamo giocata con riserve che da mesi non disputavano una partita intera e che, com'è normale che accadesse, sono andati in debito di ossigeno dopo un'ora di gioco, e dall'altro siamo riusciti a evitare, certo con fortuna (ma ci vuole anche quella!) la triste fine di Siena e Atalanta, eliminate (lo ricordo per chi non lo sapesse) da due squadre addirittura di serie C...o come si dice oggi, Prima Divisione.

D'altronde non critico Mazzarri per la sa decisione di schierare tutte le seconde e terze linee che, lo ha dimostrato proprio il loro andare in debito di ossigeno, avevano bisogno come il pane di disputare finalmente una partita intera: non si può dire davvero che hai 25 uomini nella rosa, se poi un terzo o metà di questi, già tecnicamente inferiori ai titolari, non hanno nemmeno i 90 minuti nelle gambe, perchè altrimenti hai una rosa ampia ma solo sulla carta, le riserve ti diventano zavorra e diventano anche poco "competitivi" rispetto ai titolari più di quanto già non lo siano, favorendo così un abbassamento del livello fisoco-tecnico-tattico-mentale di tutta la squadra, poichè i titolari in allenamento e in partita non vengono più stimolati a dare il massimo per tenersi il posto.

Intanto ci si avvicina all'impegno di campionato a Parma e fioccano, da entrambe le parti, nomi di defezioni eccellenti (Lavezzi e Datolo per gli azzurri, Bojinov, Paloschi, Mariga e Galloppa per il Parma).

Il Napoli si troverà di fronte una squadra che comunque, sia in casa che fuori, proprio per i problemi che accennavamo prima sulla difficoltà per tutti di affrontare squadre che si chiudono, cerca sempre di aspettare il suo avversario e colpirlo con veloci ripartenze.

Il Napoli dovrà cercare, col Pocho o senza, di "rubare" l'idea ai ducali: credo che prevarrà quella, delle due squadre, che riuscirà ad attirare l'altra nella trappola.

Se il Napoli riesce a non cadere nella trappola del Parma, potrebbe far sua la partita anche senza Lavezzi e sfruttando le qualità di Hamsik che, nelle partite (vedi Torino) in cui il Napoli riesce a riproporsi in velocità in contropiede, diventa micidiale sia come rifinitore che come finalizzatore.

La risposta è...nel campo! A domani e... forza Napoli!

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