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domenica 12 settembre 2010

Napoli - Bari: le pagelle

De Sanctis: 7 - Tiene in piedi le speranze di vittoria del Napoli, con interventi tra il fortunoso e il miracoloso. Ammattisce per le paurose amnesie difensive dei suoi compagni, alla fine garantisce un pareggio che, visto l'andazzo, sarebbe anche potuto essere una clamorosa sconfitta. Il meno colpevole della pessima serata azzurra.

Campagnaro: 4 - Schierato in una posizione certo non sua, per dar fiato ad Aronica, soffre, come era ampiamente prevedibile, le scorribande di Alvarez e chiunque altro gli venga la voglia di farsi una scampagnata dalle sue parti. Fa ammattire letteralmente Dossena che, proteso in avanti per cercare di potenziare la fase offensiva azzurra, si trova spesso costretto a precipitosi rientri difensivi per porre rimedio ai "disastri" di Hugo. L'impegno non basta, purtroppo, ad Hugo mancano fiato e, soprattutto, doti tattiche adatte al ruolo.

Cannavaro: 6 - Ogni tanto anche lui sbanda paurosamente, ma in fondo è quello che, in una partita dove tutti i compagni vanno fuori giri e fuori posizione, offre la prestazione più dignitosa. Avrebbe meritato di firmare una vittoria azzurra, ma stasera il Napoli quella vittoria l'avrebbe davvero rubata.

Grava: 5,5 - Prova a far la voce grossa come al solito, ma stavolta soffre e anche lui finisce fuori giri, tanto che, a differenza che in altre occasioni, sbaglia tutti quegli appoggi che dovrebbero dare il la nel far ripartire l'azione. Nervoso e non sempre preciso, viene avvicendato a metà ripresa.

Dossena: 6 - Uno dei più vivi, dei più motivati, dei più attivi, dei più intraprendenti, canta (cioè spinge) e porta la croce (cioè chiude i "disastri" del suo "vicino" Campagnaro, che anzichè proteggerlo, come dovrebbe essere, deve essere protetto dall'esterno sinistro).

Pazienza: 5,5 - Si perde spesso nel "caos organizzato" preparato da Ventura. Con i baresi schierati ai quattro angoli estremi del campo a scambiarsi palla, si aprono enormi varchi centrali nei quali affondano gli incursionisti che trovano Michele solo a dover coprire zone enormi di campo, mentre il suo compagno di reparto corre disperatamente in avanti a fare pressing alto. Prestazione non brillante, ma nella quale le colpe, più che del giocatore, sono stavolta dell'organizzazione (o, meglio, della disorganizzazione) di chi ha messo la squadra in campo.

Gargano: 5,5 - Volenteroso, quasi commovente come al solito, prova a fare spesso pressing alto, ma se il resto della squadra non lo segue, sono tesori di energie sprecati, e non per sua colpa. Tanta corsa porta ovviamente poca precisione, poca lucidità e tanta lentezza nel far girare palla.

Maggio: 5 - Uno dei più spaesati, spesso fuori posizione, specie nel primo tempo. Nel secondo spinge di più, ma ricorda il "bel" Maggio "palla al piede" dei tempi di Reja dove la lentezza della manovra lo porta a ricevere spesso palla da fermo e partire palla al piede. Quasi impalpabile, alla fine, nell'economia della prestazione azzurra.

Zuniga: 5,5 - Sostituisce Dossena, crea qualche buono spunto, ma nulla da ricordare.

Hamsik: 5,5 - Luci e ombre, come sempre. Geniale l'apertura per il pareggio di Cavani, ma si ripropone lo stesso tema dello scorso anno con forza ancora maggiore: gli schemi di Mazzarri hanno del tutto spento il micidiale istinto di Marek negli inserimenti offensivi.

Lavezzi: 4,5 - Prova a tirare da tutte le posizioni, spesso del tutto a sproposito. Una delle ragioni più evidenti dell'asfittica manovra azzurra: tira quando non dovrebbe e non tira quando dovrebbe. Non alza mai la testa per servire il compagno meglio piazzato. Un gran dimenarsi senza costrutto. Se questo è il Pocho, signori miei, meglio dargli qualche turno di riposo e inserire qualcuno che aiuti a creare situazioni davvero pericolose negli ultimi 16 metri. Questo Lavezzi è un orpello inutile e dannoso.

Cavani: 6 - Lotta, pressa, ripiega, finanche sulla linea dei terzini in una occasione, si muove come prima punta. Centra l'ennesimo gol, ne sbaglia uno clamoroso a pochi secondi dalla fine (cosa che a volte gli capita, come scrissi il giorno del suo arrivo), ma non si può condannarlo più di tanto: in fondo l'unico pallone veramente giocabile lo mette in porta e non è colpa sua se la squadra non crea uno straccio di occaasione.

Aronica: 5,5 - Dal suo lato il Bari costruisce l'azione del 2 a 2 anche se non e' l'unico colpevole del disastro finale. Affonda anche lui nel naufragio della difesa, ma è solo il risultato finale di una preparazione e di una gestione scellerata della partita di cui Totò non ha particolari colpe.

Sosa: 6 - Entra in un momento difficissimo, esordio assoluto, eppure riesce a fare due, tre cose davvero interessanti, tra cui il bellissimo diagonale in profondità che mette in corsa Lavezzi per il gol di Cannavaro. Anche qui non è colpa sua se viene lanciato tardi in una partita in cui c'era bisogno di qualità (Sosa) e forza (Lucarelli).

Mazzarri: 4 - Una sola parola: disastroso!
Disastroso nella preparazione della partita, visto che tutti conoscono come fa girare palla il Bari da due anni a questa parte e lui non inventa nessuna soluzione di pressing per mettere in difficoltà il Bari.
Disastroso nella scelta dei titolari, visto che mette Campagnaro, pessimo come centrale, non solo nella difesa a tre, ma anche sul lato a lui meno favorevole.
Disatroso, anche stavolta, nella gestione e nelle tempistiche dei cambi: servirebbero qualità (Sosa) e forza in mezzo (Yebda) e in attacco (Lucarelli) e lui pensa a sostituire un centrale (Grava) con un centrale (Aronica) e un esterno (Dossena) con un altro esterno (Zuniga), invece di ridisegnare tatticamente la squadra, iniettandola di forza e qualità.
Sconfitto sonoramente su tutta la linea da Ventura, sembrava di rivedere il "glorioso", irresisitibile Napoli di...Donadoni! ...che l'incanto dello scorso anno sia finito?

De Marco: 5,5 - Arbitraggio non particolarmente criticabile, se non per due aspetti, cioè il tollerare le troppe "manfrine" e perdite di tempo a gioco fermo senza mai tirare fuori un cartellino, e il gioco a volte troppo duro dei baresi, in particolar modo di Donati.

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