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giovedì 30 settembre 2010

Europa League 2010-11: Steaua Bucarest-Napoli 3-3



Impossibile commentare partite così! Qualunque argomento decidessi di utilizzare, chiunque potrebbe smontarmelo in 10 secondi e certamente potrebbe anch'egli dire cose vere e condivisibili.

Vado ancora una volta controcorrente e stavolta sono con Mazzarri: avrei fatto le stesse scelte iniziali di formazione, perchè i vari Cribari, Santacroce, Yebda, Sosa e Vitale sono rimasti finora troppo indietro rispetto al resto della rosa e poichè la stagione è lunga e durissima, Mazzarri non poteva permettersi oltre da un lato di continuare a far spompare sempre gli stessi e dall'altro di non dare a quelli che sono più indietro di condizione di recuperarla nel modo più veloce ed efficace possibile, ossia giocando.

Stavolta, come ho scritto anche nelle pagelle, non ho nemmeno da rimproverare nulla a Mazzarri per come ha saputo tenere il timone di una squadra che sembrava totalmente alla deriva e con invece con infinita fatica, ma con immensa tenacia, ha riacciuffato una partita che sembrava totalmente e crudelmente persa, cambiando tempestivamente uomini e modulo e approfittando di una compagine apparsa comunque di una modestia tecnica imbarazzante, ben lontana dallo Steaua degli anni ruggenti e che mostra, nel suo nervoso oscillare tra esaltazione e paura, tutte le crepe di una rosa provata da quattro cambi di allenatore in poco più di due mesi.

Il Napoli non c'è, almeno fino al 40' del primo tempo: chi mi conosce sa che io non credo in fortuna e sfortuna. L'autorete di Cribari è frutto di una difesa piazzata male e di un intervento molle di un giocatore chiaramente fuori ritmo partita. Ma l'ex laziale non è l'unico ad aver lasciato la testa negli spogliatoi e non è la prima volta che questo Napoli si comporta così...ricordate, ad esempio, i raggelanti inizi di partita dello scorso anno con Donadoni (3 a 0 dopo pochi minuti a San Siro con l'Inter) e con lo stesso Mazzarri (0 a 2 in casa col Milan dopo 10 minuti).

Forse la squadra, forse esaltata dai complimenti di Cesena, forse incoraggiata dal poco pubblico avversario, forse credendo di trovare una squadra meno forte del nome che porta, forse disabituata in troppi uomini al ritmo partita, entra in campo senza nè gambe nè testa tant'è che anche dopo il primo svantaggio continua a (non) giocare con indolenza e confusione.

Certamente incide anche la presenza di tanti uomini che oltre che giocare poco in assoluto, hanno anche giocato poco o nulla insieme per cui le difficoltà dei singoli si amplificano nella assoluta mancanza di amalgama e nel dover fare i conti con un ambiente che, dopo ogni gol, si fa sempre più aggressivo e feroce.

Gli azzurri hanno però il merito di segnare il gol forse decisivo per la rimonta, con i due unici uomini quasi "guardabili" del primo tempo, ossia Sosa che cerca di proporsi sempre con continuità (anche se non sempre con lucidità) e Vitale, che nei primi 10 minuti per 3 volte si libera sulla fascia e al quale sistematicamente arrivano passaggi sbagliati.

Ma quell'1 a 3, unito alla giustissima espulsione di Kapetanos, tiene il Napoli aggrappato per i capelli sull'orlo del burrone e fa capire a Mazzarri e a qualche azzurro, in campo, ma soprattutto in panchina, che forse non tutto è perduto.

Il Napoli rientra in campo nella ripresa (udite! udite!) con  un 4-2-3-1: Maggio e Vitale sugli esterni con Cribari e Grava centrali, Yebda e Gargano davanti alla difesa, Sosa, Lavezzi e Zuniga sulla tre quarti, davanti a Cavani, sempre troppo solo là davanti!

La manovra non è comunque fluida, gli errori continuano ad abbondare, ma gli ingressi dei panchinari di lusso (Hamsik, dopo Lavezzi) fanno crescere la qualità della manovra. 

I rumeni sfiorano il 4 a 1 con un incredibile "uno-due" (palo-traversa) in tre secondi di terrore puro, ma poi cedono di schianto per l'inferiorità numerica e la pochezza tecnica.

Il Napoli diventa sempre più padrone del campo, pur mostrando ancora confusione e ansia di rimontare e alternando perle di pura bellezza (il gol di Hamsik) alle solite clamorose ingenuità sotto porta.

I rumeni però non ne hanno davvero più, come quei massimi che legano l'avversario al 15' round esausti: fanno di tutto per perdere tempo e quelle rare volte che potrebbero sorprendere gli azzurri ormai tutti nella metà campo avversaria, sbagliano appoggi elementari.

Al 90' ci prova il portiere, già ammonito, a confondere il cronometro arbitrale, accasciandosi per un fantomatico colpo non appena scocca il novantesimo e il quarto (sesto) uomo ha appena alzato il cartello dei 4 minuti di recupero.

Ma in questo frangente si dimostrano concentratissimi sia l'arbitro, che ferma il cronometro finchè il portiere non si rialza, sia i giocatori azzurri che, in pieno dominio della partita, riescono a tornare a pieni giri dopo la lunga interruzione.

E qui ancora una volta esce fuori la classe superiore e l'anima degli azzurri, che al 96esimo e 58 secondi riacciuffano un pareggio memorabile e per certi aspetti meritato.

Nell'altro incontro del girone il Liverpool va a pareggiare 0 a 0 a Utrecht e quindi, per il gioco della differenza reti il Napoli diventa secondo nel girone, prima del doppio epico confronto con i Reds.

Ecco la classifica:

1. Liverpool    4 punti     4 gol fatti e 1 subito
2. Napoli        2 punti     3 gol fatti e 3 subiti
3. Utrecht       2 punti     0 gol fatti e 0 subiti
4. Steaua       1 punto    4 gol fatti e 7 subiti

Beh, io ci metterei la firma anche per un solo punto con i Reds per poi giocarsi il tutto per tutto negli incontri di ritorno con gli olandesi e i rumeni. Certo che la Steaua vista questa sera consolida l'idea di una squadra di una debolezza imbarazzante anche se spero che finalmente i tifosi e i commentatori più superficiali si siano resi conto di cosa comporta la poca abitudine, specie a livello mentale, nel gestire serate e partite come quelle europee.

Squadre e società ben più blasonate del pur amato nostro Napoli hanno dovuto faticare tanto e imboccare tanto pane amaro prima di poter essere davvero competitivi e abituati a giocare in Europa con la stessa attenzione e lo stesso spirito con con si gioca in patria: anche se hai una squadra forte, emergere non è facile e ci vuole giusta mentalità nell'affrontare impegni così pesanti a distanze di tempo così ravvicinate.

Secondo me per competere ai massimi livelli anche a livello internazionale servono, oltre che giocatori di qualità che il Napoli in parte comunque ha, anche teste, menti e cuori allenati a battagliare su ogni campo, anche a distanza di due o tre giorni.

Per questo sarà interessantissimo verificare che reazione avranno gli azzurri domenica pomeriggio contro la Roma al grande sforzo fisico e mentale di questa infinita notte rumena!

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