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mercoledì 1 settembre 2010

Mercato o...mercatino?


Finalmente l'interminabile sessione estiva del mercato si è chiusa e, anche se la bontà effettiva di un mercato si valuta a mio avviso soprattutto in base alla prova del campo, pur tuttavia alcune riflessioni, che certamente non mi collocheranno nella "maggioranza" del tifo azzurro, possono essere fatte avendo un quadro d'insieme.

Una prima riflessione andrebbe fatta cominciando a distinguere da un lato cosa la maggioranza dei tifosi azzurri si sarebbe aspettato dal mercato e dall'altro cosa invece la società si era prefissa alla vigilia e quanto di ciò che si era prefissa è stato realizzato.

Il "problema", davvero serio, è che molti tifosi (e meno male che non sono loro ad avere in mano il budget della società sennò andremmo in fallimento in cinque, massimo dieci minuti!) vorrebbero "colpi", nomi, non importa quanto si spende sia per il cartellino, sia per l'ingaggio e soprattutto per loro il mercato è soltanto comprare, comprare e ancora comprare...un po' come quei carrelli stracolmi di roba inutile che vedi spesso uscire dagli ipermercati di cui molto poi finisce, oscenamente, nella spazzatura.

Molti tifosi, non solo napoletani, a essere onesti, sono così. Per loro non conta null'altro che comprare nomi sempre più altisonanti, non importa l'ingaggio, non importa se siano funzionali o no alle esigenze del Napoli, non importa se poi bisogna tenere a libro paga 30, 40 calciatori, tanto mica il portafogli è loro...si fa presto a fare i signori con i soldi degli altri!

Per fortuna abbiamo anche tifosi, anche giovani, molto più intelligenti e dotati di senso della realtà, che guardano molto più in profondità e capiscono le difficoltà di stare sul mercato con una agguerritissima concorrenza mondiale e una società che oltre a metterci passione in quello che fa è maniacalmente attenta agli equilibri di bilancio, sapendo che il Napoli non ha le risorse che hanno altre grandi italiane ed europee (anche se si sta davvero "facendo la punta al cervello" per cercare di avvicinarsi ai più virtuosi ed efficienti modelli di impresa calcistica europei) e che basterebbe poco per far scivolare di nuovo indietro nei bilanci e nelle classifiche i colori azzurri.

Ho già scritto più volte che a questi tifosi:
  1. manca il senso della realtà economica che ci circonda, considerando la tremenda crisi che si è abbattuta su gran parte del mondo industrializzato negli ultimi tre anni e che ha portato e sta portando anche nomi eccellenti del mondo del calcio (Inter in primis) ad atteggiarsi in modo molto più prudente e razionale rispetto agli anni precedenti;
  2. manca il senso di cosa significa tenere in piedi una moderna organizzazione imprenditoriale, basata sull'attenzione totale ai costi di produzione (nel caso del calcio soprattutto cartellini, ingaggi, plusvalenze).
Spesso il contenimento dei costi, e lo dimostra anche l'azienda (multinazionale) di cui faccio parte, rappresenta un fattore di competizione decisivo, specie in una congiuntura economica dove fatturare e produrre guadagni è sempre più difficile per una serie di fattori esterni tra cui aggiungo la non ancora citata "tessera del tifoso" e tutti quegli altri strumenti che, nel nome di una sicurezza spesso più presunta che effettiva, stanno scoraggiando sempre più tifosi dall'andare allo stadio.

E in una società che non ha grandissimi capitali di partenza e si trova in un contesto di crisi economica globale, acuito da un tessuto economico locale tra i più degradati d'Europa, contenere i costi per poter poi crescere rappresenta una priorità assoluta.

Ecco quindi che la bontà del mercato azzurro dipende in gran parte dalla qualità del mercato in uscita.

Il Napoli aveva tra i 10 e i 15 "esuberi", ossia giocatori con pochissime richieste di mercato per i loro alti ingaggi e diventati inutili nel progetto per la esorbitante durata media dei loro contratti e perchè tecnicamente "inadeguati" al livello raggiunto in pochissimi anni dalla squadra.

Anche un solo giocatore, con un ingaggio netto di, mettiamo, 750mila euro a stagione può condizionare anche scelte importanti nel mercato in entrata se quel calciatore deve poi rimanere a libro paga in pratica senza poter essere utile.

Quei 750mila euro d'ingaggio per la società di fatto raddoppiano, perchè su quell'ingaggio la società deve pagarci le tasse...quindi siamo già a un milione e mezzo di euro.

Se moltiplichiamo questa somma già per 6, 7 volte (quanti sono mediamente i giocatori che in una rosa possono diventare "inutili" per l'anno successivo), ecco che già arriviamo agevolmente intorno ai 10 milioni di euro.

10 milioni che, se non ti liberi di queste "zavorre", vengono sottratti a possibilità importanti di investimento e se poi ti devi trascinare queste spese inutili per più esercizi di bilancio arrivi a consumare quanto potresti spendere per una sessione di mercato di medio-alto livello.

Ecco quello che molti non capiscono e non capiranno mai del "capolavoro" manageriale fatto quest'anno, già con qualche assaggio a gennaio, nel mercato estivo da Bigon.

Bigon, col suo staff, è riuscito a sgravare di un peso enorme i bilanci del Napoli e i benefici del lavoro fatto quest'anno forse qualcuno li capirà in modo evidente quando il Napoli si ripresenterà sul mercato la prossima estate...e lì, ci scommetto sin da ora, il Napoli potrebbe davvero fare faville!

La bravura di Bigon non è stata soltanto nella capacità di ridurre il libro paga azzurro, ma anche di farlo, spesso, ottenendone persino qualche ricavo a volte non da poco, sia dando prestiti a titolo oneroso (cioè ricevendo in cambio soldi), sia concordando quote di riscatto di valore assolutamente ragguardevole!

Andiamo con un po' di numeri e aiutiamoci con i dati forniti da uno dei siti più attenti ai movimenti di mercato, ossia Napoli2000.com.

A parte i ragazzi della primavera, le cui cessioni sono funzionali a garantire loro esperienze che si spera possano farli crescere, registriamo qualcosa come 16 (dico:sedici!) cessioni, vale a dire:
  • De Zerbi, Zalayeta e Navarro attraverso rescissione (con buonuscita economica a loro favore che comunque rappresenta sempre meno di quanto il Napoli avrebbe dovuto spendere tenendoseli);
  • Calaiò ceduto in via definitiva risolvendo la comproprietà col Siena;
  • Dalla Bona, Rinaudo, Quagliarella, Amodio, Cigarini, Bogliacino, Hoffer e Datolo in prestito (quasi tutti a titolo oneroso a favore del Napoli, che quindi non solo non deve pagare i relativi ingaggi, ma ci ha guadagnato anche qualche milione di euro);
  • Mannini e Denis in comproprietà;
  • Pià e Contini ceduti a titolo definitivo.
E' difficile adesso fare una stima precisa (bisognerebbe conoscere nei dettagli tutte le cifre di tutte le operazioni), ma se anche stimassimo un costo di ingaggio medio netto di 400mila euro per giocatore (quindi 800mila lordi), il Napoli avrebbe risparmiato con queste cessioni tra un minimo di 12 e un massimo di 20 milioni di euro!!!

Questi sarebbero "soldi non spesi" a cui si potrebbero aggiungere qualcosa intorno a una decina di milioni di euro ottenuti attraverso le operazioni di cessione quasi tutte a titolo oneroso (in particolare per quelle di Quagliarella, Cigarini e Denis).

Questi sono numeri eccezionali, in una situazione di crisi come questa, per una società ancora non pienamente conosciuta nei grandi giri internazionali del mercato e che soprattutto ha dovuto cercare di ottenere il massimo offrendo un "prodotto" oggettivamente spesso poco o per nulla appetibile.

Già per me questo rappresenterebbe un risultato straordinario, ma, se vogliamo poi misurarci nell'analisi del mercato in entrata anche qui c'è davvero da complimentarsi con Bigon per l'eccellente rapporto qualità-prezzo che si annuncia (poi il campo dovrà confermarlo) per i nuovi arrivi.

Le correnti di pensiero anche qui sono contrastanti e in verità non è facile dire se il Napoli si è davvero rafforzato o si è indebolito. Anche qui l'errore di moltissimi è quello di dare valutazioni di tipo assoluto, cioè senza tener conto di alcuni fattori importanti che non a caso Bigon ha citato oggi.

Condivido con lui il ragionamento che, se il Napoli, quest'anno facesse solo il campionato, probabilmente potrebbe aspirare con molte possibilità ad entrare davvero nella lotta pur difficilissima per la Champions.

Ma quest'anno c'è un torneo internazionale al quale, lasciando perdere le estemporanee esternazioni del presidente, rappresenta una vetrina sia tecnica sia di prestigio molto importante per il club che, acquisendo più visibilità in Europa, potrebbe davvero l'anno prossimo accrescere la propria credibilità e il proprio "appeal" verso una fascia di calciatori "importanti" ad oggi ancora difficilmente abbordabile.

Il punto focale è che ci potrebbero essere delle ripercussioni nel campionato dovute, come già in parte si è visto anche domenica sera, alla fatica degli impegni europei del giovedì.

IL reparto che più aveva bisogno di innesti era sicuramente il centrocampo e qui abbiamo il ritorno di Blasi e soprattutto l'arrivo di Yebdà che porterebbe di fatto da due a quattro le possibili scelte di Mazzarri per la coppia di mediani, con una maggiore potenza fisica che ho più volte sottolineato con la metafora della "cilindrata" ci è mancata lo scorso anno nel momento decisivo dell'assalto alla Champions.

Resto al momento perplesso sulle condizioni di Blasi che vedo macchinoso e involuto e che spero ritrovi quello smalto che nel primo anno di Napoli lo fece diventare idolo del tifo azzurro.

Se Gargano e Pazienza riescono a tenere i loro livelli e Yebdà si ambienta da par suo, il centrocampo azzurro può a buona ragione definirsi più forte dello scorso anno.

La difesa è il reparto che mi lascia più perplesso: c'è l'incognita Campagnaro che, in forma o non, ha a mio avviso dimostrato tutti i limiti tecnico-tattici che ha come centrale e che portano lui e i suoi compagni (in primis Cannavaro) a non offrire garanzie adeguate.

Sulla carta (ma già dimostrato anche in campo) il terzetto dei centrali meglio assortito è Grava-Cannavaro-Aronica, soprattutto perchè, come ho già spiegato più volte, il lavoro eccezionale di Grava esalta anche le migliori doti di Paolo che con Gianluca in campo, disputa a sua volta partite di livello assoluto, non avendo quell'affanno e quella preoccupazione che gli genera la presenza di un "non-difensore" come Campagnaro, le cui eccezionali doti atletiche e agonistiche potrebbero essere molto più valorizzate su una fascia o addirittura in mezzo al campo!

Certo sarei più tranquillo se finalmente Santacroce riuscisse a tornare ai suoi livelli atletici e, dopo un anno di inattività, sarà davvero dura per Fabiano.

Tutto da scoprire è l'apporto di Cribari che, fino a due anni fa, si distingueva per peso agonistico ma che lo scorso anno ha giocato e convinto poco...speriamo bene che non ci faccia rimpiangere un non eccezionale centrale come Rinaudo.

Sulle fasce siamo nettamente più forti con un Dossena mai visto lo scorso anno su questi livelli e con uno Zuniga in forma smagliante e molto più grintoso, convinto e tecnicamente completo dello scorso anno. Speriamo che anche Vitale, alla fine rimasto alla base, possa crescere sotto la guida di Mazzarri e a quel punto avremmo un reparto esterni davvero di gran lusso.

In attacco a mio avviso abbiamo avuto una certa qual perdita con la cessione di Quagliarella anche se il peso di questa perdita andrebbe un attimo calibrato rispetto a quanto effettivamente Fabio ha offerto alla squadra lo scorso anno.

Non parlo adesso dei soli demeriti di Fabio, ma anche sulla vera e propria incompatibilità tra le caratteristiche di Lavezzi e Hamsik con quelle di Fabio, su cui già ci siamo soffermato giusto qualche giorno fa.

Cavani sembra integrarsi molto meglio tecnicamente e direi anche psicologicamente e caratterialmente con il resto della squadra.

Gli arrivi di Lucarelli e del giovanissimo talento Dimitru danno poi quella ricchezza e varietà tecnica che è sembrata mancare con il duo Denis-Hoffer: il Tanque, utilissimo alla manovra, ha però inciso poco in fase realizzativa, Hoffer non si è mai visto, mentre sappiamo quanto Lucarelli veda molto di più la porta di Denis e Dimitru è accompagnato da "recensioni" di chi lo ha visto giocare più volte che parlano di una prima punta paragonabile, come caratteristiche, a quelle di Henry!

Crediamo che se il ragazzo di ambienta bene a Napoli, potrebbe trovare molto più spazio di quanto si possa immaginare e offrire un contributo importante.

Il disegno tattico complessivo di Mazzarri è chiaro: partire con una formazione di "atipici" davanti, con il trio Cavani-Lavezzi-Hamsik, creando poi eventuali varianti con gli ingressi di Sosa, Lucarelli e Dimitru.

Sembra anche qui un reparto con molte più potenzialità rispetto a quanto dimostrato dal pacchetto avanzato dello scorso anno che, lo ricordiamo, ha prodotto 35 gol in cinque (Hamsik 12, Quagliarella 11, Lavezzi 7, Denis 5 e Hoffer zero).

Adesso arriva una sosta quantomai opportuna per riprendere fiato e per favorire l'inserimento dei nuovi arrivi.

Osserveremo con attenzione l'evolversi della squadra segnalando, come nostro solito e cercando di offrire sempre punti di osservazione non banali e scontati, sia le perplessità sia i punti di forza che il campo via via farà emergere.

Per il momento, per quanto mi riguarda, il Napoli merita un "otto" per il mercato, considerandolo nel suo complesso tra entrate e uscite e ricordando ai meno attenti che alcune delle uscite più "clamorose" sono anche il frutto di una precisa scelta societaria che condivido molto e che si basa sul non costringere chi non è convinto e disponibile a darsi incondizionatamente al progetto azzurro (anche accettando di giocare di meno in certi momenti) a rimanere qui a dispetto dei santi per mantenere invece nel gruppo chi sia disposto a qualunque sacrificio.

E dico io, signori miei, spogliatoi e grandi risultati si costruiscono anche così!

Forza Napoli!!!

1 commento:

  1. Oooh! Aspettavo di sentire finalmente una voce fuori dal coro, lucida e obiettiva. Mi stavano irritando tutte quelle parole dette senza cognizione di causa e quasi a vanvera.
    A me personalmente, a parte Cribari, che secondo me è stato fino a questo momento uno dei difensori più scarsi del nostro campionato(ma c'è sempre da considerare lo zampino del gran motivatore Mazzarri), la campagna acquisti ha convinto abbastanza.
    Ora sono veramente curiosa di vedere tutti quanti all'opera. Più curiosa ancora di quanto non fossi l'estate scorsa, il che è tutto dire.

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